No al carbone Alto Lazio

2 novembre 2007

P u r a f o l l i a

Fonte:cooperazione.agi.it

(AGI) - Palermo, 2 nov. - Senza un intervento adeguato volto a ridurre le emissioni di anidride carbonica, "entro il 2050 le emissioni mondiali di CO2 potrebbero superare del 55% quelle del 2003, a seguito del crescente consumo di carbone per produrre elettricita'". Lo ha detto l'ambasciatore britannico in Italia, Edward Chaplin, che ha aperto alla Fondazione Ettore Majorana di Erice (Trapani) i lavori del workshop internazionale sulla cattura e lo stoccaggio di CO2, promosso dalla Scuola internazionale di geofisica in collaborazione con l'ambasciata britannica, l'Ingv, l'Enea e patrocinato dal ministero dello Sviluppo Economico.

"A livello mondiale -ha aggiunto Chaplin- il 41% delle emissioni di CO2 e' legato alla produzione di energia elettrica. Senza ulteriori interventi, la temperatura della Terra potrebbe aumentare notevolmente, con impatti di carattere ambientale, sociale ed economico seriamente nocivi. Tutti i Paesi devono affrontare questa sfida, occorrono misure innovative da sviluppare ed attuare e bisogna essere in grado di riconoscere le opportune tecnologie. La cattura e lo stoccaggio del carbonio rappresentano una di queste tecnologie, e si valuta che possono ridurre del 90% le emissioni di CO2 prodotte dalle centrali elettriche nel mondo".

L'ambasciatore ha sottolineato che "e' difficile parlare di cambiamenti climatici o di domanda energetica senza menzionare la Cina, che lo scorso anno ha estratto 2,4 miliardi di tonnellate di carbone, con un aumento di oltre l'8% rispetto all'anno precedente". Ci sono poi gli Usa che, nel prossimo decennio, contano di realizzare 150 nuove centrali a carbone.

Davanti a una platea di un centinaio di scienziati, tra i quali il presidente dell'Ingv, Enzo Boschi, il diplomatico ha informato che entro la fine dell'anno in Inghilterra prendera' il via un progetto pilota per la realizzazione di un impianto che sfrutta la tecnologia della post combustione, capace di catturare le emissioni di CO2. Per Matthew Webb, funzionario del ministero dell'Ambiente britannico, il progetto rappresentera' "la dimostrazione della fattibilita' dell'innovazione tecnologica su larga scala". Ma i costi sono elevati: per catturare le emissioni di CO2 e' necessario sacrificare dal 25 al 40% dell'energia totale prodotta e si ipotizzano pertanto sostegni alle aziende."Gran Bretagna ed Italia si sono impegnate attivamente su questo fronte, sia in sede di Commissione europea che di G8", ha concluso l'ambasciatore. (AGI)

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