No al carbone Alto Lazio

30 agosto 2008

Centrale a carbone a Saline Joniche? I commenti

La Regione Calabria, le Associazioni, Legambiente rispondono con un coro di no e proposte alternative alla costruzione di una centrale a carbone a Saline Joniche (Reggio Calabria).

Regione Calabria

"Calabria/ No al progetto centrale a carbone a Saline Joniche (RC)
Lo ha comunicato Loiero al MinAmbiente

Catanzaro, 29 ago. (Apcom) - La Regione Calabria dice no al progetto, presentato nel 2007 dalla Sei Spa, di costruire una centrale a carbone a Saline Joniche (RC) nell'area ex Liquichimica. Il Piano Energetico Ambientale Regionale, spiega il Presidente della Regione Agazio Loiero, vieta su tutto il territorio regionale l'utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica.

Il diniego è stato comunicato al Ministero dell'Ambiente con una relazione a firma di Loiero. "La Regione Calabria - si legge nella relazione- presenta un saldo energetico positivo: già dal 2005 ha fatto sapere che non fornirà alcuna ulteriore intesa in sede di conferenza di servizi, indette dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell'Ambiente, per la realizzazione di centrali termoelettriche sul territorio regionale, ritenendosi sufficiente il numero delle cinque autorizzazioni già rilasciate da parte del Ministero delle Attività Produttive. Inoltre,il POR Calabria FESR 2007-2013 che definisce obiettivi, priorità,strategie e azioni in materia di energia non prevede la realizzazione di nuove centrali termoelettriche a carbone".

La società civile

Centrale a Carbone: arriva il no dalle Associazioni

di Federico Curatola - Continua a tenere banco la questione della Centrale a Carbone. Nel basso jonio sono diverse le voci che già si sono levate per affermare la propria contrarietà al progetto. Dal punto di vista istituzionale, ad esprimersi ufficialmente è stato solo il Consiglio Comunale di Montebello Jonico il cui primo cittadino, Loris Nisi, ha affidato a degli esperti, lo studio sulle emissioni e sulle ricadute che ne conseguirebbero.

Da oggi però il fronte del no annovera nuovi ed importanti membri. Il mondo dell’associazionismo dell’Area Grecanica si mobilita infatti contro la Centrale a Carbone. Circoli culturali, associazioni, cooperative e gruppi di volontariato insieme per redigere il manifesto del no e sensibilizzare la popolazione sui rischi cui si andrà incontro se la centrale verrà realizzata.

Nonostante i proclami e le rassicurazioni fornite dalla Sei che ha acquistato intere pagine promozionali di quotidiani locali, le associazioni si dicono sicure che la presenza della centrale, oltre a rappresentare un pericolo per la salute dei residenti ed una fonte di inquinamento ambientale, escluderà qualsiasi altra possibilità di sviluppo sostenibile per questo territorio.

Per questo molte associazioni dell’Area si riuniranno questo pomeriggio a Saline Joniche per costituire un coordinamento che servirà per intraprendere iniziative pubbliche di sensibilizzazione e dissenso al progetto della Sei.

“Quello che ci preme – dicono gli organizzatori presentando l’iniziativa – è creare una rete tra le associazioni ed i gruppi che a vario titolo e con diversi oggetti sociali operano sul territorio dell’Area Grecanica per compiere una capillare attività di informazione ai cittadini”.

Fino ad ora molte associazioni hanno inoltrato osservazioni nei tempi e nei modi giusti al Ministero dell’Ambiente dove si sta snodando il percorso della Valutazione di Impatto Ambientale.

“Come è stato per Civitavecchia – proseguono gli organizzatori - anche qui nel profondo Sud dobbiamo creare un fronte del no esternando le nostre motivazioni che sono quelle della salute e dello sviluppo sostenibile, perché siamo convinti che siano altre le vocazioni di questo territorio e che le sue potenzialità sono inimmaginabili. Ad una sola voce chiederemo quindi alla politica di ascoltare le nostre istanze e di dare a queste la risonanza che meritano nei consessi a tutti i livelli istituzionali”.

Quello su cui si vuole puntare è raffrontare gli ipotetici benefici promessi dalla costruzione della centrale con i costi in termini di “danno procurato” che ne conseguiranno sulla salute, sull’agricoltura, sui valori immobiliari, sull’ecosistema marino e sulla qualità della vita in generale.

“Siamo certi che il totale dei “costi” supera di gran lunga quelli che ci vengono presentati come benefici ed è questo che ci convince che sia una scelta errata quella di costruire la centrale a carbone a Saline Joniche. Per non parlare della presenza di importanti siti di interesse comunitario a poche decine di metri dal sito destinato ad accogliere la centrale e di uno dei fondali più belli di tutto il litorale calabrese la cui flora scomparirebbe sotto un mare surriscaldato dalle acque di raffreddamento della centrale”.

L’appuntamento per le associazioni è per questo pomeriggio, alle ore 18:30 in Piazza Chiesa a Saline Joniche.

Infine, spiega Loiero, "il progetto non è coerente con i programmi della Regione e degli enti locali per il territorio...l'impatto negativo degli effetti della centrale a carbone sulla qualità della vita e sull'attrattività dell'area grecanica sarebbe disastroso".


Legambiente

"ENERGIA: LEGAMBIENTE, NO A CENTRALE CARBONE SALINE IONICHE
(AGI) - Reggio Calabria, 31 lug. - Legambiente non si limita alla contestazione ma propone anche soluzioni alternative e realmente compatibili con gli aspetti naturalistici e culturali dell’area che puntino all’innovazione tecnologica e alle fonti energetiche alternative. “Abbandonare il progetto della centrale a carbone - continua la nota di Legambiente - e’ necessario per una riconversione sostenibile dell’ex area industriale di Saline ma anche nell’ottica globale di riduzione delle nostre emissioni di CO2, che male si combina con un aumento del carbone nel mix energetico del Paese. Oltre ai progetti di sviluppo in ambito portuale, le alternative, potrebbero essere quelle di utilizzare alcune delle strutture e dei silos industriali per realizzare una delle due centrali solari termodinamiche a concentrazione in Calabria e un parco tecnologico per le energie alternative che serva come luogo di produzione ma soprattutto di sperimentazione delle varie applicazioni tecnologiche che la ricerca avanzata in questo campo propone. Tale iniziativa - concludono i dirigenti di Legambiente - darebbe l’opportunita’ di un coinvolgimento dei centri di ricerca, delle imprese, delle Universita’. Lo stesso parco potrebbe avvalersi dell’utilizzo delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di attrattive capaci di abbinare divertimento a educazione scientifica ed ambientale”. Legambiente infine preannuncia che nei prossimi giorni presentera’ al Ministero dell’Ambiente le osservazioni allo Studio di impatto ambientale sulla centrale di Saline e lancia una sfida alla SEI “per un confronto tecnico-scientifico sulla opportunita’ ambientale, economica e occupazionale del progetto della centrale”. (AGI)
Red"

Nessun commento: