No al carbone Alto Lazio

31 agosto 2010

"Rossano Calabro chiama Brindisi"

Intervento del dott. Maurizio Portaluri
"Rossano Calabro è una cittadina di 45mila abitanti sul mare Ionio, adagiata sulla collina che scende dalla Sila fino al mare. In alto il nucleo storico, in basso la marina di sant'Angelo ed in mezzo la parte nuova intorno allo scalo ferroviario.
A metà luglio scorso il Forum Ambientale della Calabria ha organizzato una tre-giorni di riflessione su quanto sta accadendo in questa area del Paese.
I dibattiti si svolgevano sulla marina, una attrezzatissima passeggiata di lidi balneari rispetto alla quale la costa brindisina impallidisce per frammentarietà e disorganizzazione. Spiagge ampie ed attrezzate, bar e ristoranti sul mare, parcheggi, pulizia.
Ma in fondo al panorama si erge, come un pugno nell'occhio, la centrale elettrica, proprio sul mare.
Una delle ragioni per cui la tre-giorni è stata convocata è costituita dal progetto dell'Enel di trasformare la centrale suddetta dall'attuale alimentazione a gas a quella a carbone.
Il progetto prevede anche la costruzione di un imponente molo per le carboniere.

La storia di Rossano Calabro fornisce tre insegnamenti.
Il primo riguarda la politica energetica e la continua espansione del ricorso al carbone, combustibile poco costoso per chi lo brucia, molto costoso per chi ci vive vicino.
Mentre a Brindisi si parlava in passato di convertire le centrali a carbone in centrali a metano, osserviamo a Rossano un passaggio dal gas al carbone, dal meno inquinante al più inquinante. A meno che lì non si voglia bruciare il carbone gasificato. Ma non ci risulta.

Il secondo riguarda gli enti locali che lì si sono schierati nettamente contro la riconversione a carbone, sia per le note ricadute ambientali e sanitarie, sia per il previsto aumento del traffico pesante sulle strade calabresi.
Una parte del carbone arriverebbe infatti dalla Puglia via gomma.
Si tratta di oltre 50 Comuni, dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza e della Regione Calabria che ha approvato anche una legge con la quale vieta la costruzione di centrali a carbone in quella regione. Un po' come la California, che pure ce le ha, ma ha deciso di non costruirne più e di non importare energia da centrali a carbone di altri Stati.

Il terzo riguarda il turismo. Se si vuole davvero sviluppare il turismo non si può abbandonare la costa a se stessa e non porre in atto nessuna azione di contrasto all'uso del carbone.
Gli imprenditori di Rossano sanno bene, e lo hanno dimostrato sostenendo la tre-giorni, che se arriva il carbone, lì non andranno più turisti.

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"Quella ciminiera falla azzurra. Così farà meno paura alla gente" Greenwashing e costruzione del consenso

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Articolo da Liberazione 25/08/2010, pag 6

"Tirreno Power, la proprietaria della centrale a carbone di Vado Ligure, è anche lo sponsor dell'estate savonese e di qualsiasi iniziativa culturale nella zona. Compra paginate sui quotidiani locali. Sul suo sito - dove prevalgono colori che evocano il cielo - si sorvola sulla ricca letteratura scientifica a proposito della mortalità impressionante entro 50 chilometri dalla centrale, ma si valorizza l'impegno della Spa che fa capo all'ingegner De Benedetti per lo sport. Loro dicono che sia perché lo sport insegna le regole del vivere comune ma è più probabile immaginare che associare il marchio allo sport evochi l'empatia tipica dei tifosi (noi contro loro) e un immaginario legato alla salute, alla forza, alla giovinezza, alla vita. Ossia a tutto ciò che un mostro come quello piantato tra Vado e Quiliano ruba da quarant'anni agli abitanti. Anche a Civitavecchia, in provincia di Roma, l'Enel utilizza mezzi simili per far ingoiare alla città le polveri sottili e i veleni di Torre Valdaliga. «Non c'è torneo, festival o rifacimento di strada che non porti la firma dell'azienda», conferma Simona Ricotti, no coke civitavecchiese a Liberazione. «Hanno comprato tutto. E non è per caso che il governo abbia modificato il testo unico sull'ambiente inserendo la possibilità di accordi economici che era stata esclusa dai referendum contro il nucleare». Ma come si fa a corrompere le comunità locali? 

Un documento (clicca sull'immagine) che la galassia ambientalista ha intercerttato a Verona spiega come si fa a "liberare" i sindaci ostaggio di «minoranze fortemente motivate» e dalle loro «strategie di contrasto, spesso demagogiche o politicamente interessate». Si tratta di una relazione della municipalizzata veronese per l'esecuzione degli interventi relativi al termovalorizzatore di Ca' del Bue. Un testo degno di diventare il canovaccio per un recital teatrale di Dario Fo o Michele Paolini. Il "piano di comunicazione" fa alcune raccomandazioni per «ingenerare fiducia nel proponente», limitando il ricorso a metodi assembleari (gli ambientalisti tendono ad essere ideologici!) in favore di stratagemmi che potrebbero «migliorare efficacemente la percezione». Così, nell'esempio citato, a una vera macchina da cancro come il termovalorizzatore di Brescia è bastato dipingere il camino di blu per diventare parte del paesaggio. «Ma l'arsenico che esce è sempre lo stesso», commenta Simona Ricotti annunciando per settembre il varo di un coordinamento nazionale contro le centrali a carbone che coinvolgerà i cittadini di Rossano Calabro, Gualdo Cattaneo, Porto Tolle, Brindisi. Oltre ai liguri e a chi vive all'ombra di Torre Valdaliga Nord (anche qui il progetto prevede una torre azzurra) e Torre Valdaliga Sud. La prima è di Enel, funziona da un anno ed è già al centro di alcune inchieste sull'occultamento di rifiuti, sull'eccesso di fumi e rumori, e rischia il sequestro per esercizio in assenza di autorizzazione. Tirreno Power spunta nella torre sud dove vorrebbe far funzionare a ciclo continuo il gruppo di riserva che risale al '74 e avrebbe già effettuato indagini di mercato per farlo funzionare a carbone.
E quando il marketing non è sufficiente si ricorre al ricatto occupazionale. Un evergreen. «A Savona Tirreno Power tenta di superare gli ostacoli rivolgendosi alle categorie sindacali nazionali per sponsorizzare l'ampliamento arrivando ad ipotizzare la chiusura dell'impianto qualora il potenziamento non venisse concesso», dice il segretario provinciale del Prc, Marco Ravera. «E' grave che i sindacati, regionali e nazionali, abbiamo scelto di scavalcare il territorio. Tutto per una cinquantina di posti di lavoro in più. Le rinnovabili ne creerebbero molti di più».
Dal punto di vista politico l'avvento di giunte di centrodestra in provincia e al comune di Vado ha complicato la situazione: «Qui siamo nella sfera d'influenza di Scajola», dice anche Simone Falco, ex consigliere Prc a Vado dove lo scontro sulle questioni ambientali si sta consumando anche sul progetto Margonara (nel quale è stato bocciato un grattacielo firmato dall'archistar Fuksas) e sui 250mila metri cubi di cemento che la multinazionale danese Maersk vorrebbe far galleggiare in mezzo al porto.
Di carbone si muore ma l'azienda ha tappezzato la città con poster che dicono: «La tecnologia esiste Tirreno Power la possiede». Intanto continua a far funzionare due gruppi vetusti e obsoleti in barba ai piani regionali su energia e qualità dell'aria e continueranno a funzionare così anche dopo l'ampliamento. Tanto sulle ciminiere solo il padrone ci può mettere le mani e l'Arpal, secondo l'Ordine dei medici, può fare solo misurazioni «superficiali e insufficienti».
che.ant.

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Ancora suI ricatto (im)possibile by enel

Diamo spazio a due commenti su una notizia inquietante (leggi qui) che non ha forse guadagnato l'attenzione che meriterebbe.


    "Enel presenta agli agricoltori di Cerano una clausola identica a quella pretesa dal Comune, chiedendogli di rinunciare a "ogni diritto, pretesa, azione,ragione o reclamo nei suoi confronti, delle società che appartengono al gruppo e dei rispettivi dirigenti e dipendenti in relazione all'esercizio della centrale Federico II". La clausola è stata inserita nella bozza di protocollo che la società ha presentato alle associazioni dei redidenti dell'agro come presupposto per l'intesa che dovrebbe regolare le operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell'area che rientra nel Sito d'interesse nazionale definito dal Ministero dell' Ambiente.L'efficacia del protocollo è "risolutivamente condizionata alla consegna ad Enel Produzione" di quegli atti, "ivi compresa la revoca delle querele e l'espressa rinuncia alla costituzione di parte civile nel procedimento penale intentato dalla Procura di Brindisi relativo al presunto inquinamento dei terreni limitrofi all'asse attrezzato e alla centrale.
    Il testo tornerà sul tavolo tecnico domani, 30 agosto, dopo il nulla di fatto di luglio. Nell'arco di trenta giorni non sembrano esserci state novità, nè da parte di Enel con la modifica dell'accordo, nè da parte dei comitati degli agricoltori ("codiansa" e "agricoltura, ambiente e natura")che non hanno rinunciato al procedimento penale e non hanno neppure abbandonato l'ipotesi di chiedere il ristoro dei danni. Non solo patrimoniali ma anche per patologie che ritengono legate all'esposizione alle polveri di carbone."


    "La centrale termoelettrica a carbone di Brindisi-Cerano, di proprietà dell’Enel, torna al centro delle polemiche. Dopo la storia del concertone di Irene Grandi e Patty Pravo, di cui vi abbiamo ampiamente parlato nelle settimane scorse, questa volta il problema sono i soldi.

    Un sacco di soldi: circa un milione e 200 mila euro che l’Enel dovrebbe dare al Comune, in base all’accordo di programma per la messa in sicurezza e la bonifica del Sic di Brindisi, oltre a quelli che la stessa azienda dovrebbe dare agli agricoltori che, dal 2007, in seguito ad una ordinanza del sindaco non possono coltivare le terre intorno la centrale a causa del pesante inquinamento da polveri di carbone.

    Enel, però, ha chiesto al Comune e agli agricoltori di accettare una clausola molto importante: niente soldi senza la rinuncia completa a costituirsi parte civile nel processo penale scaturito dalle indagini della Procura di Brindisi sul presunto inquinamento intorno alla centrale.

    Una pretesa assai strana: una cosa sono i processi penali, con le relative costituzioni di parte civile, un’altra sono gli accordi di programma che hanno a che fare con lo sviluppo delle attività di una azienda in collaborazione con il territorio circostante.

    E se, come in Italia è d’obbligo, nessuno è colpevole fino all’ultimo grado di giudizio allora per quale motivo Enel chiede, oggi, di rinunciare ad un eventuale risarcimento se, a fine processo penale, venisse accertato l’inquinamento?"

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    30 agosto 2010

    Vita da minatore: i New Trolls cantano "Una miniera" (1969)



    Gli immortali New Trolls in una canzone da loro dedicata alla vita drammatica del minatore, che ancora oggi si immola sull'altare del lucro. Segue il testo:

    Le case, le pietre
    ed il carbone dipingevan
    di nero il mondo.
    Il sole nasceva
    ma io non lo vedevo
    mai laggiù nel buio.
    Nessuno parlava solo


    il rumore di una pala
    che scava, che scava.

    Le mani, la fronte
    hanno il sudore
    di chi muore
    negli occhi, nel cuore,
    c'è un vuoto grande
    più del mare,
    ritorna alla mente
    il viso caro
    di chi spera
    questa sera
    come tante
    in un ritorno.

    Tu, quando tornavo,
    eri felice di rivedere
    le mie mani
    nere di fumo, bianche d'amore

    Ma un' alba più nera,
    mentre il paese
    si risveglia,
    il sordo fragore
    ferma il respiro
    di chi è fuori
    paura, terrore,
    sul viso caro
    di chi spera
    questa sera come tante
    in un ritorno.

    Io non ritornavo
    e tu piangevi
    e non poteva
    il tuo sorriso togliere
    il pianto dal
    tuo bel viso.

    Tu, quando tornavo,
    eri felice di rivedere
    le mie mani
    nere di fumo, bianche d'amore.

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    29 agosto 2010

    Georgia, 3 vittime in miniera di carbone


    ANSA- "MOSCA, 28 AGO - L'esplosione di un pozzo nella miniera di carbone di Tkibuli, in Georgia, ha provocato la morte di 3 operai e 7 feriti. Lo dice l'Interfax. Lo scoppio e' avvenuto ieri sera quando nella miniera lavoravano 11 operai. Secondo le prime indagini la fuga di metano potrebbe essere stata causata da mancate precauzioni. Nel marzo scorso nella stessa miniera erano morti quattro minatori."

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    USA: misure anti-inquinamento in vista contro le polveri da carbone

    Fonte: Agi.it 07:20 28 AGO 2010

    (AGI/WSI) New York - L'Epa potrebbe approvare nuove misure anti-inquinamento contro le polveri dal carbone. L'Agenzia Usa per la protezione dell'ambiente avviera' la prossima settimana una fitta serie di audizioni, alla fine delle quali potrebbe decidere la qualifica di "residui nocivi" per le polveri sottili sprigionate dal carbone utilizzato nella produzione di energia elettrica. Gli operatori del comparto si oppongono, favorevoli gli ambientalisti.

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    28 agosto 2010

    "I moderni carbonari" a Civitavecchia

    Comunicato stampa di G. Pedrini (Segr. Fed. Fiamma Civitavecchia - Rm nord ), riceviamo e pubblichiamo

    "Nel prendere atto dell’attuale dimensione politica cittadina, in cui la realtà sociale presenta una fisionomia “allucinante” fatta di uno squallido “vuoto politico”, in cui si agitano, senza un chiaro scopo, personaggi ambigui ed inquietanti, nella loro protervia e nella loro sinecura nei riguardi dei contribuenti, visti e trattati solo come “dispensatori” di “risorse” e, quando occorre, di “voti”, non si può fare a meno di riflettere su uno dei maggiori drammi vissuti dal territorio e dai cittadini ovvero, la realizzazione, ad onta della volontà contraria dei contribuenti, ed in pieno XXI secolo, di un manufatto definibile quale “reperto di archeologia industriale” : la “moderna”, “efficiente” ed “efficace” , nei suoi effetti, “centrale a carbone” che, forse, nei reconditi sogni di qualcuno, potrebbe, in un non lontano futuro, anche essere adibita a “bruciare” CDR.

    Il panorama é inquietante, ove si considerino alcuni eventi, quasi coevi alla realizzazione del manufatto in questione, come la dibattuta riattivazione della tratta ferroviaria non elettrificata CIVITAVECCHIA - ORTE, sulla quale poi é calato il silenzio, e la presenza, inspiegabile, di un tronco di binario che adduce alla carboniera della centrale. Sembra opportuno, inoltre, collocare in una corretta prospettiva politica anche quei “carbonari”, nel senso di corresponsabili, locali e non, della realizzazione della centrale, che nulla hanno a che fare, dal punto di vista motivazionale, con quelli di risorgimentale memoria: sembra gravare, su tale nebuloso e controverso panorama, un grande interrogativo: “perché una centrale a carbone in pieno XXI secolo? Cui prodest?”

    C’è, forse, dietro l’anacronismo tecnologico di tale manufatto, l’occulta regia di una qualche “lobby” che sta piegando ai propri interessi quelli di un’intera popolazione: forse che la centrale a “carbone” rappresenta solo una fase transitoria verso l’uso del “CDR”, in un disegno occulto perseguito da questi controversi, moderni e poco trasparenti “carbonari”?

    Le proposizioni in merito di un rappresentante del governo, peraltro non molto lontane nel tempo, unitamente al rincorrersi di notizie, circa la realizzazione di un “bruciatore” nell’area comprensoriale, in cui smaltire rifiuti , così come le contestuali voci inerenti l’ubicazione di un “bruciatore” nell’ambito dell’area militare del Centro NBC, sembrano disegnare, nella loro contraddittorietà topografica, scenari “volutamente” confusi e preparatori della pubblica opinione sulla “comunque inevitabile presenza” di un “bruciatore” nel comprensorio .

    In merito, si ritiene opportuno far riferimento ad un recentissimo comunicato della Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente-Alto Lazio, circa la situazione riguardante la presenza del mercurio nell’ambiente, peraltro già denunciata da Greenpeace, che riporta testualmente come: “…in seguito alla conversione a carbone della Centrale di Torre Valdaliga Nord ci sarà un aumento del 50% delle emissioni di mercurio (Valutazione di Impatto Ambientale, Relazione Istruttoria, pag.39, rigo 26)”.

    Inoltre, nel decreto di Valutazione di Impatto Ambientale della Centrale in questione, a pag.18-rigo 16 si legge che: “..si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 08 microgrammi/Nm3”.

    Nella consapevolezza che l’inesistenza di una “coscienza sociale” risulta ampiamente dimostrata dati fatti, ci si deve chiedere come facciano il Sig. De Sio e la sua compagnia di fedelissimi sostenitori militanti in “Freedom”, a trovare ulteriore spazio presso la stampa, ed ancora , bisogna chiedere e chiedersi con quale coraggio politico qualcuno possa ipotizzare un ritorno del Sig. De Sio alla vita pubblica."

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    Differenziata a Civitavecchia: dopo anni di chiacchiere, i fatti?

    Comunicato dal Comitato Piazza pulita
    "Apprezziamo le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente Leonardo Roscioni che conferma l’intenzione di avviare entro l’anno anche a Civitavecchia la raccolta differenziata spinta.
    Si comincerà con il quartiere di Aurelia e auspichiamo che questa volta, dopo anni di attesa, agli annunci seguano i fatti.
    Confermiamo all’assessore la nostra disponibilità a confrontarci nel merito di un progetto operativo per rendere possibile il raggiungimento di livelli significativi di raccolta differenziata tramite il sistema “porta a porta”, che rappresenta l’ unica soluzione compatibile dal punto di vista ambientale, perché esclude l’incenerimento e l’apertura di nuove discariche, e conveniente dal punto di vista economico perché consente risparmi per quanto riguarda i conferimenti in discarica e introiti derivanti dalla vendita del materiale recuperato.
    Tutto ciò è ormai dimostrato dall’esperienza di molti comuni che attuano con successo la raccolta differenziata porta a porta.
    E’ ora che si facciano le scelte giuste e responsabili per tirar fuori la nostra città dal pantano della malagestione dei rifiuti in cui sta affondando."

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    enel, Brindisi: vergogna su vergogna. Ennesimo tentativo di comprare il silenzio di una Amministrazione

    enel si scrive solo MINUSCOLO!
    Da Senzacolonne.it
    "Nero su bianco la “condizione” chiesta dall’Enel Produzione per dare il via alla messa in sicurezza e alla bonifica dell’area di Cerano: la società ha chiesto al Comune non solo di rinunciare al processo “Coke”, nato dall’inchiesta sul carbonile scoperto, ritirando la richiesta di risarcimento danni con una provvisionale di cinque milioni di euro, ma di abbandonare qualsiasi azione – presente e futura - legata al funzionamento della centrale, comprese quelle sul piano della giustizia amministrativa.
    L’adesione al programma delle bonifiche delineato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Ambiente si configura in maniera differente sino ad assumere la natura di un “sì condizionato” al comportamento che l’Amministrazione terrà sul piano legale e che ha già avuto il primo riscontro con la decisione della Giunta di uscire dal processo in cui l’Enel è stata citata come responsabile civile in ragione dei danni per “getto pericoloso di cose”, ipotesi di reato che la Procura ha sostenuto arrivando a chiedere il sequestro del carbonile il 4 marzo 2005 sino a ottenere il rinvio a giudizio di 55 persone. Dai dirigenti della società a quelli di Edipower, la società proprietaria della centrale di brindisi Nord che si appoggiava al carbonile di Cerano, senza tralasciare i “padroncini”."

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    27 agosto 2010

    Etruria EcoFestival: il Coordinameno Nazionale No al Carbone ringrazia Cristicchi

    Un viaggio nel “Grand Hotel” di Simone Cristicchi ha concluso il quarto “Etruria Eco-festival”, evento organizzato da un combattivo gruppo di giovani di Cerveteri e Ladispoli, coordinato da Alessio Pascucci. Gremita l’area eventi della Legnara per una serata gratuita di spettacolo, con agricoltura a Km zero e riuso/riciclo come temi principali degli stand attorno al palco.
    Conduttore d'eccezione, Charlie Gnocchi ha aperto la manifestazione invitando sul palco Amnesty International e alcuni Comitati impegnati su legalità e sviluppo sostenibile. I rappresentanti del movimento “No al Carbone Alto Lazio” e del “Comitato dei Cittadini Liberi” di Tarquinia hanno informato sulla battaglia che prosegue da anni contro la centrale a carbone di Civitavecchia.
    A nome del Coordinamento Nazionale dei comitati No al Carbone (CNNC), Lorenzo Fortunati di Civitavecchia ha rivolto un messaggio di gratitudine al coraggio di Simone Cristicchi, che lo scorso 7 agosto aveva disertato un concerto all'interno della centrale a carbone di Cerano-Brindisi, la più inquinante d’Italia. Un gesto che ha messo a nudo il cinismo degli inquinatori che a suon di euro e circenses tentano di trasformare le loro fabbriche di sostanze tossiche in allegri luna-park, nonostante i dati ambientali e le statistiche sanitarie.
    L’Artista è stato ringraziato di persona dai rappresentanti dei Movimenti ed ha ricevuto il documento di lancio della campagna “Artisti fuori dalle centrali”, che chiede agli artisti di non prestare la loro immagine per subdole operazioni di makeup sugli ecomostri. Il documento è stato predisposto a più mani dai Comitati delle aree di Brindisi, Rossano calabro, Porto Tolle, Savona, Gualdo Cattaneo, Civitavecchia e Tarquinia.

    CNNC Coordinamento Nazionale No al Carbone

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    26 agosto 2010

    Solo Messina più calda di Civitavecchia (Quando l'inquinamento "non incide" sul clima)

    "Allarme caldo, Civitavecchia seconda città d'Italia più calda dopo Messina"
    Da TrcGiornale.it
    Civitavecchia, secondo le previsioni, risulta essere oggi tra le quattro città più calde d'Italia, ponendosi al secondo posto, con 37 gradi, dopo Messina, che fa registrare 38 gradi. Seguono, nell'ordine, Frosinone, Napoli e Roma.

    La morsa del caldo, stando al bollettino della Protezione Civile, si dovrebbe allentare a partire da sabato, quando l'Italia sarà interessata da una perturbazione in transito sull'Europa centro - settentrionale che dovrebbe portare temperature fresche sulle regioni del nord e domenica anche su parte del centro. Intanto, la Protezione Civile raccomanda di non uscire nelle ore più calde. L'invito è rivolto, soprattutto, ad anziani e bambini. Quindi mangiare frutta, bere molto ed indossare abiti leggeri."

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    25 agosto 2010

    Eurostat 2009: meno 16,3% energia da carbone in Europa

    Fonti originali:
    Treehugger.com
    CleanTechnica

    "Ottime notizie arrivano dall’ultimo rapporto Eurostat sulla produzione di energia ed il suo utilizzo in Europa. Nell’ultimo anno di riferimento, il 2009, pare ci sia stato un importante incremento della produzione delle energie rinnovabili, e questo lo si sapeva già. Quello che però in pochi si aspettavano è un crollo verticale dell’utilizzo del carbone.

    Sebbene nel complesso la produzione di energia rinnovabile sia aumentata dell’8,3% tra il 2008 e il 2009, per una quota complessiva del 18,4% della produzione energetica nella UE, il consumo di carbone, la seconda fonte finora più utilizzata dopo il nucleare, è diminuito di ben il 16,3%..."
    L'articolo continua qui

    Vedi anche: "Gli americani consumano meno energia ma più rinnovabili" (LaStampa)

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    24 agosto 2010

    De Benedetti vuole il raddoppio della centrale a carbone di Vado, 10 domande per lui

    Dagli amici di  SavonaePonente.com

    Un’iniziativa che parte dalla libreria Ubik di Savona, ma che ha coinvolto (anche fattivamente) numerosissimi savonesi appartenenti ai mondi della medicina, giornalismo, associazionismo e così via. E’ una lettera rivolta all’ing. De Benedetti, a cui hanno già dato la loro adesione numerose autorevoli personalità nazionali.

    Sono 10 domande sul perchè la ditta Tirreno Power (controllata attraverso Sorgenia dallo stesso De Benedetti) vuole ampliare la centrale a carbone di Savona, contro ogni logica democratica (contro il volere del 90% della cittadinanza, dei Partiti, di tutti i Comuni, della Regione, dell’Ordine dei Medici, di tutto l’Associazionismo) e ambientale (dopo 40 anni di dati drammatici in termini di mortalità e di inquinamento nella nostra città, con migliaia di morti in più rispetto alla media regionale). Un documento frutto del faticoso lavoro di sintesi di molti esperti, amministratori, medici, giornalisti, associazioni e comitati.
    E’ una battaglia di civiltà, e per la vita.
    Da settembre la dirigenza Tirreno Power vuole decidere per l’ampliamento, incurante della contrarietà della comunità savonese.

    10 DOMANDE ALL’ING. DE BENEDETTI SULLA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER DI SAVONA

    Egr. Ing. Carlo De Benedetti,
    a Lei che si vanta di essere la tessera numero uno del Partito Democratico, poniamo 10 questioni in merito alla Sua decisione di ampliare la centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), da Lei controllata attraverso CIR Sorgenia, con tutte le conseguenze in termini di mortalità prematura della popolazione e nonostante la quasi totale contrarietà di cittadini, istituzioni, partiti, associazioni, medici e biologi.

    10 le domande, alle quali Le chiediamo di dare risposta:

    1) CONTRARIETA’ DELLA CITTA’ AL PROGETTO
    Perché vi ostinate a perseverare nel vostro progetto di ampliamento, in spregio alla contrarietà dell’85%-90% della popolazione savonese, quella dei partiti (tra cui anche il PD), della Regione, dei Sindaci, dei Consigli comunali, delle Circoscrizioni, dell’Ordine dei Medici, di tutto l’associazionismo provinciale, delle principali personalità della società civile?*
    E’ questo il personale concetto di democrazia del tesserato numero uno del Partito Democratico? Tutto questo non va contro non solo ai valori fondanti sanciti nello Statuto del PD, ma anche ai più elementari principi di democrazia del nostro paese?

    *Hanno approvato delibere ‘contro l’ampliamento della centrale Tirreno Power’ tutti i comuni interessati: i Comuni di Savona, Vado Ligure, Quiliano, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo.
    2) DI CARBONE SI MUORE
    Perché Lei e la dirigenza Tirreno Power non volete ammettere che le centrali a carbone uccidono? Perché mistificate la realtà dicendo che avete il “carbone pulito” (concetto smentito dalle principali ricerche internazionali), così giocando con la vita della gente?
    Secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici di Savona “in tutta la provincia di Savona (con dati che peggiorano quanto più ci si avvicina alla centrale) diversi tumori e altre patologie vascolari, aumentano drammaticamente rispetto alla media nazionale (in particolare i tumori al polmone, vescica e laringe, le patologie cardiovascolari come infarti, emorragie cerebrali, ictus ed altre)”.
    Le ricordiamo che in provincia di Savona in 16 anni sono morte circa 2.664 persone in più rispetto all’atteso (in base ai tassi standardizzati di mortalità della Liguria).
    I calcoli commissionati dalla Comunità Europea asseriscono che nel nostro territorio savonese abbiamo valori di inquinamento fra i più alti in Italia, cui si associa una significativa riduzione dell’aspettativa di vita (la speranza di vita in Liguria è ridotta di quasi un anno per via dell’inquinamento).
    Più in generale, tutti i principali studi mondiali riportano come sale enormemente il livello di mortalità vicino alle centrali a carbone**.

    **Solo per citare alcuni studi, per una ipotetica centrale con emissioni pari a quelle dichiarate per la centrale a carbone di Vado Ligure, i danni in termini di mortalità sono quantificabili in milioni di dollari ogni anno, da un minimo di 42 ad un massimo di 430 milioni, variabili principalmente in base alla numero di persone esposte alle sue emissioni.
    Gli studi scientifici hanno per esempio dimostrato in maniera consistente che il cancro e le leucemie infantili sono strettamente correlati con alti livelli di emissioni prodotte da processi di combustione.
    I bambini, inoltre, sia nella fase di sviluppo prenatale che nei primi anni di vita, sono esposti al rischio di importanti danni allo sviluppo del loro cervello, con disturbi della sfera cognitiva (deficit di apprendimento e del quoziente intellettivo), comportamentale (da un aumento dell’ aggressività e deficit di attenzione fino all’autismo) e motoria (turbe del coordinamento motorio), causati in maniera particolare dalle emissioni di mercurio e di altri metalli pesanti (in Liguria il 90% del mercurio emesso annualmente nell’ ambiente deriva dalle centrali a carbone).
    Vi sono poi sottogruppi di popolazione particolarmente a rischio per l’inquinamento da polveri sottili. Solo a titolo di esempio delle numerosissime pubblicazioni in materia, nelle donne in menopausa la mortalità per cause cardiovascolari e ictus aumenta in maniera davvero notevolissima (rispettivamente del 76% e dell’83% per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 2,5).
    Grazie a studi come questi, nel territorio della California non esiste più neppure una centrale a carbone. Ma non è solo la California a fare queste scelte.
    In base ad uno studio analogo, lo stato del Texas nel 2006 ha recentemente bocciato il progetto di costruzione di ben 17 nuove centrali elettriche a carbone altamente tecnologiche.
    Le previsioni infatti sono che queste 17 centrali a carbone causerebbero, nel periodo di funzionamento previsto, ben 12.000 morti (dodicimila) e 72 miliardi di dollari di costi sanitari.
    Analoghi risultati ha fornito uno studio dell’ OMS del 2008 condotto su 40 milioni di abitanti di 26 città Europee. Riducendo gli attuali valori massimi consentiti delle PM 2.5 ai livelli raccomandati dall’ OMS di 10 µg/m3, si otterrebbe una riduzione delle morti premature annuali da 380.000 a circa 50.000, cioè una riduzione dell’ 87%. In pratica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si salverebbero 330.000 (trecentomila) persone.
    Ricordiamo che, secondo un’altra ricerca, a Vado Ligure il tumore maligno al polmone colpisce il 30% in più degli uomini rispetto al resto della Provincia. Per le malattie ischemiche del cuore, a Vado le donne fanno registrare il 71,9% di casi in più rispetto alla media regionale, mentre per le malattie respiratorie croniche ostruttive, a Vado gli uomini fanno registrare il 150% (centocinquanta) in più sulla Regione.


    3) IL CARBONE, PRINCIPALE MINACCIA CONTRO IL CLIMA
    Perché, in collaborazione con il Governo, volete perseverare con il Vostro dannoso progetto di ampliamento della centrale a carbone, quando questo va ancora di più contro gli importantissimi accordi presi dall’Italia e dagli altri Stati nel protocollo di Kyoto?
    Il carbone rappresenta la prima minaccia per l’equilibrio climatico mondiale: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone, che è il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, circa il triplo del gas.
    La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia contro il carbone. Tuttavia, agli attuali tassi di sviluppo, le emissioni dalla più sporca fonte fossile sono destinate ad aumentare del 60% al 2030.
    Se così fosse, non avremo alcuna speranza di limitare gli effetti più devastanti e irreversibili dei cambiamenti climatici.
    Il momento di intervenire è ora, e il carbone è alla base del problema. Ogni nuova centrale a carbone o ogni ampliamento è un atto criminale contro la sopravvivenza della vita stessa sul Pianeta. Occorre abbandonare al più presto la nostra dipendenza da questo combustibile fossile, a favore di una rivoluzione energetica basata su fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
    Greenpeace denuncia che “il Governo italiano è contro il Protocollo di Kyoto, che obbliga il Paese a ridurre i gas serra del 6,5% rispetto al 1990. A oggi le emissioni sono aumentate del 10% e il Governo, già inadempiente e in disaccordo con gli impegni presi, continua ad autorizzare nuovi impianti a carbone, come la nuova centrale Enel a Civitavecchia e l’ampliamento di quella di Vado Ligure (la quale quindi aumenterà notevolmente la produzione di CO2). Il carbone porterà maggiori profitti nelle casse degli amministratori delle centrali, ma saranno i cittadini italiani a pagare le multe per Kyoto”.

    4) IMPIANTI NON ALLINEATI ALLE NORMATIVE
    Perché continuate a far funzionare i gruppi 3 e 4 della centrale, nonostante non siano allineati alle norme IPPC dell’Unione Europea, alla direttiva 96/61/CE, e al decreto legislativo 59/05, e nonostante siano privi della certificazione AIA?***
    Perché il solo fatto che il Governo abbia prorogato i tempi per la valutazione dell’istruttoria per la certificazione AIA della Vostra centrale (che dovrà recepire le normative europee e italiane in materia, sulle quali non vi siete ancora allineati), vi fa sentire in diritto di definirvi su tutti i giornali ancora formalmente “a norma”, quando in realtà siete sostanzialmente e moralmente inadempienti da 40 anni verso la comunità savonese per i livelli di inquinamento che state producendo?
    Perché evidenziate sempre sui giornali che siete in possesso del V.I.A. ministeriale (al quale peraltro si oppone il V.I.A. regionale negativo, approvato dalla Regione Liguria) senza invece mai segnalare alla cittadinanza che non siete allineati rispetto alle principali leggi in materia?
    Ricordiamo che il V.I.A. ministeriale è soltanto una Valutazione d’Impatto Ambientale gestito da un organo di nomina politica, fra l’altro dichiarato illegittimo 3 mesi fa dalla Corte dei Conti, e contro il quale la Regione Liguria ha fatto ricorso.
    E ancora: perché, come dice l’ex Assessore Regionale all’Ambiente, “non vi siete conformati alle disposizioni regionali in materia, né al Piano Energetico Regionale, né al Piano Regionale di risanamento della qualità dell’aria?”.
    Perché secondo i medici del MODA “non si è più discusso della completa metanizzazione degli impianti che la città attende da più di 20 anni, come votato dagli enti locali savonesi fino al 2007 (compreso il Comune di Savona) e come indicava l’Istituto Superiore di Sanità già nel 1988?”
    Anche il Segretario Provinciale del PD (ovvero del suo Partito) ha dichiarato in questi giorni ai giornali: “Tirreno Power sta dicendo e facendo di tutto meno che l’unica cosa che dovrebbe fare: i monitoraggi, la copertura dei parchi e in generale investimenti per diminuire l’impatto del carbone sul territorio (…) Di questo progetto non ce n’è bisogno, non è in sintonia con i tempi (…) Da anni continuiamo a parlare di cose che avrebbero già dovuto essere fatte e la Tirreno Power non ha fatto (…) Si usa sempre la logica ricattatoria occupazionale per non fare! È ora di finirla (…) È questione di credibilità: mi spiace ma Tirreno Power non è più un interlocutore affidabile”.

    ***Gli scienziati del MODA denunciano:
    A) Il continuo funzionamento dal 1996 a oggi per più di 10 anni degli obsoleti gruppi a carbone 3 e 4 che non utilizzano la migliore tecnologia disponibile prevista dalla legge, con alti livelli di emissione di inquinanti;
    B) Il frequente superamento nel savonese dei limiti di legge (DM 60/02) delle polveri sottili PM10 fino al 2006;
    C) La parziale misurazione delle polveri PM 2,5 prevista dalla direttiva 2008/50/CE e la mancata misurazione di Arsenico, Cadmio, Nikel e Benzopirene nelle polveri PM10 in attuazione del D. Lgl 152/07;
    D) Il principale contributo della centrale a carbone Tirreno Power di Vado alle emissioni inquinanti in provincia di Savona: Ossidi di azoto (68%) PM10 (35%) Ossidi di zolfo (90%) COV (38%) (Piano Qualità Aria Regione Liguria 2006) quando non era ancora entrato in funzione il gruppo a gas (anno 2007) e la centrale funzionava a metà potenza di quella attuale;
    E) La possibilità di bruciare i rifiuti come CDR sui gruppi a carbone, in contrasto con quanto consentito dalla normativa europea, con il rischio di un ulteriore peggioramento delle emissioni per la formazione di diossine e metalli pesanti nei fumi maggiori di quelle prodotte con un moderno inceneritore;
    F) Gli studi sui licheni (anche Regionali) che dimostrano come la centrale a carbone sia la principale responsabile per la emissione oltre che di gas fitotossici anche di metalli pesanti come Hg, Cd , Cr e Ni che seguono il modello diffusionale del Vanadio prodotto solo dalla combustione del carbone.


    5) MAGGIOR INQUINAMENTO CON IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO
    Perché continuate a propagandare con ogni mezzo di comunicazione che il Vostro progetto di ampliamento della centrale e di ristrutturazione dei gruppi 3 e 4 esistenti diminuirebbe l’inquinamento, mentre ricerche scientifiche indipendenti dimostrano esattamente il contrario?****
    Sui giornali avete dichiarato che volete investire e mettere a norma la centrale esistente (affermazione che peraltro, secondo molti esperti, non corrisponde alla verità in quanto le modifiche che apportereste ai gruppi 3 e 4 sarebbero insufficienti****), ma che non lo farete se non si concede in cambio anche l’ampliamento della centrale stessa.
    Da quando vale il ricatto per cui si seguono le leggi solo se si concede qualcosa in cambio? Perché deve valere per Lei questa deroga che non è concessa ai singoli cittadini?
    Una società come Tirreno Power, che ha prodotto 100 milioni di euro di utili netti all’anno, non è forse economicamente in grado di allinearsi alle normative europee?
    E perché riproporre l’eterno ricatto delle centinaia di milioni di investimento e di 40 nuovi posti di lavoro, da mettere sull’altro piatto della bilancia rispetto ai danni ambientali e ai tassi di mortalità? La Provincia di Savona su questo tema ha già storicamente pagato prezzi molto alti, con conflitti laceranti tra ‘salute e lavoro’, e non ha bisogno di essere sottoposta a una nuova prova di forza.
    Ricordiamo inoltre che, come dice il Presidente Regionale di Italia Nostra “realizzare l’ampliamento porterebbe Vado ad una potenza complessiva di 1880 MW, al terzo posto in Italia (dopo Montalto di Castro e Brindisi). Ci deve essere un limite al gravame su un territorio, e questo limite a Vado (dopo decenni di industrializzazione in buona parte scomparsa ma che ha lasciato altre pesantissime eredità negative sul territorio) è certamente già stato superato”.

    ****secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici “gli attuali gruppi 3 e 4 a carbone della centrale (risalenti agli anni ’60 del secolo scorso e obsoleti da decenni), una volta ristrutturati secondo il Vostro progetto di ampliamento (propagandato come un adeguamento secondo le migliori tecnologie), emetteranno, per ogni Megawatt installato, 3,4 volte in più ossidi di zolfo, 2,5 volte in più ossidi di azoto, il doppio delle polveri primarie rispetto al nuovo gruppo, dimostrazione evidentissima che, pur disponendo di una tecnologia meno inquinante, questa non sarà applicata in modo significativo a tutti i gruppi a carbone, ma solo a uno, al gruppo nuovo”.
    Il motivo, più che evidente, sta nel fatto che si vuole risparmiare, incuranti delle ricadute che questo risparmio avrà sulle emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente.
    Questi dati hanno indotto comitati e associazioni a sostenere la non ristrutturabilità dei gruppi 3 e 4. Secondo i medici del MODA: “i gruppi esistenti 3 e 4 della Centrale non sono ristrutturabili con le nuove tecnologie, per cui per rispettare le attuali normative si impone da subito la chiusura dei vecchi gruppi a carbone altamente inquinanti per lasciare così i gruppi a turbogas esistenti, che già da soli producono il doppio dell’energia consumata in provincia di Savona” (inquinano comunque, anche se molto meno del carbone).

    E’ evidente che solo finalmente con un ampio confronto con i Comuni, la Regione, i comitati, e con l’ausilio di esperti indipendenti (e solo dopo aver rinunciato al progetto di ampliamento), si potrà valutare se l’adeguamento alla legge 59/05 (che prevede l’utilizzo delle migliori tecnologie esistenti) sarà fattibile in modo significativo nella ristrutturazione dei vecchi gruppi 3 e 4, o se (come sostengono efficacemente molte personalità autorevoli in materia) tali gruppi invece risulteranno non più ristrutturabili.


    6) CENTRALE COME INCENERITORE
    Rispondono al vero le voci che si stanno diffondendo, secondo le quali un vostro obiettivo potrebbe essere quello di usare i gruppi a carbone anche per bruciare i combustibili derivati da rifiuti (CDR), utilizzando quindi la centrale anche come inceneritore?
    Questo (la gente non lo sa, ma voi ben lo sapete) aggraverebbe in modo devastante la situazione, perché ai fumi velenosi derivanti dal carbone (polveri sottili e ultrasottili, metalli pesanti, diossine, solfati, nitrati, ecc, oltre che radiazioni superiori a quelle delle centrali nucleari) si aggiungerebbero altre pericolosissime emissioni di diossine, polveri, e metalli pesanti.

    7) INSUFFICIENTE MISURAZIONE DEI LIVELLI DI INQUINAMENTO
    Perché accetta il paradosso che il controllo delle emissioni dalle ciminiere della Sua centrale a carbone sia eseguito dalla stessa Tirreno Power (per cui gli inquinatori sono i CONTROLLORI DI SE STESSI, senza che sia prevista alcuna verifica da parte di enti terzi) e non invece da un Ente Pubblico, il quale finalmente dopo decenni potrebbe garantire la cittadinanza sui reali livelli di inquinamento?
    Per quanto riguarda invece le centraline esterne alla centrale, secondo il referente scientifico dell’Ordine dei Medici “i dati sull’inquinamento vengono misurati dall’ARPAL in modo superficiale, obsoleto e insufficiente (per numero e dislocazione delle postazioni, e per tipologia di inquinanti misurati)”.
    Come può peraltro la comunità savonese avere fiducia nell’ARPAL, un’agenzia la cui intera dirigenza è indagata dalla Procura della Repubblica di Genova per falso, turbativa d’asta ed altri gravissimi capi d’accusa?
    Come si può dire, ing. De Benedetti, che l’inquinamento è sotto controllo, quando si sceglie di non misurare efficacemente le polveri inquinanti?

    8) RIFIUTO DEL CONFRONTO
    Perché i Responsabili della centrale rifiutano da anni qualsiasi confronto pubblico con l’Ordine dei Medici, con i Medici per l’Ambiente e più in generale con la cittadinanza, lasciando alle migliori agenzie pubblicitarie una massiccia comunicazione fatta di slogan facilmente smentibili dai dati scientifici (“abbiamo la tecnologia”, “carbone pulito”, “ampliamo per migliorare l’aria”)?
    Anche questo, ing. De Benedetti, è il Suo personale concetto di democrazia, oppure è solo perché ben sapete che il vostro progetto non può reggere il confronto con le principali istituzioni mediche locali?
    Perché su questo tema si è messo in atto da decenni a Savona un fruttuoso e perverso meccanismo misto: da un lato si ‘addolcisce’ (si promette, si sostiene, si sponsorizza…) e dall’altro si minaccia? Sono state minacciate di ritorsioni di vario tipo (“ti faccio licenziare”, “ti querelo”, “ti massacro politicamente”, ed altre pressioni) varie categorie di persone che avevano tentato di spiegare la verità, inclusi importanti amministratori locali, medici e giornalisti.

    9) SOVRAPPRODUZIONE
    Perché volete perseverare con il Vostro dannoso progetto di ampliamento, in una città come Savona che NON ha bisogno di nuova energia elettrica, dato che la Centrale già attualmente produce una quantità di energia superiore di ben 5 (cinque) volte a quella che viene consumata in tutta la Provincia?
    Perché, ing. De Benedetti, deve essere di nuovo la Provincia di Savona a essere martoriata e sottoposta ai Vostri interessi economici, una Provincia che da anni sta cercando faticosamente di sviluppare la sua importante e strategica vocazione turistica?
    Ricordiamo che in Liguria (che secondo studi della UE è una delle regioni più inquinate d’Italia), una terra tanto bella a livello paesaggistico e naturalistico quanto devastata dalle industrie e dal cemento, vi sono già ben 3 centrali a carbone (il 27% di quelle rimaste in funzione in Italia), peraltro pericolosamente vicine a città densamente abitate.
    Segnaliamo inoltre che gli obiettivi della Comunità Europea, cui aderisce anche l’Italia, prevedono per il 2020 una riduzione del 20% del consumo di energia, ottenuto attraverso il preziosissimo risparmio energetico, un 20% di energia alternativa, e un 20% di riduzione delle emissioni di CO2 (che invece aumenterebbero con il progetto di ampliamento della centrale).

    10) ENERGIE RINNOVABILI
    Perché volete perseverare nella produzione di energia dal carbone (una produzione più economica, usata ancora tra moltissime critiche in altri Stati, ma estremamente dannosa per la salute e per questo con un consumo in continua riduzione in Europa), senza investire significativamente nel metano e soprattutto nelle energie rinnovabili realmente pulite?*****
    Come ha detto il Premio Nobel Carlo Rubbia proprio sul suo giornale, ‘La Repubblica’: “Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. La CO2 dura in media fino a 30.000 anni. Il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso…”.

    ***** Perché cercate di disorientare la cittadinanza savonese dichiarando che investirete quasi 200 milioni di euro in energie alternative? il Vostro progetto infatti mira non certo allo sviluppo delle energie rinnovabili ‘pulite’ come eolico o solare (dei 600 MW previsti nel Vostro progetto fra carbone e rinnovabile, si prevedono solo 1,5 MW di fotovoltaico, ovvero un misero 0,2%), ma a cospargere il territorio ligure di centrali a biomasse (catalogate tra le energie ‘alternative’), centrali inquinanti e spesso destinate in realtà a diventare inceneritori di rifiuti.
    Ricordiamo invece che con l’utilizzo delle fonti realmente rinnovabili, nei Paesi del Nord Europa riescono a garantire un quantitativo di posti di lavoro che, in proporzione i miseri 40 posti in più garantiti da Tirreno Power fanno sorridere (ad esempio, sono 150.000 i posti di lavoro creati dall’eolico in Europa, che diventeranno 368.000 in meno di 10 anni secondo l’Unione Europea).
    In Germania, dove praticamente già il 20% dell’energia totale viene prodotta tramite le fonti alternative (eolico e solare), si prevede un forte aumento nei prossimi anni, dismettendo completamente le centrali nucleari entro il 2018.
    Anche il nuovo Presidente degli USA ha orientato grandi risorse verso l’utilizzo delle energie rinnovabili, ritenendolo il nuovo possibile volano, sia per la soluzione della grave crisi economica che per la protezione dell’intero pianeta.


    In sintesi,
    perché Lei che si dichiara il primo tesserato del PD, calpesta buona parte dei principi e dei valori propri del centrosinistra (e presenti nello Statuto del PD): rispetto della volontà popolare, rispetto della vita umana, rispetto e cura per l’ambiente, confronto e dibattito nelle decisioni, adeguamento alle normative dell’Unione Europea, adeguamento alle leggi non come merce di scambio, considerazione delle opinioni degli esperti e degli organi medici competenti, sviluppo delle energie rinnovabili, ecc.?

    Non conviene con noi, ing. De Benedetti, che il rispetto per la vita e per l’ambiente non può e non deve far parte di un mero gioco di interessi politici ed economici, ma deve invece far parte dei valori primari ed inalienabili di ogni popolo civile?

    Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico e doveroso investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibili, compatibili con la salute dei cittadini, evitando il combustibile più inquinante di tutti che è il carbone.
    Nessun calcolo economico può giustificare la richiesta di perpetuare lo scempio ambientale e le morti premature causate dalla combustione del carbone.

    Le chiediamo quindi di rispettare la volontà della nostra comunità, desistendo dal Suo progetto di ampliamento della centrale a carbone e riducendo fortemente i livelli di inquinamento adeguando la centrale alle migliori tecnologie esistenti, così come previsto dalla legge.

    Certi di una sua Risposta, Le porgiamo distinti saluti.

    Firmatari savonesi:

    PAOLO FRANCESCHI (pneumologo, referente scientifico dell’Ordine dei Medici Savona)
    AUGUSTO PERSEO (Presidente Comitato ‘Amare Vado’)
    ADOLFO MACCHIOLI (prete)
    AGOSTINO TORCELLO (medico pneumologo, MODA Savona)
    ANTONINO FRISONE (ex Comandante del Porto di Savona, ex Ammiraglio)
    BRUNO MARENGO (Presidente Provinciale ANPI Savona, ex Sindaco)
    CARLO TONARELLI (medico, scrittore, ambientalista, Consigliere Comunale)
    CARLO VASCONI (Portavoce Provinciale dei Verdi)
    CLAUDIO GIANETTO (Segretario Provinciale PdCI Savona)
    CLAUDIO PORCHIA (giornalista)
    DARIO FRANCHELLO (Presidente del Parco del Beigua)
    DAVIDE CAVIGLIA (Presidente Provinciale ACLI Savona)
    DAVIDE MONTINO (docente universitario)
    ELIO BERTI (attore, Direttore artistico dell’associazione Timoteo)
    ENZO MOTTA (Presidente del circolo Pirandello)
    FABIO RINAUDO (musicista, Presidente associazione Corelli)
    FRANCESCA MARZADORI (Portavoce UAAR Savona)
    GIAMPIETRO FILIPPI (ex Assessore all’Ambiente della Provincia di Savona)
    GIANCARLO ONNIS (Presidente Legambiente Savona)
    GIANFRANCO GERVINO (Portavoce di ‘Uniti per la salute’)
    GIORGIO AMICO (scrittore)
    GIOVANNI DURANTE (Presidente Provinciale ARCI Savona)
    MARCELLO ZINOLA (Segretario Ordine dei giornalisti liguri)
    MARCO CAVIGLIONE (medico ambientalista ISDE, Consigliere Provinciale)
    MARCO RAVERA (Segretario Provinciale Rifondazione Comunista di Savona)
    MARIO MOLINARI (giornalista)
    MAURIZIO LOSCHI (Referente Provinciale Medicina Democratica)
    NICOLA STELLA (giornalista)
    PIERO BORGNA (Capogruppo Consiglio Comunale Vado “Viva con Caviglia”)
    RENATO ALLEGRA (vicepresidente NuovoFilmstudio)
    RICCARDO CICCIONE (Ufficiale Marina mercantile Direttore settore macchine)
    ROBERTO CUNEO (Presidente Regionale Italia Nostra)
    ROBERTO MELONE (Portavoce del Comitato Acqua Pubblica Savona)
    ROSARIO TUVE’ (Coordinatore Provinciale Italia dei Valori)
    SAMUELE RAGO (Segretario Provinciale ANPI Savona)
    SERGIO ACQUILINO (Portavoce provinciale Sinistra Ecologia Libertà Savona)
    SIMONE GAGGINO (Coordinatore di Banca Etica di Savona-Imperia)
    STEFANO MILANO (titolare libreria UBIK)
    STEFANO SARTI (Presidente Legambiente Liguria)
    VALERIA ROSSI (giornalista)
    VIRGINIO FADDA (biologo, MODA Savona)
    VIVIANA PANUNZIO (Portavoce Emergency Savona)
    WALTER MASSA (Presidente ARCI Liguria)

    Hanno già dato la propria adesione alla lettera:

    MARGHERITA HACK (astrofisica)
    BEPPE GRILLO (attivista politico)
    MAURIZIO MAGGIANI (scrittore)
    LUIGI DE MAGISTRIS (Presidente della Commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario)
    OLIVIERO BEHA (scrittore, opinionista)
    FERDINANDO IMPOSIMATO (magistrato, Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione)
    SERGIO STAINO (vignettista)
    ANGELO BONELLI (Presidente Nazionale della Federazione dei Verdi)
    MASSIMO CARLOTTO (scrittore)
    LELLA COSTA (attrice)
    MARCO PANNELLA (Partito Radicale transnazionale)
    DON ANDREA GALLO (prete, scrittore)
    LIDIA RAVERA (scrittrice, giornalista)
    PAOLO FERRERO (Segretario Nazionale Rifondazione Comunista)
    PINO PETRUZZELLI (attore, scrittore)
    CIRO PESACANE (Coordinatore Nazionale Forum Ambientalista)
    VITTORIO AGNOLETTO (politico, Parlamentare europeo)
    ENNIO REMONDINO (giornalista, scrittore)
    BRUNO GAMBAROTTA (scrittore)
    SILVIA CALAMANDREI (Presidente Archivio Piero Calamandrei)
    LIVIO GARZANTI (ex Presidente Casa editrice Garzanti)
    ALDO GIANNULI (storico, scrittore)
    GIANNI BIONDILLO (scrittore)
    DON PAOLO FARINELLA (prete, scrittore)
    MARCO VICHI (scrittore)
    PATRIZIA GENTILINI (oncologa di fama internazionale, Presidente ISDE Forlì)
    BRUNO MORCHIO (scrittore)
    FULVIO GRIMALDI (giornalista, scrittore)
    DANIELE BIACCHESSI (giornalista, autore, scrittore)
    GIOVANNI IMPASTATO (Presidente Casa memoria Peppino Impastato)
    FABIO GEDA (scrittore)
    ELISABETTA ZAMPARUTTI (Deputata Radicale della Commissione Ambiente)
    SIMONA RICOTTI (Responsabile Comitato No Coke Civitavecchia)
    EMANUELA PROVERA (scrittrice)
    GIOVANNI GHIRGA (Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’ambiente e la salute)
    ALESSANDRO PERISSINOTTO (scrittore)
    MARCO DALLARI (scrittore, docente di Pedagogia)
    GIORGIO SCARAMUZZINO (attore, autore, scrittore)
    PIETRO GALEOTTI (autore televisivo)
    RUGGERO RIDOLFI (oncologo ISDE)
    DIEGO FUSARO (scrittore)
    GIANLUIGI SALVADOR (Movimento per la Decrescita Felice, Referente energia e rifiuti WWF Veneto)
    SILVIO RIOLFO MARENGO (scrittore)
    MIMMO LOMBEZZI (giornalista)

    Associazioni savonesi che hanno aderito alla lettera:

    ARCI, ACLI, Emergency, Libera, Meetup di Beppe Grillo, Rete Lilliput, Unione Donne in Italia, Donne in Nero, Legambiente, Greenpeace, ANPI, Italia Nostra, UAAR, Comitato Acqua Pubblica, Uniti per la Salute, Amare Vado, Banca Etica, GaSSa acquisto solidale, Vivere Vado, Medicina democratica, Libreria UBIK, NuovoFilmstudio, Altromondo, Centro culturale P.Impastato, Associazione Energie Rinnovabili Vallebormida, ecc


    Le informazioni medico scientifiche sono state tratte da:

    (Piano Regionale della qualità dell’aria 2006)
    (Nimis e collaboratori 1998).
    (Uncertainty and Variability in Heath related Damages from Coal – Fired Power Plants in the United States. Jonathan I. Levy et al.Risk Analysis, Vol. 29, No. 7, 2009)
    (Premature mortality from Proposed New Coal – Fired Power Plants in Texas, November 2006).
    (Epidemiologia e Prevenzione, 2006)
    (Sci Total Environ, 2009 Apr 1: 407: 2593 – 602).
    (J Epidemiol Community Health 2005)
    (Annals of Neurology 2008; 64: 53 – 9).
    (Arch Intern Med. 2008;168:909-911).
    (Stroke. February 2007. – S Yamazaki et al. Environmental Medicine. Sept. 2006)
    (K. A. Miller: N Eng. J of Med, february 1, 2007)
    (Am J Cardiol. 2006;98(3):423-424).
    (Epidemiology, September 2008 – Volume 19 – Issue 5 – pp 690-701).
    (EEA Report N° 10/2005).
    (Dubnov J. Et al. Estimating the effect of air pollution from a coal-fired power station on the development of children’s pulmonary function. Environ Res. 2006 Apr 14)
    (N E ngl J Med 2009; 360: 376 – 86).
    (Reducing ambient levels of fine parti culate matter could substantially improve health: a mortality impact assesment for 26 European cities, Ferran Ballestrer et al. on behalf of the Apheis network.)
    (Levy et al. 2000)
    (Mortalità in Provincia di Savona 1999 – 2004, A cura di:Marina VERCELLI1,2, Elsa GARRONE1, Claudia CASELLA IST Genova).

    La percentuale riportata dell’85%-90% di cittadini savonesi contrari all’ampliamento della centrale è presuntiva; un sondaggio (privo di criteri standard di scientificità) eseguito un anno fa dalla libreria UBIK attraverso la propria ampia mailing list dava comunque un 91% di contrari all’ampliamento. Siamo disponibili a collaborare nel commissionare a una società demoscopica indipendente la rilevazione delle esatte percentuali di favorevoli e contrari.

    Ringraziamo vivamente tutti gli esperti, i medici, i biologi, gli amministratori, i giornalisti, i comitati che si sono pazientemente adoperati nello stilare questo documento

    -------------

    CHIEDIAMO AI GIORNALI DI INSERIRE QUESTO LINK PER FIRMARE UNA NUOVA PETIZIONE:
    http://www.firmiamo.it/contro-l-ampliamento-della-centrale-a-carbone-di-savona

    Aggiornamento: un commento di Beppe Grillo

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    Due minatori perdono la vita in Siberia

    "(ANSA) - MOSCA, 24 AGO - Il crollo di un pozzo in una miniera di carbone della regione siberiana di Kemerovo ha provocato oggi la morte di due minatori. L'incidente e' avvenuto per una fuga di gas nella miniera di Prokopievsk, una zona dove vengono scavati molti pozzi di carbone. Incidenti di questo tipo accadono spesso in Russia, perche' i minatori vengono pagati in base al lavoro e le misure di sicurezza non vengono rispettate."

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    Miniere di carbone che consumano vite umane: M. Travis canta "Dark as a dungeon"



    Un pezzo storico che canta la tremenda vita dei minatori nelle miniere di carbone. Una realtà ancora presente, specialmente nei paesi più poveri, per estrarre il nero combustibile che spinge il cosiddetto "sviluppo".

    Di seguito riportiamo il testo:
    "Come and listen you fellows, so young and so fine,
    And seek not your fortune in the dark, dreary mines.
    It will form as a habit and seep in your soul,
    'Till the stream of your blood is as black as the coal.

    CHORUS:
    It's dark as a dungeon and damp as the dew,
    Where danger is double and pleasures are few,
    Where the rain never falls and the sun never shines
    It's dark as a dungeon way down in the mine.

    It's a-many a man I have seen in my day,
    Who lived just to labor his whole life away.
    Like a fiend with his dope and a drunkard his wine,
    A man will have lust for the lure of the mines.

    I hope when I'm gone and the ages shall roll,
    My body will blacken and turn into coal.
    Then I'll look from the door of my heavenly home,
    And pity the miner a-diggin' my bones.

    The midnight, the morning, or the middle of day,
    Is the same to the miner who labors away.
    Where the demons of death often come by surprise,
    One fall of the slate and you're buried alive.

    Leggi tutto il post...

    Quarto gruppo TVS: nuova diffida contro le manovre di Tirreno Power

    Da TrcGiornale.it
    "Il consigliere comunale dell'Italia dei Valori, Vittorio Petrelli, ha inviato una lettera diffida al Ministero dell'Ambiente e, per conoscenza, anche ai ministeri dello Sviluppo e del Lavoro, alla regione Lazio e al procuratore capo di Civitavecchia, Gianfranco Amendola.
    La missiva fa seguito alle controdeduzioni trasmesse dalla società Tirreno Power a una precedente diffida del consigliere comunale, atto che Petrelli reitera con questa nuova nota. L'esponente del centro-sinistra afferma nella premessa che, a suo avviso, “il procedimento relativo al rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale di Torre Sud, in riferimento alla quarta sezione di Tvs, sta prendendo una piega alquanto anomala”, mettendo in evidenza come il Comune non abbia ancora prodotto alcun documento, sebbene questa sia stata la ragione per cui il sindaco Moscherini aveva chiesto il rinvio del parere finale su Tv4 dell'apposita commissione ministeriale Iccp. Per Petrelli, comunque, la posizione sostenuta dalla società Tirreno Power, è caratterizzata da una serie di inesattezze. La prima riguarda il fatto che il mantenimento in esercizio del quarto gruppo fa riferimento a casi eccezionali e periodi limitati. La seconda si riferisce invece alla qualità delle emissioni, prese in considerazione dall'azienda energetica: secondo Petrelli Tirreno Power starebbe cercando di farsi autorizzare con l'eserecizio continuo di Tv4, anche le emissioni di anidride solforosa e le polveri, che non sono contemplate nel decreto autorizzativo di Tvs. Di qui la diffida al ministero dell'Ambiente, a non autorizzare l'esercizio di Tv4".

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    22 agosto 2010

    Stasera tutti all'ETRURIA ECOFESTIVAL

    Cari amici, oggi è la serata conclusiva dell'Etruria Ecofestival, e anche noi ci saremo. Una delegazione del "No al carbone Alto Lazio" sarà presente per far sentire ancora la sua voce, lanciare la Campagna "Artisti fuori dalle centrali", e ringraziare Simone Cristicchi (artista principale nella serata) che pochi giorni fa, a Brindisi, ha deciso di essere sabbia e non olio, negli ingranaggi del business sporco: il cantante ha infatti disertato il cartellone by Enel che lo aveva ingaggiato per esibirsi a fianco di Irene Grandi all'interno della centrale a carbone di Cerano.

    Di seguito riportiamo il programma. Sul sito dell'Etruria Ecofestival trovate anche la mappa per raggiungere l'evento. Accorriamo numerosi!

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    21 agosto 2010

    Carbone pulito in Afghanistan

    Ecco qui un'altra testimonianza di quanto sia pulito il carbone che si brucia nelle tanto decantate centrali che sostengono "progresso e sviluppo"

    Gli scatti sono di Beb C. Reynol, fonte: vedi qui

    Tratti da un suo reportage sulle incredibili condizioni di lavoro di 150 uomini impegnati in una miniera di carbone in Afghanistan.

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    TVS: il quarto gruppo che torna sempre a galla...

    A Civitavecchia, cittadina marittima, veleni e merda prima o poi tornano a galla. Attendevamo qualcosa di simile:

    "Tvs, una lettera del Ministero riapre i giochi sul IV gruppo"

    Un primo commento dalla politica locale:
    "Tv4, Udc: dal ministero decisione incredibile, il sindaco sia coerente"

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    19 agosto 2010

    La Frasca: pericolo cemento per l’ultima costa fruibile di Civitavecchia

    Da Civonline.it "Roberta Galletta e Simona Ricotti lanciano l'alarme: ''Sulla Frasca incombe il pericolo cementificazione"
    L’area de “La Frasca”, che comprende il litorale situato a Nord di Civitavecchia, rappresenta un eccezionale concentrato di aree di pregio naturalistico, paesaggistico e archeologico e, per la sua estensione è stata inserita nel progetto Oloferne del WWF, che tra il 1995 ed 1996 ha censito i tratti di costa di sviluppo di almeno 3 km liberi da opere umane.
    La pineta, ultimo vero polmone verde della città, attualmente di proprietà dell´Arsial, rappresenta, un´importante e documentata zona di rispetto di biodiversità, tanto da essere inserita, nel Piano Territoriale Paesistico (PTP), fra le aree boscate “Beni A5 – Boschi di tutela integrale” e sottoposta, relativamente all’entroterra e alla fascia costiera, a vincolo di inedificabilità ai sensi della L. 431/85; il tratto marino prospiciente alla Frasca è inserito, invece, nei Siti d’Interesse Comunitario (SIC IT6000005 - "Fondali tra Punta Sant'Agostino e Punta della Mattonaia). "Per questi ed altri mie motivi ci battiamo per la salvaguardia di questo polmone verde che tra l'altro dal punto di vista archeologico ha una notevolissima rilevanza, tanto che è qualificato nel PTP, come “zona archeologica a tutela orientata” e sulla quale la Sovrintendenza Archeologica all’Etruria Meridionale ha provveduto all’apposizione di ben due vincoli archeologici - sia per il settore a terra che per quello a mare - nel dicembre 2008 e nel aprile 2009 - spiegano in una nota Roberta Galletta (Presidente Italia Nostra Onlus Sezione Asfodelo Gruppo Civitavecchia) e Simona Ricotti (Responsabile Forum Ambientalista Civitavecchia) - la riqualificazione della Frasca, area da preservare “da interventi incoerenti con la valorizzazione delle risorse ambientali e la tutela dell’ecosistema” per la quale ”viene fatto obbligo, … di … opportuni interventi silvo colturali”, è opera prevista nelle prescrizioni dei decreti Via 6923/2002 e 2935/97 relativi al piano regolatore portuale. Soggetto competente alla presentazione, e successivamente all’attuazione, è l’Autorità Portuale che a tal fine ha presentato un progetto di reale riqualificazione ambientale teso, appunto, alla valorizzazione delle specie arboree ed arbustive e delle presenze archeologiche del sito e che ben risponde alle prescrizioni che stabiliscono che “dovrà essere evitata l’eccessiva infrastrutturazione“ anche “in riferimento alla localizzazione dei previsti interventi di supporto alla balneazione (aree di sosta, nuclei di servizio, piattaforme e pontili)” e che ben si coniuga con la richiesta di Istituzione del Monumento Naturale presentata dalle associazioni ambientaliste e sottoscritta da migliaia di civitavecchiesi".Galletta e Ricotti poi hanno anche spiegato che "La provincia di Roma nell’ambito dell’approvazione del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) ha inserito la Frasca “nell’elenco delle aree protette“ in quanto “area, meritevole di tutela per la quale è in corso la procedura d’istituzione. La Frasca, che è stata votata dai civitavecchiesi quale “Luogo del cuore” nell’ambito della campagna del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI), è un bene comune della collettività civitavecchiese che va difeso dalle mire di chi vorrebbe trasformarlo in "altra cosa" facendo pressione affinché si realizzi, in tempi brevi, un reale progetto di valorizzazione". Le due esponenti hanno poi lanciato l'allarme sul pericolo cementificazione: "Da circa un mese l’Amministrazione Comunale sta dando ampio risalto al progetto “Emergenza estiva Pineta la Frasca” affermando che questo “restyling” è finalizzato a riqualificare l’area ed a renderla maggiormente fruibile ai cittadini scrivono ancora la Galletta e la Ricotti - in realtà si ha la netta sensazione che il “restyling” nasconda come unico intento quello di allontanare i cittadini, che da anni volontariamente puliscono, tutelano e vivono la Frasca, con vincoli e divieti per far sì che al momento opportuno nessuno si opponga alle reali mire che incidono sull’area. In realtà per il Sindaco Moscherini riqualificare la Frasca significa cementificarla. Infatti il primo cittadino, ben supportato dall’Assessore al demanio Pierfederici e dalla sua maggioranza, persegue da anni lo sviluppo del Porto in direzione nord e vorrebbe realizzare nell’area della Frasca fior fiore di mega progetti quali il "Terminal Asia", una maxidiscoteca e un mega porticciolo, con annessi ampi spazi cantieristici, al servizio dell’ennesimo grande privato, opere che comporterebbero la pressoché totale e definitiva cancellazione dei fondali protetti dalla Comunità Europea e della pineta, tristemente sostituiti con banchine in mare e piazzali per deposito di container nell'entroterra. Una colata di cemento che seppellirà l’ultimo tratto di costa fruibile di Civitavecchia regalandola ai grandi privati togliendola ai civitavecchiesi senza peraltro dare risposta ai piccoli diportisti locali. Infatti nei porti turistici, come sancito dal D.P.R. del 2.12.97 n.509, non è consentito lo stazionamento in acqua di imbarcazioni di lunghezza fuori tutto inferiore a 6,0 m. Che queste siano le reali mire del Sindaco e dell’Amministrazione non solo è testimoniato da decine di articoli in cui tale intento è dichiarato, ma è reso evidente dalla posizione assunta da Moscherini in relazione all’istituzione del Monumento Naturale. Infatti con nota del 30 luglio 2008 a firma congiunta con il sindaco Mazzola, il Primo Cittadino si è schierato contro l’istituzione del monumento naturale affermando che: “Non si ravvede poi neanche la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento del vincolo di Monumento Naturale, …omissisis … su di un’area per di più fortemente degradata”, Come a dire che a fronte del degrado causato dalla centrale (sic!) non vale la pena tentare un opera di tutela e valorizzazione, quanto piuttosto stendere un “velo di cemento” sul tutto. Se veramente il Sindaco, l’Ass. Pierfederici e quanti altri, hanno a cuore la valorizzazione di tale porzione di territorio e la sua tenuta in condizioni dignitose, oltre ad intervenire con azioni di pulizia con costanza e metodicità, e non solo in concomitanza con le azioni di autorganizzazione dei cittadini, intervengano affinché l’ENEL adempia alla prescrizione che prevede lo spostamento dello scarico della pescicoltura, sostengano la proposta di istituzione del Monumento Naturale avanzata dalle nostre associazioni, unitamente al WWF, e supportata dalle firme di centinaia di cittadini/e e facciano pressione affinché la Regione approvi in tempi brevi il progetto di riqualificazione già presentato dall’Autorità Portuale ed attualmente in fase di valutazione negli uffici regionali. Ma soprattutto ritirino le proposte di cementificazione finora sostenute. Solo allora le dichiarazioni sulle volontà di riqualificare e rendere maggiormente fruibile la Frasca saranno credibili"

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    18 agosto 2010

    Riduzione dei consumi o catastrofi ambientali: a noi scegliere il migliore investimento

    Un articolo di Giorgio Nebbia da La Gazzetta del Mezzogiorno
    Gli eventi di quest’estate confermano l’esistenza di mutamenti climatici dovuti al riscaldamento planetario. Devastanti alluvioni nell’Europa centrale; più a Oriente, una eccezionale siccità ha provocato incendi di boschi e di giacimenti di torba in Russia; ancora più a Oriente, alluvioni nell’Asia meridionale e in Cina.
    Piogge intense, alluvioni e siccità si sono già verificati nei decenni e secoli passati, ma mai su una scala così vasta e con così grande frequenza, proprio come le previsioni avevano indicato. Il fenomeno del riscaldamento globale si può schematizzare come dovuto all’aumento della concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera; di conseguenza aumenta la frazione del calore solare che resta “intrappolata” dentro l’atmosfera, ciò che fa aumentare la temperatura media della superficie terrestre nel suo complesso.
    Ne derivano cambiamenti nella circolazione delle acque oceaniche e nell’intensità e localizzazione delle piogge sui continenti. Bastano relativamente piccole variazioni per far aumentare le piogge in alcune zone della Terra o per rendere aride altre zone. Pochi numeri aiutano a comprendere tali fenomeni; per tutto l’Ottocento e per la prima parte del Novecento l’atmosfera conteneva circa 2200 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, corrispondenti ad una concentrazione di circa 280 ppm (parti in volume di anidride carbonica per milione di parti dei gas totali dell’atmosfera).
    In quei decenni l’industrializzazione era già cominciata in Europa e nel Nord America con crescente combustione di carbone e di legna e con la diffusione di numerose fabbriche; queste attività immettevano nell’atmosfera anidride carbonica che però veniva assorbita, più o meno nella stessa quantità generata ogni anno dalle attività umane, da parte della vegetazione, soprattutto delle grandi foreste, e da parte degli oceani nelle cui acque l’anidride carbonica è ben solubile.
    Foreste e oceani erano capaci di depurare l’atmosfera dai gas immessi dalle attività umane. La svolta si è avuta a partire dalla metà del Novecentoi: è aumentata la quantità dell’anidride carbonica immessa ogni anno nell’atmosfera in seguito alla combustione di crescenti quantità di carbone, petrolio e gas naturale e alla crescente produzione di cemento, che pure libera anidride carbonica dalla scomposizione delle pietre calcari, e, nello stesso tempo, è diminuita la superficie e la massa delle foreste e del verde, tagliati e bruciati, anche con incendi intenzionali, per recuperare spazio per pascoli e coltivazioni intensive, per ricavarne legname da costruzione e da carta, per nuovi spazi da edificare.
    Mentre è relativamente costante la capacità degli oceani di “togliere” anidride carbonica dall’atmosfera (circa cinque miliardi di tonnellate all’anno), è andata aumentando (da 20 a 40 miliardi di tonnellate all’anno, dal 1950 al 2010), la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera dai combustibili fossili e dalle attività “economiche” di una popolazione in aumento e da un crescente livello di consumi, ed è diminuita, da circa otto a cinque miliardi di tonnellate all’anno, la quantità dell’anidride carbonica che la biomassa vegetale è stata capace di portare via dall’atmosfera.
    Questo insieme di fenomeni ha fatto aumentare, in mezzo secolo, la quantità dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera (da circa 2400 a 3000 miliardi di tonnellate) e la sua concentrazione da circa 320 a 390 ppm. Le conferenze internazionali che si succedono ogni anno (la prossima in dicembre a Cancun, nel Messico) danno per scontato che tale concentrazione possa arrivare a 450 ppm nei prossimi decenni e poi aumentare ancora: un aumento di concentrazione, e di temperatura globale, insostenibile. Uno dei movimenti ambientalisti che si sta diffondendo dagli Stati Uniti (il paese più ricco ma anche più attento alla fragilità della propria opulenza) indica in 350 ppm il livello di anidride carbonica a cui si deve tendere per attenuare le conseguenze catastrofiche dei mutamenti climatici.
    Per raggiungere tale obiettivo la quantità di anidride carbonica totale nell’atmosfera dovrebbe diminuire da 3000 a 2600 miliardi di tonnellate. Un obiettivo che richiederebbero almeno un secolo, durante il quale dovrebbe gradualmente diminuire il consumo di combustibili fossili e di energia; dovrebbe rallentare la distruzione dei boschi esistenti fermando incendi e diminuendo l’estrazione di legname commerciale e le superfici coltivate e dei pascoli e allevamenti da carne e rallentando le attività minerarie che oggi si estendono in terre finora occupate dalle foreste e dovrebbe aumentare la biomassa vegetale, piantando alberi e verde in qualsiasi ritaglio utile della superficie terrestre.
    Conosco bene le obiezioni; si avrebbe un rallentamento dei consumi e quindi “della civiltà”. Ma anche se continua il riscaldamento globale si va incontro a un rallentamento dell’economia e “della civiltà”, lento, quasi inavvertibile fino a quando le conseguenze non assumono carattere catastrofico come quest’estate. I danni dei mutamenti climatici, infatti, comportano, anche se non ce ne accorgiamo, distruzione di ricchezza monetaria; ne sono colpiti paesi ricchi (pensiamo alla Russia e alla Germania oggi) e paesi poveri e poverissimi come, oggi, il Pakistan e certe zone della Cina. Pensiamo invece alla ricchezza monetaria che sarebbe messa in moto dalla diffusione di processi produttivi che consumano meno energia, meno materiali, che usano meno legname, dai prodotti ottenibili dalle nuove foreste, e ai vantaggi che ne verrebbero sia ai paesi ricchi, sia, ancora di più, a quelli poveri. Probabilmente la ricchezza complessiva aumenterebbe perché tanti paesi sarebbero alluvionati di meno e meno esposti alla siccità, e aumenterebbe la vegetazione dei continenti; forse la ricchezza sarebbe distribuita diversamente fra i vari paesi.

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    2050: in Europa energia rinnovabile al 100%

    Prima parte di un articolo dall'Ufficio Studi Enea dedicato al futuro delle rinnovabili in Europa. Fonte

    "Recenti studi prefigurano scenari che vedono le fonti rinnovabili soddisfare interamente il fabbisogno energetico elettrico europeo fino a garantire una produzione che consentirebbe all’Europa di smarcarsi, in ogni settore, dalle fonti fossili.
    Nell’ultimo decennio si è assistito a una crescita spettacolare delle rinnovabili a livello internazionale. In particolare nei Paesi della UE la capacità installata per la produzione elettrica è cresciuta del 54% dal 1997 al 2007 portando al 16,4% la quota di copertura dei consumi elettrici da fonte rinnovabile e negli ultimi due anni (2008-2009) la nuova capacità in impianti alimentati da rinnovabili è stata non solo superiore a quella delle altre fonti ma ha addirittura superato il 50% delle nuove installazioni. Nel 2009 infatti il 61% delle nuove installazioni è stato destinato allo sfruttamento di energie rinnovabili contro il 14% del 1995. Questa crescita è destinata a non arrestarsi se accompagnata da uno sviluppo dei sistemi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica in grado di sfruttare appieno l’enorme potenziale che queste fonti offrono, altrimenti il rischio che si corre è quello di un sottoutilizzo della loro capacità produttiva.

    Negli scenari considerati l’obiettivo di una, seppur forte, decarbonizzazione del settore energetico attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, non è necessariamente vincolato a significativi breaktrough tecnologici nell’arco di tempo considerato (2010-2040), ma piuttosto a una significativa riduzione dei costi e a un miglioramento delle performance delle tecnologie che già esistono o sono in fase di sviluppo. In un sistema energetico completamente “verde”, infatti, non si può prescindere dalla piena competitività delle fonti rinnovabili su quelle fossili.

    L’elevato grado di crescita delle rinnovabili presuppone inoltre che l’utilizzo di una specifica tecnologia avvenga in quei luoghi dove è più idonea la sua applicazione; in altre parole, al fine della massimizzazione della produzione ottenibile, è fondamentale ottimizzare dal punto di vista geografico il mix di energia da fonti rinnovabili. Ciò significa sfruttare la risorsa eolica nella ventosa regione del Mare del Nord, le biomasse nell’Est europeo, il solare a Sud, l’idroelettrico sulle Alpi, ecc. L’ottimizzazione geografica, inoltre, non deve esser limitata al territorio europeo, anzi l’allargamento dello sfruttamento di risorse rinnovabili alle regioni vicine alla UE è un’opportunità da cogliere appieno, dato l’enorme potenziale di produzione d’energia verde che questi Paesi offrono. Si tengano presenti in tal senso, ad esempio, le risorse geotermiche di Islanda e Turchia o l’enorme potenziale per il solare e l’eolico del Nord Africa (NA). Proprio quest’ultima zona si distingue particolarmente per lo sfruttamento ottimale del solare termico a concentrazione (CSP), principalmente nell’area sahariana, in quanto la tecnologia richiede allo stesso tempo la disponibilità di ampi spazi in pianura e un’elevata insolazione diretta.

    La scelta ottimale dei luoghi per l’installazione d’impianti alimentati a energia rinnovabile su scala internazionale, porta con sé un elevato grado di diversificazione delle fonti e delle tecnologie di sfruttamento oltre a una produzione energetica sia di tipo centralizzato, ad esempio attraverso grandi impianti CSP o parchi eolici di tipo off-shore, e sia di tipo decentralizzato, attraverso impianti di piccola taglia come sistemi fotovoltaici montati sul tetto delle case o piccoli impianti a biomasse. Tutti questi sono elementi strettamente interdipendenti tra loro e in grado di favorire maggiormente la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, la mitigazione del clima e la competitività delle rinnovabili.

    L’allargamento all’area nord africana, considerato negli studi, per l’importazione di energia in Europa (la quota d’import è allineata e compresa tra 15 e 20%) e l’ottimizzazione geografica dello sfruttamento delle risorse disponibili, nella visione al 2050, aprono la strada verso la creazione di un mercato unificato UE-NA per un libero ed efficiente scambio di energia tra i Paesi (a oggi in UE pari al 10% del totale di elettricità consumata). Questa struttura di mercato è il risultato finale di un processo graduale e costante nel tempo di crescita organica e di unificazione dei singoli mercati regionali e tale assetto è coerente nell’ottica del superamento degli ostacoli legati alla frammentazione dei mercati nazionali e ai differenti livelli di interconnessione tra Paesi vicini.
    L’internazionalizzazione del mercato e l’elevato grado di decentralizzazione della produzione d’energia in Europa favorirebbero inoltre l’aumento del numero degli operatori e riduzioni nei prezzi dell’energia, evitando allo stesso tempo atteggiamenti monopolistici di tipo price-setter e distorsioni nel mercato UE-NA.

    Prerequisito chiave, comune agli studi individuati, per la transizione verso una produzione energetica al 100% basata su fonti rinnovabili entro il 2050, è lo sviluppo di un sistema di trasmissione e distribuzione dell’energia basato su Super Grid e Smart Grid. Tale approccio è fondamentale nell’ottica della decarbonizzazione del settore energetico ed è funzionale alla maggior integrazione dei mercati. Il presente assetto delle reti elettriche, progettate in una prospettiva nazionale, è concepito essenzialmente per il trasporto di energia dai grandi impianti di produzione centralizzata verso i consumatori finali. Sia la rete elettrica europea, sia quella nord africana, oggi sono basate quasi esclusivamente su tecnologia AC, presentando una limitata capacità d’interconnessione dei singoli mercati oltre a problemi di congestione
    ai confini nazionali. Nonostante nella UE l’elettricità generata da rinnovabili abbia priorità rispetto alle altre fonti, quello dell’accesso alla rete rimane tuttora un forte freno allo sviluppo delle tecnologie low-carbon, specialmente a causa degli elevati costi e dei lunghi tempi richiesti per la connessione di un impianto (circa 30 mesi). Questo problema tra l’altro genera incertezza e rende gli investimenti in nuove infrastrutture meno attraenti.

    La Super Grid permetterà di interconnettere impianti a fonti rinnovabili anche molto distanti tra loro e consentirà il trasferimento di grandi quantitativi di energia attraverso l’installazione di diverse migliaia di chilometri di cavi sottomarini di nuova capacità di trasmissione ad alta tensione in corrente continua (HVDC) e il rafforzamento di quella ad alta tensione in corrente alternata (HVAC).
    La Super Grid ottimizzerà i flussi energetici, trasferendo energia elettrica dalle aree che si trovano in eccesso di offerta verso quelle che si trovano nella situazione opposta.

    La Smart Grid offrirà la possibilità di gestire in maniera ottimale la volatilità connessa a una generazione di energia di tipo decentralizzato e basata interamente su fonti a disponibilità intermittente quali le rinnovabili. Essa concederà maggiore versatilità e flessibilità all’intero sistema energetico che nel complesso sarà in grado di far incontrare domanda e offerta di energia attraverso sistemi “intelligenti” per il controllo e la distribuzione dei flussi energetici e permetterà di individuare, grazie al ruolo attivo e partecipativo dei consumatori finali, le soluzioni costo-efficienti migliori. Un forte incremento del livello d’integrazione e d’interconnessione fra l’Europa e il NA per lo scambio di energia sono aspetti dai quali non si può prescindere anche solo ai fini del raggiungimento del livello di decarbonizzazione del sistema energetico richiesto per il 2020. Tra l’altro la possibilità di ricorrere a progetti di collaborazione per lo scambio di energia tra Paesi UE e Paesi terzi è stata già prevista dalla Direttiva 2009/28/CE in vista degli obiettivi del pacchetto “20-20-20”. Gli investimenti realizzati oggi produrranno effetti per i prossimi 50 anni ed è per questo che è importante fare ora le scelte giuste che condizioneranno il futuro del sistema energetico internazionale.

    L’ipotesi della realizzazione di un sistema energetico integrato per il libero scambio di energia prodotta in maniera decentralizzata, è avvalorata dall’esistenza di diversi progetti già in corso come ad esempio Desertec, nato a luglio 2009 da una collaborazione tra Paesi europei, mediorientali (Middle East) e nordafricani (North-Africa) con l’obiettivo di installare centrali solari termodinamiche ed eoliche localizzate nei deserti della regione MENA. L’elettricità prodotta permetterà di fornire energia sia ai Paesi MENA e sia di trasportarla fino in Europa attraverso un’enorme e complessa rete trans-europea HVDC. Un altro esempio è il Piano solare per il Mediterraneo, nato a luglio 2008 che mira a installare 20 GW di nuova capacità entro il 2020 con tecnologie rinnovabili, il rafforzamento della rete elettrica, e il trasferimento di tecnologie nei Paesi dell’area mediterranea.
    Infine la North Sea Super Grid Initiative avviata a dicembre 2009 da nove Paesi europei per lo sviluppo di una rete per lo sfruttamento dell’energia eolica off-shore nel Mare del Nord.

    Andrea Fidanza (Ufficio Studi Enea)

    17 agosto 2010

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    16 agosto 2010

    Sulla centrale di Bastardo, in risposta a Bastioli

    Comunicato stampa dal Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo

    "In risposta alle gravi affermazioni del capogruppo socialista alla Provincia Enrico Bastioli, il Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo, associazione spontanea di cittadini che dal 1994 si occupa delle problematiche territoriali in materia di ambiente, intende puntualizzare quanto segue:

    che la centrale di Bastardo non rappresenta più da almeno quindici anni una “infrastruttura fondamentale” per l'economia locale e men che meno regionale, dato che il territorio ha trovato nei settori emergenti dell'enogastronomia e del turismo la chiave di volta per uno sviluppo sostenibile e rispettoso delle sue autentiche vocazioni. La persistenza di un simile impianto, inoltre, rischia di danneggiare seriamente l'immagine del prodotto tipico locale, in primis Sagrantino DOCG ed Extravergine d'oliva DOP

    che la centrale a carbone di Bastardo risulta fra le più inquinanti d'Europa, se si comparano i dati relativi ad altri impianti come ad esempio la centrale di Brindisi “Federico II”. Sarebbe stato sufficiente che Bastioli leggesse i dati ufficiali APAT del registro INES-EPER, liberamente consultabili da internet, per essere adeguatamente informato sulla realtà dei fatti. Inoltre non va dimenticato che ben due studi di biomonitoraggio ambientale commissionati dal Ministero per l'Ambiente, relativi alle annualità 2005 e 2006, hanno evidenziato concentrazioni di metalli pesanti (mercurio, cadmio, arsenico, vanadio, zinco etc.) nel territorio tali da indurre a considerare come “non buona” la qualità dell'ambiente a Gualdo Cattaneo e dintorni;

    che la centrale di Bastardo è stata recentemente dichiarata “altamente inquinante” perfino da un autorevole rappresentante del Governo, per la precisione il Ministro Calderoli, il quale in un'intervista ad un quotidiano a diffusione nazionale rimarcava la necessità della sua dismissione;

    che, nel 2010, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è una realtà consolidata al punto che l'eccellenza nell'innovazione tecnologica è rappresentata anche da autorevoli aziende radicate nei comuni limitrofi (vedasi Angelantoni).

      Tutto ciò premesso e considerato, riteniamo irresponsabile il voler a tutti i costi ancorare il territorio al medioevo industriale in nome di interessi corporativi che nulla hanno a che vedere con il reale sviluppo ed il benessere del comprensorio. La centrale toglie al nostro territorio molto più di quanto nono sia capace di dare, in termini di inquinamento, di dequalificazione e di arretratezza socio-economica che risulta lampante se si confrontano Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria a Comuni quali Todi, Bevagna, Montefalco, Massa Martana e via dicendo.
      Per quanto riguarda l'operato del Comitato, ci dichiariamo pronti ad intervenire sottoponendo il problema ad ogni grado di giudizio, arrivando se necessario alla Corte Europea, qualora a qualcuno venisse in mente di tentare di bypassare i valori soglia delle emissioni in nome dell'ormai tristemente noto “ricatto occupazionale”.

      Enrico Cerquiglini, Raoul Mantini

      Presidente, Coordinatore del Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo

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      Inquinamento da mercurio - effetti sulla salute


      "Mercurio ed effetti patologici sulla salute umana" - Comunicato Medici ISDE

      "Secondo il recente documento delle Nazioni Unite sul mercurio, la maggior parte delle emissione nell’ambiente di questo elemento sono causate dalle attività umane. Circa il 70 % delle emissioni antropogeniche sono provocate dall’incenerimento dei rifiuti e, soprattutto, dalla combustione del carbone (Mercury UNEP; 2010).

      Il carbone può contenere fino a 150 volte la quantità di mercurio presente nell’olio combustibile (Ambient Air Pollution by Mercury (HG); Position Paper. European Communities; 2001). Il metilmercurio (derivato del mercurio), anche a dosi estremamente basse può causare disturbi dell’apprendimento, ritardo mentale, ritardo dello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell’attenzione, della memoria e un basso score in altri test cognitivi di performance (Grandjean et al. Lancet, 2006; Yager et al. Env Health Perspect, 2006; Methylmercury effects. EPA; 2009).

      Un settantesimo del contenuto di un cucchiaino di mercurio può rendere il pesce che vive in un lago avente una superficie di 10.000 m2 non sicuro per l’alimentazione (Great Lakes Environmental & Molecular Sciences Center, USA. 2010).

      Il mercurio, come altre centinaia di inquinanti immessi nell’ambiente dalle attività umane, ha la capacità di modificare l’espressione genetica. Vale a dire di attivare o di inibire l’attività di un gene. Tale modifica può predisporre a malattie croniche come il diabete, l’arteriosclerosi ed il cancro (Lane et al. Curr Op Ped; 2009).

      In Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada ed Australia, laddove sono stati rilevati livelli pericolosi di mercurio in alcuni tipi di pesce, allo scopo di proteggere la popolazione più a rischio (bambini e donne durante la gravidanza), viene consigliato di non mangiare o limitare l’assunzione di quei tipi di pesce nei cui tessuti è stata trovata una dose
      pericolosa di mercurio (Chief Medical Officier Urgent Comunication: Food Standard Agency: 14 May 2002).

      In seguito alla conversione a carbone della Centrale di Torre Valdaliga Nord ci sarà un aumento del 50 % delle emissioni di mercurio (Valutazione di Impatto Ambientale. Relazione Istruttoria, pag. 39, riga 26).

      Il raddoppio delle emissioni di mercurio contrasta con l’EU Legislation and Policy Relating to Mercury and its compounds, Working document, March 2004, 1.1. Regulatory area: Main rilevant Provision. In questo lavoro della Commissione Europea si afferma, infatti, l’intento di ridurre l’inquinamento da mercurio presente nell’aria, nell’acqua e nel terreno, al fine di ottenere un alto livello di protezione completa dell’ambiente.

      A conferma, inoltre, delle preoccupazioni delle popolazioni per la presenza di mercurio nel pesce, nel decreto di valutazione di Impatto Ambientale della Centrale di Torre Valdaliga Nord si legge (pag. 18, riga 16): “Si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 0.8 microgr/Nm3”.

      Non è possibile valutare la quantità di mercurio che verrà immessa nell’aria in forma ossidata ed in forma elementare. La prima porrà un rischio di inquinamento da mercurio per le popolazioni che risiedono in un raggio di centinaia di km dalla centrale a carbone; le emissioni di mercurio in forma elementare causeranno invece un danno su scala mondiale (U.S. Department of Energy National Energy Technology Laboratory – Five Year Research Plan on Fine Particulate Matter in the Atmosphere. FY2001-FY2005, pag. 27).

      Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente - Alto Lazio
      Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente e la Salute - Lazio

      Giovanni Ghirga

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      9 agosto 2010

      Tempo di pausa

      Cari amici, i gestori di questo sito vanno in ferie per una settimana. L'attività riprende lunedì 16, a meno di news importanti. Contattateci in caso di comunicazioni urgenti.

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      8 agosto 2010

      S-concerto e contestazione a Cerano



      Aggiornamento: disponibili atri due video





      RepubblicaBari racconta la mobilitazione

      "Accoglienza assordante, come promesso. Il popolo dei manifestanti sotto le insegne del “No al carbone”, almeno duecento, non ha mancato l’appuntamento con il concerto organizzato alla centrale Federico II di Cerano, armato di vuvuzelas, ma anche fischietti e tamburelli.

      I fan di Irene Grandi e Patty Pravo, le due artiste che hanno declinato l’invito degli ambientalisti a non cantare per Enel, sono stati ricevuti dal presidio armato delle infernali trombette, già schierato intorno alle diciannove di ieri all’ingresso della centrale. Le vuvuzelas hanno continuato a suonare fino all’arrivo dell’ultimo fan. Per quelli che sono arrivati sprovvisti, ma intenzionati a ingrossare le fila dei manifestanti, nessun problema: erano in vendita su un banchetto appositamente allestito, disponibili al prezzo minimo di sette euro l’una, di contributo volontario, naturalmente.

      I No al carbone hanno preso letteralmente d’assalto le auto che si approssimavano alla centrale, cariche soprattutto di famigliole e irriducibili aficionados delle due star della canzone italiana, nel tentativo di dissuadere il pubblico e dirottarlo nelle fila della protesta. Quasi tutti hanno reagito all’assalto rispondendo con un sorriso paziente malgrado il frastuono, leggendo i volantini e fermandosi a parlare con i manifestanti. Qualcun altro ha tirato dritto infastidito, premendo sull’acceleratore e aprendosi un varco nella folla, anche grazie alle forze dell’ordine, oltre l’ingresso. A questi ultimi è toccato defilarsi in mezzo a un coro di “vergogna, vergogna”, al quale si è unito anche qualche senatore della Repubblica, come Giuseppe Caforio di Italia dei Valori, in prima fila contro quella che è stata ribattezzata la “centrale della morte”.
      Manifestazione numerosa, rumorosissima, ma anche pacifica, a dispetto del sarcasmo sferzante di slogan e striscioni. Gli ambientalisti, a dirla tutta, sembrano aver risparmiato la signora Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo, alla quale è toccato aprire le danze della tappa brindisina del tour “Correnti musicali”. Non si capisce se per riguardo alla lunga carriera o altro. Quella colpita al cuore dall’ironia dei No al carbone, non è stata lei. Ad avere la peggio è stata l’artista senese, ribattezzata dai manifestanti “Irenel”, con appendice di messaggi del tipo “Bruci la città”, facendo eco a uno dei refrain che hanno reso famosa la Grandi. Ma anche, in schietto dialetto brindisino: “Campagna avvelenata, no vi putimu tirare mancu li pumbitori”. Il riferimento è all’ordinanza del sindaco, che vieta la coltivazione nei campi intorno a Cerano, causa inquinamento. Di Simone Cristicchi, l’unico ad opporre il gran rifiuto di suonare per Enel, accogliendo l’invito degli ambientalisti, è rimasto solo il nome, scritto sulle magliette e le brochure in mano al service del concerto.
      Di tutto questo, nessuna eco sotto il palco della centrale, dove le artiste sono state accolte da un pubblico di almeno 1.200 partecipanti. Folla delle grandi occasioni dunque, fuori ma soprattutto dentro.

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