No al carbone Alto Lazio

22 maggio 2011

Futuro della centrale di Bastardo, cittadini sul piede di guerra

Comunicato da Cittadini Uniti per il Territorio - Gualdo Cattaneo (Pg)
"Negli ultimi mesi hanno iniziato a circolare notizie alquanto preoccupanti circa il futuro della centrale a carbone di Ponte di Ferro.

Da un lato il gestore ha annunciato la chiusura del carbonile di Ancona, per cui finalmente la prospettiva di una riconversione dell’impianto verso le energie rinnovabili ed ecosostenibili è diventata reale.

Da un altro, però, politici, sindacati confederali ed autotrasportatori si oppongono a tutto ciò in quanto vedono minacciati gli interessi di alcune consorterie affaristiche che da 40 anni hanno ancorato questo territorio al passato, ad una sorta di medioevo industriale senza futuro (basta guardare lo sviluppo dei Comuni limitrofi per rendersi conto delle opportunità che questo territorio continua a perdere grazie alla persistenza dell’unico impianto a carbone in Italia situato nell’entroterra).

La tanto declamata “autosufficienza energetica” non è che una BALLA strumentale, in quanto sappiamo bene che l’energia prodotta a Gualdo Cattaneo non è mai stata consumata sul territorio, ne’ tantomeno gli abitanti del comprensorio hanno mai avuto alcun beneficio pratico (sconti in bolletta, investimenti sul territorio, etc.) derivante dalla presenza dell’impianto.

Ora qualcuno sta tornando alla carica con le “biomasse”, e tanto più si dimostra con autorevoli dati alla mano che le biomase sono soltanto un bluff, una cosa senza prospettiva, un pretesto per bruciare qualcos’altro (grazie ad una legge fatta da Bersani nel 2003, la n. 387 ), tanto più questi insistono nel tentativo di voler far inghiottire la pillola amara alla cittadinanza con il solito spauracchio del ricatto occupazionale.

L’assessore socialista all’Ambiente, Silvano Rometti dice “..non possiamo far morire il polo energetico…”.

Allora facciamo morire il territorio, continuando ad inquinarlo con le emissioni altamente cancerogene dell’unica centrale d’Italia situata in fondo ad una valle.

Facciamo morire il prodotto tipico agroalimentare del luogo: non basteranno le messe in scena presso la “centrale aperta” per far credere alla gente che agricoltura di pregio e carbone o altre schifezze possano convivere. Tantopiù che, questa volta, la “biomassa” si vorrebbe ricavare da un’erba notoriamente infestante come la volgarmente detta “canna di fosso”. Ma CHI VOGLIONO PRENDERE IN GIRO?

Questa gente se la deve piantare di ripetere le stesse BALLE con cui da 40 anni giustifica uno stato di cose che arreca danno al territorio e ai suoi abitanti.

NON PERMETTERMO L’ENNESIMO SCEMPIO DELLA NOSTRA TERRA.

SIAMO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE.

Cittadini Uniti per il Territorio

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