No al carbone Alto Lazio

31 ottobre 2011

29 diversamente dormienti dopo esplosione in miniera di carbone

Fonte AGI
"Un'esplosione di gas grisu' in una miniera nella provincia centrale cinese dell'Hunan ha causato la morte di 29 minatori. Al momento dell'incidente nella miniera di carbone di Xialiuchong, nella citta' Hengyang, lavoravano 35 operai. Sei di loro sono stati tratti in salvo e ricoverati. La miniera, di proprieta' del governo locale E operativa da quarant'anni, era legalmente registrata, ma il governo provinciale all'inizio dell'anno aveva sospeso la sua licenza di produzione per mancanza di adeguate misure di sicurezza."

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30 ottobre 2011

Civitavecchia, l'amministrazione Moscherini fa ostruzionismo sul monitoraggio ambientale

Da BiGnotizie.it del 29/10/2011
"Il Forum Ambientalista aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone indetta per oggi. "Ai molteplici aspetti che negli anni scorsi ci hanno indotto a contrastare l'utilizzo del carbone quale combustibile - spiegano -, quali l'emissione di quantità enormi di anidride carbonica e di inquinanti estremamente nocivi prodotti dalla sua combustione, le nefaste conseguenze sulla salute della popolazione, l'influenza negativa sulle economie agricole ed ittiche, si aggiunge ora anche la totale mancanza di controlli sulla qualità dell'aria del territorio".
"Mancanza che è bene sottolineare - continuano - , non costituisce solo inottemperanza ad un atto amministrativo quale la Valutazione d'impatto ambientale, ma anche, ed essenzialmente, assenza di tutela della salute della popolazione.
Proprio per questo la Procura della Repubblica ha, a suo tempo, avviato un'indagine e chiesto, al fine di sanare tale anomalia, che almeno altre tre centraline fossero cedute dal Comune di Civitavecchia all'ARPA Lazio per far si che fosse finalmente avviato un monitoraggio che producesse un quadro più completo ed ufficiale della situazione della qualità dell'aria nel comprensorio.
Tale cessione, però, non è mai stata perfezionata in quanto il Comune di Civitavecchia ha opposto vari ostacoli burocratici soprattutto in merito al riposizionamento delle centraline.
Ritenendo estremamente importante per la salute della popolazione nonché per la stessa ottemperanza delle prescrizioni di cui al Decreto MAP n. 55/02/2003, l'avvio, in tempi brevi, di detti rilevamenti ad opera di ARPA, lo scorso 6 ottobre abbiamo inoltrato specifica segnalazione alla Procura chiedendole un suo ulteriore intervento.
E' comunque avvilente dover constatare la necessità di ricorrere, ancora una volta alle vie giudiziarie, per vedere tutelata, almeno in parte, la salute dei cittadini e la qualità dell'aria.
Un'ulteriore dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, di come il carbone oltre ad inquinare l'ambiente, inquini ancor prima le coscienze.
E di una cosa siamo certi: senza quest'ultima forma di inquinamento, concretizzata soprattutto, ma non solo, tramite le compensazioni economiche ai Comuni, la riconversione a carbone non sarebbe mai stata possibile".

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Saline Joniche, breve storia della vicenda carbone

Riportiamo l'articolo "Catastrofi e imbrogli del carbone sulle rive dello Jonio" pubblicato sul Manifesto

È una delle più alte d'Europa, oltre 170 metri. È segnalata persino sulle rotte dell'aeroporto di Reggio. La ciminiera della Liquichimica la scorgi da lontano una volta giunto sulla punta dello Stivale, nel lembo di costa che affaccia sullo Stretto. Sta qui da quasi 40 anni ma non è stata mai messa in funzione. Benvenuti a Saline Joniche, frazione di Montebello, mille anime protese sullo Jonio alle pendici dell'Aspromonte. E un fantasma. Quello della città industriale che avrebbe dovuto dar lavoro a mezza Calabria. Un fantasma ingombrante da migliaia di metri quadri che oggi è un cimitero industriale da far paura. Il fallimento delle politiche per il Mezzogiorno ha qui una sua cattedrale. Trecento miliardi dell'epoca, quelli del Pacchetto Colombo del 1972, investiti per costruire «uno dei più grandi poli industriali del Paese», andati in fumo per dabbenaggine e scelleratezza. Settecentomila metri quadri, un'area gigantesca. E una fabbrica oggi abbandonata come un rottame: spogliatoi, mensa, serbatoi, centrale elettrica, vasche per la produzione di acqua sterile, silos per l'acido cidrico, collegamento ferroviario, persino un porto privato che doveva servire alla movimentazione dei prodotti liquidi. Il tutto costruito solo per esser oggetto di manutenzione straordinaria. Si trattava di impianti all'avanguardia, di notevole interesse scientifico. I laboratori erano destinati ad ospitare collaborazioni tra le università del sud nel campo delle biotecnologie. La produzione complessiva della fabbrica avrebbe dovuto riguardare la lavorazione di normalparaffina derivata da petrolio, allo scopo di trarne componenti chimici per la detergenza e bioproteine da destinare all'alimentazione animale. Insomma, "bistecche" al petrolio per animali. Un business enorme per l'epoca.
Poi, d'improvviso, la tegola. Soltanto dopo aver completato l'impianto, ed aver dilapidato 300 miliardi, il ministero della Sanità si è accorto che le "bistecche" erano cancerogene. E il tempo per la Liquichimica si è fermato a quel giorno di primavera del 1976. Tuttavia quei soldi furono spesi. E qualcuno ci ha lucrato. La fabbrica fu costruita, e furono i Costanzo, catanesi sbarcati in Calabria nel 1975 (affidatari anche dell'appalto per la realizzazione dell'enorme complesso delle Officine Grandi Riparazioni) ad aggiudicarsi i lavori che poi subappaltarono alla cosca locale capeggiata da Natale Iamonte. Ma i contatti con le 'ndrine andarono ben oltre. Pare infatti che i Costanzo si rifornissero dalla ditta di calcestruzzo Gercam, di proprietà Iamonte. E non è superfluo ricordare che è di quegli anni l'indagine della Procura di Reggio che scoperchiò i traffici di armi e stupefacenti tra le cosche catanesi e reggine, con particolare riferimento ai rapporti tra Paolo De Stefano e Nitto Santapaola. Lo stesso porto di Saline, poi, non sarebbe nuovo ad approdi di carichi di armi e droga.

Arrivano gli svizzeri

Sull'area cala il silenzio per oltre 20 anni con l'enorme struttura lasciata ad usurarsi. Mentre l'adiacente porto inizia a fare i conti con la forza del mare che distrugge parte delle banchine e con la sabbia che ostruisce gli imbocchi. Della Liquichimica si ritorna a parlare nel 1997 quando il Consorzio Sipi (Saline Ioniche Progetto Integrato) rileva all'asta gli impianti e i terreni ex Enichem con l'obiettivo di rottamare il± ferro e l'acciaio e rivendere il terreno. Con il tempo anche le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie vengono smantellate mentre la magistratura scopre che la 'ndrangheta aveva già messo gli occhi sulla zona per realizzarvi un centro commerciale. Si assiste da lì in poi a varie promesse sulla rivalutazione dell'area come la costruzione di un Parco marino, l'installazione di pannelli fotovoltaici e altro ancora. Solo parole, niente più. Finchè nel 2006, l'impresa svizzera Sei Spa (Società Energia Saline), gravitante nell'orbita della multinazionale elvetica Repower, acquista dal Sipi una parte dell'area per la realizzazione di una Centrale a carbone. Il cui utilizzo per la produzione di energia elettrica è vietato dal Piano energetico regionale «per tutto il territorio calabrese».

La mobilitazione

Un gigante a carbone dalla potenza di 1320 MW per un investimento di oltre un miliardo. Un paradosso per la Calabria che esporta energia per una quota del 50% rispetto alla produzione e che ha deciso di puntare sulle rinnovabili. Sebbene l'uso del carbone sia assolutamente vietato, la Sei vuole imporre il suo progetto, irrispettosa del parere contrario di Regione, Provincia, Comuni e della gran parte della popolazione. Al contrario, il ministero dell'Ambiente ha ritenuto il progetto «sicuro dal punto di vista ambientale e della salute pubblica». Davvero incredibile dal momento che la combustione del carbone in centrali elettriche rappresenta la più grande fonte di inquinamento da CO2, più del doppio di quelle a gas. Nonostante l'Unione Europea abbia assunto la decisione di ridurre entro il 2020 di almeno del 30% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990, nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia rimarcato che «le centrali a carbone sono una delle cause principali dell'emissione delle polveri sottili che ogni anno nel mondo causano la morte di 2 milioni di persone». La comunità scientifica è unanime nel ritenere il carbone una grave minaccia per la salute di tutti: la combustione rilascia un cocktail di inquinanti micidiale (Arsenico, Cromo, Cadmio e Mercurio) che coinvolgono un'area più vasta di quella intorno agli impianti.Il legame tra danno ambientale e minacce per la salute umana dovrebbe ormai costituire comune consapevolezza. Ciò nonostante, e per meri calcoli legati al prezzo del carbone (peraltro in salita), alcune aziende insistono per costruire nuove centrali a carbone o riconvertire centrali esistenti. Cambia la multinazionale, ma il copione utilizzato da nord a sud dello Stivale è sempre lo stesso: ricatto occupazionale, false promesse, tentativi di far passare le centrali come isole felici. Ma al pari di Alto Lazio, Polesine, Vado, La Spezia, Rossano, Brindisi, anche qui nell'area grecanica del reggino le mire espansioniste del capitale hanno dovuto fare i conti con l'opposizione popolare. Da Motta San Giovanni a Montebello, da Melito a Bagaladi, da San Lorenzo a Gallicianò, da Brancaleone a Ferruzzano si è levato alto il grido: "Fermiamo il carbone". Una contestazione che ha varcato finanche i confini nazionali.

Coira, due mesi fa

«La più grande manifestazione dal 2004 quando le popolazioni dei Grigioni contestarono il World Economic Forum». Così la Suddeutsche am Sonntag commentò la mobilitazione ambientalista del 27 agosto scorso a Coira, nei Grigioni. «Vogliamo green power, cara Repower» urlavano gli attivisti elvetici e calabresi contro la centrale idroelettrica di Grusch e l'impianto a carbone di Saline. A disturbare il corteo anche un comitato pro-carbone. Peccato che si è poi scoperto che Repower aveva finanziato con 9 mila franchi la partecipazione dei comitati "spontanei" del Sì, facendo redigere i comunicati stampa dai propri dipendenti.
«È la dimostrazione che la nostra popolazione è stata raggirata per tre anni da Repower -spiega al manifesto Francesca Panuccio, del coordinamento associazioni area grecanica- screditando chi ogni giorno combatte per la difesa della salute e del territorio, nel vano tentativo di influenzare l'opinione pubblica col ricatto occupazionale. Ma a noi non interessa questa idea di futuro che parla al passato. Chiediamo, piuttosto, alla Sei di venire a investire in Calabria, ma puntando sul rinnovabile. Perchè noi crediamo in una Calabria diversa che investe sul turismo e sulla sua vocazione naturalistica. Basti pensare all'oro verde, al bergamotto, che viene prodotto nel 95% da queste parti».
Puntare, dunque, sulle energie rinnovabili e sulla salvaguardia dei luoghi, «perchè al centro di ben 5 siti di interesse comunitario è assurdo pensare di costruire una centrale a carbone». La lotta dei movimenti reggini continua, dunque, più forte che mai. A partire dalla «Giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone» del 29 ottobre. L'appuntamento è alle 10 davanti ai cancelli della ex Sipi, nella discesa del porto. Arriveranno anche da Rossano e da altri luoghi simbolo della Calabria ferita e saccheggiata. Oltre 80 associazioni aderenti, e una buona partecipazione annunciata. Mentre la torre della Liquichimica è sempre lì. Arrugginita dall'incedere del tempo e da un modello di sviluppo fallimentare.

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29 ottobre No carbone day - breve rassegna stampa

Una breve rassegna stampa sulla mobilitazione dello scorso 29 ottobre
...E alcuni video:

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29 ottobre 2011

29 ottobre, la mobilitazione contro il carbone narrata per immagini

Alcune immagini provenienti dalla manifestazione tenutasi ad Adria, condivise da liberi cittadini sul web.

Adria










Civitavecchia









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Anche a Civitavecchia la Mobilitazione nazionale contro il carbone

Civitavecchia. Il 29 ottobre mobilitazione nazionale contro il carbone

In occasione della giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone indetta per 29 Ottobre in concomitanza con la manifestazione nazionale che si svolgerà ad Adria (Ro) si terranno dei presidi di solidarietà e denuncia nelle varie città sedi delle inquinanti centrali elettriche a carbone sporco* (Civitavecchia, Brindisi, Vado Ligure, Gualdo Cattaneo, Saline Ioniche). In ogni città i comitati denunceranno, anche realizzando dei collegamenti con la manifestazione nazionale, i vari aspetti derivanti dall'avere sul proprio territorio le servitù di centrali a carbone: le fumate che oscurano i cieli, l'aumento della patologie respiratorie, tumorali e cardiovascolari, i danni alle economie agricole, ittiche e turistiche, la violazione di decine di norme negli iter autorizzativi, la mancanza totale di controlli.

Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che verterà la mobilitazione che si terrà a Civitavecchia, dalle 16,30 in poi, a largo Marco Galli: ad oggi la qualità dell'aria nel nostro territorio è misurato da una sola centralina ufficiale posta al parco della Resistenza; le altre centraline non hanno alcuna ufficialità così come i dati divulgati tramite display su tutto il territorio. Proprio su tali basi la Procura della Repubblica ha aperto alcuni mesi fa un'inchiesta che ha condotto al risultato di far acquisire all'Arpa Lazio ulteriori tre centraline di monitoraggio: centraline che, però, attualmente non riescono a partire per intoppi burocratici che il Comune di Civitavecchia sta frapponendo.

Lo stesso Comune di Civitavecchia che, similmente ai comuni limitrofi, ovvero quelli che usufruiscono dei finanziamenti ENEL, non ha designato alcun rappresentante presso l'Osservatorio Ambientale su Tvn appositamente istituito presso la Regione Lazio, rinunciando, di fatto, a rappresentare in tale sede il popolo inquinato. Civitavecchia e il suo comprensorio, dopo aver subito una riconversione a carbone, oggi è costretta a vedere svenduta per i pochi spiccioli delle compensazioni economiche, la propria salute e ad assistere all'indecoroso spettacolo di amministratori che nulla fanno per pretendere almeno che vi siano controlli certi sulle emissioni delle centrali e sulla qualità dell'aria.

Le false promesse sui controlli e l'acquiescenza dei Sindaci ad ogni violazione posta in essere, sono la denuncia più dolorosa che la delegazione dell'Alto Lazio lancerà da Civitavecchia e dal palco di Adria: mostreremo come le centraline della qualità dell'aria, posizionate dal finto Osservatorio ad arte ed ingannevolmente collegate a coloratissimi displays, facciano falsa informazione indicando, spesso e volentieri "qualità dell'aria ottima". Alla faccia dei nostri figli, che continuano ad essere costretti a crescere all'ombra di venefiche nuvole nere, inquietanti come la verità che il carbone pulito non esiste!

Ti aspettiamo Sabato 29 a Civitavecchia dalle ore 16.30 in poi a Largo M. Galli, per dire "no al carbone", per mandare un segnale forte, in diretta con il palco di Adria, alle popolazioni che lottano come noi per una moratoria del carbone sporco, per una rivoluzione energetica, basata sull'utilizzo delle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico e l'uscita dalla schiavitù dai combustibili fossili.

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Sette morti, ma di razza inferiore

Gli operai morti per il business del carbone non fanno rumore, non trovano spazio sulle testate giornalistiche, non almeno fintantoché non si riuscirà a trasformare in evento mondiale a-la Grande Fratello anche una sventura sotterranea cinese sul modello dei 33 disgraziati minatori cileni. Le notizie delle morti bianche da carbone vengono smaltite dai filtri automatici che separano l'utile (il business vecchio e sporco, a scapito di tutti per il profitto di pochi) dall'insignificante (vita umana e altri temi da fricchettoni).

Giornata di ordinaria follìa in Cina: "Sette persone sono morte e altre undici risultano disperse per una fuga di gas verificatasi in una miniera di carbone nella provincia centrale cinese dell'Henan. Dalle prime informazioni sembra che la fuga di gas si sia verificata ieri sera poco dopo la mezzanotte quando 18 minatori stavano svolgendo il loro lavoro nella miniera di Jiulishan a Jiaozuo. Le operazioni di salvataggio sono tuttora in corso. Si teme per le sorti degli 11 minatori che ancora mancano all'appello. (ANSA)

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La Pedocultura di enel

Mentre gli italiani si preparano a dichiarare che il carbone non deve far parte del futuro energetico di questo Paese, e che anche il presente ne va depurato,  intanto enel invita i bambini nella centrale a carbone di TorrevaldaligaNord (Civitavecchia), per un'adeguata azione di  depistaggio informativo strumentale, con aggiunta di colorante verde.

Investire in educazione rende, si sa. Scegliere quale educazione proporre dipende A CHI deve convenire quanto ne risulta. Razionalità e democrazia vorrebbero si guardasse a ciò che conviene alla comunità, che si proteggesse il bene comune. Nel caso dell'educazione by enel, il bene non dubitiamo che la supposta formativa somministrata ai ragazzi -e indirettamente alla società, sarà rivolta a uno scopo proumano, secondo una prospettiva comunitaria. E chi ne dubita, peste lo colga.

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Mobilitazione nazionale contro il carbone: diretta streaming

La diretta delle mobilitazioni contro il carbone sul territorio italiano sarà oggi disponibile in streaming presso il sito Global Project.info a partire dalle ore 15.00. Anche libera.tv ospiterà la trasmissione.

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WWF ai governatori delle Regioni: decarbonificare l'Italia

Fonte: ASCA "Roma, 28 ott - Alla vigilia della mobilitazione nazionale di domani ''Fermiamo il carbone'', ''nell'assenza di chiari indirizzi governativi sulle scelte energetiche da parte del Governo, dopo la batosta referendaria sul nucleare, e di una strategia energetica nazionale attesa dal dicembre 2008'', il WWF si rivolge con una Lettera Aperta direttamente alle Regioni piu' interessate perche' facciano la propria parte nel de-carbonizzare l'Italia, come richiesto dalla strategia europea.

Nella missiva, inviata questa mattina ai Governatori delle Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Veneto (interessate dalla riconversione a carbone o dal potenziamento di centrali esistenti, dalla presenza di centrali sul proprio territorio o dalla costruzione di nuove), il WWF ricorda che l'Unione Europea ha approvato un pacchetto di tre obiettivi obbligatori, che impegnano anche l'Italia, ''finalizzati a: la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti al 2020 (meno 20% rispetto ai livelli del 1990); l'incremento della percentuale di energia derivante dalle fonti rinnovabili (piu' 20%); la riduzione dei consumi e degli sprechi attraverso un miglioramento dell'efficienza energetica e dell'innovazione tecnologica''.

Il WWF si rivolge direttamente alle Regioni ''perche' diano un contributo diretto e fattivo a 'fermare il carbone', data la loro capacita' di influire sulle scelte nazionali alla luce dei poteri concorrenti, attribuiti loro dall'art.

117 della Costituzione, in primis, con riguardo alla tutela della salute e in materia di produzione, trasporto e distribuzione di energia''.

Troppe, secondo l'associazione ambientalista, ''le centrali di carbone che oggi lavorano per un terzo della loro potenzialita'. La potenza energetica istallata nel nostro Paese e' il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto: le centrali esistenti a tutto il 2010 sono infatti in grado di erogare una potenza massima di circa 106,5 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW''.

Il WWF, inoltre, ricorda alle Regioni almeno 4 buoni motivi per de-carbonizzare l'Italia: ''la migliore tecnologia a carbone (impropriamente detto 'pulito') emette livelli di anidride solforosa, malgrado la presenza di desolforatori, ben 140 volte superiori a quelli emessi da un impianto a ciclo combinato a gas; le emissioni di polveri fini (PM) risultano ben 71 volte superiori rispetto a quelle di impianti a gas, anche con l'introduzione di filtri a manica; la combustione del carbone costituisce una delle principali cause di inquinamento da Mercurio, che entrando nella catena alimentare crea gravi danni alla salute umana, e rilascia anche altre svariate decine di sostanze tossiche inquinanti, tra cui Arsenico, Cromo e Cadmio, che sono anch'esse causa di gravi patologie; le emissioni di carbonio di una centrale a carbone 'pulito' sono praticamente doppie rispetto a quelle di una centrale a ciclo combinato a gas''.

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26 ottobre 2011

Porto di Civitavecchia, centraline per monitorare la qualità dell'aria

Fonte: BigNotizie
"Sottoscritto ieri l'accordo quadro tra l'Autorità Portuale e l'Arpa Lazio per il monitoraggio della qualità dell'aria del porto di Civitavecchia e delle aree limitrofe. Il documento fissa le procedure che l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale applicherà nel porto per monitorare e prevedere la qualità dell'aria nel rispetto del recente D.lgs. 155/2010.
Nello specifico l'Autorità Portuale finanzierà l'acquisto e l'installazione nello scalo, secondo le indicazioni fornite da Arpa Lazio, di una stazione fissa di rilevamento che potrà essere inserita nel sistema di monitoraggio della Regione Lazio. La centralina sarà installata e gestita dalla stessa Arpa, che verificherà e controllerà i dati che saranno consultabili sul sito dell'Autorità Portuale all'interno della sezione Ambiente, 24 ore dopo la loro ricezione.
Inoltre, per la prima volta in Italia verrà sviluppata una catena modellistica per la ricostruzione meteorologica della qualità dell'aria di una zona portuale. Le previsioni terranno conto degli apporti emissivi delle navi, del traffico veicolare e più in generale di tutti i traffici ospitati in un porto.
"Si tratta – commenta il Presidente dell'Autorità Portuale Pasqualino Monti – di una convenzione con cui l'Autorità Portuale intende porre in essere, insieme all'Arpa, tutte le iniziative volte a salvaguardare la salute e l'ambiente. Come ho più volte ribadito questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore da Presidente e cittadino di Civitavecchia: crescita, ambiente e sviluppo sostenibile sono tra i punti principali cui si ispira il mio mandato. Non solo monitoreremo costantemente le emissioni di ogni genere in porto, ma addirittura saremo il primo porto italiano a realizzare delle previsioni molto dettagliate sulla qualità dell'aria".
"Posso affermare con grande soddisfazione che si tratta – commenta l'Avv. Corrado Carruba, commissario dell'Arpa Lazio – di un atto molto significativo e rilevante, che conferisce al porto di Civitavecchia gli strumenti necessari per poter controllare ed analizzare la qualità dell'aria in modo da garantire, allo scalo e ai cittadini, un monitoraggio costante a salvaguardia dell'ambiente

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Inquinamento e malformazioni fetali

Da QuotidianoSanità.it
"Pesticidi e prodotti della combustione di olio e carbone aumentano del 450% il rischio di sviluppo di malformazioni fetali come anencefalia o spina bifida. Lo studio condotto in Cina è stato pubblicato su Pnas."

“Le fabbriche nella società industriale avanzata rilasciano molti agenti inquinanti. Per lungo tempo abbiamo supposto che questo potesse avere ripercussioni sulla salute dei neonati, sulle loro eventuali malformazioni. Fino ad oggi non avevamo prove, ma ora possiamo dire senza dubbio che la concentrazione di pesticidi e fumi di carbone è molto maggiore nella placenta dei bambini nati con difetti del tubo neurale che negli altri.” A parlare è Richard Finnell, docente di scienza della nutrizione e direttore della ricerca sul genoma al Dell Children's Medical Center of Central Texas: i risultati di cui parla sono quelli di uno studio delle università del Texas e di Peking pubblicato su Pnas, che dimostra come gli agenti inquinanti aumentino del 450% le malformazioni fetali.

Per giungere alla preoccupante conclusione i ricercatori cinesi e statunitensi hanno analizzato la placenta di 80 bambini affetti da anencefalia (assenza parziale o totale della volta cranica) o da spina bifida (malformazione del midollo spinale che deriva dalla non completa chiusura di una o più vertebre), nelle contee rurali di Shanxi in Cina. Ogni volta che si presentava un nuovo caso di feto affetto da tali patologie, sia che questo nascesse vivo o che morisse poco prima del parto, veniva selezionato nello stesso ospedale un neonato che non avesse malformazioni congenite, la cui placenta veniva usata come campione di riferimento. Quello che gli scienziati ricercavano negli organi di questi bambini erano agenti inquinanti comuni come pesticidi, solventi e prodotti della combustione di olio e carbone, ovvero di quelle sostanze note ai biochimici come inquinanti organici persistenti (POP). Gli scienziati hanno così trovato forti correlazioni tra le patologie descritte e le alte concentrazioni nella placenta di alcuni idrocarburi che si trovano nel carbon fossile o nel petrolio (detti idrocarburi policiclici aromatici): la presenza di questi agenti chimici all'interno degli organi dei piccoli pazienti, infatti, causa un aumento dell'incidenza della spina bifida di 3,7 volte rispetto al normale, e la percentuale nel caso anencefalia diventa addirittura di 5,8 volte superiore nei bambini che presentano alte concentrazioni di tali inquinanti.

L'incidenza di difetti del tubo neurale in Cina è molto maggiore che in molti paesi occidentali. Inoltre, la politica di pianificazione familiare del governo cinese garantisce che ci sia un grande controllo sui neonati, anche rispetto alle loro condizioni di salute. Queste due particolarità hanno reso il territorio il miglior candidato per questo tipo di ricerca. “È uno straordinario esperimento naturale”, ha detto Finnell. “Sarebbe stato molto più difficile condurre questo studio altrove, dove malformazioni di questo tipo sono più rare, ma la ricerca è anche una buona opportunità per aiutare la Repubblica cinese a diminuire il tasso delle malattie congenite. La regione è piena di miniere, qui si bruciano grandi quantità di carbon fossile. Molte persone posseggono cucine a carbone, i fumi si diffondono nell'aria, la rendono nera. È facile comprendere perché questa situazione non può essere ottimale per la crescita sana dei bambini”, ha commentato Finnell. Secondo il ricercatore le condizioni della regione di Shanxi sono paragonabili a quelle degli Stati Uniti di cento anni fa. Allora, infatti, malformazioni come anencefalia e spina bifida non erano certo circoscritte alla Cina.

In particolare, secondo lo studio, sarebbero due i pesticidi trovati in grandi quantità che comportano tali ripercussioni sulla salute dei neonati. Uno è l'endosulfano, insetticida usato per il trattamento di cotone, patate, pomodori e mele, proibito in Europa e negli Stati Uniti ma non ancora nella Repubblica Cinese. L'altro è il lindano, un altro prodotto usato in agricoltura e nell'allevamento, il cui utilizzo è stato limitato nel 2009 con una convenzione internazionale firmata a Ginevra, ma ancora non ratificata dall'Italia. “I composti che abbiamo trovato – ha concluso Finnell – sono tanto aggressivi da causare la morte cellulare, tanto che in alcuni sani diventa addirittura difficile generare figli sani. Ad un livello basilare, stiamo imparando che le cause ambientali, in alcune popolazioni e in determinati periodi storici, causano problemi anche alla riproduzione della specie.”

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Comitati La Spezia: "Abbandonare il carbone: si deve, si può, se si vuole!"



Comunicato Stampa di SpeziaViaDalCarbone – 23 Ottobre 2011

"Durante le audizioni in Commissione Ambiente del Comune (18 u.s.) e della Provincia (20 u.s.) il Comitato SpeziaViaDalCarbone ha focalizzato i propri interventi (disponibili sulle pagine internet e fb del Comitato) su aspetti molto puntuali che fanno riferimento a precise responsabilità degli amministratori:

deficit di conoscenza – le amministrazioni non possiedono alcuna informazione strutturata e aggiornata con riferimento:
1) alla situazione dell’inquinamento nel territorio spezzino - qualità, quantità e origine degli inquinanti;
2) alla situazione della salute della popolazione spezzina - diffusione delle patologie ambiente-correlate e loro cause.

L’eliminazione di tale deficit di conoscenza permetterebbe di rispondere alle seguenti domande:
1) quali sono le fonti di inquinamento, quali gli inquinanti e i loro effetti sulla salute dei cittadini?
2) chi, come e in quale misura è responsabile dell’inquinamento derivante dalle attività del Golfo?
3) può Spezia permettersi una centrale a carbone? con relativo traffico e accosto di carboniere, movimentazione e stoccaggio all’aperto del carbone medesimo?

deficit di alternative – le istituzioni locali hanno rinunciato ad elaborare alternative all’unico scenario prefigurato da Enel: la conservazione dello status quo e il mero rispetto delle normative relative ai limiti delle emissioni. Limiti di emissioni poco più restrittivi di quelli previsti e maggiori controlli (a cura di Enel) è tutto quanto le amministrazioni sono in procinto di chiedere ad Enel nella prossima Conferenza dei Servizi a Roma.

Lo stesso Sindaco Federici ha ammesso di aver voluto mantenere un profilo basso nella trattativa con Enel: “non chiediamo qualcosa di straordinario, ma qualcosa di ottenibile”. E’ dunque straordinario o ottenibile ciò su cui stanno lavorando nella vicina Genova? Dove, in coincidenza con il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, l’Enel annuncia la sua intenzione di procedere verso la chiusura dell’impianto: “Il piano di dismissione graduale prevede l’arresto scaglionato delle unità produttive a partire dal 2012, per arrivare alla chiusura anticipata dell’impianto nel 2017”. La dichiarazione di Enel arriva a sole due settimana da quella dell’assessore alle attività produttive del Comune di Genova Mario Margini: “Sul carbone lo sbarramento è assoluto, non se parla. Ragioniamo insieme sul gas, abbiamo detto all´Enel, ricordando anche che fra pochi mesi a Livorno entrerà in esercizio il nuovo rigassificatore gestito da Iren. A ENEL abbiamo anche ricordato che è un nostro interlocutore, ma non è certo l´unico.”

Il Comitato SpeziaViaDalCarbone, anche nel corso delle audizioni della scorsa settimana, ritiene di aver dimostrato e confermato la profonda inadeguatezza delle amministrazioni locali spezzine da cui pretende un atteggiamento proattivo a tutela del benessere dei cittadini.

Il Comitato SpeziaViaDalCarbone rileva e rifiuta, al contempo, la loro sudditanza nei confronti di Enel, o in alternativa la loro ignavia, che si evince anche dalla rinuncia degli amministratori a pretendere semplici chiarimenti circa le “fumose” supposte migliorie dell’impianto.
SpeziaViaDalCarbone – Comitato di Cittadini

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Studio USA: rimpiazzare il carbone grazie all'efficienza energetica

Un recente rapporto statunitense dell’American Council for an Energy Efficient Economy (ACEEE), ha evidenziato che la chiusura delle vecchie centrali e il contemporaneo lancio di programmi di efficienza energetica e di cogenerazione garantirebbe un vantaggio economico netto per la collettività. Ecco il rapporto:
Avoiding a train wreck: Replacing Old Coal Plants with Energy Efficiency"

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Altri 13 minatori perdono la vita nelle miniere cinesi

Il rubinetto della morte sputa altre vittime grazie al business del carbone cinese.

Agenzia ASCA - "E' di 13 morti il bilancio delle vittime di un'esplosione avvenuta all'interno di una miniera di carbone nella regione cinese del Chongqing. Lo ha reso noto l'agenzia Xinhua.

Tre minatori sono scampati alla tragedia avvenuta per la deflagrazione, causata presumibilmente da una fuga di gas, e sono stati tratti in salvo dalle squadre di soccorso.

Secondo l'agenzia Xinhua, sei persone, legate all'incidente, sono state fermate dalle autorita'.

Le miniere cinesi di carbone sono tristemente note per il record di incidenti. Solo nel 2010 hanno infatti perso la vita in Cina 2.433 persone."

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"Sì all'energia pulita senza carbone": consegnate le firme

Svizzera, cantone dei Grigioni. Consegnata oggi alla Cancellaria di Stato l'iniziativa cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone" - da RSI.ch

"Nei Grigioni è formalmente riuscita l'inizativa popolare cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone". I promotori hanno consegnato questa mattina presso la Cancelleria di Stato grigionese le 4'427 firme raccolte negli ultimi otto mesi dagli ambienti progressisti e ambientalisti. Intanto, proprio oggi, il Consiglio di Stato retico ha chiesto alla società con sede a Poschiavo di fare chiarezza in merito alle critiche che le sono state rivolte.

Contestati due progetti di Repower

Nel testo dell'iniziativa i promotori sostengono che le centrali a carbone pianificate da Repower a Brunsbüttel, nella Germania settentrionale, e a Saline Joniche, in Calabria, genererebbero circa il 40% di tutte le emissioni di CO2 della Svizzera, pari a quattordici volte le emissioni del cantone dei Grigioni. Alla fine di settembre, sollecitata dai giornalisti della trasmissione Rundschau di SF, l'azienda aveva ammesso di aver sostenuto finanziariamente la trasferta a Coira dei promotori italiani della centrale di Saline Joniche

Gli obiettivi dell'iniziativa ce li spiega Tania Schmid dell'associazione "Futuro al posto del carbone", al microfono di Nicola Zala

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Nuova conferma: il solare più conveniente di carbone e nucleare

Una lettura consigliata da Grist (inglese): "L'energia dal sole sta diventando rapidamente la più conveniente al mondo da produrre"

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25 ottobre 2011

29 OTTOBRE - MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE


Il Coordinamento Nazionale No al Carbone aderisce alla GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE del 29 Ottobre, partecipando alla manifestazione nazionale indetta ad Adria (Ro) ed organizzando in concomitanza presidi nei siti sedi delle inquinanti centrali elettriche a carbone sporco* (Civitavecchia, Brindisi, Vado Ligure, Gualdo Cattaneo, Saline Ioniche).
La combustione del carbone è causa del rilascio di numerosi inquinanti estremamente dannosi per la salute, i cui effetti coinvolgono un’area molto più vasta di quella limitrofa alla centrale e rappresenta la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2.

La nostra presenza sarà la testimonianza concreta dei danni irreversibili che provocano sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni, le scelte scellerate di amministratori nazionali, regionali e comunali che, in cambio di compensazioni economiche, rilasciano pareri positivi su progetti di realizzazione di impianti a carbone, svendendo, di fatto, i territori ed imponendo alle popolazioni di vivere vicino ad impianti altamente pericolosi ed inquinanti.
Mostreremo a tutta l’Italia la galleria delle foto realizzate durante l’esercizio dei mostri a carbone sporco*, le testimonianze scientifiche dei danni provocati dalle ricadute inquinanti, dei danni indiretti all’economia agricola, ittica e turistica, costretta a vergognarsi di essere tale vicino ad un mostro che brucia carbone sporco*.

Accettare il carbone vuol dire accettare di svegliarsi la mattina e non riuscire a vedere l’orizzonte, smarrirsi in nuvole grigie che cancellano il blu del cielo, essere immersi in polvere nera che imbratta la tua città come i polmoni di bambini innocenti.
Accettare il carbone, o peggio sostenere la scelta di incrementarne l’uso, significa, inoltre, agire in totale sprezzo delle decisioni assunte dall’Unione Europea di ridurre del 20% emissioni di gas serra entro il 2020.

Il nostro no al carbone sporco* è il no di chi vede negarsi il futuro dagli effetti nefasti di un inquinamento considerato “lecito” e vive umiliato tra le falsità a pagamento delle lobbies e le verità nascoste delle istituzioni preposte ai controlli!
I nostri SI sono per le energie rinnovabili, per quella rivoluzione energetica che prenda la via del risparmio energetico e della produzione di energia finalizzata al soddisfacimento dei fabbisogni reali, realizzata in piccoli impianti, indipendenti dalle spa che pur di ottenere grandi profitti propongono e realizzano i megaimpianti inquinanti.
In Italia la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali), è di circa 106 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW; il contributo delle rinnovabili alla domanda di energia primaria in Italia è pari al 6,7%, mentre il 93% deriva, dunque, da fonti fossili inquinanti quali il carbone.

Il nostro paese Italia, con il suo sole 365 giorni all’anno, può e deve aumentare enormemente l’apporto dell’energia fotovoltaica, per soddisfare il fabbisogno reale dei consumi.
La schizofrenia del sistema energetico Italiano, consente oggi, di aumentare l’apporto del solare, mentre, in contemporanea, le varie lobbies energetiche continuano a farsi autorizzare nuovi impianti a combustibili fossili, contro il volere delle popolazioni.

Come popolo inquinato rivolgiamo appello affinché:
  • venga attuata una moratoria all’utilizzo del carbone quale combustibile;
  • i grandi produttori di energia vengano obbligati a ridurre un kw di energia prodotta con combustibili fossili per ogni kw di energia prodotta con le fonti rinnovabili che si aggiunge in rete.
Solo così potremo pensare di agire nel rispetto delle richieste europee di riduzione del 20% delle emissioni climalteranti ed avviare il paese verso una graduale, fuoriuscita dall’utilizzo di combustibili fossili da realizzarsi nel breve termine; solo così le popolazioni potranno sperare di liberarsi dal pericolo di installazione di megacentrali sul proprio territorio; solo così potremo pensare di non ipotecare il nostro futuro e realizzare quella rivoluzione energetica che non solo è possibile, ma che ormai è divenuta necessaria ed improcrastinabile.

* il carbone pulito non esiste!

CNNC (Coordinamento Nazionale no al Carbone)

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12 ottobre 2011

Mercurio: come le centrali a carbone avvelenano il nostro pesce

Il mercurio ingerito dall'uomo provoca tumore a polmoni, pancreas, colon, prostata, encefalo, rene. Per approfondire leggi anche qui.

Un articolo dal SierraClub spiega come veniamo avvelenati da dosi di mercurio nel nostro cibo: ogni anno le centrali a carbone ne diffondono a tonnellate nei mari di tutto il mondo.
Clic qui per l'articolo originale, clic qui per quella tradotta con G Translator.

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11 ottobre 2011

29/10/2011 manifestazione nazionale contro il carbone

Parallelamente all'evento sono previste mobilitazioni in tutta Italia

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Carbone: Sindacalista si dimette dalla CGIL, lo statuto è in contrasto con la tutela della salute pubblica

Savona, una vicenda significativa che ci auguriamo sia dìispirazione per tanti altri nella posizione di Brunetti. Riportiamo da SavonaNews

"Pubblichiamo integralmente la lettera di dimissioni con la quale Vito Brunetti si ritira dalla CGIL.

Vale la pena leggerla:

"Alla Segreteria Provinciale Della C.G.I.L. di Savona
Alle Segreterie Provinciali e Regionali dello S.P.I.- C.G.I.L.
Al Direttivo provinciale dello S.P.I. -C.G.I.L.
Alla Sede S.P.I. - C.G.I.L. Di via Acqui 4R Savona

Oggetto : Revoca della delega sindacale e carbone.

Con la presente comunico, con tristezza e rammarico, la revoca della mia iscrizione al Sindacato, in quanto non mi sento tutelato nella difesa della salute mia, della mia famiglia, della mia comunità.

Quanto sopra in coerenza con le posizioni, da me assunte, contro il raddoppio di potenza della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. In particolare viene ripercorso dal Sindacato l'errore passato dell'ACNA di Cengio, dove la monetizzazione della salute portò alle conseguenze nefaste che ancora paghiamo.

Ricordo che l'art.32 della Costituzione recita :

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività...."

E' evidente che le posizioni attuali di C.G.I.L confliggono con l'affermazione dell'art.2 del Suo Statuto : "La CGIL basa i propri programmi e le proprie azioni sui dettati della Costituzione della Repubblica e ne propugna la piena attuazione ....".


Oggi sul territorio è presente una grave spaccatura che separa da un lato parte delle amministrazioni a livello nazionale e regionale e dall'altro gran parte del territorio che segnala la propria sofferenza (almeno 18 comuni, peraltro di diversi colori politici, Ordine dei Medici, IST regionale, Pneumologia dell'Ospedale S.Paolo , enti, ACLI,ARCI, associazioni per la salute,partiti politici.

Una classe politica balbettante e succube si è rimangiata posizioni espresse in campagna elettorale e non è neppure in grado di imporre un controllo serio e pubblico delle emissioni a camino, accontentandosi dei monitoraggi aziendali, nell'assenza di un Piano energetico nazionale e in violazione al Libro Bianco dell'Unione Europea, da cui continueranno a fioccare multe. Su ambiente e carbone rimando all'intervista del metereologo Mercalli (il Letimbro numero 4 di aprile 2011).


Sempre il giornale della Curia di agosto 2011 raccomanda nell'articolo prudenza politica e di fatto prende le distanze dalla scelta del carbone, citando lo stesso Papa Benedetto XVI° e auspicando l'applicazione di energie a minore costo sociale e ambientale.


I dati dell'IST sono drammatici e sottolineano come la provincia di Savona abbia la mortalità più elevata per tumori maligni rispetto a tutto il resto della Liguria e doppia rispetto alla media nazionale: a Noli è cinque volte la media, per cancro ai polmoni nelle donne.

Senza considerare le malattie ischemiche (un solo dato +44% nelle femmine a Vado), malattie polmonari, cardiovascolari, asma e bronchiti croniche. Infine risibile è il discorso della difesa dell'occupazione perché oggi,oltre alla metanizzazione degli impianti in centri abitati, vi è la tecnologia per costruire edifici a risparmio energetico (Bolzano, Germania), centrali a biomasse, eolico, eolico di alta quota Kite gen, fotovoltaico, solare termico; con ben altro impatto sull'occupazione.

Mi rattrista pensare a un sindacato confederale ridotto al rango di gigante istituzionale ma nano politico, appiattito sulle posizioni di un sindacato categoriale , comprensibilmente ricattato e non autonomo, legittimato solo dalla controparte. Sempre disponibile ad un confronto sereno, invio i migliori saluti.

Vito Brunetti"

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13 ottobre, a Tarquinia l'assemblea pubblica sull’Autostrada Tirrenica


Comunicato
"Finalmente a Tarquinia l’assemblea pubblica sull’Autostrada Tirrenica

Il comune di Tarquinia ha negato il consiglio comunale aperto sul tema dell’Autostrada, non consente alla collettività di presentare e discutere il tracciato definitivo dell’Autostrada tirrenica allora le associazioni ed i comitati danno appuntamento a tutta la cittadinanza a Tarquinia il 13 Ottobre alle 17.30 presso la sala della Cooperativa Pantano per un’Assemblea Pubblica.

Il 13 Ottobre tutti i cittadini potranno OSSERVARE , nel vero senso della parola, il tracciato dell’Autostrada Tirrenica con il supporto di una stampa ingrandita che rimarrà a disposizione anche nei giorni successivi per la miglior comprensione di un tracciato che nessuno ha mostrato, al pubblico in contradditorio.

I comitati e le associazioni rivendicano il diritto di manifestare il proprio dissenso per un progetto autostradale, la Tirrenica che sancisce soltanto la perdita, immotivata, di un bene comune, la SS. 1 Aurelia per un’Autostrada a pagamento, che metterà in ginocchio la viabilità di tutto il territorio.

L’assemblea non avrà paura di raccontare tutte le false verità che ci sono nel progetto Autostradale della Rosignano Civitavecchia, che continua a puntare su motivazioni politiche, slogan, quando i territori hanno bisogno di risposte reali!

L’assemblea darà ampio spazio alla storia trentennale della Tirrenica, con protagonisti e documenti, saranno spiegate le false verità, che:

1) L’Autostrada è indispensabile per lo sviluppo del territorio
2)Le merci viaggeranno piu veloci
3)Il progetto prevede l’esenzione del pedaggio
4) L’autostrada serve per la sicurezza!
5) Non ci sono alternative all’Autostrada
6) Le complanari garantiranno la mobilità per chi non vorrà pagare il pedaggio

I comitati rivendicano l’inganno della Tirrenica che di fatto cancellerà una strada Millenaria come l’Aurelia e quindi spostamenti veloci su strada statale, per obbligarci a pagare il pedaggio su un’Autostrada che non lascerà alternative ad una viabilità che vedrà transitare su piccole strade ad una corsia per senso di marcia senza spartitraffico, mezzi pesanti, mezzi agricoli, ciclisti.
Nessuno dice che questo tipo di viabilità sarà più pericolosa e più onerosa, anche dal punto di vista energetico, visto che occorrerà il doppio del tempo e del carburante per gli spostamenti giornalieri!
Sul pedaggio c’è la più ingannevole delle verità, promettere che non si pagherà il pedaggio è scorretto, perché tutto il progetto della SAT è impostato su un Projet Financing che basa il suo rientro economico solo sul pedaggio!
Dire che non si pagherà il pedaggio e scoprire che vi saranno due punti di esazione, uno prima e l’altro dolo lo svincolo dell’Aurelia Bis, vuol dire che i cittadini non si devono fidare dei proclami politici.
IL volantino dell’iniziativa è una supposta su cui c’è scritto SUPPOSTA TIRRENICA, DOPO L’INSERIMENTO PAGARE IL PEDAGGIO!, per rendere evidente che il progetto non è stato il frutto di una discussione che tenesse conto delle reali esigenze dei territori ma di un AFFARE, una supposta, su cui oggi SAT realizzerà l’Autostrada al posto dell’Aurelia.
La scaletta dell’assemblea affronterà il problema degli espropri e del ricorso delle Associazioni Ambientaliste contro il progetto Autostradale, che non ha voluto tener conto del fatto che tutto il territorio voleva una viabilità sicura, gratuita, poco impattante ambientalmente ed economicamente: cioè il raddoppio e messa in sicurezza dell’Aurelia secondo il progetto ANAS del 2001.

Movimento Nocoke Tarquinia

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9 ottobre 2011

Porto di Civitavecchia, Confitarma chiede libertà di violare la legge

Da centumcellae.it
"Toni accesi avrebbero animato l’assemblea nazionale degli armatori tenutasi lo scorso giovedì 6 ottobre alla presenza del Ministro dei trasporti Matteoli. Durante l’assemblea, il Presidente di Confitarma Paolo d’Amico avrebbe dichiarato – in riferimento alle trentadue denunce elevate nel Porto di Civitavecchia nei confronti degli armatori – che se si perpetuasse una simile situazione, le navi saranno costrette a fare scalo in altri porti. Un’affermazione questa, che ha subito suscitato calde reazioni: “Piuttosto che lanciare minacce – risponde immediatamente il consigliere Vittorio Petrelli- “il presidente farebbe bene a confrontarsi con chi, a Civitavecchia, solleva due questioni fondamentali: la salvaguardia della salute pubblica e, a seguire, il lavoro e lo sviluppo”. Negli ultimi anni infatti, il porto di Civitavecchia è arrivato a gestire elevati livelli di traffico, da cui consegue una situazione di vero e proprio allarme ambientale. “Quanto alla questione delle denunce” continua Petrelli “il Presidente è così certo che non troverebbe un ugual trattamento negli altri porti in considerazione che la normativa è nazionale e l’attenzione ambientale, specie nei confronti dei porti, è abbastanza elevata dappertutto?” Sulla stessa linea di Petrelli, arrivano le accuse al comportamento degli armatori da parte di Marco di Gennaro. “Ci saremmo aspettati dagli armatori un comportamento più serio e responsabile”- dichiara il segretario Udc – “pretendere infatti di passare da carnefici a vittime e per di più fare ricatti occupazionali non è né serio né responsabile”. La questione dell’abbattimento dei fumi poi, sulla cui emergenza si era espresso anche lo stesso Sindaco, sembra essere avvolta, per usare una terminologia ad hoc, in una fitta e intricata nebulosa. “Una soluzione in tempi brevi doveva essere l’impegno preso qualche tempo fa”- continua di Gennaro – “ma ad esso non è seguita alcuna tangibile iniziativa e le navi continuano ad emettere nuvolaglie nere con le quali sfidiamo chiunque pensi che non siano nocive a fare corroboranti inalazioni”.
Parla invece di problema sottovalutato il Consigliere comunale dei Verdi Alessandro Manuedda, che ricorda quanto sottolineato dalla Commissione Europea, proprio per dare il giusto peso alla questione, nel documento datato 25 luglio 2011, il quale afferma: “Dato che le emissioni di inquinanti atmosferici possono attraversare grandi distanze, molte emissioni marittime avranno un impatto a terra, in particolare quando si producono vicino alla costa. È stato previsto che, senza ulteriori interventi di regolamentazione, la crescita incessante delle emissioni di SO2 e NOx del settore marittimo supererà il totale delle emissioni di questi inquinanti proveniente da tutte le fonti terrestri entro il 2020”. “Tale analisi – commenta Manuedda – ribadisce che, contrariamente a quanto affermato dal presidente della Confederazione Italiana degli Armatori, le navi non sono certo ‘il mezzo meno inquinante che ci sia’ ma, anzi, rappresentano, soprattutto per alcuni inquinanti, uno dei principali fattori di pressione ambientale e sanitaria. A Civitavecchia, come nel resto del mondo, siamo appena all’inizio del cammino che dovrà condurre alla riduzione dell’inquinamento prodotto dalle navi, che, al di là dell’aspetto visibile dei fumi neri, è rappresentato da centinaia di tonnellate all’anno di polveri, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, con il relativo contributo alla formazione di inquinanti secondari, quali ad esempio l’ozono. La strada è lunga e tra istituzioni, cittadini e armatori, ognuno deve fare la propria parte. Quella degli armatori non può che essere di rispettare le leggi senza aspettarsi particolari elogi e di aprire i cordoni della borsa per una manutenzione ottimale delle navi”.
Piccata la replica alle parole di D’Amico, infine, anche da parte del comitato NessunDorma, che rispondono: Noi non pensiamo che i reati contestati siano immaginari, ma la Procura della Repubblica e la Capitaneria di Porto sono i soggetti autorizzati a rispondere. Per quanto attiene invece alla nostra protesta, possiamo affermare che, proprio perché non in possesso di strumenti di monitoraggio della qualità dell’aria, abbiamo chiesto e ottenuto una centralina con gestione Arpa Lazio per il controllo dei fumi e degli altri inquinanti all’interno del porto. Ma è evidente che, in assenza di strumenti, le persistenti fumate nere, il colore giallastro del cielo, la qualità dell’aria, che due giorni su tre non raggiunge il livello di “buona” e i malesseri fisici accusati dalla popolazione, costituiscano un serio e valido motivo di preoccupazione per i cittadini stessi, nonchè una seria minaccia alla loro salute. Oppure dobbiamo pensare che decine di navi ormeggiate in porto, con migliaia di persone a bordo, non costituiscano un serio impatto ambientale in termini di emissioni inquinanti?”. Quanto poi alla minaccia di D’Amico di dirottare su altri porti le navi degli armatori il comitato risponde così: “Volendo prescindere dall’indiscussa posizione strategica del porto di Civitavecchia, l’affermazione risulta a dir poco illogica, visto che le leggi vanno rispettate su tutto il territorio nazionale. A meno che il presidente non conosca città, dove passando con il semaforo rosso, si guadagni un bonus”.

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7 ottobre 2011

Appello internazionale per ridurre le sovvenzioni pubbliche alle fonti fossili

Dal blog di Gualerzi (Repubblica)

"L’Ocse e l’Agenzia internazionale per l’energia hanno lanciato un appello per ridurre le sovvenzioni ai carburanti fossili, che nel 2010 hanno superato i 400 miliardi di dollari nel mondo. “E se non ci saranno cambiamenti di politica da parte dei governi, potremmo raggiungere i 660 miliardi di dollari nel 2020, pari allo 0,7% del pil mondiale”, ha avvertito Fatih Birol, capo degli economisti dell’Aie.

A sua volta, riferiscono le agenzie di stampa, il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, ha commentato che il livello di sovvenzioni è divenuto “insostenibile” e che la cifra è superiore a quella delle sovvenzioni all’agricoltura nel mondo, a vantaggio di una gran parte di paesi sviluppati. Secondo i responsabili energetici dell’Ocse, abbandonare i finanziamenti alle energie fossili (petrolio, gas, carbone) permetterebbe di ridurre la domanda mondiale di energia del 4,1% e la domanda di petrolio di 3,7 milioni di barili quotidianamente.

L’abbandono comporterebbe inoltre una riduzione delle emissioni di anidride carbonica di 1,7 miliardi di tonnellate all’anno. Secondo le stime dell’Agenzia, le sovvenzioni “che riducono artificialmente” i prezzi dei carburanti si attestano a 409 miliardi di dollari (310 mld euro) nel 2010, pari a 110 miliardi in più del 2009 a fronte del rialzo dei prezzi dell’energia (ma 150 miliardi meno del 2008, quando i prezzi avevano raggiunto un picco storico).

Un problema di cui non parla nessuno, perché come è noto l’unico vero scandalo sono gli incentivi al fotovoltaico previsti dal conto energia.

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Quanto costa il carbone alla collettività: le nuove stime dagli USA

Da Qualenergia.it
"Ogni dollaro speso in carbone ne causa 2 di danni e, senza contare l'impatto sul clima e le relative conseguenze, le centrali a carbone Usa costano all'ambiente e alla salute degli statunitensi circa 53 miliardi all'anno.

Il carbone è una fonte di elettricità economica solo perché i danni che provoca all'ambiente, al clima e alla salute umana vengono scaricati sulla collettività. A sostegno di questo concetto sono stati pubblicati diversi studi che cercano di quantificare economicamente le esternalità negative di questa fonte.

L'ultimo, intitolato “Environmental Accounting for Pollution in the United States Economy”, arriva appunto dagli Usa ed è stato pubblicato sull'American Economic Review di agosto. Le conclusioni del report (che prendiamo sintetizzate da Think Progress e da Legal Planet, blog di politiche ambientali curato dalle facoltà di legge di Berkley e dalla Ucla) mostrano appunto che i danni per ogni chilowattora prodotto bruciando carbone costano economicamente il doppio rispetto al prezzo di mercato di quello stesso chilowattora.

In totale, è l'impressionante conto fatto nello studio, le centrali a carbone Usa pesano per un quarto del GED del paese (ossia delle gross external damages, quantificazione del complesso delle esternalità negative). Un danno causato soprattutto dall'aumento di mortalità legato al biossido di zolfo e, in maniera minore, agli ossidi di azoto e al particolato fine.

Secondo lo studio il conto dei danni ambientali e sanitari delle centrali a carbone Usa per il sistema paese è di 53 miliardi di dollari all'anno. Una cifra impressionante specie se si ricorda che il calcolo si limita a considerare le emissioni di alcuni inquinanti per via aerea e non comprende altre esternalità, come ad esempio quelle legate all'estrazione del minerale, ma sopratutto non tiene conto dell'impatto delle emissioni di CO2 sul clima e delle relative conseguenze, enormi ma difficili da quantificare.

Se si aggiungesse al conto una stima conservativa dei danni legati alle emissioni di CO2, si spiega nello studio, il conto delle esternalità negative salirebbe del 30-40%. Ipotizzando che ogni tonnellata di CO2 emessa causi danni per 65 $ (ma secondo altri studiosi il conto sarebbe molto più salato) ogni chilowattora prodottoda carbone costerebbe al paese 0, 21 dollari.

Il carbone è responsabile di circa il 41% delle emissioni mondiali di gas serra e del 72% di quelle per la produzione di elettricità (dati riferiti al 2007). L'ultimo studio che ha tentato una quantificazione economica delle esternalità negative di questa fonte è "The true cost of coal" di Greenpeace. Tra malattie respiratorie, incidenti nelle miniere, piogge acide, inquinamento di acque e suoli, perdita di produttività di terreni agricoli e cambiamenti climatici, aveva calcolato l'associazione, nel 2007 il carbone a livello mondiale aveva fatto danni per 356 miliardi di euro. In Cina dove si fa ricorso al carbone per i due terzi del fabbisogno energetico nazionale - aveva segnalato un precedente rapporto, sempre realizzato da Greenpeace in collaborazione con alcuni economisti cinesi - i costi esterni del carbone sono pari a 7 punti di prodotto interno lordo.

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5 ottobre 2011

Goletta Verde a Civitavecchia, per le emissioni di centrali e porto

Dalle testate locali bignotizie.it e trcgiornale.it

Goletta verde approda nel nostro porto per sensibilizzare i più piccoli alla salvaguardia dell'ambiente ma soprattutto per illustrare, in anteprima, i dati relativi alle emissioni di Co2 prodotte nel primo anno di attività della centrale Torre Nord. La mattinata si è aperta con alcune lezioni speciali a cui hanno assistito gli alunni della scuola elementare di via Cialdi che si sono cimentati in analisi chimica dell'acqua, hanno seguito un focus sui cetacei presenti nel mediterraneo e hanno imparato a conferire nella giusta maniere i rifiuti domestici. Dopo la visita dei ragazzi sull'imbarcazione, è iniziata la conferenza stampa a cui hanno partecipato anche alcuni esponenti del comitato "Nessun dorma" e dell'associazione "XXV Aprile", attivi da tempo nella battaglia cittadina contro l'inquinamento.
"L'impianto di TVN, completato nel 2009 - ha spiegato il presidente Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati - una volta entrato in funzione, ha raggiunto il secondo posto in Italia per emissioni di gas serra, dopo la centrale Enel di Brindisi Sud. Secondo i primi dati disponibili solo nel 2010 sarebbero state liberate nell'aria circa 6,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica, mentre le quote spettanti agli impianti a credito sono meno di 5 milioni di tonnellate. Uno squilibrio, questo, che l'azienda sanerà acquistando crediti da altri soggetti più virtuosi". Il presidente poi ha ricordato le varie prescrizioni che Enel ha collezionato negli anni e che ancora sono in attesa di essere realizzate. "Mi riferisco - ha detto Parlati - a quelle individuate nel decreto Via del 2003, che sembrano ormai finite nel dimenticatoio. Nonostante l'Osservatorio Ambientale abbia ricominciato a comunicare i dati sulla qualità dell'aria, rimangono sconosciuti i valori rilevati dallo Sme (sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni), la realizzazione dell'area verde "Parco dei serbatoi" appare bloccato dopo l'apertura dell'indagine della Procura e infine il biomonitoraggio ambientale risulta obsoleto e con metodi superati. Per non parlare poi del progetto di piantumazione della posidonia oceanica, prescrizione che sarebbe dovuta servire a mitigare l'impatto della Darsena grandi masse, e di cui il bando è scaduto a settembre". A confermare la scarsa attenzione sui temi ambientali da parte dell'amministrazione e degli enti locali, sarebbe poi, secondo l'associazione, testimoniato dal fatto che le rivelazioni Arpa rivelano grosse criticità. "Per diverse zone - ha spiegato Parlati - nel 60 e 70% dei giorni all'anno spesso non si arriva ad un livello buono d'aria, a danno solamene della salute dei cittadini".
Infine l'esponente della Legambiente, insieme ad una delegazione del comitato "Nessun dorma" e dell'associazione "XXV Aprile" ha affrontato l'altro grande problema ambientale legato ai fumi delle navi in porto. L'associazione, oltre a dare la sua piena disponibilità e sostegno alla battaglia, ha dichiarato "chiederemo la verifica esatta delle prescrizioni per l'elettrificazione delle banchine e l'immediata applicazione delle stesse".

Su questo argomento riportiamo l'articolo di trcgiornale.it

Legambiente sosterrà il comitato "Nessun Dorma" relativamente alle problematiche relative ai fumi in porto. Dopo la prima tappa di Ostia, la campagna di informazione e analisi sul litorale e sul mare da parte dell'associazione ambientalista è infatti approdata questa mattina anche a Civitavecchia con la presentazione di un dossier sulle emissioni atmosferiche in città.
"L'elettrificazione del porto va attuata subito - afferma presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati - le prescrizioni previste da decenni per l'ampliamento del porto vanno rispettate alla lettera. Verificheremo con cura assieme ai cittadini . La qualità dell'aria del nord della Provincia è critica, come confermano gli studi dell'Arpa Lazio, le emissioni vanno tenute sotto controllo e rese note ai cittadini, alle istituzioni e anche alle imprese per intervenire tempestivamente a tutela della salute di tutti. Altro che impianto ecologico, il carbone si conferma il combustibile più inquinante per i gas serra. Ormai il modello delle grandi centrali impattanti è vecchio e superato. L'impatto sul pianeta è enorme rispetto a quello di piccole centrali a cogenerazione o meglio ancora di fonti rinnovabili, accompagnate da interventi di efficienza e risparmio".

"Legambiente darà sicuramente un contributo importante – dichiara il membro di "Nessun Dorma Antonio Cozzolino" - per continuare la nostra opera che è quella di sensibilizzare le autorità competenti per risolvere i problema dei fumi in porto. Abbiamo avuto un incontro con il presidente dell'Autorità Portuale Pasqualino Monti riguardo i temi di monitoraggio della qualità dell'aria e dell'elettrificazione delle banchine. Lui ci ha illustrato i progetti con il finanziamento in essere per due banchine e la predisposizione per le altre sei. Verranno inoltre installate delle centraline da parte di Arpa Lazio che saranno certamente più precise rispetto a quelle dell'osservatorio ambientale che noi riteniamo insoddisfacenti. Il dato positivo dunque è che qualcosa inizia a muoversi".

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2 ottobre 2011

I sonetti di Giancarlo Peris: "Benefattori"

Questo componimento è dedicato al gruppo bene assortito di benefattori che nel 25 marzo del 2003 diede il via libera alla riconversione a carbone di TVN-enel, nonostante tutta la popolazione del comprensorio manifestasse da anni opinione contraria. Opera assai meritoria di cui conviene conservare memoria, assieme a quella dell'operato dell'attuale sindaco Moscherini, cantore della bontà delle compensazioni per cui ha venduto la città che (ancora per poco, speriamo) amministra.

NOI NON DIMENTICHIAMO

"Benefattori" 29/09/2011

So’ stati i sindachi a porta’ er carbone:
Garufa co’ De Sio e co’ Moscherini,
I consiglieri a conferma’ ‘st’ozzione:
La Camera, Magliani, Passerini,

Grassi, Di Marco, Marsili, Ranieri,
Coleine, Cecchi, Cosimi, Giganti,
Solinas, Zappacosta e antri sinceri
Come Petrelli, Roscioni e dei santi

Quali che so’ De Paolis e Berardozzi.
Si uno se li guarda ‘st’elementi
De tutti i schieramenti so’ i più tozzi,
Ché pe’ fa’ er bene de li residenti,

Cor fa’ assorbi er carbone più pulito
Dell’ENELE fondarono er partito.



Cogliamo l'occasione per complimentarci col prof. Peris, che è stato invitato alla trasmissione "I migliori anni" di Bruno Conti:

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