No al carbone Alto Lazio

29 febbraio 2012

Costi umani del carbone - il caso degli Appalachi

Vaste zone dei monti Appalachi (area nord-est degli USA) sono interessate dall'impatto devastante delle miniere di carbone ricavate con la tecnica del "Mountaintop Removal", di cui abbiamo già parlato più volte (leggi, ad esempio, qui).

Dal 2007 ad oggi sono stati pubblicati 21 studi scientifici riguardanti i costi umani legati all'impatto ambientale di queste attività, il link è questo

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Le morti per amianto a Civitavecchia, secondo i dati Asl

Da TrcGiornale.it del 21/02
"Amianto: a Torino una sentenza storica che segna una tappa importante per la sicurezza sul lavoro. L'amianto è presente da molti anni anche a Civitavecchia e le ricadute sulla salute dei lavoratori sono da anni perno di alcune battaglie sindacali. Ma in che misura? Esiste un censimento per i posti di lavoro, le abitazioni e gli edifici pubblici, in particolare le scuole? Di pochi giorni fa le condanne emesse con pene sino a 16 anni di carcere comminate nel processo Eternit che solo in parte fanno finalmente giustizia sul dramma che ha colpito decine di lavoratori con vari tipi di tumori. Tra questi quello al polmone è il più grave: il mesotelioma pleurico per il quale ad oggi non vi sono cure e, nell'arco di poco più di 6 mesi si va incontro alla morte. L'asbesto o amianto è un minerale utilizzato moltissimo, fin dai primi anni del secolo, nelle costruzioni, ma soprattutto a livello industriale, nelle centrali, nelle navi, in vari tipi di cisterne, nelle case come nelle scuole. Pericoloso per la salute, ma solo se inalato. Solo negli anni 50/560 gli scienziati hanno pubblicato alcuni studi in cui veniva ritenuto nocivo e sospettato di essere cancerogeno: ma ci sono voluti decenni perché venisse messo al bando e, da pochi giorni in Italia, che venissero condannati i responsabili. Negli anni anche moltissimi lavoratori civitavecchiesi sono stati interessati: "nell'arco di un decennio, dal 2001 al 2011, 22 sono state le vittime nella nostra città. Di queste 9 sono dipendenti Enel, 7 portuali, 3 marittimi, 1 dipendente delle ferrovie dello stato, 1 militare ed una casalinga, moglie di un lavoratore che trattava l'amianto: questi i dati forniti dal Centro Operativo Regionale per la rilevazione di queste problematiche ed illustrate dal dottor Felice Tidei, responsabile dell'Area Industriale della Asl RmF. "Storicamente a Civitavecchia la presenza dell'amianto negli ambienti di lavoro era essenzialmente e in quantità rilevanti nelle centrali Enel e Tirreno Power cioè Torre Valdaliga Sud e Fiumaretta. Il problema maggiore - secondo l'esperto chimico della Asl - è sorto con le scoibentazioni, fatte senza nessuna precauzione, perché si ignoravano ancora le conseguenze, per cui si sono avute molte esposizioni". Oggi questo tipo di intervento può essere effettuato solo da ditte altamente specializzate ed autorizzate. "Il problema è che l'insorgenza di questo tumore - ha proseguito il dottor Felice Tidei - ha dei tempi di latenza molto lunghi: si parla di 30/40 anni. Quindi sono interessati i lavoratori impegnati nelle centrali o in altri settori esposti all'amianto negli anni 50/60". Per coloro che intendono togliersi ogni sospetto, quindi, è opportuno effettuare radiografie, tac e controlli mirati. "Oggi la situazione è quasi sotto controllo, ma - conclude il responsabile Asl - non esiste ad oggi alcun censimento". Forse questo avrebbe dovuto essere il primo importante rilevamento da fare, per venire a conoscenza dell'entità del fenomeno nella nostra città e, magari nei comuni limitrofi, utilizzando magari i fondi messi a disposizione a suo tempo dall'Enel, a tutela della salute dei lavoratori e, più in generale dei cittadini. Ci vorranno comunque ancora decenni per eliminare definitivamente l'amianto da tutti gli ambienti.

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16 febbraio 2012

Parco dei serbatoi e l'arroganza di Moscherini

Da biGnotizie
Intervento congiunto da parte delle associazioni NaturalMente, Forum Ambientalista e Italia Nostra sul bosco Enel. In una lunga lettera i presidenti dei movimenti (rispettivamente Massimiliano Di Grado, Simona Ricotti e Roberta Galletta) ricordano al sindaco Moscherini l'obbligatorietà del provvedimento.

"Apprendiamo - affermano -con favore che, anche grazie alle pressioni esercitate dalle nostre Associazioni e da centinaia di firme di abitanti del comprensorio, oltre che dall'intervento della Procura della Repubblica, il Ministero ha finalmente approvato il progetto per la realizzazione del cosiddetto "Parco dei serbatoi" in ottemperanza a quanto prescritto nella Valutazione di Impatto Ambientale della Centrale.
Un progetto, al di là di fantasiose interpretazioni, previsto tra "gli interventi di ottimizzazione dell'inserimento (della centrale nds) nel territorio e nell'ambiente, nonché ... tesi a riequilibrare eventuali scompensi indotti sull'ambiente", da realizzarsi in area limitrofa la centrale in quanto proprio la VIA stabilisce che vi debba essere "la riprogettazione della fruizione delle aree limitrofe alla centrale (incluso l'accesso al mare) e delle modalità di accesso a queste da parte della popolazione, allo scopo di ridurre l'estraneità della centrale al territorio circostante" con "la creazione di un parco, in luogo del parco serbatoi, inserito del percorso ciclabile fra Civitavecchia e la pineta costiera La Frasca può effettivamente contribuire a migliorare la percezione dell'impianto, rendendolo meno estraneo alla città" e consistente in "un'area a parco caratterizzata dalla presenza di ampie radure intervallate da fitti insiemi boschivi, caratteristici del paesaggio costiero circostante", il tutto, al fine di mitigare gli effetti della centrale sulla componente ambientale. (cit. VIA 680/2003).
E puntuale il sindaco Moscherini esprime la sua ormai scontata contrarietà alla realizzazione di tale progetto.
Ribadiamo, per memoria del Sindaco, ma anche a chiarezza di quanti si sono espressi nel merito, che il bosco, essendo intervento compensativo prescritto nelle autorizzazione all'esercizio della centrale, è un obbligo di legge, e non provvedimento dipendente dal libero arbitrio di un semplice Sindaco, seppur pieno di sé come quello di Civitavecchia, nell'ambito di atti convenzionali; affermare ciò è, non solo fare falsa informazione, ma sintomo di quell'arroganza e di quella disonestà intellettuale che sempre più caratterizza la gestione della cosa pubblica a livello locale.
Viene spontaneo domandarsi come mai il Sindaco, che, in nome di un presunti benefici occupazionali, addita a partito del No quanti si oppongono ai progetti da lui proposti, tutti peraltro caratterizzati da gravi ripercussioni ambientali, sia poi in prima fila nell'opporsi ad un progetto la cui realizzazione comporterebbe, questo si, un respiro di sollievo alla disastrata situazione occupazionale cittadina, senza per questo danneggiare ulteriormente l'ambiente ed anzi migliorando la qualità di vita dei cittadini.
Patetiche, peraltro, le argomentazioni addotte a supporto di tale contrarietà quali la preoccupazione per dove i Civitavecchiesi porteranno i propri figli a passeggiare (ma di quello che respirano non glie ne è mai fregato nulla!) o la necessità di istituire un oasi, che il WWF esperto di tale materia ha già ben chiarito non realizzabile, in area già naturalmente caratterizzata come boschiva.
Nel suo arrogante esternare Moscherini si mostra per quello che veramente è: il rappresentante del vero partito del no, in quanto partito della "rinuncia": la rinuncia a tutelare la salute della popolazione e la qualità dell'ambiente dalla prepotenza di quanti considerano tali aspetti variabili dipendenti del proprio profitto aziendale; rinuncia a riconquistare alla città spazi verdi sottraendolo agli appetiti cementificatori di novelli colonizzatori; rinuncia a governare a tutela degli interessi collettivi favorendo invece quelli dei poteri forti.
Ma questo i cittadini lo sanno già: ne hanno testimonianza diretta nella devastazione del territorio e nel peggioramento della qualità della vita a cui quotidianamente abbiamo assistito negli ultimi anni".

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10 febbraio 2012

Da Canino un primo "no" al dissociatore molecolare

Presso l'aula consigliare del Comune di Canino si è votato sul "dissociatore molecolare", e l'esito è un "no" all'installazione dell'impianto. Un resoconto da F. Lucangeli (Movimento 5 Stelle) Canino
Invitiamo i cittadini a non abbassare la guardia, in quanto fa parte della culturaglia vetero-partitica la ricerca dell'accordo sottobanco, dopo aver sbandierato un primo diniego a un'opera che appaia impopolare.

Intervengono a ribadire il "no" anche altri esponenti della politica locale:
F. Talenti (pdl Montalto di Castro)
S. Caci (Montalto di Castro)
U. Tardioli (Montalto di Castro)

Visto il periodo pre-elettorale, sarebbe saggia precauzione passare al vaglio affermazioni e condotta di ogni candidato. Chi mai vorrebbe, in questo momento, esporsi pubblicamente su un tema sicuramente impopolare?

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7 febbraio 2012

La nostra salute per le mucche in passerella

Gli amici di Per il bene di Tarquinia documentano uno dei modi con cui si sono spesi i soldi delle sporche compensazioni economiche provenienti dal carbone TVN. Clicca qui

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I sindaci del carbone e la prevenzione contro il cancro

Da Per il Bene di Tarquinia "Giornata mondiale sul cancro... Maglia nera ai sindaci del carbone!"

"Il 4 Febbraio si celebra la giornata mondiale sul cancro, la dott.ssa Gentilini dell’ISDE, da sempre impegnata contro i danni provocati dagli inceneritori, ci invita ad una riflessione in una lettera che pubblichiamo di seguito insieme al testo di Ambiente e Tumori, dove si trova il contributo del dott. Paolo Franceschi, referente ISDE di Savona, da sempre impegnato contro l’utilizzo dell’uso del carbone nella centrale di Vado Ligure.
La riflessione è sulla Prevenzione Primaria, indicata come l’unica strada maestra della guerra contro il cancro, in un territorio come il nostro inquinato da più di 50 anni di servitù energetiche, dove il carico inquinante aumenta ogni giorno, lasciando nel cielo sopra Civitavecchia un segno indelebile, di grigio fumo e odor di morte.
Una buona occasione quindi per riflettere su una patologia che, secondo dati ufficiali, nel 2011 è stata diagnosticata in 360.000 italiani, ne affligge 2.243.953 ed ha causato 176.000 decessi (http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/aggiornamenti.asp).
Nei territori dove si brucia carbone, non ci sono dati per cui allarmarci, se non nelle pieghe di studi, che seppur validi, non se ne vuole tener conto, magari proprio per evitare ampliamenti di centrali a carbone come a Vado Ligure, riconversioni a Carbone come nel caso di Civitavecchia e Porto Tolle, ne tantomeno per valutare i danni conclamati all’agricoltura, indicata come no food a Brindisi dove c’è la centrale elettrica a carbone più inquinante d’Italia.
Eppure gli studi ci sono, a Civitavecchia l’incidenza di cancro è preoccupante, come un’epidemia eppure, nessuno interviene, nessuno si prende la responsabilità di verificare se davvero, un territorio come il nostro può ancora sopportare tale carico inquinante,
Dove si brucia carbone, non si controlla neanche l’aria che si respira, anzi spesso il controllato, fa il controllore, con buona pace dei sindaci che partecipano, come arbitri muti, a consorzi per la gestione di Osservatori fantasma.
Il cancro uccide eccome, città come Civitavecchia non hanno neanche un registro tumori, come a Tarquinia, che se pur avviato ci vorranno anni per avere dati ufficiali, di cui nessuno avrà di che fidarsi, visto come è andata la storia della prevenzione ai tumori fino ad oggi.
Il mondo ricorda la giornata contro il cancro, noi ricordiamo che non i nostri Sindaci che si impegnano per la riduzione dell’inquinamento, per una Prevenzione Primaria contro il cancro, anzi continuano ad incassare denaro dall’ inquinatore, contro ogni logica di tutela della salute!
Questa la lettera della D.ssa Patrizia Gentilini:

il 4 febbraio è una giornata speciale per noi forlivesi, è infatti il giorno in cui si festeggia la Madonna del Fuoco, nostra Patrona, ed anche il giorno in cui, a livello internazionale, si celebrerà quest’anno la “Giornatamondiale contro il cancro”. Una buona occasione quindi per riflettere su una patologia che, secondo dati ufficiali, nel 2011 è stata diagnosticata in 360.000 italiani, ne affligge 2.243.953 ed ha causato 176.000 decessi (http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/aggiornamenti.asp).
Alla diagnosi e alle terapie del cancro vengono destinate anche nel nostro paese ingenti risorse: è stato calcolato che nel 2009 il costo per la sola chemioterapia sia ammontato mediamente per ogni centro italiano a 2,2 milioni di euro, in aumento del 90% rispetto al 2004.( http://salute24.ilsole24ore.com/articles/6738-oncologia-in-italia-bene-lassistenza-ma-raddoppia-la-spesa). Anche per quest’anno, il 2012, si punta l’attenzione sui fattori di rischio individuali e sul potenziamento di nuove terapie, studiando ad esempio il microbioma, ovvero i miliardi di batteri che il nostro corpo ospita fin dalla nascita, nell’ipotesi che possa essere correlato allo sviluppo del cancro, specie del colon retto http://www.edott.it/Specialisti/SanitaQuotidiana/01-02-2012/Sabato-e-la-Giornata-mondiale-contro-il-cancro.aspx.
Ma siamo davvero convinti che tutto ciò sia utile? Stiamo davvero vincendo questa guerra o siamo ancora lontani dal traguardo?
Credo sia utile ricordare una lettera del 2005 – ma più che mai attuale – “Come vincere la guerra contro il cancro”, che abbiamo distribuito agli intervenuti alla presentazione del volume “Ambiente Tumori ” il 26 gennaio scorso a Forlì. Questa lettera è stata scritta da Samuel S. Epstein , Professore Emerito di Medicina Ambientale e del Lavoro presso l’Università dell’Illinois di Scuola di Sanità Pubblica e Presidente della Cancer Prevention Coalition ( http://www.world-wire.com/news/0510050001.html): in essa, facendo un paragone fra la guerra contro il cancro e la guerra in Iraq, l’ Autore constata che entrambe sono condotte “in modo sorprendentemente maldestro ed ingannevole”.
Di fatto i “generali che conducono la guerra al cancro richiedono miliardi di dollari – oltre ai 50 miliardi di dollari già spesi – al fine di sconfiggere il flagello del nemico. Ma, in modo crescente, esperti indipendenti stanno riferendo che le strategie di questi generali sono palesemente sbagliate e che costoro coscientemente travisano gli insuccessi al fine di fornire falsi, rosei scenari….. Ma dopo trent’anni di reclamizzate ed ingannevoli promesse di successi, la triste realtà è infine affiorata: stiamo infatti perdendo la guerra al cancro, in un modo che può essere soltanto descritto come una sconfitta. L’incidenza dei tumori – in particolare della mammella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi e i linfomi, in particolare nei bambini – che non possono essere messi in relazione con il fumo di sigaretta, hanno raggiunto proporzioni epidemiche………C’è una forte evidenza scientifica che questa moderna epidemia sia dovuta all’esposizione a cancerogeni industriali in tutti gli ambienti – aria, acqua, suolo, posti di lavoro e prodotti destinati al consumo, in particolare cibi, articoli da toeletta, cosmetici e prodotti per la casa – e persino in farmaci di uso comune. …..Trascurando la prevenzione – il principio basilare che la medicina ci ha insegnato nel corso dei secoli e la necessità di ogni scienza ancora una volta sottolineata nella guerra contro il cancro – i nostri generali del cancro hanno abbracciato la strategia del “controllo del danno”, simile al trattamento dei soldati feriti, invece di cercar di impedire l’avanzata del nemico. Il semplice fatto – più il cancro viene prevenuto e meno c’è da curare – continua a non essere presente nei piani di battaglia de! i genera li”.
Ed Epstein termina con queste parole che devono assolutamente farci riflettere:”Quasi tutti gli americani conoscono le pene causate dal cancro a parenti e amici. Il crimine è che molti di questi tumori sarebbero evitabili”.


La necessità di una inversione di rotta nella guerra conto il cancro è ormai indicata con chiarezza anche nelle più prestigiose scientifiche quali Nature che, con una immagine del maggio 2009 più efficace di tante parole, ci dice che è giunto il momento di scalzare dalle radici la mostruosa pianta del cancro e non limitarci a potare qualche ramo in qua ed in là.
Questo il messaggio che abbiamo inteso ribadire anche nell’incontro del 26 gennaio con la presentazione del volume “Ambiente Tumori” e che ci auguriamo – magari con l’ “illuminazione ” della Patrona di Forlì e perchè no, anche con la “benedizione” del nostro San Pellegrino Laziosi, Protettore dei malati di tumore e lui stesso miracolosamente guarito da un tumore osseo – possa essere accolto, in modo chela Prevenzione Primariapossa diventare finalmente la strada maestra della guerra contro il cancro.

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