No al carbone Alto Lazio

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27 novembre 2009

Riconversione a carbone e inceneritori, le vere indecenze firmate Marrazzo

Riprendiamo un articolo a firma di R.Pirani, www.buonsenso.info. Fonte: Terranauta

L’ex Governatore della regione Lazio Piero Marrazzo è stato travolto da “scandali sessuali e non" a seguito dei quali ha deciso di dimettersi. Al di là delle ombre che stanno sempre più avvolgendo questo caso, è doveroso domandarsi in che modo il presidente avesse svolto il suo mandato politico nella regione. Tra inceneritori, debiti e centrali a carbone forse… poteva fare di meglio.


Queste le parole usate oggi (domenica 25 ottobre, ndr) nel suo editoriale su Il Fatto da Marco Travaglio. Parole io credo del tutto infondate. In realtà Piero Marrazzo come Governatore ha fatto più danni della grandine, se si ha voglia di leggere spiego anche perché.

Piero Marrazzo è stato un pessimo Governatore per la Regione Lazio, fare politica (bene) non è una cosa semplice, e l’occasione è stata sprecata. Marrazzo ha cominciato promettendo molto in campagna elettorale, al momento dei fatti ha tradotto nel suo esatto contrario dichiarazioni come “La Regione sarà un palazzo di cristallo”. Come no. Basta andare ad Albano, Tarquinia e Civitavecchia, Malagrotta e dintorni, Colleferro, Aprilia, etc a verificare come si sono tradotte le sue promesse elettorali, stile a pagina 52 del programma: “…occorrerà un intervento per impedire la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia…”.

Ha proseguito con imposizioni senza rispetto di svariate normative, prima fra tutte quella della partecipazione prevista alle scelte come quella irreversibile se realizzato l'impianto di Albano. Per non parlare solo delle scelte “alla vaccinara” nel settore dei rifiuti basti ricordare l’inchiesta sempre dei vostri colleghi di Report nel settore della Sanità: un buco nero che assorbe la stragrande maggioranza del bilancio regionale.

Gli sprechi di denaro pubblico continuano, e basta parlare con un medico ISDE come Giovanni Ghirga, e assistere alle sue relazioni nei convegni, per verificare il debito pubblico “atteso” nel settore della Sanità fra pochi anni dopo quello lasciato da altri governatori fino al 2005. Se non si interverrà con la prevenzione primaria non si sa proprio dove si potranno trovare le risorse necessarie.

Un esempio su tutti di come ha governato Piero Marrazzo è quanto è accaduto lo scorso giugno a Tarquinia: prima ha invitato sul palco una persona, poi non gli ha concesso il microfono, sapendo che una persona informata gli avrebbe procurato una pessima figura.

…“Marrazzo, che aveva già concluso il proprio intervento, ha cercato di gestire la situazione invitando sul palco un "No Coke", che è salito per un confronto". Il governatore Marrazzo però, dimostrandosi non molto affidabile, non ha "concesso" il microfono al cittadino di Tarquinia, che ciò nonostante è riuscito ad avvicinarsi quanto basta per far riecheggiare nella piazza parole di denuncia per l'inerzia sua e dei politici seduti in prima fila per quanto accade a Civitavecchia. Si sta bruciando carbone senza AIA (autorizzazione integrata ambientale) e in contrasto con la Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) e si sta bruciando carbone senza aver attivato l'Organismo di Controllo previsto dall'Autorizzazione Unica del 2003, per vigilare durante le fasi di collaudo.
Marrazzo per tranquillizzare i presenti ha detto che non c'è nulla da temere, si faranno i monitoraggi, ci sono le centraline dell'ARPA, l'agenzia regionale di protezione ambientale. La verità è che NON esistono centraline Arpa a Tarquinia ed il presidente Marrazzo non lo sa.

Come se non bastasse questo comportamento, occultato da tutti “i media che contano” (ancora Il Fatto non esisteva), più recentemente prima dei fatti finiti sui giornali negli ultimi giorni, questa è stata una sua dichiarazione al Corsera Roma: “se il PD fa le primarie per scegliere il nuovo Governatore, io corro da solo”. Quel che si dice un sincero Democratico.

inceneritori regione lazio
In tutta l’attuale legislatura, Piero Marrazzo si è contraddistinto per il suo favore verso la truffa dei Cip 6 e contro la direttiva 2001/77/CE
In tutta l’attuale legislatura, Piero Marrazzo si è contraddistinto per il suo favore verso la truffa dei Cip 6 e contro la direttiva 2001/77/CE; non ha mai voluto incontrare la Rete regionale rifiuti del Lazio a differenza di Comune e Provincia di Roma, arroccandosi dietro i privilegi da “Commissario”.

Leggasi anche il suo sito (non aggiornato da quasi un anno) suggestivo di nulla ed esplicativo di niente per una campagna di sensibilizzazione costata centinaia di migliaia di euro.

Con atti discrezionali e illogici (lavoratori instancabili se pensiamo alle date) come il 30 dicembre 2007 e il 13 agosto 2009 ha concesso l’iter autorizzativo per l’impianto di Albano, un inceneritore in piena zona agricola (!). A nulla sono serviti (veri) scandali come Colleferro per fare ragionare chi doveva ragionare, nel merito. Per chi non conoscesse la materia e l’argomento, certe considerazioni potranno apparire “di parte”… i soliti comitati e associazioni non affidabili. Bene.

Leggasi cosa scrivono quei sovversivi della CORTE DEI CONTI a maggio del 2007: (STRALCI della Relazione, sul fallimento della gestione commissariale durato 8 anni) ..."...in generale, non si è proceduto all’incentivazione della raccolta differenziata tramite l’introduzione della tariffa sui rifiuti modulata sulla quantità d’indifferenziato conferito al servizio di raccolta cittadino, né ad iniziative di incentivazione per coloro che attuano la raccolta differenziata, il compostaggio ed il conferimento alle isole ecologiche promosse da Comuni e Province. Ciò, a parte i danni di ordine ambientale evidenti, potrebbe avere provocato anche danni finanziari alle casse pubbliche, derivanti sia dai mancati introiti per la vendita del materiale raccolto in maniera differenziata che dai costi di conferimento dei rifiuti indifferenziati agli impianti di smaltimento…".

Sembra il WWF invece è la Corte dei Conti: "...Risulta evidente che l’emergenza è stata disposta unicamente allo scopo di determinare la sospensione dell’applicazione delle normative di settore, limitare gli obblighi di concertazione, e il principio di ripartizione delle competenze...".

E infine, la perla (si fa per dire): "...Suscita notevoli perplessità e preoccupazione, per la palese violazione delle direttive comunitarie e nazionali sulla concorrenza, che per l’impianto di gassificazione di Malagrotta sarebbero intervenuti atti amministrativi di assegnazione dei lavori di costruzione e di esercizio nell’ambito di una non meglio chiarita procedura di affidamento diretto...".

Per verificare come si sono tradotte le sue promesse elettorali basta andare ad Albano, Tarquinia e Civitavecchia, Malagrotta e dintorni, Colleferro, Aprilia, etc
Nessuno ha mai smentito la Magistratura contabile. Il Commissariamento con a capo il Presidente Marrazzo è finito, non così i suoi effetti. Alzi la mano chi ne ha mai saputo qualcosa, al di fuori degli “addetti ai lavori” e di chi non guarda Report su rai 3.

Il Signor Piero Marrazzo aveva e ha tutto il diritto di fare quel che crede nella sua vita privata, rispetto ad altri ha avuto il buon gusto di non utilizzare sedi istituzionali per incontri privati, ma non è giustificabile se ha mentito su tali fatti (sottostando ad un ricatto), e se per recarsi a tali incontri ha utilizzato auto blu.

Se i media avessero fatto il proprio dovere, mostrando alla pubblica opinione le sue azioni politiche, probabilmente non si sarebbe arrivati a dimissioni di fatto per “scandali sessuali”. Si sarebbe entrati nel merito e non assistito ai cori da stadio delle ultime ore, fra “comprensivi”, "imbarazzati", e i “diversamente concordi” che aspirano a ritornare al controllo della Regione.

Che Piero Marrazzo “non abbia governato male”, insomma, è tutto da dimostrare.
In allegato una lettera che centinaia di persone e sigle di associazioni, dopo averlo inutilmente atteso per ore sotto la pioggia, gli scrissero a dicembre 2008. Averla protocollata oggi assume un significato lungimirante e impietoso.

Non avendo argomenti per spiegare le sue azioni, a questa lettera, l’ex Presidente di fatto della Regione Lazio non ha mai risposto. Se Il Fatto la pubblica, fa quasi uno scoop ritardato.

Chi scrive ha pubblicato tutti questi argomenti e denunce in un libro dal titolo “Lo stivale di Barabba”, Macro editore, che sfortunatamente non ha mai avuto una sola recensione eccetto lo spazio concesso dal giornalista Beha sul suo sito. Rai, Mediaset, L’Unità, La Repubblica, il Corriere della Sera, non pervenuti.

Se è nato un giornale come Il Fatto è per colmare un vuoto, speriamo che si parli di fatti e azioni.

Per gli scandali in Italia non si dimette nessuno, infatti ci si "autosospende" per prendere tempo come rileva il più che condivisibile articolo di Telese oggi su Il Fatto.

Che serva almeno per ragionare e correggere scelte incomprensibili e illogiche, a prescindere da chi sarà il prossimo Governatore.

Cordiali saluti, Roberto Pirani.
www.buonsenso.info

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3 giugno 2009

Coordinamento dei Medici e Farmacisti su Marrazzo

"Finalmente, dopo più di quattro anni di equilibrismo verbale, di politichese ermetico e di furbesche promesse dilatorie, il Governatore MARRAZZO getta la maschera e lo fa in pubblico alcuni giorni orsono a Tarquinia non sapendo cosa rispondere al popolo inquinato al quale aveva fatto nel 2005, a pagina 52 del programma elettorale, questa promessa: “…occorrerà un intervento per impedire la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia…”


Ma non c’è da sorprenderci più di tanto, infatti già il 6 febbraio 2006, a margine di un convegno sull’energia all’Università “La Sapienza”, il NOSTRO partorì un diktat esplicito e machiavellico: “non posso fermare il carbone… perché le procedure della riconversione di TVN sono ad uno stadio troppo avanzato e non è nei poteri della Regione bloccare i lavori in stato di avanzamento irreversibile”. La realpolitik va a braccetto con i poteri forti della finanza energetica, sotto l’occhio benevolo e benedicente del Presidente NAPOLITANO, che invita i sudditi del comprensorio (Ladispoli, Civitavecchia, Tarquinia e Montalto di Castro) a sacrificare per altri trent’anni il loro campanilismo anacronistico sull’altare del progresso tecnologico e dell’edonismo consumistico nazionale. Noi manifestiamo indignazione per il cinismo con cui la Regione sta gestendo le nostre vite, anteponendo al diritto alla salute (art. 32 della costituzione) i bisogni energetici (art. 43 della costituzione)… nel silenzio assordante del Ministro dell’ambiente PRESTIGIACOMO che ha tanto a cuore le sorti dei cittadini al punto di non proferire parola!

Ma il nostro (??) Governatore non è da meno. Quasi, si macchia del delitto di falsità ideologica poiché durante la campagna elettorale della primavera del 2005 tuonò da tutti i palchi, coram populo: “ribadisco il NO alla conversione a carbone”, con ciò illudendo e carpendo il voto a quasi 12.000 elettori che avevano già espresso un voto contrario all’inquinamento ulteriore da parte delle polluzioni dell’orrenda ciminiera di TVN.

La doccia fredda che Marrazzo ci ha gettato addosso non potrà soffocare il nostro risentimento per l’offesa alle promesse violate. E ci chiediamo:

1. egli è semplicemente un uomo di spettacolo che non sa distinguere la realtà fattuale dagli artefatti dei giochi politici di basso profilo?
2. è già caduto nella rete dei poteri forti e milita (armi e bagagli) nell’establishment dei palazzi d’oro, dove si baratta l’oro nero o il carbone “pulito” con la salute di centomila cittadini che da più di cinquant’anni pagano un tributo di lacrime e sangue sull’altare “delle magnifiche sorti e progressive” d’un popolo prono?

Noi, che non abbiamo posti di potere da conquistare né utopie populiste da soddisfare, chiediamo agli esponenti politici del centrosinistra di “gettare a mare” l’idolo falso e bugiardo insediatosi furbescamente sullo scranno più alto della Regione e di esprimersi senza infingimenti e senza eufemismi contro i tatticismi dilatori della compagine Marrazzo.

Come se non bastasse, stigmatizziamo anche il comportamento subalterno, omissivo, vacuo e verboso dei Signori Bonelli e Brachetti i quali, nel settembre 2005, lancia in resta e cuor di leone, tuonarono che “la conversione a carbone avrebbe leso il trattato di Kyoto e compromesso le agricolture a causa delle ricadute delle polveri inquinanti e del C02”; e che “Marrazzo e l’intera giunta diranno un secco ed inappellabile NO ad ogni ipotesi di utilizzazione del carbone”.

Ora siamo qui a costatare l’ennesimo flatus vocis delle Istituzione le quali, cronicamente e penalmente omissive riguardo ai controlli sul tasso degli inquinanti e dei relativi e frequenti sfondamenti dei parametri di legge, blaterano di coniugare il diritto alla salute con il diritto al lavoro, pur sapendo che senza il rispetto dell’ambiente e della qualità di vita ogni lavoro è inutile e specioso.

2 giugno 2009 “Festa della Repubblica ma non per tutti”

Coordinamento intercomunale dei Medici e dei Farmacisti per la tutela dell’Ambiente e della Salute

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1 giugno 2009

Marrazzo contestato, offende le nostre città





Marrazzo: "Verranno fatti i monitoraggi, la salute verrà tutelata, ci sono le centraline dell'Arpa". Falso. Vergogna: a Tarquinia non esistono centraline dell'Arpa e il Presidente della Regione Lazio non lo sa.

Il 30 maggio, durante uno spettacolo nella Piazza del Comune a Tarquinia, il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo è stato contestato da sotto il palco da alcuni Cittadini che gli hanno ricordato che non sta facendo nulla, mentre la centrale a carbone viene accesa in assenza di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), essendo quest'ultima scaduta

il 24 dicembre scorso. Marrazzo, che aveva già concluso il proprio intervento, ha cercato di gestire la situazione invitando sul palco un "No Coke", che è salito per un confronto. Il governatore però, dimostrandosi inaffidabile, non ha "concesso" il microfono al cittadino di Tarquinia, che ciò nonostante è riuscito ad avvicinarsi quanto basta per far riecheggiare nella piazza parole di denuncia per l'inerzia sua, e dei politici seduti in prima fila, per quanto accade a Civitavecchia: si sta bruciando carbone senza AIA e in contrasto con quanto prescritto dalla Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) e senza aver attivato l'Organismo di Controllo previsto dall'Autorizzazione Unica del 2003, per vigilare durante le fasi di collaudo. Marrazzo per tranquillizzare i presenti ha affermato che non c'è nulla da temere, che si faranno i monitoraggi, che ci sono le centraline dell'ARPA.

La verità è che non esistono centraline Arpa a Tarquinia e, fatto grave, il Presidente della Regione non lo sa.

La verità è che nonostante le tante denunce sulla mancanza totale di rilevamenti ufficiali da parte dell'Arpa, in un comprensorio così esposto all'inquinamento, non esistono dati sulla qualità dell'aria che respiriamo.

Tarquinia, per una questione di venti dominanti, rimane il paese più esposto all'inquinamento del carbone senza tutela nè tantomeno amministratori responsabili.

Le affermazione del Presidente della Regione hanno offeso l'intelligenza dei cittadini e mortificato la loro speranza di essere difesi dall'attuale amministrazione Regionale sul tema della tutela della salute e dell'ambiente.

La centrale è stata costruita e funzionerà in base ad una Valutazione d'Impatto Ambientale contestata a suo tempo anche dalla Regione Lazio che ne richiedeva addirittura una nuova; una Valutazione d'Impatto Ambientale piena di "lacune, anomalie e omissioni" come affermato dai periti del Tribunale di Civitavecchia che se ne sono occupati.

Questi sono fatti. Il resto è storia, quella che vede il Presidente della Regione Lazio primo firmatario degli accordi che hanno portato i sindaci del comprensorio ad accettare il carbone e i soldi, in nome di una tutela della salute e dell'ambiente che non c'è.

Gli accordi economici sono considerati dai cittadini, che ogni giorno vedono quel maledetto fumacchio del carbone, un tentativo di tacitare le popolazioni in nome delle ingenti somme che l'inquinatore sta riversando su una politica resa sempre più cieca dal denaro e dal potere.

Marrazzo ci ha offeso.



Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia

Movimento No Coke Alto Lazio

www.nocoketarquinia.splinder.com

www.noalcarbone.blogspot.com

www.slegalitalia.eu

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10 gennaio 2009

Lo annunciamo da anni: assieme al carbone arriva un altro regalo. 450.000 tonnellate all'anno di rifiuti trattati da bruciare dentro TVN

"La centrale di Civitavecchia funzionerà come inceneritore".
Clicca qui per leggere l'articolo di Repubblica.

Intanto a Civitavecchia parte del mondo politico e sindacale (vedi) si dice scandalizzato da questo accordo AMA - ENEL, quando noi da anni mettevamo in guardia da questo pericolo incombente. Ovvio che la maggior parte di queste lamentele, oggi, sono strumentali e false, non credibili quanto offensive. Servirà un pò di olio (ma neanche tanto) sugli ingranaggi politici giusti, e qui si arriverà a bruciare tutto il CDR del Lazio.

Dichiarazioni: UDC, De Marco, Tidei, Cgil, centumcellae.it.

Il comunicato dei Verdi Civitavecchia:
La stampa nazionale ci informa che la gestione dei rifiuti di Roma è avviata a soluzione: è già quasi pronta la grande centrale a carbone di Civitavecchia che sarà in grado di bruciare Cdr insieme al prezioso e “pulito” combustibile nero. L’Amministratore di AMA, l’azienda romana dei rifiuti, tal Panzironi, attraverso calcoli dettagliati, conclude che insomma a regime un milione e duecentomila tonnellate all’anno di rifiuti saranno smaltite nella modernissima centrale. Prima di bruciarle se ne ricaverà il combustibile da rifiuto, Cdr “di qualità”! Ben presto qualche nostro Amministratore illuminato – non solo di destra e non soltanto, ahinoi, a livello locale - farà seguire altri calcoli, altre cifre: quanti soldi incasserà la città, quanta nuova occupazione, quanta gratitudine dalla capitale, ecc. Che dunque? Non vorremo mica azzardare la sindrome Nimby?!… Quello che né Panzironi né alcun Sindaco o Governatore di Regione ci diranno, perché è calcolo arduo e pericoloso, è quanti morti in più deriveranno al nostro territorio per le emissioni gravissime di diossine e di furani, nano-particelle altamente cancerogene. Al contrario, secondo loro dovremmo considerarci fortunati: possediamo il Polo Energetico maggiore d’Europa; prossimamente vi si bruceranno oltre 4 mln di tonnellate/anno di carbone pulito; adesso si progetta per noi la combustione di Cdr ma sarà, parola di Panzironi, Cdr di qualità. Che altro pretendiamo? Metafora per metafora, anche l’esito finale, con gli auguri di Buon Anno, non sarà altro che una dolce morte. Eutanasia, appunto.

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29 luglio 2008

"Telegrammi per i signori che vogliono il carbone"


Quello che segue è il testo del telegramma inviato a Berlusconi, Scajola, Prestigiacomo, Marrazzo, e ai Sindaci di: Civitavecchia, Tarquinia, Allumiere, Tolfa, Santa Marinella e Vescovo Civitavecchia.

CAUSA VOSTRE RESPONSABILITA' ENEL COMPLETA CENTRALE TVN NEGAZIONE DIRITTO SALUTE POPOLAZIONE E FONTE MORTI PREMATURE E DISTRUZIONE ECONOMIA AGRICOLA TURISTICA ALTO LAZIO. PREOCCUPANTE VOSTRA VICINANZA ENEL E DISTANZA DA CITTADINI CHE VI IMPUTANO:

BERLUSCONI: SOTTRATTO COMPETENZE TRIBUNALE CIVITAVECCHIA DOPO SCOPERTA LACUNE ET OMISSIONI PROCEDURA VIA (NON CONSIDERATA VERA SITUAZIONE SANITARIA, NON ACQUISITO FONDAMENTALI CONOSCENZE INQUINANTI CARBONE). PERMESSA CONVERSIONE TVN IN ZONA FORTEMENTE INQUINATA. MANCATA APPLICAZIONE PRINCIPIO PRECAUZIONE.

SCAJOLA: NONOSTANTE AUTORIZZAZIONI LACUNOSE E ANOMALE CONSENTITO AVVIAMENTO TVN PUBBLICIZZATA A CARBONE PULITO. FUNZIONARI SUO MINISTERO DICHIARANO NON VERO. CARBONE. TVN E' CARBONE SPORCO.

PRESTIGIACOMO: MANCATO RIESAME AIA

MARRAZZO: CALPESTATO MANDATO ELETTORALE PER FERMARE CENTRALE A CARBONE TVN. MANCATO CONTROLLO ESCAVO A MARE E MANCATA MAPPATURA INQUINAMENTO PREGRESSO. SUPPORTATO ENEL FAVORENDO TRADIMENTO SINDACI TARQUINIA E ALLUMIERE.

MOSCHERINI: CONTINUITA' OPERATO DE SIO MONETIZZATO SALUTE ABITANTI CIVITAVECCHIA. OPPOSIZIONE A RIESAME AIA CONTRO INTERESSE CITTADINI E TUTELA AMBIENTE.

SINDACI TARQUINIA E ALLUMIERE TRADITO MANDATO ELETTORALE E DELIBERATI CONSIGLI COMUNALI. CALPESTATO DIRITTO SALUTE CITTADINI E CONTRIBUITO DISTRUZIONE ECONOMIA AGRICOLA E TURISTICA DI TARQUINIA E ALLUMIERE.

SINDACO TOLFA: NON DENUNCIATO GRAVI TRASGRESSIONI DIRITTO COMUNITARIO NONOSTANTE PARLAMENTARE EUROPEO. CALPESTATO DIRITTO SALUTE CITTADINI E CONTRIBUITO DISTRUZIONE ECONOMIA AGRICOLA E TURISTICA DI TOLFA.

SINDACO SANTA MARINELLA: MONETIZZATO DANNO SALUTE CITTADINI NONOSTANTE PERICOLOSE LACUNE VIA E AIA. CONTRIBUITO DISTRUZIONE ECONOMIA TURISTICA SANTA MARINELLA

VESCOVO CHENIS: SILENTE CONTRO INQUINAMENTO BENEDICE TVN MACCHINA MORTE. 200 MILIONI EURO CALCOLO UE MORTI PREMATURE DA CARBONE. NON È DALLA PARTE DELLA VITA.

VOSTRA PRESENZA INAUGURAZIONE TVN LEGITTIMA DANNO PLURIDECENNALE A CITTADINI CHE RECLAMANO DIRITTI SANCITI DA COSTITUZIONE E OFFENDE SALUTE E DIGNITA' POPOLAZIONI INQUINATE ALTO LAZIO. NOSTRA PRESENZA È GRIDO DOLORE CONTRO INQUINATORI E COMPLICI A TUTELA FUTURO NOSTRI FIGLI.

MOVIMENTO NO COKE ALTO LAZIO E COMITATO CITTADINI LIBERI TARQUINIA

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26 luglio 2008

Offresi vacanza gratis a Marrazzo. Qualunque meta, purché senza ritorno.

Piemonte. 1 miliardo di euro investimento: in soli tre anni saranno operativi impianti fotovoltaici ed eolici capaci di erogare 1,5 Twh.
Questo dimostra il peso determinante della politica nelle scelte di sviluppo del territorio. Una politica che in questo caso ha saputo orientare la sua azione verso obiettivi di sviluppo sostenibile. Produrre energia non deve signirficare necessariamente produrre grossi rischi sanitari e danni ambientali. Un plauso alla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso.

La domanda, certo è: si vanno a costruire impianti fotovoltaici in Piemonte, mentre nel ben più assolato Lazio si costruiscono centrali a carbone, olio combustibile, turbogas? Faremmo volentieri a meno del mediocre, menzognero Marrazzo in cambio della Mercedes Bresso, questo è sicuro. Ma chi accetterebbe lo scambio?

(ANSA) - TORINO, 25 LUG - Con un investimento da un miliardo di euro sulle energie rinnovabili, fra tre anni la Regione Piemonte sara' in grado di aumentare la propria produzione energetica in misura uguale a un quarto della quantita' che attualmente importa dalla Francia. L'investimento e' previsto in una intesa fra Regione ed Enel, sottoscritta oggi a Torino dalla presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, con l'ad di Enel, Fulvio Conti. L'attuale consumo energetico del Piemonte e' di 27 Twh, di cui 21 Twh prodotto sul territorio e 6 importato dalla vicina Francia. Grazie all'intesa, che prevede la costruzione di una ventina di impianti fotovoltaici e una decina di impianti eolici, alla fine dei tre anni la Regione sara' in grado di produrre 1,5 Twh di energia in piu', un quarto dei 6 Twh oggi acquistati oltre le Alpi. Gia' lunedi' prossimo l'assessore Andrea Bairati portera' in giunta una delibera per la riconversione delle discariche di rifiuti esaurite in superfici su cui installare i pannelli fotovoltaici. Serviranno in tutto 120 ettari di terreno, pari a un terzo dello stabilimento di Mirafiori. Nei prossimi giorni partira' un tavolo di lavoro congiunto per l'individuazione dei siti e la messa a punto del progetto. La fase progettuale durera' un anno, poi partiranno i lavori. Gli impianti eolici saranno installati sui crinali montuosi a cavallo fra Piemonte e Liguria, i soli in grado di garantire venti costanti. Il solare invece sara' maggiormente distribuito sul territorio. L'obiettivo del protocollo e' arrivare a ''realizzare impianti per una potenza installata'' di 150 Mw sull'eolico e 120 Mw sul fotovoltaico. ''Questa intesa - ha sottolineato Conti - e' parte della nostra strategia di sviluppo delle fonti rinnovabili, per le quali Enel investira' sette miliardi di euro fra Europa e Nord America. Il nostro obiettivo e' arrivare in anticipo agli appuntamenti del protocollo di Kyoto. L'intesa con il Piemonte, fornendo un quadro normativo certo, ci libera da molte pastoie burocratiche e ci permette di accelerare''. ''Ci organizzeremo per garantire i tempi'', ha assicurato Bresso, che ha ricordato anche il recente accordo con Terna per il miglioramento della rete distributiva dell'energia elettrica piemontese, con i conseguenti risparmi energetici. (ANSA).
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10 luglio 2008

Considerazioni sull'accordo Enel - Comuni

Segue una Relazione sull'"accordo quadro" relativo alle iniziative per la tutela della salute, dell’ambiente, e lo sviluppo territoriale nell’area della centrale ENEL di Torrevaldaliga Nord stipulato tra Enel e Regione Lazio, provincie di Roma e Viterbo e Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Santa Marinella, Tarquinia, Tolfa. Clicca qui per scaricare il file in formato .doc

La firma dell’accordo quadro in epigrafe, al di là delle vuote dichiarazioni d’intenti su tutela della salute, sulla volontà e l’impegno di favorire lo sviluppo ed incrementare la piccola e media impresa, di perseguire “ottimali condizioni di sicurezza” e favorire la formazione, mortifica ancora di più, semmai possibile, le popolazioni dell’Alto Lazio isolandole dagli Enti locali, ammorbiditi dai cospicui contributi economici e raggiungendo, attraverso la monetizzazione del rischio, alcuni importanti obiettivi che ENEL da anni tentava di raggiungere ovvero il riconoscimento della validità e della legittimità dell’iter amministrativo e l’imbavagliamento degli amministratori locali sulle gravi carenze della Valutazione d’impatto ambientale, sulle grave situazione di sofferenza sanitaria delle popolazioni e sulle indecenti condizioni di mancanza di sicurezza sul cantiere.

Una prima considerazione non può che riguardare la mortificazione della democrazia posta in essere dai firmatari (rappresentanti di Regione, province e comuni) che hanno stralciato ogni precedente impegno programmatico e, finanche, gli atti da loro stessi approvati nelle massime assisi decisionali ( consigli e giunte) e portati avanti in questi anni senza che alcunché si sia modificato rispetto il progetto iniziale come approvato nel Decreto autorizzativo n.55 n.55/02/2003 del 24 dicembre 2003 rilasciato dal Ministero dello Sviluppo economico.

In particolare si evidenzia che :

Nel programma dell’attuale maggioranza della Regione Lazio, eletta nell’aprile del 2005, a pag 72, si legge la frase “impedire la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia”. A tale impegno, ribadito in vari incontri, fu dato seguito approvando in data 5/10/05 la memoria presentata dall’Assessore Bonelli che esprimeva testualmente: “la propria contrarietà all’utilizzo del carbone nella centrale di Torre Valdaliga Nord….”, successivamente, approvando in data 9/02/06 una nuova delibera di giunta che esprimeva la contrarietà all’uso del carbone sia a TVN sia a Montalto ed infine con Ordinanza n° Z001/2006-02-15 del 10/02/06 avente ad oggetto “Sospensione dei lavori di realizzazione delle opere a mare per la riconversione della centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord sita in Civitavecchia ex art. 10 L.R. 18/11/1991 n° 74” con la quale Il Presidente Marrazzo sospendeva i lavori delle infrastrutture a mare a servizio della centrale che, dopo un contenzioso davanti al TAR del Lazio su ricorso ENEL, veniva solo in parte annullata. Da allora nulla è cambiato se non, evidentemente, l’atteggiamento del Presidente Marrazzo che, evidentemente, piuttosto che alle istanze della popolazione ha preferito ubbidire a Bersani e dare priorità agli interessi ENEL.

Le province di Roma e Viterbo si sono pronunciate varie volte contro la riconversione già a partire dal 2001; in particolare la provincia di Roma, oltre ad appoggiare i ricorsi dei vari comuni presso il TAR, avanza al Tribunale di Civitavecchia, unitamente al comune di Ladispoli, ricorso ex art. 700 per sospetto di grave e imminente pericolo per la salute pubblica. La causa verrà annullata perché l’allora governo Berlusconi approvò la legge 30/12/04 n. 311 (finanziaria 2005) che al comma 552 demandò alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo tutte le controversie aventi ad oggetto le procedure ed i provvedimenti in materia d’impianti di generazione di energia elettrica di cui al DL 7/2/02 n.7, convertito con modificazione nella legge 9/4/02 n.55, e le relative questioni risarcitorie, ma le conclusioni a cui addivenne la relazione del Collegio peritale disposto dal Tribunale di Civitavecchia furono sconvolgenti:

“In conclusione, l’omessa valutazione della letteratura scientifica anche corredata dalla necessaria valutazione critica, la sola analisi della mortalità per altro confinata a periodi temporali lontani, e la mancanza delle analisi sulla morbosità hanno reso la procedura VIA incompleta, poco informativa e dunque non affidabile. La diagnosi epidemiologica della comunità indica un eccesso di morbosità e mortalità rilevante da un punto di vista di sanità pubblica” (p.19);

“Civitavecchia soffre e ha sofferto di effetti sanitari a causa delle centrali termoelettriche” (pag.21) ……”La speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato è diminuita”…..”I più colpiti dall’inquinamento ambientale sono gli anziani e le persone in condizioni di salute più compromesse come i malati di patologie cardiache e respiratorie”….”I bambini tendono ad ammalarsi più frequentemente per cause respiratorie” (pag.22) …..”I neonati sembrano essere a particolare rischio di morte per effetto dell’inquinamento ambientale” (pag. 23);

“l’omissione delle valutazioni di impatto nell’area regionale, la mancata trattazione del trasporto a distanza delle polveri fini, la mancata valutazione degli inquinamenti secondari (articolato secondario e ozono) rende la valutazione di impatto ambientale lacunosa ed incompleta e non significative le conclusioni sul presumibile non effetto sulla salute umana” (pag. 41);

“Nella procedura VIA il contributo all’inquinamento ambientale derivante dall’aumento considerevole del traffico navale (adibito al trasporto del carbone, calce e residui) è stato ignorato” … “Le conclusioni sulle previsioni di impatto sanitario sono infondate” (pag. 43);

“La situazione sanitaria della popolazione residente a Civitavecchia, per quanto riguarda alcune patologie per le quali è accertato dal punto di vista scientifico il ruolo delle esposizioni ambientali (tumore polmonare, tumore della pleura, malattie renali e patologia respiratoria in ambito pediatrico), appare compromessa. La valutazione dell’impatto sulla salute del progetto di riconversione appare incompleta, di ridotta significatività e non rappresentativa della reale situazione” (p. 43).

“La valutazione dell’impatto sulla salute del progetto di riconversione appare incompleta, di ridotta significatività e non rappresentativa della reale situazione” (pag. 44);

“Gli elementi disponibili per la valutazione dell’impatto del progetto sulla qualità dell’aria e della salute della popolazione non sono sufficienti per un giudizio di non nocività date le carenze riscontrate nella procedura d’impatto ambientale” (pag. 46);


La provincia di Viterbo, (che ad oggi sembra non aver firmato l’accordo in questione) con atto di consiglio del 14/01/08, fece propria la richiesta di riesame del decreto autorizzativo Map 55/2003 formulata dall’Arpa Lazio, ribadendo dettagliatamente le argomentazioni di quest’ultima ed impegnandosi a “rigettare in toto la logica delle compensazioni al danno ambientale e alla salute umana, invitando quindi i comuni e gli enti locali del territorio a rifiutare proposte compensative in denaro, beni o servizi, da parte del soggetto produttore dell’impatto ambientale stesso.”


Infine, tanto per la cronaca, il 21/05/07 I consigli delle Provincie di Roma e Viterbo, riuniti in seduta congiunta, deliberano la richiesta di riapertura della conferenza dei servizi per una nuova VIA. Il Presidente della Regione Lazio Marrazzo, presente a tale seduta assunse impegno pubblico a formulare medesima richiesta.




I consigli comunali di Tarquinia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella più volte si sono espressi contro la riconversione; di più il comune di Tarquinia con delibere di Consiglio n. 60 del 29.11.2006 e n. 1 del 12.04.07, tutt’oggi in vigore, ha espresso “in maniera inequivoca la contrarietà alla politica bieca delle “compensazioni” per i danni provocati al territorio dall’uso del carbone.” Ed ha impegnato “il Sindaco e la Giunta a rifiutare ogni tipo di contribuzione diretta ed indiretta volta a catturare il consenso con una sorta di monetizzazione del rischio a cui è sottoposta la popolazione dell’intero comprensorio”;

Con quale legittimità i rappresentanti Regione, Province e Comuni hanno firmato contravvenendo i loro stessi atti?

Entrando nel merito dell’accordo, che è da evidenziare non far riferimento ad alcuna normativa nazionale, regionale e/o comunitaria si ritiene doveroso porre in evidenza alcuni passaggi.

A Pag.2, al punto c) si legge:

“i firmatari, alcuni dei quali hanno espresso nel passato osservazioni contrarie e forti riserve sulla scelta di riconvertire a carbone la centrale di Torrevaldaliga Nord, prendono atto che ENEL ha adempiuto agli obblighi autorizzativi di legge, nonché preso impegno in base alle richieste pervenute dal Ministero dello Sviluppo Economico, per ridurre ulteriormente ridurre l’impatto ambientale della centrale al di sotto della soglia fin qui raggiunta e autorizzata; peraltro la validità delle autorizzazioni richiamate è stata confermata dalle sentenze del TAR Lazio e dal Consiglio di stato, nonché dagli esiti delle verifica sull’autorizzazione integrata ambientale (AIA) del 13 giugno 2008 da parte del Ministero Sviluppo Economico. Inoltre i firmatari ritengono che la verifica ed il monitoraggio dell’impatto ambientale ( prima, nella fase di avviamento e durante l’esercizio della nuova centrale), sono le attività da svolgere con la più alta priorità nell’interesse delle popolazioni dell’area”;

Oltre a smentire quanto approvato e sostenuto, come sopra detto, dagli enti locali, tale passaggio contiene affermazioni che mistificano la realtà dei fatti. Ancora una volta alla metodologia mistificatoria, che dimostra l’inaffidabilità dell’ente energetico e dei fautori della riconversione, contrapponiamo la realtà dei fatti e dei vari atti documentali:

Il Consiglio di Stato (Sezione Sesta) dichiarò irricevibile il ricorso in appello proposto dai Comuni di Ladispoli, Tolfa, Allumiere, Santa Marinella, Tarquinia avverso la sentenza del Tar che aveva respinto i ricorsi proposti dai sopra citati comuni in relazione alle decisioni assunte dal comune di Civitavecchia in favore della riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord per mere questioni procedurali e non perché entrò nel merito, quindi tanto meno sancendo la validità dell’iter autorizzativo. L’unica causa che entrò nel merito fu quella già citata presso il Tribunale di Civitavecchia, che fu bloccata ope legis dall’allora governo Berlusconi che approvò all’interno della finanziaria 2005 (L. 311/04) il comma 552 che demanda alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo tutte le controversie aventi ad oggetto le procedure ed i provvedimenti in materia d’impianti di generazione di energia elettrica di cui al DL 7/2/02 n.7, convertito con modificazione nella legge 9/4/02 n.55 (sblocca centrali), e le relative questioni risarcitorie.

Tantomeno la completezza dell’iter autorizzativo viene sancita dall’andamento della conferenza circa il riesame del decreto autorizzativo per quanto concerne gli aspetti relativi all’AIA.

Infatti il provvedimento finale di tale conferenza dei servizi recita testualmente:

” La prevalenza delle posizioni espresse e la considerazione degli specifici interessi pubblici tutelati da ciascuna Amministrazione porta a ritenere che …si proceda ad un aggiornamento del provvedimento di autorizzazione unica per quanto attiene alla materia dell’AIA, suscettibile anche, come comunicato da codesto dicastero con nota prot. N. DSA -2008-0010465 del 15/04/2008 ….e come ritenuto più opportuno anche d’ARPA Lazio, a poter essere parte di una più esaustiva procedura di rinnovo del provvedimento di AIA.”

In particolare la nota in questione sottolinea che: ” Sul tema dell’individuazione degli inquinanti, si è rilevata la mancata indicazione nel provvedimento di autorizzazione di alcuni inquinanti ritenuti significativi nell’assetto di esercizio a carbone, con fissazione dei relativi valori limite” e che ” L’aggiornamento dovrebbe intervenire ed avere efficacia con specifico riferimento agli inquinanti ritenuti significativi nell’esercizio della centrale nel suo normale funzionamento con alimentazione a carbone – tra cui certamente l’arsenico, il cloro ed il fluoro, unitamente ai rispettivi composti – entro la fase di avviamento degli impianti nel nuovo assetto a carbone”.

Ed ancora nella conferenza dei servizi “ è emerso che il produttore in data 16 aprile u.s. ( a conferenza dei servizi avviata ndr) ha presentato all’APAT il Piano di monitoraggio e controllo ……” e “che la stessa APAT intende procedere alla valutazione in concreto del Piano in questione, evidenziando anche quali eventuali aspetti dovranno essere recepiti nell’autorizzazione, in quanto non ricompresi in essa”.

E continuando, solo per citarli, si fa riferimento alla necessità di aggiornare l’autorizzazione, sempre in riferimento all’AIA, per quanto riguarda la partecipazione del pubblico al procedimento, cosi come alla necessità di dare seguito agli impegni assunti di riduzione del 30% dei limiti di emissione”.

A dimostrazione che, ad oggi, quelli impegni sulla riduzione del 30% dei limiti di emissione, che vengono ribaditi anche Pag. 4 - art. 3 dell’accordo quadro, sono di fatto solo enunciati e che potranno essere presi in considerazione solo quando saranno inseriti come limiti emissivi, peraltro certi, all’interno del decreto autorizzativo.

Infine relativamente al monitoraggio dell’impatto ambientale “prima, nella fase di avviamento e durante l’esercizio della nuova centrale” è bene chiarire che non risulta essere previsto da nessun documento ufficiale l’avvio di un monitoraggio nella fase di avviamento che, peraltro come riportato dalla stampa, ha già avuto inizio.

Relativamente alla salute delle popolazioni a Pag. 3, al Capo 1, art 1 si legge “.. Il tavolo della salute e dell’ambiente di seguito denominato tavolo, promuoverà ed analizzerà indagini, studi, monitoraggi, screening sia sulla salute dei cittadini che sull’ambiente secondo programmi di attività concordati con l’osservatorio ambientale di seguito denominato” l’Osservatorio” e volti all’analisi di tutte le fonti di emissioni insistenti sull’area dei comuni interessati, considerando gli apporti emissivi del sistema civile industriale e dei trasporti al fine di tutelare al meglio la salute della comunità dell’area e le produzioni agricole, zootecniche e biologiche tipiche del territorio".

Tali analisi verranno individuate dal Tavolo ed effettuate attraverso l’Osservatorio con una cadenza periodica, allo scopo di verificare le incidenze sulla salute dei cittadini e sull’ambiente di tutte le possibili fonti d’inquinamento del territorio nonché quelle connesse all’esercizio della centrale a carbone di Torrevaldaliga nord.”

Sarebbe bene comprendere cosa si intende con programmi di monitoraggio e cosa ancora si vuole dimostrare.

E’ bene tenere presente che i risultati del “lecito” inquinamento causato da cinquanta anni di servitù energetica sono, secondo quanto rilevato in numerosi e autorevoli studi, allarmanti e sono sotto gli occhi di tutti tanto che lo stesso decreto di autorizzazione rileva che (pag.17 riga 25) la riconversione avviene “ in un’area dove non è possibile escludere che le emissioni avvenute nel passato abbiano comportato un impatto sulla salute umana che non si sia ancora completamente manifestato”.

A tale riguardo, in una sintesi certamente non esaustiva, è opportuno ricordare che:

* Nel comprensorio di Civitavecchia si muore il 26% in più rispetto alla media di patologie neoplastiche,
* il comprensorio di Civitavecchia è al 1° posto nel Lazio ed al terzo in Italia per mortalità per tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi,
* è stato riscontrato un eccesso di leucemie e linfomi,
* nel biennio 1990-1991 l’Osservatorio Epidemiologico Regionale (OER) rileva a Civitavecchia un incidenza di mortalità per tumori ai polmoni, bronchi e trachea superiore al 35% della media regionale
* nel 1996 l’OER nell’analizzare i dati relativi al triennio 1990/1992 rileva che Civitavecchia (comprensiva di Tolfa Allumiere e Santa Marinella) e al secondo posto nel Lazio per mortalità per tumori e al primo per quella relativa ai tumori ai polmoni),
* Nell’ottobre 1999 una ricerca dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale ha riscontrato una mortalità delle donne nel territorio di Civitavecchia (comprensivo di Allumiere, Santa Marinella e Tolfa) superiore del 12% rispetto alla media della Regione Lazio. Notevolissime le incidenze di mortalità per cancro alla trachea, ai bronchi ed ai polmoni (+23%)
* Il centro pneumologico Conti Curzia di Civitavecchia, in una ricerca effettuata nel 2001 su ragazzi tra gli 11 e i 14 anni ha riscontrato che il 56,3 % dei soggetti (di gran lunga la più alta del Lazio) è affetto da asma, allergie ed altre sindromi dell’apparato respiratorie,
* Uno studio commissionato dal National Institute of environmetal Health Sciences ( NIEHS) -funded extension of the acs studi (Pope et al 2002) - ha chiaramente messo in relazione l’aumento del rischio di avere il cancro al polmone con l’esposizione cronica alle polveri provenienti dalla combustione dei fossili. Ad ogni aumento di 10 mcg/m3 delle polveri PM 2,5 corrisponde un eccesso di rischio di avere il cancro ai polmoni dell’8%.
* La rivista Ocupational Envirinmental Medicine nel settembre 2004 pubblica una ricerca in cui si dimostra che nell’area di Civitavecchia il rischio di cancro al polmone sarebbe al 20/30% superiore rispetto alla media regionale.
* Nel settembre 2004 la rivista Medical British Journal in un lavoro di sette pagine interamente dedicato a Civitavecchia afferma che il dato più allarmante riguarda un aumento della mortalità per cancro del polmone che raggiunge un livello del 20/30% superiore rispetto alla popolazione italiana e sottolinea che ad essere colpiti da questa temibile patologia non sono solo gli individui addetti alle lavorazioni industriali ed impiegati negli opifici, per cui più esposti agli inquinanti carcinogeni professionali, ma anche tutta la popolazione residente con un incremento significativo dell’incidenza nella zona a sud della città, in relazione alle maggiori ricadute degli inquinanti atmosferici dovuti alla direzione degli enti prevalenti.
* Infine nell’ottobre 2006 la rivista “Epidemiologia & prevenzione” ha pubblicato lo studio “Mortalità e ricoveri ospedalieri nell’area industriale di Civitavecchia” (V.Fano, F.Forastiere, P.Papini, V.Tancioni, A.Di Napoli, C.A.Pertucci), nel quale si afferma che

“L’analisi dei ricoveri ospedalieri aggiunge informazioni al quadro epidemiologico dell’area, con risultati coerenti con quelli di mortalità e che confermano i risultati di studi precedenti: tumore polmonare pleurico e asma bronchiale sono chiaramente in eccesso. Una novità rispetto alle conoscenze già note è costituita dall’aumento incidenza di insufficienza renale cronica, rilevato dal Registro Regionale dialisi”.

In questo stesso studio, infine , si legge che “ i risultati hanno rilevanza rispetto alle politiche di riconversione energetica e al potenziale inquinante di nuovi impianti per quanto riguarda la salute della popolazione locale. Le decisioni strategiche rspetto ai piani di riconversione devono tener conto dello stato di salute della popolazione residente.

Cosa altro si vuole monitorare, se non il numero dei morti?

Facciamo presente che utilizzando un software (http://www.externe.info) messo a disposizione di tutti dalla Commissione Europea nel quale si possono immettere i dati relativi a centrali di varia entità e una volta in possesso di dati quali NOx, SO2, PM 10 (le polveri PM 10 sono circa il 70 % di quelle totali, Guidelines for Air Quality, WHO, Geneva, 1999) e CO2, è possibile quantificare economicamente i danni alle persone ed all’ambiente. Il software a questo punto elabora una serie di proiezioni sulle conseguenze economiche e sanitarie a carico delle popolazioni che ospitano tali impianti.

Inserendo i dati ufficiali (certo non sovrastimati) della Valutazione di Impatto Ambientale per la riconversione a carbone di Civitavecchia, ipotizzando un periodo di funzionamento di 25 anni, ne risulta l'amaro conto di 200 milioni di euro che verranno spesi per accompagnare alla morte i futuri malati terminali, ma anche 100 milioni per chi sarà colpito da patologie meno gravi. Risulterebbero poi circa 500 milioni di euro che il popolo italiano dovrà pagare sotto forma di sanzioni, per il relativo sforamento del protocollo di Kyoto.

Abbiamo una legislazione a “tutela” della salute che consente di mettere in conto un certo numero di morti in nome del profitto. Ciò permette dunque ad una ristretta platea di padroni (politici ed economici) la singolare facoltà di cancellare altri esseri umani per legge di mercato, senza per questo essere riconosciuti come assassini.

Veramente gli amministratori che hanno firmato l’accordo quadro pensano di poter tutelare la salute delle popolazioni limitandosi a tenere il conto dei morti e delle patologie gravi, senza per questo essere considerati complici in tale tragedia?

Relativamente a quanto scritto a pag. 4 - art. 3 “Enel si impegna, altresì, ad applicare anche per il futuro, nell’ambito della normativa AIA (autorizzazione integrata ambientale) idonee soluzioni tecniche per il miglioramento delle condizioni ambientali del territorio”; si rileva che tale “gentile concessione” da parte di ENEL è obbligo di legge nazionale e comunitario previsto nel D.Lgs 18.02.2005 n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’Inquinamento”, ovvero della direttiva IPCC che norma l’Autorizzazione Integrale Ambientale”.

Per un gioco del destino, o per profonda malafede dell’ente energetico ben consapevole del proprio operato, si rileva che le maggiori carenze del decreto autorizzavo e della valutazione di impatto ambientale riguardano proprio i limiti emissivi come previsti nell’attuale documento di riferimento delle migliori tecnologie disponibili (BREF) (proprio quelle che ENEL afferma i voler osservare) per i grandi impianti di combustione ovvero il Draft-2 emanato dall’ufficio IPPC di Siviglia della Commissione europea a marzo 2003 correlato all’allegato 1 della direttiva 96/61, nella quale rientra la centrale di TVN.

Infine il paragrafo inserito a Pag 4, Capo II, “ENEL si impegna, al fine di instaurare un nuovo e diverso rapporto tra le parti firmatarie del presente accordo, così come indicato anche dal Ministero dello Sviluppo Economico, a promuovere e ad attuare interventi socio- economici a favore dei comuni dell’area attraverso la stipula di specifici accordi bilaterali, in base ai rispettivi piani di sviluppo.” è un capolavoro di ipocrisia per affermare, come più volte apparso sulla stampa, e come già messo in atto con il Comune di Civitavecchia, che l’ ENEL si impegna a versare contributi economici ai Comuni.

Su tale aspetto non si può tralasciare la vicenda normativa:

Fino al 1987 i contributi economici da parte dell’Enel erano normati dalla Legge 10 gennaio 1983, n. 8 recante “Norme per l’erogazione di contributi a favore dei Comuni e delle Regioni sedi di centrali elettriche alimentati con combustibili diversi dagli idrocarburi”.

Tale legge è stata abrogata con D.P.R. 9 dicembre 1987, n. 499 (all. 5)

Su tale questione il D.L. 7 febbraio 2002, n.7 convertito in legge dall’art.1 Legge 9 aprile 2002 n. 55, in base al quale è stata approvata la riconversione a carbone della centrale Torrevaldaliga Nord, in relazione alle misure di compensazione recita:

art.2 comma 3 “……..La regione competente può promuovere accordi tra il proponente e gli enti locali interessati dagli interventi di cui al comma 1 per l’individuazione di misure di compensazione e riequilibrio ambientale”

Solo nel 2004 fu approvata la Legge 23 agosto 2004, n. 239 che recita:

Art.5 ”le regioni e gli enti locali territorialmente interessati dalla localizzazione di nuove infrastrutture energetiche ovvero dal potenziamento o trasformazione di infrastrutture esistenti hanno diritto di stipulare accordi con i soggetti proponenti che individuino misure di compensazione e riequilibrio ambientale, coerenti con gli obiettivi generali di politica energetica nazionale, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n.387”

Art.36 “i proprietari di nuovi impianti di produzione di energia elettrica di potenza termica non inferiore a 300 Mw che sono autorizzati dopo la data di entrata in vigore della presente legge corrispondo alla regione sede degli impianti, a titolo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio e per l ‘impatto logistico dei cantieri, un importo pari a 0,20 euro per ogni Mwh di energia elettrica prodotta, limitatamente ai primi sette anni di esercizio degli impianti. La regione sede degli impianti provvede alla ripartizione del contributo compensativo tra i seguenti soggetti:

1. il comune sede dell’impianto, per un importo non inferiore al 4 per cento del totale
2. i comuni contermini, in misura proporzionale per il 50 per cento all’estensione del confine e per il 50 per cento alla popolazione, per un importo non inferiore al 40 per cento del totale
3. la provincia che comprende il comune sede dell’impianto.



Ed ancora

Art. 37 ”…………Il contributo di cui al presente comma e al comma 36 non è dovuto in tutti quei casi in cui vengono stipulati gli accordi di cui al comma 5 o risultino comunque già stipulati, prima di della data in vigore della presente legge, accordi volontari relativi a misure di compensazione…………”

E’ bene ricordare che la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord è stata autorizzata con decreto MAP 24/12/2003 n. 55/02/2003
Tentando di fare un’analisi comparativa tra i vari accordi e le varie normative risulta ben evidente che gli accordi economici Enel/Comune di Civitavecchia, ed a maggior ragione quelli con gli altri comuni, non hanno i presupposti di legge, e comunque sono di un entità tale che non trovano giustificazione nemmeno se paragonati ai contributi economici che deriverebbero dall’applicazione delle normative preesistenti comunque inapplicabili nel caso specifico per effetto del referendum dell’87 o perché, nel caso della L.239/04, la riconversione è stata autorizzata prima della legge stessa ed è quindi esclusa la procedura di assegnazione dei contributi descritta ai commi 36 e 37 della stessa.


Inoltre in ogni caso si tratterebbe di contributi da destinare in senso stretto ad interventi di compensazione ambientale o in ragione del mancato utilizzo del territorio e dei disagi causati dal punto di vista della logistica e della viabilità.

E’ da evidenziare, invece, che le cifre erogate, fino ad ora solo a Civitavecchia, sono state inserite nel bilancio comunale per la gestione corrente costituendo un evidente interferenza nell’autonomia decisionale del Comune.

Nello specifico va innanzitutto considerato che il referendum del 1987 con il quale viene abrogata quasi per intero la Legge 10 gennaio 1983, n. 8 aveva come quesito specifico:

“Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante “l’erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi”, previsti dai commi 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 della citata Legge 10 gennaio 1983, n. 8 )”

Con questo intento viene quindi abrogata detta legge dal D.P.R. 9 dicembre 1987, n. 499 che non può, quindi, essere assolutamente presa a riferimento come norma base degli accordi sottoscritti tra ENEL e Comune di Civitavecchia tra il 2003 e il 2008.

Peraltro risulta evidente, come già detto, la sproporzione quantitativa tra quanto previsto negli accordi sottoscritti e quanto era normato da tale legge che, in caso di centrali a carbone, prevedeva:

1. lire o,50 per ogni KWh di energia elettrica prodotta con combustibili diversi dagli idrocarburi;
2. lire 0,25 per ogni KWh di energia elettrica prodotta dagli impianti termici convenzionali previsti ad olio combustibile e carbone, dalla data di autorizzazione alla trasformazione dell’impianto a carbone e fino a quando l’impianto stesso non sarà alimentato a carbone
3. ……………………
4. un contributo per ciascun Kw di potenza nominale degli impianti in corso di costruzione alla data di entrata in vigore della presente legge o che saranno successivamente autorizzati pari a :



Lire/Kw 8.000 per gli impianti termici convenzionali a carbone

…………………….

Lire/Kw 2.50 per gli impianti o sezioni di impianti autorizzati alla trasformazioni a carbone.

Come detto, invece, la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga Nord viene autorizzata sulla base del D.L. 7 febbraio 2002, n.7 convertito in legge dall’art.1 Legge 9 aprile 2002 n. 55 (all.6), che prevede, come sopra citato, accordi per “l’individuazione di misure di compensazione e riequilibrio ambientale”. Orbene se taluni interventi contenuti nei tre accordi in questione risultano rispondere a tali requisiti (istituzione osservatorio ambientale, interramento elettrodotti, limiti più restrittivi delle emissioni, uso di energie rinnovabili, etc) non può invece essere considerata in tale fattispecie l’erogazione non finalizzata di fondi che vanno esclusivamente a contribuire alla gestione corrente dell’ente locale.

Tale tesi è rafforzata da quanto previsto dall’art. 5 del D.L. 7 febbraio 2002, n.7 che decreta che :

“ fino al 31 dicembre 2003 è sospesa l’efficacia dell’allegato IV al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 dicembre 1988, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 4 del 5 gennaio 1989, dell’articolo 15 della legge 2 agosto 1975, n. 393, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 1998, n.53, relativamente alle centrali termoelettriche e turbogas, alimentate da fonti convenzionali, di potenza termica complessiva superiore a 300 Mw. Restano fermi gli obblighi di corresponsione dei contributi dovuti sulla base delle convenzioni in essere.”

In tali norme, che si ribadisce risultavano sospese sia il 6 giugno 2003, data in cui veniva sottoscritto il primo Accordo Enel/Comune di Civitavecchia, sia il 24 dicembre 2003, data di emissione del decreto autorizzativo della riconversione, in relazione alla materia di interesse si legge:

Allegato IV al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 dicembre 1988 (all. 8)

Articolo 9

“1. L’ENEL, ……….., svolge l’istruttoria sugli interventi socio-economici connessi con la costruzione e l’esercizio della centrale proposta e definisce i relativi accordi con la regione, la provincia ed il comune per gli oneri da assumere a carico dell’ENEL e delle altre parti contraenti;

2. L’ENEL, con tali accordi, oltre a disciplinare la corresponsione del contributo di cui all’art. 15 ella legge 2 agosto 1975, n. 393, può assumere oneri per interventi di natura infrastrutturale e riequilibrio economico e ambientale connessi con la costruzione e l’esercizio della centrale proposta.

……………………………………”

Art.15 della legge 2 agosto 1975, n. 393 (all. 9):

“Per le opere di urbanizzazione secondaria che il comune deve eseguire in relazione alla costruzione di centrali termiche di qualsiasi tipo ………….L’Enel è tenuto a corrispondere, in sostituzione degli obblighi previsti dalla legge 17 agosto 1942, n.1150 e successive modificazioni, al comune nel cui territorio deve essere installato l’impianto , un contributo di L. 2.200 per chilowatt di potenza nominale dell’impianto stesso…………..

Il pagamento della somma è effettuato gradualmente in relazione allo stato di avanzamento delle opere di urbanizzazione”

Ad ulteriore conferma, quindi che per le centrali autorizzate sulla base del D.L. 7 febbraio 2002, n.7 convertito in legge dall’art.1 Legge 9 aprile 2002 n. 55 non potevano essere concessi nemmeno oneri per interventi di natura infrastrutturale e riequilibrio economico e ambientale connessi con la costruzione e l’esercizio della centrale proposta e/o opere di urbanizzazione secondaria da eseguire in relazione alla stessa, e quindi, tanto meno potevano essere corrisposti contributi non finalizzati.

Infine leggendo l’articolato della Legge 23 agosto 2004, n. 239 appare evidente che gli accordi previsti dalla stessa, come ben chiarito all’art. 36, riguardano solo impianti che sono autorizzati dopo la data di entrata in vigore della legge, ovvero il 23 agosto 2004, ben oltre, quindi, la data di autorizzazione della riconversione a carbone di Torrevaldaliga Nord (24.12.2003 ndr).

Peraltro anche volendo farne un uso retroattivo, la legge norma chiaramente entità e modalità del contributo che viene versato e successivamente ripartito dalla Regione ai comuni interessati e comunque viene corrisposto a solo titolo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio e per l’impatto logistico dei cantieri. E se i primi due accordi possono corrispondere a tale motivazione, l’ultimo accordo sottoscritto il 14 aprile 08 non può assolutamente rientrare in tale fattispecie costituendo di fatto un palese tentativo di limitare l’autonomia decisionale dell’ente locale ed, anzi, di utilizzare lo stesso come grimaldello per superare ipotetici ostacoli procedurali.

A tal proposito è emblematico che in detto accordo si legga che “le Parti concordano che la prima erogazione avverrà decorsi trenta giorni dalla data di avvio dell’esercizio della centrale…………” quasi a voler forzare i tempi per l’entrata in esercizio dell’impianto e che lo stesso accordo sia stato stilato il 14 aprile 08 in concomitanza con lo svolgersi presso il Ministero delle Attività Produttive della Conferenza dei servizi per il riesame del decreto autorizzativo ai sensi dell’art.9 comma 4 lettere a) e d) del d.lgs. 59/05; conferenza nella quale, in prima seduta, il Comune di Civitavecchia era assente e che solo dopo le notizie di stampa relative all’avvenuto accordo, ha inviato nota con la quale si esprime la più decisa contrarietà al riesame del decreto MAP.

Altrettanto emblematico è il fatto che a seguito dell’adesione del Sindaco e del Comune di Tarquinia alla manifestazione indetta dai comitati popolari contro la riconversione a carbone della centrale, l’Enel che con tale Amministrazione stava trattando per un contributo compensativo tra i 10 (dieci) e i 15 ( quindici) milioni di euro, abbia emesso comunicato nel quale si annunciava la rottura delle trattative.

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5 luglio 2008

"IMPEDIRE LA RICONVERSIONE DELLA CENTRALE A CARBONE”: PAROLE SCOLPITE NELLA NOSTRA MEMORIA MA SCRITTE SULLA SABBIA DEL PROGRAMMA DI PIERO MARRAZZO"


Comunicato Fed. Verdi - Civitavecchia
Sostenemmo con entusiasmo la candidatura di un uomo che si proponeva come sbarramento contro le tante vessazioni di una democrazia immatura. Oggi è definitivamente tramontata la speranza in un Amministratore fedele. Oggi è impossibile assegnare al Presidente Marrazzo un giudizio meno severo di quello che attribuimmo al suo predecessore di destra.

Egli regala ad Enel, dopo tante parole buttate al vento, un accordo a perdere. L’Osservatorio sulla salute dei cittadini è un insulto alla loro intelligenza: si dà per scontato quello che tutti sanno, che ci saranno malati terminali e morti: ma almeno adesso quei malati e quei morti saranno monitorati, cioè contati!... Non dice, non può dire, né quando né come il mostro verrà fermato. Dice invece, e chiaramente, quanto costano quei morti, i denari di Giuda distribuiti con pessima coscienza.
Quell’accordo vuoto e vergognoso è stato siglato sulla testa e in assenza dei cittadini che a migliaia si sono battuti ed ancora si batteranno, anche con digiuni lunghi e pericolosi, contro il mostro che vorrebbe condizionare la loro vita, la salute e l’economia. Con la potenza di fuoco del denaro, si è consumato un ricatto indecoroso ai danni di Amministrazioni locali di destra e di sinistra, si è comprato il loro assenso. Salvo poi lagnarsi dell’antipolitica dilagante.
Per quanto ci riguarda, il nostro Partito e i Verdi di Civitavecchia continueranno a battersi per la transizione verso modelli di sviluppo ben diversi da quelli accettati supinamente nella nostra Regione. In futuro, gli accordi politici che stringeremo saranno soltanto con Partiti capaci di essere a fianco dei cittadini.
I Verdi di Civitavecchia - 5 luglio 2008

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piero marrazzo e fulvio conti, davvero un bel quadretto


(Il buongiorno si vedeva dal mattino...)


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1 luglio 2008

Il Consigliere Fortuna scrive a Marrazzo

"Centrale enel a carbone. Il consigliere Fortuna scrive al consiglio provinciale e bacchetta Marrazzo sulla scelta delle 'compensazioni." Fonte

All'attenzione del Consiglio Provinciale di Viterbo



e p.c. Al Presidente della Regione Lazio

On. Piero Marrazzo

Ai presidenti dei Gruppi Consiliari Regionali

Ai componenti la Giunta Regionale.

Al Sindaco di Viterbo, On. Giulio Marini



Marrazzo prometteva fuoco e fiamme contro il carbone a Civitavecchia, ma oggi -tre anni dopo la sua elezione- si avvia a firmare con ENEL l'accordo per le cosiddette 'compensazioni'.

Come se non bastasse invita una serie di sindaci fare lo stesso e a spartire una discreta quantità di soldi. Milioni di euro di cassa, convertibili in tutto ciò che questi primi cittadini ritengano utile a farsi rieleggere.

Porchette alle feste paesane, qualche marciapiede rifatto, qualche assunzione precaria in vista del voto, una fontana restaurata, oppure una rotatoria?

Si badi che a Tarquinia, ma anche altrove, una’ rotonda’ può arrivare a costare da sola una mezza milionata di euro, con ciò possiamo farci un'idea di come sia possibile finire in fretta persino 10 milioni.

Queste elargizioni, apparentemente ingenti, non possono compensare ovviamente le vite umane perdute, ma va tuttavia sottolineato che nemmeno si avvicinano a compensare i danni materiali che verranno prodotti dal carbone di TVN a discapito della collettività.

L'indotto di agricoltura e turismo nella Tuscia Litoranea si aggira attorno ai cento milioni di euro.

Il carbone ne determinerà un forte ridimensionamento, a cominciare dalle molte e pregiate coltivazioni alimentari, che verrebbero giocoforza rimpiazzate da coltivazioni 'no-food' ( 'no-cibo') per via degli inquinanti riversati sull'entroterra.

Per questa ragione, oltre che per la difesa della propria salute, le organizzazioni degli agricoltori si sono unite in blocco alla lotta degli altri cittadini contro il carbone a Civitavecchia.



La logica delle compensazioni

Anche se le elargizioni di ENEL vengono chiamate compensazioni, non mi pare che abbiamo a che fare con un meccanismo di (perversa) logica compensatoria del danno.

Non è la pretesa di 'compensare' morte e malattia con denaro, ma un calcolo più pratico che sottende le profferte ai comuni. Più che altro mi pare si tratti di iniettare liquidità nei bilanci di alcuni paesi, ciò dovrebbe facilitare i sindaci di ENEL a creare consenso elettorale intorno a sé.

Calcolo la cui validità è tutta da dimostrare, visto che in ballo c'è la salute della gente ed un movimento di presone forte e grande.

Fatto sta che di fronte a quei soldi, che per ENEL sono briciole, a molti viene subito l'acquolina in bocca.

Allo stesso modo il gigante elettrico sa chi conviene 'comprare' e quanto si può arrivare a pagare.

Leggendo la lista degli invitati al tavolo di Marrazzo saltano subito agli occhi due fatti, il primo è che sono davvero pochini, il secondo è che sono tutti sindaci di comuni che avevano palesato con un certo vigore la propria contrarietà al carbone. Come mai un invito non è pervenuto al primo cittadino di ogni comune interessato dall'impatto ambientale di TVN?

Ad esempio il sindaco di Monte Romano, come quasi tutti gli altri, non vedrà un euro, forse perché non c'è bisogno di comprarlo? Evidentemente, già di suo, non costituisce un problema e perciò ENEL non sente la necessità di intervenire su di lui in modo consistente?

Le compensazioni, ancorché sbagliate, dovrebbero seguire un principio (appunto) compensativo per il territorio, invece per ENEL sembrano essere una sorta di ricompensa per amministratori pubblici che cambiano fronte, figlioli prodigi ai quale sacrificare l'agnello più grasso.

Il fatto che non abbiano pensato di 'compensare' tutti i comuni, con le somme sino adora offerte ai soli invitati di Marrazzo, conferma che stanno per essere monetizzati proprio gli sforzi e i patimenti dei cittadini contro il carbone.

Scioperi della fame, presidi sull'Aurelia, manifestazioni e petizioni, nella testa di qualcuno hanno fatto il tempo loro, ora per i 'machiavelletti' locali è arrivato il momento di trasformare tutto ciò in moneta sonante.

Per capire meglio meglio la natura e l'intensità degli appetiti scatenati dai 30 denari di ENEL, può essere utile considerare i precedenti.



Precedenti...

L’ultima volta che ENEL ha concordato delle compensazioni, eravamo negli anni ‘90 e in Provincia di Viterbo si parlava di Parco Storico Archeologico Ambientale d'Europa.

Incredibile “volano di sviluppo”, “mirabile progetto” e giù di retorica e pubblicazioni varie, questo parco doveva proiettarci all'attenzione dell'Europa, fornendo un'offerta turistica e culturale di prim'ordine.

Tra la fine degli anni ’90 e il 2005 si sono mangiati, in senso lato, qualche miliardo di lire, mentre una mezza miliardata se la sono mangiata in senso stretto, nel senso che è passata per l'esofago di un mucchio di gente, ovvero si è trasformata nelle porchette di cui sopra, ma anche in tante e tante cene in buoni ristoranti di Viterbo e Provincia.

C’era da mangiare un po’ per tutti: politici, funzionari, ospiti di riguardo, ma anche associazioni sportive intere e quant’altro (in Provincia ci sono i mandati di pagamento a testimonianza di quanto dico). Se non si fosse capito, nel nord del Lazio le elezioni si vincono anche con le porchette.

C’erano poi congressi in giro per il Mondo, in posti splendidi ovviamente, ai quali davvero non si poteva mancare e ancora tante altre cose, che ahimè approfondiremo un'altra volta.

La fine di questo 'precedente', però, temo si sia già intuita: il Parco Storico Storico Archeologico Ambientale d'Europa chi l'ha visto?

Da 9 miliardi di lire, fatti degli 'storni' iniziali, si è passati a 5,4 miliardi, centinaia di milioni sono passati appunto per svariati condotti digerenti, mentre il grosso dei soldi sono stati usati per le finalità più disparate. Si sono fatte regalie squallide e anche qualcosa di sensato, ma in entrambe i casi, purtroppo, il criterio pare essere stato più che altro l'utilità alla carriera politica di questo o quello.

In ogni caso le misure attuate sono al 90% estranee a qualsiasi sensata definizione di 'parco' e quasi mai le spese sono state lontanamente attinenti alla valorizzazione dei beni culturali della Tuscia.

I 5 miliardi e mezzo sono serviti per lo più ad accontentare la platea di pretendenti, che normalmente 'attorniano' i vari assessorati, cioè quei soldi sono stati dispersi nei mille rivoli della politichetta locale.

Stessa fine mi pare plausibile che facciano queste nuove somme messe sul tavolo da ENEL, la grettezza dei nostri gruppi dirigenti è la stessa di cinque e dieci anni fa, stesse le regole del gioco, persino molte facce e molti nomi sono i medesimi: qualche dubbio ce lo possiamo far venire, no?

Certo, tra i sindaci c'è chi sa di inimicarsi un bel pezzo del proprio elettorato, ma evidentemente spera di 'comprare' la fiducia di altri grazie alle disponibilità di cassa fornite dalla società elettrica, che per un bilancio comunale sono notevoli.

ENEL ha oramai compreso che ogni tot anni, iniettando un po' di liquidità nelle casse degli enti locali del nord del Lazio, può creare una 'sua' stabile classe dirigente... 'sua' di ENEL, ma eletta da noi!



...postumi

In quegli anni ruggenti, mentre del mirabile parco si perdeva la traccia, accadeva anche che venissero immessi nell’atmosfera del Nord del Lazio quasi 100 milioni di tonnellate di inquinanti. Materiale che dalle ciminiere di TVN ricadeva al suolo diventando parte integrante del nostro habitat e dei nostri corpi.

Tolte quella percentuale di sostanze che possono essere ‘smaltite’ nei lenti cicli biologici, gli altri agenti sono ancora tutti in noi, nel suolo, nelle piante. Stanno dove ENEL li ha lasciati, in attesa di incontrarsi coi nostri tessuti e di coniugarsi con cellule ospitali, dando così origine ad un nuovo corpo all’interno del nostro: il tumore.

Come più volte denunciato dal movimento No-Coke, anche sulla stampa nazionale : “Secondo studi e ricerche comparative, analisi di dati già disponibili e monitoraggi a lungo termine effettuati da tecnici, Enti di Ricerca, Associazioni ambientaliste e dall'Osservatorio epidemiologico della Regione Lazio, l'utilizzo del carbone come combustibile comporterà un aggravio ambientale complessivo irreparabile rispetto ad una situazione decennale già intollerabile. Si avrà la movimentazione e l'emissione di enormi quantità di materiale pulverulento, fra cui le dannosissime micropolveri, cui è già sottoposto l'intero comprensorio fino a Roma o Civita Castellana. Solo il dato relativo a Civitavecchia e Tarquinia rende bene la gravità della situazione: le due cittadine vantano infatti il triste primato laziale per incidenza di tumori alla trachea, ai polmoni, al sistema linfatico ed ematopoietico, dove si rileva un costante aumento di leucemie e linfomi cui si aggiunge un'allarmante frequenza di disturbi asmatici e patologie respiratorie soprattutto in bambini e soggetti deboli.”

Siamo così diventati il polo di produzione energetica maggiore d’Europa.

Questo il lascito di 50 anni di servitù energetica del Lazio del nord, una eredità che va ad aggiunge il suo peso a alle medie nazionali di tumori e patologie varie, la cui incidenza viene data per fisiologica all’interno di un modo di produzione (e di consumo) strutturalmente sciagurato.

Come se non bastasse, al nostro territorio a questo punto mancava solo di dover sopportare il più sporco e (non a caso) redditizio combustibile in circolazione: il carbone.

Di fronte allo sfacelo palpabile del pianeta (compreso il nostro orticello), l'Italia prima sottoscrive il protocollo di Kyoto, poi torna all’ottocento, ai primordi dell’era industriale, quando i tumori nemmeno li diagnosticavano.

Si peggiora dunque il peggiorabile, ma volendo ovviare al problema, si paga un ufficio stampa per definire “pulito” il carbone.

Tutto ciò per ENEL costituisce un affare colossale che pagheremo noi, cittadini italiani, in termini di salute, di spesa sanitaria e di sanzioni per lo sforamento provocato dall'Italia (per conto di ENEL) al protocollo di Kyoto.

Per la precisione già sappiamo che circa 200 milioni di euro occorreranno per accompagnare alla morte i futuri terminali, 100 milioni per le altre patologie provocate dalle emissioni.

500 milioni di euro il popolo italiano li dovrà tirar fuori perché i nostri governi prima sottoscrivono accordi internazionali e poi, spinti da chissà quali nobili intenti, ignorano gli stessi e mandano tutti noi in mora ...e alcuni di noi all'altro mondo. Altro che compensazioni.

La fonte di tali numeri è direttamente l'UE (www.externe.info).

Non sappiamo se ci siano valori negoziabili, sappiamo però che ce ne sono di non negoziabili: primo tra tutti la permanenza in vita di ognuno di noi.

Stando ai valori contenuti nella VIA per la conversione a Carbone di TVN-Civitavecchia, andranno in fumo non meno di 800 milioni di euro nostri, senza contare i danni agli indotti dei settori economici tradizionali della Tuscia.

Risulta insultante per la sua banalità la risma di motivazioni a favore dell'accordo. Alcuni dei Sindaci interessati ai soldi di ENEL vanno in giro coperti da una foglia di fico, senza rendersi conto di aver lasciato nudo (e in vista) il loro lato peggiore.

Nel prendere atto che la centrale si farà, ma soprattutto nell' apporvi la propria firma, questi piccoli Von Clausewitz sono riusciti ad ottenere qualcosa che ci dicono essere molto importante!

Verranno istituiti dei 'tavoli' della salute. 'Tavoli' che verificheranno se ENEL rispetterà, o meno, i valori della Valutazione d'Impatto Ambientale. Perché? Nemmeno quelli vuole rispettare?

Con amaro sarcasmo potremmo dire che se ENEL fa un solo morto in più del previsto, questi signori sbruffoneggiano di chiudere immediatamente la centrale, magari con un ordinanza comunale...

Loro che non hanno nessuna competenza diretta, che non hanno soprattutto nessuna voglia di battersi ora che la centrale è ancora spenta, proprio 'loro' saranno quelli che arriveranno a fermare l'attività dell'impianto, appena il conto dei morti o dei danni ambientali non tornasse più...

Questo lo possiamo considerare uno scherzo cinico e di cattivo gusto, mi domando se qualcuno di questi signori, in caso di sforamento dei valori previsti (o di dissesto di bilancio?), avrebbe il coraggio di atteggiarsi di nuovo a Pater Patriae, magari chiamandoci tutti a raccolta come nelle passate campagne elettorali, per poi ripassare di nuovo, agilmente, dal tavolo della 'salute' a quello delle compensazioni.



Contro il silenzio

Risulterebbe patetico limitarsi alle considerazioni che riguardano sindaci e amministratori locali, che in fondo sono le ultime ruote del carro nella pratica di egemonia di ENEL o di altri capitali.

Il problema vero è che c'è un parlamento intero ad assentire al carbone di Civitavecchia e c'è un presidente di Regione, che invece di essere l'ultimo baluardo è disposto a fare da padrone di casa per la stipula delle compensazioni.

Berlusconi e la sua parte politica hanno avviato il progetto e lo rivendicano con fierezza, il centro-sinistra, come al solito più ambiguo, ha delegato a Bersani il triste lavoro di proseguire sulla strada del centro-destra. Si è rivelata assolutamente inefficace l'opposizione interna al Governo Prodi fatta dalla Sinistra.

Ricordiamo che i ministri della Salute e dell'Ambiente chiedevano ufficialmente la riapertura della VIA (col sostegno di un enorme schiera di parlamentari ed enti locali), ma da parte sua Bersani diceva 'no' e discorso chiuso: se non è debolezza questa...

Non ho personalmente gran rimpianto per il tracollo dei dirigenti della Sinistra l'Arcobaleno, ognuno va incontro al suo destino, ma è bene fermarsi a riflettere sul fatto che alla fine, nella casa del 'grande parlamento' sono rimasti solo i 'carbonari'... questo credo che aldilà di tutto sia preoccupante. I gruppi parlamentari per i cittadini del comprensorio purtroppo a questo punto sono tutti ostili.

Per questa ragione mi pare naturale bypassare totalmente le organizzazioni nazionali e rivolgermi alle singole persone che, pur ricoprendo incarichi istituzionali e di partito, hanno sempre palesato contrarietà al carbone, alla faccia della linea del PD o del PDL. Che si esprimano, almeno loro, sulla vergogna del tavolo delle compensazioni.

Invito i rapprentanti istituzionali (innanzitutto quelli menzionati in capo alle presenti pagine) a non rimanere in silenzio, ma ad esprimersi pubblicamente prima che si appongano le firme.

Auspico che la stipula degli accordi non avvenga affatto e penso che a tal fine sia utile che Marrazzo e i 'suoi' sindaci trovino sulla loro strada, non solo i cittadini, ma anche singoli appartenenti alle varie parti politiche, ovvero tutti quelli che fino a ieri hanno tuonato in difesa della salute e del lavoro.

Sulla firma delle convenzioni con ENEL potrebbe non essere chiamato ad esprimersi il Consiglio Regionale, mentre in ogni caso non lo sarebbe la Giunta, ma ciò non cambia di un punto il fatto che il Presidente della Regione, in queste ore, sta definendo le sue pesantissime scelte.

Marrazzo ha vinto le elezioni anche col voto dei contrari al carbone, il suo dietro-front è delegittimante per sé stesso e per la sua maggioranza, ancorché silente.

Inutile trincerarsi dietro ai limiti delle rispettive competenze e funzioni istituzionali: la gente formula un giudizio chiaro anche di chi non si espone, i 'prudenti' non si illudano del contrario.

Tacere è una responsabilità che spero non si assumano né i favorevoli, né i contrari alla riconversione a carbone di TVN.

Riccardo Fortuna

Consigliere alla Provincia di Viterbo

per il Partito della Rifondazione Comunista

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23 giugno 2008

Civitavecchia e l’Alto Lazio pattumiera della Regione.


MOVIMENTO NO COKE ALTO LAZIO - Comunicato
Civitavecchia e l’Alto Lazio pattumiera della Regione. Nel piano dei rifiuti previste nuove servitù nel territorio della città portuale.

L’amministrazione regionale si appresta a varare l’integrazione al piano dei rifiuti e riserva altre brutte sorprese per Civitavecchia. Alla città portuale saranno infatti destinate le ceneri prodotte dagli inceneritori laziali che saranno assegnate alla discarica Guerrucci, la stessa già chiamata a smaltire le ceneri prodotte dalle centrali termoelettriche di Civitavecchia, Montalto e non solo.

Ma non finisce qui: non sapendo dove smistare il CDR ( combustibile da rifiuti) in avanzo, ecco che, a pag. 14 viene definitivamente sancito che lo smaltimento dello stesso averrà in impianti non dedicati, quali cementifici e centrali termoelettriche che, in un sobbalzo di vergogna nella versione finale del piano, vengono nascosti da un “etc”.

Pertanto, oltre al carbone, oltre all’olio combustibile che Torre Valdaliga Sud continua a bruciare, arriverà anche il combustibile da rifiuti.

A questo, dulcis in fundo, si aggiunge l’ampliamento delle discarica in loco per circa un milione di metri cubi e una situazione a dir poco ambigua sull’impianto di pirolisi, per il quale la società Beg aveva presentato un progetto nei mesi scorsi.

Insomma ad inquinamento si aggiunge inquinamento in un mix micidiale di inquinanti venefici per la salute e l’ambiente.

Viene da chiedersi cosa abbiano fatto di male i civitavecchiesi e gli abitanti dell’Alto Lazio per vedere il litorale Nord ridotto ad una vera e propria pattumiera di rifiuti tossici (ricordiamo la pericolosità delle ceneri prodotte dagli inceneritori).

Il Commissario Marrazzo scientemente ignora, effettuando tali scelte, la grave situazione di degrado ambientale che questo lembo di terra, ormai dimenticato da tutti, sta vivendo da ormai svariati decenni, e le cui conseguenze della salute sono certificate da decine di documenti anche della Regione stessa. Non solo la presenza insopportabile dal punto di vista ambientale e sanitario del polo energetico dell’Alto Lazio, ora anche le ceneri tossiche e la possibilità/certezza che il combustibile da rifiuti venga bruciato nella centrale di Torrevaldaliga Nord.

Viene da chiedersi se il Marrazzo commissario che decide di bruciare anche i rifiuti nella centrale di TVN, e il Marrazzo presidente della Regione che, al fine di ammorbidire gli enti locali, sta aiutando Enel a distribuire contributi economici, sia lo stesso Marrazzo venuto sul territorio a chiedere i voti alla popolazione spergiurando la tutela del territorio e di “impedire la riconversione a carbone di TVN”, come riportato a pag. 72 del suo programma.

Ci chiediamo, ancora, di fronte a tale sciagurata ipotesi come intendono muoversi gli enti locali? Accetteranno di nuovo supinamente quanto viene calato loro dall’alto? Ci aspettiamo che i Sindaci del territorio, tutti, se effettivamente vogliono rappresentare le popolazioni amministrate, facciano o sentire la loro voce contro questo ulteriore scempio.

Il movimento No Coke tenterà di farlo presenziando domani con una propria delegazione al consiglio regionale che si svolgerà sul tema e continuando a ricordare alla popolazione i nomi di quanti, dopo aver chiesto i voti, hanno tradito il mandato affidato loro.
Marrazzo è il primo di questi.

Per Info:
noalcarbone@gmail.com
nocoketarquinia@yahoo.it
328 7182629
335 82727242

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19 giugno 2008

Tarquinia, 19/06/2008 - Consiglio comunale aperto

Tutti i cittadini dei comuni del comprensorio inquinato dalla riconversione a carbone della centrale di Tvn a Civitavecchia sono invitati a partecipare al Consiglio Comunale di Tarquinia, domani, giovedì alle 18.00. La richiesta del consiglio è stata fatta dai consiglieri di minoranza e da un consigliere della maggioranza; il tema è chiaramente il carbone e nella proposta di deliberazione si chiede:

  • la Riapertura della V.I.A (valutazione di impatto ambientale)
  • il Riesame dell' A.I.A. (autorizzazione Integrata ambientale)
  • la Richiesta ufficiale al sindaco Mauro Mazzola di rifiutare l'accordo con Enel per le compensazioni in denaro.
Il presidente del consiglio del comune di Tarquinia ha fissato la data dopo circa due mesi dalla richiesta; ha disposto poi la chiusura agli interventi del pubblico (durante il consiglio i cittadini non potranno prendere la parola, quando, invece, era stato chiesto un Consiglio Comunale aperto agli interventi) infine, nella convocazione ufficiale fatta sui manifesti cittadini, non viene chiarito l'oggetto del consiglio e cioè che si parlerà di carbone. Si nasconde così la verità e non si permette ai cittadini di capire.
D'altro canto i cittadini "non devono capire", visto che circola la notizia che i sindaci stiano ratificando l'accordo con Marrazzo ed Enel. Qualora fosse vero che il sindaco del Comune di Tarquinia stia firmando uno sciagurato accordo per compensazioni in denaro, in cambio del consenso, dovrà necessariamente rispondere delle sue responsabilità. I Consigli Comunali precedenti hanno deliberato all'unanimità il rifiuto alle compensazioni in denaro, con quale autorizzazione o delega viene firmato ora tale accordo? Ciò che desta ancora più sconcerto è che alcuni consiglieri comunali dell'attuale maggioranza, nel dicembre 2005, quando erano in minoranza, abbiano deliberato all'unanimità, durante un Consiglio Comunale Aperto, il rifiuto di ogni tipo di compensazione proveniente da Enel. Vorremmo oggi sapere quando, come, e con quale faccia, si sia provveduto, oggi, a cancellare tale unanime deliberazione o a cambiare idea su di una questione così importante e vitale per la città ed i suoi abitanti. Invitiamo tutti i cittadini del comprensorio inquinato a partecipare al Consiglio Comunale per supportare la causa che ci accomuna in questa battaglia contro il carbone e contro le "coscienze" sporche come lo è il carbone.
Comitato dei Cittadini Liberi

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28 aprile 2008

Et voilà, le compensazioni son servite. Con tanti auguri da parte di Enel!

Fulvio Conti (AD Enel), Mazzola (Sindaco di Tarquinia), Moscherini (Sindaco di Civitavecchia). Vignetta di L. Fortunati. (clicca sull'immagine per ingrandire)

Ci siamo quasi: l'opera di svendita dell'interesse pubblico si sta compiendo, in tempo per il collaudo del primo gruppo di TVN annunciato per giugno. In evidenza le performance degli attori Enel "l'energia che ti insulta", le amministrazioni comunali complici (menzione speciale per "diamoci da fare" Moscherini), Regione (Marr-asshole) e governi (sinistradestracentro).
Pare che nessuna tra le amministrazioni locali abbia rifiutato di sedere al tavolo degli sconfitti, al cospetto di Sua Emissione ENEL. Dopo aver incassato i voti delle popolazioni per aver sostenuto il loro "no al carbone", le varie amministrazioni stanno raggiungendo quello che evidentemente era il loro vero scopo: le compensazioni. I danni alla nostra salute, al nostro ambiente, alla nostra economia, vengono forfettariamente monetizzati: un bel piattone di lenticchie, qualche spicciolo per le spese e tanti auguri per il toto-cancro che ci attende, unica sicurezza del "carbone pulito". I cittadini ringraziano. Ma qualcuno dovrà pagare per tutto questo. Stanno tentando di vendere e svendere qualcosa che non ha padroni. Quanti ritengono che questo comprensorio sia ormai abitato da sudditi rassegnati o disinformati, presto vedranno da soli quanto grande è il loro errore.

Riportiamo stralci da un articolo apparso su civonline.it in data 24/04/08:
Da giorni ormai, voci sempre più insistenti si stanno diffondendo in relazione ad una presunta trattativa tra l’amministrazione comunale di Tarquinia e l’Enel. Tali accordi dovrebbero culminare, secondo i bene informati, con l’introito da parte del comune etrusco di circa 15 milioni di euro quale risarcimento per l’entrata in funzione del nuovo impianto per la produzione di energia elettrica a carbone di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia. Nei giorni scorsi il sindaco Mazzola ed il presidente della cooperativa Pantano, Gianfederico Angelotti insieme agli agricoltori avrebbero discusso della questione Tvn. C’è chi sostiene sia pronto un accordo per monetizzare con l’ente elettrico il risarcimento per i danni che saranno procurati al territorio e alla salute degli abitanti.
I soldi del carbone non arriveranno soltanto a Tarquinia, ma sarebbero pronti a raggiungere anche gli altri comuni del comprensorio, da Tolfa ad Allumiere, a Santa Marinella, dove le trattative dovranno essere riaperte con il nuovo sindaco Bacheca che dovrà decidere che fare. Secondo indiscrezioni, l’accordo tra la società elettrica e i comuni del comprensorio sta arrivando al traguardo. L’Enel dal canto suo non ha fatto mistero dell’apertura di un tavolo di trattativa con i quattro comuni, anche durante i tavoli ministeriali e regionali, con il ministro Pierlugi Bersani e il governatore del Lazio Piero Marrazzo.

Il commento del "Comitato dei Cittadini liberi in difesa della salute e dell'economia":

"...Due i veri temi da dibattere: uno è l'epilogo della vicenda compensazioni, iniziata a gennaio con il sindaco di Tarquinia “indignato” perché i No coke lo imputavano di essere in trattativa con Enel, che non solo c'è stata ma s'è conclusa con un ridente Mazzola pronto ad afferrare 13 milioni di euro.
Non sappiamo se il prezzo della salute del sindaco sia giusto (13 milioni diviso 15.000 abitanti fa circa 867 euro) ma per i molti e sempre più cittadini che hanno compreso la verità sullo “sporco carbone pulito” la cifra è bassa.
Una cifra adatta dovrebbe essere almeno pari al risarcimento di un morto per tumore per famiglia nei prossimi anni. In alternativa potremmo accontentarci di una polizza assicurativa, con Enel che paga un premio corrispondente ad almeno due rischi morte per famiglia nei prossimi anni.
Non è una battuta, il programma di calcolo messo a punto dall' Unione Europea parla chiaro: inserendo quantità di carbone bruciato, ossidi di azoto e zolfo emessi, polveri emesse, altezza della ciminiera, densità e distanza della popolazione, il risultato è che i morti aggiuntivi da carbone per tutte le patologie derivate dall'inquinamento saranno pari, dopo alcuni anni, ad un risarcimento di 200 milioni euro.
Poi c'è il danno per malattie pari ad almeno 600 milioni di euro.
Senza contare i danni all'agricoltura, al turismo e alla dignità perché non siamo carne da macello.
Insomma pensiamo di valere più di 867 euro. Mazzola e chi lo sostiene in questa scelta, noi speriamo che almeno i medici si dissocino, è libero di pensarla diversamente ma i conti li sappiamo fare in modo dettagliato e li presenteremo a chi di dovere.
Ogni cittadino, ogni associazione, ogni cooperativa, ogni partito politico, ogni sindacato, ogni parrocchia, ogni aggregazione religiosa è chiamato a diventare movimento per scongiurare il pericolo mortale del carbone.
L'altro punto importante da trattare all'Agraria sono le azioni per fermare la centrale a carbone di TVN. Il comitato dei Cittadini liberi ieri sera ha fissato la data del 24 maggio per la grande manifestazione popolare che dirà al governo di farla finita con Civitavecchia.
Martedì sera, 29 aprile, presso la sede del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca si terrà la seconda riunione per decidere le modalità di adesione e partecipazione delle strutture agricole alla grande manifestazione del 24 maggio.
Saranno presenti le cooperative, le associazioni di categoria e l'Università Agraria.
La base, gli agricoltori, hanno compreso il pericolo da tempo e ogni volta che si sono riuniti hanno deciso in modo unanime di lottare per fermare la centrale a carbone di Civitavecchia.
Ora chiedono coerenza a chi li rappresenta. Contemporaneamente gli agricoltori chiamano a raccolta tutte le categorie produttive perché ognuno può e deve fare la sua parte. Il 24 maggio Tarquinia aprirà una nuova fase nella vertenza in atto".

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19 gennaio 2008

Marrazzo - Marra-sshole. Commenti alle sue ultime esternazioni circa la possibilità di incenerire i rifiuti a TVN




"Asshole".
Letteralmente si traduce con "buco di culo". In inglese questo termine è usato per indicare un Idiota la cui qualità caratterizzante, appunto l'idiozia, raggiunge una magnitudine considerevole. Un Idiota con la "I" maiuscola, insomma. Ad esempio, George Bush è notoriamente uno tra i politici più colpiti da questo insulto, nel suo Paese d'origine.

Il "buco di culo", da un punto di vista etico-politico, è un oggetto a cui la figura di Piero Marrazzo si è ormai indelebilmente legata, dopo le sue ultime dichiarazioni. (Vedi questo post).
Di qui il nuovo epiteto, che speriamo si diffonda in fretta: "Marrasshole" (pronuncia: "marrasshol")

Riceviamo e pubblichiamo subito sotto alcuni commenti sulle recenti esternazioni di Marrazzo, che oggi si dice favorevole all'incenerimento dei rifiuti nella riconvertenda venefica centrale a carbone TVN - Enel di Civitavecchia.

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NOCOKE TARQUINIA:
"Il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, propone la co-combustione del combustibile da rifiuti assieme al carbone per la centrale di Tvn. Finalmente getta la maschera e dopo le vacue promesse elettorali si rivela per quello che è. Ma il comitato no coke Alto Lazio non si arrende e promette nuove iniziative di lotta.

18 gennaio_Vergogna. Ricordiamo ancora nell’ottobre del 2005 un Marrazzo sudato e in maniche di camicia scendere dal suo ufficio per abbracciare e tranquillizzare i no coke recatisi a Roma per ricordargli le sue promesse elettorali; in quell’occasione ripromise ancora che avrebbe fermato la conversione a carbone della centrale termoelettrica di TVN.
Sono passati più di due anni e dopo aver tenuto atteggiamenti ambigui, il Presidente della Regione Lazio getta la maschera e dichiara che “A Civitavecchia non c'è possibilità che si costruisca un nuovo impianto per i rifiuti, mentre uno scenario possibile è quello della co-combustione. Si può infatti immaginare che nella centrale Enel, appena sarà pronta, sia bruciato oltre al carbone anche il cdr, quando si è pensato di essere portatori di una politica di sviluppo con il carbone pulito non si è fatta una grande scelta mentre la co-combustione è qualcosa che ha un minor impatto ambientale e non si appesantisce la zona di Civitavecchia con altre strutture, l'impianto consentirà la produzione di energia elettrica mediante la combustione combinata di carbone e rifiuti solidi urbani pretrattati: siamo nel solco della massificazione (Ansa)”.
I comitati no coke Alto Lazio non ci stanno e gridano vergogna. Bruciare il Cdr assieme al carbone sarebbe l’ennesimo affronto per questo territorio, divenuto ormai la discarica d’Italia. Marrazzo, con le sue affermazioni, offende i cittadini che lottano contro il carbone ai quali aveva promesso ben altro. Fra le righe delle sue dichiarazioni, si può forse intravedere quella che è la proposta dell’Enel ai comuni del comprensorio per il fantomatico abbattimento del 30% delle emissioni inquinanti : bruciare la “monnezza” assieme al carbone, spacciandola per una sostanza innocua, come il carbone pulito del resto.
La lotta non si ferma, a tutti i livelli. I comitati gridano forte il no alle compensazioni e alle politiche a dir poco distruttive paventate dal Presidente Marrazzo. Non rinnovargli la fiducia alle prossime tornate elettorali sarà semplicemente un atto di salute pubblica.
Contatti:nocoketarquinia.splinder.com"

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Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti
Il Governatore Piero Marrazzo come il Generale Bava Beccaris
E’ a tutti noto il triste e luttuoso episodio accaduto a Milano nel maggio 1898 passato alla storia come “la protesta dello stomaco”, quando il Generale Bava Beccaris ordinò, senza alcuno scrupolo, di sparare cannonate sulla folla affamata che chiedeva pane, provocando una strage. L’episodio è stato immortalato in una canzone di dominio pubblico che così recita: “Alle grida straziate e dolenti di una folla che pane chiedeva il feroce e tirannico Bava gli affamati col piombo sfamò”. Così il Governatore Piero Marrazzo vuole compensare l’inquinamento atmosferico inondando di maleodorante “monnezza” una città già annerita dal carbone. Una volta si uccideva sparando, oggi si attua lo stesso misfatto danneggiando la salute e vessando l’ambiente mentre si rinnegano senza vergogna le promesse elettorali fatte ad una popolazione inquinata. 18 gennaio 2008
Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti.

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