No al carbone Alto Lazio

14 settembre 2008

Solidarietà da Beppe Grillo per i cittadini denunciati dal Sindaco di Tarquinia, Mazzola




Il video dei cittadinidenunciati a Tarquinia dal Sindaco Mauro Mazzola

Dal blog di Beppe Grillo, "Comuni a carbone" (11/09/2008)

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L'operazione "Fiato sul collo" sta producendo i primi effetti. Sindaci e assessori abituati a gestire il Comune come se fosse "Cosa Loro" stanno reagendo. Non con il confronto con gli elettori, ma con denunce e querele ai cittadini. Che possono votare, ma non possono essere informati, non possono protestare, non possono filmare consigli comunali PUBBLICI.

I nostri amministratori sono dei pirahna che nuotano nell'acqua torbida delle compensazioni, degli affari, dei favori. Sono, quasi tutti, pilotati dai partiti. Un inceneritore sul territorio può fruttare un posto di deputato nella prossima legislatura. Una nuova discarica e ci si ritrova in Senato. Le aziende di Stato come l'ENEL e le municipalizzate hanno la precedenza sui diritti dei cittadini. Nel caso, improbabile, qualche magistrato faccia chiarezza sulle delibere comunali c'è il suo trasferimento. Nel caso, quasi impossibile, un amministratore finisca sotto inchiesta viene promosso parlamentare per meriti sul campo. La fedeltà al partito è un investimento sicuro.
Oggi pubblico il video del consiglio comunale di Desio. Il cittadino che ha ripreso i SUOI dipendenti è stato convocato dai Carabinieri e minacciato di querela da due assessori.
E, sempre oggi, dò spazio agli abitanti di Tarquinia denunciati dall'amministrazione comunale dopo una civile protesta attuata durante il consiglio comunale del 13 agosto per tutelare la salute e le imprese locali, per non morire di tumore a causa delle centrali a carbone.
In quell’occasione, la maggioranza di centro-sinistra che guida il Comune, deliberò la piena delega al Sindaco ad accettare le “compensazioni” economiche dell’Enel, a risarcimento del gravissimo inquinamento che provocherà la centrale di Civitavecchia alimentata a carbone.
Dal sito Nocoketarquinia:
"Il sindaco non tutela le aziende agricole e turistiche e sceglie il carbone, questo emerge dai tanti comunicati del comune di Tarquinia che sceglie la polemica piuttosto che rispondere ai temi concreti che riguardano la riconversione a carbone di Civitavecchia, come quello legato all’economia. Per onorare la verità, bisogna però fare chiarezza su un tema che il nostro sindaco usa fin troppo spesso, su cui vorrebbe ricadesse una sorta di ruolo rassicurante: il “monitoraggio” . Il sindaco di una città ha il potere ed il dovere di fermare la centrale di TVN. Ma scegliendo di prendere i soldi sporchi del carbone, è evidente che Il sindaco del comune di Tarquinia non ha scelto la tutela del territorio:rimane da una parte a guardare il monitoraggio ambientale,che per legge compete agli istituti regionali e nazionali.Un sindaco dovrebbe tutelare i cittadini e la loro economia, piuttosto spieghi meglio la relazione che c’è tra il ruolo tecnico del monitoraggio e i soldi che intende incassare dall’accordo con Enel. Spieghi poi per quale motivo prende i soldi da Enel per un ruolo istituzionale che non gli compete, il monitoraggio, magari con le centraline acquistate proprio dall’ente elettrico che si fa controllare dallo stesso sindaco che accetta i suoi soldi. Per favore! Non siamo stupidi come lei vorrebbe.Infatti nella delibera del 13 Agosto il sindaco non è stato delegato dal consiglio comunale per fare il monitoraggio, ma per prendere i soldi da Enel, non si può mistificare la realtà fino a questo punto. Il sindaco di Tarquinia poteva scegliere di stare dalla parte dei cittadini e dell’economia del nostro territorio, ha scelto di stare dalla parte di Enel, dalla parte di chi prende i soldi e non gli resta altro che “monitorare”!.
Le aziende che insistono sul territorio coinvolto dalle ricadute dell’utilizzo del carbone non staranno a guardare il proprio tracollo economico e si organizzano senza il proprio sindaco.
Quindi il comune invece di polemizzare su due parole gridate in consiglio comunale ed arrivare addirittura a denunciare i suoi stessi elettori dovrebbe dire come salvare l'economia, l’agricoltura fiorente, la storia millenaria di questa meravigliosa cittadina che ha radici profonde nella storia ricca di tesori archeologici di valore inestimabile.
Le due imprenditrici denunciate hanno ricevuto fiumi di messaggi di solidarietà, questo per tutti noi è lo stimolo giusto per continuare a lottare contro il carbone e contro tutti coloro che lo sostengono, sindaco compreso." Comitato Tarquinia No Coke

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9 settembre 2008

Il coord. Medici e Farmacisti: "Oggi come ieri non resta che la fuga"

La storia, maestra di vita, ha già condannato nel XVII secolo l’azione mortifera dell’uso del carbone.

Nel lontano 1684, infatti, l’autore inglese John Evelyn nell’opera letteraria “the Diary” aveva denunciato il grave disagio per la popolazione dovuto alle emissioni di questo combustibile: “Lo smodato uso del carbone espone Londra al triste inconveniente dell’aria insozzata dai fumi. (…) Dai camini e dalle ciminiere i miasmi inquinano ed infettano l’aria in un modo indicibile. Mentre i comignoli ruttano fumo dalle loro mascelle fuligginose, Londra somiglia alla faccia del monte Etna in piena eruzione o ai sobborghi dell’inferno più che a una comunità di creature dotate di ragione e raziocinino. Lo stanco viaggiatore, a molte miglia di distanza, sente l’odore acre della città un cui cerca riparo, ancor prima di vederla. (…) La densa fuliggine danneggia in modo grave i polmoni e questo è un danno cosi incurabile, che si porta via intere moltitudini, come ci informano settimanalmente gli elenchi dei defunti. Quale altro rimedio adottare se non la fuga?”. Anche se da allora la tecnologia si è perfezionata nessun accorgimento tecnico riuscirà a bloccare i “miasmi” (polveri fini, CO2, metalli pesanti ecc.) di circa cinquemilioni di tonnellate di carbone combusto annualmente.

Coordinamento dei medici e dei farmacisti.

Civitavecchia, 09 settembre 2009

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7 settembre 2008

"Tutti insieme, per salvare il nostro territorio e le nostre aziende dal carbone."

Intervento del consigliere comunale di Tarquinia Marco Tosoni.

Non avrei mai voluto intervenire nella querelle tra il sindaco,il pd,scomodato fino alla segreteria provinciale e la vicenda legata alla riconversione a carbone di Civitavecchia,ma ritengo sia opportuno ristabilire un criterio per la lettura degli eventi e delle vicende politiche legate alla riconversione a carbone di Civitavecchia.

Seguendo tutta la storia del l’iter autorizzativo della riconversione a carbone di TVN,arrivando fino ai giorni nostri possiamo scorrere nomi e politici di tutti gli schieramenti politici,gli stessi che oggi si rimpallano le responsabilità,sperando magari di cogliere i lettori in un momento di amnesia.

Vero è che nel 2003 la centrale Enel di TVN,viene autorizzata alla riconversione a carbone dal governo di centro destra con Matteoli come ministro all’ambiente che ne firma la V.I.A.

Vero è che fino al 2005 tutta l’opposizione,la sinistra i DS (sic),rimangono fortemente contrari,scrivono insieme il programma elettorale per le regionali,contro il carbone.

Il 5 Febbraio 2006 si raggiunge l’acme della lotta con la grande manifestazione ,dove tutti scendono sull’Aurelia per protestare contro il carbone.

Nel 2006 arriva il governo di Prodi,Bersani come ministro alla sviluppo economico,non solo non recepisce le istanze di tutto il comprensorio che sotto lo sciopero della fame chiede la riapertura della via,ma mette nel cassetto due richieste di ministeri competenti,(conquistate da tutto il popolo inquinato a suon di manifestazioni) ed una denuncia per omissioni di atti di ufficio a suo carico.

Sarà di fatto proprio lui che inizierà la trattativa economica con Enel per le compensazioni.

Con questo atteggiamento politico,partitico dei Ds prima e Pd poi,il cerchio si chiude:destra,centro,sinistra gettano la maschera,sono uguali davanti ai poteri forti,contro i cittadini.

Nel 2007 rimangono i sindaci in campagna elettorale a proclamare la ferrea contrarietà al carbone;Giulivi e Mazzola.

Due programmi simili solo per la lotta strenua contro il carbone.

Il sindaco Mazzola,ricorda benissimo i giorni delle candidature,la mia accettazione era secondaria alla piena condivisione alla lotta al carbone,lotta alla resa del territorio ad una minaccia per la salute e per la categoria che su quella lista rappresentavo,quella degli agricoltori.

Signor sindaco,c’ho creduto veramente:nel gioco di squadra e nei proclami elettorali,ma ora siamo arrivati ai giorni nostri,mi ritrovo davanti una maggioranza che denuncia,che non posso più condividerne né i toni e neppure le scelte.

Ho scelto un’altra strada ma comunque in linea con la mia passione per la coerenza,fosse anche per abbandonare la fiducia nei partiti politici,contenitori vuoti di umanità.

Quando vivi la lotta alle ingiustizie,come quella del carbone,sdraiati sull’asfalto,armati solo di coraggio si assiste alla vera passione per le cose giuste,non utili,non comode,ma giuste,un partito politico non può chiederti di rinnegarle,per i suoi utili.

Per questo,chiedo a tutte le associazioni che hanno condiviso la piattaforma della grande manifestazione del 24 Maggio,di rinnovare l’impegno contro il carbone,di proseguire il percorso iniziato tutti insieme.

La politica può decidere,anche sbagliando di stare a guardare,ma noi abbiamo il compito di difendere le nostre aziende,fino alla fine.

Le parole profuse dai nostri amministratori come monitoraggi e controlli sono pericolose e noi lo abbiamo capito bene,portano forse soldi alle casse comunali ma inquietudine per il futuro delle nostre aziende.

Non dimentichiamo la storia di Brindisi,anche lì le compensazioni hanno portato i monitoraggi ed i controlli ma sono serviti solo a dare la colpa dell’inquinamento agli agricoltori per aver bruciato troppe potature.

Anche il sindaco di Brindisi diceva di non poter fermare l’avvio della centrale,di fatto però non ha potuto esimersi dal firmare l’ordinanza di sequestro delle terre e dei prodotti coltivati intorno alla centrale a carbone,quando ormai l’inquinamento aveva compromesso i terreni.

Troppo tardi,per loro,non per noi.

Rimettiamoci tutti di nuovo insieme,associazioni e cittadini,c’è da salvare Tarquinia.

Il consigliere comunale di Tarquinia Marco Tosoni

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4 settembre 2008

"Il PM10 nuovo fattore di rischio ambientale per la Trombosi Venosa Profonda"

"le particelle fini presenti nell'atmosfera, aumentano del 70% il rischio di sviluppare Trombosi Venosa Profonda. Il rischio è maggiore negli uomini"

Una ricerca diretta da Andrea Baccarelli, dell’Università di Milano e della Harvard School of Public Health, pubblicata sull’ultimo numero della rivista JAMA, afferma che l’esposizione a lungo termine al particolato fine presente nell’atmosfera inquinata aumenta considerevolmente il rischio di sviluppare trombosi venosa profonda, oltre ad altre gravi patologie.

Alla base di questa notizia vi è uno studio finanziato dalla Fondazione Cariplo e dalla Regione Lombardia, condotto su 870 pazienti lombardi colpiti da trombosi venosa profonda e su 1210 soggetti di controllo. I soggetti sono stati assegnati a nove differenti aree di soggiorno, per le quali sono state valutati i livelli di concentrazione media per metro cubo del particolato fine (PM10) nel corso dell’anno precedente alla diagnosi della patologia o della presa in carico nello studio.
Dopo aver adottato correzioni nei dati per escludere altri fattori ambientali e sanitari, si è notato che per ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di particolato, il rischio di trombosi venosa profonda aumenta del 70 per cento, poiché il sangue dei soggetti esposti sperimentalmente a elevati livelli di particolato mostra la tendenza a coagulare più velocemente. In considerazione degli alti livelli di PM 10 spesso riscontrati nel nostro territorio sarebbe interessante sapere, attraverso uno studio scientifico, quanti soggetti nel nostro comprensorio vadano incontro, ogni anno, a trombosi venosa profonda a causa dell’inquinamento.

Civitavecchia, 4 settembre 2008.
Coordinamento dei medici e dei farmacisti

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l'emorragia inarrestabile delle morti nelle miniere di carbone

Cina: "Ventitre persone hanno perso la vita stamani in un'esplosione provocata da una fuga di gas in una miniera di carbone nel nord-est della Cina. Lo riporta l'agenzia stampa Xinhua, precisando che la deflagrazione si e' verificata nella citta' di Fuxin, nella provincia del Liaoning."
Fonte: Agenzia ASCA

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"La battaglia contro il carbone negli USA"

Quattro anni fa erano 150 le nuove centrali a carbone che si volevano costruire negli Stati Uniti. Dei 150 impianti progettati ce n’erano alcuni che da soli avevano più emissioni di certi paesi africani. Tutte assieme le centrali avrebbero rilasciato circa un miliardo di tonnellate di CO2 all’anno, più di quanta ne devono ridurre i paesi che hanno firmato il protocollo di Kyoto.
Oggi di quei 150 progetti solo 14 sono in fase di avvio

anche se rimangono al centro di aspre dispute legali. Degli altri 136, metà sono stati abbandonati per strada, sconfitti nei tribunali dagli avvocati ambientalisti o accantonati per motivazioni economiche; gli altri sono ancora bloccati da una vasta opposizione.
Continua su Qualenergia.it

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A Saline Joniche (RC) pronto il "Manifesto del no al carbone".

Fonte: Strill.it
"Il Coordinamento delle Associazioni contrarie alla Centrale a Carbone si riunirà venerdì 5 settembre alle ore 18 presso Villa Rognetta a Saline Joniche per presentare pubblicamente il “Manifesto del No al carbone e del si ad un programma di sviluppo alternativo dell’Area Grecanica”.

Anticipando i punti forti del manifesto, ribadiamo la nostra netta contrarietà all’ipotesi di realizzare una centrale termoelettrica alimentata a carbone e ci dichiariamo assolutamente favorevoli a promuovere e partecipare a processi decisionali volti allo sviluppo sostenibile della nostra Area.

Salutiamo positivamente le dichiarazioni del Presidente Loiero apparse sui giornali nei giorni scorsi e siamo lieti della sua contrarietà al carbone anche se non è sufficiente affermare che “il progetto della Centrale non è coerente con i programmi della Regione”. Serve un disegno chiaro, un impegno concreto, un programma realizzabile fondato sulle vocazioni naturali della fascia basso-jonica e sulle sue potenzialità.

Il Coordinamento, nella sua ferma intenzione di opporsi alla realizzazione della Centrale, da scongiurare a discapito di ogni altra ipotesi di sviluppo futuro e per le ricadute in termini di “danno” diffuso che ne conseguiranno, intende farsi promotore anzitutto di una capillare sensibilizzazione della popolazione e di tutte quelle iniziative utili alla causa, assumendo come prioritaria e legittima la battaglia per la salute delle generazioni attuali e di quelle future.

IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI

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Frasca: inadempienze e speculazioni

Vedi i link:
"Frasca, l'iter prosegue. Farini: dove sono Balloni e Luciani?" trcgiornale.it
"Chiediamo i danni per le mancate compensazioni ambientali" centumcellae.it

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3 settembre 2008

"Un Inno alla Vita, contro tutti i veleni di Puglia e d’Italia"

Lecce, 02/09/2008, Fonte: Brundisium.net
"La Confederazione Cobas di Brindisi aderisce alla iniziativa organizzata dalla sezione della” Lega Italiana lotta ai tumori” di Lecce per Sabato 6 Settembre con inizio alle ore 20,30 nell’area ex-Foro Boario a Lecce all’ingresso della superstrada Brindisi-Lecce , sul tema della emergenza ambientale che attraversa le province di Taranto, Lecce e Brindisi.

La serata prevede gli interventi di tre medici , uno per Provincia, a nome delle associazioni e dei movimenti che sono presenti in tutto il Salento e che si battono per una inversione di tendenza a quel modello di sviluppo che tanti danni ha procurato e continua a procurare alla salute dei cittadini.
Per la nostra Provincia interverrà il Dottor Maurizio Portaluri , di Medicina Democratica , che dirà come Brindisi sta lottando da numerosi anni per respingere ulteriori attacchi alla salute come nel caso del Rigassificatore tentando di costruire un nuovo sviluppo compatibile con l’ambiente.
Condividiamo inoltre l'idea degli organizzatori e delle associazioni che stanno aderendo a questa iniziativa di costruire un forte movimento Salentino unitario capace di conseguire dei risultati positivi , come nel caso dell’Ilva , delle carboelettriche di Brindisi , delle centrali a bio-masse del Leccese , di tutto ciò che contribuisce a peggiorare una situazione disastrosa.

A questa campagna aderiscono anche numerosi musicisti , come i Sud Sound Sistem e l’ Emsemble della Notte della Taranta , i quali daranno il loro contributo nel corso della serata del 6 Settembre.
Una adesione convinta quella di questi musicisti che continuerà anche dopo , nel corso di altre iniziative e manifestazioni , a segno di una situazione che non può più lasciare nessuno indifferente.
La Confederazione Cobas di Brindisi sarà presente con un video sulla realtà della nostra provincia , realizzato dal comitato No-Coke di Tarquinia dalle nostre parti in questa primavera con la collaborazione del Cobas di Torchiarolo.

L'idea e la realizzazione del video è nato dopo la manifestazione di Gennaio a Torchiarolo in quanto è stata seguita con molto interesse dai militanti No-Coke intorno a Civitavecchia.
Ricordiamo che Civitavecchia è sede della riconversione a carbone di una centrale dell'Enel simile come potenza a quella di Cerano e che ha dato luogo ad un gemellaggio sulle comuni disgrazie.

Il Cobas durate la serata venderà un libro sulla Nigeria , dove si parla di questo paese produttore di materie prime come petrolio, gas, uranio, completamente depredato da multinazionali come la Azienda Italiana di Stato Eni , utilizzando anche piccoli eserciti privati.
In buona sostanza la manifestazione del 6 settembre è una speranza che si accende a sostegno della necessità di cambiare e a costruire finalmente il nuovo.

Per la Confederazione Cobas Gianni Liaci

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2 settembre 2008

"Un metro quadrato di sole vale un barile di petrolio". Proposta del governo tedesco per creare un'agenzia mondiale per il solare

Proposta del governo di Berlino alla fiera internazionale di Valencia
L'energia fotovoltaica cresce, ma troppo lentamente: "Nel 2020 sarà solo il 3%".
Fonte

VALENCIA - Un metro quadrato di sole vale un barile di petrolio. Da qui bisogna partire per vincere la scommessa del futuro e i ricercatori europei, insieme alla commissione europea, hanno scelto la 23esima Fiera del Fotovoltaico aperta oggi a Valencia per lanciare un vero e proprio appello. "In un barile di petrolio, pari a 159 litri di oro nero, sono contenuti 1,5 MW di energia. Questo significa che ogni metro quadrato della nostra terra riceve ogni giorno la stessa quantità di energia dal Sole", ha detto in un accalorato intervento Daniel Lincot, direttore della ricerca al Cnrs, il Cnr francese, aprendo i lavori della conferenza.

"Ma nonostante la crescita degli ultimi anni - ha aggiunto - la nostra previsione è che nel 2020 il contributo dell'energia solare in Europa arriverà solo al 3% dell'energia globale con una copertura di non più di 1000 km quadrati complessivi. Per questo abbiamo preparato una appello internazionale per il sostegno della ricerca e dello sviluppo del fotovoltaico, nella convinzione che sia possibile fare molto di più coordinando le forze dei tanti soggetti che stanno lavorando per lo sviluppo dell'energia più sostenibile per il pianeta".

Per spingere la crescita del fotovoltaico si punta moltissimo sui nuovi film sottili, prevalentemente in telloruro di cadmio, che costa sensibilmente meno rispetto ai tradizionali pannelli a base di silicio e garantisce un rendimento paragonabile. Ma molto resta ancora da fare nel campo della ricerca e la Germania, che detiene la leadership mondiale con il 42% dell'installato e il 46% del generato, ha lanciato a Valencia la proposta di dare vita ad un'agenzia internazionale per le rinnovabili: "Il governo tedesco propone ai partner europei e internazionale di dare vita ad un agenzia, come l'Aie, che possa lavorare con risorse almeno paragonabili a quelle che vengono destinate al nucleare", ha sottolineato Hans-Joef Fell, deputato del Parlamento tedesco.

Il 2007 si è chiuso con incredibile crescita del mercato (+35,5% sul 2006), secondo l'Epia (l'associazione delle industrie del settore), sfiorando 1 GW di produzione, obiettivo ampiamente superato nei primi mesi di quest'anno. Per la prima volta l'Italia compare nella classifica dei primi cinque, seppur con soli 100 MW di installato e 50 MW di energia prodotta, a fronte dei 1100 MW della Germania, ma anche dei 512 MW della Spagna.

(1 settembre 2008)

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Orsi polari alla deriva, countdown to extinction

"L'immenso iceberg su cui si trovavano si è dapprima staccato dalla terraferma e quindi si è gradualmente, completamente sciolto. Così nove orsi polari si sono ritrovati nelle acque gelide del mare d'Alaska, trasportati dalla corrente, costretti a nuotare 24 ore su 24 per sopravivere. La terra più vicina era a una distanza raggiungibile per questi instancabili animali:

un centinaio di chilometri più a sud. Ma l'istinto li ha spinti a muoversi in direzione opposta, verso nord, e in quel senso di marcia il primo pezzo di ghiaccio che offrirebbe loro un approdo si trova a seicento chilometri, una distanza quasi certamente insormontabile anche per formidabili nuotatori come loro. Un tempo era più vicino, ma si è ridotto a causa del cambiamento climatico che riscalda il pianeta, facendo ritirare il manto di ghiaccio sempre di più verso il Polo Nord.

L'avventura degli orsi sperduti tra l'Alaska e il Polo è così presto diventata una tragica odissea per tornare a casa, filmata, fotografata e seguita dagli specialisti del governo americano e delle compagnie petrolifere che operano in quella desolata, inospitale, selvaggia regione del globo. Il gruppo ha percorso finora un centinaio di chilometri. Alcuni degli orsi sono morti, affogando per la stanchezza: i rilevatori che li osservano dall'alto in aereo e in elicottero non sono sicuri di quanti siano ancora in vita. Di certo i superstiti appaiono stremati. Il World Wide Fund for Nature sta considerando di chiedere alle forze armate degli Stati Uniti l'invio di una nave per cercare di salvare gli orsi: anche se il salvataggio sarebbe un'operazione estremamente complicata.

La vicenda è stata raccontata oggi dal Daily Mail di Londra, che ha pubblicato la foto di uno degli orsi nel mare d'Alaska, scattata da distanza ravvicinata da un elicottero. Non è la prima volta che orsi polari finiscono in mare a causa dello scioglimento dei ghiacci. Sempre più spesso capita che arrivino a nuoto, o su piccoli iceberg, fino all'Islanda, dove la popolazione locale peraltro li uccide a fucilate appena raggiungono la riva. La foto di un orso polare su una minuscola piattaforma di ghiaccio ha fatto il giro del mondo qualche mese or sono. "Tutti gli orsi polari sono minacciati dal surriscaldamento del pianeta, rischiano l'estinzione", dice al Mail il professor Richard Steiner della Università dell'Alaska. Chissà se qualcuno dei nove bestioni dispersi riuscirà a salvare la pelle, completare l'odissea e ritrovare miracolosamente la via di casa."
Fonte: Repubblica Ambiente

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