No al carbone Alto Lazio

4 ottobre 2010

Tumori in Puglia: il silenzio degli ospedali

Fonte: StatoQuotidiano, via UPLS
"Il rapporto con l’ambiente è uno dei fattori determinanti sullo stato di salute della popolazione. L’esito dei lavori della Commissione OMS su ambiente e salute afferma: “ La salute umana è funzione della capacità delle società di gestire la integrazione tra le attività umane e l’ambiente fisico e biologico in modo tale da garantire e promuovere la salute senza incidere sulla integrità dei sistemi naturali dai quali dipendono l’ambiente fisico e biologico medesimo”. Solo tramite l’incrocio tra dati ambientali, territoriali e urbanistici, epidemiologici, di indicatori demografici che si può tracciare, per una determinata popolazione, il profilo di salute come inteso dalla definizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La prevenzione di malattie di origine ambientale richiede un vasto sforzo che parte dagli stili di vita e alle misure istituzionali che consentono di garantire la sicurezza della popolazione.

In Puglia esistono specifiche condizioni di criticità dovute all’inquinamento ambientale. Secondo la delibera del Consiglio dei Ministri del 30 novembre 1990, sono indicate le aree ad elevato rischio di crisi ambientale: area di Brindisi che comprende anche i comuni di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Carovigno; di Manfredonia e di Taranto, dove i “livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo e del sottosuolo, delle acque superficiali e di quelle sotterranee determinano un pericolo per la salute pubblica, per l’ambiente naturale o costruito” (Burp n.150 DEL 26/9/08).

La Regione Puglia ha predisposto un elenco dei luoghi potenzialmente contaminati presenti sul territorio. Nel 2003 l’Arpa Puglia, sulla base di ulteriori segnalazioni pervenute agli Uffici del Commissario Delegato, della Regione e della stessa Arpa, ha provveduto ad aggiornare l’elenco classificando i diversi siti in base alla causa di contaminazione presunta. La tipologia di contaminazione prevalente è attribuibile alla presenza di discariche non controllate, accumuli depositi abusivi, sversamenti di oli combustibili, fanghi e rifiuti di amianto. In particolare modo il settore industriale ha esercitato un impatto sul suolo notevole, se si considerano i Siti di Interesse Nazionale (SIN), nei quali i risultati della caratterizzazione mettono in evidenza la contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Nel territorio pugliese i Siti da bonificare sono: Manfredonia, Brindisi, Taranto e Fibronit-Bari. Il sito pugliese ove sono più avanzate le operazioni di bonifica è quello di Manfredonia (Focus).

MODELLI DI SVILUPPO ECONOMICO- Si tratta di territori in cui il modello di sviluppo economico scelto dal dopoguerra con le costruzioni di imponenti insediamenti industriali a ridosso dei centri abitati ha comportato un consistente degrado delle condizioni ambientali, responsabile del deterioramento dello stato di salute delle popolazioni residenti in prossimità delle zone industriali. Gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che hanno indagato sullo stato di salute delle popolazioni delle aree a rischio di crisi ambientale, hanno mostrato aumenti di rischio delle comunità che risiedono in queste aree, soprattutto nel sesso maschile, della mortalità per tutti i tipi di tumore, e in particolare del tumore del polmone, della pleura, della vescica, nonché per patologie neoplastiche dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. A questi studi si sono affiancati i progetti finanziati dal Ministero dell’Ambiente con i Piani di disinquinamento delle aree ad elevato rischio ambientale.

OSPEDALE SAN CAMILLO DE LELLIS – Un’estenuante lista di attesa tra esclamazioni ( “é la prima volta che qualcuno ci chiede questo tipo di informazione”) e dati irreperibili per cause tecniche (computer bloccati da guasti tecnici), nonchè consuetudini burocratiche di richieste da inoltrare al Direttore sanitario dell’Ospedale San Camillo De Lellis di Manfredonia, (con addebita mancanza di fogli prestampati per l’autorizzazione agli organi di stampa), il silenzio è l’unica risposta. Da circa un mese Stato ha cercato di contattare telefonicamente il direttore sanitario, ma la richiesta di consultare un’indagine sul numero dei malati oncologici del territorio di Manfredonia condotta del defunto Dott. Furio Oronzo, è caduta nel vuoto. Un silenzio accompagnato dalla scarsa collaborazione di una struttura sanitaria che si trincera di risposte evasive per una questione che ha mobilitato diverse associazioni e istituzioni nell’ambito della ricerca universitaria, anche a livello nazionale. Contattato anche l’ufficio di epidemiologia l’indagine si arena sulla ricerca faticosa di file datati. Eppure all’interno del Servizio Sanitario Regionale la tutela e la promozione della salute collettiva è declinata ai dipartimenti di Epidemiologia e di Prevenzione, per affrontare e potenziare i fattori di benessere, tutelando la salute con l’individuazione e la rimozione delle cause e i fattori di malattia.

MEDICINA DEMOCRATICA- Contattato telefonicamente il Dott. D’Angelo, presidente dell’Associazione Medicina democratica, conferma a Stato la presenza di un dossier di oltre 600 pagine, frutto di dati che confermano l’alta incidenza delle malattie neoplastiche sul territorio di Manfredonia causata dai fattori inquinanti presenti sul territorio. I dati di mortalità sono stati analizzati per l’insieme dei Comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e S. Giovanni Rotondo e per il solo comune di Manfredonia. Gli studi di epidemiologia evidenziano (come nelle analisi dell’OMS) gli eccessi per entità e tipologia delle malattie interessate, sono strettamente legate a importanti componenti di natura professionale e ambientale, evidenziando un gradiente di rischio che aumenta in prossimità delle sorgenti inquinanti.

REGISTRO TUMORI REGIONE PUGLIA- Tale ente nasce sulla base di intese e collaborazioni tra l’Assessorato alle politiche della Salute, Asl, Ares (Agenzia Regionale Sanitaria), Oer (Osservatorio Epidemiologia della Regione Puglia), Arpa (Agenzia Regionale per la protezione e prevenzione ambientale) e Università degli Studi di Bari. Secondo i dati sul tasso di mortalità in Puglia tra il 1998-2004 i decessi causati dalle malattie neoplastiche sono in netto aumento. Nei maschi il fenomeno riguarda gran parte della Provincia di Foggia, mentre nelle donne la mortalità più elevata si concentra in alcuni comuni sempre nella stessa zona. Un’elevata mortalità per tumori della trachea, dei bronchi e polmoni della popolazione maschile si osserva in alcuni comuni del Gargano.

L’inchiesta condotta da Stato anche se rallentata da fattori di inerzia burocratica, da inefficienze tecniche, rivela un sottobosco di notizie ignorate e ignote alla pubblica opinione che compromettono una corretta informazione e al tempo stesso un’efficace tutela della salute dell’intera popolazione di Manfredonia.

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3 ottobre 2010

I sonetti di Giancarlo Peris. "Re Mida"

Giancarlo Peris il 25 agosto scorso in Campidoglio per il cinquantenario delle Olimpiadi Roma 1960

Torniamo con lo spazio dedicato ai sonetti "a sonagli" del nostro Giancarlo Peris e pubblichiamo un secondo componimento, che come il precedente ("Immuni") risale al 2001.
Buona lettura.

Re Mida (14 luglio 2001)

Sia sindacati e giunta comunale
C’esortano a nun perde l’occasione
De accoje tonnellate de carbone
Pe’ trasmutalle in fumo a la centrale.


Che, dice, ce farà assai meno male,
Ce moltiplicherà l’occupazione
E a la città darà un’evoluzione
Che ar monno nun ce n’è ‘n’antra ch’è uguale.


Quindi, prima ho pensato ch’è da matti
Fa’ fa’ ‘na commissione che decida
De guarda’ in bocca a ‘sto cavallo e poi,


Avenno già esperienza d’antri fatti,
Me chiesi perché un dono da re Mida
Lo vonno fa’, fra tanti, proprio a noi.

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2 ottobre 2010

Moti carboniferi a Saline Joniche (RC)

Da Ntacalabria
"Continua il “lavoro” in gran segreto per la centrale a carbone. Infatti in questi istanti nei locali della delegazione di saline joniche si sta tenendo un incontro in gran segreto tra alcuni sindaci nella delegazione municipale di saline joniche per firmare il protocollo d’intesa finalizzato ad istituire una commissione di esperti che possa valutare la fattibilità o meno della centrale a carbone.

Assenti i primi cittadini di Bagaladi e San Lorenzo, Curatola e Sapone, che si mostrano solidali e ribadiscono il proprio No al progetto della società svizzera."

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Presentazione del libro “L’ANTICASTA: L’Italia che funziona”

"Nei giorni 22 e 23 ottobre 2010 in alcuni comuni laziali si terrà, grazie all’iniziativa di diverse associazioni socio-culturali, la presentazione del libro “L’ANTICASTA: L’Italia che funziona” di Michele Dotti e Marco Boschini.

Un appassionante viaggio – arricchito anche da un DVD - nei comuni virtuosi, alla scoperta di persone e progetti che se non fossero veri sembrerebbero incredibili. Un libro per quanti sognano ancora di “cambiare il Paese”, piuttosto che di “cambiare Paese”.

“Uno schiaffo all'immobilismo della politica e agli sprechi della CASTA, l'esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo. Realtà straordinarie dal punto di vista del risparmio energetico ed economico, della mobilità sostenibile, della produzione di energia da fonti rinnovabili, della gestione dei rifiuti, dell'acqua e del territorio...

Successi indiscutibili che mostrano la concretezza di scelte alternative divenute possibili attraverso un grande coinvolgimento della popolazione, chiamata a partecipare attivamente alle decisioni che riguardano l'intera comunità. Migliaia di cittadini impegnati nella costruzione di un domani migliore… un'altra Italia, fatta di tante persone oneste - non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni locali - che si battono ogni giorno per un paese migliore e che stanno già dimostrando con i fatti che le alternative concrete esistono. Il cambiamento, ancora una volta nella storia, non può che partire dal basso. E per fortuna questo sta già accadendo!”

Il libro contiene contributi di Alex Zanotelli, Francesco Gesualdi, Franca Rame, Maurizio Pallante, Jacopo Fo, Andrea Segré, Edoardo Salzano...

Michele Dotti e Marco Boschini saranno venerdì 22 ottobre a Zagarolo e Albano Laziale e sabato 23 faranno tappa ad Aprilia, Labico, Genzano di Roma e Ostia.

L’iniziativa è organizzata da Lilith, Liberidanubi, Salviamo il lago Albano, Per il bene comune, Labicocca, Rete dei cittadini per Aprilia, Amici di Beppe Grillo-Genzano, Amici del Movimento 5 Stelle XIII Municipio Roma, Ostia che cammina. Ad Aprilia l’evento sarà patrocinato dall’amministrazione comunale.

Tutta la società civile, le istituzioni e gli organi di informazione sono invitati a partecipare e a diffondere l’iniziativa.

Maggiori informazioni su http://www.anticasta.it, http://www.comunivirtuosi.org/

Video trailer
http://www.youtube.com/watch?v=ruSsOCfVWZg&feature=player_embedded

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Ufficio stampa RETE DEI CITTADINI
Responsabile: Tiziana D'Amico
rdclazio@gmail.com
www. retedeicittadini.it

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Commissario per l'ambiente UE: dal 2014 stop ai sussidi pubblici alle miniere di carbone

BERLIN (Reuters) - La Commissione Ue è determinata a perseguire il proprio nuovo obbiettivo di metter fine ai sussidi statali per le miniere di carbone entro ottobre 2014. Lo ha detto oggi la commissaria europea per l'Ambiente Connie Hedegaard.

"I contribuenti europei non possono continuare a pagare un sacco di aiuti a miniere che non sono redditizie", ha detto a Reuters a Berlino.
Gli aiuti di Stato per miniere in perdita avrebbero dovuto cessare quest'anno, ma a luglio la Commissione ha concesso al settore altri quattro anni.
La difesa da parte della Hedegaard della scadenza del 2014 la pone contro la Germania, dove le miniere di carbone e l'energia prodotta dal carbone giocano un ruolo importante nell'attuale mix energetico, e priprio per questo Berlino ha insistito per una proroga sino al 2018.
Migliaia di posti di lavoro nel popoloso stato del Nord-Rhine Westphalia dipendono dalle miniere e i politici, a livello locale e federale, spingono per convincere il governo e Bruxelles a rinviare la scadenza.
Hedegaard ha ribadito che non vede spazi oltre l'ottobre 2014.
La Commissione ha detto di voler porre fine ai sussidi perchè l'estrazione del carbone è molto meno costosa oltremare. Vuol risparmiare soldi dei contribuenti e allo stesso tempo convertire le economie Ue basate su combustibili fossili in economie che usino prevalentemente energie rinnovabili.
"Questo (pagare sussidi oltre il 2014) semplicemente non è il nostro modo normale di gestire le cose in settori diversi, ed è anche in contrasto con tutte le belle idee mentre ci muoviamo nella direzione di società a basso uso di carbone", ha detto la Hedegaard.
"Non posso controllare cosa diranno gli stati membri o altri ma so che è una posizione molto molto chiara della Commissione Europea", ha affermato la commissaria.

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Undici indagati per la discarica abusiva nel cantiere di TVN

Da TrcGiornale
"La procura della Repubblica ha iscritto undici persone nel registro degli indagati sul caso dei rifiuti rinvenuti nell'area della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord. La magistratura inquirente ha chiuso l'inchiesta che era scaturita dopo che la stessa procura era venuta in possesso di un video, portato agli uffici di via Terme di Traiano dalla presidente del Forum Ambientalista Simona Ricotti, che se lo era trovato all'interno della cassetta della posta di casa sua.

In quel video le immagini mostravano un camion mentre caricava rifiuti di ogni genere per poi scaricarli all'interno dell'area del cantiere Enel. La zona, peraltro, sembra sia quella dove sarebbe prevista la nascita del bosco che fa parte della convenzione con il comune. Non si conoscono però i nomi delle undici persone indagate. A quanto pare, sei sarebbero dirigenti e personale della Spa, mentre gli altri cinque dovrebbero essere i titolari e personale delle due ditte incaricate del trasporto di quei rifiuti. Tra l'altro, a quanto pare una delle due ditte sarebbe la RD Trasporti, cioè la stessa coinvolta nel caso del palazzo di piazza XXIV maggio. I reati ipotizzati dalla magistratura inquirente sono quelli relativi alla inosservanza delle leggi sul corretto smaltimento dei rifiuti. Per questo tipo di reati la magistratura inquirente ha presentato richiesta di rinvio a giudizio per tutti e undici gli indagati al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Civitavecchia, che a questo punto dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta avanzata dal pubblico ministero."

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Ampliamento a carbone della centrale di Vado Ligure: Tirreno Power denunciata alla UE


Savona: filmato realizzato durante la conferenza stampa indetta da Uniti per la Salute dove il prof. Marco Stevanin illustra la perizia giurata in termini semplici chiari e difficilmente equivocabili

Da Savonanews.it

"L'incontro di ieri in Regione Liguria avrebbe visto un Burlando finalmente scettico, i sindacati più realisti del re (dove il re è Tirreno power), e un azienda che forse inizia a capire quale pessima aria tiri sull'ampliamento e sul carbone, tanto da dichiararsi apparentemente disponibile a più miti consigli per bocca del Gran Macchinista.

Per brevità e completezza alleghiamo una copia (clicca) della "Denuncia ala Commissione delle Comunità Europee riguardante inadempimenti del diritto comunitario" con oggetto : Centrale Termoelettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure Quiliano (Savona) e relativo al progetto di ampliamente a carbone"

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1 ottobre 2010

Le bombe ecologiche sul territorio di Civitavecchia


Visualizza Fonti d'inquinamento nell'Alto Lazio in una mappa di dimensioni maggiori

 Guerrini chiede un intervento di Asl, Comune e autorità giudiziari
 Da BiGnotizie.it

"Mauro Guerrini, consigliere "autonomo" del Pd, interviene sulle bombe ecologiche che minano la sicurezza della città e chiede interventi precisi e immediati per la loro rimozione. In particolare si rivolge all'Enel affinché riduca al massimo, se non addirittura a zero, gli strascichi negativi per l'ambiente e la salute, della sua attività. (Cioè chiudendo i suoi ecomostri? NDR)

"Quante situazioni a rischio ci sono oggi nel nostro territorio - afferma Guerrini - che possono da un momento a l'altro trasformarsi in bombe ecologiche dagli effetti devastanti? Basta fare un giro per la città per notare: lastre d'amianto penzolanti dai diversi capannoni dello stabilimento dell'Italcementi; depositi costieri, che a detta di molti, attraverso perdite o versamenti hanno inquinato in profondità il terreno circostante; sili all'interno dell'area portuale delle cui colonie di ratti si favoleggia in città; parco nafta di Tvn recentemente dismesso, del quale ci chiediamo se è stato bonificata l'area su cui sorgeva; e ancora la Fiumaretta: chi ci assicura che la stessa sia stata bonificata dalle eventuali presenze d'amianto derivate dai resti dei cavi elettrici dei preesistenti elettrodotti? E questo per limitarci ai casi più noti ed evidenti.

"Rimane in piedi una questione di principio: come è possibile che un imprenditore, che abbia agito sul territorio, manipolandolo a suo piacimento, non venga obbligato dal Comune ad eliminare tutte le scorie, tossiche e non, che nel corso degli anni ha disseminato?

"Chiediamo pertanto con forza - conclude il consigliere comunale - a) un intervento deciso e sollecito da parte delle autorità preposte (Asl, Comune, Autorità giudiziaria) volto ad eliminare ogni pericolo per la salute dei cittadini; b) che venga predisposto dal Comune un protocollo che preveda i controlli e le successive bonifiche da effettuarsi ogni volta che un sito venga rimosso.

Insomma, in buona sostanza, noi vogliamo che chi ha apparecchiato deve premunirsi anche di sparecchiare, lasciando il tavolo più pulito di quando l'ha utilizzato e non lasciare al padrone di casa l'onere delle pulizie". 


NB: per approfondire: clicca qui

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IdV prepara le cartoline "Salute da Civitavecchia"

 

Da BiGnotizie.it
"Da domani il partito distribuirà 6.000 cartoline con raffigurati i problemi ambientali della città

CIVITAVECCHIA - "Salute... Da Civitavecchia". L'Italia dei Valori usa un gioco di parole per introdurre la sua iniziativa che da domani vedrà arrivare in tutte le sedi istituzionali comunali, provinciali, regionali e nazionali delle cartoline particolari.
Si tratta di quattro tipi di cartoline che raffigurano i diversi problemi ambientali che vive, secondo l'Idv, la nostra città e quindi si vedono chiaramente nelle immagini i fumi del porto ("quasi tutti provenienti dai traghetti" hanno precisato), quelli della centrale Enel, la raccolta differenziata che non c'è e il taglio degli alberi.

Una provocazione, certo, ma che il partito vuole utilizzare per sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto le istituzioni circa i problemi che riguardano la salute pubblica di Civitavecchia. "Ne abbiamo stampate circa 6.000 - spiega il consigliere Vittorio Petrelli - e da domani le distribuiremo ai cittadini. Potranno spedirle a chi vogliono. La prima noi la manderemo al sindaco Giovanni Moscherini ma le spediremo anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano".

"Crediamo che le nostre preoccupazioni - ha aggiunto Cristina Riccetti - siano del tutto giustificate e lo dimostra ad esempio la recente presa di posizione del Ministero dello Sviluppo Economico nei confronti di Enel. Senza contare il taglio indiscriminato degli alberi e con l'occasione confermiamo il nostro supporto agli ambientalisti per la realizzazione del boschetto Enel".

Autore di alcune delle immagini sulle cartoline, Massimiliano Di Grado. "Quel che mi stupisce - ha detto - è che negli stessi giorni in cui si vedeva quella coltre nera a Civitavecchia sui pannelli che forniscono i dati sulla qualità dell'aria si leggeva 'buono'. Al massimo ho letto 'discreto' e solo ieri ho letto 'scarso'. Non mi sembra normale...

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I savonesi al presidente Burlando: il 95% dei cittadini è contro il carbone

Da SavonaNews.it
"La Libreria Ubik di Savona invia una lettera al Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e alla sua giunta per illustrare i risultati del sondaggio effettuato sull'ampliamento della Tirreno Power:

"Il sondaggio effettuato attraverso i 7.000 indirizzi mail della libreria UBIK di Savona, (benchè per una serie di ragioni non soddisfi i criteri standard di scientificità), in soli 3 giorni ha già dato comunque un esito incontrovertibile: il 95,3 % si è dichiarato Contrariio all’ampliamento con nuovi gruppi a carbone, sia in aggiunta a quelli esistenti (proposta Tirreno Power), sia in sostituzione a quelli esistenti ma di maggiore potenza (proposta Partito Democratico).

E ci rivolgiamo a Lei perché, in quanto Presidente della Regione, non è soltanto il gestore di esigenze e interessi economici contrapposti, ma soprattutto il ‘garante’ del volere una comunità, in particolar modo quando questa comunità vuole, anzi pretende di decidere sul suo principale diritto inalienabile: quello della salute e della propria vita.

E’ vero che viviamo in una democrazia rappresentativa, per cui deleghiamo ed eleggiamo persone che ci rappresentano nelle attività ordinarie. Ma come Lei ben sa, è altresì vero che la nostra Costituzione è ispirata al principio secondo il quale, su temi di grande rilevanza, il potere decisionale torna alla comunità.

Questo sondaggio, benchè non abbia valore istituzionale, ha un forte valore politico, e ci dice questo: la comunità savonese ha deciso, in modo fermo e nettissimo. E ha deciso da tempo e in modo evidente, anche se diverse forze in campo, portatrici di interessi particolari e non generali, fingono di non accorgersene (la Tirreno Power ha dichiarato un mese fa che il progetto gode nella comunità di un “generale consenso”).

Questa posizione contro l’ampliamento della centrale è peraltro in sintonia alle prese di posizioni istituzionali (hanno deliberato contro l’ampliamento tutti i comuni interessati: Vado Ligure, Quiliano, Savona, Bergeggi, Spotorno, Noli, Finale Ligure, Balestrino, Vezzi Portio, Albissola Marina, Celle Ligure, Altare, Carcare, Cairo Montenotte), e a quelle della società civile (tutto l’associazionismo provinciale, l’Ordine dei Medici, la Curia, i Comitati civici, molti partiti, le circoscrizioni, le principali personalità della società civile, ecc).

E’ ora che il Presidente della Regione si erga a garante di questo volere.
Alle forze politiche, sindacali, industriali coinvolte non resta che prenderne atto, qualsiasi siano gli interessi particolari in campo, qualsiasi sia il motivo del contendere. Ogni altra discussione nel merito è nulla.
In questo caso vale l’interesse generale.
L’interesse generale di una popolazione che, dopo 40 anni, ha deciso finalmente di non voler più vedere uscire dalle ciminiere (già allora installate senza consultare il proprio volere) decine di tonnellate di ossidi di azoto, di ossidi di zolfo, di metalli pesanti, di polveri sottili ogni giorno, per avere qualche decina di posti di lavoro in più.

Lei ha certo presente cosa vuol dire polveri di 0,1, 1 o 2,5 micron, invisibili a occhio nudo, e quante ce ne vogliono per arrivare a farne una tonnellata, 100, 1.000, 10.000 tonnellate, e così per anni e decenni, polveri che da generazioni si riversano nelle nostre terre, nelle nostre coltivazioni, nella nostra pelle e nei nostri polmoni.

Ci chiediamo: è forse per questo che, secondo studi incontrovertibili, a Savona muoiono migliaia di persone in più rispetto alla media regionale e nazionale?
Perché invece non viene commissionato uno studio epidemiologico su un territorio tanto devastato come quello vadese (e che ha ripercussioni su tutta la Provincia)?

Le chiediamo quindi di fare Sua la posizione espressa dalla nostra comunità.
In caso diverso, si porrebbe una ‘questione democratica’.
In caso di una Sua risposta negativa, o peggio di una sua non risposta, tale questione verrebbe portata a tutti i mezzi di informazioni nazionali, a tutto il mondo della cultura del nostro paese, fino anche alla Presidenza della Repubblica.

Si ha un problema di democraticità in una comunità in cui, benchè essa ha già deciso in modo netto in una direzione, questa decisione non viene rispettata.
Si ha un problema di democraticità quando si manifestano assieme (e non singolarmente) molti di questi fattori:
quando un’azienda spende centinaia di migliaia di euro per ‘lavorare’ sul consenso dei cittadini: attivando una massiccia opera di pubblicità (un’informazione senza contraddittorio lasciata a chi ha i mezzi per farlo), sponsorizzando squadre, sostenendo attività culturali e comuni, finanziando i principali mezzi di informazione, creando quindi una situazione di ‘dipendenza’ per cui le scelte degli operatori locali della politica, della cultura, dell’editoria (in una situazione di crisi come questa) sono inevitabilmente e comprensibilmente condizionate nelle scelte (tecniche emerse in alcuni manuali d’uso della ‘gestione del consenso’ e normalmente applicate da queste aziende energetiche in tali contesti, manuali che Le consigliamo vivamente di leggere).

Tutto al fine di ‘comprare’ il consenso, al pari di qualsiasi altra merce.

Ma, spero Lei ne convenga, il consenso non è in vendita.
E il sondaggio lo dimostra quando alcuni sindacati e alcuni partiti prendono posizione non seguendo il volere dei propri elettori o iscritti, ma le decisioni prese dagli organi dirigenti di Roma; quando l’esito di alcune ricerche scientifiche viene ‘interpretato’ ai propri fini; quando si decide che il controllo delle emissioni dalle ciminiere della centrale a carbone sia eseguito dalla stessa Tirreno Power (per cui gli inquinatori sono i controllori di se stessi, senza che sia prevista alcuna verifica da parte di enti terzi) e non invece da un Ente Pubblico, il quale finalmente dopo decenni potrebbe garantire la cittadinanza sui reali livelli di inquinamento; quando per far approvare un grande progetto che avrebbe pesantissime ricadute sulla salute (142 milioni di euro all’anno di costo per la comunità, senza contare il danno delle migliaia di morti), ci si appella ai limiti di legge, ben sapendo che ‘la giurisprudenza è molto indietro alla scienza’, e che per le dannosissime e letali polveri ultrasottili non è prevista per legge la misurazione, per cui si inquina e si muore ‘a norma di legge’ (ricordiamo anche ai sindacalisti che, come dicono tutti gli esperti in materia, non esistono filtri al mondo che possano limitare significativamente le pericolosissime polveri ultrasottili, e che quindi non esiste centrale a carbone che riduce in modo sensibile gli inquinanti); quando probabilmente si è già deciso di usare i gruppi a carbone anche per bruciare i combustibili derivati da rifiuti (CDR), utilizzando quindi la centrale anche come inceneritore aggravando in modo devastante la situazione, e questo senza comunicarlo alle popolazioni interessate; quando si fa leva sul ricatto occupazionale “o si ampia, o si chiude”, ben sapendo che non è vero, e che è una tipica tecnica di pressione già ripetutamente utilizzata in altre città e contesti simili;
si ha un problema di democraticità quando un’azienda che vuole inquinare per altri 50 anni un territorio, rifiuta per anni qualsiasi confronto con la comunità che ne subirà i danni, e con gli organi medici competenti.

Ecco, sig. Burlando, non si crea un problema democratico quando si manifestano soltanto una o alcune delle componenti sopra esposte.
Quando invece si crea una miscela silenziosa e connivente di tutte queste componenti, e quando alla fine a una comunità non è più concesso di decidere di se stessa, allora si crea un ‘deficit di democrazia’.

Nel merito politico, rincresce peraltro dover constatare che il principale partito, il PD (che è anche il suo partito) 10 giorni fa abbia preso una posizione a favore del carbone, posizione che, come si evince dal sondaggio odierno, risulta contraria al volere della quasi totalità della cittadinanza.

E’ proprio da questi piccoli ma grandi segnali a livello locale (ovvero il non essere in sintonia con i reali voleri della quasi totalità della comunità di riferimento su un tema così rilevante) che nasce la crisi della dirigenza di un partito nazionale di cui si parla molto nei giornali del paese, e di cui ci rammarichiamo, appartenendo a quel mondo culturale.

E’ invece da salutare con entusiasmo lo sforzo propositivo emerso in questi giorni dalla società civile (in particolare ARCI e ACLI, che insieme rappresentano 20.000 iscritti a Savona, sforzo sostenuto anche dalla Curia – vedi allegato) per una “Terza via”, ovvero una soluzione di compromesso che preveda anche un leggero ampliamento della centrale, ma a gas naturale, riducendo addirittura dell’80-90% gli inquinanti, e andando incontro a 5 dei 6 punti richiesti insistentemente per tanti anni dalla dirigenza Tirreno Power e dai sindacati (aumento potenza, mantenimento dimensioni di produzione, maggior efficienza produttiva, consolidamento occupazionale, commesse per la costruzione del nuovo gruppo).

L’unico punto su cui non si potrà andare verso la direzione prospettata dall’azienda (e a cui l’azienda dovrà rinunciare per arrivare a un accordo) è di utilizzare ancora il carbone come combustibile, e quindi su questo punto l’azienda non potrà ottenere un miglioramento del mix dei costi di produzione (che comunque rimarrà ben al di sotto del prezzo di mercato dell’energia, permettendo quindi a Tirreno Power di ottenere comunque un significativo margine di profitto).
D’altronde Sorgenia (la controllante di Tirreno Power) sta ultimando entro l’anno l’apertura in Italia di altre 3 centrali da 800 mw, tutte a gas naturale (e non a carbone).

La dirigenza Tirreno Power dovrà quindi rinunciare a una parte del suo cospicuo utile annuo di esercizio (negli ultimi anni ha anche superato i 100 milioni annui) per arrivare a tale compromesso con la comunità savonese (Regione, Comuni, associazioni, Ordine dei medici, ecc), e per poter ridurre i dati drammatici di mortalità e i costi esterni per il territorio.

Giriamo anche a Lei le conclusioni che già abbiamo posto all’ing. De Benedetti, proprietario (attraverso Sorgenia) di Tirreno Power: non conviene con noi, sig. Burlando, che il rispetto per la vita e per l’ambiente non può e non deve far parte di un mero gioco di interessi politici ed economici, ma deve invece far parte dei valori primari ed inalienabili di ogni popolo civile?

Produrre energia non è un fine ma un mezzo per far funzionare la società in cui viviamo: è etico e doveroso investire capitali per produrre energia con le metodiche meno inquinanti possibili, compatibili con la salute dei cittadini, evitando il più possibile il combustibile più inquinante di tutti che è il carbone.

Nessun calcolo economico può giustificare la richiesta di perpetuare e addirittura incrementare lo scempio ambientale e le morti premature causate dalla combustione del carbone.

Certi di una sua Risposta, Le porgiamo distinti saluti

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McKibben: il riscaldamento globale è reversibile, agire possibile

Da TerraNews.it

"E' uscito il nuovo libro di Bill McKibben. L’abbiamo incontrato per fare il punto della situazione e per raccogliere l’invito per la nuova campagna 10/10/10 concepita dall’organizzazione 350.org.

'Il riscaldamento globale non è più un’ipotesi scientifica ma una consapevolezza globale. Da anni non abitiamo più lo stesso pianeta, non la cara vecchia terra, ma un posto più inospitale, ostile, con un nuovo nome Terraa. E questo neologismo, assonante con un grido dall’allarme, è il titolo del nuovo libro di Bill McKibben, Terraa - Come farcela in un pianeta più ostile, in uscita il 29 settembre per i tipi di Edizioni Ambiente. Attivista e scritttore americano, McKibben è autore di La fine della Natura, uno dei primi testi di denuncia di quel fenomeno che allora si chiamava effetto serra, oggi conosciuto come riscaldamento globale, e uno dei punti di riferimento dell’attivismo ambientale globale.

Vent’anni fa suonava il campanello d’allarme intuendo la catastrofe. Oggi invece, davanti al fatto compiuto e alla dimostrazione scientifica prende atto del mondo “globalmente riscaldato”, come lo chiama lui, e spiega quali procedure d’urgenza adottare per salvarci. «Perché il fenomeno è reversibile se si agisce ora, e agire è possibile», testimonia lo stesso McKibben con la sua campagna 350.org, che lo scorso anno ha mobilizzato milioni di persone in 190 stati in tutto il mondo intorno al numero 350, la soglia massima di parti per milione di CO2 nell’atmosfera per evitare l’innalzamento della temperatura. Terra (il nostro giornale con una A sola) l’ha incontrato per farsi raccontare il suo nuovo libro, i suoi piani di attivista e per discutere del futuro di “Terraa”.

«Ho scritto il primo libro sul cambiamento climatico 20 anni fa. Allora già sapevamo i fondamenti, che i combustibili fossili producono CO2 che a sua volta genera l’effetto serra. Quello che non sapevamo era quanto velocemente questo processo stesse sviluppandosi. Negli ultimi 20 anni i cambiamenti sono avvenuti molto più rapidamente di quanto ci aspettassimo. Terraa è basato dunque sul fatto che siamo già dentro il mondo “globalmente riscaldato”. La prima parte del libro insiste sullo stato attuale, sul fatto che il global warming non è un problema del futuro ma sta succedendo adesso. È una parte molto cupa, che mostra la nostra realtà ambientale. Il resto del libro cerca invece soluzioni alla questione: dato che abbiamo creato questo nuovo mondo, dobbiamo trovare nuove abitudini per viverci e affrontare quanto sta succedendo. Per questo servono sistemi economici più piccoli e decentrati, meno interdipendenti, seguendo la via tracciata da movimenti local come Slow food, per riformare l’agricoltura. E dobbiamo cambiare il nostro sistema per generare energia, passando da enormi centrali elettriche concentrate in alcuni luoghi a sistemi per generare energia localmente, impiegando solare ed eolico».

Può funzionare, o sono azioni destinate solo ad alleggerire la coscienza dei singoli?
Beh questo non servirà interamente a raffreddare il pianeta – seppure spero possa aiutarci – ma quello che importa è la lotta politica per fermare il flusso di CO2 nell’atmosfera, una battaglia che stiamo perdendo in questo momento».

Quindi c’è speranza, come vuole la seconda parte di Terraa?

La buona notizia è che oggi conosciamo molte tecnologie che ci potranno aiutare nella lotta contro i cambiamenti climatici. Io sono appena tornato da un viaggio alla Casa Bianca in cui portavo un pannello solare che era stato posto 31 anni fa sul tetto della residenza presidenziale da Jimmy Carter e che ancora oggi funziona benissimo (per ragioni politiche lo staff di Barack Obama ha rifiutato il dono, temendo l’associazione con Carter, uno dei presidenti più impopolari della storia americana, ndr). Noi però possiamo farne e installarne migliaia di pannelli e in maniera economicamente sostenibile. Lo hanno capito i cinesi che stanno sviluppando al massimo questo tipo di industria. Lo stanno sviluppando in maniera velocissima, installando sistemi per energie rinnovabili più velocemente di qualsiasi altro paese sulla terra.

Cosa si può fare invece nel campo dell’economia politica?
Quello che ci manca è un sistema di prezzi sulle energie rinnovabili che ne incentivi l’uso. Dobbiamo sconfiggere il netto vantaggio del prezzo di carbone e petrolio, nel quale non vengono conteggiati i costi legati alla distruzione del pianeta. Se fossimo capaci di innalzare il prezzo dei combustibili fossili, le nuove tecnologie pulite potrebbero ricevere un grande stimolo.

Non può essere rischioso in un momento di instabilità economica?

Può esserlo, ma nulla è più rischioso di innalzare la temperatura terrestre di vari gradi. La fonte energetica più pericolosa sono le centrali termoelettriche a carbone, e da li a scendere. Le rinnovabili hanno rischi limitati, per i pannelli solari dobbiamo semplicemente avere un piano economico di sviluppo ordinato. Dobbiamo imparare a convivere con queste tecnologie. Per esempio io ho un pannello solare sulla mia casa, e quindi per certe azioni quotidiane, come passare l’aspirapolvere, aspetto che ci siano giornate di sole, in modo da essere sicuro da avere sempre a disposizione l’energia che necessito. Dobbiamo solo prestare un po’ di attenzione al mondo intorno a noi.

Cosa ne pensi dei biocarburanti?
La prima generazione, quelli basati sul mais, è stata una stupidata. Adesso stiamo sviluppando nuovi tipi. Ma la cosa importante per i biocarburanti è chiedersi costantemente: è questo l’impiego migliore che si può fare di questo appezzamento di terra?

La geoingegneria, ovvero le super-opere a grande scala, come gli scudi solari e il controllo meteorologico saranno in futuro una soluzione che molti governi adotteranno per fermare il global warming. Panacea o truffa?
Per molti è una soluzione facile. Ma queste tecnologie non dovrebbero essere la prima scelta, visto che molti dei progetti in questo campo sono a dir poco folli. Come riversare grandi quantità di zolfo nell’atmosfera attraverso vulcani. I modelli informatici mostrano che queste tecnologie potrebbero anche non funzionare. Inoltre gli effetti collaterali potrebbero essere immensi, come ad esempio monsoni in aree che non hanno mai subito questo tipo di fenomeni. Sono progetti così, che potrebbero mettere a rischio milioni di persone. Dobbiamo fermare l’emissione di Co2 nell’atmosfera non aggiungere altri elementi chimici nell’atmosfera.

Quindi la tua prossima mossa da attivista?
Beh tra pochissimo! Si chiama 10/10/10 [10 ottobre 2010], giorno di azione globale dove si svolgeranno migliaia di azioni di volontariato per fermare il riscaldamento globale. Ci sono azioni nuove ogni giorno, ad esempio in Zambia verranno distribuite migliaia di pentole ad energia solare. Ad Auckland, Nuova Zelanda, stanno insegnando a migliaia di persone a diventare ciclisti. In Michigan stano scavando orti urbani di fronte a decine di case abitate da famiglie a basso reddito, in modo da mostrare l’importanza del cibo locale. Il 10 Ottobre non resta che rimboccarsi le maniche!

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