ROMA. Greenpeace, Legambiente e WWF hanno presentato in questi giorni le osservazioni allo “Schema di Assegnazione” delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 dell’Emission Trading Scheme (ETS).
Lo Schema contiene elementi nuovi e inaccettabili in merito alle quote destinate agli impianti di nuova realizzazione - i cosiddetti “nuovi entranti” - e non risolve alcune criticità pregresse, come l’eccessiva allocazione di quote al carbone e la sottoallocazione agli impianti CIP6.
PAGHEREMO ALTRA CO2: La netta bocciatura da parte degli ambientalisti nasce dal fatto che il nuovo Schema permetterebbe l’acquisto, tramite risorse pubbliche, di quote di CO2 per i nuovi impianti. Questa novità è incompatibile con le norme comunitarie sugli “Aiuti di Stato” e non è mai stata sottoposta al parere della Commissione europea, che aveva chiesto all’Italia di tagliare 13 milioni di tonnellate di CO2, non certo di aprire una falla nel meccanismo, garantendo disponibilità illimitata di quote con spese pubbliche.
Le Associazioni chiedono quindi che l’ammontare e la gestione della riserva rimangano inalterate rispetto alla precedente versione del Piano Nazionale di Allocazione (PNA).
CIP6: L’ANOMALIA MADE IN ITALY: Nel documento ci sono altri grossi punti critici, come la sottoallocazione agli impianti CIP6, uno stratagemma che costerà circa 400 milioni di euro ai consumatori italiani a partire dal 2008. Gli impianti CIP6 possono infatti recuperare i costi per l’acquisto delle quote di CO2 direttamente nella bolletta elettrica, attraverso la componente A3 riservata alle fonti rinnovabili. La sottoallocazione non garantisce alcun vantaggio concreto in termini di riduzione delle emissioni di CO2, e anzi permette di “liberare” quote per gli altri settori.
PREMIO AL CARBONE: Non sfugge neppure come l’acclamata riduzione di quote ai danni del carbone per venire incontro alle richieste della Commissione sia soltanto un elemento di facciata. Le associazioni sottolineano che il carbone è stato ancora privilegiato, in aperta contraddizione con il principio “chi inquina paga”.
ELENCO IMPIANTI: CHI L’HA VISTO? Altra grave infrazione è la mancata comunicazione della lista degli “impianti addizionali” che entreranno a far parte dell’ETS dal 2008. Come da richiesta della Commissione, dovrebbe essere fornito un elenco completo di questi impianti. Il fatto che non sia stato pubblicato rappresenta una grave mancanza di trasparenza.
Lo Schema contiene elementi nuovi e inaccettabili in merito alle quote destinate agli impianti di nuova realizzazione - i cosiddetti “nuovi entranti” - e non risolve alcune criticità pregresse, come l’eccessiva allocazione di quote al carbone e la sottoallocazione agli impianti CIP6.
PAGHEREMO ALTRA CO2: La netta bocciatura da parte degli ambientalisti nasce dal fatto che il nuovo Schema permetterebbe l’acquisto, tramite risorse pubbliche, di quote di CO2 per i nuovi impianti. Questa novità è incompatibile con le norme comunitarie sugli “Aiuti di Stato” e non è mai stata sottoposta al parere della Commissione europea, che aveva chiesto all’Italia di tagliare 13 milioni di tonnellate di CO2, non certo di aprire una falla nel meccanismo, garantendo disponibilità illimitata di quote con spese pubbliche.
Le Associazioni chiedono quindi che l’ammontare e la gestione della riserva rimangano inalterate rispetto alla precedente versione del Piano Nazionale di Allocazione (PNA).
CIP6: L’ANOMALIA MADE IN ITALY: Nel documento ci sono altri grossi punti critici, come la sottoallocazione agli impianti CIP6, uno stratagemma che costerà circa 400 milioni di euro ai consumatori italiani a partire dal 2008. Gli impianti CIP6 possono infatti recuperare i costi per l’acquisto delle quote di CO2 direttamente nella bolletta elettrica, attraverso la componente A3 riservata alle fonti rinnovabili. La sottoallocazione non garantisce alcun vantaggio concreto in termini di riduzione delle emissioni di CO2, e anzi permette di “liberare” quote per gli altri settori.
PREMIO AL CARBONE: Non sfugge neppure come l’acclamata riduzione di quote ai danni del carbone per venire incontro alle richieste della Commissione sia soltanto un elemento di facciata. Le associazioni sottolineano che il carbone è stato ancora privilegiato, in aperta contraddizione con il principio “chi inquina paga”.
ELENCO IMPIANTI: CHI L’HA VISTO? Altra grave infrazione è la mancata comunicazione della lista degli “impianti addizionali” che entreranno a far parte dell’ETS dal 2008. Come da richiesta della Commissione, dovrebbe essere fornito un elenco completo di questi impianti. Il fatto che non sia stato pubblicato rappresenta una grave mancanza di trasparenza.
Nessun commento:
Posta un commento