No al carbone Alto Lazio

30 luglio 2007

Agli amici di Brindisi

Carissimi amici di Brindisi,
è con grande piacere che abbiamo appreso la notizia della vostra iniziativa prevista per il 29 luglio prossimo.
Per motivi di carattere logistico non abbiamo potuto essere presenti fisicamente a questo appuntamento, ma da settembre prossimo auspichiamo sia possibile intraprendere delle azioni incisive unitarie a carattere nazionale: inizia da qui per noi un percorso da fare insieme, all’insegna del mutuo aiuto, per sconfiggere quei poteri forti a cui interessano soltanto gli introiti economici e mai la salute pubblica o lo sviluppo reale di un territorio. Ci vogliono ignoranti e supini, pronti a subire senza alzare la testa. Il movimento "NO COKE" somiglia ad una scossa di terremoto che sta gradualmente spazzando via l'omertà e l'ignoranza della gente in materia di politica energetica.
Ignoranza ed omertà sono i pilastri su cui poggiano i poteri forti e le consorterie che da essi derivano.
Grazie alla rete, ora la gente ha modo di accedere all'informazione libera e di mettersi in contatto con chiunque voglia condividere delle battaglie combattute sulla base di principi e valori e a tutela dell'interesse collettivo: abbiamo quindi il partito della gente contro il partito degli interessi di lobby.
Ed è appunto la fiducia e la speranza che tutti noi riponiamo nel Movimento, di cui Voi siete una componente essenziale, che ci dà adito ad andare avanti impegnandoci fino in fondo nella nostra sacrosanta battaglia.
Abbiamo la fortuna di vivere in un'epoca in cui i potentati economici cominciano a sentir vacillare la propria onnipotenza e la sicurezza dell'eterna impunità: in questo Paese la gente sta maturando un certo "senso del diritto", si sta prendendo coscienza, in maniera pregnante e concreta, del fatto che - come recita la Costituzione - "la sovranità appartiene al popolo".
Vogliamo raccontare l’esperienza di uno dei tanti comitati spontanei di cittadini che combattono contro l’utilizzo del carbone,in un comprensorio intorno al polo energetico di Civitavecchia e Montalto di Castro che vive di turismo e di agricoltura.

Credendo fermamente di dare a voi il coraggio e la forza di combattere.

In un momento in cui tutti credevano che fosse troppo tardi per impedire la riconversione a carbone di TVN a Civitavecchia,abbiamo alzato la testa ed è bastato dire:

“Non possiamo più rimanere a guardare” e da un’idea di due persone si è passati alla concretizzazione di un movimento di massa, che si è arricchito di altre persone indispensabili oggi per il movimento, tutti apportano con la loro creatività e attivismo qualcosa. Da lì una prima manifestazione in città, abbiamo chiamato a rapporto tutti i politici di tutti gli schieramenti, tutti dal palco hanno con veemenza detto NO No e poi No al carbone …ma di fatto nulla è cambiato. Abbiamo fatto votare per ben tre volte il consiglio comunale contro il carbone, contro le compensazioni di Enel. Abbiamo occupato la Strada Statale Aurelia per quasi tre giorni, inutile dire come molti giornali abbiano censurato o minimizzato la notizia, sulla strada c’era addirittura un cartello che diceva ‘lavori in corso’ invece era febbraio e sulla strada c’eravamo noi con le tende e tanta determinazione. Anni di manifestazioni non hanno però portato a gran ché. Allora abbiamo cambiato tattica: azioni incisive basate sulla documentazione, da presentare ai Ministeri, azioni eclatanti pacifiche: vedi sciopero della fame ad oltranza e occupazione della sala comunale per circa tre mesi, poi lo sciopero si è diffuso a macchia d’olio in tutto il comprensorio e molte città hanno seguito l’esempio che ha suscitato l’interesse dei media ma un grazie particolare va sicuramente a Beppe Grillo il nostro promoter a livello mediatico che ci ha accolti sul palco a Roma per tre serate consecutive a raccontare il nostro dramma e poi è venuto da noi ad incoraggiarci (vedi annozero di Santoro, vita in diretta e tanti altri programmi televisivi e radiofonici). A seguire c’è stata la marcia dei 100 km a piedi verso Roma con tappa finale davanti al ministero di Bersani. Abbiamo dato il via al tavolo della salute e non sono stati i politici a farlo ma 50 donne vestite di nero, a lutto, che hanno steso davanti al ministero della salute di Livia Turco decine di bambolotti nudi ed esanimi, purtroppo non una pura metafora ma una realtà nei territori vessati e piegati alla logica e alla sudditanza energetica. Livia Turco ci ha ricevuti e così è iniziato il tavolo sulla salute. Abbiamo organizzato manifestazioni di piazza con le scuole facendo costruire ai ragazzi girandole e specchi simbolo dell’unica energia che vuole oggi questo territorio vessato da settanta anni dalla logica energetica. C’è persino chi si è messo sul cornicione di un teatro per dire ancora una volta basta al carbone all’olio combustibile alla logica ‘tanti soldi a pochi e danno per tutti’. Nei mesi di occupazione del comune di Tarquinia abbiamo ricevuto la visita di tanti comitati provenienti da tutta Italia: è incredibile come tanta gente si stia movendo non sentendosi più rappresentata dai politici. La politica deve ritrovare una vicinanza con la gente altrimenti non ha senso di esistere. Noi come voi viviamo di agricoltura e di turismo se ci si lede questo diritto oltre a quello della salute che cosa ci rimane…si parla sempre di duecento o trecento posti di lavoro dentro le centrali e si dimentica che qui migliaia di persone perdono i loro introiti…e…la loro salute vergogna!!!! E vergogna soprattutto per quei politici che vivono su queste terre e che non fanno nulla per salvaguardarle. Si vuole esportare al centro sud una politica di disastro ambientale, il sud non può essere industriale, non può essere la brutta copia del Nord il nostro futuro, quello che nessun cinese o giapponese ci può copiare è l’ambiente e l’archeologia, la cultura, distrutto questo ragazzi non ci rimane che piangere!!! Prima di arrivare a ciò però chi vuole la distruzione di queste terre dovrà lottare, perché noi non demordiamo anche se spesso ci sentiamo stanchi , esausti , poi c’è sempre qualcuno che sa ancora alzare la testa e ridà coraggio a tutti. Ragazzi, voi tutti che siete qui oggi non lasciatevi abbattere, non vi lasciate annientare dalla logica del ’tanto non si può fare nulla’ , logica in cui sguazzano le lobby e chi vuole guadagnare sulla nostra pelle.

Il cammino è ancora lungo e tortuoso: tuttavia le avvisaglie del cambiamento ci sono e lasciano ben sperare per il futuro. Il 16 giugno scorso, grazie anche alla Vostra adesione inviata a distanza via posta elettronica, a Gualdo Cattaneo è nato il Coordinamento Nazionale dei Comitati per l'Energia Pulita (CoNEP). Il primo atto politico del Coordinamento dovrà essere la promozione di un referendum popolare sull'abolizione dell'uso di carbone, pet coke e cdr come fonti energetiche.

Per ora il Coordinamento è solo un progetto comune condiviso da molti Comitati ecologisti, ma quanto prima si dovrà provvedere a strutturarlo con una rappresentanza nazionale e varie rappresentanze locali.

Questa lotta al carbone la dedichiamo ai nostri figli

Con l'auspicio di incontrarVi personalmente quanto prima, Vi
abbracciamo tutti fraternamente.

Comitato NO COKE Alto Lazio
Coordinamento dei medici del comprensorio di Civitavecchia
Comitato per il NO AL CARBONE di Porto Tolle (RO)
Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo (PG)
Comitato per Scarpino (SV)

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Il solare nel deserto - una immensa opportunità

Pensiamo alla vastità del deserto del Sahara, per realizzare una vera a propria svolta energetica. Un investimento che si rivelerebbe non solo produttivo, ma anche lungimirante: entro la metà di questo secolo la popolazione africana che vive affacciata sul mediterraneo raddoppierà, e il consumo energetico inevitabilmente aumenterà. Un investimento che servirebbe anche a far fronte ad un’altra esigenza strettamente legata al deserto e al fenomeno della desertificazione: quella del reperimento di acqua, che sempre più richiederà energia.
Lo studio punta sul solare termodinamico, e non utilizzando i pannelli fotovoltaici. I raggi del sole verrebbero quindi catturati da enormi specchi, che trasformano la luce in calore, fino a raggiungere una temperatura di 400 gradi. Il calore serve a riscaldare un liquido o un gas per mettere in moto delle turbine, e produrre quindi energia. Anche di notte, grazie alla "forza d'inerzia". E con vantaggi anche indiretti: appunto la desalinizzazione dell’acqua, se vicino al mare, e anche la possibilità di avviare una parziale agricoltura, all’ombra degli enormi pannelli.
Per il trasporto dell’energia pulita, lo studio ipotizza un collegamento tra i paesi del Mediterraneo e quelli europei e del Medio Oriente, attraverso una rete fitta di impianti di connessione che prendono energia dal sole del deserto africano. Un’operazione molto meno costosa di quello che si potrebbe pensare: la previsione è di un millesimo di euro a Kwh nel 2050, grazie alle moderne linee di trasmissione a corrente continua ad alto voltaggio.

Per l’Europa sarebbe la fonte energetica più economica mai impiegata finora, con il vantaggio di non essere inquinante. La parola ora ai governi europei: avranno la volontà politica di investire sul deserto?

Fonte: www.ariannaeditrice.it
Vedi anche: www.trecers.net/index.html

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Carlo Bernardini: illusione del carbone pulito

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Al carbone preferiamo il vento...

"Quanto fa bene al clima l'eolico?
Eolico La potenza eolica installata nel mondo nel 2006 ha evitato le emissioni di anidride carbonica di 23 centrali a carbone. Un'analisi del Worldwatch Institute."

Vedi l'intero articolo a questo link

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24 luglio 2007

Una battaglia per la legittima difesa

COMUNICATO STAMPA

Il fatto che Bersani dica la sua con una lettera all’Enel piuttosto che rispondere alle «sollecitazioni» dei suoi colleghi e degli enti locali, la dice lunga su chi realmente determina le politiche energetiche in Italia. Uno schiaffo alla democrazia e alle corrette relazioni istituzionali tra chi, ognuno per le proprie competenze, è stato delegato dai cittadini a governare la cosa pubblica. Grave peraltro che vengano definite sollecitazioni quelle che in realtà sono atti ufficiali di ben due Ministeri, di due Province, della Regione e dei tanti Comuni dell’alto Lazio. Atti basati su ricerche e studi epidemiologici di tutto valore che, è bene che il ministro Bersani lo sappia, non sono mere statistiche. Quelle percentuali di mortalità e morbilità parlano delle nostre vite materiali, degli uomini, delle donne e dei bambini che vivono nell’alto Lazio e da cinquant’anni subiscono la servitù energetica tra le più grandi d’Europa. Di ignorare l’allarme che da tutte le parti giunge per la tutela di quelle vite il ministro Bersani, quale membro del governo, porta la responsabilità. Ci piacerebbe sapere quante di quelle vite sono sacrificabili per i fini «strategico-economici», come si legge nella Via, che hanno motivato la riconversione a carbone della centrale a Civitavecchia. Ci risparmi il suo pietismo, il ministro Bersani, perché la tutela dell’ambiente è un preciso dovere istituzionale che non può essere demandato all’Enel né la salute dei cittadini può essere una varaiabile di bilancio. Questo non lo permetteremo. E’ una battaglia di legittima difesa, difesa della nostra salute e del nostro futuro e non la demandiamo a nessuno: non daremo tregua.

NODO AMBIENTALISTA DELLA SINISTRA EUROPEA

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NIERI, "NON SI PUO' PRESCINDERE DAL COINVOLGIMENTO COMUNITA' LOCALI"

COMUNICATO STAMPA

"La decisione del Ministro allo Sviluppo Economico Bersani di non riaprire la conferenza dei servizi sulla centrale Torrevaldaliga Nord rischia di condannare le cittadine e i cittadini, le amministrazioni e i comitati a subire gli effetti nefasti e dannosi che provocherebbe il processo di riconversione a carbone della centrale, con un atto che tiene conto esclusivamente delle ragioni dell'Enel - è quanto afferma Luigi Nieri, assessore al Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione della Regione Lazio - . Per questo mi auguro che quella del Ministro non sia una decisione definitiva. Non si può prescindere dal coinvolgimento attivo di tutti i soggetti interessati. La richiesta rivolta all'Enel di rivedere il progetto al fine di limitare l'impatto ambientale non offre sufficienti garanzie ai cittadini che temono per la propria salute."

Marco Incagnola
Ufficio stampa
Assessorato al Bilancio, programmazione
economico-finanziaria e partecipazione
Regione Lazio
Fax: 0651684245

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22 luglio 2007

La truffa legalizzata dei Cip6

Riceviamo e pubblichiamo

Politici nocivi e truffaldini, non vengono in mente altre definizioni.

Giovedì 19 luglio il Senato ha accantonato l'emendamento alla Legge Comunitaria 2007 che tentava di limitare lo scandalo dei finanziamenti CIP 6 ai soli "impianti realizzati ed operativi".
In allegato è riportato il testo ed il resoconto delle sedute del 18 e del 19 luglio, si prega di leggere quello che hanno detto Vegas, Matteoli, Mannino, Barbato, Buttiglione, Polleri, Girfatti, Mugnai, Grillo, Ciccanti, Pastore.
Queste persone forse si ritengono essere bravi cristiani ( o bravi italiani, o bravi padani )...
Viene in mente solo la parola, vergogna, vergogna, vergogna....
Impagabile anche la ministro Bonino...Emma, come si chiama, o sarebbe meglio definirla Pilato?
Sodano e la De Petris, unici a parlare di una maggioranza che non esiste, hanno dato la loro testimonianza, nobile ed inutile...
Nessuna campagna, adeguata di Verdi, Prc o altri "partiti amici".
Niente dagli ambientalisti e dagli ecologisti, più o meno democratici, sempre più succubi ed instupiditi dall'ecocapitalismo con le sue priorità "emissive".
Fate conoscere, facciamo conoscere che cos'è questa classe politica, che cos'è la cultura ambientale in Italia.

Michelangiolo Bolognini

Per prendere visione del testo ricevuto in allegato potete scrivere all'amministratore del blog: noalcarbone [at] gmail.com

In poche parole, sulla bolletta dell'energia elettrica, gli italiani pagano una quota che rappresenterebbe -in teoria- un contributo per finanziare impianti di produzione che utilizzano fonti energetiche rinnovabili. In realtà, questa quota è stata (e continuerà ad essere) spesso utilizzata per costruire impianti alimentati da fonti non rinnovabili (cosiddette assimilabili). I nostri politici hanno appena fatto in modo che questa truffa non venga limitata ai casi di "errore" già occorsi, ma possa proseguire indisturbata.

ASTENSIONISMO è l'unico strumento che ci rimane per far piazza pulita di questa immondizia.

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21 luglio 2007

Da Moscherini parole assurde e irresponsabili sul carbone

Ci rincresce di leggere sulla stampa locale che il giorno 17 u.s. al ministero della Salute il sindaco Moscherini sia stato oggetto di parole brutali. Qualsiasi forma di violenza fisica e verbale usata nei confronti di avversari ci è estranea per principio e fa il gioco di chi vorrebbe ridurre le vittorie del movimento a mera protesta.
Detto ciò, abbiamo constatato come il sindaco Moscherini sia ritornato dall’incontro al ministero con le idee più chiare su come si tutela la salute dei civitavecchiesi che ha esternato in conferenza stampa.
Accusa di demagogia gli altri sindaci e si dissocia da loro perché chiedono di riaprire la conferenza dei servizi su TVN. Chiedono una valutazione più completa e approfondita dei danni arrecati a salute e ambiente, sulla base della nuova documentazione presentata e delle motivazioni sostenute dal ministero dell’Ambiente e da quello della Salute.
Ma il sindaco Moscherini come Ponzio Pilato preferisce lavarsene le mani e rimette ogni decisione al ministro Bersani.
Perciò non si oppone alla conversione a carbone, ma ne asseconda la realizzazione e,
poiché prevede che comporterà conseguenze dannose per la salute della popolazione, intende provvedere così:
- Per la prevenzione sanitaria pensa alla istituzione di una “cartella clinica” del territorio per monitorare e studiare nel tempo l’andamento della morbilità in relazione all’aumento dei veleni immessi nell’aria.
- Per la cura di coloro che si ammaleranno intende costruire un nuovo ospedale più grande e moderno, possibilmente finanziato con i soldi dell’ENEL.
Dichiarazioni irresponsabili, assurde, al limite del disprezzo per i cittadini.
Il messaggio di Moscherini è esplicito: “l’inquinamento del carbone non ve lo toglie nessuno, preparatevi al peggio”.
Da un sindaco pretendiamo che compia fino in fondo il suo dovere di tutelare la salute della popolazione e non ci consideri cavie da sottoporre alla conta dei morti e dei malati, dopo aver concesso mano libera agli inquinatori.
Abbiamo chiesto un incontro con il sindaco perché vogliamo conoscere, date le premesse, come farà ad impedire all’ENEL di danneggiare ulteriormente la nostra salute e quella dei nostri figli.

Comitato No al carbone

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Apat boccia il ricorso al carbone

"I dati sulle emissioni di gas ad effetto serra nel 2006, secondo le stime dell'Apat, saranno leggermente migliori rispetto ai dati del 2005, con un calo complessivo pari all'1,5%.

Rispetto agli obiettivi da raggiungere nel 2012, l'Italia resta pero' in grave ritardo: se le stime saranno confermate, le emissioni 2006 saranno superiori del 17,1% rispetto ai limiti indicati dal Protocollo di Kyoto.

E' questo quanto emerge dall'odierno convegno brindisino sulle emissioni di gas serra in Italia dal 1990 al 2005, organizzato dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici.

[...] Rispetto al 2005, ad andare male, molto male, è il settore energetico, quantitativamente il piu' importante, che ha prodotto un aumento delle emissioni pari al 5%, complice anche l'eccessivo ricorso al carbone nelle centrali elettriche del Belpaese".

Fonte

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20 luglio 2007

"Serve una moratoria sul carbone"

"I dati dell'Apat sulle emissioni di Co2 nel 2006 dimostrano ciò che diciamo da tempo: sulla politica energetica è necessaria un'inversione di tendenza". Lo dice il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli.
"Ora si apra un tavolo con il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani. Noi Verdi - continua - proponiamo una moratoria del carbone, un combustibile nemico numero uno dell'ambiente, come sostengono scienziati, premi Nobel come Rubbia ed esponenti politici come Al Gore [...] Su questo tema non bisogna avere incertezze, come invece accade in alcuni partiti della coalizione dell'Unione: serve piuttosto - conclude Bonelli - un contributo forte contro i cambiamenti climatici, necessario più che mai anche da un punto di vista etico".

Fonte: Apcom-AliceNotizie

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VIA il carbone da Civitavecchia

riceviamo e pubblichiamo:
CIVITAVECCHIA - Perché il carbone a Porto Tolle è stato bocciato ed a Civitavecchia no? Questa è la domanda che sorge spontanea di fronte alla bocciatura da parte della commissione Via del progetto di riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle definito dall’Enel il più all’avanguardia del mondo, quindi, anche più di quello di Civitavecchia, vecchio prima di nascere.
Non so quale ruolo possa aver svolto l’intervento della magistratura riportato dai media, anche se ritengo che una voce libera, in un contesto di forti pressioni, possa essere stata molto importante così come lo sarebbe stata a Civitavecchia se la competenza sulla valutazione dei danni ambientali legati al carbone non fosse stata, grazie ad una leggina ad hoc, trasferita ad altra sede.
Una spiegazione oggettivamente valida ed intrinsecamente inquietante è quella riportata nel recente documento di sintesi sulla riconversione a carbone di TVN del Ministero della Salute. In esso si afferma che la Valutazione di impatto ambientale della riconversione a carbone è stata condotta seguendo procedure di urgenza e, pertanto, sotto il profilo sanitario non può essere considerata esaustiva.
Come medico, ancor prima che come cittadino, ritengo questa affermazione gravissima. Con essa, infatti, siamo stati tutti trasformati in cavie tanto più che lo stesso documento riconosce, nel nostro territorio, un eccesso di patologie riconducibili ad esposizioni di natura professionale ed ambientale. Le stesse raccomandazioni degli esperti dell’Enel i coltivare fiori e non verdure destinate all’alimentazione una volta in funzione la centrale a carbone la dicono lunga sui danni che possono derivare alla salute tanto che, a Brindisi, il sindaco ha vietato le colture agricole intorno al sito della centrale.
Tutto ciò in aperta contraddizione con il principio di precauzione che non consente di svolgere attività rischiose quando vi sono ragionevoli motivi di temere che i potenziali pericoli ad esse legati potrebbero avere effetti negativi sull’ambiente o sulla salute degli esseri umani, degli animali e delle piante.
Se lo stato di diritto a cui allude Bersani è quello nel quale la salute e l’ambiente si possono sacrificare ad interessi economici con patetici alibi, allora abbiamo una differente valutazione del concetto e della scala dei diritti. La monetizzazione del rischio legato ad attività nocive è una ipocrisia degna del cinismo più disumano. Non c’è prezzo per il lutto, la sofferenza ed il dolore. Non si può conciliare l’inconciliabile, soprattutto quando esiste una valida alternativa che potrebbe coniugare mbiente e sviluppo.

Dott. Marco Di Gennaro

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