No al carbone Alto Lazio

11 gennaio 2008

Spartizione delle elemosine

Apprendiamo da maremmaoggi.it (vedi qui per l'articolo intero) che:

Civitavecchia, Tarquinia, Tolfa, Allumiere e S. Marinella. Sono i comuni che rappresenteranno il
comprensorio, così come stabilito dalla legge 8, interessato dalla presenza della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, in fase di riconversione a carbone chiamati ad avviare "entro breve tempo" le trattative con la Spa elettrica per "raggiungere un accordo quadro complessivo che stabilisca, ricadute economiche favorevoli per lo sviluppo del comprensorio limitato ai cinque comuni indicati dalla legge 8". Questo l'esito del tavolo sullo sviluppo convocato dal Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, assente all'incontro ma rappresentato da membri della presidenza, al quale hanno preso parte i sindaci di Civitavecchia, Tarquinia, Tolfa, Allumiere, il commissario prefettizio del comune di S.Marinella e il presidente di Enel Produzione, Sandro Fontecedro. Un incontro che dopo il tavolo sulla salute ha aperto il confronto diretto fra Enel e comuni per stabilire tempi e modalità del percorso che dovrà portare in tempi rapidi alla definizione di un accordo che riguardi le ricadute economiche per la presenza della centrale sul territorio. Un percorso, quello del tavolo sullo sviluppo del territorio, che proseguirà parallelamente al tavolo della Salute che, a breve sarà riconvocato per discutere con gli enti locali il progetto per la diminuzione ulteriore delle emissioni della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord consegnato da Enel a regione e comuni il mese scorso e per studiare un sistema di controllo e monitoraggio ambientale complessivo del territorio...

Ecco che i nostri amministratori politici possono trovarsi di nuovo a cospetto di sua velenosità l'Enel per contendersi le elemosine e far cassa a scapito del nostro futuro e della nostra salute. Del resto l'abbiamo evidenziato tante e tante volte, il nostro "NO" al carbone è stato cavalcato da destra e sinistra, a livello locale, per alzare la posta delle compensazioni. Può essere che qualcuno prima o poi tenti di impiantare un "ufficio nocoke" all'interno dei comuni, strumentalmente preposto per rappresentare una pseudo-opposizione all'Enel
allo scopo di raccattare il raccattabile dalla servitù, e attingere così in modo più o meno occulto a finanziamenti per opere di vario tipo, ma che certo non possono fare il bene della popolazione.
Tutto è in vendita, no? Basta solo decidere il prezzo...O accettare l'offerta, come in questo caso, purché ci sia qualche briciola da leccare.


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"I piazzisti degli inceneritori"

Clicca sull'immagine per il video dell'intervista al prof. Paul Connett in tema di "rifiuti"


Beppe Grillo torna sul tema emergenza rifiuti, e noi decidiamo di amplificare la sua voce in un momento così delicato. Il titolo del post è appunto "I piazzisti degli inceneritori", e ne riportiamo la prima parte. Per l'articolo intero, vedi qui.

In passato le catastrofi naturali, dall'inondazione del Polesine al terremoto del Friuli, provocavano il fenomeno degli sfollati. Oggi si assiste allo sfollamento della monnezza, però in ottica federale. Se la Regione è di centro sinistra apre discariche e inceneritori alla spazzatura della Regione Campania (di centro sinistra). Se è di centro destra mette il veto.
I piazzisti degli inceneritori sono scatenati, a Milano ne vogliono subito un altro, chi li ha già, ma a basso regime, chiede più spazzatura da bruciare. Nessuno affronta il problema della raccolta differenziata e dell'eliminazione dei contenitori inutili. Nessuno spiega che l'acqua può essere bevuta dal rubinetto di casa e non da bottiglie di plastica. Siamo il primo Paese al mondo per consumo di acqua in bottiglie di plastica. Nessuno parla dell' ecomafia contigua alla politica in Campania (ma anche altrove) che trasforma terreni agricoli in tumorifici.
Dove c'è la raccolta differenziata l'inceneritore non serve. Rifiuti zero: questo deve essere l'obiettivo. La diossina e le nanopolveri le respirino Matteoli e Bersanetor.

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10 gennaio 2008

Creazione e gestione dell'emergenza rifiuti

In accordo con quanto affermato dal WWF, siamo convinti che l'attuale emergenza rifiuti sia da un lato il prodotto della pochezza degli amministratori che presidiano le istituzioni italiane, dall'altra un risultato deliberatamente perseguito allo scopo di avere mano libera sul business dei rifiuti. Creare un'emergenza di questo tipo (con tante sistuazioni in giro per l'Italia che minacciano di scoppiare come in Campania) significa proporre la costruzione di inceneritori (ribattezzati e rideclinati in modo più digeribile come termovalorizzatori, conditi con pirolisi e menate varie) in un momento in cui qualsiasi possibile soluzione apparentemente immediata, viene salutata come salvifica. Così dunque si tenta di prevenire sul nascere la possibile opposizione delle popolazioni alla costruzione degli ecomostri.

La strategia dell'emergenza è del resto ben diffusa e praticata da millenni, per incassare l'adesione -o quantomeno la non opposizione- delle masse alle politiche più sciagurate. Il problema più serio resta infatti la nostra ignoranza, pigrizia, ignavia di "cittadini".

Riportiamo nel proseguio del post alcuni interventi pubblicati in queste ultime ore dai blog di Beppe Grillo e di Stefano Montanari.

Dal blog di Beppe Grillo (vedi qui)

Si è aperta la caccia al Pecoraro Scanio. E’ lui il colpevole. Non Bassolino, non la Jervolino, non i presidenti del Consiglio degli ultimi quindici anni, non la Camorra, non le imprese del Nord che hanno smaltito i rifiuti tossici in Campania per risparmiare, non chi ha preso i miliardi di euro dalla Comunità Europea per opere mai realizzate, non le municipalizzate politicizzate, non i partiti, non la giunta regionale, non le giunte provinciali, non i sindaci contigui alla criminalità organizzata, non chi non ha permesso la raccolta differenziata, non i magistrati che non hanno indagato, non i giornalisti che non hanno denunciato, non i parlamentari campani che stanno a Roma, non le ASL, non chi deve controllare i prodotti alimentari, non chi deve controllare l’inquinamento dell’aria.
Nessuna, nessuna stramaledetta istituzione è responsabile di una Regione rovinata, con scorie radioattive sotto i campi di pomodori e un incremento di malati di tumori spaventoso.
La colpa è dei Verdi, di chi vuole acqua pulita, aria pulita, carne, uova e mozzarella senza diossina. La colpa è di chi vuole un parco, un albero, una spiaggia senza liquami, depuratori funzionanti.
La colpa è di chi vuole la raccolta differenziata, rifiuti zero.La colpa è di chi pensa che i campani siano una popolazione civile come le altre che può ottenere gli stessi risultati per l’ambiente dei danesi o dei californiani.
La colpa è di chi dice la verità sugli inceneritori e sul Cip6, la tassa sulla nostra bolletta dell’Enel, che ha sottratto miliardi di euro alle energie rinnovabili per regalarli ai petrolieri.
Uno dei più grandi fallimenti politici della Repubblica Italiana è stato trasformato in un problema di ordine pubblico. Bassolino regna con De Gennaro alla sua destra.


Dal blog di Stefano Montanari:

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BASSOLINO, SANTO SUBITO!
IL BLOG DI STEFANO MONTANARI - giovedì 10 gennaio 2008
© IL BLOG DI STEFANO MONTANARI
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Tossicità dei prodotti della pirolisi: il pericolo dei bromurati

Non c'è alcuna indagine sugli effetti tossici sulla salute delle persone che vivono in vicinanza di impianti che usano la pirolisi per il trattamento dei rifiuti.

I residui tossici che rimangono sono altamente cancerogeni e vanno al loro volta smaltiti come rifiuti speciali.

L'acqua utilizzata da un impianto di pirolisi è anch'essa molto tossica e può infiltrare il terreno.

La pirolisi di una imperfetta separazione dei rifiuti (chi la potrebbe mai controllare) provoca la liberazione di quantità elevate di diossina e di altre sostanze tossiche.

Un esempio sono gli antifiamma bromurati che hanno un'importante fetta di mercato legata principalmente all'utilizzo nella produzione di schede di supporto per circuiti elettronici, ma anche ad altri settori. Essi consistono in un'ampia gamma di composti organici a struttura aromatica o alifatica, ad elevato peso molecolare ed elevato contenuto di bromo, qualitetrabromobisfenolo A (TBBA), esabromociclododecano (HBCD), bis(2,4,6-tribromofenossi)etano, tris(2,3-dibromopropil) fosfato. Si calcola che nel 2000 il 38% della produzione mondiale di bromo fosse destinata alla produzione di antifiamma bromurati. Tra questi, il TBBA e l'HBCD detengono la quasi totalità del mercato mondiale, stimato pari a circa 310000t/anno nel 2000. L'elevata persistenza ambientale di questi composti e la possibile formazione di sostanze altamente pericolose nella loro combustione accidentale o trattamento ad alte temperature ha posto e continua a porre importanti interrogativi sulla impossibilità di smaltirli in questo modo.

Topic Report 15/2001. Biodegradable municipal waste management in Europe Part 3: Technology and market issues.

Environ Sci Technol. 2005 Jul 1;39 (13):4857-63 16053084. <http://lib.bioinfo.pl/pmid:16053084> Surface-mediated formation of polybrominated dibenzo-p-dioxins and dibenzofurans from the high-temperature pyrolysis of 2-bromophenol on a CuO/silica surface.

Chemosphere. 2007 Nov 14; : 18023845. <http://lib.bioinfo.pl/pmid:18023845> Mechanisms of molecular product and persistent radical formation from the pyrolysis of hydroquinone.

Environ Sci Technol. 2003 Dec 15;37 (24):5574-80 14717166. <http://lib.bioinfo.pl/pmid:14717166> Mechanisms of dioxin formation from the high-temperature pyrolysis of 2-bromophenol.


Coordinamento medici per l'ambiente - Alto Lazio

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"Chiarezza non alberga nel cervello di chi ci governa"

Riceviamo e pubblichiamo:

"La chiarezza non alberga nel cervello di chi ci governa

Questa è una libera traduzione del motto latino: “Rem tene, verba sequentur”. Quando si gestisce un fenomeno vitale per la collettività, bisogna conoscerne le basi scientifiche per poter poi agire finalizzando gli interventi al bene comune.
Il complesso fenomeno dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani comporta una presa d’atto delle ricadute sugli equilibri ambientali e sulla tutela della salute. Per questo noi, Medici impegnati in una battaglia di civiltà e sensibili alle norme deontologiche, non possiamo restare muti di fronte ad esternazioni ciniche ed antiscientifiche. Ci riferiamo a quanto il Sig. Luigi Scardone (segretario della UIL Lazio) ha asserito e, cioè: “a TVN si dovranno bruciare almeno 160.000 tonnellate all’anno di rifiuti solidi urbani al posto del carbone”, “il combustibile prodotto dai rifiuti (CDR) costa poco e inquina meno del carbone”, “l’immondizia della Campania non è purificata e contiene diossina”, invece, i rifiuti del Lazio sono sanificati. Per cui non si fa un soldo di danno se si trasforma Civitavecchia in una maxi-pattumiera. Possiamo allora dormire sonni tranquilli perché il sindacalista scienziato CI ASSICURA CHE le eco balle romanesche sono più pulite di quelle partenopee! E ci domandiamo, con un malcelato senso di colpa: “perché nessuno si è accorto di questo genio della tecnologia ambientalista che, finalmente, ha estratto dal cilindro del suo atenaico cervello una così rivoluzionaria scoperta, forse degna di un premio Nobel?” A Civitavecchia non esiste raccolta differenziata, e le discariche a cielo aperto sono pressoché sature. Quindi abbiamo tre opzioni di smaltimento dei rifiuti solidi urbani:
l’inceneritore (compresso tecnologico di grossa taglia, divoratore di numerosi carichi di rifiuto allo stato indifferenziato) che genera calore (per teleriscaldamento) e produce un po’ di energia elettrica, ma al prezzo di un inquinamento proporzionato alla quantità di rifiuti combusti;
il gassificatore (struttura tecnologica più snella) che sfrutta il syngas prodotto dalla combustione di materiali organici secchi, vagliati e compressi nelle eco balle (quelle di tipo “partenopeo”) per poi, fornire energia elettrica; però anche con questo sistema si immettono nell’ambiente sostanze inquinanti e scorie che hanno poco da invidiare a quelle vomitate dalle ciminiere dell’Enel;
il pirolizzatore che è un impianto piccolo, tecnologicamente più sofisticato, ma che può bruciare solo le eco balle “pulite” (quelle romanesche… per intenderci!) e che fornisce calore per teleriscaldamento) nonché syngas, residuo oleoso e carbonella… prodotti chimici che possono generare energia elettrica ma che, inevitabilmente, inquinano l’ambiente in proporzione alla quantità di eco balle bruciate.
Questo il “roseo” panorama del prossimo futuro per gli equilibri ambientali dell’hinterland di Civitavecchia. Ma perché tanto interesse del Commissario Regionale ai Rifiuti On. Marrazzo per il nostro territorio? Il federalismo è una forma concreta di civiltà democratica che dovrebbe rispettare il principio di sussidiarietà per garantire ad ogni cittadino pari diritti e pari doveri, senza prevaricazioni. Invece, da cinquattotto anni, il cittadino civitavecchiese subisce l’impatto negativo degli opifici elettrici a favore dell’approvvigionamento nazionale senza trarne alcun vantaggio. (Le tanto sbandierate compensazioni sono un’offesa alla nostra intelligenza oltre che un mostro giuridico!). Se vigesse il federalismo ci basterebbe produrre 700 Megawatt e non 7.000 con una proporzionale riduzione dei danni all’ambiente e alla salute. Se, ancora, il nostro amabile Commissario Regionale ai rifiuti rispettasse il dettato costituzionale degli eguali diritti e doveri per tutti i cittadini, dovrebbe autorizzare un mini pirolizzatore sufficiente a smaltire i rifiuti prodotti dalla nostra comunità e si guarderebbe bene dal sottoporre la popolazione inerme ad uno spaventoso sovraccarico di rifiuti provenienti da mezzo Lazio e fors’anche da mezza Campania. Se, come sussurrano insistenti voci di corridoio, i giochi sono già stati fatti ad esclusivo danno e beffa della cittadinanza, scendere in piazza e opporsi alla violenza dello Stato con altrettanta ostinazione e determinazione di popolo non sarebbe da considerare insurrezione ma esercizio di legittima difesa.
Noi Medici saremo sempre al fianco di chi soffre nel corpo e nello spirito e denunceremo senza tentennamenti ogni manovra furbesca (e fors’anche immorale) tesa a favorire i prepotenti di turno che si sono istallati dentro le istituzioni e nel tessuto sociale più degradato."

Civitavecchia, 09 gennaio 2008

Il Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti per la difesa dell’ambiente e della salute.


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8 gennaio 2008

I motivi del no al carbone di Polesine Camerini

Riportiamo un articolo apparso sul Resto del Carlino (vedi qui)

Rovigo, 7 gennaio 2008- Trentatre pagine e 18 allegati per dire no alla riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini. No anche al progetto arricchito dalle integrazioni richieste ad Enel dalla commissione Via nazionale il 13 agosto (e consegnate il 4 dicembre).
Il dossier anti-riconversione preparato dai comitati della provincia di Rovigo, insieme a Wwf e Italia Nostra, nei giorni scorsi è arrivato sul tavolo del Ministero dell’Ambiente consegnato direttamente dalle mani di Giorgio Crepaldi, del comitato Cittadini liberi. Insomma, siamo di fronte all’ennesima mossa di quella che ormai sembra un’infinita partita a scacchi giocata su una tavola che dal Delta del Po scivola fino alla capitale. Una partita non da poco: perchè si parla di sviluppo e ambiente, di posti di lavoro (circa 300) in bilico, e soprattutto di energia in un momento in cui il nostro Paese di energia è affamato.

Nel loro dossier i comitati hanno preso di mira tutte le integrazioni presentate da Enel. E poi hanno sparato una bella raffica di cartucce. E’ davvero così conveniente il carbone, considerando le tecnologie pensate per migliorare l’impatto ambientale?, chiedono i comitati. "No — spiegano nel dossier presentato al Ministero — non c’è la convenienza del kilowattora prodotto con il carbone: le tecnologie disponibili mitigheranno di molto gli effetti negativi, ma la loro applicazione inciderà in misura considerevole sul costo finale". Se saranno applicate in modo corretto e continuativo incideranno sui costi anche del 50%: a quel punto, dicono, "il carbone risulta meno vantaggioso rispetto al gas e all’olio combustibile, è per questo che dubitiamo che nella fase d’esercizio le cose non andranno come previsto".

La commissione Via, lo ricordiamo, aveva chiesto ad Enel anche una relazione tecnica sull’uso di dispositivi di ultima concezione per limitare le emissioni inquinanti in atmosfera. Soprattutto le micropolveri. E anche su questo punto i comitati sollevano più di qualche dubbio, scettici sull’efficacia dei dispositivi applicati per il monitoraggio delle polveri sottili, quelle più dannose per la salute umana, le pm 10 e pm 2,5.

E sull’impatto nelle lagune attraversate dalle bettoline e l’approvvigionamento d’acqua tramite la Sacca del Canarin? "Riteniamo — è la voce dei comitati — che l’argomento sia stato trattato in modo superficiale e non appropriato alla realtà locale, mentre per quanto riguarda l’impiego del Cdr (il combustibile da rifiuti, ndr), in difformità dalla prescrizione regionale, Enel sostiene di non essere interessata e non prevedere di utilizzarne".

I comitati, insomma, hanno fatto ancora una volta la voce grossa nel tentativo di influenzare la commissione Via nella decisione finale. Anche questa volta, insomma, il partito del no boccia in tutto e per tutto il progetto Enel: "E’ ambientalmente incompatibile, con il territorio nel quale il sito è inserito, illeggittimo nei confronti della legge regionale istitutiva del Parco e non rispettoso delle direttive comunitarie per il non adempimento del protocollo di Kyoto che assegna all’Italia quote di emissione di anidride carbonica ben inferiori a quanto invece si realizza", chiudono severi gli ambientalisti.

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Pirolisi a Civitavecchia?

SINISTRA EUROPEA
Nodo Ambientalista – Civitavecchia

COMUNICATO STAMPA

Le funamboliche quanto patetiche e contraddittorie risposte del sindaco Moscherini e dell’assessore Attig circa la richiesta di valutazione d’impatto ambientale per un impianto di pirolisi con annessa discarica di servizio, sono emblematiche della mala fede insita nel loro agire. Ma questo era scontato.

Spiace, però costatare che nel dibattito sviluppato da altri interlocutori, di ben diversa sensibilità ambientale, si ponga maggior attenzione sulla quantità dei rifiuti, questione certo importante ma non esaustiva, quanto non invece sul chiedersi e chiedere come sia anche lontanamente concepibile e sostenibile una tale ipotesi su un territorio martoriato, a livello ambientale e sanitario, come il nostro se non suffragati da una perversa quanto criminale volontà di trasformare la nostra città in una sorta di laboratorio per testare i vari inquinamenti ambientali.

Sul chiedersi e chiedere il perché dopo anni di delibere, di prese di posizioni, di commissariamenti più o meno palesi della municipalizzata di servizio, non ci sia il benché minimo avvio di un circuito virtuoso dei rifiuti basato, non ci stancheremo mai di dirlo, su riduzione, riuso, recupero e riciclo; in chi risiedano le responsabilità del mancato avvio nonostante i ripetuti e solenni annunci in merito e se questo mancato avvio, causato dall’incapacità e dalla connivenza della classe politica locale e non solo, non sia stato in realtà propedeutico e funzionale proprio a favorire la lobby inceneritorista che, da anni, ha messo gli occhi sul comprensorio.

Ed in questo la vicenda locale ricorda, anche se, per fortuna, con meno clamore, la vicenda dello scandalo campano che, prima ancora che scandalo ambientale e legalitario, è scandalo politico ed etico.

Infine sconcerta che la vicenda venga affrontata isolatamente, quasi decontestualizzata dalla realtà concreta del territorio.

E’ bene che i cittadini tutti abbiano la consapevolezza che l’impianto di pirolisi con annessa discarica di servizio di ben 806.000 mc., ovvero 725.400 ton/totali non di rifiuti, ma di residui di lavorazione dell’impianto (per definizione tossico nocivi), andranno ad insistere su un territorio già fortemente sofferente.
Un territorio dove già insistono un’altra discarica, in via di realizzazione da parte della società MAD di 97.000 mc; le due discariche di Fosso del Prete e Fosso del Crepacuore in fase di post mortem che insieme ammontano a circa 340.000 mc di rifiuti ammassati; alla discarica per rifiuti tossico nocivi sita in zona industriale; alla centrale di TVS dove vi sono tre gruppi a turbogas ed uno, che sarebbe dovuto essere dismesso, per ora ad olio combustibile; ad una centrale a carbone, nella quale, purtroppo indipendentemente dalle mendaci dichiarazioni, ad avvio effettuato si brucerà anche cdr (Fusina docet); un cementificio; un porto con le sue meganavi corrispondenti a piccole centrali; una boa petrolifera che si vorrebbe trasformare in terminal per la trasformazione del gnl; una probabile piccola centrale ad olio di colza a servizio del porto e, tanto per non farci mancare nulla, un Centro Chimico con annesso deposito nazionale di iprite.
Ed in questo elenco dell’orrore, per amor di carità, tralasciamo traffico, speculazione edilizia, cementificazione della costa, dissesto idrogeologico e quant’altro posizionato nel nostro comprensorio concorre a determinare un effetto sommatoria.

Questo è il futuro che Moscherini, la Attig, ma anche l’inettitudine e la connivenza delle amministrazioni precedenti ed attuali ai vari livelli, stanno consegnando ai nostri figli, raccontandoci d’inquinamento a norma di legge e d’inesistenti impianti ad emissioni zero, tentando di tranquillizzarci garantendoci che effettueranno offensivi studi epidemiologici che ci rappresenteranno con quali percentuali i residenti del comprensorio sono presenti nei vari reparti oncologici, mentre la Beg, l’Enel e quanti altri, accumuleranno profitti da favola e sponsorizzeranno ogni attività che la classe politica del momento gli porrà dinanzi come la vergognosa calza della befana, sponsorizzata da Tirreno Power, consegnata a tutti i comunali pochi giorni or sono.
A noi tutti la responsabilità di tentare di cambiare questo epilogo.
Civitavecchia, 08.01.2008

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Moscherini come Bassolino: affari e monnezza!

Riceviamo e pubblichiamo:

La giunta Moscherini rischia di essere travolta dalla monnezza!

Il faraonico progetto costituito da “un inceneritore camuffato (pirolisi), da una discarica e da un impianto di compostaggio” – progetto mai discusso né deliberato in sede di Commissioni e Consiglio Comunale – può mandare in tilt la grigia e inadempiente sindacatura Moscherini.
E’ pur vero che il trasversale ceto affaristico Civitavecchiese ha dato lunga prova di trasformismo, e che di fronte ai quattrini non ci sono remore a cambiare casacca e opinione, ma tant’è se dovesse passare il progetto deve essere chiaro a tutte/i che Civitavecchia diverrebbe la pattumiera di Roma !

Per smaltire in modo salubre ed economico la monnezza del Comprensorio è più che sufficiente la Raccolta Differenziata e una Compostiera, eliminando così il drammatico inserimento che produce i malefici Diossine-Furani, con il rincarico di tumori e malformazioni genetiche (lo screening del latte materno, effettuato sulle mamme di Brescia – che si vanta di avere un inceneritore innocuo - ha evidenziato un enorme quantità di diossina, che passa dal latte al neonato fissandosi nel fegato).
La monnezza, non deve diventare oggetto di speculazione e malavita (come avviene da 50 anni in Campania). Chi ha a cuore il bene collettivo e la salute dei cittadini deve adoperarsi per ridurre al minimo l’impatto dei rifiuti urbani e di azzerare quelli “speciali” non producendoli (guardate a cosa sono ridotte le 3 province di Napoli-Caserta-Salerno, dove sono stati sversati milioni di tonnellate di rifiuti industriali, soprattutto del Nord: l’acqua, l’aria, gli alimenti, sono impestati di veleni, si campa di meno, la mortalità infantile è 8 volte di più della media , così come i tumori e le malformazioni).
In un inceneritore, su 100 Kg di monnezza da bruciare, si producono 33 Kg di “ceneri/rifiuti speciali”, che devono essere smaltiti per legge in discariche speciali.
Pensate che paradosso della “ modernità”, nell’inceneritore entrano rifiuti urbani “normali” ed escono “rifiuti speciali” !! Una maledizione da evitare, invece ai politicanti conviene moltiplicare gli sprechi e i danni alla salute !!!

Vigliacchi! Maledetti! Non è sufficiente il danno già procurato alla popolazione del Comprensorio dalla lobby Enel-energetica ?? E quanto raddoppierà con la riconversione a carbone di Torvaldaliga Nord ? Ci vuole un cuore di pietra e una mentalità criminale il solo pensare anche all’inceneritore ( e/o a bruciare rifiuti a TVN ” tanto più monnezza del carbone” ??!).

Tutto il mondo industrializzato va chiudendo gli inceneritori - Usa ( New York, la California, vanno verso” rifiuti zero”), Canada, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Germania, Francia, Svezia – in Italia non ci sarebbero se non venissero incentivati con i soldi sottratti alle energie rinnovabili
(finora 70 miliardi di euro): dal ’92 con il CIP6 sulla bolletta elettrica paghiamo un 7% in più; poi con la TARSU, la pesante tassa sulla monnezza, invece di pagare a tariffa, ” pago quanto produco ”.
Eliminando il CIP6 ( si sta avviando in tutta Italia la procedura legale della richiesta di rimborso), passando da “ tassa a tariffa”, soprattutto andando alla RACCOLTA DIFFERENZIATA spinta, non ci sarebbe più il problema dei rifiuti e di chi specula, fa affari e malavita sulla monnezza .
Anzi, i singoli cittadini e i Comuni, limiterebbero a pochi euro la spesa per lo smaltimento dei rifiuti urbani, con enorme guadagno per la salute, per l’ambiente, per l’economia, per il lavoro ) il recupero di “carta – vetro – alluminio – plastica - compost/concime, favorirebbe nuova occupazione giovanile).

NON PERDIAMO ALTRO TEMPO, BOCCIAMO IL “ PROGETTO MONNEZZA” ,
E IL MONNEZZAIO MOSCHERINI !!

CONFEDERAZIONE COBAS
COMITATI LAUT

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5 gennaio 2008

Violenze e minacce contro un manifestante e la figlia di 11 mesi

Comunicato stampa, riceviamo e pubblichiamo:

Le battaglie civiche per il diritto alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica si scontrano, a volte, con l'insensibilità di chi tende a porre i propri interessi economici in cima alla scala dei valori.
Nel comprensorio di Gualdo Cattaneo il profitto di pochi è per anni stato anteposto al diritto alla salute di tutti, ed è giunto il momento di invertire la tendenza: per aver osato sostenere ciò gli attivisti del Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo sono talvolta oggetto di calunnie e pesanti offese sul piano personale ad opera di un – fortunatamente esiguo – gruppo di individui che, senza avere argomenti con cui contrastare l'opera di sensibilizzazione del Comitato, cercano di far valere la prepotenza sulla ragione.
L'Italia è uno Stato di diritto: è pertanto inaccettabile il verificarsi di episodi come quello che alcune settimane or sono ha visto il portavoce del Comitato di Gualdo Cattaneo, Raoul Mantini, oggetto di un'aggressione ad opera di due autotrasportatori di carbone di Bastardo di Giano dell'Umbria.
Mantini aveva in braccio la figlioletta Emilia di soli undici mesi quando, in seguito ad uno scambio di battute, è stato percosso, spintonato e insultato dai due energumeni uno dei quali ha perfino minacciato di uccidere lui e la bambina "..guarda che ammazzo te e lei..".
Si precisa che il Comitato in prima persona non intende generalizzare l'accusa nei confronti di un'intera categoria, composta in grande maggioranza da tranquilli padri di famiglia che mai sarebbero capaci di un simile gesto e che anzi lo condannerebbero senza riserve.
Invano sono state attese le scuse e la ritrattazione delle minacce: da chi arriva a minacciare di uccidere una creatura indifesa non ci si può, evidentemente, aspettare simili gesti di umanità e civiltà.
I due aggressori sono stati regolarmente denunciati presso il Comando dei Carabinieri di Gualdo Cattaneo.


Al di là delle singole responsabilità personali, un ringraziamento va ai tanti filo-carboniani che sfruttano le loro posizioni politico-istituzionali per fomentare moti reazionari nei lavoratori coinvolti dal business del carbone. Un esempio ormai celebre, gli operai che Enel paga per manifestare a favore del carbone.

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L’inceneritore di TVN: un modo per bruciare le ceneri e i fanghi del carbone?

Comunicato stampa nocoke:

500.000 tonnellate di ceneri e 5.000 tonnellate di fanghi prodotti ogni anno dalla centrale. Una montagna di rifiuti radioattivi da smaltire.

Le popolazioni del comprensorio intorno a Civitavecchia, coinvolte nella sciagurata riconversione a carbone di Tvn, non smetteranno mai di denunciare i problemi legati alla presenza di una gravissima fonte inquinante come il carbone.

In questo momento la nostra preoccupazione è rivolta alla possibilità di realizzare un inceneritore a Tvn o, come si vocifera, nella discarica del comune di Civitavecchia.

Tutti gli abitanti sanno quanto sia pericoloso un impianto di incenerimento dei rifiuti, soprattutto per le polveri sottili che rilascia e per i metalli pesanti che ricadono sui terreni causando un gravissimo avvelenamento dell’acqua nelle falde sottostanti, dei prodotti agricoli coltivati nei dintorni e del mare. (www.nanodiagnostic.it)

Il nostro comprensorio non può sopportare altri fattori inquinanti, il suo 50% è destinato alle colture agricole, che impatto terribile avrebbe sulla nostra economia?

Leggendo il documento ufficiale della V.I.A., (valutazione di impatto ambientale), riguardo ai rifiuti della combustione, si trovano dei dati assolutamente spaventosi: Ceneri 500.000 tonnellate annue, fanghi 5.000 tonnellate annue.

Dove vengono smaltite queste enormi quantità di rifiuti radioattivi?

Sempre sulla V.I.A. si legge che queste ceneri vengono trasferite sulle navi, ma non è descritto né il luogo di destinazione né il tipo di smaltimento.

Sempre sulla V.I.A. si legge che le polveri dei filtri a manica vengono smaltite come le ceneri della combustione, trasferite su nave, anche qui nessun dato sulla destinazione.

Se i filtri a manica sono utilizzati per l’abbattimento delle polveri pericolose per l’uomo e per l’ambiente, saranno sicuramente un rifiuto pericoloso, per quale motivo non si spiega la loro destinazione?

Il nostro timore è che i rifiuti della combustione possano essere destinati ad un inceneritore per essere bruciati nuovamente.


CONTATTI:

335 8272742 329 7924124

nocoketarquinia.splinder.com

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Di nuovo: a TVN si vogliono bruciare rifiuti

Riportiamo, vista l'importanza, un articolo comparso giorni fa su Civonline.it (vedi qui)

La centrale Enel di Civitavecchia sarà utilizzita come combustore di rifiuti del Lazio e della Campania? La domanda sorge spontanea dopo l’articolo apparso sul Corriere della Sera, in cui si riportava l’ipotesi rilanciata dal ministro dell’Ambiente Alfonso Pecorario Scanio di bruciare i rifiuti nell’impianto Enel di Civitavecchia, notizia nel pomeriggio smentita dallo stesso ministro che l’ha definita «falsa e priva di fondamento».
A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno si è tornato dunque a discutere animatamente di quarto impianto ed emergenza immondizia nel Lazio, anche in vista del termine, il 31 dicembre, del commissariamento sui rifiuti del presidente della Regione Piero Marrazzo, il quale dovrà decidere quale soluzione avviare al più presto per risolvere il problema. E proprio giovedì pomeriggio in un vertice segretissimo in Campidoglio Marrazzo ha incontrato il sindaco di Roma Walter Veltroni e i ministri allo Sviluppo economico Pierluigi Bersani e all’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Mentre da quest’ultimo è arrivata la smentita sull’utilizzo di Tvn per bruciare rifiuti, Marrazzo sembrerebbe puntare invece per un quarto impianto di gassificazione nei pressi di Albano, impianto che dovrebbe essere realizzato da un consorzio pubblico-privato composto da Ama, Acea e da una società di Manlio Cerroni. Questa ipotesi, si è fatto notare durante la riunione in Campidoglio, costerebbe meno del carbone e potrebbe permettere di eliminare una parte dell’immondizia del Lazio e pure di altre regioni, prima fra tutte la Campania, che da tempo tenta di trovare una soluzione a un’emergenza che ha assunto connotati spaventosi.
Mentre si attende la prossima mossa di Marrazzo in tema di rifiuti, si è subito attivato il mondo politico di Civitavecchia. Con ironia sulla smentita del ministro è intervenuto il leader dell’opposizione Nicola Porro: «Sulle ecoballe, a quanto pare, sono circolate ‘‘ecoballe’’. Per fortuna. Sarebbe bene che tutti condividessero un’altra idea di sviluppo per il nostro territorio, che passa per il progressivo ridimensionamento del vincolo energetico in tutte le sue modalità». «Per noi - ha spiegato il consigliere comunale dei Verdi Alessandro Manuedda - fare di Tvn un inceneritore è un’ipotesi impraticabile e che inciderebbe negativamente su una già precaria situazione ambientale e sanitaria della città». «Non si comprende - ha aggiunto il direttivo di Ambiente e Lavoro, contrario all’ipotesi Tvn - perché non si voglia prendere in esame il sistema moderno della dissociazione molecolare che superando quello della termodistruzione e basandosi sul fenomeno della ossidazione dei rifiuti consente uno smaltimento con impatti ambientali assai minori di quelli in uso finora». Per il capogruppo alla Regione Lazio dei Socialisti Riformisti - Giovane Italia Donato Robilotta bruciare i rifiuti a Tvn «è la più inquinante delle ipotesi, quasi come mettere diossina in un cannone e spararla in aria. Il presidente della Regione Marrazzo - ha detto Robilotta - firmi il decreto che autorizza la costruzione del quarto impianto di gassificazione ad Albano, quello Ama-Acea-privati, entro il 31 dicembre, data di scadenza del commissariamento sui rifiuti, o sarà responsabile dell’emergenza che colpirà la nostra Regione così come sta colpendo la Campania».
(S.Car.)


I bene informati sanno che non si trata di una novità, affatto. Basta vedere il sito Nocoke.org, per averne prova. Non c'è limite all'oltraggio.

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