No al carbone Alto Lazio

18 maggio 2008

La favola del CARBONE PULITO - Smascheramento di un bluff scientifico e mediatico.

Dal 1999 (anno sfortunato in cui Enel Spa chiese al Governo di “rottamare” la obsoleta centrale di TVN ad olio combustibile per sostituirla con un’altra a carbone) il mondo scientifico italiano (universitario e imprenditoriale) ha fornito avvilente spettacolo della propria inadeguatezza intellettuale e della propria incompetenza tecnologica riguardo alle metodiche impiantistiche da applicare alle sfide dello sviluppo energetico sostenibile.

Gli scienziati delle varie discipline (chimici, biologi, ecologisti, medici, ingegneri) si sono accapigliati animosamente (alcuni di Essi NON per spirito di verità ma per interessi di bottega) a diffondere confusione sia nell’opinione pubblica sia nelle Istituzioni pubbliche sia nel mondo imprenditoriale.
L’unica entità plutocratica italiana (orrenda chimera economico - politica, famelica e cinica, nemica dell’articolo 43 e sorda ai richiami etici dell’articolo 32 della nostra Costituzione) a non essere scalfita dalle diatribe scientifiche è l’ENEL, tutt’ora ibrido “pubblico - privato” per la quale gli appetiti economici prevalgono sul bene comune. Impavidamente e protervamente Essa gestisce i conflitti scientifici e i narcisismi professorali universitari elargendo blandizie agli ipotetici oppositori e riducendo al silenzio e irridendo ai conati di dissenso dei sempre più rari difensori della verità.
Il metodo aureo (sia nel senso letterale che metaforico), usato per contrabbandare le verità pseudoscientifiche, consiste in una capillare opera di disinformazione sistematica, con campagne mediatiche costose e sfrontate (convegni autoreferenziali, interviste fumose a personaggi di basso profilo scientifico, sponsorizzazioni ed elargizioni plateali ammantate di umanitarismo a buon mercato, visite guidate di acritiche scolaresche universitarie invitate nella “casa madre” dell’oste che mesce il suo buon vino, sopralluoghi di personalità istituzionali straniere che fungono da apostoli e propagandisti nel mondo della strabiliante tecnologia del carbone pulito made in Italy).
A nulla sono valse le esplicite e reiterate asserzioni di personalità super partes (il premio Nobel Rubbia ha bollato come “improponibile” la produzione di energia pulita da carbone sporco; gli Istituti scientifici hanno dimostrato i rischi connessi alla combustione di prodotti fossili; gli Osservatori epidemiologici pubblici hanno diffuso allarmanti statistiche di patologie da inquinanti; l’OMS da decenni avverte i governanti del mondo affinché evitino l’installazione di maxipoli energetici induttori di grave impatto ambientale).
Ora c’è un’ulteriore fonte d’informazione, “libera” da condizionamenti plutocratici e accessibile al popolo del Web, sulla enciclopedia mediatica Wikipedia alla voce “carbone pulito”. Ne riassumiamo i punti-chiave:
1° L’unica tecnica d’avanguardia definibile come “pulita” è quella che si sta sperimentando dal 2003 negli Stati Uniti (NON qui a Civitavecchia!) e che si definisce “Ciclo Combinato di Gassificazione Integrata del Carbone” (IGCC). Tale processo avanzato di gassificazione del carbone procurerà molti vantaggi perché sarà contemporaneamente più efficiente e meno inquinante dell’attuale processo di semplice combustione del carbone, chiamato Combustione del Carbone Polverizzato (PCC) e previsto nella costruenda centrale di TVN. Ne deriva che, scientificamente parlando, soltanto il processo in fieri (il GCC), una volta perfezionato e attuato, potrà fregiarsi del titolo di “impianto a carbone pulito ad impatto ZERO!” La propaganda – ENEL è quindi un condizionamento pseudoscientifico, purtroppo avallato dal dissennato comportamento di Autorità Accademiche poco libere e nient’affatto super partes…. Tanto che in Wikipedia si asserisce, senza mezzi termini, che “in Italia, nell’area di Civitavecchia, dal 2003 l’ENEL sta facendo investimenti nelle tradizionali tecnologie a combustione solida PCC e, quindi, NON a carbone pulito”!
2° “Gli impianti PCC, come quelli in costruzione a Civitavecchia, rilasciano emissioni nocive di metalli pesanti e nano polveri al punto da causare un elevato tasso di mortalità nelle popolazioni esposte fino a 300 km dal punto di emissione dei gas”.
Se non faremo tesoro di queste informazioni scientifiche, libere da condizionamenti economici e politici, continueremo ad essere un popolo di poeti, santi, martiri e… inquinatori, arrecando danni all’ambiente, alla salute e all’economia della nostra bella Italia “non donna di province ma bordello”.
Il Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti per la tutela della salute e dell’ambiente .
Civitavecchia 17 maggio 2008

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A Tarquinia Forza Italia è contro il carbone

Comunicato stampa di Forza Italia - Tarquinia. Riceviamo e pubblichiamo. La presunta lungimiranza del Sindaco di Tarquinia in tema di Centrale a Carbone di Civitavecchia s'interromperà là dove incrocerà la volontà popolare.

Probabilmente dimentico, Lui, la sua amministrazione e la maggioranza che lo stampella, di governare la Città solo con uno scarto di cinquanta voti di differenza (pari agli abitanti di uno dei palazzi più piccoli che svettano nella zona Peep di Tarquinia), non si rende più conto, di là dei risultati elettorali delle recenti politiche, che i cittadini non lo vogliono più per la sua arroganza, per il modo di parlare (in una trasmissione come il Grande Fratello basta molto meno per essere sbattuti fuori dei giochi), per non essersi dimostrato “L’Amico in Comune” annunciato, nel calpestare e prendere per i fondelli la Democrazia solo per dimostrare di essere un Sindaco. Potere per il Potere?
Ora, non pago, mette la ciliegina sulla torta. L’opposizione del Consiglio Comunale, unitamente ad un consigliere di maggioranza, interpretando la volontà popolare, alla vigilia di una manifestazione di protesta che vede trasversalmente unite decine e decine di Istituzioni, Associazioni e Movimenti di Opinione, compatte nel chiedere il non avviamento della centrale a Carbone di Civitavecchia ed urlando che nessuno accetti interventi compensativi di alcun genere, ha chiesto la convocazione urgente di un Consiglio Comunale Aperto per discutere il problema di fronte alla cittadinanza con diritto di parola.
Il Sindaco di Sinistra cosa fa? Deve essere sollecitato dal Prefetto di Viterbo, costatato il suo tergiversare, per convocare, nei termini di legge, quanto richiesto dalle opposizioni e, forse, per vendicarsi della tirata d’orecchie, convoca il massimo consesso cittadino (guarda caso non aperto al pubblico dibattito) il 19 di giugno, ad un mese circa di distanza posticipata da una manifestazione di protesta-rivendicativa che ormai si sarà svolta e, forse, alla vigilia dell’attivazione dell’impianto TVN di Civitavecchia. Faccia pure, il Sindaco di Tarquinia, i suoi calcoli personal-politici.
Ma quello che più ha scosso noi dell’opposizione ed anche i cittadini presenti all’ultimo Consiglio Comunale, è stato l’assordante silenzio, a testa bassa, dei Consiglieri Comunali, Medici dell’Ospedale di Tarquinia, (tre) di maggioranza, alle nostre constatazioni che, dopo più di cinquanta anni di emissioni delle centrali termoelettriche di Civitavecchia e Montalto di Castro, sul nostro territorio e più in generale nell’Alto Lazio, questa area dell’Italia Centrale, compresa Tarquinia, riscontra uno dei tassi nazionali più elevati di mortalità per tumori di varia natura.
Quale sarà il costo delle popolazioni negli anni a venire? Basteranno 21 milioni di Euro per progetti socio-culturali a lenire il dolore delle morti anticipate e politicamente incomprensibili?
Non ci si potrà lamentare domani se poi i cittadini si sentano poco od affatto legati alle Istituzioni.
Noi siamo certi di partecipare, senza prendere fischi, alla manifestazione indetta dal Comitato dei Cittadini Liberi del 24 maggio.
Questa brutta storia della Centrale a Carbone di Civitavecchia vede precise responsabilità dei passati Governi Berlusconi e Prodi. Oggi abbiamo pubblicamente affermato che prima dei Governi si impone la salute dei Cittadini. Come in passato, localmente, ci stiamo adoperando politicamente, anche contro noi stessi. Al Sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, oggi tutto gli dovrebbe rimanere più facile rispetto a noi.
Ma lui è lungimirante e dall’alto della collina tutto è più chiaro nel prevedere il futuro. E’ stato lui stesso, però, ad affermare pubblicamente, nel corso di un Consiglio Comunale, per metterla in tasca al Sindaco Moscherini, di voler andare ad occupare per protesta il Comune di Civitavecchia. Abbiamo in proposito proposto di mettere a votazione un ordine del giorno in tal senso dichiarando la nostra disponibilità a seguirlo, ma, Lui, non ha poi acconsentito.
A Tarquinia, nel passato, ci sono stati Sindaci di Sinistra e Destra che contro l’assalto al territorio da parte dell’Enel non hanno mai ceduto (vedi Centrale Nucleare). Siamo rimasti poveri e li ringraziamo.
Decida Mauro Mazzola cosa vuole fare di se stesso e del suo popolo che ignora. Noi non abbiamo dubbi: staremo accanto ai cittadini e combatteremo anche contro i mulini a vento!
P.S. – Che il Vice Sindaco di Tarquinia Serafini a spese dell’Enel sia andato a guardare come funzionano le centrali a carbone in Germania piuttosto che quelle Italiane, per noi, rimane un suo problema personale e non certo della collettività tarquiniese. Forse, Lui, è cittadino Tedesco?

Stefano Zacchini

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16 maggio 2008

Carbone pulito: "diversamente sano".

(Senza parole)

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Civitavecchia, sabato 17 ore 17,00

In vista della manifestazione del 24/05/08

Sabato 17 maggio 2008, Incontro di informazione, spettacolo con artisti di strada, mostra foto/artistica. Ore 17,00 Piazzale degli Eroi, Civitavecchia.

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11 maggio 2008

Non ci sono le condizioni perché il primo gruppo di TVN sia collaudato

Riportiamo un articolo comparso su civonline.it
"Si continua a parlare di date e di prove tecniche per la nuova centrale di Tvn, ma rimane ancora il fatto che le opere a mare non sono concluse. «Così – ha spiegato il consigliere comunale dei Verdi, Alessandro Manuedda – è impossibile far attraccare le navi e, soprattutto, far arrivare il carbone in centrale nel modo in cui è previsto, attraverso i nastri di trasporto, con strutture chiuse e depressurizzate.

L’avanzamento dei lavori a mare sarebbe giunto circa a metà e a febbraio la seconda fase dei dragaggi che, come si legge anche nell’ordinanza della Capitaneria di Porto 18/2008, prevede il dragaggio per circa 100 mila metri cubi». L’ipotesi che circola in ambienti locali è quella che le navi attraccherebbero in porto e poi il carbone verrebbe scaricato e trasportato su strada, con camion, fino alla centrale. «Se così fosse – ha aggiunto Manuedda - si registrerebbe una violazione al decreto Via e agli elaborati successivi, che parlano di un sistema di movimentazione e stoccaggio a ciclo chiuso». Proprio per questo lo stesso consigliere comunale ha intenzione di segnalare la questione al Ministero dell’Ambiente e al Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente. «Non so neanche – ha aggiunto – se Enel potrà procedere all’accensione del IV gruppo e alle prove tecniche delle sole caldaie che, come da progetto, prevedono il metano, in assenza dell’autorizzazione integrata ambientale sulla quale dovrebbe decidere a breve il Ministero. Autorizzazione che secondo noi è necessaria e obbligatoria per Tvn: fosse da considerarsi ricompresa nel decreto autorizzativo del 2003, dopo cinque anni sarebbe comunque necessario il rinnovo. Il decreto è del 24 dicembre 2003, i 5 anni scadono a dicembre prossimo ma la domanda di rinnovo va inoltrata sei mesi prima, ossia a giugno. Attendiamo intento la decisione del Ministero che solleciteremo anche la prossima settimana».

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Una testimonianza gravissima. Ora chiamateci NIMBY




Questo video mostra la gravità dell'impatto sanitario e ambientale che le centrali TVN/TVS hanno avuto sul territorio nei passati decenni. Il nostro "no al carbone" è un grido in difesa di un diritto fondamentale, un atto di legittima difesa. Aiutaci a far conoscere la verità. Appuntamento il 24 maggio a Tarquinia.


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9 maggio 2008

Come far soldi col cinismo (e col carbone)


Questo tale Pierpaolo Scandurra (che potete contattare all'indirizzo email pierpaolo.scandurra@certificatiederivati.it) ci propone un bell'affare, leggete qui: "far soldi coi rifiuti e col carbone". Cinismo? Le speculazioni non si fermano davanti a niente, tranne che -forse- a un bel "vaffanculo" collettivo, quando la società civile sa esprimerlo nel modo giusto.

Quest'uomo invita a fare soldi con il carbone. Noi possiamo invitarlo a fare altro.

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Off Topic: tra i ministri del governo Berlusconi

Onorevole Carfagna, neo Ministra per le pari opportunità

Come al solito la realtà supera la fantasia, e vediamo materializzarsi eventi e cose che difficilmente l'immaginazione avrebbe saputo evocare. E' così che ci ritroviamo con una Ministra per le pari opportunità ex valletta televisiva. Potrebbe sembrare una barzelletta mal riuscita, eppure la dott.ssa Carfagna, che vediamo in foto,

da valletta, sexy-sciocchina, testimonianza incarnata del maschilismo televisivo più rozzo, va ad assumere la titolarità (solo nominale, probabilmente) del Ministero "per le pari opportunità". Non servono commenti.
Istruzione: l'incubo Bondi è finito. Avevamo sudato freddo, implorato gli dei che il nome di Bondi ne restasse il più lontano possibile. Forse diffondere voci di una sua possibile investitura su quella poltrona, era stata solo un modo per farci sentire sollevati quando lo si fosse sostituito con chiunque altro. Insomma, la vecchia storia dell'operaio sventurato il cui unico piacere nella vita è, alla sera, togliere le scarpe di tre numeri troppo strette. Ecco, in questo senso è un vero piacere apprendere del nome della Gelmini.Certo, poi passata l'ebbrezza, ci si chiede: ma chi è costei? E allora si scopre che si tratta di un Avvocato 35enne con nessuna esperienza e conoscenza minimamente associabile al mondo della scuola o della formazione. In compenso rappresenta una delle fedelissime del Nanocavaliere. Visto che nell'istruzione risiede il luogo fondamentale per la crescita culturale ed il futuro di un Paese, la Gelmini è proprio ciò di cui avevamo bisogno. Non che si possa rimpiangere Fioroni, per carità. Ma un Ministero dato a una INCOMPETENTE nel senso proprio del termine, resta difficile da comprendere. Non dimentichiamo che le vie della politica sono infinite. Tutto quello che è saccheggiabile, violabile, vessabile, sfruttabile, sfondabile, tutto ciò che può rappresentare un attacco sadico al bene comune, la politica italiana lo esprimerà in modo mirabile.

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6 maggio 2008

L'entità dell'affare "riconversione TVN"



Da rimanere di sasso. Leggete bene questa notizia: alla luce di quanto segue è facile comprendere l'importanza strategica che riveste la riconversione a carbone di Torrevaldaliga Nord per i piani industriali dell'ENEL.

"Enel pulisce il carbone cinese"
Enel ha firmato ieri a Pechino due accordi di cooperazione per l’abbattimento delle emissioni ad effetto serra. L’intesa permetterà ad Enel di collaborare nelle attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo di «clean coal technologies» (carbone pulito) in Cina grazie all’esperienza già maturata in Italia sull’impianto di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e nelle tecniche di cattura e stoccaggio delle emissioni di Co2.

TVN rappresenta una vera e propria vetrina mondiale per ENEL, che infatti ospita regolarmente delegazioni di tecnici esteri in visita al cantiere di Civitavecchia. La riconversione a carbone di Civitavecchia rappresenta quindi un vero e proprio "ariete" per sfondare i mercati esteri, specie, si suppone, quelli dei paesi in via di sviluppo, con economia marcatamente industriale.
Comprendiamo ora il motivo dell'entità della mobilitazione di ENEL per far passare la riconversione a tutti i costi. L'affare coinvolge probabilmente un giro di affari di proporzioni colossali. C'è molto da riflettere.

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Perché le tecnologie "carbon capture and storage" non rappresentano una via praticabile


Le cosiddette CCS (carbon capture and storage) tecnologie di stoccaggio dell'anidride carbonica nel sottosuolo, a dispetto di quanto dichiarato dalle lobbies del carbone, non potranno dare alcun contributo per preservare il nostro pianeta. I motivi sono chiari:

  • le CCS non saranno pronte (ammesso che lo saranno mai) prima di un decennio;
  • il dispendio energetico per mettere in pratica le CCS sarebbe enorme;
  • stoccare enormi quantità di gas nel sottosuolo è troppo rischioso;
  • le CCS saranno troppo costose;
  • le CCS distolgono l'attenzione dal veri problemi dello sviluppo e della produzione energetica;
  • l'unica via per il futuro (già dal presente!) sono le energie rinnovabili.
vedi qui per l'articolo originale di Greenpeace

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4 maggio 2008

"Carbone, libertà di stampa e silenzi"

Riceviamo e con piacere pubblichiamo questo contributo di Giulio Carra.

"Nell’alto Lazio la Centrale TVN di Civitavecchia (RM) non metterebbe in pericolo soltanto la salute dei cittadini e l’economia dell’intera area.

Il caso prende spunto da una conferenza stampa convocata dal Sindaco di Tarquinia alcuni giorni fa in relazione alla Centrale TVN di Civitavecchia. Ormai pressato dall’opinione pubblica, in un primo momento tutti avevano ipotizzato che il primo cittadino
volesse chiaramente prendere posizione sul problema anche alla luce degli intenti espressi di recente dall’Università Agraria e del Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca (che raccoglie oltre venti comuni del comprensorio) di partecipare alla Manifestazione di protesta indetta, per il 24 maggio prossimo, dal “Comitato Cittadini Liberi per la Difesa della Salute e dell’Economia”.
Ben presto ci si è resi conto, però, che la realtà fosse un’altra. Comunica ai giornalisti presenti che ad aprire le trattative con l’Enel, per i cosiddetti interventi compensativi, non sia stato lui (di centro-sinistra) bensì la precedente amministrazione di centro-destra esibendo un vecchio documento del 19 dicembre 2002 relativo all’esame di un protocollo d’intesa, stipulato nel corso di una riunione al Ministero delle Attività Produttive, alla quale parteciparono la Regione Lazio, la Provincia di Roma, l’Enel, i comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa e Tarquinia.
Tralasciando il fatto che basterebbe rileggere le cronache giornalistiche di quel periodo o, forse, in maniera più asettica, quanto affermato nella sentenza n.5481 del Tribunale Amministrativo del Lazio dove chiaramente vi è scritto che, ad eccezione del Comune di Civitavecchia, nessuno dei comuni interessati e quindi anche Tarquinia, nel successivo 2003, non ratificò mai quel protocollo di intesa, non si riesce a capire perché si sia voluto ad ogni costo, oggi, reinnescare pericolose micce politiche quando proprio il Presidente dell’Università Agraria, Antonelli (ed occorre darne atto), avesse fatto tanto per andarle a smorzare. Non volendo entrare in merito alle diatribe che poi si sono, oggi, di nuovo scatenate, crediamo che la sortita del Sindaco Mazzola non faccia altro che confermare indirettamente la presenza di approcci recenti tra Enel e Comune di Tarquinia. Altrimenti non si spiegherebbe il perché ci si affanni a dimostrare che siano stati altri ad averli di fatto iniziati prima di lui e tanto tempo fa. Non si comprende, però, come mai sia così tanto difficile doverlo dichiarare apertamente.
Ma la storia sulla quale vogliamo soffermarci non è questa e sotto certi aspetti è molto più triste.
A quella conferenza stampa fatta nel suo ufficio, nella sede pubblica del Comune, solo alcuni giornalisti sono stati invitati, altri sono stati lasciati a casa, altri ancora, addirittura, non sono stati fatti entrare prendendo a pretesto, se pur conosciuti, che non sono iscritti all’Ordine Nazionale. Che curioso paese l’Italia: c’è chi chiede a gran voce l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e chi, invece, se ne fa scudo per comunicare soltanto, probabilmente, con chi è gradito.
Ma, fuori di quella porta, sono stati trattenuti anche alcuni rappresentanti dell’opposizione e ben presto da dentro quella stanza, invece, sono iniziate ad uscire urla e turpiloqui allorquando alcuni giornalisti, rischiando di essere materialmente cacciati, hanno iniziato a porre domande sicuramente non tanto gradite al Sindaco.
Perché parliamo di questi fatti? Purtroppo sono alcuni mesi che nell’Alto Lazio un’informazione corretta a 360 gradi sul carbone è assicurata soltanto da alcune e davvero poche testate giornalistiche telematiche, mentre per tutto il resto, e soprattutto da parte della carta stampata, radio e televisioni, si assiste ad un ignobile balletto di reticenze o, al contrario, di grandi spazi dedicati ad alcuni particolari, che in questa brutta “storia carbonara”, dovrebbero esclusivamente “filtrare” e raggiungere l’opinione pubblica.
Ora fa davvero male, nelle città dell’Alto Lazio, vedere giovani colleghi giornalisti, con gli occhi lucidi di rabbia, sfogarsi e confessare di essere stati senza scrupoli imbavagliati e censurati ufficialmente dalle redazioni centrali di blasonati giornali che invece ogni giorno, come prime donne su una passerella di una sfilata di moda, dalle loro colonne fanno sfoggio della parola “Libertà”.
Si parla di articoli scomodi mai pubblicati e di altri tagliati ad arte se non quando addirittura completamente rimaneggiati e stravolti nel senso. Non basta: ma sembrerebbe ormai certo che politici od amministratori di questa zona prendano contatto direttamente con i responsabili delle redazioni locali cercando di far rimuovere questo o quel giornalista.
Solo indebite interferenze non nuove alla storia del giornalismo italiano o dietro di esse si nascondono e celano ben altre cose?
Questa situazione mi fa ritornare indietro nel tempo di qualche decennio. Giovane cronista, rifiutai denaro, case e carriera per non tacere, e dopo essere stato redarguito anch’io dalla redazione centrale di un “bel” giornale, in pieno Consiglio Comunale, quello di Tarquinia, un’esponente dell’allora maggioranza urlò: “Cacciate Carra!”. Questo per aver dato notizia di un’inchiesta aperta dalla magistratura su alcuni esponenti politici dell’epoca. Ora determinati personaggi sono scomparsi dalla scena ed altri sono morti. Ma le tinte fosche sembrano essere, oggi, le stesse di allora.
Ho voluto ricordare questa personale storia, ormai sepolta, soltanto per dire che, purtroppo, non c’è niente di nuovo sotto il sole e per ricordare a quei giovani colleghi con gli occhi lucidi di rabbia che fortunatamente la libertà non è un articolo di legge che possa essere abrogato semplicemente con un colpo di mano. E’ un anelito dell’uomo, un principio socio-istituzionale ed allo stesso tempo una prassi che deve essere di giorno in giorno ribadita, professata, esercitata, strappata, attimo per attimo, dai vortici degli interessi particolari, costi quel che costi. Ma non ci si rassegni mai al silenzio. E’ davvero curioso che la stampa in genere sia ritornato a parlare di eventuali accordi ed incontri relativi agli interventi compensativi solo dopo una “pasquinata internettiana” a nome di un sedicente “Gasparino il Carbonaro”!
Francamente non so che tipo di 25 Aprile si sia mai festeggiato da queste parti alla luce di tali spigolature a margine.
Si avrebbe voglia di scrivere al Presidente della Repubblica, ai Prefetti di Roma e Viterbo, ma non vogliamo disturbarli per così tanto poco. In fondo la “Democrazia” è ben radicata nella coscienza del Popolo dell’Alto Lazio ovunque voti, e può anche ben sopportare colpi bassi di questa natura. Speriamo soltanto che la semplice eco delle cose che qui accadono possano giungere alle loro orecchie e che, in questa “storia carbonara”, ci siano ancora magistrati che non abbiano paura di essere trasferiti, come purtroppo è già successo. Se indagini dovranno mai essere aperte sugli iter burocratici di questa centrale e quanto altro non ci si basi sulle voci, sulle chiacchiere, sulle dicerie, sulle intercettazioni telefoniche, ma soltanto inforcando gli occhiali (perché bastano e sono sufficienti) per guardare quello che sta scorrendo davanti agli occhi di tutti.
Mettiamo a disposizione queste pagine, in ogni caso, di chi fosse censurato e volesse invece parlare, esprimendogli, al contempo, tutta la nostra solidarietà.

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