No al carbone Alto Lazio

9 giugno 2010

Il carbone pulito (Mountain top removal)

Eccolo qua, il carbone, com'è pulito.
In alcune regioni degli States per estrarre il carbonenon si scavano gallerie: si demoliscono direttamente montagne. più precisamente si toglie la sommità dei giacimenti con l'esplosivo. "Mountain top removal", rimozione della sommità della montagna, proprio così è definita la tecnica. più di mille parole varrà questo video.





Sono all'ordine del giorno iniziative per fermare questo scempio, che oltre all'ambiente distrugge anche le piccole comunità disseminate nelle zone estrattive.

Take Action On Ison Rock Ridge è l'ultima in ordine temporale, e cerca di salvare dalla distruzione una zona della Virginia. Potete dare un piccolo contributo anche voi compilando il form come richiesto.

Quando investite i vostri soldi, sappiate che a volte negli interesssi che (se) vi tornano, c'è complicità con business di questo genere.

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M.O.D.A. Savona ricorda i perché del no al carbone. Ma non c'è peggior sordo...

Da Savonaeponente

"Ampliamento Tirreno Power: il M.O.D.A replica a Miceli e Burlando

Dopo le pericolose esternazioni del consigliere regionale del PD Miceli che apre a Tirreno Power per l’ampliamento a carbone della centrale di Vado affermando “Ampliamento solo con riduzione emissioni” e del Presidente regionale Burlando che si preoccupa “…se l´ente regionale farà parte o meno del tavolo che dovrà dare il via libero definitivo” compiendo così un vergognoso voltafaccia rispetto agli impegni elettorali che invece esprimevano un netto no al potenziamento a carbone, il MODA ribadisce quanto segue:

1. Non esiste il carbone pulito come più volte da noi dimostrato scientificamente dati alla mano. A livello locale la centrale Tirreno Power di Vado nel suo assetto attuale emette ogni anno nell´aria circa: 5 milioni di tonnellate di Anidride Carbonica (CO2); 5.500 tonnellate di Ossidi di Zolfo (SO2); 4.000 tonnellate di Ossidi di Azoto (NOx); Complessivamente circa 6.500 tonnellate di polveri sottili secondarie cancerogene e cardiotossiche (stimate per i gas emessi in atmosfera).

2. Con il folle progetto di potenziamento a carbone aumenterà l’iniquinamento del comprensorio di Savona-Vado e di tutta la Provincia di Savona: 7,5 milioni di t/anno CO2; 5.900 t/anno SO2; 4.500 t/anno di NOx; complessivamente circa 7.000 tonnellate di polveri sottili secondarie.

3. Il problema dell’aumento di mortalità ed i costi esterni: ormai tutto il mondo si è accorto, ma non gli Enti pubblici locali ed alcuni industriali, che siamo arrivati ad una svolta epocale. Non è più razionalmente proponibile produrre energia con fonti energetiche non rinnovabi e soprattutto con il carbone che, come è noto, a parità di energia erogata, produce il massimo dell´inquinamento possibile con costi esterni altissimi per malattie, danni ambientali ed eccesso di CO2. A partire dagli attuali valori di inquinamento i costi esterni stimati dalla Comunità Europea ( fonte ExternE) sarebbero almeno di circa 140 milioni di euro ogni anno e graverebbero quasi interamente sulla comunità del Savonese e della val Bormida.

Rimane purtroppo ben documentato da studi internazionali che una centrale come quella di Vado produce attualmente una mortalità prematura di circa 20 morti/anno e che tale impianto in 30 anni circa di funzionamento totalmente a carbone (anche con 4 gruppi) ha prodotto una mortalità cumulativa di circa 3.400 morti.

4. La centrale nel suo assetto attuale non è tollerabile e si impone chiusura dei gruppi 3 e 4 a carbone non ristrutturabili e non a norma per la legge italiana e la normativa europea. Addirittura i due Sindaci di Vado e Quiliano nel 2009, ma solo a fine del mandato elettorale, in base ai commi 10 e 11 dell’Art. 5 D.lgs. 59/05, avevano chiesto ufficialmente la chiusura dei 2 gruppi a carbone perché in contrasto con la normativa Ippc 96_61 della Ue e relativo decreto legislativo 4 gosto 1999, n.372. Perché i Sindaci di Vado e Quiliano e della Provincia oggi non intervengono quando tali gruppi sono fuorilegge, e quando senza l’obbligatoria autorizzazione AIA non potrebbero funzionare? Oltretutto con un sistema di controlli ambientali della qualità dell’aria negli anni del tutto inadeguati.

E cosa dire poi della opportunità di bruciare il rifiuto CDR, tecnicamente possibile solo sui gruppi a carbone, previsto a pag. 170 del Piano Provinciale Rifiuti approvato dalla Regione Liguria ma vietato dalla Comunità Europea, che produrrebbe in aggiunta all’inquinamento da carbone e da gas anche un pericoloso inquinamento da diossine e metalli pesanti?

Chi ci ripagherà degli immensi costi esterni del carbone e dei morti prodotti dall’inquinamento della centrale a carbone in questi 30 anni? I sindaci di Vado, Quiliano, Savona, Cairo e della provincia devono imporre quindi con urgenza per questa “centrale in città” almeno la chiusura dei vecchi gruppi 3 e 4 a carbone che a causa della loro obsoleta tecnologia, anche se ristrutturati, hanno bassi rendimenti, altissimo inquinamento e non rispettano la migliore tecnologia disponibile prevista per gli impianti termoelettrici dalla direttiva della comunità europea ippc 96_61 e relativo decreto legislativo 4 agosto 1999, n.372.

Ricodiamo infine che depotenziamento e completa metanizzazione richiesta dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Commissione Scientifica di Spotorno, con la chiusura al carbone per la centrale di Vado e lasciando il gruppo da 760 MW a turbogas in funzione dal 2007, votato nel 1990 dai Comuni di Vado e Quiliano, nel 1993 e 1996 dalla Provincia di Savona e di recente nel 2007 dal Comune di Savona, è la posizione espressa non solo dal MODA, dal WWF, dagli Amici di Grillo, da Greenpeace e da Legambiente ma oggi anche autorevolmente sostenuta dall´Ordine dei Medici della Provincia di Savona.

Dr. Virginio Fadda (Biologo)
Dr. Agostino Torcello (Medico pneumologo)
M.O.D.A. Savona

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Un piccolo passo verso lo scioglimento del binomio Sardegna-carbone?

Fonte: Sassari notizie

"E.on annuncia il suo maxi-progetto: a Fiume Santo un parco fotovoltaico da 250 milioni di euro"

SASSARI. Il futuro di Porto Torres non è solo nella nuova centrale a carbone. Oggi E.on ha presentato al pubblico e alla stampa un maxi-progetto che prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico diviso in 4 settori: tutti in prossimità della zona industriale di Fiume Santo. I numeri confermano che la multinazionale energetica ha in mente grandi cose. L'investimento complessivo è di 250 milioni e punta a produrre (per il momento) 62 megawatt di energia. Il progetto darà lavoro a 250 persone in un anno nel settore dell'attività civile, meccanica, elettrica e di manutenzione. Tutte le entrate tributarie, infine, andranno per 20 anni nelle casse della Regione Sardegna.

La Regione, da parte sua, dovrà soltanto approvare con un'apposita delibera l'accordo già avvenuto tra E.on e il Consorzio industrale provinciale di Sassari. Il documento è stato siglato tra le due parti per dimostrare che il progetto ha i requisiti previsti per abbattere la soglia del 3%; una percentuale fissata dalla Regione come limite del suolo occupabile da destinare al solare nelle zone industriali che può essere superata in determinati casi e a determinate condizioni. Secondo E.on il progetto ha tutte le carte in regole e la Regione dovrebbe solo approvare. Dunque ora si attende l'iter burocratico per capire se alla fine sarà davvero così. In caso contrario, si dovrà ridimensionare il progetto.

Le reazioni.

L'Università di Sassari per tre anni giocherà un ruolo fondamentale sul versante della ricerca. Il dibattito si è animato quando il professor Eusebio Tolu, delegato del Rettore per i rapporti con il territorio, ha chiesto di non limitare l'intervento dell'ateneo a soli tre anni perché «è necessario accumulare col tempo le competenze offerte dai ricercatori».

«Il progetto per la produzione di solare fotovoltaico nell’area industriale di Porto Torres non è mai stato presentato alle organizzazioni sindacali». Così il segretario della Camera del lavoro di Sassari, Antonio Rudas, commenta l’iniziativa imprenditoriale . «Oggi viene presentato pubblicamente un progetto di cui le organizzazioni sindacali non erano state messe a parte. E’ un progetto con cui E.on fa un ampio uso del territorio, anche sconfinando da quello dell’area industriale, senza che sia dato sapere con esattezza quale sarà la ricaduta occupazionale. Ci aspettiamo che E.on riprenda con più attenzione il dialogo col territorio e le forze sindacali per chiarire questi aspetti».

Anche il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, ha espresso qualche perplessità, non tanto sul progetto in sé, quanto sul "modus operandi". A suo parere infatti, il progetto del fotovoltaico, ma anche quello della nuova centrale a carbone, hanno saltato il Comune scavalcando di fatto gli enti locali. «Non c'è stato alcun accordo di programma - ha detto Ganau - e la Regione si fa sentire nel nostro territorio soltanto per dare autorizzazioni o per negarle».

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Gli ingenti incentivi pubblici per le fonti di energia sporca

Da Repubblica.it
"Non sono ancora competitive. E’ questo il mantra ripetuto ossesivamente dai nemici delle rinnovabili per siminuirne le potenzialità e frenarne l’ascesa. Il prezzo dell’elettricità prodotta da vento e sole, non perdono occasione di ripetere questi fanatici dello status quo, non è competitivo con quello dell’elettricità derivata da gas, carbone e petrolio. L’energia verde esiste solo grazie agli incentivi, ci spiegano, e questo non va bene in un’economia dove l’unico re deve essere il libero mercato. Ma è davvero così? L’ultima smentita a questo alibi da tempo screditato agli occhi di chi vuol vedere arriva dall’Agenzia internazionale per l’energia, un’istituzione che non brilla certo per simpatie ambientaliste.

Secondo un rapporto della Iea anticipato dall’edizione online del Financial Times, l’economia mondiale foraggia le fonti fossili con incentivi più o meno nascosti per oltre 550 miliardi di dollari l’anno. L’aiutino di Stato non è certo una novità, ma le ultime stime della Iea quantificavano la spesa per rendere “competitivi” petrolio, gas e carbone in “soli” 300 miliardi di dollari l’anno.

Secondo Fatih Birol, capo degli economisti dell’Agenzia, rimuovendo i sussidi il
gioco dell’energia cambierebbe “rapidamente e sostanzialmente”. “Vedo i sussidi alle fonti fossili – ha spiegato al FT – come l’appendicite del sistema energetico globale, qualcosa che va rimosso per un futuro sviluppo sano e sostenibile”.”Portare ad esaurimento i sussidi a petrolio, gas e carbone incrementerebbe l’efficienza energetica e spingerebbe gli investimenti nelle fonti energetiche pulite”, ha aggiunto.

La Iea stima che i consumi energetici potrebbero essere ridotti di 850 milioni di Tonnellate equivalenti di petrolio – pari ai consumi complessivi di Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda – se i sussidi sparissero da qui al 2020. In termini di mancate emissioni di CO2 il vantaggio sarebbe invece pari all’azzeramento delle emissioni di Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Spagna.

Il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia sarà discusso in occasione del G20 in programma questo mese a Toronto, ma è difficile che si riesca a trovare un’intesa per la progressiva abolizione dei sussidi alle fossili. Diversi membri del G20 sostengono infatti che i sussidi contribuiscono a tenere sotto controllo l’inflazione.

La Iea nella sua contabilità continua tra l’altro a tenere conto solo degli aiuti fiscali o cash, mentre si inisiste a lasciare ostinatamente fuori dalla partita tutti i costi ambientali, militari e sanitari che l’utilizzo alle fonti fossili scarica sulla collettività per garantire i profitti delle grandi compagnie."

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8 giugno 2010

La procura della Repubblica di Civitavecchia indaga sul rombo notturno di TVN

Da TrcNews.it
"La procura della Repubblica di Civitavecchia ha aperto un fascicolo per rumore molesto dopo il forte “botto” sentito praticamente dall'intera città la notte tra domenica e lunedì scorsi, proveniente dalla centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord, a causa di una valvola saltata probabilmente per un eccesso di pressione.

Il fascicolo è stato aperto direttamente dal procuratore Gianfranco Amendola, che ha ipotizzato il reato di rumore molesto. Secondo l'articolo 659 del codice penale infatti, chi disturba le occupazioni o il riposo altrui è passibile di una condanna fino ad un anno o di un'ammenda. Per il momento comunque, non ci sono iscritti sul registro degli indagati. La magistratura ha aperto l'inchiesta grazie agli articoli di stampa pubblicati dopo l'accaduto, e soprattutto in considerazione del fatto che ci sono stati altri episodi simili in passato. L'indagine naturalmente mira a verificare se ci siano delle responsabilità in merito all'accaduto, se si poteva evitare, e soprattutto se non c'è il rischio di conseguenze più gravi rispetto al forte rumore sentito da tantissimi cittadini, alcuni dei quali scesi addirittura in strada per verificare cosa fosse successo. Probabile che qualche novità possa esserci già nei prossimi giorni, così come è probabile che la procura decida anche di ascoltare personale della centrale Enel di Torrenord."

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Sabato 19/06/2010 - Presentazione dei risultati del primo “MONITORAGGIO AUTONOMO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA”

Un evento di grande importanza per il nostro territorio:

presentazione dei risultati del primo
“MONITORAGGIO AUTONOMO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA”
 Gli esperti che hanno curato lo studio della qualità dell’aria che respiriamo presenteranno i risultati delle perizie giurate.
 -
RELATORI:
Dott. Marco Stevanin
Responsabile Studio Terra S.r.l.
Dott. Stefano Montanari
Esperto di nanoparticelle Centro di ricerca Nanodiagnostic S.r.l.
 MODERATORE:
Dott. Mauro Mocci
Membro dell’ISDE (Coordinamento Medici per l’Ambiente)
 --
SABATO 19 GIUGNO, ORE 17.00
presso il Monastero delle Benedettine
Via Umberto I - Tarquinia
 La serata continuerà nella suggestiva cornice del Chiostro con buffet e musica. Ti aspettiamo.
Comitato dei Cittadini Liberi di Tarquinia
Mondo Agricolo Unito

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Troppi sussidi pubblici a petrolio e carbone per calmierare i prezzi dell'energia

LaStampa.it
"Roma, 7 giu. (Apcom) - Oltre 550 miliardi di dollari l'anno: è quanto nel mondo viene speso, prevalentemente dalle grandi economie emergenti, in sussidi pubblici sull'energia da fonti fossili, che spesso servono a tenere bassi i prezzi dei carburanti o a limitare i costi a favore delle imprese locali. La stima è dall'Agenzia internazionale sull'energia, secondo la bozza di uno studio anticipata oggi in apertura dal Financial Times. Tagliare questa voce di spesa, come del resto si sono impegnati a fare i leader mondiali, garantirebbe dei benefici "concreti e rapidi", ha osservato Fatih Birol, capo economista dell'ente parigino, implicando immediate riduzioni dei consumi e delle emissioni di CO2. La riduzione dei sussidi pubblici a carburanti e fonti di energia fossili, come il petrolio, era stata concordata lo scorso anno al G20, che raggruppa i grandi paesi avanzati, i giganti emergenti, come Cina e India, e alcuni player di primo piano dell'energia, come l'Arabia Saudita. E secondo l'Aie sono proprio i paesi emergenti e i produttori di greggio coloro che spendono di più su questa voce: i 557 miliardi di dollari stimati sul 2008, l'ultimo anno su cui sono disponibili dati, corrispondopno alle spese effettuate da 37 grandi paesi emergenti, tra cui Iran, Russia, Arabia Saudita, India e Cina. Coloro che criticano questi sussidi fanno leva sul fatto che alimentano gli sprechi, rileva l'Ft, riducono al sicurezza energetica globale e soffocano gli investimenti sulle fonti pulite, e in questo modo gli sforzi per reagire ai mutamenti climatici. Copyright APCOM (c) 2008

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Presentato “Civitavecchia da rinnovare”

Da Centumcellae.it
"E’ stato presentato questa mattina, presso la sede della Fondazione Cariciv, il libro realizzato dagli studenti del Centro Provinciale per la Formazione Professionale di Civitavecchia sull’emergenza ambientale globale e locale insieme all’Associazione “A Sud” e ai comitati No Coke; una iniziativa promossa dalla Provincia di Roma e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia. Il nome “Civitavecchia da rinnovare” è stato dato al libro dagli stessi studenti del corso biennale per estetisti e acconciatori e del corso unico per elettricisti e meccanici che, oltre ad aver contribuito alla stesura, l’hanno personalizzato con vignette, disegni e riflessioni. 'Vorrei fare i miei complimenti ai ragazzi che hanno portato a termine questo progetto - ha esordito il Presidente della Fondazione Vincenzo Cacciaglia - noi e la Provincia stiamo lavorando insieme a più iniziative e non potevamo non occuparci del tema ambientale, data la sua importanza'.
Concetto ripreso dalla responsabile dell’area progetti dell’associazione “A sud”, che ha spiegato 'La nostra associazione ha sempre dato molta importanza ai temi ambientali, questo è un libro degli studenti e per gli studenti che ha lo scopo di informare'.
'Qualche giorno fa – ha commentato invece il direttore del CPFP di Civitavecchia - ho visto su un muro una scritta che recitava “il futuro non è più quello di una volta”; questa frase apparentemente priva di senso dovrebbe farci riflettere, i ragazzi non hanno aspettative nel domani e il tema ambientale ha un ruolo essenziale in questo contesto, i ragazzi però in questa occasione hanno dato un segnale positivo'.
Dai veri autori del libro, quindi dai ragazzi, sono giunte le parole più significative. 'Ringraziamo chi ci ha dato la possibilità di dare un segnale forte: quello di cercare di sensibilizzare chi è egoista e pensa ai soli interessi economici e chi crede che ci sia sempre qualcuno che un giorno risolverà tutto senza pensare che ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte anche nei più piccoli gesti'.
Ai ringraziamenti di rito si è unito poi il consigliere provinciale di Sinistra ecologia e libertà,Gino De Paolis che ha chiarito alcune questioni connesse al tema ambientale. 'Sulla discarica ad Allumiere e sul sito di stoccaggio dei rifiuti abbiamo già presentato una mozione e la Provincia si è espressa contrariamente; per quanto riguarda il depuratore lo dico chiaro e tondo: si sono rubati i soldi e i risultati si vedono con il divieto di balneazione su tutta la costa. Oltre a tutto quello a cui è già sottoposta Civitavecchia potrebbe avere anche un inceneritore al campo chimico, mi auguro che le istituzioni locali facciano qualcosa per tutelare i cittadini'. A concludere la presentazione, tra gli applausi di tutti i presenti, sono state le parole di Simona Ricotti, portavoce del Forum Ambientalista: 'Abbiamo accolto l’iniziativa con grande piacere, perché dobbiamo informare i cittadini. Il nostro primo obiettivo deve essere sensibilizzare, far sapere che i lavoratori sono i primi a pagare, perché ci prendono per fame, ci offrono lavoro ma lo paghiamo caro. Nell’ultimo mese sono morte 15 persone tra i 40 e i 55 anni tutte con la stessa malattia e tutte per motivi di inquinamento. Forse nelle sedi decisionali si dovrebbe riflettere di più e se il futuro non c’è è anche colpa nostra'.

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Azienda Elettrica Ticinese senza carbone: iniziativa riuscita

Da TicinoNews

"È ampiamente riuscita l’iniziativa popolare “Per un AET senza carbone”. Lanciata dai Verdi il 20 aprile scorso sull’onda lunga del voto parlamentare a favore dell’investimento nella centrale di Lunen, la raccolta firme ha di gran lunga superato la soglia delle settemila firme richieste, e veleggia per le diecimila e oltre.

L’iniziativa dei Verdi – sostenuta anche dalla Lega e dal PS - propone che l’Azienda elettrica non possa più acquisire partecipazioni a centrali elettriche a carbone, in Svizzera e all’estero. Oltre a questo, il testo prevede che AET ceda le partecipazioni già acquisite in centrali a carbone entro il 2015.

“Sono davvero molto soddisfatto e ringrazio tutti quelli che hanno firmato”, commenta euforico Sergio Savoia. “Ma chiedo a tutti di firmare e far firmare in questi ultimi giorni di raccolta e di farci avere prima possibile i formulari. Perché più firme avremo e più sarà forte la nostra iniziativa”, conclude il coordinatore. La consegna delle firme è fissata per il 21 giugno.

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7 giugno 2010

L'inceneritore per la distruzione di armi chimiche a Civitavecchia non è più solo un'ipotesi

Il Consigliere Provinciale De Paolis porta brutte nuove sull'impianto di incenerimento armi chimiche che qualcuno vuol realizzare al Ce.t.l.i. NBC (vedi qui)

Fonte: www.centumcellae.it
"Ormai non è più solo un’ipotesi. Va facendosi sempre più strada la costruzione di un inceneritore per la distruzione delle armi chimiche presso il Centro Tecnico Logistico Interforze (Cetli) Nbc di Civitavecchia. Ancora non è dato sapere quali siano le reali motivazioni che giustificherebbero la sostituzione degli attuali impianti di inertizzazione delle armi chimiche. Sembrerebbe prevalere l’idea di utilizzare una nuova tecnologia, che si baserebbe non più sull’ossidazione chimica, come finora è avvenuto, bensì sull’ossidazione termica. Ma, al di là degli aspetti tecnici, che è assolutamente necessario approfondire per inquadrare l’intera questione, in questa fase mi preme innanzitutto portare il tema a conoscenza dell’opinione pubblica e ciò per rispondere ad esigenze di trasparenza e di chiarezza. (Continua QUI)"

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Ricordando l'esplosione della vecchia centrale di Fiumaretta

Il frastuono cupo di stanotte ha riportato alla memoria l'esplosione avvenuta ormai venti anni fa all'interno della vecchia centrale situata all'ingresso di Fiumaretta, rileggiamo dell'accaduto in un articolo dell'epoca.

Fonte
'LA CENTRALE DI CIVITAVECCHIA NON DEVE MAI PIU' RIAPRIRE'
"Repubblica — 11 settembre 1990 pagina 21 sezione: CRONACA
ROMA Carabinieri e magistratura indagano sull' incidente e hanno messo sotto sigillo gli impianti incriminati, ambientalisti e gruppi di cittadini manifestano la loro rabbia in piazza, l' Enel tace. Quanto al sindaco, ha fiutato l' aria, ha riflettuto e, pressato da un clima ormai incandescente, ha disposto ieri l' immediata chiusura della centrale di Civitavecchia. L' esplosione di sabato notte a uno dei tre impianti termoelettrici della cittadina, quello di Fiumaretta, nel cuore del centro abitato, ha accelerato la rottura di equilibri già compromessi da tempo. Alle 22.30 di un tranquillo giorno di week-end la vecchia centrale ha vomitato pezzi di lamiera roventi. Una pioggia infernale di oggetti contundenti e di sottile, insidiosa lana di vetro, quaranta minuti di rumore assordante, come il rombo di un aereo impazzito. Rottura del tubo da sei pollici nel corpo cilindrico della caldaia della centrale (terzo gruppo) con conseguente emissione di vapore saturo, spiegano off records i dipendenti dello stabilimento. Immediata la reazione dei verdi, alimentata dal malumore degli incolpevoli vicini di casa della centrale. L' esplosione non ha provocato danni ma poteva farlo. I pezzi di metallo incandescente e materiale coibente sono finiti sulla statale Aurelia, fortunatamente deserta. Già domenica mattina i verdi, capitanati dal consigliere provinciale del Lazio Athos de Luca, avevano radunato le loro truppe in città, chiedendo al sindaco comunista Fabrizio Barbaranelli di scegliere: O ti dimetti urlavano o fai chiudere una volta per tutte quell' impianto inquinante e obsoleto. Ieri riunione straordinaria della giunta e controffensiva del primo cittadino. Barbaranelli, che accusa esplicitamente l' Enel di non aver provveduto, com' era stabilito in accordi firmati e sottoscritti con il Comune di Civitavecchia, ai lavori di manutenzione dell' impianto, ha deciso di accelerare i tempi del divorzio. Della centrale coinvolta nell' esplosione, e in grado di sviluppare fino a 240 megawatt, si sarebbe dovuto parlare a fine anno per deciderne il destino. Ma il sindaco ha emesso ieri, a tutela dell' incolumità pubblica, un' ordinanza che risolve il rapporto. Dopo questo gravissimo incidente, considero l' impianto definitivamente dismesso ha detto ieri Barbaranelli l' amministrazione ha ora gli argomenti tecnico-giuridici per decidere la chiusura, avendo l' incidente stesso dimostrato lo stato di obsolescenza e pericolosità dell' impianto. L' Enel dunque non è più chiamata a migliorare la qualità di Fiumaretta. Troppo tardi, ormai. L' Enel, anzi, è inibita dall' intraprendere qualsiasi lavoro atto al ripristino della funzionalità dell' impianto stesso. Sorridono soddisfatti i verdi. Civitavecchia, una delle zone a più alta produttività energetica d' Italia, da dove, non a caso, Giovanni Paolo II lanciò tre anni fa un forte appello ambientale, è da tempo teatro di proteste e denunce. Athos De Luca ha appena presentato una denuncia nei confronti del presidente dell' Enel, Viezzoli, per attentato alla pubblica incolumità ma non è contento: La chiusura dell' impianto di Fiumaretta è un primo risultato positivo della vertenza. Ma è una cosa che chiedevamo da anni. Il sindaco arriva tardi. Incidenti del genere sono frequenti. L' anno scorso nell' altro impianto di Civitavecchia, a Torre Valdalica Sud, ci fu un' esplosione uguale a quella di sabato, lo scoppio improvviso, le caldaie squarciate. Già nell' 89, il 90 per cento della cittadinanza si era espresso in un referendum per la metanizzazione delle centrali ma il risultato di quella consultazione è a tutt' oggi ignorato. L' Enel, accusata dal sindaco e dai verdi, non parla. A chi insiste per una reazione viene assicurato ufficiosamente che la chiusura decisa dal sindaco non crea poi tanti problemi. La centrale di Civitavecchia sarebbe stata chiusa da qui a poco, in fondo è successo prima quello che sarebbe successo dopo..."

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