13 novembre 2010

Saline Joniche (RC): "La centrale a carbone è una scelta politica"

Da Newz.it
"Reggio Calabria. Non si spiega come mai a distanza di un anno dalla Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero delle Attività Produttive, che segnava la bocciatura del progetto della centrale a carbone di Saline Joniche, oggi i promotori siano tornati alla carica. Nulla è cambiato sotto il profilo tecnico, urbanistico, scientifico ed ambientale, e soprattutto della localizzazione. L'unica cosa cambiata nella sostanza, è la classe politica regionale che non fa niente per impedire la colossale devastazione di un territorio i cui segni della fallita politica industriale sono ancora evidenti. Riproporre ostinatamente il carbone a Saline, risponde dunque, soltanto ad una scelta politica ben precisa, che guarda alla Calabria come ad un territorio passivo dove può accadere che clamorose decisioni prese altrove determinino un triste destino per la salute delle persone e per l'ambiente circostante.E' palese la complicità della Regione Calabria dove oggi accampa una Giunta di centrodestra, costola di un Governo nazionale ormai in bilico, sbilanciato verso Nord ed ostaggio della Lega, che ignora le volontà dei Sindaci, come pure le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, e continua ad umiliare il Mezzogiorno e la Calabria. Ci siamo sforzati all'interno del Piano Provinciale di prevedere un progetto di sviluppo dell'area di Saline fondato sulla discontinuità e sulla compatibilità ambientale. Abbiamo contribuito alla bocciatura dell'ipotesi carbone, quando proprio durante la Conferenza dei Servizi a Roma, la Provincia rappresentata dal sottoscritto, ha esposto le ragioni di uno sviluppo sostenibile, diametralmente opposto alle mire espansionistiche del carbone, anche sulla base di una storia vissuta a Saline, fatta di mancati insediamenti produttivi e di falliti progetti di sviluppo dell'industria pesante.La Provincia di Reggio per tali ragioni, non può che ribadire la propria netta contrarietà alla centrale a carbone, scelta già sconfitta negli anni ottanta nella Piana di Gioia Tauro, dove il movimento del NO AL CARBONE ad un certo momento coincise con l'impegno per la legalità, ed equivalse ad un NO ALLA MAFIA ed al malaffare. Auspichiamo in vista del Consiglio Provinciale di venerdì prossimo, che vi sia la massima convergenza di tutte le forze politiche, di fronte all'ennesima tragedia calata dall'alto, la più devastante per la popolazione calabrese. A fronte di un territorio ormai in preda al dissesto idrogeologico, l'unica risorsa vera che rimane alla Calabria è la natura circondata dai nostri meravigliosi paesaggi e dall'aria pulita. Al pericolo della centrale a carbone bisogna dunque rispondere con uno scatto di dignità affinché ognuno si schieri dalla parte giusta, cioè della Calabria e dei calabresi

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