No al carbone Alto Lazio

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26 settembre 2013

Civitavecchia: "Marcia per la Salute"


Dove? Civitavecchia - piazzale dell'Autorità portuale

Quando? Sabato 28/07/2013, ore 10,00

Perché?
PORTO: le navi continuano imperterrite a liberare i loro fumi sulla città e le prescrizioni sull'elettrificazione delle banchine del ministero dell'ambiente, restano inascoltate da parte dell'autorità portuale
CENTRALE: il sindaco lascia che venga approvata un'AIA che permette di bruciare 900.000 tonnellate di carbone in più all'anno per 1500 ore in più di funzionamento rispetto alla VIA del 2003. Carbone che potrà essere di qualità scadente, ovvero con contenuto di zolfo < 1% anzichè minore dello 0,3% come prevede il piano di risanamento della qualità dell'aria della Regione Lazio.
TRAFFICO: denunciamo la totale assenza di politiche di mobilità e viabilità. Secondo il polo idrogeno nel 2010 a Civitavecchia c'erano 610 macchine ogni 1000 abitanti. E abbiamo un TPL da terzo mondo!

INFINE SIAMO LA TERZA CITTÀ D'ITALIA PER INCIDENZA TUMORALE E NESSUNO HA MAI SMENTITO UFFICIALMENTE QUESTO DATO

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27 giugno 2013

24 aprile 2013

"Carbone 'pulito', coscienze sporche". A Roma Stop Enel


Pubblichiamo da stopenel.org

Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino ; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.

La Campagna “Stop Enel” nasce per contrastare queste politiche e promuovere un nuovo modello energetico. La rete che ha già dato vita a due assemblee internazionali e invita tutti a partecipare a tre giorni iniziative ed approfondimenti che si svolgeranno a Roma:

Domenica 28 aprile – ore 10.30-17.30

Seconda Assemblea Internazionale della Campagna Stop Enel

CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37

Lunedì 29 aprile, ore 10.30 – 13.30

Seminario di approfondimento: Il ruolo di ENEL nel mercato dei crediti di Carbonio

CineTeatro Volturno Occupato – Via Volturno 37

Pomeriggio: Incontro del Coordinamento Nazionale No Carbone

Martedì 30 aprile – ore 14.00

Sit in STOPENEL durante lo svolgimento dell’assemblea degli azionisti





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SAT, "tracciato blu" di vergogna


Riportiamo da Maremmanews "Autostrada: comitati uniti contro il tracciato blu, da Albinia lanciano battaglia"

Si è svolta ieri ad Albinia una riunione dei comitati e delle associazioni di cittadini e di categoria orbetellani, per confrontare le posizioni e decidere le iniziative di lotta contro le decisioni imposte da SAT e Regione Toscana. Erano presenti: Colli e Laguna, Procosta, Circolo Culturale Gastone Mariotti, ADO, Comitato Neghelli, Cine Club Costa D'argento, Legalmente, Cinema D'essai, Confesercenti, Confcommercio, Italia Nostra Orbetello, Slow Food, Festival Dei Giardini, Comitato S. Donato Polverosa. Hanno confermato la loro adesione anche Welcome Maremma e Federalberghi.

"Unanime l’indignazione nei confronti della Regione che non ci ha tutelati per l’alluvione, ha iniziato lo smantellamento del sistema socio-sanitario e ora ha approvato lo scellerato tracciato Sat, ignorando le istanze di territorio, Comune e Provincia.

L’Associazione Colli e Laguna, come anche l’Associazione Procosta, ha ricordato le numerose azioni intraprese grazie all’adesione massiccia della cittadinanza per impedire la devastazione dell’area costiera.

Oltre alle manifestazioni, le assemblee pubbliche, i convegni e altre iniziative, sono fondamentali le azioni legali, che fermarono i procedimenti di esproprio nel 2010 e il progetto definitivo sull’Aurelia nel 2011, e soprattutto il ricorso al Tar presentato con Italia Nostra contro la delibera Cipe del 2/08/2012, che approva il progetto definitivo per tutti i lotti tranne che il nostro (Ansedonia-Fonteblanda) e quello successivo.

Di fronte alla scelta del “tracciato blu”, come di qualsiasi tracciato costiero, rimangono valide tutte le motivazioni alla base della lotta contro Sat e delle azioni giudiziarie già intraprese con efficacia. Si ribadisce quindi fortemente la richiesta di tutela del territorio e della popolazione, di rispetto della democrazia e delle normative di legge nazionali, comunitarie e della stessa Regione.

Se alla riunione è stato unanime il rigetto in toto del “tracciato blu” imposto da Enrico Rossi e Sat, come di qualsiasi tracciato costiero, si stanno diffondendo sempre più interrogativi sull'effettiva sostenibilità dell'infrastruttura autostradale nell’intero territorio comunale; gli eventi alluvionali del novembre scorso hanno reso evidente la fragilità di tutta la piana dell'Albegna che sarebbe fortemente "segnata" dal passaggio della Tirrenica. Ci si chiede seriamente come un’opera così impattante possa servire al territorio e alla popolazione, visto che danneggerebbe in modo irrimediabile le attività agricole, produttive e turistico-ricettive colpite da crisi e alluvione, infliggendo la ferita mortale al nostro Comune già devastato dal 12 novembre" scrivono i comitati.

Cresce quindi la forte e dura opposizione alle scelte politiche prese esclusivamente per favorire gli interessi privati di Sat, contro ogni interesse pubblico, nella totale mancanza di trasparenza e democrazia e nel più assoluto disprezzo delle istanze del territorio.

È emersa la necessità di una mobilitazione generale di comitati, associazioni, movimenti e cittadini. Tra le iniziative concordate: un’ulteriore riunione dei comitati e delle associazioni di cittadini e di categoria, incontri pubblici e manifestazioni.

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15 marzo 2013

Deputati M5S: 'No carbone' sulla cravatta

"Carissime e carissimi siamo entrati in aula occupando le file in alto - scrive sulla sua pagina Facebook la deputata 5 stelle Tiziana Ciprini - né a destra né a sinistra, ma sopra (ed oltre), operazione fiato sul collo sempre". 
La maggior parte dei deputati uomini, nonostante alla Camera non sia obbligatorio, ha deciso di indossare la cravatta. Nera con su scritto «No carbone» per alcuni di loro.
Da Corriere.it

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6 marzo 2013

Torrevaldaliga Nord, convocazione presidio a Roma

Comunicato

Il prossimo 12 marzo, alle ore 10,00, a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, Via Capitan Bavastro 174, si terrà la Conferenza dei Servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord. In quell’occasione sarà stabilito come e quanto la centrale deve inquinare: quanto carbone potrà bruciare, che tipo di carbone sarà consentito di utilizzare, quali limiti emissivi in aria, acqua e suolo dovrà rispettare etc.
 Come sempre alcuni esponenti del Movimento No Coke Altolazio e dei Medici per l’Ambiente, saranno presenti per essere auditi dalla Conferenza e portare in quella sede le ragioni del popolo inquinato. Sarà, inoltre, quella la sede dove il Sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, in qualità di sindaco del sito ospitante l’impianto, avvalendosi dei poteri conferitegli dal Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, potrà apporre, se ne avrà la volontà, precise prescrizioni a tutela della salute dei cittadini, come peraltro richiestogli con specifica petizione da oltre duemila cittadini.
 Riteniamo importante in quella sede far sentire la pressione dei cittadini dell’Alto Lazio su quanti, membri della conferenza dei servizi e Sindaco Tidei, sono chiamati a decidere del nostro futuro e della nostra salute. 

Per questo stiamo organizzando un presidio sotto il Ministero proprio durante lo svolgimento della Conferenza dei Servizi. Chiediamo inoltre a tutti di portarsi dietro un paio di scarpe a rappresentare la presenza di quanti non ci sono più proprio a causa dell’aggravarsi delle patologie mortali conseguenti la presenza della centrale. Sappiamo che è un giorno feriale e che per molti sarà difficile essere presenti, ma vi chiediamo un sforzo a tutela del nostro stesso futuro. Non è più tempo di delegare, e se vogliamo veramente combattere la presenza di quel mostro nelle nostre vite e tentare di porre un argine ai troppi veleni che questo vomita nella nostra aria, dobbiamo saperci mettere in gioco.

Ci auguriamo che alle tante parole di condanna della centrale, seguano i fatti e che il 12 marzo saremo in tanti sotto il Ministero. Noi, come sempre, ci saremo.

Per i No Coke Alto Lazio, Simona Ricotti

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1 marzo 2013

Raccolta firme per 'Legge popolare Rifiuti Zero'

Sabato 2 Marzo siamo invitati a prendere parte al costituendo Coordinamento Regionale del comitato promotore legge 'rifiuti zero' www.leggerifiutizero.it, per la campagna di raccolta firme 'Legge popolare Rifiuti Zero'.

Appuntamento a ROMA, Aula LEVI presso Università La Sapienza, via dei Volsci (angolo via dei Reti), ore 10-13

'La situazione della gestione rifiuti di Roma e del Lazio si avvia, dopo due anni di inutili commissariamenti, ad una annunciata emergenza dovuta all'inerzia delle istituzioni preposte (Regione-Provincia-Comune di Roma) rispetto alla chiusura di Malagrotta,con l'apertura di nuove discariche ed inceneritori, nell'ostinato e complice tentativo di mantenere la filiera cassonetto-discarica-inceneritore. La Commissione Europea ha ripetutamente bocciato i "piani commissariali" basati su questo ciclo, in assenza di un vero piano che indichi nella raccolta differenziata spinta- "porta a porta"- nella realizzazione di impianti a freddo di riciclo e compostaggio, l'unica alternativa concreta.
A giugno 2012 la Delibera di iniziativa popolare "Roma verso Rifiuti Zero" con allegato Piano tecnico dettagliato ed ultimamente anche un autorevole Studio di fattibilità che dimostra che dai rifiuti si possono non solo fare enormi risparmi di spesa ma addirittura realizzare entrate di bilancio!! Depositata la Delibera abbiamo anche lanciato la proposta di Legge Nazionale di Iniziativa Popolare che andasse ad incidere sulla situazione disastrosa della gestione dei rifiuti non solo del Lazio ma di tutta Italia, motivata dalle centinaia di vertenze territoriali e dall'approvazione il 24 maggio 2012 di una Risoluzione del Parlamento Europeo che indica al 2020 la chiusura di inceneritori e discariche, per avviare l'Europa del riciclo e recupero.'

Clicca per saperne di più:


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25 settembre 2012

Assemblea nazionale "Stop enel"

"Stop enel, per un nuovo modello energetico"
II Assemblea Nazionale

29/30 settembre - Civitavecchia



Programma:

Sabato 29 Settembre

 L’Assemblea di sabato 29 si svolgerà nell’Aula Consiliare “Renato Pucci” in Piazzale Guglielmotti, 7.

Ore 15.30 – Presentazione della campagna “Stop Enel” e del CNNC (Coordinamento Nazionale No al Carbone)

Ore 16.00 – Interventi, collegamenti e video dai territori italiani, dall’America Latina e dall’Europa dell’Est.

Interventi già confermati:

Videomessaggio dalla Russia  - Ecodefens;
Videomessaggio dalla Colombia – Asoquimbo;
Comitato “No Coke Porto Tolle”;
Comitato "SpeziaViaDalCarbone”;
Comitato “No Carbone Rossano Calabro”;
Campagna di solidarietà con le Comunità Ixiles del Guatemala;
Presidio Europa NOTAV/Forum Grandi infrastrutture inutili;
Ore 17.00 – Movimento No Coke Altolazio, schiavitù energetica e legalità.

Ore 17.30 – Dichiarazione di intenti e proposte di azione delle associazioni ed i comitati aderenti alla rete StopENEL.

Ore 18.30 – Da un modello energetico obsoleto alla democrazia e la sostenibilità energetica. Moderatore Ing. Lucio Gentili

Ore 23.00 – NO COKE Street Parade. Corteo danzante per le strade di Civitavecchia. Appuntamento in Piazzale Guglielmotti alle ore 23.00.



Domenica 30 Settembre

Ore 10.00 – Riunione della rete “Stop Enel” aperta a tutte le associazioni ed i comitati aderenti (sintesi delle proposte – costruzione di un’agenda comune – prossime scadenze). Presso il Centro Sociale Ex Mattatoio, in via del Gazometro, 14.

La rete StopENEL invita a partecipare comitati, associazioni, cittadini, interessati a promuovere un nuovo modello energetico rispettoso della salute, dell’ambiente e dei diritti delle comunità locali.

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9 dicembre 2011

Il clima cambia, la politica?

Da Greenpeace.it il resoconto di un'azione dimostrativa davanti a Palazzo Chigi

"Mentre il Ministro dell’Ambiente sta arrivando a Durban per la conferenza Onu sul clima, una cartolina dal caos climatico formato 14x5 metri è stata piazzata dai nostri climber davanti a Palazzo Chigi. Una tragica foto dell’alluvione di Genova accompagnata dalla scritta: "Il clima cambia. La politica deve cambiare".
zoom
In Piazza Colonna altri attivisti si sono arrampicati sui lampioni con il messaggio "A Durban salviamo il clima" e due attori hanno messo in scena la rappresentazione della politica che si rifiuta di cambiare. Vestiti e truccati come se fossero in un film in bianco e nero, hanno risposto alle domande dei giornalisti come se il problema del caos climatico non li riguardasse.

Quest’autunno una serie di tragiche alluvioni hanno martoriato l’Italia, da Nord a Sud. Genova, Roma e poi Messina. La morte di decine di persone e miliardi di euro di danni. Questi sono chiari segnali che i cambiamenti climatici stanno avendo un effetto sempre più grave anche a casa nostra.

L’azione di stamattina davanti alla sede del Governo rilancia quella che abbiamo promosso la settimana scorsa sul nostro sito: “Manda a Clini una cartolina dal caos climatico”. Più di 15 mila persone hanno già chiesto al Ministro dell’Ambiente di assumere a Durban una posizione forte e ambiziosa per la salvaguardia del clima e per il rinnovo del protocollo di Kyoto. Il Ministro darà ascolto ai cittadini o alle multinazionali dell’inquinamento?

Il governo precedente ha guidato l'Italia verso posizioni, a livello internazionale, sempre più di retroguardia nella lotta alle emissioni dei gas serra. Il Senato, in questa legislatura, ha addirittura approvato un atto che nega l'esistenza dei cambiamenti climatici e prende le distanze dalle politiche comunitarie a difesa del clima.

Da Piazza Colonna chiediamo al Ministro Clini e al nuovo Governo di cambiare la politica climatica del Paese. Con due mosse. La prima: impegno forte a Durban per ridurre le emissioni di gas serra. La seconda: difesa degli incentivi alle rinnovabili, un investimento per il futuro occupazionale e ambientale del Paese."

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In seguito all'azione dimostrativa non violenta, Salvatore Barbera, Responsabile della Campagna Clima ed Energia di Greenpeace, è stato espulso dal Comune di Roma per due anni

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26 novembre 2011

Contro il business sporco del carbone, i successi dei Movimenti

Articolo di M. Cardone su Qualenergia.it: "Carbone Usa, una guerra che si vince dal basso

Per l'ambientalismo americano è il carbone il nemico numero uno. Basta un numero per rendersene conto: 250, sono le associazioni statunitensi impegnate nella guerra al carbone. Una fonte fossile che non piace perché responsabile di un inquinamento atmosferico che crea enormi danni alla salute, senza portare alcun beneficio alla società: secondo la ricerca Environmental Accounting for Pollution in the United States Economy, pubblicata sull'American Economic Review, per ogni dollaro di valore aggiunto generato dall'industria del carbone, ci sono 2,2 dollari di danno esterno. Una volta internalizzati i costi della sanità, alla società non conviene produrre energia dal carbone.

Gli scienziati di tutto il mondo, inoltre, additano il carbone come causa dei cambiamenti climatici, risorsa energetica del passato, ad altissimo contenuto di CO2.

Attivismo e scienza concordano sul fatto che bloccare o ridurre drasticamente lo sfruttamento delle risorse carbonifere, non potrebbe che fare bene al Pianeta. Il climatologo James Hansen, direttore del Nasa Goddard Space Institute, ha detto più volte che eliminare le emissioni da carbone rappresenterebbe l’80 per centro della soluzione alla crisi del riscaldamento globale. La società americana sembra convinta della necessità di combattere questa battaglia. Le azioni di disobbedienza civile si moltiplicano e tante sono le vittorie.

Ted Naceè il coordiantore del sito web Coal swarm con cui, dal 2007, segue lo stato di avanzamento di tutti i progetti di centrali in attesa di autorizzazione. Nel 2008, in collaborazione con il Center for media and democracy, Nace ha avviato il CoalSwarmWiki, una sorta di Wikipedia delle lotte al carbone, dove si possono consultare 3.500 articoli con tutte le informazioni sullo sfruttamento di questa fonte e sulla mobilitazione a livello globale.

“Dai numeri è chiaro che stiamo vincendo: sono 230 le centrali di cui è in programma la chiusura – dice Nace – Anche se a Washington non siamo riusciti a portare a casa quasi nessun risultato, la pressione ambientalista sta condizionando l'industria”.

Per trovare un movimento ecologista altrettanto forte e strutturato bisogna andare indietro fino alle lotte contro il nucleare degli anni ‘70 e ’80, che riuscirono a far cancellare 100 progetti negli Usa. La guerra al carbone sta andando anche meglio: secondo l’associazione ambientalista Sierra Club, che, come parte della campagna Stopping the coal rush, raccoglie in un database informazioni sul settore del carbone, tra il 2005 e il 2010, sono stati cancellati 150 piani per la realizzazione di nuove centrali.

La corsa al carbone in cui gli Stati Uniti avrebbero dovuto lanciarsi per garantirsi energia nazionale a basso costo è stata frenata da una forte opposizione e da un mercato che non sembra troppo convinto della bontà di questo investimento. Nel 2000 erano 151 le richieste di permesso per nuove centrali, di queste, nel 2007, solo 40 erano state finalizzate. Altre richieste e altre cancellazioni sono seguite negli anni successivi e oggi il database del Sierra club include 244 progetti.

Meriterebbe un discorso a sé il capitolo mountain top removal. Questa pratica di estrazione del carbone, dal forte impatto ambientale, è diffusa nelle regioni dei monti Appalachi dove, sta creando non pochi nemici all’industria del settore e mettendo in difficoltà gli investitori (tra cui grandi gruppi bancari come JP Morgan-Chase bank). In questo autunno di proteste, il mountain top removal è stato additato come uno dei simboli dell’avidità delle corporation e, da problema locale, è diventato argomento di interesse nazionale.

Il movimento anti carbone si appoggia alle grandi associazioni ambientaliste, ma la sua forza sono i gruppi locali dal basso che, attraverso un rapporto diretto con il territorio e con la controparte, stanno riuscendo a corrodere le basi dell’industria del carbone. Ted Nace, che ha scritto un libro sul movimento anti carbone, ci spiega come queste azioni dal basso stanno riuscendo a minare il sistema: “Si inizia col cercare di ritardare il progetto. Basta un’azione legale o in alcuni casi è sufficiente che i cittadini manifestino pubblicamente le proprie preoccupazioni e chiedano chiarimenti. Se il piano viene ritardato si inizia a corrodere la fiducia degli investitori o dei finanziatori pubblici. Naturalmente il tutto è reso più facile dal fatto che l’industria è già debole di per sé. Le nuove regole, che impongono costosi sistemi di trattamento e depurazione, hanno messo in forte difficoltà il settore. Oggi produrre energia dal carbone non è più economico”.

A livello locale, l’opposizione al carbone cresce costantemente ed è riuscita a bloccare diversi progetti di nuove centrali. Vittorie ottenute con la complicità delle incertezze economiche legate al settore dei combustibili fossili e della crescita delle rinnovabili. Vittorie che, nate in ambito locale, hanno un riflesso globale in quanto mostrano che i mercati internazionali sono in grado di riorientarsi verso energie pulite. “Secondo le previsioni l'industria del carbone Usa avrebbe dovuto crescere del 20 per cento negli ultimi dieci anni e invece abbiamo assistito a una riduzione della stessa percentuale. E ora anche Cina e India stanno iniziando a mettere in discussione gli investimenti sul carbone e a cancellare alcuni progetti di nuove centrali. Se riusciremo a evitare che questi paesi installino nuova capacità, potremo uscire dal carbone con la sola forza di auto-regolamentazione del mercato”.

La transizione verso le rinnovabili è possibile: la disponibilità di fonti alternative al carbone aumenta costantemente così come cresce la competitività di queste risorse. Secondo una mappatura realizzata dalla Southern Methodist University di Dallas, in collaborazione con Google, il potenziale geotermico degli Stati Uniti equivale a dieci volte la capacità installata in tutte le centrali a carbone americane. In Texas, che non è uno stato tradizionalmente associato alle rinnovabili, l’eolico produce tanta energia quanto il carbone. Intanto il fotovoltaico americano si sta avvicinando a quella sostenibilità economica che, entro il 2018, dovrebbe renderlo competitivo sui mercati.

Va detto, tuttavia, che nello scenario delle alternative si sta facendo strada soprattutto il gas naturale che molti considerano una fonte ponte per realizzare l’uscita dal carbone. E, quando si tratta di gas di scisto, il rischio è di cadere dalla padella alla brace.

Ma si fa tutto nel tentativo di dire addio a un'industria che non può nemmeno giocarsi la carta dei posti di lavoro: “Ci sono solo cinque stati in cui il numero dei lavoratori del settore – riprende Ted Nace – tocca le cinque migliaia. In passato il carbone dava lavoro a 800.000 persone in tutto il paese, ora sono 83.000, mentre l'eolico conta 85.000 addetti. È un'industria da 50 miliardi di dollari: Bill Gates da solo potrebbe comprarla tutta. Però è un'industria vecchia, che quindi sa giocare al gioco della politica meglio di quanto non sappia fare la giovane industria delle rinnovabili”.

In attesa che gli operatori del clean teach imparino a muoversi tra i banchi del Congresso, lo scorso luglio l'Epa (Environmental Protection Agency) ha presentato il Cross-State Air Pollution Rule (Csapr), una regolamentazione che chiede a 27 stati di ridurre le emissioni delle proprie centrali elettriche. Dove non arriva il mercato, una mano dalle istituzioni non guasta.

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19 novembre 2011

Coira, successo dell'iniziativa popolare "energia pulita senza carbone"

Dal Corriere del Ticino
"I grigionesi potranno esprimersi sui contestati piani del gruppo energetico Repower relativi alle centrali a carbone. L'iniziativa popolare «Sì all'energia pulita senza carbone» è infatti riuscita, ha comunicato oggi il governo cantonale.
Secondo l'Esecutivo, delle 4427 firme inoltrate 4366 sono valide. Erano necessarie 4000 firme da raccogliere entro il prossimo 10 febbraio. La proposta è stata sostenuta da quattordici organizzazioni e partiti tra cui WWF, Pro Natura, Partito socialista, Gioventù Socialista Grigioni, Verdi liberali e Verdi. Essa prevede che alle aziende controllate dal Cantone sia impedito di investire in centrali a carbone.
Concretamente i promotori mirano a bloccare i progetti di Repower nel settore in Italia, a Saline Joniche (Calabria), e nella Germania settentrionale, a Brunsbüttel, che - rilevano - genererebbero una quantità di emissioni di CO2 pari al 40% di quelle dell'intera Svizzera o 14 volte quelle dei Grigioni.
Con una quota del 46%, il cantone dei Grigioni è il maggiore azionista del gruppo energetico con sede a Poschiavo."

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10 novembre 2011

Torna NoCoke Alto Lazio su faccialibro

A questo indirizzo trovate la nuova pagina dei cittadini del movimento NoCoke Alto Lazio, di nuovo su Facebook dopo la censura subìta.

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1 novembre 2011

5 Novembre - Manifestazione per la differenziata a Roma e nel Lazio

Comunicato dalla Rete Zero Waste Lazio

•PER UN PIANO URGENTE DI RACCOLTA PORTA A PORTA SPINTA A ROMA ED IN TUTTO IL LAZIO,
•PER NUOVI IMPIANTI DI RICICLO E COMPOSTAGGIO,
•CONTRO L’APERTURA DI TRE NUOVE DISCARICHE A RIANO – CORCOLLE – FIUMICINO,
•CONTRO VECCHI E NUOVI INCENERITORI DI RIFIUTI.

La vertenza rifiuti nel Lazio è oggi arrivata al momento cruciale in cui non sono ammissibili soluzioni di compromesso: o andiamo verso la riproposizione di discariche ed inceneritori o si fa un balzo in avanti verso l’Europa e la legalità e verso la Differenziazione ed il Riciclo/Recupero.
Nel Lazio la presenza oggi di un quadro di debolezza strutturale della filiera “indifferenziata” è plateale: le discariche sono tutte esaurite o in via di rapido esaurimento, non ci sono sufficienti impianti di preselezione per produrre il famigerato CDR e soprattutto non ci sono, per nostra fortuna, inceneritori sufficienti ed efficienti adeguati.
Roma oggi rappresenta la situazione più critica in Italia, dopo l’avvio di un programma Rifiuti Zero nella città di Napoli, con un livello di differenziata tuttora inaccettabile del 20% e la scelta di una manifestazione sostenuta dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero corrisponde proprio a combattere per dare avvio ad un ciclo alternativo sostenibile e nel rispetto della legalità.
La chiusura della megadiscarica di Malagrotta, obiettivo irrinunciabile che sosteniamo da anni come comitati e cittadini di Roma e Comuni confinanti della Provincia, non può essere l’occasione di aprire tre nuove discariche (Riano-Corcolle-Fiumicino) continuando lo scempio ambientale, ma deve essere l’occasione di varare un Piano Straordinario di raccolta porta a porta spinta nella città di Roma
In questo quadro si inserisce la Strategia Rifiuti Zero, che già da anni è stata lanciata in Italia e nel mondo dal prof. Paul Connett, che rappresenta l’unica soluzione ecologicamente e socialmente sostenibile e che è stata rilanciata dalla recente costruzione della Rete Zero Waste Lazio, una rete costruita “dal basso” che vuole diffondere cultura ed informazione e mobilitare i cittadini e gli amministratori comunali e provinciali su questo tema.
Solo la presa d’atto che oggi dobbiamo combattere contro qualsiasi tecnologia di incenerimento e di distruzione di materia ed energia può avviare la consapevolezza che il recupero/riciclo è una imprescindibile esigenza del ciclo produttivo industriale, che è il solo ciclo ecologicamente ad impatto zero e che è il solo ciclo sperimentato concretamente e che produce una riduzione di venti volte dell’investimento in infrastrutture destinandolo all’investimento in occupazione locale e partecipazione democratica dei cittadini.
Partendo dall’obiettivo di introdurre l’obbligatorietà del sistema di raccolta differenziata porta a porta, del sistema di conferimento dei materiali differenziati presso le piattaforme CONAI per la frazione secca e di impianti di compostaggio di bacino per la frazione umida, si pone il superamento definitivo del sistema “cassonetto indifferenziato” quale modalità incompatibile con la priorità del riciclo/recupero, lasciando come la legge impone la fase dello smaltimento quale fase effettivamente residuale.
Dai cittadini ai Sindaci, dai Sindaci alle Province , dai Sindaci e dalle Province agli imprenditori che vogliono oggi investire in un settore di green economy che risulta oggi l’unica forma di imprenditoria non assistita da contributi pubblici, come la truffa dei CIP6 ed i certificati verdi per gli inceneritori, ed in grado di assicurare la tutela sanitaria - ambientale ed insieme l’occupazione locale con basso tasso di investimento.

Saranno presenti in piazza:
Il portavoce della RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO e diverse delegazioni regionali,
I soggetti costituenti della Rete Zero Waste Lazio: Ass.ne Non Bruciamoci il Futuro, Ass.ne Diritto al Futuro/Rete Naz. Rifiuti Zero, Movimento Naz. ecologista EcoItalia Solidale, Ass.ne Comitato Rifiuti Zero Fiumicino, Ass.ne Comitato Rifiuti Zero Riano, Ass.ne Comitato Rifiuti Zero Corcolle, Coordinamento Rifiuti Zero Rieti, Ass.ne Grilli Viterbesi, Eco della Rete Frosinone, Forum ambientalista Valle del Sacco (Colleferro), Coordinamento Naz. Spiaggia Bene Comune, Ass.ne Ostia che cammina – Mun. 13 Roma, Ass.ne Grilli Eretini Monterotondo (RM), Ass.ne Piazza Pulita Civitavecchia (RM), Ass.ne Vivere in Salute-Canale Monterano (RM), Ass.ne Naz. Robin Hood Lazio, Casa dei Diritti sociali FOCUS Roma, Ass.ne Apertamente Oriolo Romano (VT), Comitato Rifiuti Zero Lago Bracciano(RM), Rete dei Cittadini di Aprilia (LT), Ass.ne Salviamo Bracciano (RM), Casa Internazionale delle Donna Roma, Forum Otherearth Roma, Ass. Giuristi Democratici Roma, Ass. cult. Il Calabrone Trevignano(RM), Ass. POSTRIBU’ Onlus Rieti, Cittadinanzattiva Rieti, Comitato Ladispoli Pulita, Coop. Soc. Limph@ Canale Monterano,
I Sindaci del Lazio Verso Rifiuti Zero: Il Sindaco di Ladispoli (RM), Il Sindaco di Cerveteri RM), Il Sindaco di Anguillara (RM), Il Sindaco di Bracciano (RM), Il Sindaco di Trevignano (RM), Il Sindaco di Oriolo Romano (VT), Il Sindaco di Corchiano (VT), Il Sindaco di Manziana (RM), Il Sindaco di Bassano (VT), Il Sindaco di Gallicano, Il Sindaco di Rignano Flaminio (RM), Il Sindaco di Capranica (VT)

Hanno sinora aderito alla manifestazione:
Il Comitato Malagrotta, il Coordinamento Romano acqua pubblica, Legambiente Lazio, la Rete Romana di Mutuo Soccorso, la Camera del Lavoro di Roma Nord, la Camera del Lavoro di Roma Sud, La Camera del Lavoro di Roma Ovest, la Camera del Lavoro di Civitavecchia, il Gruppo Cons. Reg. Lista Bonino-Pannella, ANPAS (Ass.ne Nazionale Pubbliche Assistenze), Rifiuti Zero Torino, Ass.ne Naz. Fare Verde Onlus – Lazio

PER ADESIONI UFFICIALI ED INFO: zerowastelazio@gmail.com

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30 ottobre 2011

29 ottobre No carbone day - breve rassegna stampa

Una breve rassegna stampa sulla mobilitazione dello scorso 29 ottobre
...E alcuni video:

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29 ottobre 2011

29 ottobre, la mobilitazione contro il carbone narrata per immagini

Alcune immagini provenienti dalla manifestazione tenutasi ad Adria, condivise da liberi cittadini sul web.

Adria










Civitavecchia









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Anche a Civitavecchia la Mobilitazione nazionale contro il carbone

Civitavecchia. Il 29 ottobre mobilitazione nazionale contro il carbone

In occasione della giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone indetta per 29 Ottobre in concomitanza con la manifestazione nazionale che si svolgerà ad Adria (Ro) si terranno dei presidi di solidarietà e denuncia nelle varie città sedi delle inquinanti centrali elettriche a carbone sporco* (Civitavecchia, Brindisi, Vado Ligure, Gualdo Cattaneo, Saline Ioniche). In ogni città i comitati denunceranno, anche realizzando dei collegamenti con la manifestazione nazionale, i vari aspetti derivanti dall'avere sul proprio territorio le servitù di centrali a carbone: le fumate che oscurano i cieli, l'aumento della patologie respiratorie, tumorali e cardiovascolari, i danni alle economie agricole, ittiche e turistiche, la violazione di decine di norme negli iter autorizzativi, la mancanza totale di controlli.

Ed è proprio su quest'ultimo aspetto che verterà la mobilitazione che si terrà a Civitavecchia, dalle 16,30 in poi, a largo Marco Galli: ad oggi la qualità dell'aria nel nostro territorio è misurato da una sola centralina ufficiale posta al parco della Resistenza; le altre centraline non hanno alcuna ufficialità così come i dati divulgati tramite display su tutto il territorio. Proprio su tali basi la Procura della Repubblica ha aperto alcuni mesi fa un'inchiesta che ha condotto al risultato di far acquisire all'Arpa Lazio ulteriori tre centraline di monitoraggio: centraline che, però, attualmente non riescono a partire per intoppi burocratici che il Comune di Civitavecchia sta frapponendo.

Lo stesso Comune di Civitavecchia che, similmente ai comuni limitrofi, ovvero quelli che usufruiscono dei finanziamenti ENEL, non ha designato alcun rappresentante presso l'Osservatorio Ambientale su Tvn appositamente istituito presso la Regione Lazio, rinunciando, di fatto, a rappresentare in tale sede il popolo inquinato. Civitavecchia e il suo comprensorio, dopo aver subito una riconversione a carbone, oggi è costretta a vedere svenduta per i pochi spiccioli delle compensazioni economiche, la propria salute e ad assistere all'indecoroso spettacolo di amministratori che nulla fanno per pretendere almeno che vi siano controlli certi sulle emissioni delle centrali e sulla qualità dell'aria.

Le false promesse sui controlli e l'acquiescenza dei Sindaci ad ogni violazione posta in essere, sono la denuncia più dolorosa che la delegazione dell'Alto Lazio lancerà da Civitavecchia e dal palco di Adria: mostreremo come le centraline della qualità dell'aria, posizionate dal finto Osservatorio ad arte ed ingannevolmente collegate a coloratissimi displays, facciano falsa informazione indicando, spesso e volentieri "qualità dell'aria ottima". Alla faccia dei nostri figli, che continuano ad essere costretti a crescere all'ombra di venefiche nuvole nere, inquietanti come la verità che il carbone pulito non esiste!

Ti aspettiamo Sabato 29 a Civitavecchia dalle ore 16.30 in poi a Largo M. Galli, per dire "no al carbone", per mandare un segnale forte, in diretta con il palco di Adria, alle popolazioni che lottano come noi per una moratoria del carbone sporco, per una rivoluzione energetica, basata sull'utilizzo delle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico e l'uscita dalla schiavitù dai combustibili fossili.

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Mobilitazione nazionale contro il carbone: diretta streaming

La diretta delle mobilitazioni contro il carbone sul territorio italiano sarà oggi disponibile in streaming presso il sito Global Project.info a partire dalle ore 15.00. Anche libera.tv ospiterà la trasmissione.

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WWF ai governatori delle Regioni: decarbonificare l'Italia

Fonte: ASCA "Roma, 28 ott - Alla vigilia della mobilitazione nazionale di domani ''Fermiamo il carbone'', ''nell'assenza di chiari indirizzi governativi sulle scelte energetiche da parte del Governo, dopo la batosta referendaria sul nucleare, e di una strategia energetica nazionale attesa dal dicembre 2008'', il WWF si rivolge con una Lettera Aperta direttamente alle Regioni piu' interessate perche' facciano la propria parte nel de-carbonizzare l'Italia, come richiesto dalla strategia europea.

Nella missiva, inviata questa mattina ai Governatori delle Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Veneto (interessate dalla riconversione a carbone o dal potenziamento di centrali esistenti, dalla presenza di centrali sul proprio territorio o dalla costruzione di nuove), il WWF ricorda che l'Unione Europea ha approvato un pacchetto di tre obiettivi obbligatori, che impegnano anche l'Italia, ''finalizzati a: la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti al 2020 (meno 20% rispetto ai livelli del 1990); l'incremento della percentuale di energia derivante dalle fonti rinnovabili (piu' 20%); la riduzione dei consumi e degli sprechi attraverso un miglioramento dell'efficienza energetica e dell'innovazione tecnologica''.

Il WWF si rivolge direttamente alle Regioni ''perche' diano un contributo diretto e fattivo a 'fermare il carbone', data la loro capacita' di influire sulle scelte nazionali alla luce dei poteri concorrenti, attribuiti loro dall'art.

117 della Costituzione, in primis, con riguardo alla tutela della salute e in materia di produzione, trasporto e distribuzione di energia''.

Troppe, secondo l'associazione ambientalista, ''le centrali di carbone che oggi lavorano per un terzo della loro potenzialita'. La potenza energetica istallata nel nostro Paese e' il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto: le centrali esistenti a tutto il 2010 sono infatti in grado di erogare una potenza massima di circa 106,5 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW''.

Il WWF, inoltre, ricorda alle Regioni almeno 4 buoni motivi per de-carbonizzare l'Italia: ''la migliore tecnologia a carbone (impropriamente detto 'pulito') emette livelli di anidride solforosa, malgrado la presenza di desolforatori, ben 140 volte superiori a quelli emessi da un impianto a ciclo combinato a gas; le emissioni di polveri fini (PM) risultano ben 71 volte superiori rispetto a quelle di impianti a gas, anche con l'introduzione di filtri a manica; la combustione del carbone costituisce una delle principali cause di inquinamento da Mercurio, che entrando nella catena alimentare crea gravi danni alla salute umana, e rilascia anche altre svariate decine di sostanze tossiche inquinanti, tra cui Arsenico, Cromo e Cadmio, che sono anch'esse causa di gravi patologie; le emissioni di carbonio di una centrale a carbone 'pulito' sono praticamente doppie rispetto a quelle di una centrale a ciclo combinato a gas''.

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26 ottobre 2011

"Sì all'energia pulita senza carbone": consegnate le firme

Svizzera, cantone dei Grigioni. Consegnata oggi alla Cancellaria di Stato l'iniziativa cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone" - da RSI.ch

"Nei Grigioni è formalmente riuscita l'inizativa popolare cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone". I promotori hanno consegnato questa mattina presso la Cancelleria di Stato grigionese le 4'427 firme raccolte negli ultimi otto mesi dagli ambienti progressisti e ambientalisti. Intanto, proprio oggi, il Consiglio di Stato retico ha chiesto alla società con sede a Poschiavo di fare chiarezza in merito alle critiche che le sono state rivolte.

Contestati due progetti di Repower

Nel testo dell'iniziativa i promotori sostengono che le centrali a carbone pianificate da Repower a Brunsbüttel, nella Germania settentrionale, e a Saline Joniche, in Calabria, genererebbero circa il 40% di tutte le emissioni di CO2 della Svizzera, pari a quattordici volte le emissioni del cantone dei Grigioni. Alla fine di settembre, sollecitata dai giornalisti della trasmissione Rundschau di SF, l'azienda aveva ammesso di aver sostenuto finanziariamente la trasferta a Coira dei promotori italiani della centrale di Saline Joniche

Gli obiettivi dell'iniziativa ce li spiega Tania Schmid dell'associazione "Futuro al posto del carbone", al microfono di Nicola Zala

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25 ottobre 2011

29 OTTOBRE - MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE


Il Coordinamento Nazionale No al Carbone aderisce alla GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE del 29 Ottobre, partecipando alla manifestazione nazionale indetta ad Adria (Ro) ed organizzando in concomitanza presidi nei siti sedi delle inquinanti centrali elettriche a carbone sporco* (Civitavecchia, Brindisi, Vado Ligure, Gualdo Cattaneo, Saline Ioniche).
La combustione del carbone è causa del rilascio di numerosi inquinanti estremamente dannosi per la salute, i cui effetti coinvolgono un’area molto più vasta di quella limitrofa alla centrale e rappresenta la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2.

La nostra presenza sarà la testimonianza concreta dei danni irreversibili che provocano sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni, le scelte scellerate di amministratori nazionali, regionali e comunali che, in cambio di compensazioni economiche, rilasciano pareri positivi su progetti di realizzazione di impianti a carbone, svendendo, di fatto, i territori ed imponendo alle popolazioni di vivere vicino ad impianti altamente pericolosi ed inquinanti.
Mostreremo a tutta l’Italia la galleria delle foto realizzate durante l’esercizio dei mostri a carbone sporco*, le testimonianze scientifiche dei danni provocati dalle ricadute inquinanti, dei danni indiretti all’economia agricola, ittica e turistica, costretta a vergognarsi di essere tale vicino ad un mostro che brucia carbone sporco*.

Accettare il carbone vuol dire accettare di svegliarsi la mattina e non riuscire a vedere l’orizzonte, smarrirsi in nuvole grigie che cancellano il blu del cielo, essere immersi in polvere nera che imbratta la tua città come i polmoni di bambini innocenti.
Accettare il carbone, o peggio sostenere la scelta di incrementarne l’uso, significa, inoltre, agire in totale sprezzo delle decisioni assunte dall’Unione Europea di ridurre del 20% emissioni di gas serra entro il 2020.

Il nostro no al carbone sporco* è il no di chi vede negarsi il futuro dagli effetti nefasti di un inquinamento considerato “lecito” e vive umiliato tra le falsità a pagamento delle lobbies e le verità nascoste delle istituzioni preposte ai controlli!
I nostri SI sono per le energie rinnovabili, per quella rivoluzione energetica che prenda la via del risparmio energetico e della produzione di energia finalizzata al soddisfacimento dei fabbisogni reali, realizzata in piccoli impianti, indipendenti dalle spa che pur di ottenere grandi profitti propongono e realizzano i megaimpianti inquinanti.
In Italia la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali), è di circa 106 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW; il contributo delle rinnovabili alla domanda di energia primaria in Italia è pari al 6,7%, mentre il 93% deriva, dunque, da fonti fossili inquinanti quali il carbone.

Il nostro paese Italia, con il suo sole 365 giorni all’anno, può e deve aumentare enormemente l’apporto dell’energia fotovoltaica, per soddisfare il fabbisogno reale dei consumi.
La schizofrenia del sistema energetico Italiano, consente oggi, di aumentare l’apporto del solare, mentre, in contemporanea, le varie lobbies energetiche continuano a farsi autorizzare nuovi impianti a combustibili fossili, contro il volere delle popolazioni.

Come popolo inquinato rivolgiamo appello affinché:
  • venga attuata una moratoria all’utilizzo del carbone quale combustibile;
  • i grandi produttori di energia vengano obbligati a ridurre un kw di energia prodotta con combustibili fossili per ogni kw di energia prodotta con le fonti rinnovabili che si aggiunge in rete.
Solo così potremo pensare di agire nel rispetto delle richieste europee di riduzione del 20% delle emissioni climalteranti ed avviare il paese verso una graduale, fuoriuscita dall’utilizzo di combustibili fossili da realizzarsi nel breve termine; solo così le popolazioni potranno sperare di liberarsi dal pericolo di installazione di megacentrali sul proprio territorio; solo così potremo pensare di non ipotecare il nostro futuro e realizzare quella rivoluzione energetica che non solo è possibile, ma che ormai è divenuta necessaria ed improcrastinabile.

* il carbone pulito non esiste!

CNNC (Coordinamento Nazionale no al Carbone)

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