No al carbone Alto Lazio

31 marzo 2008

VideoCartolina da Gualdo Cattaneo

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29 marzo 2008

Stasera dalle 20 alle 21 si spengono le luci...Anche se qualcuno le ha spente da tempo


da Ecoblog.it:

Un’altra iniziativa mondiale per tagliare le emissioni di gas serra: dopo l’italiana M’illumino di meno del mese scorso, ecco l’Heart Hour, un’ora dedicata al risparmio energetico per la terra. Il 29 marzo dalle 20 alle 21 a Roma si spegneranno le luci del Colosseo e in tante altre città d’Italia si moltiplicano le azioni per aderire all’iniziativa “un’ora per la terra”.

L’Heart Hour è partita da Sydney nel 2007, coinvolgendo inizialmente solo i 2 milioni (e passa) abitanti della capitale australiana, ma ha avuto subito un forte eco coinvolgendo decine di milioni di persone in tutto il mondo. Nella seconda edizione dell’evento smetteranno d’assorbire energia per un’ora monumenti come il Golden Gate Bridge di San Francisco, l’Opera House di Sydney, le Sears Tower di Chicago (il più alto edificio d’America) a dimostrazione che il problema è riconosciuto e combattuto sui quattro angoli del pianeta é...



Intanto accade che qualche vatican-talebano decida che, per risparmiare di più, anche i lumi della ragione vadano spenti: come riporta Repubblica.it

11:18 Rotondi: "Ruini è il nostro premier"

"Ruini, per noi democristiani, è una specie di presidente del consiglio fuori ruolo". E' quanto dichiara il segretario della Democrazia cristiana per le autonomie, Gianfranco Rotondi parlando dell'ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana

Quindi votare democristiano significa votare direttamente un esponente della gerarchia ecclesiastica vaticana. Votare un politico estero, anziché uno italiano, che serve interessi esteri invece che italiani. L'unica fortuna è che la bassezza di questi politicanti è tutt'altro che nascosta: sono come biscioni obesi nel parcheggio vuoto di un supermercato. Talmente in basso che non sanno rendersi conto di dove si trovino.
Purtroppo il fatto che una bestia simile riesca a sopravvivere politicamente, testimonia che c'è più di qualche pervertito che non smette di portargli da mangiare. Ma voi sfamereste i ratti in casa vostra?

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28 marzo 2008

Inghilterra: riconosciuti risarcimenti per i danni alla salute derivanti dall'inalazione delle polveri del carbone



National Audit Office - Coal Health compensation Scheme


Centinaia di migliaia di operai del Regno Unito hanno ottenuto una vittoria storica: il riconoscimento dei danni alla salute causati dall’inalazione di polveri di carbone, la loro quantificazione e il relativo risarcimento economico. La richiesta d’indennizzo effettuata dagli operai ha riguardato solo i danni conseguenti all’inalazione di polveri di carbone non causate dalla combustione di questo fossile. Il materiale particolato, emesso nell’aria bruciando il carbone è molto più tossico e minaccia la salute delle persone che vivono anche a grande distanza dal luogo in cui avviene la combustione.

Il danno riconosciuto e oggetto del risarcimento è la Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). Questa è una malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da un'ostruzione irreversibile delle vie aeree, di entità variabile secondo la gravità. La BPCO (nota in inglese come COPD, Chronic Obstructive Pulmonary Disease) è solitamente progressiva ed è associata a uno stato d’infiammazione cronica del tessuto polmonare. La conseguenza a lungo termine è un vero e proprio rimodellamento dei bronchi, che provoca una riduzione consistente della capacità respiratoria.

Ad aggravare questo quadro clinico è l’aumento della predisposizione alle infezioni respiratorie di origine virale, batterica o fungina. Non esiste al momento una cura efficace, ma sono disponibili diversi trattamenti per controllare i sintomi e per evitare pericolose complicanze. Sebbene il fattore di rischio più importante sia il fumo di sigaretta, la BPCO è una nota complicanza dell’esposizione cronica alle polveri di carbone.

Invitiamo tutti gli operai che durante la loro attività lavorativa siano stati in contatto con le polveri di carbone e sono affetti da sintomi importanti a carico delle vie respiratorie, a recarsi dal proprio medico di fiducia per escludere una BPCO, un suo eventuale rapporto causale con il lavoro svolto e, se così fosse, l’inizio anche in Italia come nel Regno Unito di una richiesta di risarcimento nelle sedi opportune.


Coordinamento dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Alto Lazio Società Internazionale dei Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio
Il portavoce
Dr. Giovanni Ghirga

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Il sindaco Mazzola scopre le carte. Anche a Tarquinia è svendita della salute pubblica.

I cittadini si riorganizzano per difendere la salute e l'economia di Tarquinia, nasce il Comitato dei Cittadini Liberi

Coordinamento No-Coke Alto Lazio

VITERBO - Nel consiglio comunale aperto del 14 febbraio scorso il sindaco Mazzola ha compiuto un atto di una gravità inaudita: ha abbandonato la lotta contro la riconversione della centrale di Civitavecchia, tradendo la parola data agli elettori e proponendo come soluzione al disastro sulla popolazione e sul territorio soltanto nuove trattative con l’Enel. I cittadini presenti alla seduta del consiglio hanno assistito disorientati prima alla pericolosa presenza dei numerosi operai Enel fatti venire su comando con i pulman per occupare e condizionare il tranquillo svolgimento dei lavori consigliari sulle sorti del nostro paese, poi, sbigottiti hanno dovuto constatare che il sindaco e l’amministrazione non hanno votato l’unica cosa necessaria per fermare la centrale: ossia la richiesta al governo di rivedere la Valutazione d'Impatto Ambientale per la conversione a carbone. Tecnicamente si trattava di approvare le stesse richieste già approvate dal Consiglio Provinciale di Viterbo un mese prima e contenute in questi tre fondamentali punti:

1) La vecchia Valutazione d'Impatto Ambientale della centrale a carbone è fraudolenta nei nostri confronti perché risulta “lacunosa e incompleta” , ne occorre una nuova che valuti i danni prodotti a Tarquinia sull’economia locale e sulla salute della popolazione, considerando anche la presenza di Tvs e della vicina centrale di Montalto.

2) Ribadire un fermo no ad ogni forma di collaborazione diretta e indiretta con chi inquina, per evitare condizionamenti attraverso elargizioni di soldi o servizi;

3) Promuovere una grande manifestazione popolare per sostenere la richiesta della nuova Valutazione d'Impatto Ambientale, per dare voce alle popolazioni locali e per rispettare il loro diritto alla salute e la loro laboriosità.

Il sindaco, visibilmente nervoso e in difficoltà, ha accuratamente evitato di approvare queste tre richieste gettando fumo negli occhi attraverso l’approvazione di una serie lunghissima di richieste assolutamente irrilevanti per fermare la centrale e sintetizzabili nella sostanza così: “non mi oppongo più alla costruzione della centrale, ora voglio solo il monitoraggio dei fumi inquinanti e voglio sedere allo stesso tavolo a cui siede il sindaco di Civitavecchia per trattare con l’Enel”. Precisiamo una cosa: il monitoraggio, ovvero il controllo delle emissioni inquinanti, è un obbligo di legge, è quindi una “bufala” deciderlo in consiglio comunale perché è un dovere di specifici uffici regionali e non può essere contrabbandato come una conquista civile, simbolo dell’ impegno contro il carbone. Al contrario affermare di volere solo “controllare” è di per sé un fatto gravissimo, perché si controlla il danno avvenuto: in altre parole il sindaco ci propone di contare i morti e gli ammalati che ci saranno per le emissioni inquinanti anziché lottare davvero per impedire che venga messa in funzione la centrale. Al sindaco non stanno più a cuore i cittadini, ma le trattative con l’Enel, cioè con l'inquinatore. Ma trattare cosa? La salute della gente non è merce di scambio, non si vende al mercato per nessuna disonorevole cifra. Il sindaco si può affannare a dire che è ancora contro il carbone, può continuare ad affiggere manifesti nel paese elencando le sue vuote richieste: ora i cittadini lo sanno, hanno la prova, nero su bianco, che è passato dall’altra parte, dalla parte di chi viene a patti con l’Enel e si arrende. (Civitavechia e Montalto sono l’esempio di chi accetta compensazioni, due città in cui si muore molto d' inquinamento. Il fiume di denaro non ha alzato né la ricchezza pro capite né l’immagine nel mondo però si dà lustro all'inquinatore). E’ una grande delusione e un tradimento verso chi credeva in lui, ma i cittadini si stanno organizzando e continuano senza sosta questa lotta che è una forma di legittima difesa della salute, del lavoro e dello sviluppo di questa terra ma, soprattutto, del futuro dei propri figli.

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27 marzo 2008

Off Topic: petizione contro la nuova antenna a Parco della Resistenza

Articolo comparso oggi su centumcellae.it:

Ancora una dichiarazione di guerra contro le antenne per telefonia mobile. Si è infatti costituito lo scorso 19 marzo, al termine di un incontro tra i residenti, un nuovo Comitato spontaneo contro l'ennesima antenna selvaggia: è il caso di quella in procinto di essere installata al Parco della Resistenza, sopra gli edifici che ospitano gli uffici comunali, secondo indiscrezioni individuati come sito idoneo nel Regolamento per le installazione di antenne in procinto di essere approvato dall'Amministrazione comunale. Una ipotesi che ovviamente ha fatto sobbalzare i residenti della zona, che nell'arco di poche decine di metri, oltre a centinaia di famiglie, ospita anche un centro anziani e due scuole materne.
Si è deciso di dare vita ad un comitato che si è fatto promotore di una petizione, chiedendo all’A.C. di escludere il sito di Parco della Resistenza da quelli indicati per le antenne, e soprattutto di volerlo considerare “sito sensibile” in quanto troppo vicino (meno di 150 metri) a strutture come scuole e centro anziani>.
La raccolta delle firme è stata affidata a volontari che, per le case, nei vicini esercizi commerciali
e fuori le scuole, hanno già raccolto oltre 150 adesioni.

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26 marzo 2008

Inquinamento da metalli pesanti

Mi chiamo Anna Carrieri, ho 52 anni, abito da quando sono nata al quartiere Tamburi. Il 16 maggio 2004 nel giro di 5 minuti perdo l'uso delle gambe. Rimango 8 mesi ricoverata nei centri di riabilitazione e trovo decine di casi come il mio, anche a Taranto, e tutti abitavano in centri industriali e chimici. In questi anni ho speso soldi a non finire.
Proprio l'altro giorno, dopo ulteriori esami a pagamento, ho avuto la conferma che la mia paralisi è stata provocata dall'inquinamento. Infatti il mio organismo è pieno di minerali, minerali che tra i vari danni provocano quello che colpisce il sistema nervoso centrale e soprattutto attacca la MIELINA con conseguente paralisi.

Questa lettera è stata pubblicata sul sito del Ministero dell'Ambiente, nella sezione dedicata alle "osservazioni" per l'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l'Ilva di Taranto. Per saperne di più vai su http://www.peacelink.it/editoriale/a/25543.html

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Solidarietà a Tommaso Sodano

Il Circolo del Nodo Ambientalista della Sinistra Europea di Civitavecchia esprime la propria totale solidarietà al Senatore Tommaso Sodano fatto oggetto di rinnovate minacce da parte della criminalità organizzata per l'impegno profuso nello smascherare l'intreccio affaristico criminale alla base dell'emergenza rifiuti campana e, più in generale,delle lobby delle discariche e dell'incenerimento.
Una solidarietà che intendiamo agire continuando a denunciare le distorsioni che favoriscono quell'humus di illegalità che mina alla base la possibilità di concretizzare un ciclo virtuoso della gestione dei materiali post consumo.
Conosciamo la tenacia e la determinazione del compagno Sodano per averla testata nella vicenda per l'abolizione di quella vera e propria truffa legalizzata che sono i CIP6 come nel sostegno alla vertenza contro la centrale a carbone di Civitavecchia.
Esprimere la nostra solidiarietà a lui, significa esprimerla alle tante donne e uomini che si battono a difesa della salute, dell'ambiente e della legalità contro il malaffare e la malapolitica che fa scempio dei territori.
Le minacce rivoltegli sono la dimostrazione che abbiamo colto nel segno e che la mobilitazione ed un agire politico corretto possono essere vincenti.
Nessuna Minaccia potrà fermare le donne e gli uomini, come Tommaso Sodano, che lottano per un futuro migliore.

Per il Nodo Ambientalista della Sinistra Europea
Simona Ricotti

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21 marzo 2008

Crisi energetica ed ecologica. Un appello dei docenti universitari e ricercatori italiani



Comitato promotore
Vincenzo Balzani (Presidente), Università di Bologna
Vincenzo Aquilanti, Università di Perugia
Ugo Bardi, Università di Firenze
Sebastiano Campagna, Università di Messina
Michele Floriano, Università di Palermo
Elio Giamello, Università di Torino
Francesco Lelj Garolla, Università della Basilicata
Giovanni Natile, Università di Bari
Gianfranco Pacchioni, Università Milano-Bicocca
Renzo Rosei, Università di Trieste
Salvatore Califano, Università di Firenze
Luigi Fabbrizzi, Università di Pavia
Giovanni Giacometti, Università di Padova
Giuseppe Grazzini, Università di Firenze
Luigi Mandolini, Università La Sapienza, Roma
Giorgio Nebbia, Università di Bari
Paolo Rognini, Università di Pisa
Franco Scandola, Università di Ferrara
Rocco Ungaro, Università di Parma
Nicola Armaroli, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna



Un appello ai candidati alla guida del paese affinché la politica energetica sia orientata verso l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, con un netto "No" al nucleare. Invitiamo tutta la società civile a sottoscrivere l'appello.

Nocoke Civitavecchia- Alto Lazio




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Off-Topic: cadere sempre negli stessi errori


Il Pentagono ammette che non esisteva alcun legame tra Saddam Hussein e Al Quaeda.

Menzogne, sporche oltre ogni immaginazione: un piatto che ci viene presentato in ogni occasione in cui ipotentati economici individuano territori da spartire, calpestando tutto e tutti.
Chi vuole il "carbone pulito"? Chi gli inceneritori? Nel nostro interesse, dicono. Eppure è il mondo intero a patirne le conseguenze, nessuno sfugge.
La solita, vecchia storia. E noi futuri cittadini, ancora sudditi ignoranti, permettiamo che accada.

Vedi l'articolo di R. Fisk per The Indipendent


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20 marzo 2008

"Anche noi banditi per il clima" Invia la tua foto!

Greenpeace lancia oggi il sito web “I banditi del
clima” (www.greenpeace.it/banditi) per difendere il diritto di
protestare in nome dell’ambiente e della salute.

All'alba del 30 novembre 2007 gli attivisti di Greenpeace entrano nella centrale a carbone Enel di Brindisi Sud - la più inquinante d'Italia - e aprono striscioni di protesta sul tetto della centrale e sul grande carbonile all'aperto. Per ricordare che il carbone è il nemico numero 1 del clima!

Trascorso un mese, a 12 degli attivisti viene notificato da parte del questore di Brindisi il bando dalla città: dichiarati "socialmente pericolosi" viene loro vietato "di fare ritorno nel comune di Brindisi e frazioni per ANNI TRE". Come se si trattasse di delinquenti abituali, mafiosi, soggetti pericolosi per la sicurezza pubblica.

Greenpeace ha impugnato il provvedimento. Perché questa iniziativa del questore rischia di diventare un grave precedente che limita il diritto di manifestare in modo pacifico.
Eccoli i "banditi" di Greenpeace. Studenti, lavoratori, madri e padri con un "pericoloso" obiettivo comune: difendere l'ambiente e la salute!

Difendi le azioni dirette e non-violente di Greenpeace! Unisciti ai banditi del clima.



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Analisi sull’impatto della conversione a carbone di TVN

Riceviamo e pubblichiamo:

Da sessant’anni i cittadini dell’hinterland civitavecchiese subiscono un impatto ambientale ingravescente tanto da indurre lo Stato ad istituire, col decreto Marzano del 2003, un Osservatorio ambientale finalizzato al controllo costante dei parametri di inquinamento e alla valutazione epidemiologica di patologie correlate al prolungato efflusso di sostanze nocive in atmosfera, nelle falde acquifere, nel ciclo ittico e agro alimentare.

La miopia delle Istituzioni comunali, la commistione di falsi interessi energetici nazionali con disegni economicistici, hanno degradato il tessuto sociale tanto che ormai il “popolo inquinato” non ha più la forza di opporsi alla macchina da guerra targata Enel. E infatti, con pervicacia diabolica e puntualità svizzera, Mamma Enel propaganda in tutto il mondo (ora anche in Russia) la riscoperta del carbone pulito e l’invenzione di tecnologie avveniristiche capaci di trasformare le sostanze tossiche in aerosol salutari o in residui polverosi utili per l’edilizia residenziale!

Sembra che Civitavecchia sia conosciuta nel mondo per due miracoli: quello della Madonnina di Pantano (sulla cui realtà soprannaturale la Chiesa - Istituzione divina senza fini di lucro! - non s’è pronunciata, prendendo le debite distanze) e quello della salubrità del carbone pulito (che, ovviamente, non libera più polveri sottili, NOx, SO2, CO2, microinquinanti metallici e perfino sostanze radioattive). Di questo passo, tra poco, la Benefica Ditta Enel otterrà dal solerte Ministero della Sanità un brevetto per distribuire, a carico del SSN, nelle Farmacie pubbliche, una bomboletta spray contenente un estratto di fumo di ciminiera e barattolini con polveri a basso potenziale radioattivo: una specie di radioterapia tumorale PREVENTIVA!..

I cittadini più avveduti si domandano: “Perché la nostra collettività e il nostro territorio devono subire danni irreversibili agli equilibri ambientali e alla salute psicofisica? E’, forse, stato cancellato l’art. 32 della Costituzione? Non esiste per noi il diritto alla tutela delle minoranze? Siamo cittadini o sudditi? Dobbiamo fungere da cavie senza un nostro consenso informato?

A mio parere esistono responsabilità molteplici, concatenate da un unico sentire subdolamente antidemocratico. So di toccare il punctum dolens di questa nostra repubblica democratica , nata già fragile e ora gravemente ammalata, però non posso tollerare che politologi spocchiosi e saccenti (ospiti fissi di tutte le trasmissioni televisive) continuino a parlare di democrazia ancora troppo giovane e quindi inesperta ma migliorabile con qualche marchingegno elettorale. A mio parere sono gli intellettuali à la page (cioè “alla moda”) che non hanno introiettato l’anima della democrazia che vive di rispetto delle minoranze, di riconoscimento di diritti etici (la vita e la salute, innanzitutto), di sviluppo sostenibile e di assunzione di responsabilità e di rischi equamente distribuiti.

Passerò in rapida rassegna i protagonisti di questo scempio ambientale analogo a quello che fa inorridire tutto il mondo di fronte alla inefficienza colpevole nella gestione dei RSU in Campania.

a) Tutte le figure Istituzionali sono coinvolte nel degrado ambientale del maxipolo energetico Civitavecchia – Montalto: il Presidente della Repubblica, capo dello Stato e padre di tutti gli italiani, ci tratta da figli di secondo letto e ci addita quali egoisti e campanilisti, privi del sentimento di solidarietà; i Ministri delle Attività produttive, della Sanità, delle Politiche agricole, dell’Ambiente, usano il potere per garantirsi reciproci vantaggi di sottogoverno (non esistono soltanto “leggi ad personam”! c’è anche un più raffinato sistema di “equilibrismi extra legem”!); il Presidente della Regione Lazio e gli Assessori all’ambiente non riescono ad attuare un piano di monitoraggio sugli inquinanti perché l’ARPA ha dichiarato, con denuncia agli atti, che il Decreto Marzano è tecnicamente inadeguato a tale scopo; il Presidente della provincia di Roma si limita a dissentire ma, di fatto, non ha mai compiuto un atto amministrativo finalizzato al controllo ambientale; I Sindaci (ultimo baluardo nella difesa della salute dei propri amministrati), invece di subentrare per colmare un vuoto operativo a garanzia degli equilibri ambientali, attendono l’obolo del plutocrate di sempre che permetta alle dilapidate casse comunali di continuare a sperperare danaro pubblico in opere di maquillage o, peggio, di clientelismo diffuso.

b) Il potere giudiziario non ha ancora (dopo sessant’anni dalla nascita della Costituzione!) approntato schemi operativi precauzionali (Essi conoscono meglio di me il “Principio di precauzione” statuito dalla Corte Costituzionale), tesi a bloccare sul nascere ogni tentativo di devastare territori antropici e ogni connivenza tra colletti bianchi e organizzazioni malavitose (Campania docet!) …disegni delittuosi nascosti dentro le raffinate omissioni di atti dovuti o di abusi di potere.

c) il mondo della scuola manifesta carenze educative sul versante dell’insegnamento del civismo, del senso di appartenenza ad una società solidale, ordinata, rispettosa delle autorità per cui si assiste ad una insensibilità delle giovani generazioni ai dettami di una moderna democrazia e una fuga nell’effimero e nell’edonistico.

d) Il mondo sanitario, in tutte le sue componenti, non si impegna a fondo nella difesa dell’ambiente, che è la premessa ineludibile per una promozione della salute. Neanche la cogenza dell’art. 5 del nuovo codice deontologico ha mobilitato le menti più aperte ad una visione integrata del rispetto della vita, di cui lo stato di salute psicofisica è l’aspetto più compiuto e mirabile.

e) Il Magistero della Chiesa Cattolica è, da sempre e per esplicita missione divina, a favore di un Mondo armonioso e rispettoso delle leggi naturali, però, nel nostro hinterland la voce pastorale dei Vescovi non sempre si è espressa con vibrante autorità a favore del diritto alla salute, anzi - talvolta - ha dato l’impressione di essere troppo sbilanciata sulla tutela di sacrosanti diritti al lavoro, spesso soltanto declamati ma quasi mai rispettati e resi concreti da chi detiene le redini dell’economia e persegue fini di lucro.

La mia analisi forse risente del mio impegno diretto nelle battaglie per la difesa del territorio e della salute contro la protervia del binomio politico-imprenditoriale e del mio convincimento che la Magistratura dovrebbe impegnarsi più a fondo nella conoscenza dei meccanismi sotterranei che condizionano, fino ad annullarla, ogni legittima speranza di poter vivere in un ambiente equilibrato e sano.

Dottor Paolo Giardi del Coordinamento dei medici e farmacisti per la didesa dell’ambiente e della salute.

Civitavecchia 16,03,2008

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19 marzo 2008

conferenza dei servizi per AIA centrale a carbone Civitavecchia

Movimento No Coke Alto Lazio - Comunicato Stampa

Davanti al bailamme d’informazioni contrastanti, e alla vera e propria azione di disinformazione posta in essere dall’ENEL e dai suoi accoliti, relativamente a quanto accaduto ieri al Ministero dello Sviluppo Economico circa la centrale di Torre Valdaliga Nord, riteniamo doveroso, fare chiarezza sulla realtà dei fatti.

Con lettera prot. 0004292 del 04/03/2008 il Ministero dello Sviluppo Economico ha indetto “Conferenza dei Servizi” per valutare “la necessità di procedere al riesame dell’autorizzazione unica (della centrale a carbone ndr) per quanto attinente gli aspetti regolati dal D. LGS n. 59/2005” che regola le procedure di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA).

A tale conferenza dei servizi sono state invitate tutte le Amministrazioni e gli enti istituzionalmente competenti in materia di AIA, in altre parole, nella fattispecie, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Interno, l’Arpa Lazio, la Regione Lazio, la Provincia di Roma e il Comune di Civitavecchia; quest’ultimo, peraltro, gravemente assente.

In tale riunione il Ministero dello Sviluppo Economico ha preso atto delle posizioni delle amministrazioni sopracitate, di cui, alcune, come noto, avevano già espresso precedentemente, il proprio parere circa la necessità di andare al riesame del Decreto autorizzativo della centrale per evidenti e gravi carenze ed omissioni. e si è riservato di assumere successivamente decisioni in merito.

Nell’ambito di tale discussione, come d’altronde già anticipato dallo stesso Ministero convocante, in fase di preistruttoria, è stata valutata, senza giungere, per ora, a decisione finale, la necessità di andare al primo rinnovo delle autorizzazioni ambientali comprese per legge nelle autorizzazioni già rilasciate tra il 1999 e l’entrata in vigore del decreto in questione, ovvero il 2005 che, come recita la normativa vigente, devono essere rinnovate entro cinque anni.

Inoltre è stata posta questione interpretativa al presidente della Commissione istruttoria per l’autorizzazione integrata IPCC circa i tempi di rinnovo per quelle autorizzazioni relative ad impianti registrati EMAS il cui “provvedimento autorizzativo avente valore di AIA appare determinata in 8 anni per qualunque impianto in possesso di registrazione EMAS all’atto di rilascio dell’autorizzazione”.

La centrale di Torre Valdaliga Nord risulta essere in possesso di certificazione EMAS a decorrere dal 4 luglio 2000, periodo in cui non solo non esisteva l’impianto a carbone ma in cui tale realizzazione, lungi dal venire, non era nemmeno autorizzata.
Risulta evidente che tale certificazione è quindi riferita alla preesistente centrale ad olio combustibile che aveva da poco finito i lavori di ambientalizzazione; centrale che non esiste più e che nulla ha a che vedere con l’impianto a carbone.

Questa la verità dei fatti, supportata dagli atti ufficiali; il resto sono chiacchiere create ad hoc per disinformare.

Continueremo nella nostra azione di informazione e, quando necessario, denuncia di quanti, come precedentemente il Ministro Bersani, si renderanno responsabili di omissioni e/o mancato rispetto delle regole.

Per il Movimento No Coke alto Lazio
Simona Ricotti




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V 2 - day: 25 aprile 2008

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Indagine e rischio multa, presunte carenze connessioni impianti Enel - indagine e possibile sanzione

ANSA) - ROMA, 17 MAR - Istruttoria nei confronti di Enel Distribuzione per carenze nelle connessioni degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. L'istruttoria formale e' stata avviata dall'Autorita' per l'energia. In particolare, nel mirino del Garante sono finiti possibili 'ritardi nella realizzazione dei collegamenti e nella fornitura dei necessari preventivi'. Se queste violazioni verranno accertate, l'azienda rischia di vedersi comminata una sanzione.

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18 marzo 2008

Preistruttoria della Conferenza dei Servizi per la centrale a carbone TVN

Oggi si apre a Roma la preistruttoria della Conferenza dei Servizi per la centrale a Carbone di TVN: i No Coke esultano e chiedono al Sottosegretario del Ministero della Salute Gian Paolo Patta di essere presente alla Conferenza.



“Finalmente è arrivata la notizia che aspettavamo da anni: oggi, alle 11, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si svolgerà la preistruttoria ai fini del riesame dell’autorizzazione per la costruenda centrale a carbone di TVN a Civitavecchia, -esultano i No-Coke- questo premia anni ed anni di battaglie di migliaia e migliaia di cittadini, che hanno avuto vicino oltre a molti enti territoriali anche i Ministeri dell’Ambiente e della Salute. E proprio a quest’ultimo si rivolgono i No-Coke auspicando che durante la Conferenza dei servizi, sia presente anche il Sottosegretario Patta. “ Infatti è stato proprio lui, il Sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta, ad averci seguito con particolare attenzione dopo lo sciopero della fame contro il carbone, quando ha incontrato a Roma i Sindaci del comprensorio e la delegazione dei comitati dei cittadini. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti dei dicasteri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, della Protezione Civile, dell’Istituto Superiore di Sanità, della ASL Roma F, dell’ARPA Lazio e dell’ISPESL. In quell’occasione il Sottosegretario Patta ha rilevato che i problemi ambientali e di salute a Civitavecchia e nei comuni limitrofi rivestono una serietà epidemiologica che merita la piena attenzione da parte del Governo e delle Amministrazioni locali competenti. Dobbiamo considerare, ha sottolineato Patta, il problema inquinamento nel suo complesso. Il serio dato epidemiologico è il risultato di decenni di attività inquinanti mai seriamente monitorate e limitate.” A conclusione dell’incontro il Sottosegretario annunciò a noi tutti l’adesione del Ministero della Salute alla richiesta di riapertura della Conferenza dei Servizi per l’autorizzazione alla conversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga nord, già formulata dal Ministro dell’Ambiente nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico, in relazione a specifiche verifiche tecniche. Recentemente anche la Provincia di Viterbo ha chiesto la riapertura della Conferenza dei Servizi. “Il territorio che si estende nella Tuscia tra Civitavecchia e Montalto di Castro ,-ha scritto la Provincia- rappresenta da decenni il polo energetico a combustibili fossili più grande d'Europa, con oltre 7000 MW di potenza elettrica installata, ridotta a circa 5000 nel 2002 a seguito dello spegnimento della centrale a olio combustibile di Torvaldaliga Nord. Una vasta letteratura scientifica e gli studi epidemiologici compiuti dall’OER (Osservatorio Epidemiologico Regionale) negli anni 1997-2002 hanno messo in evidenza gli alti livelli di mortalità e morbilità per malattie derivanti dall’inquinamento nell’Alto Lazio, con particolare riferimento al comprensorio Civitavecchia-Tarquinia. Uno studio epidemiologico più recente, che ha contemplato il quinquennio 2002-2007 condotto dalla ASL RM “E” sulla popolazione di Civitavecchia, ha evidenziato un' incidenza di patologie riferibili all'inquinamento superiore del 30% rispetto alla media regionale”. Con questa premessa la Provincia di Viterbo si è rivolta al Ministro dello Sviluppo Economico per richiedere una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale con una specifica mozione approvata dall’intera assise, senza voti contrari. Anche il Direttore dell’A.R.P.A. Lazio ha avanzato al Ministero dello Sviluppo Economico la richiesta di riesame del decreto autorizzativo della riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Torvaldaliga Nord a Civitavecchia, ai sensi dell’art.9 comma 4 lettere a) e d) del D.Lgs. 59/05, evidenziando che “ ... le prescrizioni stabilite nel decreto autorizzativo M.A.P. Del 24 dicembre 2003 non sono congrue né alle condizioni poste dall'autorizzazione integrata ambientale così come previsto dall'art. 9 della direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996, né conformi a quanto previsto all'art.7 del D. Lgs. 59/05. Conseguentemente ritiene che tale carenza possa pregiudicare i controlli previsti e demandati all' APAT e all' ARPA dal comma 3 dell'art. 11 del D. Lgs. 59/05 e contribuire ad aumentare le problematiche ambientali connesse al progetto di riconversione della Centrale. Non è stato definito, contestualmente all'atto autorizzativo, il piano di monitoraggio e controllo delle emissioni per le matrici ambientali interessate; per i malfunzionamenti, avarie e transitori di varia natura degli impianti della centrale non sono prescritti né la procedura per la gestione di tali eventi né eventuali limiti; non sono stati definiti i punti di controllo, i valori limite alle emissioni per le acque reflue e i valori connessi agli scarichi a mare delle acque industriali e di processo; per le emissioni in atmosfera i valori di flusso di massa prescritti all’intera centrale per gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo e le polveri non sono congruenti con quanto autorizzato per sezione e inoltre non sono stati stabiliti i valori limite per una serie di macro e micro inquinanti ... ”



Movimento No Coke Alto Lazio








Off-Topic. Parla "L'infame di Bolzaneto"




Articolo apparso su Repubblica.it

MARCO Poggi, infermiere penitenziario, entrò in servizio a Bolzaneto alle 20 di venerdì 20 luglio 2001 e ci rimase fino alle 15, 15.30 di domenica 22 luglio. "Ho visto picchiare con violenza e ripetutamente i detenuti presenti con schiaffi, pugni, calci, testate contro il muro". "Picchiava la polizia di stato ma soprattutto il "gruppo operativo mobile" e il "nucleo traduzioni" della polizia penitenziaria. Ho visto trascinare un detenuto in bagno, da tre o quattro agenti della "penitenziaria". Gli dicevano: "Devi pisciare, vero?". Una volta arrivati nell'androne del bagno, ho sentito che lo sottoponevano a un vero e proprio linciaggio...".

Marco Poggi dice che sa che cos'è la violenza. "Ci sono cresciuto dentro. Ho "rubato" la terza elementare ai corsi serali delle 150 ore e sono andato infermiere in carcere per buscarmi il mio pezzo di pane. Per anni ho lavorato al carcere della Dozza a Bologna. Un posto mica da ridere. Tossici, ladri di galline, mafiosi, trans, stupratori. La violenza la respiravi come aria, ma quel che ho visto a Bolzaneto in quei giorni non l'avrei mai ritenuto possibile, prima. Alcuni detenuti non capivano come fare le flessioni di routine previste dalla perquisizione di primo ingresso in carcere. Meno capivano e più venivano picchiati a pugni e calci dagli agenti della polizia penitenziaria. Gli ufficiali, i sottufficiali guardavano, ridevano e non intervenivano. Ho visto il medico, vestito con tuta mimetica, anfibi, maglietta blu con stampato sopra il distintivo degli agenti della polizia penitenziaria, togliere un piercing dal naso di una ragazza che era in quel momento sottoposta a visita medica e intanto le diceva: "Sei una brigatista?"".

Marco Poggi è "l'infame di Bolzaneto". Così lo chiamavano alcuni agenti della "penitenziaria" e lui, in risposta, per provocazione, per orgoglio, per sfida, proprio in quel modo - Io, l'infame di Bolzaneto - ha voluto titolare il libro che raccoglie la sua testimonianza. Poggi è stato il primo - tra chi era dall'altra parte - a sentire il dovere di rompere il cerchio del silenzio. "Delle violenze nelle strade di Genova - dice - c'erano le immagini, le foto, i filmati. Tutto è avvenuto alla luce del sole. A Bolzaneto, no. Le violenze, le torture si sono consumate dietro le mura di una caserma, in uno spazio chiuso e protetto, in un ambiente che prometteva impunità. Solo chi l'ha visto, poteva raccontarlo. Solo chi c'era poteva confermare che il racconto di quei ragazzi vittime delle violenze era autentico. Io ero tra quelli. Che dovevo fare, allora? Dopo che sono tornato a casa da Genova, per giorni me ne sono stato zitto, anche con i miei. Io sono un pavido, dico sempre. Ma in quei giorni avevo come un dolore al petto, un sapore di amaro nella bocca quando ascoltavo il bla bla bla dei ministri, le menzogne, la noncuranza e infine le accuse contro quei ragazzi. Non ho studiato - l'ho detto - ma la mia famiglia mi ha insegnato il senso della giustizia. Non ho la fortuna di credere in Dio, ho la fortuna di credere in questa cosa - nella giustizia - e allora mi sono ripetuto che non potevo fare anch'io scena muta come stavano facendo tutti gli altri che erano con me, accanto a me e avevano visto che quel che io avevo visto. Ne ho parlato con i miei e loro mi hanno detto che dovevo fare ciò che credevo giusto perché mi sarebbero stati sempre accanto. E l'ho fatta, la cosa giusta. Interrogato dal magistrato, ho detto quel che avevo visto e non ci ho messo coraggio, come mi dicono ora esagerando. Non sono matto. Ci ho messo, credo, soltanto l'ossequio per lo stato, il rispetto per il mio lavoro e per gli agenti della polizia carceraria - e sono la stragrande maggioranza - che non menano le mani".

Marco Poggi ha pagato il prezzo della sua testimonianza. "Beh! - dice - un po' sì, devo dirlo. Dopo la testimonianza, in carcere mi hanno consigliato - vivamente, per dire così - di lasciare il lavoro. Dicevano che quel posto per me non era più sicuro. Qualcuno si è divertito con la mia auto, rovinandomela. Qualche altro mi ha spedito la mia foto con su scritto: "Te la faremo pagare". Il medico con la mimetica e gli anfibi mi ha denunciato per calunnia. Ma il giudice ha archiviato la mia posizione e con il lavoro mi sono arrangiato con contratti part-time in case di riposo per anziani. Oggi, anche se molti continuano a preoccuparsi della mia integrità più di quanto faccia solitamente la mia famiglia, sono tornato a lavorare in carcere, allo psichiatrico di Castelfranco Emilia. Mi faccio 160 chilometri al giorno, ma va bene così. Sono tutti gentili con me, l'infame di Bolzaneto".

Dice Marco Poggi che "se i reati non ci sono - se la tortura non è ancora un reato - non è che te li puoi inventare". Dice che lui "lo sapeva fin dall'inizio che poi le condanne sarebbero state miti e magari cancellate con la prescrizione". Dice Poggi che però "quel che conta non è la vendetta. La vendetta è sempre oscena. Il direttore del carcere di Bologna Chirolli - una gran brava persona che mi ha insegnato molte cose sul mio lavoro - ci ripeteva sempre che lo Stato ha il dovere di punire e mai il diritto di vendicarsi. Mi sembra che sia una frase da tenere sempre a mente. Voglio dire che importanza ha che quelli di Bolzaneto, i picchiatori, non andranno in carcere? Non è che uno voglia vederli per forza in gabbia. La loro detenzione potrebbe apparire oggi soltanto una vendetta, mi pare. Quel che conta è che siano puniti e che la loro punizione sia monito per altri che, come loro, hanno la tentazione di abusare dell'autorità che hanno in quel luogo nascosto e chiuso che è il carcere, la questura, la caserma. Per come la penso io, la debolezza di questa storia non è nel carcere che quelli non faranno, ma nella sanzione amministrativa che non hanno ancora avuto e che non avranno mai. Che ci vuole a sospenderli da servizio? Non dico per molto. Per una settimana. Per segnare con un buco nero la loro carriera professionale. È questa la mia amarezza: vedere i De Gennaro, i Canterini, i Toccafondi al loro posto, spesso più prestigioso del passato, come se a Genova non fosse accaduto nulla. Io credo che bisogna espellere dal corpo sano i virus della malattia e ricordarsi che qualsiasi corpo si può ammalare se non è assistito con attenzione. Quella piccola minoranza di poliziotti, carabinieri, agenti di polizia penitenziaria, medici che è si abbandonata alle torture di Bolzaneto è il virus che minaccia il corpo sano. Sono i loro comportamenti che hanno creato e possono creare, se impuniti, sfiducia nelle istituzioni, diffidenza per lo Stato. Possono trasformare gli uomini in divisa - tutti, i moltissimi buoni e i pochissimi cattivi - in nemici del cittadino. Non ci vuole molto a comprendere - lo capisco anch'io e non ho studiato - che soltanto se si fa giustizia si potrà restituire alle vittime di Genova, ai giovani che vanno in strada per manifestare le loro idee, fiducia nella democrazia e non rancore e frustrazione. I giudici fanno il loro lavoro, ma devono fare i conti con quel che c'è scritto nei codici, con quel che viene fuori dai processi. Non parlo soltanto dei processi, è chiaro. Parlo della responsabilità della politica. Che cosa ha fatto la politica per sanare le ferite di Genova? Gianfranco Fini, che era al governo in quei giorni, disse che, se fossero emerse delle responsabilità, sarebbero state severamente punite. Perché non ne parla più, ora che quelle responsabilità sono alla luce del sole? Perché Luciano Violante si oppose alla commissione parlamentare d'inchiesta? Dopo sette anni questa pagina nera rischia di chiudersi con una notizia di cronaca che dà conto di una sentenza di condanna, peraltro inefficace, senza che la politica abbia fatto alcuno sforzo per riconciliare lo Stato e le istituzioni con i suoi giovani. Ecco quel che penso, e temo".


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16 marzo 2008

No al genocidio culturale tibetano



Links:


"Intenzionalmente o no, assistiamo a una certa forma di genocidio culturale. E' un tipo di discriminazione: i tibetani, nella loro terra, molto spesso sono cittadini di seconda classe. Recentemente le autorità locali hanno addirittura peggiorato la loro attitudine verso il buddismo tibetano. E' una situazione molto negativa, ci sono restrizioni e cosiddette rieducazioni politiche nei monasteri", ha aggiunto il Dalai Lama. E ancora: "Ho notato negli anni recenti che tra i tibetani che vengono qui dal Tibet è cresciuto il risentimento, inclusi alcuni tibetani comunisti, che lavorano in diversi dipartimenti e uffici cinesi. Sebbene siano ideologicamente comunisti, siccome sono tibetani hanno a cuore la causa del loro popolo. Secondo queste persone più del 95 per cento della popolazione tibetana è molto, molto risentita. Questa è la principale ragione delle proteste, che coinvolgono monaci, monache, studenti, persone comuni".

"Per favore indagate da soli, se possibile lo faccia qualche organizzazione rispettata a livello internazionale, indaghi su che cosa è successo, su qual è la situazione e quale la causa. All'esterno tutti vogliono sapere, me compreso. Chi ha davvero creato questi problemi adesso? In realtà credo che tutti sappiano qual è il mio approccio. Ognuno sa qual è il mio principio, completa non violenza, perché la violenza è quasi come un suicidio. Ma che il governo cinese lo ammetta o no, c'è un problema. Il problema è che l'eredità culturale nazionale è in una fase di serio pericolo. La nazione tibetana, la sua antica cultura muore. Tutti lo sanno. Pechino semplicemente si affida all'uso della forza per simulare la pace, ma è una pace creata con l'uso della forza e il governo del terrore. Un'armonia genuina deve venire dal cuore del popolo, sulla base della fiducia, non della paura".

Dalai Lama


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La Puglia non plaude alla faccia di bronzo di Enel

Comunicato stampa:

Quanto letto sulla stampa a proposito del cattivo funzionamento dei dispositivi per l’abbattimento delle polveri della centrale di Cerano è un dato che, incrociato con il drammatico inquinamento da polveri sottili rilevato dalle centraline pubbliche di Torchiarolo (Brindisi), deve indurre il Ministero dell’Ambiente, la Regione e le Istituzioni Locali a obbligare l’ENEL a intervenire immediatamente sui precipitatori elettrostatici.

E’ inaccettabile che si debbano aspettare le fermate dell’impianto programmate per il 2010 per porre rimedio a tale gravissima situazione.
Le fermate si programmano per l’ordinaria manutenzione, ma si impongono nelle emergenze.

D’altro canto aspettiamo in Puglia il Piano Regionale della Qualità dell’Aria proprio perché siano previsti i casi e le modalità di fermo dei grandi impianti di combustione in occasione di inquinamento rilevato dalle centraline oltre i limiti di legge.

ENEL deve immediatamente farsi carico della dotazione dell’impianto di Cerano di dispositivi di contenimento delle emissioni di polveri all’altezza delle garanzie sulla salute e l’ambiente dovute alla comunità brindisina.
E alla luce di ciò è ancora più inaccettabile, e sin anche offensiva, la presunta meraviglia che l’ENEL manifesta pubblicamente quando le istituzioni, in questo caso il Comune di Lecce tramite il suo Presidente del Consiglio Comunale Eugenio Pisanò, si propongono di assumere impegni affinché “diminuiscano i pericolosi scarichi nell’aria del combustibile fossile” e di “intervenire per ridurre le emissioni nocive della centrale a carbone di Cerano, pericolosissime per la salute”. L’ENEL ha anche la presunzione di “suggerire” dove rivolgere l’attenzione per un migliore approfondimento: ovunque, purché lontano dai suoi “affari”.

No Coke Brindisi

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14 marzo 2008

"Per il bene comune"

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Incidente a TVN - gravi condizioni per un operaio

CIVITAVECCHIA - Un incidente senza gravi conseguenze, fortunatamente, questa mattina attorno alle 9 al cantiere Enel di Tvn. Inizialmente la situazione sembrava critica, invece con il passare delle ore le condizioni di salute di S.F. 40enne di Frosinone, sono migliorate. L’uomo, dipendente della ditta Euromar di Bari, stava lavorando su un’impalcatura quando, per cause ancora in corso di accertamento, è caduto da un’altezza di circa sei metri. Subito è stato soccorso dai colleghi e trasferito in ambulanza all’ospedale San Paolo, cosciente. L’operaio è stato sottoposto immediatamente ad una tac. Fortunatamente per lui ha riportato diverse fratture facciali e alla gamba sinistra. A quanto pare l'operaio si trovava nella zona Desox, cioè l'area dove sono in corso i lavori per la realizzazione dei desolforatori a una ventina di metri dalle caldaie. Appena appreso dell’incidente, i sindacati confederali e di categoria hanno predisposto il blocco del lavoro all’interno del cantiere, dalle 11 alle 12. Le indagini sono affidate ai carabinieri.
Fonte: civonline.it

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"Carbone: facciamo pulizia della comunicazione sporca"


LIVORNO. Back to black, non è solo l’ultimo disco della cantautrice inglese Amy Winehouse, ma sembra essere anche la nuova strategia energetica del regno unito, come ha dichiarato il segretario di stato per il business del governo Brown, John Hutton.
Così titola infatti anche il quotidiano londinese Indipendent, per annunciare il proposito di puntare nuovamente al carbone per la produzione elettrica, con la costruzione di una nuova generazione di centrali elettriche a carbone, nel mix previsto di rinnovabili e nucleare per soddisfare la propria domanda energetica.

Ma naturalmente per il futuro non si parla di black coal, ma di clean coal, ovvero carbone pulito.

A parte il fatto che parlare di carbone pulito si rischia di incorrere in un ossimoro, quello che ancora non traspare nelle informazioni che si leggono sui quotidiani è il fatto che le tecnologie per rendere pulito il carbone, esistono solo in parte e per il resto sono ancora in atto ricerche e valutazione dei rischi/benefici.

L’espressione "carbone pulito" può avere un senso infatti solo se si parla di confrontare il rendimento e le emissioni di una vecchia centrale con una nuova.

Clicca qui per leggere l'intero articolo (Greenreport.it)



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"Il Nucleare aumenta rischi di malattie cardiache"

Le radiazioni non causano solo tumori ma sono responsabili anche di gravi danni cardiaci. Uno studio britannico, pubblicato sulla nota rivista International Journal of Epidemiology, mette in evidenza come il rischio di malattie cardiocircolatorie da nucleare sia addirittura maggiore del pericolo di cancro. Lo studio ha preso in considerazione lo stato di salute di 65 mila dipendenti in questo settore fra il 1946 e il 2002 in Gran Bretagna. Gli studiosi hanno scoperto un legame significativo fra le occupazioni con elevata esposizione al nucleare e le patologie cardiovascolari. Il rischio di ammalarsi non è stato dimostrato solo in quei lavoratori impiegati in tempi di norme meno rigide di quelle attuali sui limiti d'esposizione, ma le loro condizioni sono risultate certamente peggiori: le chance di raggiungere i 70 anni erano del 2% in meno rispetto agli altri. Decessi prematuri per problemi cardiocircolatori erano stati evidenziati, da diverse ricerche, nei sopravvissuti alla bomba atomica sganciata sul Giappone durante la seconda guerra mondiale.



IJE Advance Access published online on March 4, 2008
International Journal of Epidemiology, doi:10.1093/ije/dyn018

The non-cancer mortality experience of male workers at British Nuclear Fuels plc, 1946–2005

D Mc Geoghegan, K Binks, M Gillies, S Jones, S Whaley

Conclusions We have found evidence for an association between mortality from non-cancer causes of death, particularly circulatory system disease, and external exposure to ionizing radiation in this cohort.



Coordinamento dei Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Alto Lazio

Società Internazionale dei Medici per l’ambiente ISDE – Alto Lazio

dott. G. Ghirga

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Enel, Banca Intesa & il business dei rottami nucleari

Da Greenpeace.it:

Gli attivisti di Greenpeace fanno visita alle agenzie di Banca Intesa Sanpaolo. In tutta Italia hanno informato i clienti sulla decisione del Gruppo di finanziare il completamento di due reattori nucleari anni '70 a Mochovce in Slovacchia. È un progetto in cui è coinvolta Enel. La Banca ha già concesso una linea di credito di circa 100 milioni di euro, senza aver ricevuto alcuna garanzia sulla sicurezza dei reattori.

Per leggere l'intero articolo fai clic qui

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10 marzo 2008

Brindisi - Enel rifiuta di rispettare l'ennesimo accordo




COMUNICATO STAMPA NO COKE BRINDISI

A quasi due anni dalla caratterizzazione dei terreni agricoli tra Brindisi e Cerano, lungo l’asse policombustibile attrezzato e intorno alla centrale, a un anno dalla conferenza di servizi di Roma che ha obbligato alla bonifica degli stessi, a più di sei mesi dall’ordinanza di divieto di coltivazione, tutto quello che Assessore Regionale all’Agricoltura ed ENEL avevano saputo produrre era un protocollo tra ENEL e agricoltori per la riduzione dell’impatto visivo della centrale di Cerano!

Con la grave responsabilità, pure, di aver messo in dubbio l’accertato inquinamento dei terreni dal centro studi di turno, che per fortuna in Italia nulla può contro le definizioni di legge di inquinamento, e le procedure di legge per la sua caratterizzazione.
Eravamo comunque contenti del fatto che gli agricoltori in questione avessero spuntato dall’ENEL qualche spicciolo, perché questo sono 6 milioni di fronte ad un mai reso noto maxiguadagno delle centrali.

Poi abbiamo appreso che l’ENEL non ci sta più, perché alcuni agricoltori hanno prodotto un esposto in Procura che circostanzia morti e malattie tra chi sotto il mostro, esposto alle polveri di carbone, vive da due decenni.

ENEL ha così certificato, per chi avesse ancora dubbi, che non voleva stringere un accordo commerciale, ma ancora per l’ennesima volta comprare il silenzio di chi da ENEL è danneggiato più di chiunque altro. Gli agricoltori hanno solo chiesto, legittimamente, alla Procura di valutare attraverso perizie ambientali ed epidemiologiche di conoscere il responsabile di un accertato inquinamento che potrebbe essere la causa delle malattie che hanno colpito tanti di loro. E noi ci auguriamo e ci aspettiamo che la Procura faccia completa chiarezza, visto che altri non riescono a farla!

Mettiamo dunque tutti in guardia dagli accordi con ENEL e, per questo, ringraziamo il Vescovo di Brindisi per aver involontariamente innescato qualche mese fa una gran polemica per i pubblici ringraziamenti ai regali dell’ENEL, da Lui definiti “segno del forte legame tra l’ENEL e la città”, davanti ai responsabili ENEL accorsi a “pregare” in prima fila.

Da allora tutti sanno che Brindisi quei regali non li vuole perché hanno un prezzo, come minimo il silenzio di fronte all’impatto ambientale gigantesco della più grande centrale a carbone d’Italia.
Di cui effettivamente il Vescovo in tanti anni non ha mai parlato e cogliamo tale occasione per permetterci di ricordare che proprio la Chiesa ha ultimamente “aggiornato” la lista dei peccati mortali e sociali, aggiungendoci quello dell’inquinamento ambientale. Chiediamo anzi alla stampa di verificare se per la visita del Papa la Curia non abbia di nuovo pensato di bussare alla porta dell’ENEL.

Invitiamo tutti, cittadini e istituzioni, a sostenere gli agricoltori brindisini in una battaglia che in realtà non è solo loro, ma di tutta la città.

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MCL denuncia Enel per la centrale a carbone

Comunicato Stampa

Il Movimento Cristiano Lavoratori (M.C.L.)
ha dato mandato ai propri legali di predisporre tutta la documentazione e gli atti necessari a denunciare, in sede penale e civile, i responsabili dell’Enel in merito alla trasformazione della Centrale termoelettrica Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia per l’impiego del carbone, fonte fossile a maggiore emissione specifica di anidride carbonica.

Il progetto dell’Enel va rifiutato in coerenza con la strategia perseguita dall’Unione Europea per un impiego accelerato di fonti energetiche pulite e rinnovabili accompagnate dalla sostituzione degli impianti a carbone o ad olio combustibile con impianti a gas.

E’ ormai provato che il carbone uccide, la scienza medica è concorde nel ritenere che l’inquinamento atmosferico produce malattie cancerogene e cardio-respiratorie irreversibili per la popolazione residenziale.

Il diritto alla salute è un bene primario sancito dai principi costituzionali ed il calpestarlo presuppone reato da perseguire.

Urge accertare le responsabilità anche con l’adozione, da parte della magistratura, di quelle misure cautelari necessarie per l’accertamento dei danni alla cittadinanza.

Va verificato, in base agli studi scientifici sinora prodotti, il nesso di causalità fra l’inquinamento atmosferico e il danno alla salute.

La vita non ha prezzo e non può essere comprata.

Nessuna compensazione, nessuna somma, nessuna donazione può compensare il valore della vita.

Senza contare i gravi danni che l’inquinamento atmosferico produrrà, negli anni a venire, sull’economia agricola con conseguente ricaduta su quella commerciale e turistica.

Tarquinia dovrà inesorabilmente pagare un prezzo troppo elevato anche per le generazioni future.

Presidente M.C.L.

Dr. Franco Trippanera


Fonte: maremmaogi.it


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9 marzo 2008

TVS benedice Civitavecchia con una nuova nube nera



Punto e a capo. Come se niente fosse nella giornata di ieri è andata in scena l'ennesima inquietante immagine sopra la testa, e i polmoni, dei civitavecchiesi, ancora una volta costretti ad ammirare il tenebroso spettacolo dell'inquinamento prodotto dalle centrali termoelettriche. Più che eloquente l'immagine scattata e inviataci dal Portavoce dei Verdi Mario Dei Giudici che testimonia, alle ore 17:30 di ieri, il fungo fumoso che fuoriusciva dai camini di Torre Valdaliga Sud.
Domande più che legittime alle quali speriamo che qualcuno possa dare risposta, con l'auspicio che dagli uffici di Tirreno Power qualcuno non ci risponda ancora una volta che il fungo tenebroso che ha oscurato le teste dei civitavecchiesi era dell'innocuo vapore acqueo.

Fonte: centumcellae.it







Inquinamento delle centrali: il Comitato Civico difende la salute insieme ai ciclisti della Tirreno-Adriatica che domattina passerà a Tarquinia.



“Per combattere il carbone e difendere la salute chiederemo la solidarietà dei ciclisti”. Con queste parole il Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell’Economia annuncia che domani mattina, alle ore 11.30, le associazioni aderenti al Comitato, i medici ed i cittadini confluiranno a piazza Cavour, a Tarquinia, in occasione del passaggio della corsa ciclistica “Tirreno-Adriatico”. L’intenzione dei cittadini è quella di chiedere solidarietà al mondo sportivo, in questo caso ai ciclisti partecipanti alla gara. “Alle 12,20 è previsto il passaggio della corsa- dicono i cittadini- e noi faremo sentire la nostra voce.” Si tratterà di un breve incontro con gli sportivi. “Vogliamo appellarci anche al mondo dello sport- dicono i cittadini- in questo caso ai ciclisti, perché chi fa sport sa benissimo quali danni provoca l’inquinamento alla salute. Vogliamo uno sport pulito, in un ambiente pulito.” Intanto, arrivano nuove adesioni delle associazioni locali e nazionali al Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell’Economia. Insieme alle adesioni delle associazioni agricole, commerciali e turistiche anche l’associazione Fare Verde ha dato la sua decisa partecipazione all’attività del Comitato. Così anche l’associazione culturale “Fontana di Piazza”, il cui direttivo ha deliberato l’adesione all’organismo di partecipazione popolare. Adesso arriva anche il messaggio dell’Associazione “Accademia Kronos” il cui Presidente Nazionale, Ennio La Malfa, ha comunicato l’adesione della storica associazione da lui presieduta. Il fronte comune contro l’inquinamento, che sta uccidendo i cittadini ed il territorio, e contro la riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia si amplia. Ogni giorno- dicono i cittadini- arrivano nuove adesioni, le più disparate, segno evidente che la difesa della salute e dell’economia è al primo posto per la popolazione, le associazioni e le forze produttive della città di Tarquinia. Cambiare si può.”

Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell’Economia.


Vi aspettiamo a Tarquinia.

Contatti :335.8272742 329.7924124



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nasce il Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell’Economia

Comunicato stampa- riceviamo e pubblichiamo:


"Inquinamento dalle centrali: nasce il Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell’Economia

A Tarquinia cresce la paura per la costruzione della centrale a carbone. I cittadini, consapevoli dei danni sanitari ed economici prodotti dal carbone alle comunità locali, temono ora anche il degrado morale dei responsabili della riconversione.

É di giovedì scorso la notizia che l'Amministratore Delegato di ENEL, Fulvio Conti, è indagato con una pesante accusa che ha portato a delicate indagini ed a numerose perquisizioni.

Prima di Conti sono stati al vertice dell'ENEL Franco Tatò e Paolo Scaroni.

Il loro curricolo parla da solo. Franco Tatò è stato condannato per l’inquinamento provocato dalla centrale di Porto Tolle alle popolazioni del comprensorio. Il suo comportamento è stato giudicato “compatibile con un disegno criminoso”. (Sent. Tribunale di Rovigo)

Paolo Scaroni ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione per una storia di mazzette legate agli appalti nelle centrali. (Sesta Sezione Penale Trib. di Milano) Digitando il loro nome le note vicende giudiziarie possiamo leggerle anche in internet.

Quei tre galantuomini affermano che il carbone è pulito e innocuo. Un altro galantuomo è Marrazzo. Chi non ricorda Marrazzo a caccia di voti con la promessa di fermare la centrale a carbone ? Da qualche tempo invece il Presidente Marrazzo convoca il Sindaco di Tarquinia per fare accordi con Enel. Perchè si tiene il sacco al galantuomo di turno, proprietario delle mega-ciminiere ? Visto che la Cassazione ha stabilito che è lecito dire buffone ai politici che non mantengono le promesse, sarebbe in questo caso un appellativo appropriato anche per un politicante.

Al Consiglio Comunale aperto che si è svolto a Tarquinia lo spettacolo della resa del Sindaco è stato brutto. Brutto è stato anche lo spettacolo offerto dai medici consiglieri, incapaci di far inserire nel deliberato della resa, votato anche da loro, almeno la richiesta di una nuova valutazione d'impatto ambientale, seguendo con coraggio l'esempio del Ministro della Salute.

Preso atto della rinuncia del Sindaco i cittadini che si oppongono al carbone hanno dato vita al Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell'Economia per organizzare azioni concrete contro la centrale a carbone. All'iniziativa, che ha visto gli operatori agricoli fortemente impegnati, hanno già aderito varie organizzazioni del commercio, del turismo, dell’agricoltura e molti medici di famiglia.

Il prossimo appuntamento è previsto per la prossima settimana per organizzare le attività secondo il calendario approvato dall'organismo che raccoglierà denunce, dati e testimonianze. Saranno così intentate azioni legali per il risarcimento a singoli e gruppi dei danni provocati dall'inquinamento da termoelettrico."

Comitato Civico per la Difesa della Salute e dell'Economia

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8 marzo 2008

Tumori by Enel a Cerano

Fai click sull'immagine per ingrandire e leggere l'articolo.

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4 marzo 2008

Tvn. "Bersani risponda sul riesame del decreto autorizzativo"

Riportiamo un comunicato apparso su centumcellae.it:

“Sono trascorsi ormai quasi quattro mesi dalla nota ufficiale con cui l’Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa Lazio) segnalava al ministero dello Sviluppo economico serie carenze nelle autorizzazioni per la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga nord, chiedendo il riesame del decreto autorizzativo. Da allora, tranne una sintetica presa d’atto da parte del ministero, non è arrivata nessun altra notizia. E i lavori proseguono. Un silenzio francamente non giustificabile”. La denuncia è di Enrico Fontana, Capogruppo della Sinistra Arcobaleno (Prc, Verdi, PdCI, Sd) al Consiglio regionale del Lazio. “In particolare l’Arpa - aggiunge Fontana - segnala al Ministro Bersani quattro carenze prescrittive del decreto. La prima riguarda la mancata definizione, contestualmente all’atto autorizzativo, del piano di monitoraggio e controllo delle emissioni degli scarichi. La seconda invece si sofferma sull’assenza di piani per gestire eventuali malfunzionamenti dell’impianto”. “Ma non basta. Non sono stati definiti i punti di controllo, i valori limiti delle emissioni per le acque reflue e i valori connessi agli scarichi a mare delle acque industriali e di processo - prosegue Fontana - mentre le emissioni in atmosfera, i valori di flusso di massa prescritti all’intera centrale per gli ossidi di azoto, di zolfo, e le polveri non sono congrui con quanto autorizzato. Senza dimenticare che non esiste alcun limite imposto per micro e macro inquinanti”. “L’Arpa sottolinea poi al Ministro Bersani – dice Fontana - che nel decreto non esiste una norma legislativa per contestare al gestore le eventuali inadempienze. Non solo. Lo stesso decreto non individua un organo di controllo in grado di far rispettare le prescrizioni alla ditta (l’Arpa Lazio infatti può soltanto concordare con la ditta i protocolli per i monitoraggi ambientali)”. “Dal rapporto dell’Arpa emerge un quadro lacunoso sulla vicenda della riconversione della centrale Enel - conclude Fontana - che mette a rischio i controlli dell’Apat e dell’Arpa stessa per quanto riguarda le questioni ambientali legate al progetto di riconversione a carbone di Civitavecchia. Sono ragioni più che sufficienti per procedere, rapidamente, al riesame del decreto che ha autorizzato i lavori e trarne le dovute conclusioni”.

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