No al carbone Alto Lazio

PRESENTAZIONE

English presentation


Estate 2010, Montalto di Castro, centrale A. Volta (enel): a 20Km in linea d'aria dalle centrali di Civitavecchia. In mezzo sta Tarquinia.

Autunno 2010, Civitavecchia: la cappa caratteristica che aleggia da mezzo secolo sulla città e sui comuni limitrofi. Le centrali di TVN (enel), TVS (tirreno power), e il porto sono le cause.


1. Premessa
Il carbone ci danneggia e ci impoverisce. Carbone non conviene.  
Esistono diversi tipi di carbone, ma in generale il suo basso costo dipende dagli enormi sussidi pubblici che il settore riceve, dalla facile reperibilità (nonostante l'impatto ambientale delle miniere), e dall'industria estrattiva dei paesi in via di sviluppo, dove i lavoratori sono sottoposti a condizioni inumane. Nel bilancio dei costi però non si fanno rientrare i danni sanitari e ambientali, che comunque pesano sulle nostre tasche e sulla qualità della nostra vita
Investire in carbone ci allontana dall'unica via attualmente praticabile verso uno sviluppo non autodistruttivo: l'energia pulita da fonti rinnovabili. Il carbone inquina gravemente il pianeta. Le emissioni del carbone sono la prima causa al mondo del riscaldamento globale.

"Carbone pulito" 
Questa espressione, creata per ingannare (traduzione dall'inglese clean coal) ha lo scopo di modificare la percezione che la gente ha di un materiale che è sporco e negativo per definizione. Viene usata e abusata  anche in Italia per indicare una varietà di tecnologie volte a rendere meno impattante la combustione del carbone, ma che non risolvono i problemi più grandi connessi con essa. Tra queste tecnologie ci sono:

  • la cattura e stoccaggio nel sottosuolo dell'anidride carbonica (Carbon Capture & Storage, CCS) emessa dalle centrali a carbone, rappresenta una strategia rischiosa, ancora in fase sperimentale, estremamente costosa, dispendiosa sul piano energetico, insomma: non conveniente. Non è utilizzabile su larga scala, e probabilmente non lo sarà mai;

  • impianti detti "ultra-supercritici" e filtri migliorati, che comunque lasciano intatti molti problemi. Tra questi: inquinamento da metalli pesanti, radioattività degli impianti, enormi quantità di Co2, polveri ultrafini (nanopolveri) NON filtrabili e  per questo pericolose per la salute, in quanto  filtrano nel sangue e negli organi, dove si depositano. Gli studi più recenti mostrano come le nanopolveri siano coinvolte direttamente e indirettamente in molte patologie, la loro diffusione nell'ambiente determina addirittura un abbassamento quantificabile della vita media umana; data la loro massa piccolissima, con l'azione dei venti coprono grandi distanze attorno ai camini che le emettono.
Ogni tipo di impianto a carbone produce una grande quantità di ceneri dopo la combustione, che se smaltite in discarica renderebbero scarsamente conveniente il carbone per l'industria: ce le ritroviamo quindi in vari materiali da costruzione, nei luoghi in cui viviamo.
Attività estrattive
Estrarre carbone è uno dei lavori più pericolosi. I rapporti ufficiali del 2005 indicano che solo in Cina sono morti quasi 6000 minatori (16 al giorno) a causa di inondazioni, frane, incendi ed esplosioni, ma stime ufficiose sono più prossime alla cifra di 10.000. Si stima che circa 600.000 minatori cinesi soffrano di malattie polmonari dovute all'inalazione di polvere del carbone,  i morti per pneumoconiosi ("morbo nero del polmone") sono stati oltre 8.000 nel solo 2009 (Fonte: Xinhua).

Le attività convenzionali di estrazione, lavorazione e trasporto del carbone distruggono il paesaggio e inquinano le acque, danneggiando le persone e gli ecosistemi. Le tecniche di estrazione più distruttive comportano l'abbattimento di foreste e lo sbancamento di montagne. I materiali in più rimossi portando allo scoperto un giacimento di carbone sono normalmente scaricati in valli attigue, dove spesso seppelliscono fiumi e corsi d'acqua. Le operazioni di estrazione a cielo aperto devastano gli ecosistemi e alterano il paesaggio. Benché le normative, in linea teorica, impongano il risanamento del territorio, spesso questo è lasciato incompleto. Via via che le foreste sono sostituite da praterie non native, i suoli si compattano e i corsi d'acqua si contaminano. L'estrazione nel sottosuolo può causare seri problemi in superficie. Le miniere crollano, causando subsidenza del terreno, e danneggiando case e strade. Il drenaggio acido delle miniere causato dai composti dello zolfo che percolano dalle scorie di carbone nelle acque superficiali ha contaminato migliaia di corsi d'acqua. Il percolato acido rilascia metalli pesanti che inquinano le falde acquifere (Fonte: Scientific American).
Civitavecchia, 1980: gli impianti di TVN, TVS, Fiumaretta (quest'ultima ora demolita)

2. Chi siamo

Il nostro territorio ospita il maggiore  polo di  produzione  termoelettrica d’Italia: oltre 7.000 MW installati, considerando Montalto di Castro, a circa 20  km  di  distanza in linea d'aria dagli impianti di Civitavecchia.

Siamo cittadini bene informati, stanchi di subìre l'operato di speculatori che hanno scelto la nostra terra per i loro affari. Ci impegnamo per difendere il nostro futuro, e per condividere quanto appreso in anni di impegno con le altre realtà d'Italia che vivono problemi simili.

Dopo decenni di inquinamento industriale sul nostro territorio, l'unica scelta razionale sarebbe stata la dismissione graduale dei vari impianti di produzione energetica qui presenti e delle altre numerose fonti di inquinamento, e invece ci è stata imposta la riconversione a carbone della centrale Torrevaldaliga Nord (enel), nonostante ci siamo espressi in senso contrario con referendum e anni di manifestazioni.

Prima ancora che la stessa fosse rimessa interamente funzione riconvertita a carbone, i dati epidemiologici erano questi: alte percentuali di tumori polmonari pleurici e alla trachea, di malattie linfatiche ed emopoietiche, un aumento dell'incidenza di insufficienza renale cronica, una crescita esponenziale di asma bronchiale ed allergie. Tra i danni che il carbone arrecherà all'Alto Lazio, si stimano (Externe.info) 300 mln di euro per la spesa sanitaria nel periodo d'esercizio previsto della riconvertenda Torrevaldaliga Nord TVN (enel), più una sanzione di circa 500 mln di euro a carico del popolo italiano derivante dalla violazione degli accordi di Kyoto.

La scienza ha da tempo smascherato la balla del "carbone pulito" (tipico "greenwashing"), i medici hanno messo in guardia i Ministeri su impatto e costi sanitari sottovalutati, prospettive di sviluppo del turismo  distrutte e l'agricoltura gravemente minacciata, le popolazioni continuano a manfestare il loro dissenso, terra e acqua vengono inquinati.

Nonostante questo non siamo stati tutelati dalle istituzioni, siamo stati ripetutamente ingannati dalla maggioranza di partiti e politicanti, che hanno sposato la causa del NO per poi voltarci le spalle  sistematicamente dopo le elezioni (un caso emblematico su tutti: l'ex sindaco Alessio De Sio, FI). Un "Osservatorio Ambientale" è stato concepito per restare paralizzato, successivamente dichiarato illegale dal Ministero, ad oggi ha ingoiato milioni di euro senza produrre nulla (indagini della Procura in corso).
In modo autonomo abbiamo invece finanziato un monitoraggio autentico che potesse fornirci dati credibili sullo stato del nostro territorio, i cui risultati sono stati divulgati e mostrano una realtà assolutamente preoccupante.

Autunno 2010, Civitavecchia: i camini di TorreValdaliga Nord (TVN) appena riconvertita a carbone. TorreValdaliga Sud sulla sinistra.

Per comprendere la nostra attività ed avere notizie dettagliate, fai riferimento alle sezioni MATERIALI e MEDIA
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Ricorda: il carbone prende più di quello che dà.
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"Una fitta al cuore prende chiunque osservi -dall'interno, dal mare, o dalla costa- il litorale da Civitaveccha in su: torreggiano i segni di una società decadente, le due ciminiere condannano l'orizzonte, invano lo sguardo tenta di cancellare dal bel paesaggio le sinistre sagome delle centrali. Quando la foschia mitiga la violenza di quelle forme, su mare e terra è la cappa ocra a ricordarci della loro esistenza; da queste parti i tramonti assumono spesso un colore insolito. A Montalto Marina, dalla foce del fiume Fiora, lo sguardo che a nord si colma del verde aspro della macchia mediterranea maremmana, inevitabilmente si infrange contro la velenosa mole dell'Alessandro Volta e il cupo esoscheletro della vecchia centrale nucleare, rigato da un'interminabile emorragia rugginosa."

"Civitavecchia malata, senza anticorpi, incapace di difendersi.
Il suo nome è sulla lista, la porta già sfondata. Una squadraccia di balordi non la perde di vista, discute la spartizione prima di assalirla, ancora. Il pubblico è chiamato a perdere, ci si aspetta che eviti lamentele perché non ci saranno sorprese."
Settembre 2010, Civitavecchia

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