No al carbone Alto Lazio

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5 gennaio 2015

Ciao, Vanda

Comunicato dell'Assoc. Antimafia Antonino Caponnetto, 03/01/2015

Alle prime luci dell'alba è deceduta stamane a Civitavecchia Vanda Schiavi, fondatrice della nostra Associazione in quel Comune. Grande donna, animata da profondi valori umani, civili e politici, combattente sempre in prima linea, lascia un profondo vuoto. Chiniamo commossi e addolorati la nostra bandiera nel ricordo di questa splendida donna, e riteniamo di ricordarLa non solo a tutti i nostri amici, iscritti e simpatizzanti, ma anche a tutti gli italiani quale esempio di virtù morali e civili.

Ciao,Vanda!

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30 dicembre 2011

Civitavecchia 2012, la giunta Moscherini in "Apocalisse di cemento"

"Variante della variante 29". I civitavecchiesi nel 2012 dovranno vedersela con questa oscura formula che in realtà indica qualcosa di semplice da comprendere: cemento su Civitavecchia in quantità epocali. Gianni Moscherini non ha mai potuto far mistero del suo amore incontenibile per la "grigia materia" (NB: non la materia grigia), e visto che la sua politica preferita ruota attorno ai termini "appalti", "concessioni", "abusi", "mercanteggio" (tradotto: la Cosa pubblica come gestione di potere personale) il 2012 potrebbe essere un anno orgiastico per il Primo cittadino. Ce lo spiega bene il consigliere Manuedda (fonte)

"Segnalazioni all'Autorità di Vigilanza e alla Regione Lazio. Queste le azioni annunciate dal consigliere verde, Alessandro Manuedda, per contrastare l'attuazione dei provvedimenti urbanistici approvati nell'ultimo consiglio comunale. Circa 500 mila metri cubi di cemento, che si riverseranno nella zona a monte del Moretti-Della Marta con "San Gordiano due" e "San Gordiano tre", a San Liborio nei pressi del ponte dell'autostrada e nella zona compresa tra il Fosso di Fiumaretta e Terme di Traiano, dove insistono tra l'altro anche reperti archeologici.
Interventi che il sindaco Moscherini aveva definito epocali, l'indomani del consiglio, rivolgendo peraltro un plauso al lavoro dell'assessorato all'Urbanistica. "Di epocale in quanto accaduto – ha commentato al contrario Manuedda – c'è solo la dimensione dei provvedimenti approvati, la gran parte dei quali sono stati varati in violazione di legge, in particolare della direttiva europea che prevede la Valutazione ambientale strategia, oltre che in falsa applicazione di altre norme. Tra l'altro la formazione di questi provvedimenti, costruiti tutti negli uffici comunali, non ha consentito la partecipazione della cittadinanza, per cui credo che si possa parlare di tutto fuorché di un successo". L'esponente dei Verdi precisa poi che saranno letteralmente "aggredite" quattro aree: quella compresa tra il Fosso di Fiumaretta e Terme di Traiano, dove ci sono anche siti di interesse archeologico; l'area a monte del campo da rugby Moretti-Della Marta e la zona di San Liborio alto in prossimità del ponte dell'autostrada. Cosa si può fare? "Da parte nostra – ha aggiunto Manuedda – segnaleremo tutte le anomalie alla regione e alle autorità competenti, ma non abbiamo la possibilità di chiedere l'annullamento di questi atti". La speranza è che lo facciano le associazioni ambientaliste attive sul territorio. Ma, come detto, gli atti varati il 22 di dicembre sono solo una parte, circa la metà dei metri cubi previsti dalla cosiddetta variante alla variante 29. "L'altra metà – ha concluso Manuedda – essendosi il sindaco e la maggioranza, a quanto, pare ricompattati tra loro e con la propria coscienza, arriverà nel corso del consiglio comunale del 17 gennaio, con il voto sui programmi integrati, che riverserà un'altra colata di cemento sulla città".

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5 giugno 2011

La Frasca: il tempismo perfetto dei distruttori. Mobilitazione domani alle 8,00

Il bosco costiero de La Frasca è scomodo, lo sappiamo: territorio conteso da cittadini e (mal)affaristi, è da qualche mese addirittura oggetto di un attacco mirato; un insetto infestante starebbe minando l'esistenza dei pini marittimi lungo la costa, così che le piante in queste ore vengono tagliate in gran quantità. Stiamo parlando di varie centinaia di esemplari già abbattuti, ma secondo le testimonianze dei cittadini che hanno effettuato un sopralluogo di persona, molti esemplari tra questi risultano perfettamente sani (leggi) a un'esame visivo.

Che tempismo perfetto per una infestazione, ma solo i "maligni" sospetteranno che sia stata provocata ad hoc. E quanta solerzia, nell'abbattere esemplari anche sani.

Di seguito il resoconto di Simona Ricotti:

Oggi intorno alle 15,00 io, Roberta Galletta ed un paio di frequentatrici delle Frasca abbiamo incontrato la Forestale che, su nostra segnalazione, aveva inviato la propria pattuglia in pineta. Tutti, forestale compresa, abbiamo concordato che quello in atto non può essere definito un intervento fitosanitario in quanto ha tutte le caratteristiche del disboscamento (alcune aree sono diventate un prato e gli alberi sono stati TUTTI tagliati). La Forestale non era al corrente dell'intervento e avendo trovato degli operai della ditta che lavoravano senza avere dietro alcuna autorizzazione e senza alcun piano di taglio, hanno bloccato i lavori, Lunedi mattina si recheranno di nuovo sul luogo per verificare se la ditta, come ha dichiarato il responsabile per telefono, ha tutte le autorizzazioni e documentazioni necessario e, qualora le avesse, se l'intervento è conforme all'autorizzazione. Ci hanno inoltre fatto presente che la legge forestale regionale in tali situazioni prevede il rimboschimento sostitutivo, cosa che, ad oggi, non sembra sia prevista. Anche L'assessore all'ambiente ha dichiarato di non saperne nulla e sembra che l'unico che sapesse qualcosa fosse l'assessore Pierfederici. A mio parere se anche ci fossero tutte le autorizzazioni per un intervento tanto radicale (cosa di cui dubito fortemente), la cosa risulta comunque inaccettabile anche perchè, peraltro, esistono altre modalità per debellare il parassita.
Basta leggere l'articolo linkato di seguito per comprenderlo.

http://www.bignotizie.it/news/civitavecchia/cronaca/3151-frasca-a-rischio-un-parassita-allattacco-dei-pini-.html

Sarò anche maligna...ma quello a cui stiamo assistendo è il primo di una serie di interventi per eliminare la Frasca per realizzarci terminal cina, porticcioli e quant'altro. Sta quindi a noi decidere se vogliamo permettergli di portarci via anche l'ultimo polmone verde e l'ultimo tratto di costa di civitavecchia.
Lunedì mattina alle 8,00 noi saremo lì e speriamo che quanti in questi anni hanno dichiarato di amare la Frasca e di volerla tutelare siano con noi.

Non ci resta che speare che i colpevoli dello scempio e i loro complici siano smascherati dalle autorità preposte. I cittadini non si lasceranno derubare. I parassiti più pericolosi non sono insetti ma uomini.

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16 febbraio 2011

Le aziende dell'energia infiltrano e spiano i movimenti ecologisti

Fonte
"Gli ambientalisti devono incutere timore alle grandi aziende energetiche, se queste ultime sono arrivate a infiltrare delle spie nelle file degli attivisti per conoscere i loro movimenti e le loro strategie di protesta. Tre grosse aziende energetiche - il gigante Eon, la Scottish Resources, il secondo più grande produttore britannico di carbone, e la Scottish Power, una delle maggiori aziende produttrici di energia nel Regno Unito - hanno pagato per ottenere informazioni da una società che monitorava segretamente gli attivisti. E' quanto rivela il Guardian, che dedica all'indagine l'apertura della sua edizione online. Alcuni documenti trapelati rivelano - scrive il quotidiano britannico - come la proprietaria di Vericola, la società "spiona", Rebecca Todd, riferiva ai colossi energetici dei piani degli ambientalisti dopo avere letto le loro email. La 33enne Todd avrebbe inoltre istruito un agente a partecipare a un incontro degli attivisti e a entrare in confidenza con loro. Lo scoop avviene mentre la polizia britannica, sotto accusa a sua volta per la presenza di poliziotti in borghese nei movimenti di protesta, afferma che ci sono più spioni inviati dalle aziende che non agenti a fare questo lavoro sporco. La polizia afferma inoltre che gli infiltrati delle corporation sono - a differenza degli agenti in borghese - a malapena "regolamentati". Il mese scorso, infatti, le rivelazioni di alcuni agenti, sulle infiltrazioni della polizia tra i manifestanti, hanno scatenato grosse polemiche e portato all'apertura di quattro inchieste. Secondo il Guardian, gli ecologisti sono sorvegliati anche e soprattutto da aziende private, che si spacciano come attivisti nelle mailing list dei gruppi o che si infiltrano per anni nei movimenti verdi. Dai produttori di energia ai venditori di armi, le multinazionali ingaggiano queste spie per evitare che i dimostranti organizzino campagne contro di loro o violino i loro siti internet.

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5 dicembre 2010

Le radici delle mafie affondano nel Lazio

Da DazebaoNews.it (leggi anche il comunicato di Legambiente)
Apre uno scenario davvero inquietante il dibattito organizzato quest'oggi dalla Federazione della Sinistra Lazio dal titolo eloquente: "E poi dicono che la mafia nel Lazio non c'è".
Di criminalità organizzata, infatti, pochi ne parlano e questo evento assume un'importanza assoluta, perchè troppo spesso di fronte a questo fenomeno ci si abitua a chiudere gli occhi, quasi la mafia fosse distante anni luce.
Ma non è così. All’incontro hanno partecipato esponenti della società civile impegnata contro la criminalità organizzata come Libera, l’associazione Caponnetto, il centro Peppino Impastato, Action, Legambiente, SOSimpresa Confesercenti, rappresentanti del sindacato edili e funzione pubblica della CGIL, il segretario del sindacato di polizia SILP, gli ex consiglieri regionali Fontana e Laurelli ed il membro della commissione parlamentare antimafia Russo Spena.

Dopo la proiezione del film inchiesta di Antimo Torri "La quinta Mafia", che introduce il tema della criminalità organizzata, Fabio Alberti, responsabile legalità del gruppo consiliare FdS parla di un panorama inquietante. Insomma una condizione d'illegalità che affligge tutta la regione. E non parliamo di boss con tanto di coppola in testa e lupara alle spalle, ma sempre più spesso anche di insospettabili personaggi che svolgono ruoli importanti nelle istituzioni. Come nel caso di Romolo Del Balzo, l'attuale presidente della Commissione Lavori Pubblici della Regione Lazio, in carcere dallo scorso 26 ottobre con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e che paradossalmente è ancora investito da questo ruolo, tanto che Alberti ne ha chiesto le immediate dimissioni. Una situazione davvero anomala e che ci fa comprendere quanto l'infiltrazione mafiosa si sia spinta oltre e sia così ben radicata, insinuandosi attraverso connivenze compiacenti all'interno della vita politica e delle istituzioni del paese.

Basta ricordare - come ribadisce Alberti - il maxi processo Damasco 2 che riguarda la mafia il mercato ortofrutticolo (Mof) più grande d'Europa, quello di Fondi, dove la Regione Lazio capitanata dalla Giunta Polverini ha tergiversato parecchio tempo prima di costituirsi parte civile contro il clan Tripodo e quando si è decisa lo ha fatto dimenticandosi di essere anche il socio che detiene una partecipazione di maggioranza all'interno del Mof.
D'altra parte la governatrice proprio durante la recente campagna elettorale si era recata a Fondi e rivolgendosi ai suoi potenziali elettori disse che "la città è sana e le infiltrazioni mafiose sono un'invenzione della politica", come riporta il quotidiano Latina Oggi il 21 ottobre. Coincidenze?

Non sembra, visto che proprio in regione si attente da 9 mesi l'istituzione del regolamento dell’Abecol sul fondo contro l'usura che è stato dimezzato, ma al momento di questo strumento importante non c'è traccia, come ribadisce Fabio Nobile consigliere dell'Fds. E poi, perchè proprio sulla vicenda di Fondi, si domanda Elvio Di Cesare dell'Associazione Caponnetto le indagini sono state affidate al comando Provinciale dei carabinieri di Latina e non alla Dia? Un vero mistero, perchè - come puntualizza Di Cesare - non stiamo parlando di un fenomeno di ordine pubblico, ma di vera e propria criminalità organizzata.

Ma sono ancora più inquietanti le rivelazioni dell'esponente della Caponnetto quando ricorda l'indagine Formia Connection sui voti di scambio. Risultato: indagine archiviata. Insomma nel Lazio quando si parla di mafia sembra andare contro un muro di gomma. Almeno così fa intendere Di Cesare quando parla di una "zona grigia", rappresentata a volte da una parte della società collusa, che di fatto favorisce il problema affinchè non venga aggredito con quella incisività necessaria per combattere il fenomeno mafioso. Tutte le categorie della società civile rappresentano un rischio reale, quando si prostrano di fronte alle organizzazioni criminali - precisa Di cesare - e per questo motivo rientrano proprio in questa zona grigia.

Il giudice Giovanni Falcone, diceva "segui i soldi e troverai la mafia". Ma le indagini patrimoniali su quei territori a rischio che potrebbero portare alla luce gli spostamenti di ingenti capitali non sono così diffuse. Lo scorso anno a Frosinone - racconta Di cesare - ce ne sono state ben 140, mentre in una città a rischio come Latina solo 3. E non finisce qui. La zona costiera di Latina definita "La lavatrice del denaro sporco" non è da meno. Un territorio - come ha raccontato Marco Omizzolo del coordinamento legambiente della provincia di Latina - da sempre nel mirino della criminalità organizzata. Dal parco di San Felice al Circeo con i suoi 2,200 metri cubi di cemento abusivi, al lago di Sabaudia, un'area ad alto valore naturalistico che le mafie colluse con esponenti delle istituzioni hanno cercato di rendere addirittura edificabili con progetti alquanto redditizi, come la realizzazione di un porto. E qui si registrano 2 abusi edilizi ogni ettaro di terreno. Una media davvero impressionante. E ancora il business dei raccolti ortofrutticoli. Un fenomeno che Omizzolo conosce bene, visto che è riuscito ad infiltrarsi come bracciante ed ha conosciuto la realtà dei caporali al servizio della mafia e che racconterà nel suo libro di prossima uscita.

Anche nel settore sanitario le cose non vanno meglio, come ricorda Lorenzo Mazzoli. segretario della Funzione Pubblica Cgil. La criminalità s'impossessa della cultura sociale - ha precisato - s'insinua nelle struttura sanitarie attraverso appalti, subappalti, ed entra così nel grande business della salute. E se la legalità è sinonimo di buon funzionamento dei servizi allora la sanità del Lazio, visto la situazione in cui versa, non naviga in acque felici.
Arriva poi una testimonianza importante da Civitavecchia che fa addirittura accapponare la pelle. Ne ha parlato Simona Ricotti, dell'Associazione Caponnetto, che durante il suo intervento riporta un ritornello, ahimè, ripetuto dalla maggior parte dei cittadini: "Qui a Civitacecchia, la mafia non esiste" . Purtroppo è questo il luogo comune di chi convive con questa cittadina che oltre a registrare il 23% di disoccupazione ospita il più grande porto Europeo, terzo per quanto riguarda il traffico della droga e degli scambi illeciti della mafia cinese.

"Eppure la gente sa - precisa Ricotti - ma ormai questo rientra in una sorta di normalità sociale." La chiamano "mafia bianca", l'assurda manifestazione dove si fa finta di credere che tutto vada bene. Anche le le richieste di spiegazioni fatte pervenire al Comune producono dei risultati discutibili. L'amministrazione comunale, infatti, fa sapere di essere in prima linea contro la criminalità. Addirittura viene costituito un osservatorio apposito, ma poi un cronista del mensile Le voci delle voci con l'aiuto proprio dell'associazione Caponnetto svela dei retroscena inquietanti che gettano ombre anche sul primo cittadino Giovanni Moscherini. Come il grande affare del "marina yatchting, un progetto per l' uso di natanti di lusso, affidato senza gara a una delle ammiraglie di casa Caltagirone, la Porto del Tirreno spa a cui è affisata la gestione per ben 99 anni e che fa capo a Francesco Bellavista Caltagirone e alla neo compagna Beatrice Parodi, figlia di uno dei piu' grossi armatori liguri, Piergiorgio Parodi, ottimo amico dell'ex ministro per le Attivita' produttive Claudio Scajola. Notizie fantasiose secondo il sindaco che ha commentato: “Che gli prenda un colpo a quelli della Caponnetto”. Una frase che gli è costata una querela da parte dell'associazione che si batte da sempre contro l'illegalità. Ma non è tutto, perchè come spiega Simona Ricotti a Civitavecchia è in corso anche un processo per schiavitù ai danni di operai extracomunitari che lavoravano nelle imprese in subappalto per la costruzione della centrale a carbone dell'Enel. Morale della favola: l'inchiesta è in corso, gli operai sono andati a casa, ma l'impresa continua ad essere operativa. Anche questa è una coincidenza del caso?

In conclusione Ivano Peduzzi, capogruppo della FdS Lazio propone di costituire un gruppo di lavoro, aperto a tutte le forze di opposizione regionale e con la partecipazione della società civile, per redigere una o più proposte di legge antimafia raccogliendo le proposte emerse nel dibattito. “Centrale unica appaltante, abolizione del massimo ribasso, tracciabilità dei capitali, norme anticorruzione, contrasto del lavoro nero, sono le prime cose da fare", precisa Peduzzi."Occorre avviare un percorso che porti in campo le istituzioni al fianco della magistratura e della società civile. Questa va maggiormente sostenuta, ad esempio, con l'affidamento di una forte campagna per la legalità da portare in tutte le scuole della regione”.
Insomma l'incontro si è rivelato veramente produttivo almeno sull'aspetto divulgativo della questione. Ora c'è la necessità di passare dal dire al fare e per farlo c'è bisogno che la società civile non resti più indifferente davanti a questo fenomeno dilagante.

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30 novembre 2010

Le Mafie nella terra degli Etruschi

Da UnoNotizie.it

"Il sindaco di Tarquinia ha minacciato di denunciare il coordinatore del Comitato dei Cittadini Liberi, se avesse fatto delle riprese durante il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione del Registro Tumori a Viterbo. L'intimidazione non ha funzionato e il sindaco è stato ripreso. Poi una copia della registrazione è stata data agli agricoltori di Tarquinia perché potessero ascoltare quell'intervento, incentrato sulla responsabilità del comparto agricolo nell'insorgenza delle patologie tumorali. Solo alla fine del suo intervento il sindaco ha menzionato la centrale a carbone ma, mentre ha dato quasi per scontata la responsabilità degli agricoltori, riferendosi al carbone ha detto che il registro servirà a capire se ci sarà incremento di morti e malati rispetto alla vecchia centrale a olio combustibile. Insomma i cittadini si devono tenere, e zitti, le ciminiere avute in regalo tanti anni fa.

Non una parola sul cementificio, sull'autostrada tra le case (che anche grazie alle battaglie dei cittadini per ora non si farà), sulla centrale a bio-massa alla Roccaccia (che per legge potrà bruciare rifiuti), sullo stoccaggio a cielo aperto del pet-coke. Mazzola venerdì 26 novembre ha chiesto e ottenuto dal Consiglio Comunale di Tarquinia di mettere un altro tassello nel processo d'industrializzazione del territorio, rendendolo un po' meno adatto all'agricoltura e un po' più adatto alle mire di cinesi buoni e cattivi e alle porcherie dei colossi dell'energia. Grandi appetiti, grandi nomi.

Ecco due elenchi, alla Fazio, di gente con le mani in pasta a Civitavecchia e dintorni, di cui qualche giornalista coraggioso ha scritto di recente. Uno è quello dei nomi che fanno tremare ovunque si pronuncino: Di Lauro, Pulvirenti, Rinzivillo, Gallo-Cavalieri, Barone, Di Sarno, Panati, Ragosta, Bosone, Canale, Speziale. L'altro è di gente più o meno vicina alla cricca, a volte già pratica d'inchieste, delle patrie galere o iscritta a bande fuori legge (come la P2 e la P3). Spicca subito il nome di un potente molto potente: Giancarlo Elia Valori, che sarebbe iscritto alla P2 con il n° 283, che ogni tanto porta i cinesi a Tarquinia.

L'elenco prosegue poi con Anemone, De Santis, Incalza, Carducci, Caltagirone, Parodi, Scajola, Valente, Lombardi, Bitetto eccetera, eccetera. “In questo contesto” la zona industriale di Tarquinia fa gola a molti. Per ora sopra c'è un deposito a cielo aperto di pet-coke (carbone ricavato dal greggio) e i proprietari stanno cercando di ottenerne l'ampliamento da 50.000 a 100.000 t, sempre rigorosamente a cielo aperto.

I Di Sarno, nome che compare nel primo elenco, sono legati alla movimentazione del pet-coke in vari porti italiani. Vicino al carbonile del pet-coke doveva sorgere il mega-cementificio ma i cittadini hanno scoperto e denunciato il tentativo di farlo approvare con documenti fasulli; la denuncia pubblica ha salvato i consiglieri comunali, a cui è stato anche reso noto che dietro il proponente ufficiale figura la Cordusio SpA, una società di Milano studiata per mantenere l'anonimato dei soggetti interessati. I cittadini stanno ancora incalzando il sindaco di Tarquinia per sapere chi si nasconda dietro quell'anonimato. Nell'ultimo consiglio comunale i consiglieri, tutti eccetto uno, hanno votato a favore della Ubi Leasing che vuole “sviluppare” un altro pezzo di zona industriale. I consiglieri sanno per caso chi c'è dietro la Ubi Leasing?

Gli stessi consiglieri comunali, ancora una volta tutti tranne uno, nello stesso consiglio hanno approvato un'estesa lottizzazione a Marina Velca, per continuare a cementificare le migliori terre agricole di Tarquinia. Tanti anni fa quella lottizzazione fu bloccata dalla scoperta di un' importante necropoli etrusca. Agricoltura e beni culturali, tutto è d'inciampo per chi vuole appropriarsi dei beni comuni. E non si dica che le seconde case servono per il comparto turistico: la cementificazione del paesaggio è la rovina del turismo. Il comparto edile invece, per avere un futuro, avrebbe bisogno di essere proiettato verso la manutenzione del patrimonio esistente e il turismo promosso curando l'aria, l'acqua, l'agricoltura e il paesaggio. Alcune contraddizioni sono inspiegabili: se la crisi economica in corso fa crollare il valore delle seconde case, per chi si costruirà a Marina Velca?

A Tarquinia, poi, il massacro di un altro gran pezzo di fertile terra agricola, da distruggere per realizzare un enorme, inutile e dannoso porto turistico nella pianura alluvionale di Tarquinia, vera iattura per l'economia balneare della città etrusca. Alla sozzura del fiume Marta, che d'estate è una fogna a cielo aperto, s'aggiungerà quella del porto, che contribuirà a sporcare l'acqua di balneazione con un apporto di acqua torbida, proveniente dal bacino portuale, resa iridescente da piccole dosi di idrocarburi.

Tarquinia offre su un piatto d'argento le pietanze più gradite ai capitali inconfessabili.

Comitato dei Cittadini Liberi

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Sabato 4 dicembre convegno sulle Mafie nel Lazio

Da Unonotizie.it
"Sabato 4 dicembre, ore 9.30/14.00, presso la Regione Lazio, sala Tirreno, in Via Rosa Raimondi Garibaldi 7, a Roma, si svolge l'incontro pubblico “E poi dicono che la mafia nel Lazio non c’è…”, organizzato dal Gruppo consiliare della Federazione della Sinistra Lazio.
Questi i numeri dell'inquietante e minacciosa presenza della mafia nella regione Lazio:
61 cosche insediate
2ª regione per ecomafie
2ª regione per reati di usura
4ª regione per beni confiscati
4ª regione per reati di estorsione

L'incontro si apre alle 9,30 e prevede la presentazione di documentazione inedita, interventi autorevoli e dibattito finale.

PROGRAMMA DETTAGLIATO

Ore 9.30
Anteprima del documentario “La Quinta Mafia”
di Antimo Lello Turri, prodotto da Libera-Lazio
Presentazione di Fabio Alberti (FdS Regione Lazio)

Ore 10/12
Per non far finta di non vedere
Introduce Fabio Nobile, consigliere FdS Regione Lazio
Elvio Di Cesare, Associazione Antonino Caponnetto Lazio
L’insediamento delle cosche nel Lazio e le responsabilità della politica e delle istituzioni
Lorenzo Mazzoli, Segr. Gen. Funzione Pubblica Cgil Lazio
La sanità a rischio
Mario Catania, Osservatorio Peppino Impastato Frosinone
Mafia in salsa ciociara
Simona Ricotti, Associazione Caponnetto Civitavecchia
Fronte del porto
Dario Gargiulo, Prc Latina-Minturno
Le mani sui rifiuti
Marco Omizzolo, Coord. Legambiente prov. Latina-Sabaudia
Il Litorale nel mirino
Serena Tarabini, Action Roma
Criminalità e rendita immobiliare

Ore 12/14
Per una legislazione regionale antimafia
Tavola rotonda coordinata da Anna Scalfati, giornalista Tg3
Intervengono
Antonio Turri, responsabile Libera Lazio, Marco Carletti, segr. Fillea-Cgil Roma e Lazio, Bianca La Rocca, SOS Impresa, Cosimo Bianchini, segretario generale SILP Lazio, Luisa Laurelli, già presidente della Commissione Sicurezza Regione Lazio, Enrico Fontana, Equorete, Giovanni Russo Spena, già membro della Commissione Parlamentare antimafia
Conclude
Ivano Peduzzi, capogruppo FdS Regione Lazio

Alla conclusione del convegno sarà offerto un buffet con i prodotti di Libera Terra coltivati sulle terre sequestrate alla criminalità.

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3 agosto 2010

Nuova marina di Civitavecchia, come funzionano gli appalti

Qualche notizia sul modus operandi della CRICCA MOSCHERINI

"All’indomani dell’inaugurazione della piazza degli Eventi e dopo una prima denuncia, qualche mese fa, per gli appalti alla Marina, l’esponente del Pd Marietta Tidei torna alla carica chiedendo chiarezza all’amministrazione comunale sugli aspetti procedurali relativi alla realizzazione delle opere pubbliche. “Dando una semplice occhiata ai documenti, quei pochi che questa Amministrazione rende pubblici, alla faccia della trasparenza, ci si rende immediatamente conto di quante anomalie ci siano nelle procedure per l’assegnazione dei lavori e delle progettazioni. La tattica – ha spiegato - è più o meno sempre la stessa: si contattano i soliti costruttori e progettisti ed insieme si decide come dividere le competenze. La regola numero uno è modulare il quadro economico in modo da mantenersi sempre almeno un euro sotto soglia. Alla gara chiaramente vengono invitati più o meno sempre gli stessi in barba al Codice dei Contratti del 2006. Ecco perchè chi non vince da una parte deve solo pazientare per essere accontentato dall'altra”. Tidei ha poi riportato i dati di un recente resoconto dell'Autorità per la Vigilanza dei Lavori Pubblici al Parlamento dove si legge:"Al pari di quanto accade per i contratti di lavori, il criterio del massimo ribasso se confrontato con quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, fa emergere sconti medi più alti. In generale, sia per i contratti di forniture sia per quelli di servizi (progettazione) il ribasso medio di aggiudicazione è del 16,4%. Per i servizi è nelle regioni del centro Italia e delle isole che si registrano i ribassi più alti, intorno al 18%”. Secondo lo stesso esponente del Pd, ad esempio, la progettazione dell’arredo della trincea ferroviaria sarebbe stata assegnata con un ribasso ben oltre al di sotto della media nazionale, così come quella del nuovo mercato. “Facendo un calcolo dei soldi spesi o comunque stanziati finora per la progettazione, siamo arrivati a contare 1.643.545 euro di cui quasi un terzo assegnato allo stesso gruppo di progettisti che appaiono in quasi tutte le gare, in barba a qualsiasi regolamento. Stesso discorso andrebbe fatto per le imprese – ha aggiunto - tra i 12.133.040 euro contati per appalti di lavori si registrano gare o assegnazioni dirette rivolte per buona parte alle stesse ditte. Anche qui i ribassi prospettati dal rapporto dell’Authority sono una chimera. In alcuni casi si ricorre ad un altro dei trucchetti di questa Amministrazione: la cosiddetta polverizzazione dei lavori: frammentare un’opera di una certa entità in lavori più piccoli. Questo consente di procedere a più gare e far uscire soldi più facilmente rispetto alle grandi gare che dovrebbero avere invece evidenza comunitaria. Insomma frammentare e cercare di portare il più possibile le gare verso una procedura negoziata che faciliti l'assegnazione ai soliti noti. Qualcuno dovrebbe spiegare alla città se trasparenza e rotazione sono ancora principi ai quali questa Amministrazione ispira la propria azione”.
Fonte: Civonline.it

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21 maggio 2010

Civitavecchia: cementificatori e cementificati. E il Grumo Misto si allarga

"La variante per costruttori e palazzinari (da Centumcellae.it)
Approvata quest'oggi dal Consiglio comunale la Variante 29: nuove case e palazzi per una città che, non si sa come, crescerà in pochi anni di 10.000 abitanti."

Che sia un bene o un male è un dato di fatto: la popolazione della nostra Città non cresce con lo stesso ritmo del Grumo Misto, che invece si ammassa sulle poltrone del Pincio come scorie in un deposito abusivo:

"...con la surroga del dimissionario Vincenzo Gaglione al cui posto è subentrato Ivano Bianchini: eletto tra i Socialisti a sostegno di Nicola Porro è immediatamente trasmigrato nelle larghe intese sostenendo dal Gruppo misto il centrodestra alla prima votazione" (Ricordiamo le new entry Daniele Perello da Sinistra e Libertà e del noto saltafossi Gianfranco Bergodi da UDC e tanti altri prima)

La popolazione in Italia non cresce, la popolazione civitavecchiese è ferma sui 50.000 da decenni, i giovani con alta formazione lasciano quasi sistematicamente la città, e allora:
a chi serve un milione di metri cubi di nuovo cemento?
Che domanda ingenua! Agli speculatori, al malaffare che ricicla denaro sporco.

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14 maggio 2010

Criminalità organizzata nel Lazio: risposta a Mazzola

L’assemblea generale della 'Caponnetto': 'ed ora il Sindaco denunci tutti noi', L’Associazione antimafia risponde al Sindaco di Tarquinia.
Fonte: maremmaoggi.it

"L’Assemblea Generale dell’Associazione Regionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “A. Caponnetto”, riunita a Latina il 25 Aprile 2010, ascoltata e condivisa le relazione del suo Presidente Regionale, ha preso in esame, in particolare, la gravissima situazione in cui si trova il territorio della Regione Lazio alla luce delle più recenti azioni investigative e giudiziarie che attestano l’aggravarsi del fenomeno di espansione continua della criminalità organizzata in tutti i settori dell’economia, della società, della politica e delle istituzioni, così come comprovato dal provvedimento di scioglimento per condizionamenti mafiosi dell’Am-ministrazione comunale di Nettuno, in provincia di Roma, e dai risultati dell’inchiesta della DDA di Roma denominata “ Damasco” relativa a quella di Fondi, in provincia di Latina, autoscioltasi, com’è noto, proprio per evitare un analogo provvedimento governativo di scioglimento.

A fronte di tale inquietante situazione, sconcerta l’atteggiamento di molti amministratori pubblici ed esponenti politici del Lazio.

In quest’ottica, addolora il comportamento del Sindaco del PD di Tarquinia, in provincia di Viterbo, un comportamento che potrebbe essere interpretato come vera e propria censura del contenuto delle denunce fatte dal V. Presidente Regionale dell’Associazione, Luigi Daga, in ordine alla presenza ed alle attività sul territorio di Tarquinia, di Civitavecchia e della provincia di Viterbo di imprese provenienti da regioni, come la Sicilia, la Calabria e la Sicilia, storicamente infiltrate massicciamente dalle mafie.

Il V. Presidente della nostra Associazione sarebbe reo, secondo il predetto Sindaco, dei reati di diffamazione e di procurato allarme per aver messo in evidenza, senza aver mosso accuse specifiche nei confronti di chicchessia, alla stampa ed agli organi istituzionali competenti la presenza di imprese edili di Casal di Principe e del Casertano che si sono aggiudicati appalti dal Comune di Tarquinia e dalla Provincia di Viterbo e di aver chiesto, pertanto, le opportune verifiche.

Azione più che legittima e doverosa da parte di un’Associazione antimafia seria e non parolaia come la nostra che quotidianamente ed in tutto il Lazio assolve a tale compito.

Sul territorio di Tarquinia, Civitavecchia e nell’intero Viterbe-se da tempo si stanno concentrando presenze massicce di imprese, campane, calabresi e siciliane, un fenomeno in continua espansione e che sicuramente assumerà dimensioni maggiori in vista delle imponenti opere che si preannunciano con la realizzazione del progetto del “Terminal Asia” nel vicino porto di Civitavecchia.

Un progetto, quest’ultimo, verso il quale - secondo anche quanto accertato da indagini svolte dalla DDA di Reggio Calabria che ha già provveduto ad effettuare numerose azioni nei confronti di soggetti che si sono resi autori della costituzione di sodalizi misti fra cosche calabresi e clan laziali nel Porto di Gioia Tauro, - le medesime “famiglie “rivolgeranno sicuramente le loro attenzioni verso il Porto di Civitavec-chia, dove, peraltro, si sospetta anche la presenza della potente mafia cinese. Non va ignorato, inoltre, il forte interesse che hanno mostrato società provenienti, oltreché dalla Calabria, dalla Sicilia, a segmenti di territorio collocati sia a ridosso del porto di Civitavecchia che nel Comune di Tarquinia, dove, peraltro, già si sospetta un massiccio traffico di sostanze stupefacenti proveniente dal mare e di altri generi. Sempre a ridosso del comune di Tarquinia è in atto un’operazione economica volta alla costruzione di una centrale elettrica fra i cui attori ci sono soggetti rimasti coinvolti in serie vicende giudiziarie ad opera di alcuni Tribunali, fra cui quello di Palermo. Si tratta solo di alcuni esempi; quanto basta per allertare qualunque sindaco, anche fra quelli meno attenti a tali problemi.

A fronte di una situazione di tali gravità e pericolosità, in conseguenza della quale noi tutti siamo esposti a rischi di ogni genere (tanto che lo stesso Luigi Daga è stato già oggetto di iniziative giudiziarie, dal sapore intimidatorio, promosse nei suoi confronti da taluni di quei soggetti), il Sindaco di Tarquinia - espressione, peraltro, di una forza politica erede di martiri della mafia come Pio La Torre ecc. – mai avrebbe dovuto promuovere azioni che potrebbero essere interpretate come uno stimolo ad eventuali ritorsioni non solo ai danni di Gigi Daga ma di noi tutti.

Nel condividere quanto fatto al riguardo dal nostro V. Presidente Regionale e nell’invitare il Sindaco di Tarquinia ad estendere la denuncia fatta alla persona di Daga a noi tutti dell’Associazione, invitiamo i dirigenti regionali e nazionali del Partito Democratico –e, in particolare, la Presidente Nazionale del PD On. Rosy Bindi – a farci conoscere se condividono o meno l’azione ai nostri danni del Sindaco del PD di Tarquinia.

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28 gennaio 2010

Lotta ad illegalità e mafie: incontro con De Magistris e De Fichy

Appuntamento a sabato 30 gennaio, ore 16.30, aula Pucci del comune di Civitavecchia

Riceviamo e pubblichiamo
Associazione Regionale del Lazio per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”

Le allarmanti notizie provenienti dalla centrale a carbone, la richiesta di rinvio a giudizio per corruzione dell’ex sindaco di Civitavecchia, le preoccupanti denunce che giungono dal mondo imprenditoriale, le continue contestazioni di irregolarità degli iter amministrativi e la mancanza di trasparenza che caratterizza questi ultimi, le sempre più frequenti denunce di quanti istituzionalmente deputati circa una sempre più pressante infiltrazione della criminalità organizzata nell’Alto Lazio e il silenzio, che sfiora l’omertà, che circonda tutto ciò, sono vicende che necessitano di un’approfondita riflessione per comprendere quali dinamiche si siano messe in moto sul territorio.

Dinamiche che,

anche alla luce degli ingenti investimenti di cui sembra dover essere oggetto l’intero comprensorio, rischiano di compromettere gravemente ed ulteriormente il già provato sistema ambientale ed il tessuto socio-economico locale.

Un momento di confronto collettivo con quanti agiscono e vivono sul territorio e con due dei massimi esperti del settore, ovvero il procuratore di Tivoli, ex procuratore aggiunto antimafia Luigi De Fichy e l’ex magistrato, attualmente europarlamentare, Luigi De Magistris, ci è sembrato, quindi, un atto importante in un percorso di analisi che è ormai ineludibile su questo territorio e al quale chiamiamo quanti sentano il bisogno di dare un contributo al rafforzamento della cultura della legalità

Momento di confronto che si terrà sabato 30 gennaio alle ore 16.30 presso l’aula Pucci del comune di Civitavecchia e che sarà moderato dal giornalista Marco Galice.

asscaponettocv@gmail.com
www.comitato-antimafia-lt.org

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21 dicembre 2009

"La mafia esiste perche' esistono gli italiani"

Dal blog di B.Grillo
Le mafie investono sul cemento, sul Ponte di Messina, sulla TAV, sulle centrali nucleari, sugli inceneritori? Secondo Spatuzza e altri pentiti la mafia ha fatto un patto con lo Stato? Per Lunardi con la mafia bisogna convivere? In Parlamento ci sono due senatori di cui faccio solo il cognome: Cuffaro e Dell’Utri, condannati in primo grado per rapporti con la mafia? La prima impresa del Paese sono le mafie con un giro di affari di centinaia di miliardi di euro

all’anno? Lo Scudo Fiscale per il rientro dei capitali mafiosi con un cinque per cento di tassa e l’anonimato garantito è un vestito su misura per la mafia? La messa all’asta dei beni sequestrati in precedenza ai mafiosi favorisce, per l’appunto, i mafiosi? Il taglio alle forze di Polizia, ridotte a spingere le autovetture per strada, rinforza la criminalità organizzata? L’attacco alla magistratura da parte del Governo esalta la mafia? Se avete letto tutte le domande ve ne farò un’altra: perché dare una risorsa come la mafia in appalto allo Stato?

La mafia può diventare il motore del Paese, i suoi enormi investimenti essere pilotati verso il futuro. Sole, eolico, energie rinnovabili per una mafia rinnovabile. Cemento e inceneritori distruggono il territorio in cui vivono i mafiosi, discariche e rifiuti tossici uccidono cittadini, anche facoltosi, che non pagheranno più il pizzo. Di cosa vivrà domani la mafia?
I politici “collegati” non sono affidabili, non lo sono mai stati, sono ominicchi, quaqquaraquà come scriveva Sciascia. Non vedono più in là della loro tangente o della posizione di potere. C’è più dignità in un Provenzano che in molti parlamentari.

Nell’Ottocento le mafie erano latenti, il loro concime, ciò che le ha fatte crescere, è stata l’Unità d’Italia. Nel 2011 si festeggeranno, insieme a quello dello Stato italiano, i 150 danni della nascita delle mafie. Un senatore a vita, Andreotti, è riverito da tutti media, dal Corriere alla Repubblica, ed è un prescritto di mafia. I migliori uomini della Repubblica, da Falcone a Dalla Chiesa, sono stati uccisi dalla mafia, o da parti dello Stato che hanno usato la mafia come braccio armato. Nella seconda guerra mondiale la Sicilia è stata conquistata dagli Alleati grazie alla mafia e gli Stati Uniti, in cambio, hanno permesso l’insediamento di frotte di uomini d’onore nelle posizioni chiave dell’isola da cui non si sono più mossi.
Oggi è difficile segnare una linea di confine tra cos’è mafia e ciò che non lo è. Di certo non si può continuare per altri 150 anni con la barzelletta, sempre meno credibile della lotta alla mafia. La mafia esiste perché esistono gli italiani, dobbiamo farcene una ragione o cambiare noi stessi.

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30 novembre 2009

Convegno "Le mafie si impadroniscono anche del Lazio"

Giovedì 3 Dicembre 2009- ore 17

Sala Sacchetti della società d'arte e storia- via dell'Archetto 4- Tarquinia.
Relatori:
On. Giuseppe LUMIA -Vice Presidente della Commissione parlamentare antimafia-
Ignazio CUTRO'- imprenditore contro la mafia.

Finchè la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire.Il silenzio è l'ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con i cittadini sempre meno liberi (Pietro Grasso)

Associazione Regionale contro l'illegalità e la mafia "Antonino Caponnetto"

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24 luglio 2009

"A CIVITAVECCHIA LA MAFIA C'E'". Le mani di cosa nostra sulla città portuale e sui comuni vicini

Comunicato dell'Assoc. Antonino Caponnetto

"Dal buon esito di una vicenda giudiziaria che lo ha riguardato, il sindaco di Civitavecchia Moscherini ha tratto spunto per passare - secondo quanto hanno riportato alcuni organi di stampa - alla formulazione di giudizi negazionisti su una situazione generale attinente alla presenza della criminalità organizzata sul territorio da lui amministrato.

In sostanza, egli ha negato tale presenza, smentendo oggettivamente quanto sostenuto al

riguardo dalla Procura Nazionale Antimafia e da altri organismi investigativi e giudiziari centrali.
Lo stesso sindaco ha colto, inoltre, l’occasione per esprimere giudizi negativi nei confronti di tutti coloro – i cosiddetti “professionisti dell’antimafia“ – che, in virtù dell’esito di approfondite analisi e di quanto scritto dagli Organi dello Stato succitati, esprimono da tempo un parere opposto al suo.

Nell’esprimergli le nostre felicitazioni per l’esito della sua vicenda giudiziaria - che, da quanto appreso dai giornali, non riguarda, comunque, la materia che stiamo trattando -non possiamo esimerci dal ricordargli che ci siamo già visti costretti a presentare denuncia - querela alla Procura della Repubblica per alcuni giudizi offensivi da lui espressi nei nostri confronti.

Noi non abbiamo mai fatto ricorso nei confronti di chicchessia – né tanto meno nei suoi confronti – all’arma del dileggio e dell’insulto.
Riteniamo, pertanto, che altrettanto debba fare anche il Sindaco Moscherini, tenuto conto, soprattutto, del ruolo istituzionale da lui al momento ricoperto e del rispetto dovuto a quello degli altri attori in campo, a cominciare dalla Magistratura.
A noi non interessano le polemiche fra il Sindaco Moscherini ed altri esponenti politici locali, ma quando egli arriva a dichiarare pubblicamente che a Civitavecchia “la mafia non c’è”, è doveroso per noi replicargli che, al contrario, “la mafia c’è“.

Associazione Regionale del Lazio per la lotta contro le illegalità e le mafie
“Antonino Caponnetto”

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4 giugno 2009

Mafia e camorra a Civitavecchia: cosa ha da dire Moscherini?

Comunicato dell'Associazione Antonino Caponnetto
"Cosa dice il sindaco Moscherini dopo l'ultima relazione della DIA che ha confermato le nostre preoccupazioni sulla presenza della mafia nel territorio?". A porre il quesito è l'associazione "Caponnetto" che ricorda le polemiche successive ad un convegno organizzato nelle scorse settimane dove erano stati espressi concetti analoghi. Leggi la nota. Le invettive, il turpiloquio, le reciproche accuse e finanche le intimidazioni indirette che hanno caratterizzato le reazioni alla vicenda dell'informazione di garanzia ricevuto dal Primo Cittadino sono emblematiche del degrado politico e della miseria etica e culturale in cui si avviluppa la classe politica cittadina, ma non solo.


Ci saremmo aspettati una riflessione approfondita sull'etica di coloro che amministrano la cosa pubblica, un'analisi sugli eventuali meccanismi perversi che sono, o potrebbero in futuro, radicarsi nel contesto economico locale e, soprattutto, un impulso al senso di responsabilità di quanti hanno l'onere del governo e della rappresentanza del territorio, ai vari livelli, nell'individuare gli anticorpi da attivare in seno alla società civile e nel tessuto economico cittadino per far fronte al crescendo di allarmi di cui è oggetto il comprensorio.
Un silenzio spettrale ha, invece, avviluppato il merito della vicenda, così come era accaduto con quanto emerso con la presentazione del nostro dossier reso pubblico nel convegno del 20 aprile scorso.
Non una parola di alcuno, infine, tantomeno del Primo cittadino, sui contenuti dell'ultima relazione presentata dalla Dia e relativa al secondo semestre 2008, in cui si legge testualmente: "Sul litorale nord della capitale (in special modo nei comuni di Ladispoli, Cerveteri, S. Marinella, e Civitavecchia) si riscontra la presenza di alcune ramificazioni dei sodalizi GALLO, MISSO, MAZZARELLA E VENERUSO, attivi nel narcotraffico. La potente alleanza MISSO-MAZZARELLA ha manifestato segnali di infiltrazione nelle dinamiche commerciali del porto di Civitavecchia, ove, a seguito dei numerosi sequestri operati nel porto di Napoli, si sta concentrando la maggior parte delle operazioni di sdoganamento dei container contenenti merce prodotta in Cina ed introdotta in regime di contrabbando".
Il contrasto alle infiltrazioni mafiose rappresenta un dovere civico, che diviene vero e proprio obbligo per quanti ricoprono incarichi pubblici e/o istituzionali.
L'ignavia degli amministratori e il vuoto istituzionale consequenziale all'inazione di questi ultimi, non possono costituire certo un alibi, per questo pensiamo sia necessario uno scatto di orgoglio civico da parte della società civile cittadina.
Per questo la nostra Associazione si farà promotrice di incontri con rappresentanze categoriali e sindacali operanti sul territorio per proporre, similmente a quanto fatto in Sicilia dal Centro Studi Pio La Torre in sinergia con le grandi organizzazioni sociali ed economiche, un patto per la legalità e la sicurezza che veda nell'azione congiunta di queste ultime un argine concreto a quella che ormai è una certezza da più parti denunciata, quella, appunto, delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel nostro territorio e della nefasta influenza di quest'ultima nei processi economici locali.

Associazione Antonino Caponnetto

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