No al carbone Alto Lazio

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29 aprile 2012

Quanto pesa sulla nostra società l'inquinamento di Enel

Riportiamo l'articolo “Il carbone dell’Enel fa un morto al giorno e costa due miliardi l’anno” da ilFattoquotidiano
Greenpeace Italia anticipa al Fatto Quotidiano il suo rapporto su Enel, basato sulle ricerche della fondazione olandese SOMO e della European Environmental Agency (EEA). Investimenti minimi nelle nuove rinnovabili, sostegno anacronistico al carbone e nucleare all’estero

Un morto al giorno, 366 l’anno per la precisione. Sono quelli riconducibili all’inquinamento prodotto dalle centrali a carbone dell’Enel secondo la proiezione della Fondazione Somo per Greenpeace Italia. Applicando i parametri dell’Agenzia Europea per l’Ambiente alle emissioni in atmosfera delle centrali della compagnia ex pubblica emerge che “le morti premature associabili alla produzione di energia da fonti fossili di Enel per l’anno 2009 in Italia sono 460. I danni associati a queste stesse emissioni sono stimabili come prossimi ai 2,4 miliardi di euro. La produzione termoelettrica da carbone costituisce una percentuale preponderante di questi totali: a essa sono ascrivibili 366 morti premature (75%), per quell’anno, e danni per oltre 1,7 miliardi di euro (80%)”. Un responso implacabile che la Fondazione ha trasmesso all’Enel ricevendo, purtroppo, risposte molto elusive.

“Lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili unito alla perdurante stagnazione della domanda di energia elettrica sta rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali, mettendo a rischio la possibilità di tali impianti di rimanere in esercizio”. L’ha dichiarato un mese fa Paolo Colombo, presidente dell’Enel, seguito a ruota dall’amministratore delegato Fulvio Conti, che ha chiesto di “correggere le forme di incentivi per le fonti rinnovabili” calibrando meglio i sussidi nel prossimo decreto allo studio del governo nazionale, per “dare impulso ad altre filiere”.


Il mondo sta cambiando, la produzione di energia è sempre più diffusa e decentrata, ma l’Enel non vuole mollare: il suo vecchio mondo, quello delle grandi centrali a gas, carbone, uranio, olio combustibile deve essere preservato. “Enel è entrata a gamba tesa sul tema dell’incentivazione alle rinnovabili – ha dichiarato a Repubblica.it il senatore del PD Francesco Ferrante – . Le cose sono due: o si tratta di disinformazione o di una sorta di confessione di chi guarda al passato e ha paura del futuro”.
Per Greenpeace Italia non ci sono dubbi: Enel ha paura delle rinnovabili perché è ancorata al passato o si affida a tecnologie di dubbia efficacia. “Se si eccettua l’idroelettrico, che in Italia è semplicemente un’eredità di investimenti passati e in altre regioni, come in America Latina, è collegato a progetti potenzialmente ad alto impatto ambientale, gli investimenti di Enel nelle rinnovabili sono minimi, specialmente in Italia ed Europa, dove la riduzione delle emissioni di Co2 è affidata al nucleare o a improbabili tecnologie come la cattura e sequestro del carbonio (Carbon Capture Storage o CCS)”, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.
Nel suo rapporto, che ilfattoquotidiano.it ha ottenuto in anteprima, Greenpeace non si limita a puntare il dito, come ha già fatto più volte in passato, sul mix energetico “anacronistico” di Enel, ma analizza per la prima volta i costi esterni delle centrali Enel a carbone e petrolio. “Si tratta dei costi per l’ambiente, l’agricoltura e la salute dei cittadini. Sono voci di costo che non compaiono nei bilanci, perché la società non li paga. A pagare è però l’ecosistema nel suo complesso”.
Greenpeace fa riferimento a un rapporto della fondazione olandese SOMO, che uscirà nei prossimi mesi, e allo studio della EEA (European Environmental Agency), l’agenzia per l’ambiente dell’Unione Europea, uscito nel novembre del 2011. Lo studio dell’EEA individua i 20 impianti di produzione di energia più inquinanti in Europa. In Italia il primato spetta alla centrale a carbone Federico II di Brindisi, gestita dall’Enel, i cui costi esterni (calcolati dall’EEA) ammontavano a 707 milioni di euro nel 2009: una cifra che supera i profitti che Enel ottiene dalla centrale. “E’ un gioco pericoloso, che non vale la candela”, continua Onufrio. “I profitti sono ottenuti con un prezzo altissimo per l’ambiente e la salute”. Greenpeace Italia ha esteso la metodologia utilizzata dallo studio dell’EEA a tutte le centrali a carbone gestite da Enel in Italia ed è arrivata a conclusioni preoccupanti: “I costi esterni delle centrali a carbone sono di 1,7 miliardi di euro – oltre il 40% dell’utile che Enel ha ottenuto a livello consolidato, in tutto il mondo, nel 2011”, si legge nel rapporto. “Se alle attuali centrali si dovessero aggiungere quelle di Porto Tolle e Rossano Calabro – che potrebbero presto essere convertite da olio a carbone – i costi esterni potrebbero toccare la quota di 2,5 miliardi di euro all’anno, suddivisi in costi per la salute, danni alle colture agricole, costi da inquinamento dell’aria e da emissioni di Co2”.
Al termine del rapporto, Greenpeace chiede ad Enel di effettuare al più presto una valutazione dei costi esterni delle centrali a combustibili fossili, riportando i risultati all’interno del bilancio di sostenibilità. Tra i quesiti rivolti ad Enel non mancano i riferimenti al progetto per la centrale a carbone di Galati, in Romania, “in un’area già colpita da decenni di inquinamento dell’industria pesante rumena” e alla centrale Reftinskaya GRES, nella regione di Ekaterinburg, in Russia, che sarebbe stata accusata di “violazioni di norme ambientali” da parte delle autorità locali. Altre domande riguardano i reattori nucleari Cernavoda 3 e 4, che Enel gestisce in Slovacchia e il progetto Baltic NPP a Kaliningrad, in Russia, per la costruzione di un nuovo reattore nucleare.
Alcune delle domande di Greenpeace sono state inoltrate alla società dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Banca Etica) azionista “critico” di Enel dal 2007. Enel sarà tenuta a rispondere entro il giorno dell’assemblea, prevista per lunedì 30 aprile. Tra gli azionisti saranno presenti, oltre alla Fondazione di Banca Etica, anche il vescovo guatemalteco Alvaro Ramazzini – delegato dai Missionari Oblati – e l’attivista colombiano Miller Armin Dussan Calderon, professore dell’Università Surcolombiana e presidente di Assoquimbo, associazione dei comitati locali colombiani che presidiano il territorio contro la costruzione della diga Enel di Quimbo in Colombia. Ramazzini e Calderon porteranno in assemblea la voce delle popolazioni del sud del mondo impattate dai progetti idroelettrici della compagnia italiana. L’assemblea potrà essere seguita online sul sito del Fatto Quotidiano e su Twitter (#nonconimieisoldi e #azionisticritici). 
 di Marco Atella e Andrea Di Stefano

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NdR: ci scusiamo ancora coi nostri amici e lettori, ma perduranti problemi tecnici ci hanno impedito di curare adeguatamente il sito in questo periodo. Torneremo a pubblicare con la stessa costanza che in passato, promesso.


9 dicembre 2011

Il clima cambia, la politica?

Da Greenpeace.it il resoconto di un'azione dimostrativa davanti a Palazzo Chigi

"Mentre il Ministro dell’Ambiente sta arrivando a Durban per la conferenza Onu sul clima, una cartolina dal caos climatico formato 14x5 metri è stata piazzata dai nostri climber davanti a Palazzo Chigi. Una tragica foto dell’alluvione di Genova accompagnata dalla scritta: "Il clima cambia. La politica deve cambiare".
zoom
In Piazza Colonna altri attivisti si sono arrampicati sui lampioni con il messaggio "A Durban salviamo il clima" e due attori hanno messo in scena la rappresentazione della politica che si rifiuta di cambiare. Vestiti e truccati come se fossero in un film in bianco e nero, hanno risposto alle domande dei giornalisti come se il problema del caos climatico non li riguardasse.

Quest’autunno una serie di tragiche alluvioni hanno martoriato l’Italia, da Nord a Sud. Genova, Roma e poi Messina. La morte di decine di persone e miliardi di euro di danni. Questi sono chiari segnali che i cambiamenti climatici stanno avendo un effetto sempre più grave anche a casa nostra.

L’azione di stamattina davanti alla sede del Governo rilancia quella che abbiamo promosso la settimana scorsa sul nostro sito: “Manda a Clini una cartolina dal caos climatico”. Più di 15 mila persone hanno già chiesto al Ministro dell’Ambiente di assumere a Durban una posizione forte e ambiziosa per la salvaguardia del clima e per il rinnovo del protocollo di Kyoto. Il Ministro darà ascolto ai cittadini o alle multinazionali dell’inquinamento?

Il governo precedente ha guidato l'Italia verso posizioni, a livello internazionale, sempre più di retroguardia nella lotta alle emissioni dei gas serra. Il Senato, in questa legislatura, ha addirittura approvato un atto che nega l'esistenza dei cambiamenti climatici e prende le distanze dalle politiche comunitarie a difesa del clima.

Da Piazza Colonna chiediamo al Ministro Clini e al nuovo Governo di cambiare la politica climatica del Paese. Con due mosse. La prima: impegno forte a Durban per ridurre le emissioni di gas serra. La seconda: difesa degli incentivi alle rinnovabili, un investimento per il futuro occupazionale e ambientale del Paese."

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In seguito all'azione dimostrativa non violenta, Salvatore Barbera, Responsabile della Campagna Clima ed Energia di Greenpeace, è stato espulso dal Comune di Roma per due anni

10 novembre 2011

Condanna da 1,5 milioni per l'azienda energetica che spiava Greenpeace

Dal FattoQuotidiano
"Spiò i piani di Greenpeace, Edf condannata a pagare 1,5 milioni di euro

Edf è colpevole di spionaggio informatico ai danni di Greenpeace. Il colosso energetico (e soprattutto nucleare) francese, per di più un gruppo pubblico (controllato dallo Stato per oltre l’80% del capitale), avrebbe fatto ricorso a un sottobosco di ex agenti segreti e hacker per scoprire cosa l’organizzazione ambientalista stava studiando per protestare contro il suo progetto di un nuovo impianto nucleare a Flamanville, in Normandia. Quell’Epr, reattore di terza generazione, ora in costruzione (anche Enel fa parte della partita) lì, davanti al mare. Lo stesso costosissimo modello che i francesi volevano vendere all’Italia quando ancora Berlusconi e Nicolas Sarkozy erano molto amici.

La condanna di Edf è giunta oggi in primo grado da parte dei giudici della procura

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20 luglio 2011

Fiato sul collo a Zaia


Agisci, con l'iniziativa di Greenpeace:

Pericolo carbone in Italia, ferma la centrale di Porto Tolle. Chiedi subito al governatore della Regione Veneto di fermare questo scempio nella zona protetta del Delta del Po. Scrivi subito a Zaia!

Luca Zaia, il governatore leghista della Regione Veneto, vuole fare un regalo a Enel: cambiare la legge di un parco già fragilissimo – quello del Delta del Po – per consentire la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle. C’è poco tempo per fermarlo: in Consiglio regionale stanno discutendo la legge proprio in queste ore.

Questa centrale avrebbe un impatto su un’area estremamente estesa della Pianura Padana, e produrebbe 10 milioni di tonnellate l’anno di CO2, cioè oltre 4 volte le emissioni annuali di una città come Milano.

Chiedi subito al governatore della Regione Veneto di fermare questo scempio nella zona protetta del Delta del Po. Scrivi subito a Zaia!

23 maggio 2011

Sentenza Porto Tolle, pressioni sui giudici rei di far rispettare la legge

Da Agenparl.it
"Con riferimento alla fiaccolata indetta per oggi alle 17:30 a Roma in Piazza Farnese dai lavoratori della Centrale Enel di Porto Tolle, Greenpeace e WWF ritengono che esercitare pressioni di piazza mentre il Consiglio di Stato scrive le motivazioni di una sentenza sia inaccettabile, e che costituisca un'azione intimidatoria da parte di soggetti disinformati che ancora credono alle bugie di ENEL sul carbone pulito.
Oltre che essere la maggiore fonte di inquinamento da mercurio, il carbone è il principale responsabile del cambiamento climatico che è tra i peggiori nemici del delta del Po. Secondo un rapporto pubblicato dal Vaticano la scorsa settimana, il cambiamento climatico causa due milioni di morti

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14 aprile 2011

80,027 commenti per Unfriend Coal, nuovo record

"80,027 comments in 24 hours is the new world record!", Greenpeace annuncia il raggiungimento del nuovo record del mondo, superando di molto il tetto dei 50.000 necessari per il record. Un piccolo giochino, ma significativo: degli impianti a carbone tutto il mondo ne ha abbastanza.

Leggi anche qui

13 aprile 2011

Aiuta Greenpeace per il suo World Record, e togli l'amicizia al carbone

Greenpeace ci chiede di partecipare a questo World Record, postando 50.000 commenti su Facebook in 24 ore. La pagina da commentare è quella della campagna per alimentare i server di Facebook con energie rinnovabili, e si chiama "Unfriend Coal" (trad. "togli l'amicizia al carbone") www.facebook.com/UnfriendCoal

"Vuoi aiutarci ad entrare nel nuovo Guinness dei Primati Mondiale commentando la scelta energetica di Facebok?

Segui questi passi:

  1. Per commentare questo post devi prima cliccare ‘mi piace’ sulla pagina www.facebook.com/UnfriendCoal
  2. Lascia un commento a sostegno delle energie rinnovabili
  3. Tagga (@ nome) 10 amici nel tuo commento per invitarli ad aderire al tentativo di record mondiale
  4. Ripeti! Si può commentare più di una volta. Tutti i tuoi commenti saranno conteggiati nel tentativo di record! (Attenzione ragazzi, dopo 30 commenti venite automaticamente bannati dal thread!)
  5. Condividi questa nota sul profilo e spargi la voce tra i tuoi amici!

Cosa devo scrivere?

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21 dicembre 2010

Sulle nuove centrali a carbone italiane

Da reteclima.it
Gli ultimi due progetti italiani di impianti a carbone si stanno per realizzare in Calabria: una nuova centrale a Saline Joniche (RC) a cui si aggiunge la riconversione a carbone dei gruppi a olio combustibile della centrale Enel di Rossano Calabro

Si tratta di due operazioni che comporteranno emissioni aggiuntive rispettivamente per 7,5 e 6,7 milioni di tonnellate di CO2 all'anno e che stanno incontrando forti resistenze sui territori dove andranno ad essere realizzate.

Ma a fianco di questo due esempi ci sono anche altri progetti italiani nel carbone: Civitavecchia (con riconversione ormai terminata, ed ora già attiva), Porto Tolle (sul delta del Po, in fase progettuale), Vado Ligure (SV), Fiume Santo di Sardegna (con iter autorizzativo da parte del Ministro dello Sviluppo Economico già terminato).

Secondo il report di Greenpeace sui grandi inquinatori recentemente diffuso, se alla centrale di Civitavecchia

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21 ottobre 2010

"IL CARBONE, LA PRIMA MINACCIA PER IL CLIMA DEL PIANETA"

A Savona mostra fotografica di Greenpeace, da Savona e Ponente.comDa domani, giovedì 21 ottobre, alla libreria Ubik di Savona mostra fotografica di Greenpeace Italia sul tema: “IL CARBONE, LA PRIMA MINACCIA PER IL CLIMA DEL PIANETA”.
Il carbone è il primo nemico dell’equilibrio climatico del Pianeta: oltre un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono all’uso di carbone, che è il combustibile fossile con le più alte emissioni specifiche di gas serra, circa il triplo del gas.
La battaglia per salvare il Pianeta dalla crisi climatica è dunque una battaglia

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5 agosto 2010

Pesce al mercurio: valori 10 volte sopra il limite a Civitavecchia


Fonte: ANSA
"Allarme sogliole tossiche nel Santuario dei Cetacei: a lanciarlo oggi un nuovo rapporto di Greenpeace. Metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici e bisfenolo A, in certi casi oltre il limite consentito dalla legge: questi gli inquinanti trovati nei pesci. In particolare - si legge nel rapporto dal titolo ''Sogliole tossiche nel Santuario dei Cetacei: non ingerire!'' che l'ANSA e' in grado di anticipare - le analisi, commissionate da Greenpeace al Dipartimento di Scienze Ambientali dell' Universita' di Siena, sono state effettuate su 31 esemplari prelevati in 5 aree al largo di Civitavecchia, Viareggio, Livorno, Lerici (La Spezia) e Genova.

Fra i risultati piu' preoccupanti c'e' il dato sul mercurio trovato oltre il limite

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9 marzo 2010

Assalto alla ex centrale nucleare in corso



Greenpeace è salita sul tetto della vecchia centrale nucleare di Montalto di Castro, per un'azione dimostrativa contro la folle scelta di tornare oggi all'atomo.
Vedi
http://qik.com/video/5370824

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Qui il resoconto dell'azione sul tetto della ex centrale nucleare Montalto Di Castro, che il Governo vorrebbe riaprire.

http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/comunicati/montalto-nucleare

http://www.terranews.it/news/2010/03/montalto-di-castro-greenpeace-lancia-il-suo-%E2%80%9Curlo%E2%80%9D-antinucleare

20 dicembre 2009

"Copenhagen: il fallimento non è un'opzione. La lettera di Kumi Naidoo"

Da Greenpeace.it la lettera aperta di Kumi Naidoo, Direttore esecutivo di Greenpeace International, a commento della conclusione del Summit sul clima di Copenhagen.

Come le decine di migliaia di attivisti attorno al globo che hanno lavorato in modo così duro perché da Copenhagen uscisse un trattato equo, ambizioso e legalmente vincolante, ho sperato fino all’ultimo che i nostri leader avrebbero agito, raggiungendo un accordo sul clima sufficiente a evitare la catastrofe climatica.

Ma la realtà è stata diversa. Nonostante il mandato ricevuto dai cittadini di tutto il mondo, e più di un centinaio di capi di governo arrivati a Copenhagen, il battibecco continua. I nostri leader non hanno agito come tali. Non hanno portato a termine il loro compito.

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17 dicembre 2009

enel clima killer. Il sito web

Un sito web tutto da vedere: http://www.greenpeace.it/enel/

Leggi anche qui: http://www.greenpeace.org/italy/news/enel-sito

"NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DA enel" (minuscole sempre d'obbligo)

Da Greenpeace.it, 9/12/2009
Roma, Italia — Confermiamo le notizie di stampa anticipate questa mattina dal Financial Times. Enel, il più grande emettitore di CO2 in Italia, alla vigilia del summit di Copenhagen, ci ha chiesto 1,6 milioni di euro per le azioni di protesta dei nostri attivisti presso le centrali a carbone.

Il carbone è la fonte energetica con le maggiori emissioni di CO2, sia in assoluto che in termini relativi, e i piani di Enel di espandere la produzione a carbone non faranno altro che accelerare i cambiamenti climatici.

Se Enel pensa di intimidirci o mettere pressione perché abbassiamo il tono della nostra campagna su quella che è la principale questione ambientale globale, i cambiamenti del clima, si sbaglia di grosso.

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10 luglio 2009

"Le azioni di Greenpeace e la mistificante informazione di enel"

Comunicato

"Il Forum Ambientalista esprime tutta la propria solidarietà e sostegno agli esponenti di Greenpeace che hanno organizzato pacifiche manifestazioni di protesta in alcune centrali a carbone italiane, tra cui Civitavecchia, per porre in risalto l’inutilità di qualsiasi vertice contro i cambiamenti climatici, come quello che si terrà in occasione del G8, fino a quando le politiche energetiche non metteranno al bando l’uso del combustibile tra i più dannosi tra quelli fossili: il carbone.

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Civitavecchia: Greenpeace e cittadini a TVN





Clicca qui per leggere la nota per intero: "Il Comitato Ecolabel Ecoaudit ha sospeso la certificazione EMAS della centrale di Torre Valdaliga Nord e, conseguentemente, il Ministero dell'Ambiente è stato costretto a sancire la necessità del rinnovo dell'autorizzazione". Lo rende noto con soddisfazione il Movimento no coke Alto Lazio, che chiede ora la sospensione dell'attività della centrale fino alla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Leggi la nota.

9 luglio 2009

Un messaggio per il G8: Greenpeace in azione nelle centrali a carbone italiane

Dopo aver "assaltato" già quattro impianti sul suolo italiano, Greenpeace artefice di un nuovo raid nel cantiere della centrale a carbone di Civitavecchia, con un messaggio per il G8 riunito: STOP THIS!

Leggi le news cliccando sui link qui sotto:

Secondo giorno: le centrali occupate salgono da quattro a cinque

G8 incapace di agire. Il caos climatico si avvicina

In azione in quattro centrali a carbone italiane. Messaggio di Greenpeace al G8 sul clima

I soliti servili sindacati non si sono fatti attendere per una contro-risposta, talmente scontata e in malafede che non merita di essere riportata. Purtroppo tutti sappiamo cosa siano ormai diventati, i sindacati italiani.

18 giugno 2009

Amazzonia: primi risultati della campagna di Greenpeace

"Sono passate solo due settimane dal lancio del nostro rapporto “Amazzonia, che macello!” e dalla cyberazione con la quale abbiamo chiesto a marchi globali come Geox, Timberland, Clark’s, Adidas e Nike di non acquistare pelle che proviene dalla distruzione dell’Amazzonia. In queste due settimane sono successe diverse cose di cui ho piacere di mettervi a parte e Greenpeace ha già ottenuto dei successi importanti: vi chiedo quindi di leggere quanto segue, e, se possibile, di continuare a sostenerci, magari anche con una donazione.

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25 maggio 2009

Agisci per la rivoluzione energetica, ORA.


Da Greenpeace.it un invito per una cyber-azione: contribuisci anche tu.

Vedi qui le foto

"...Mentre vi mandiamo questo messaggio, Greenpeace è in azione al G8 Energia di Roma. Siamo riusciti a portare il nostro messaggio ai grandi della Terra, quelli dai quali dipendono le soluzioni per combattere i cambiamenti climatici. Un gruppo di attivisti, infatti, sta manifestando davanti all’Hotel Excelsior - dove il meeting è in corso - con quindici specchi che proiettano la luce riflessa del sole. In uno specchio più grande c’è la scritta “Solar Revolution Now”.

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20 maggio 2009

Greenpeace: sul sudiciume che viene a galla



"Lo sporco del carbone viene a galla"
Roma, Italia — Ci complimentiamo con il Corpo forestale dello Stato per aver sequestrato 100mila tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dalla centrale a carbone Enel di Brindisi. Tutto lo sporco viene a galla, a conferma che il carbone 'pulito' non esiste e che gli impatti per l’ambiente sono molteplici e gravi.

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