No al carbone Alto Lazio

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31 marzo 2011

Arsenico nell'acqua - il problema non si può ignorare

Da repubblica.it
"Arsenico, inchieste a Viterbo e Velletri

ROMA - Un fascicolo contro ignoti, relativo alla presenza di arsenico nell'acqua oltre i limiti consentiti, è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Viterbo. L'inchiesta sarebbe scaturita dagli esposti presentati nei giorni scorsi da alcune associazioni di tutela dei consumatori e dai Verdi. Il pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare del procedimento, ha ascoltato per oltre due ore, come persona informata sui fatti, il sindaco di Viterbo Giulio Marini. Mentre accertamenti sono stati disposti anche dalla procura di Velletri dopo le denunce presentante dal Comitato per l’acqua pubblica dei Castelli, nei prossimi giorni saranno ascoltati i 33 sindaci del Viterbese nei cui acquedotti è stata rilevata una concentrazione d'arsenico oltre i 10 milligrammi/litro consentiti

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12 marzo 2011

Può la politica non occuparsi della salute pubblica?

Comunicato da "Uniti per la Salute" ONLUS, Savona

"Lunedì 14 marzo la giunta Regionale deciderà la posizione della Regione Liguria per la Conferenza dei Servizi di Roma sul potenziamento a carbone della Centrale di Vado –Quiliano.
Invitiamo i cittadini e soprattutto chi ha la grande responsabilità di decidere per il futuro del territorio savonese a leggere o rileggere attentamente quanto segue e quindi a non sottovalutare o ignorare:

1) L’ordine dei Medici della provincia di Savona che in un documento del 3 dicembre 2010 dichiara “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie

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2 gennaio 2011

"Maledetto chi specula sulla salute delle persone"

Riportiamo dal blog di B. Grillo: Tumori, il punto di non ritorno

"E' arrivato il punto di non ritorno, a fare ammazzare dall'inquinamento noi stessi e i nostri figli io non ci sto più. Si può fare qualcosa e da subito. Proibire tutti gli inceneritori sul suolo italiano. Eliminare la diffusione di sostanze cancerogene da parte delle aziende con nuove leggi e denunciando per procurata strage gli imprenditori che scaricano arsenico, cromo, benzene, toluene, etilbenzene e diossine nell'ambiente e i politici che lo permettono. Un dato della dottoressa Gentili è drammatico: in Italia i tumori aumentano del 3,2% all'anno nei primi dodici mesi di vita, la morte è trasmessa ai neonati dal corpo delle loro madri. L'avvelenamento dell'aria e dell'acqua è stato tollerato come se morire di tumore fosse la cosa più naturale del mondo, ma ora la musica deve cambiare. Maledetti coloro

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28 dicembre 2010

Civitavecchia, Alto Lazio: bilancio di una situazione critica

Pubblichiamo l'articolo di S. Ricotti "Perchè non va alterato il sistema ambientale", dal numero di Dicembre 2010 della rivista FuturaMente.

Civitavecchia, poco più di 50.000 abitanti, 71 Km2 di territorio.

Due centrali termoelettriche (ma fino a pochi anni fa erano tre) per un totale di 3500 MW di potenza installata, 110 Km di elettrodotti, un porto tra i più grandi del Mediterraneo, un cementificio, una boa petrolifera posta al largo del porto, sei depositi costieri per oli minerali di cui quattro sottoposti a direttiva Seveso, un centro chimico militare per lo smaltimento delle armi chimiche della prima guerra mondiale (in particolare iprite) e al cui interno vi è lo stoccaggio dell’arsenico utilizzato per inertizzare quest’ultime; due discariche per RSU in fase di post mortem, una in fase di esaurimento, due discariche per rifiuti speciali e pericolosi ed infine, a pochi Km di distanza, la centrale di Montalto di Castro, in odore di riconversione nucleare.

Un territorio dove il mare non è balneabile, se non per piccoli tratti, l’acqua è in deroga per superamento dei parametri di arsenico, fluoruro, vanadio e selenio da oltre tre anni, dove le percentuali di mortalità e morbilità per neoplasie all’apparato respiratorio, per leucemie e linfomi e quant’altro sono al di sopra delle medie regionali e nazionali e dove, a fronte del ricatto occupazionale utilizzato per sponsorizzare questi impianti veleniferi, la disoccupazione supera il 20 %.

Sono sufficienti questi pochi dati per comprendere quali siano le conseguenze del vivere nel raggio di azione di una servitù energetica e, nel contempo, come questa comunità, succube del ricatto occupazionale e considerata variabile dipendente dei bilanci aziendali delle varie lobby agenti sul territorio, prima fra tutte l’ENEL, sia condannata a logorarsi al proprio interno.

Narrare di Civitavecchia significa narrare la storia di una colonizzazione lunga anni, la storia di un territorio artatamente e metodicamente preparato ad essere aggredito, privato della sua anima e del suo futuro, inquinato nelle coscienze prima ancora che nelle sue risorse naturali, significa narrare dell’inerzia, quando non subalternità, delle istituzioni, Comune in testa, ma anche dell’intero ceto politico del comprensorio, che ha consentito che ciò avvenisse, abbagliato dai milioni di euro per compensazioni ambientali riversati nelle casse dei comuni.

Come un leitmotiv si sente ripetere che la politica si deve misurare con la vita reale dei cittadini.

Ebbene le vite reali e materiali dei cittadini in questo territorio, come in tanti altri, costituiscono la concretezza di quelle percentuali di mortalità e morbilità per tumore bronchiale e pleurico, per asme ed allergie, per insufficienza renale cronica etc…, aspetti sui quali è palesemente e colpevolmente lacunosa la Valutazione di Impatto Ambientale come dichiarato dal Ministero dell’Ambiente e da quello della Salute.

Le vite materiali sono quelle dei lavoratori del cantiere, quasi tutti precari, che, dopo il becero ricatto occupazionale usato per far digerire il progetto, come hanno a più riprese denunciato i Sindacati, sono stati costretti a ritmi di lavoro serrati e ad operare nella sovrapposizione di operazioni lavorative di diverso genere, pagando con decine d’infortuni, come quelli che sono costati la vita a Michele Cozzolino, ad Ivan Cuffary e a Sergio Capitani, la totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto invece garantire l’andamento in sicurezza dei lavori.

Vite materiali su cui, la riconversione a carbone falsamente definito “pulito”, riverserà tonnellate di veleni: basti sapere che ogni ora la centrale emetterà 6.300.000 mc di emissioni, per 17 ore al giorno e 6500 ore l’anno, che significheranno l’immissione nell’atmosfera di 3450 t/a di ossidi di azoto, 2100 t/a di anidride solforosa, 260 t/a di polveri, 24 t/a di metalli pesanti quali mercurio, vanadio, nichel, cadmio, cromo, ammoniaca etc (dati ENEL).

Una riconversione, quella a carbone, che ha contrapposto lavoratori e popolazione contraria, ed ha costituto, negli anni scorsi, il nodo della grave lacerazione del tessuto sociale di Civitavecchia che si ritrova solo quando, unita nel dolore, quando piange i propri figli, morti sul lavoro o per neoplasie di vario tipo.

Un territorio che, però, rischia di rimanere rinchiuso nel suo dolore e nelle sue contraddizioni; di non trovare più l’orgoglio di pretendere rispetto nemmeno quando deve salvaguardare i propri figli, accettando silente che, ad esempio, dopo l’altisonante annuncio del sindaco Moscherini della chiusura per quindici giorni dell’impianto di Torrevaldaliga Nord, a seguito della infortunio costato la vita a Sergio Capitani, il cantiere venisse riaperto dopo poco più di 72 ore, tempo certo non sufficiente né a verificare a fondo, né tantomeno a ristabilire le condizioni di sicurezza.

Gli occhi dei lavoratori velati di lacrime al funerale di Sergio, offuscati da rabbia mista a rassegnazione, narravano della loro paura/certezza che tutto sarebbe tornato, come è tornato, a girare come prima, in quel cantiere della morte e che le loro vite sarebbero continuate ad essere, come lo sono, sacrificabili sull’altare della ricerca smodata di profitto.

Dubbi non certo infondati visto il silenzio assordante delle istituzioni, primo fra tutti proprio il Comune di Civitavecchia, sulle tante irregolarità rilevate in quella centrale.

Nulla sulle reiterate denunce dei sindacati e dei lavoratori che, a più riprese, e da svariato tempo, avevano espresso le proprie preoccupazioni riguardo la sicurezza, legate ai serrati ritmi lavorativi imposti e alla sovrapposizione di operazioni lavorative di diverso genere, oltre al non controllo di maestranze fortemente variabili e precarizzate, nella totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto garantire l’andamento in sicurezza del cantiere.

Nulla sulle inquietanti nubi, a volte rosse a volte bianche, che si alzano dalla centrale e che Enel, con arroganza offensiva, si affretta ad assicurare essere composta, a seconda dei casi, di ruggine o vapore acqueo e comunque confinata (sic!) nell’area di cantiere, come se, peraltro fosse normale che cittadini e lavoratori del cantiere siano costretti a respirare aria satura di ruggine!

Nulla sul rumore sordo e continuo che da tutte le parti della città stanno lamentando.

Nulla sui cumuli di rifiuti pericolosi accatastati e forse interrati in aree non autorizzate, né sulla gestione e stoccaggio delle ceneri a cielo aperto (ma che il progetto prevede debbano essere trattate in impianti sigillati e depressurizzati); fatti denunciati dal Movimento con video consegnatigli in forma anonima, che hanno condotto la Procura della Repubblica a sequestrare diverse aree del cantiere e a richiedere il rinvio a giudizio di ben undici persone.

Nulla sulle diverse deroghe ai limiti emissivi e alla gestione dei materiali pulverulenti richieste da ENEL al Ministero dell’ambiente; deroghe, che è bene specificarlo, non costituiscono solo un fatto teorico ma un’ulteriore immissione d’inquinanti nell’atmosfera con relative ricadute sulla salute.

Nulla sulla mancata ottemperanza di buona parte delle prescrizioni disposte dal decreto di Valutazione d’Impatto Ambientale.

Nulla, infine, sul fatto che l’impianto di Torrevaldaliga Nord sia in esercizio dal 24 dicembre 2008 in assenza di autorizzazione, motivo per il quale, a seguito della denuncia del Movimento, è stato avviato un procedimento che ha condotto il procuratore Capo Gianfranco Amendola a richiedere il sequestro dell’impianto successivamente rigettato dal Giudice per le Indagini Preliminari Giorgianni e che, dopo una prima richiesta di archiviazione ed una nostra opposizione alla stessa, è ancora in itinere.

Fatti che pongono in evidenza come la scelta del carbone a Civitavecchia, rappresenti l'eccellenza di scelte dissennate, irrispettose delle esigenze dei territori, dei cittadini che li abitano e della stessa legalità. Scelte antistoriche, il cui fallimento è immortalato nell’immagine di un pianeta sull’orlo del collasso ambientale ed energetico, incapaci, per loro stessa natura, di sostenere nuove strategie economiche che sappiano affrontare il nodo improcrastinabile della via d’uscita dalla produzione energetica da combustibili fossili.

Scelte che, al contrario, necessiterebbero di grande determinazione e forte radicalità politica, tale da superare le resistenze culturali di uno scientismo funzionale all'attuale sistema, i vincoli e i ritardi legislativi costruiti a difesa della filiera energetica da fonti fossili e la volontà tutta politica di garantire e perpetuare il modello di sviluppo.
Il vero partito del “No” non sono i territori che si contrappongono a scelte dissennate, ma il partito trasversale della “rinuncia”: la rinuncia a contrapporsi al pensiero dominante neoliberista e sviluppista, antidemocratico per definizione, vera causa della sofferenza di 4/5 dell’umanità e del processo galoppante di espulsione della nostra specie dal pianeta; quel partito che rinuncia a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e l’avvelenamento della terra per garantire una speranza di futuro.
A Civitavecchia come altrove.


Simona Ricotti

Movimento No Coke Alto Lazio



22 dicembre 2010

L'allarme arsenico resta, nonostante le deroghe alla legge.

"Arsenico nell'acqua, arriva un commissario governativo da bigNotizie

CIVITAVECCHIA - Sarà un commissario straordinario che verrà nominato dal Governo a dirimere la intricata questione relativa ai nuovi limiti dell'arsenico nell'acqua imposti dalla Comunità europea, che ha fissato il valore massimo in 10 microgrammi per litro.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti dichiarato lo stato di emergenza su sollecitazione della presidente della Regione Lazio, Renata Polverini per 20 Comuni della Regione. E tra questi anche se la lista ufficiale non è stata ancora

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24 novembre 2010

Arsenico e vecchi problemi

Da Centumcellae.it:
L’Ue: niente più proroghe all’arsenico nell’acqua. E il problema ora è anche di Civitavecchia
"Alla fine l’Unione europea ha detto no. Troppe le proroghe ai livelli di arsenico nell’acqua richieste dal Governo italiano che, di fronte all’ennesima istanza, ha dato stavolta il suo diniego. In alcuni territori del Paese, infatti, le proroghe ai livelli fissati dall’Europa, sono arrivate infatti a 50 microgrammi/litro, vale a dire un valore ben cinque volte superiore al consentito. Ma la UE non si è fermata qui: ha richiesto infatti all’Italia l’emissione di ordinanze che vietino la potabilità in questi territori. 128 comuni italiani quindi sono a rischio di vedersi chiudere i rubinetti, e di

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17 ottobre 2010

Pasticcio ungherese in salsa d'arsenico


Galleria dell'orrore: clicca qui

Da Greenpeace.it
"Un'intera nazione è sotto lo scacco di una valanga di melma tossica. Oggi abbiamo pubblicato i dati sul livello di velenosità dei fanghi che lunedì scorso si sono riversati nelle strade, nei campi, nei fiumi dell'Ungheria. Un paese tinto di rosso, il colore di un mix micidiale, fatto di arsenico, cromo e mercurio.

Il 4 ottobre nell'impianto di lavorazione dell'alluminio della città di Ajka, nella

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29 settembre 2010

La dott.ssa Litta sulle emergenze ambientali e sanitarie della Tuscia

Da UnoNotizie.it
"La dottoressa Antonella Litta, medico di medicina generale e referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e' stata invitata a partecipare al Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Generale - Simg - che si svolgerà ad Arezzo dal primo al 2 ottobre 2010.
La dottoressa Litta interverrà sul tema: "Fattori di rischio ambientali emergenti: ruolo dei medici di medicina generale nelle istituzioni, nella professione e nelle ong per la tutela dell'ambiente e la promozione della salute".

Nella sua relazione la dottoressa Litta illustrerà le attuali criticità ambientali

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23 settembre 2010

L'Italia premia chi la avvelena

Riportiamo da TerraNews.it

IL CASO. L’Unione europea da tempo chiede agli Stati membri di adoperarsi per la tutela dei cittadini dalle emissioni inquinanti. Ma il nostro governo approva un decreto che rimanda i limiti e depotenzia le sanzioni.

Altro che qualità dell’aria, vivibilità e salute. Il governo, con il provvedimento sulla qualità dell’aria in sede di conversione di una direttiva europea, approvato il 13 agosto, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre scorso, ha certificato ancora una volta da che parte sta: quella della logica economica a discapito del diritto alla salute. Ma vediamo come questa deregulation ecologica, grazie alla quale si potrà derogare dai limiti di emissioni di pericolose sostanze inquinanti, ha preso forma. Gli obiettivi della politica comunitaria sono fissati nell’art. 174 del Trattato sull’Unione (Trattato di Amsterdam) e riguardano difesa, tutela e il miglioramento della qualità dell’ambiente, protezione della salute

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16 agosto 2010

Sulla centrale di Bastardo, in risposta a Bastioli

Comunicato stampa dal Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo

"In risposta alle gravi affermazioni del capogruppo socialista alla Provincia Enrico Bastioli, il Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo, associazione spontanea di cittadini che dal 1994 si occupa delle problematiche territoriali in materia di ambiente, intende puntualizzare quanto segue:

che la centrale di Bastardo non rappresenta più da almeno quindici anni una “infrastruttura fondamentale” per l'economia locale e men che meno regionale, dato che il territorio ha trovato nei settori emergenti dell'enogastronomia e del turismo la chiave di volta per uno sviluppo

    Tutto ciò premesso e considerato, riteniamo irresponsabile il voler a tutti i costi ancorare il territorio al medioevo industriale in nome di interessi corporativi che nulla hanno a che vedere con il reale sviluppo ed il benessere del comprensorio. La centrale toglie al nostro territorio molto più di quanto nono sia capace di dare, in termini di inquinamento, di dequalificazione e di arretratezza socio-economica che risulta lampante se si confrontano Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria a Comuni quali Todi, Bevagna, Montefalco, Massa Martana e via dicendo.
    Per quanto riguarda l'operato del Comitato, ci dichiariamo pronti ad intervenire sottoponendo il problema ad ogni grado di giudizio, arrivando se necessario alla Corte Europea, qualora a qualcuno venisse in mente di tentare di bypassare i valori soglia delle emissioni in nome dell'ormai tristemente noto “ricatto occupazionale”.

    Enrico Cerquiglini, Raoul Mantini

    Presidente, Coordinatore del Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo

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    9 luglio 2010

    Carbone e inquinamento delle falde acquifere

    Riceviamo e pubblichiamo:

    Ecco quello che il carbone della Federico II scarica nelle acque di Brindisi
    In una cosa i dirigenti di Arpa Puglia, al cospetto dei dirigenti Enel, sono stati chiari: le falde acquifere della provincia di brindisi sono «inquinate e compromesse al 90%». In pratica sono tossiche. Allo stesso tempo, però, la stessa agenzia regionale precisa che la causa non è da attribuirsi all'Enel, bensì è da ricercare nel petrolchimico e nelle industrie farmaceutiche del territorio.
    Anche in questo caso non mettiamo in dubbio la parola di nessuno, saranno i cittadini a giudicare, ci prendiamo semplicemente la briga di sottolineare quanto riportato dai dati degli autorevoli registri europei, di pubblico dominio, quali Registro Europeo delle Emissioni Inquinanti (EPER, fino al 2005) e Registro Europeo

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    28 aprile 2010

    "Non daremo tregua all'Enel dell'amianto e degli infortuni"

    Pregevole articolo di Simona Ricotti su Liberazione. Riportato di seguito.

    "Civitavecchia, poco più di 50.000 abitanti, 71 Km2 di territorio.
    Due centrali termoelettriche (ma fino a pochi anni fa erano tre) per un totale di 3500 MW di potenza installata, 110 Km di elettrodotti, un porto tra i più grandi del Mediterraneo, un cementificio, una boa petrolifera posta al largo del porto, sei depositi costieri per oli minerali di cui quattro sottoposti a direttiva Seveso, un centro chimico militare per lo smaltimento delle armi chimiche della prima guerra mondiale ( in particolare iprite) e al cui interno vi è lo stoccaggio dell’arsenico utilizzato per inertizzare quest’ultime; due discariche per RSU in fase di post mortem, una in fase di esaurimento, due discariche per rifiuti speciali e pericolosi ed infine, a pochi Km di distanza, la centrale di Montalto di Castro, in odore di riconversione nucleare.
    Un territorio dove il mare non è balneabile, l’acqua è in deroga per superamento dei parametri di arsenico, fluoruro, vanadio e selenio da oltre tre anni, dove le percentuali di mortalità e morbilità per neoplasie all’apparato respiratorio, per leucemie e linfomi e quant’altro sono al di sopra delle medie regionali e nazionali

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    26 aprile 2010

    Inquinamento dell'acqua a Civitavecchia: in attesa di risposte da chi dovrebbe tutelarci

    Comunicato del Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti

    "Oggi apprendiamo con preoccupazione dagli organi di informazione nazionali che per nove anni alcune regioni italiane hanno agito in deroga alle norme di Bruxelles e fra queste anche il Lazio, permettendo l’utilizzazione di acque ai fini potabili con alte concentrazioni (fino a cinque volte i valori consentiti) di arsenico, bromo e fluoro. L’allarme è stato lanciato dal comitato scientifico incaricato dalla Commissione Ue di dare un parere sulle acque potabili italiane. Noi chiediamo al nostro Primo Cittadino, massima Autorità Sanitaria locale, se sia ancora in vigore, perché prorogato, il Decreto congiunto dei Ministri della Salute

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    11 luglio 2009

    TVN: la centrale è FUORILEGGE. Si fermerà la centrale o si cambierà la legge?



    da TrcGiornale.it/news

    "Aia Tvn, il 15 conferenza dei servizi. Nel mirino i monossidi d'azoto"

    È fissata per il prossimo 15 luglio alle ore 15 a Roma, presso la Sala Europa del Ministero dell'Ambiente, una nuova seduta della conferenza dei servizi per il riesame dell'autorizzazione unica della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord, limitatamente gli aspetti dell'autorizzazione integrata ambientale.

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    23 giugno 2009

    Civitavecchia: CNCMAS sull'inquinamento dell'acqua

    Civitavecchia 22/06/2009

    Al Sindaco di Civitavecchia

    Gianni Moscherini

    e.p. conoscenza


    Alla Procura della Repubblica di Civitavecchia

    Al Comando dei Carabinieri della Stazione di Civitavecchia


    Il CNCMAS/L e l’ISDE/C, nel rispetto della direttiva sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (dir. 2003/4/CE – d.l. 19/08/2005/195), chiedono a Lei, tutore per eccellenza della salute pubblica, di informare prontamente la popolazione sulla natura dell’inquinamento (batteriologico o chimico/industriale) responsabile dell’emergenza relativa alla non potabilità dell'acqua in alcune zone a nord di Civitavecchia, interessate anche dal divieto dell'uso dell'acqua per il lavaggio e per la cucina.

    Secondo la direttiva 2003/4/CE, il non rendere disponibili al pubblico tali informazioni rappresenta la violazione di un diritto sancito dalla Commissione Europea e riconosciuto dallo stato italiano (decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195).

    Questa richiesta riveste un carattere di estrema urgenza poiché queste zone sono tra quelle già oggetto di un’ordinanza comunale del febbraio 2009 (Borgata Aurelia - Agricasa, Carcere Aurelia, Zona Ente Maremma Pantano - Sant’Agostino, La Scaglia, Enel – Area Portuale – Zona Industriale, Cimitero Vecchio – Via Tarquinia - Centro Storico – Zona Bassa della Città, Punton de Rocchi – Santa Lucia – Cimitero Nuovo) di avviso alle gestanti, ai soggetti di età inferiore ai 14 anni ed ai pazienti affetti da patologie conclamate a carico del fegato, reni ed apparato cardiovascolare, di evitare il consumo dell’acqua distribuita dal Comune di Civitavecchia per uso di bevanda a causa del superamento nella stessa del contenuto massimo ammissibile di arsenico.


    Il portavoce


    Dott. Giovanni Ghirga


    CNCMAS/L

    Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute / Lazio



    ISDE/C

    International Society of Doctor for Environment / Civitavecchia


    18 marzo 2009

    Arsenico Denuncia dei Medici alla Procura di Civitavecchia



    Clic qui per scaricare il documento

    PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSOIL TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA

    ESPOSTO - DENUNCIA

    Il Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (CNCMAS - sez. Lazio)

    L’Associazione Italiana dei Medici per L'ambiente (ISDE - International Society of Doctors for the Environment - sez. Alto Lazio)

    ESPONGONO quanto segue

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    18 gennaio 2009

    Legambiente sull' inquinamento industriale nel Lazio

    civonline.it dedica un articolo alla comunicazione di Legambiente sull'inquinamento industriale nel Lazio. Da notare che sulla già gravissima situazione incombe il mostro della costruenda Torrevaldaliga Nord, con in più la psospettiva del mega-inceneritore che si staglia sul nero orizzonte.

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    14 gennaio 2009

    "EFFETTI SULLA SALUTE ASSOCIATI ALLA RESIDENZA IN PROSSIMITA’ DEGLI INCENERITORI"

    "PERCHE' IL CORO DI NO ALL'INCENERITORE : "DOPO 20 ANNI POTREBBERO ESSERE STATI SPESI 160 MILIONI DI EURO PER DANNI ALLA SALUTE ED ALL'AMBIENTE"

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    10 luglio 2008

    Considerazioni sull'accordo Enel - Comuni

    Segue una Relazione sull'"accordo quadro" relativo alle iniziative per la tutela della salute, dell’ambiente, e lo sviluppo territoriale nell’area della centrale ENEL di Torrevaldaliga Nord stipulato tra Enel e Regione Lazio, provincie di Roma e Viterbo e Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Santa Marinella, Tarquinia, Tolfa. Clicca qui per scaricare il file in formato .doc

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