No al carbone Alto Lazio

31 marzo 2011

Arsenico nell'acqua - il problema non si può ignorare

Da repubblica.it
"Arsenico, inchieste a Viterbo e Velletri

ROMA - Un fascicolo contro ignoti, relativo alla presenza di arsenico nell'acqua oltre i limiti consentiti, è stato aperto dalla Procura della Repubblica di Viterbo. L'inchiesta sarebbe scaturita dagli esposti presentati nei giorni scorsi da alcune associazioni di tutela dei consumatori e dai Verdi. Il pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare del procedimento, ha ascoltato per oltre due ore, come persona informata sui fatti, il sindaco di Viterbo Giulio Marini. Mentre accertamenti sono stati disposti anche dalla procura di Velletri dopo le denunce presentante dal Comitato per l’acqua pubblica dei Castelli, nei prossimi giorni saranno ascoltati i 33 sindaci del Viterbese nei cui acquedotti è stata rilevata una concentrazione d'arsenico oltre i 10 milligrammi/litro consentiti.

VITERBO, 9 I COMUNI «FUORILEGGE» - Tra questi, 24 sono rientrati nei limiti per decreto comunitario. Vale a dire grazie alla proroga fino a 20 milligrammi/ litro concessa giorni fa dalla Commissione Ue alla Regione Lazio. Nove, nei quali la concentrazione di arsenico supera i 21 milligrammi, con punte di 50-55, restano «fuorilegge». Si tratta di Capranica con 42, Carbognano con 30, Castel Sant’Elia, Civita Castellana che va da 19 a 49, Farnese con una media di 26, Ronciglione con un minimo di 28 a un massimo di 32, Sutri che, a seconda della zona, oscilla tra i 16 ai 40, Vetralla compresa tra i 20 e 48 e Villa San Giovanni in Tuscia con 22. Problemi anche a Viterbo nella frazione Carcarelle, dove è stato registrato un picco di 40 microgrammi per litro, Tobia e San Martino al Cimino (zona piazza Doria Pamphilji e strada Erodiano).

MARINI: « NECESSITA’ DI FONDI REGIONALI» - «Il pm mi ha chiesto chiarimenti circa i provvedimenti adottati dalla mia giunta – dice il sindaco di Viterbo Marini - con particolare riferimento alle iniziative mirate a sensibilizzare la cittadinanza sul problema arsenico». Il magistrato ha chiesto al primo cittadino notizie anche sui provvedimenti che intende adottare per risolvere definitivamente la questione. «Ho risposto - aggiunge - che l'obiettivo finale è l'installazione di dearsenificatori ai vari pozzi che alimentano i nostri acquedotti. Ma per raggiungerlo abbiamo bisogno di appositi finanziamenti dalla Regione Lazio». Altre domande hanno riguardato l'attuazione dei provvedimenti richiesti dalla Regione Lazio e lo stato dell'arte sull' installazione di fontanelle con acqua dearsenificata. «Ho ribadito - conclude Marini - che stiamo lavorando per allestirle nei tre punti del capoluogo in l'arsenico è fuori norma».

L’OPPOSIZIONE: « RIDURRE LE BOLLETTE» - Intanto in consiglio regionale è ancora polemica tra l’opposizione e l’assessore all’Ambiente Marco Mattei. Claudio Bucci (Idv) chiede la «riduzione delle bollette sinchè l’acqua non rientrerà nei valori previsti dalla legge» mentre Nando Bonessio (Verdi) osserva che «il problema è che i cittadini subiscono gli effetti dell'arsenico, che è bene ricordarlo si accumula nell'organismo, da molto prima dell'entrata in vigore della direttiva europea nel 2003. Siamo convinti che nonostante la deroga arrivata da Bruxelles l'emergenza non sia finita e sia necessario intervenire subito». Infine le accuse di Sel, per bocca del Guglielmo Abbondati, coordinatore regionale, e Claudio Pelagallo, dell'Assemblea nazionale: «La deroga Ue non cambia gli effetti sulla salute umana perchè l'acqua non si depura con le norme, ma con interventi di risanamento».

«IL CENTROSINISTRA CONSENTI’ ARSENICO A 50 MG/L» - Mattei però ribadisce che la «deroga rientra nei limiti, in accordo con le linee guida dell’Organizzazione mondiale per la sanità, per l'acqua potabile che può essere somministrata per brevi periodi in tutta sicurezza, evitando ovviamente l'utilizzo da parte dei soggetti a rischio e in particolare ai bambini sotto i tre anni”». L’assessore alla Sanità infine puntualizza polemico: «Non dimentichiamo che negli anni in cui Verdi e Sel avevano responsabilità di governo, con Marrazzo prima e Montino poi, è stata autorizzata l'erogazione di acqua potabile con concentrazione di arsenico a 50 milligrammi per litro e che persino la loro ultima richiesta di deroga alla Ue, che risale al 2009, si attestava su tale valore».

IL COMMISSARIO UE : «ITALIA INADEMPIENTE» - Secondo Janez Potocnik, il commissario Ue all’ambiente che l’ha firmata, la deroga «è stata valutata sulla base di dati scientifici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità». Fino al 31 dicembre 2012, il limite massimo ammesso passa da 10 milligrammi/litro a 20 milligrammi/litro ma non sono concessi limiti superiori ai 20 milligrammi, «perchè - ha aggiunto Potocnik - potrebbero causare danni alla salute». Il Commissario ha poi sottolineato che ogni Stato membro deve fornire un rendiconto triennale relativo alla presenza di sostanze nell'acqua e per quanto riguarda l'esercizio 2005-2006, «l'Italia non ha ancora fornito la sua documentazione».

Alessandro Fulloni
30 marzo 2011(ultima modifica: 31 marzo 2011)

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Per evitare una Malagrotta II ad Allumiere serve restare uniti

Da civonline.it
"Il consigliere provinciale di SeL preoccupato per il silenzio del Ministro La Russa, Moscherini pensa ad un consiglio comunale congiunto per il 18 aprile a Civitavecchia

Torna sul tema rifiuti il consigliere provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà Gino De Paolis. Non vuole entrare nel merito delle critiche avanzate dal movimento politico Freedom e, in particolare, dalla coordinatrice Fabiana Attig, facendo intendere che qualcuno non ha letto bene i documenti prodotti in due anni dal partito e, in particolare, da lui stesso. Ma non ci sta a vedere vanificato proprio questo lavoro di ferma contrarietà all’ipotesi dei rifiuti sul territorio, in termini di discarica o di qualsiasi tipo di incenerimento. «Impossibile che una frase male interpretata - ha spiegato - possa cancellare la storia politica di due anni». E ha ricordato così le mozioni del 2009, del 2010 e l’ultima della scorsa settimana, con la Provincia di Roma che ha ribadito il proprio ‘‘no’’ a questo tipo di ipotesi. «Un’ipotesi che - ha aggiunto - più passa il tempo e più sembra essere tutt’altro che remota». Il silenzio di queste settimane, soprattutto da parte del ministro Ignazio La Russa e dei vertici militari, secondo De Paolis sembra essere più eloquente di qualsiasi altro discorso. «Entro il 28 febbraio scorso - ha ricordato il consigliere - il protocollo di intesa tra il Ministero della Difesa e il sindaco di Roma Gianni Alemanno sarebbe dovuto entrare nella sua fase operativa. Che fine ha fatto? Non lo sappiamo. Nessuno risponde. Nessuno ha chiarito questo importante aspetto. Su questo abbiamo chiesto accesso agli atti anche attraverso un cosnigliere comunale di Roma; ma non siamo riusciti ad avere ancora nulla. Eppure giungono voci preoccupanti che il protocollo stia andando avanti. Alemanno ha detto che entro aprile verrà individuato il sito per la discarica, che malagrotta sarà chiusa e che l’alternativa non sarà l’area dei Monti dell’Ortaccio: queste dichiarazioni ci fanno tremare e ci preoccupano». Da qui l’invito del consigliere Gino De Paolis alla mobilitazione del territorio. «Basta con le divisioni - ha aggiunto - e con le polemiche che non fanno altro che distogliere l’attenzione del problema: la politica locale deve mostrare unità e senso di responsabilità. In questo senso il comune di Civitavecchia sia capofila per un un’azione concreta e forte: venga chiesto un incontro con la Russa, venga disposto un documento di contrarietà. Ladispoli e Santa Marinella lo hanno già fatto, approvando una mozione in consiglio comunale. E Civitavecchia? I sindaci del comprensorio devono alzare la voce». Intanto sembra proprio che il sindaco Moscherini voglia convocare per la metà di aprile, forse per lunedì 18, un consiglio comunale congiunto all’aula Pucci.
DaGe

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30 marzo 2011

Civitavecchia, i luoghi da bonificare

Sono anni che andiamo ripetendo cose come queste, non può che farci piacere se ogni tanto qualcun altro se ne ricorda. Da BigNotizie, un intervento di Guerrini e Cosimi
"a proposito di amianto [...] ci sorprende quindi che, nel caso Italcementi, visibilmente molto più grave, nessuno finora si sia mosso.
Riteniamo che la questione vada presa subito in considerazione al fine di predisporre una apposita normativa (al momento assente) che preveda l'obbligo di bonificare aree ed impianti dismessi, a carico delle imprese che hanno utilizzato i siti.
Rammentiamo che giace inascoltata a tutt'oggi una mozione urgente presentata dal sottoscritto oltre cinque mesi fa riguardante i rischi ecologici che gravano impunemente sulla nostra città, che oltre a quella ITALCEMENTI segnalava altre "bombe ecologiche" disseminate in città, come:
i Depositi Costieri, che a detta di molti, attraverso perdite o versamenti hanno inquinato in Profondi à il terreno circostante;
i Sili all'interno dell'area portuale delle cui colonie di ratti si favoleggia in città;
il Parco nafta di TVN recentemente dimesso, del quale ci chiediamo se è stato bonificata l'area su cui sorgeva;
Fiumaretta, sulla cui area non siamo certi che non vi sia ancora presenza di amianto".

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29 marzo 2011

Benessere targato TVN


"Ieri notte (sabato scorso, Ndr) a Civitavecchia nubi artificiali hanno ricoperto la città... e ci dicono che le polveri fini vengono dal Sahara. Povera popolazione."

Coordinamento dei Medici per l'Ambiente

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Di Gennaro: l'apparato cardiocircolatorio minacciato dall'inquinamento di TVN

"L'inquinamento atmosferico da polveri fini fa male al cuore. Numerosi studi lo hanno dimostrato e molti se ne aggiungono di continuo a sostegno di questa negativa correlazione. Due recenti studi pubblicati su JACC ( Journal of American Cardiovascular Cardiology ) nel novembre 2010 e nel gennaio 2011 riportano preoccupanti dati a conferma del danno da polveri fini. In uno di questi viene, infatti, dimostrata una chiara associazione tra esposizione a lungo termine al PM 2.5 e rischio di aterosclerosi carotidea.

Nel secondo viene, invece, dimostrato come una breve esposizione di due ore ad una elevata concentrazione di polveri fini nell'aria respirata determina, in soggetti sani, un'alterazione delle proprietà elettriche del cuore che può predisporre alla comparsa di aritmie cardiache. Tanto più grave potrebbe essere questo effetto in pazienti affetti da altre patologie cardiache quali l'ischemia cardiaca, l'ipertensione etc.

Oggi anche i responsabili della gestione delle centrali termoelettriche sono a conoscenza dei questi dati. Non si potrà dire domani, di fronte a precise responsabilità nei confronti della salute dei cittadini, "io non sapevo " come già successo con il problema dell'amianto. Ma, prima ancora delle implicazioni di carattere penale, considerazioni di carattere etico e morale dovrebbero indurre i responsabili gestionali ad evitare quelle pestilenziali nuvolaglie che sempre più spesso deturpano il nostro cielo. Forse, però, è aspettarsi troppo da chi agisce sulla base di logiche di profitto e non del bene comune. Non è troppo, invece, pretendere che chi deve parlare a difesa della nostra salute, ovvero il nostro sindaco, condanni quelle " nuvolaglie " e pretenda che il carbone sia "pulito" sia di giorno che di notte, con il vento o senza vento, con le nuvole o senza le nuvole.

Dott. Marco Di Gennaro

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Centrale di Bastardo, intervento del Comitato per l'ambiente di Gualdo Cattaneo

Comunicato stampa del Comitato per l'ambiente di Gualdo Cattaneo
"In risposta delle gravissime dichiarazioni - ai limiti dell'insulto personale - recentemente diffuse a mezzo stampa da uno o più individui che si identificano con la sigla "RSU" dei lavoratori della centrale "Vannucci" di Gualdo Cattaneo ai danni di Oliviero Dottorini e alle altrettanto gravi farneticazioni del capogruppo socialista in Consiglio Regionale Buconi in merito alla vicenda della centrale a carbone, il Comitato per l'ambiente tiene a precisare quanto segue :

1. sia noi come comitato sia Oliviero Dottorini in qualità di unico politico ad aver - in modo manifestamamente disinteressato - abbracciato la nostra causa, da ANNI chiediamo chiarezza in merito alle reali conseguenze dell'attività della centrale a carbone: nella fattispecie chiediamo che venga realizzato uno studio epidemiologico che parta da un dato di fatto reale, ovvero l'insolito incremento delle malattie linfoproliferative del sangue e del midollo osseo verificatosi a partire dal biennio 2006-2007.

2. chiediamo che il Sindaco Pensi RENDA PUBBLICO lo studio di valutazione di rischio chimico redatto dal Prof. Federico Valerio dell'Istituto Tumori di Genova in relazione all'attività dell'impianto di Ponte di Ferro: detto studio è stato realizzato grazie all'interessamento del Comitato stesso in seno alla Commissione Ambiente, attiva nel corso dell'Amministrazione Giancarlini, ma che il neosindaco Pensi non ha ritenuto opportuno ripristinare. Quindi si chiede che un documento PAGATO DAI CITTADINI sia reso pubblico ed accessibile a tutti.

3. da alcuni anni il Comitato utilizza in varie occasioni documento, scaricabile al sito http://info-cagc.blogspot.com, per chiedere una serie di delucidazioni in merito all'attività dell'impianto a carbone di Ponte di Ferro. Nella fattispecie si chiede se la centrale sia a norma dal punto di vista antisismico, se le parti contententi amianto siano state messe tutte in sicurezza, se sia stata fatta una valutazione di incidenza in merito all'inquinamento acustico, quale sia la destinazione dei fanghi tossici di risulta, quali siano le condizioni in base alle analisi chimico-fisiche delle acque reflue di raffreddamento, se vengano fatti screening preiodici sui lavoratori dell'impianto in relazione all'esposizione ai metalli pesanti (altamente cancerogeni) contenuti nel carbone quali cadmio, vanadio, zinco, mercurio e soprattutto ARSENICO. Oltre a queste sopra elencate vengono poste, DA ANNI, numerose altre domande a cui NESSUNO, ne' l'Arpa, ne' il Comune e ne' la Direzione della centrale a carbone, ne' tantomeno la rappresentanza sindacale RSU hanno ritenuto opportuno rispondere.

4. e proprio per rispondere ai signori che si celano dietro la sigla RSU vorremmo ricordare che la cenrtrale a carbone "Vannucci" di Pote di Ferro ha, PER ANNI, bruciato tonnellate di rifiuti tossico-nocivi, ovvero CENERI INESAUSTE DI OLIO COMBUSTIBILE DENSO provenienti da Montalto di Castro, e ciò è avvenuto nel SILENZIO TOMBALE di tutti, Amministrazione Comunale, Arpa, Provincia, Regione e SOPRATTUTTO rappresentanze sindacali: se qualcosa che si è venuto a sapere è stato grazie al senso civico di alcuni lavoratori dell'impianto in questione ai quali stava a cuore la salute dei propri figli, e che rifiutandosi di sottoastare alle logiche del servilismo hanno puntualmente segnalato le anomalie.
Se la smettano quindi di propinare falsità strumentali questi 3 o 4 individui che, nascondendosi dietro ad una sigla altisonante, vogliono far credere di avere un seguito fra i lavoratori. Spieghino piuttosto dov'erano quando si bruciavano le ceneri tossiche nel 1995 e si volevano bruciare le farine animali nel 2000. Spieghino una volta per tutte perchè allora si guardarono bene dal prendere posizioni pubbliche sul problema che TUTTI volevano tenere ben nascosto.

5. a questo punto non rimane che ricorrere a tre strumenti di partecipazione democratica per difendere il nostro territorio: l'INFORMAZIONE, la MOBILITAZIONE e soprattutto la VIA GIUDIZIARIA. Stiano pur sicuri i sedicenti signori della RSU e gli ultimi accoliti del craxismo rampante che prestano loro il fianco, che i cittadini non arretranno di un solo millimetro. HIC SUNT LEONES.

Enrico Cerquiglini e Raoul Mantini
PORTAVOCE DEL COMITATO PER L'AMBIENTE DI GUALDO CATTANEO

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26 marzo 2011

Bosco TVN, esposto in Procura

Bosco TVN, Forum Ambientalista e Comitato naturalmente presentano un esposto in Procura. Da BigNotizie.it

"Adesso sarà anche la procura della Repubblica ad occuparsi della mancata realizzazione del bosco dietro la centrale di Tvn. Il Forum Ambientalista e il Comitato NaruralMente, ieri hanno infatti presentato un esposto presso il palazzo di giustizia di Civitavecchia. "Il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Ambiente sono stati chiari - dice una nota congiunta delle due associazioni - alla richiesta dell'ENEL spa, su proposta del Comune di Civitavecchia, di individuare una soluzione alternativa al Parco Serbatoi, hanno contrapposto la necessità di ottemperare le prescrizioni Via e, quindi "di procedere senza indugi secondo il progetto a suo tempo approvato." (cit Nota MSE 0004890 del 07.03.2011 indirizzata a Vittorio Petrelli a firma Dr.sa Sara Romano).

Una presa di posizione netta, tesa a ristabilire il rispetto delle regole, o per meglio dirla nella fattispecie, delle prescrizioni, e che coincide con quanto richiesto con la petizione "Sì alla realizzazione del bosco di 40 ettari nelle aree attigue alla Centrale di Torrevaldaliga Nord" depositata presso gli stessi ministeri corredata da circa 3000 firme.

Ed è proprio sulla base di quanto contenuto nella citata nota MSE relativamente alla "presenza di un volume considerevole di materiale di dragaggio stimato in 327.000 metri cubi" nell'area destinata alla realizzazione del Parco serbatoi, considerando che i sedimenti dragati sono classificati come rifiuti a tutti gli effetti, come ben specificato da un'acclarata giurisprudenza, e non risultando sia stata rilasciata alcuna autorizzazione né allo scarico né allo stoccaggio temporaneo di rifiuti nell'area in questione, che il Forum Ambientalista e il comitato "NaturalMente" hanno chiesto alla Procura della Repubblica di intervenire, per quanto di propria competenza, sia al fine di far si che vengano rispettate le prescrizioni di legge e ne venga velocizzata l'ottemperanza sia al fine di verificare se possano sussistere eventuali ipotesi di reato circa quanto sta avvenendo nell'area destinata ad ospitare detto bosco.

Una mossa alla quale si è stati costretti - nella piena convinzione che il realizzando bosco di 40 ettari nell'area attigua alla centrale di TVN, sia un ben comune da tutelare non barattabile da alcuno - dal vuoto istituzionale lasciato dal Sindaco e dall'Amministrazione da lui guidata, che imbavagliata dalle compensazioni economiche e a tutti altri affari interessata, è risultata sorda alle richieste dei cittadini, muta davanti alla mancata ottemperanza delle prescrizioni e cieca davanti alle continue violazioni delle norme vigenti poste in essere dall'ente energetico.

Un triste "non vedo non sento non parlo" i cui nefandi effetti sono visibili nel degrado ambientale e sanitario in cui sta affogando la comunità cittadina e nella scarsa considerazione in cui la stessa è tenuta da quanti ne vorrebbero fare l'immondezzaio d'Italia.

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Resta in agguato l'ipotesi cdr a Torrevaldaliga Nord

Da TrcGiornale.it
"Il consiglio provinciale ha detto no alla mega discarica della Farnesiana, ma ha anche lasciato una porta aperta all'utilizzo di cdr alla centrale di Torre Nord". Lo sostiene la coordinatrice di Freedom, Fabiana Attig, che cita il testo della mozione approvata a Palazzo Valentini dove si parla di "totale ed assoluta contrarietà all'utilizzo del territorio di Allumiere per stoccare il CDR in attesa del relativo eventuale utilizzo nella centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord".

La Attig si chiede quindi cosa ci sia di nascosto nella vicenda e chiede chiarimenti al consigliere provinciale di SEL, Gino De Paolis, al sindaco Moscherini e alla stessa Enel. "E' ora - aggiunge - che questo muro di omertà, di furbizie, di raggiri nei confronti della gente, venga abbattuto e che chi ci governa dica chiaramente come stanno le cose e si assuma le responsabilità politiche".

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21 marzo 2011

Nuova tragedia nelle miniere di carbone

E' il Pakistan il teatro dell'ennesima tragedia in miniera:

"Almeno dieci persone sono morte in Pakistan ed altre 42 sono rimaste intrappolate con poche speranze di salvezza per tre successive esplosioni di gas metano che hanno fatto crollare alcune gallerie di una miniera di carbone nella zona di Surran, a 35 chilometri da Quetta, capoluogo del Baluchistan. Lo riferiscono le tv pachistane.

La pressoché nulla possibilità di sopravvivenza dei minatori rimasti bloccati è che l'incidente è avvenuto quando si trovavano al lavoro a 1'200 metri di profondità.

Alle operazioni di soccorso, che continuano nella notte, partecipano anche elementi dell'esercito.
(ats) Fonte: BlueWin

Ma negli spot degli inquinatori, il carbone è sempre più pulito.

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19 marzo 2011

L'ovvio che inganna

Riceviamo e pubblichiamo

"Due articoli comparsi sulla stampa recentemente sembrano stuzzicare il senso ironico dei “pensanti” circa l’ovvia strumentalizzazione di eventi che pesano tragicamente sulla nostra realtà sociale. Di questi , il primo , sembra essere “deprimente” per il suo cinismo che , partendo dai tragici eventi che stanno martoriando il Giappone , cerca di attuare una “squallida” ricerca di consensi : con la sua affermazione “ …dopo il Giappone impensabile il nucleare a Montalto…..”, la “cangiante” Attig Sig. Fabiana sfiora il “comico” se non l’assurdo con il voler rimarcare la “pericolosità” del nucleare in un distretto industriale in cui , qualcuno a Lei molto vicino consentendo la conversione a carbone di Tvn , ha già compiuto un omicidio “differito” di massa , che nulla ha da invidiare al disastro in corso in Giappone .Ma forse , la Sig. Attig vorrebbe chiudere al nucleare per aprire ad un’altra centrale a “carbone” oppure a “CDR-Q” di balloniana ispirazione? Oppure ancora , ha finalmente scoperto che oggi non ci può essere spazio per risorse energetiche appartenenti a filosofie energetiche risalenti al secolo ormai scorso , nucleare in testa e carbone o cdr-q in coda ? Sig. Attig ci usi la cortesia di risparmiarci i suoi maldestri tentativi di cavalcare un’onda che disegna il tramonto di tecnologie energetiche appartenenti ad un’altra epoca.: lo sapevamo tutti che il carbone era “desueto”, che il nucleare era in abbandono , che il CDR ,di qualunque tipo esso sia , apparteneva ad un’ipotesi tecnologica micidiale, non ci occorreva il suo “illuminante” intervento!. Le consiglio, peraltro e per avere conferma di ciò, di fare una ricerca statistica , attraverso la distribuzione di modulistica “ad hoc” per saggiare il pensiero dei contribuenti in merito, come già ha validamente fatto in un recente passato per i “pendolari” con i risultati che tutti conoscono , pendolari per primi! Il secondo vede protagonista il Sig.Tidei on Pietro che rivolgendosi ai sindaci del comprensorio li accusa di “inerzia” nei confronti dell’ENEL: in questo specifico caso mi viene solo voglia di “sghignazzare” perché la “risata” appartiene alla sana capacità di scoprire il lato “comico” di un evento ma qui di “comico” non c’é proprio nulla, anzi direi che c’é del “tragico”: come si può avere il coraggio blasfemo di fare politica sulla pelle della gente , dimenticando il proprio diuturno rapporto lavorativo con l’Enel proprio nel settore più significativo , ovvero quello legale? Ma on.Tidei Lei non é stato sindaco della città ed in veste di primo cittadino perché non ha mai aperto una qualunque vertenza circa l’inquinamento da “olio pesante” di cui la centrale era all’epoca responsabile? Le consiglio di leggere gli atti del processo e della recente condanna dei vertici Enel della Centrale di Porto Tolle funzionante ad “olio pesante” e della quale si é ventilata la “ conversione a carbone” ….avrà di che pensare e di che riflettere, però abbia l’onestà morale di farlo prima su sé stesso e poi , se ne avrà ancora la voglia ed il coraggio , anche sugli altri! Non posso che commentare gli eventi in argomento con le parole di Conan Doyle : “….. nulla é più ingannevole dell’ovvio……” specialmente in politica !!!

il Segretario Federale Fiamma Tricolore - G.Pedrini

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Civitavecchia, a volte respirare è un rischio per la salute

Civitavecchia, commento del Consigliere Comunale Manuedda al comunicato diramato dal dott. Coleine rispetto ai gravi dati di inquinamento emersi nella scorsa settimana a Civitavecchia

L’infelice comunicato del dott. Manrico Coleine, presidente del consorzio per la gestione del milione di euro elargito annualmente dall’Enel, impone alcune precisazioni.

Non solo nella giornata di lunedì, come sostenuto da Coleine, ma per due giorni, lunedì 14 e martedì 15, sia la centralina di Arpalazio, unica valida ai fini di legge, sia quelle del consorzio moscheriniano, hanno registrato a Civitavecchia significativi superamenti del limite giornaliero previsto per le polveri sottili, in particolare per il PM10.

È bene ricordare che nella giornata di martedì lo sforamento ha riguardato anche Tolfa e Allumiere, mentre in entrambi i giorni hanno rilevato valori superiori al limite le centraline di Santa Severa, Tarquinia e Monte Romano.

Per capire, poi, come abbia fatto il presidente Coleine a comunicare l’assenza di superamenti dei limiti per il PM2,5, bisognerebbe rivolgersi ad un esperto del paranormale, non essendo installati sul nostro territorio rilevatori per questo tipo di inquinante.

Nelle giornate di lunedì e martedì, dunque, abbiamo respirato aria malsana, come accade spesso, del resto, ma con l’unica differenza che stavolta risulta da qualche parte.

Una situazione in cui, per usare le parole dell’Arpa, “aumenta la probabilità di accusare sintomi per i soggetti particolarmente sensibili. Anche gli adulti sani possono manifestare difficoltà respiratorie e cardiache, soprattutto durante attività fisiche intense e prolungate all’aperto”. Se invece vogliamo seguire la definizione di qualità dell’aria “scadente”, usata dal consorzio del dott. Coleine, il concetto non cambia: “Tutti possono cominciare ad avvertire effetti sulla salute. I membri dei gruppi sensibili possono invece avvertire effetti più seri”.

Chiarito che per “soggetti sensibili” si intendono le persone anziane, quelle con malattie cardiocircolatorie e polmonari, i neonati e i bambini, a Civitavecchia, nelle giornate di lunedì e martedì siamo stati tutti esposti a rischi o ad effetti negativi sulla salute senza essere avvertiti in tempo utile.

Licenziare, a due giorni di distanza, un comunicato come quello del dott. Coleine, equivale a rivolgersi a un cadavere dicendo: “A proposito! L’altro ieri ti hanno sparato in fronte, ma non ti preoccupare… Adesso ce ne siamo accorti”.

Preso atto dell’irreparabile ritardo, il signor Coleine, come medico prima che come presidente del consorzio finanziato dall’Enel, avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio e, magari, anche se ormai si tratta di una pratica mitologica, rassegnare le dimissioni.

Al contrario, solo dopo che le foto dei pannelli che definivano “scadente” l’aria già respirata hanno iniziato a circolare su internet, il dott. Coleine ha ritenuto doveroso intervenire, rispolverando, è proprio il caso di dirlo, la leggendaria teoria della sabbia del Sahara portata nei nostri polmoni e, soprattutto, nelle centraline dal provvidenziale scirocco. Peggio ancora, il presidente ci comunica che il fenomeno era stato previsto dall’Arpa, senza che per questo abbia sentito il bisogno di avvisare la popolazione in anticipo.

In effetti, nel bollettino del 14 marzo l’Arpa aveva previsto “l’influenza di eventi di trasporto da lunga distanza di PM10 provenienti dalle regioni nord-africane”. Peccato, per gli ineffabili sostenitori della teoria della sabbia assassina, che la stessa situazione, se non peggiore, si può riscontrare, ad esempio, per il 2010, nelle date del 13 e 14 giugno, 26 marzo e 19 febbraio, senza che le nostre centraline abbiano mai registrato un superamento dei limiti di PM10.

Escluso, quindi, che le polveri provenienti dall’Africa abbiano causato lo schifo che ci siamo respirati, sarebbe giusto trovare le cause. Mi sembra chiaro che non potrà essere il consorzio presieduto dal dott. Coleine a farlo e, probabilmente, neanche l’Arpa, che si può annoverare tra i sostenitori della prima ora della “pista africana” e per la quale a Civitavecchia l’aria è invidiabile, come dimostra l’inesorabile centralina del Parco della Resistenza, che nel 2010, in una città di 50.000 abitanti con il suo traffico veicolare e un’autostrada, due centrali termoelettriche di cui una a carbone e un porto che inquina come una centrale, ha registrato 0 (ZERO) superamenti del limite per il PM10.

Temo che quello del 14 e 15 marzo 2011 sarà l’ennesimo delitto perfetto, anche se, considerato che il traffico non è stato più intenso del solito, non c’è stato un gran premio di Formula Uno, le navi da crociera non sono ancora arrivate, il cementificio dovrebbe essere spento, non ci sono stati incendi, la soluzione sembra proprio a portata di mano. Potrebbero essere le centrali, magari quella a carbone… Ma no, è impossibile… Quelle emettono condensa dal vago profumo di violetta. Ma allora, non rimangono che i caminetti a legna… Certo! I caminetti a legna, come ho fatto a non pensarci subito!

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Rinnovabili, subito.

Da L'Espresso a firma di Ignazio Marino
"Le emozioni suscitate dal terribile disastro che sta sconvolgendo il Giappone, con gravi ripercussioni su tutto il pianeta, hanno risvegliato incubi. Certo è che in Italia oggi il nucleare non piace a nessuno. e le ragioni non sono affatto emotive. Si pensi anzitutto al problema di maggiore attualità: il rischio di incidenti. I fautori del nucleare sostengono che i più moderni sistemi di costruzione sono assolutamente sicuri e non c'è dubbio che le centrali più recenti abbiano standard di sicurezza molto elevati ma poi ci sono i fatti che, evidentemente, dimostrano come un incidente non si possa mai escludere e, come si dice, 'a nuclear accident anywhere is an accident everywhere'. Ma incidente non è il termine adatto perché le parole per descrivere le conseguenze dell'esposizione alle radiazioni sono leucemia, cancro, sterilità, anemia, infezioni, malformazioni, alterazioni genetiche e cromosomiche, e il rischio di tali terribili malattie perdura molti anni dopo l'esplosione di un reattore.

D'altra parte, la crescita del consumo di energie ottenute da combustibili fossili (carbone, gas e petrolio) ha creato a sua volta enormi problemi all'umanità, dall'inquinamento al surriscaldamento, dalle instabili relazioni con i paesi produttori di petrolio ai vincoli economici legati al prezzo del greggio. E poi nemmeno le fonti di origine fossile sono esenti dal rischio incidenti, basti pensare all'incendio di Centralia, in Pennsylvania, quando nel 1962 andò a fuoco una miniera di carbone producendo emissione di gas tossici e voragini nel terreno, rendendo necessaria l'evacuazione permanente di tutta l'area, una superficie pari a quattro volte lo Stato del Vaticano. Dunque servono nuove fonti di energia: ma non sarebbe più sensato concentrarsi su quelle che pongono meno problemi? Nel caso del nucleare, oltre ai rischi legati a disastri naturali o incidenti, ci sono altri elementi pieni di incognite.

Le parole del Nobel Carlo Rubbia non dovrebbero lasciare indifferenti: «Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? Se non c'è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano. E se non si riesce a risolvere il problema della costruzione di un inceneritore per bruciare l'immondizia, come riusciremo a sistemare queste grandissime quantità di scorie nucleari che nessuno al mondo sa ancora smaltire?».

Perché le scorie, ovvero i rifiuti del nucleare, sono estremamente tossiche e destinate a restare attive per migliaia di anni. Nessuno ha ancora trovato il modo per smaltirle e anche il progetto americano più ambizioso (tunnel profondi nel deserto del Nevada) dopo vent'anni di studi e 7,7 miliardi di dollari spesi dal governo federale con le tasse dei contribuenti, alla fine è stato sospeso perché non abbastanza sicuro.

Per non parlare dello smantellamento delle centrali nucleari che hanno terminato il ciclo di produzione, operazione complessa, pericolosa e molto costosa, che oggi in genere viene rimandata in attesa che la radioattività diminuisca e nella speranza che il progresso tecnologico renda più facili le operazioni. La Gran Bretagna, per esempio, non sapendo come affrontare la questione ha deciso di posticiparla di cento anni. Con tanti auguri a chi verrà dopo.

Quanto al nostro Paese, possiamo solo riconoscere che non abbiamo petrolio, né metano, né carbone ma non abbiamo nemmeno uranio dunque, anche sviluppando il nucleare, cambieremo fornitori ma resteremo dipendenti. Dovremo comprare l'uranio da chi lo possiede, considerando che si tratta comunque di una fonte di energia destinata ad esaurirsi prima del 2100.

Di fronte alla domanda crescente, la risposta della politica è stata sempre quella di aumentare le importazioni mentre la prima cosa da fare sarebbe consumare meno, risparmiare energia e, soprattutto, usarla in modo più efficiente. � possibile con il migliore isolamento delle case, con l'energia geotermica attraverso l'estrazione del calore dalle rocce profonde, il potenziamento dei mezzi pubblici, lo spostamento delle merci su rotaie e via nave, come del resto chiede anche l'Europa che obbliga a ridurre i consumi del 20 per cento entro il 2020.

Le energie alternative sono il settore in cui investire e costruire il futuro. Soprattutto perché l'Italia ha una grande risorsa naturale che è il sole, una fonte energetica che durerà per i prossimi 4 miliardi di anni e che, come sostiene il professor Vincenzo Balzani, chimico molecolare di fama mondiale, «rappresenta una stazione di servizio sempre aperta che invia una quantità di energia diecimila volte superiore a quella che l'intera umanità consuma».

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Carbone a Saline Ioniche, intervengono le Associazioni dell’Area Grecanica

Comunicato stampa del Coordinamento delle Associazioni dell’Area Grecanica

Senza chiedere il permesso a nessuno. Sulla centrale a carbone abbiamo delle opinioni diverse. Rappresentiamo interessi diversi. Noi vogliamo rappresentare gli interessi veri di questa terra. Senza dover chiedere il permesso a qualcuno. Senza che qualcuno voglia imporci i segni del suo dominio: anche culturale. Abbiamo una idea diversa dello sviluppo per la nostra Area Grecanica. Infatti, dopo la prima, assemblea del No al carbone, nessuno degli appartenenti al Coordinamento delle Associazioni, si è esaltato per la grande partecipazione che si è registrata all’evento.

Tantomeno ci abbattiamo oggi, che c’è stata una minore partecipazione, comunque non dovuta disinteresse, ma all’accavallarsi di eventi che non stiamo qui ad elencare.

Notiamo, comunque, che il Sig.D’Aquaro è un ragioniere meticoloso che scrive pagelle e assegna voti. Lo ringraziamo per la sua magnanima attenzione. A lui non sfugge nulla, salvo che rispondere alle domande sulle quantità dei veleni che verranno sparsi dalla centrale a carbone, che loro definiscono pulita, sulle conseguenze che questi veleni avranno per la salute di noi tutti e sui livelli di riscaldamento del mare nell’area circostante?

Ci sono degli studi che valutino le possibili conseguenze sulle persone e sull’ambiente?

O queste domande hanno un sapore ideologico?

Ci risparmi, la Sei, di ripetere che la Co2 non è un veleno. Lo sappiamo. E’ il suo eccesso nell’atmosfera che provoca conseguenze sul clima. A Cancun qualche mese fa, di questo hanno parlato i capi di governo del Pianeta Terra. Il carbone è il primo accusato. L’Onu da tempo insiste sui pericoli per il clima sulla Terra, e chiede interventi decisi. Lo stesso fa l’UE; il 2020 è una data vicina e importante. Il Sig. D’Aquaro, però, non parla di tutti i veleni che saranno emessi, a tonnellate, dalla centrale. Bontà sua, invece, il Dr Bocchiola, in una intervista, ammette che qualcosa c’è. Posso dire che questo non ci tranquillizza per niente? Anzi! E quale sicurezza può dare il costruire una centrale a carbone, in un area a forte rischio sismico, come la nostra terra. Sappiamo già che la tecnologia adottata ha previsto tutto; quindi nessun pericolo come in Giappone per il nucleare.

Il Sig. D’Aquaro si concede di dire, davanti a tutti, che la dignità della nostra Gente, di cui noi siamo figli, per noi è sconosciuta. Difenda pure, da consigliere pagato qual è, il progetto Sei, ma ricordi, questo caro Signore, che non tocca a lui elargire patenti di dignità.

Legga, o rilegga, Corrado Alvaro, sul senso della dignità dei Calabresi. Quegli scritti hanno un valore anche per l’oggi.

Nella assemblea ultima, noi, si voleva fare il punto della situazione relativa al progetto della Sei. Ribadendo il nostro No,anche perché idee e progetti per uno sviluppo diverso di questa area ce ne sono.

Progetti che partono dalle nostre risorse naturali, paesaggistiche, culturali e dai nostri antichi paesi; nonché dal mare e dalla montagna. Il carbone per tutto ciò non ci interessa. Vogliamo pensare e agiamo,alla luce del sole, per farne a meno.

Vorremmo ricordare, che il Gal Area Grecanica ha avuto un progetto finanziato con fondi UE, da parte della nostra Regione. Sono circa 8 milioni di euro, comprensive della quota parte dei privati.

Il Gal è una agenzia per lo sviluppo, promossa dalla UE, di cui fanno parte i Comuni dell’area, associazioni, camera di commercio, privati ecc. Per dire che ci sono professionalità e talenti anche dalle nostre parti. Vorremmo ricordare Portus, un progetto di riqualificazione dell’area ex Liquichimica premiato alla biennale di Venezia, frutto dell’ingegno e talento di professionisti Reggini. Abbiamo espresso il nostro apprezzamento sulla decisione del nostro governo Regionale su un finanziamento per rendere agibile il porto di Saline.

Che cos’è? In Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, molti sono contro le centrali a carbone che la Sei Repower vorrebbe costruire a Saline e ad Amburgo e stanno proponendo un referendum popolare. Ad aprile si voterà per il rinnovo del governo cantonale e la Repower è una società con il 46 % di azioni detenuto dal Cantone. Quindi utilizza, anche, soldi dei cittadini contribuenti di quel Cantone. Non era una società del tutto privata?!

La Sei Repower di queste cose non parla. Noi SI.

O, forse, ha un sapore di ideologia porre, anche da parte della libera stampa, queste domande alla Sei?

Perché la stampa, non tutta, ha qualche impaccio, forse, nel porre, anche queste domande alla Sei Repower?
E magari parlando del No al carbone dice che è un no ideologico.

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Fulvio Conti (a.d. enel) sul nucleare: "non fidatevi dell'emotività". Anzi sì...Beh, ogni tanto.

Fidatevi della vstra emotività, ma solo quando guardate gli spot menzogneri di enel, stracolmi di fiorellini, verde, sole, ed energia pulita. Vi fanno sentire bene? Era quello lo scopo dell'operazione, farvi dimenticare che Enel è il primo inquinatore sul suolo italiano.

Ma non fidatevi della vostra emotività quando vi prende il panico di fronte a un disastro nucleare che sta devastando un'area del Giappone e la renderà inabitabile per sempre. Enel sta investendo in nucleare: non va bene mettergli i bastoni tra le ruote.

Una sola parola come risposta: VERGOGNA

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Potenziamento S.S. Aurelia o autostrada a pagamento?

Continua l’impegno del Movimento Nocoke Alto Lazio, di Italia Nostra e di tutti i comitati promotori della costa tosco-laziale, da Livorno a Gaeta, che esprimeranno ragioni del dissenso e proposte alternative all’iniziativa di Sabato 19 marzo nel Palazzo della Provincia di Grosseto in Piazza Dante, dalle 9 alle 14, dove si terrà un dibattito coordinato da Paolo Conti del Corriere della Sera.

Il territorio è in allarme per il pericolo della sciagura dell’autostrada Tirrenica, un’opera inutile e troppo costosa, che non tiene conto delle necessità delle popolazioni che vogliono solo, la messa in sicurezza dell’Aurelia, opera che consentirebbe di evitare altre vittime di incidenti, ma soprattutto salvaguardare il nostro meraviglioso paesaggio della Maremma.

I cittadini impegnati da sempre per la salvaguardia della salute e dell’economia del territorio, sono fermamente decisi ad andare avanti contro la realizzazione di un’autostrada, che ora in maniera ingannevole fanno credere meno impattante, perché realizzata sopra l’Aurelia.

Niente di più bugiardo, visto che oltre allo scempio di cemento asfalto e muri impattanti che taglieranno in due la Maremma, ci vogliono fregare anche una strada statale, per farcela pagare come Autostrada!!

Svegliamoci!

Per questo da domani saremo nelle Piazze per la raccolta firme per sostenere una petizione che chiede la messa in sicurezza dell’Aurelia, gratuita al posto dell’Autostrada a pagamento.

Se ci lasceremo rubare la S.S. Aurelia, perderemo il diritto di spostarci senza prendere l’autostrada, perché le strade secondarie non le faranno per costringere il più possibile anche i residenti a pagare il pedaggio.
La sciagura nucleare in Giappone dimostra la gravità dei pericoli che la Maremma deve affrontare. E' già in funzione una centrale a carbone a Civitavecchia. Si continua a parlare di una centrale nucleare a Montalto di Castro. E di un'autostrada- Corridoio Tirrenico- destinata a stravolgere il paesaggio e l'economia della zona.
Speriamo che dopo la tragedia di Fukushima anche il Governo italiano finisca col capire che non si può proporre il nucleare né a Montalto né altrove in Italia.

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18 marzo 2011

...E i colossi del carbone preparano il banchetto

In una situazione in cui tutti i novelli sostenitori del nucleare danno a vedere un certo interessato pentimento,

"Andrea Clavarino, presidente Assocarboni, assicura che in Italia “il carbone è pronto a fare la sua parte”. A patto che il governo “riprenda in mano la barra della politica energetica”. Oggi, spiega, “l’unica alternativa reale, pronta, per produrre energia elettrica è il carbone [...] certamente si farà ricorso al carbone per compensare gli stop alle centrali nucleari in Giappone e in Europa”.

Da IlfattoQuotidiano

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Ministro Prestigiacomo: "Fermiamo il nucleare o rischiamo alle prossime elezioni"

"PRESTIGIACOMO: "E' FINITA, USCIAMONE" - "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate". Nell'aula di Montecitorio e' finita da poco la cerimonia di celebrazione del 150o anniversario, e nel corridoio di fronte alla sala del governo il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si sfoga, lontana da occhi indiscreti, con Paolo Bonaiuti e Giulio Tremonti. Il dibattito sul progetto nucleare del governo si e' infiammato dopo il terremoto in Giappone, ma il ministro ha gia' le idee chiare. A sentire lei, il nucleare italiano non ha
futuro: "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne- dice rivolta a Bonaiuti e soprattutto a Tremonti- ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese". Al colloquio, che e' durato una decina di minuti, s'aggiunge poi anche il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani."
Da Agenzia Dire

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17 marzo 2011

La qualità dell'aria a Civitavecchia


Foto diffuse su Facebook da liberi cittadini.

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Lettera di un giovane civitavecchiese

Da TrcGiornale.it
"Noi giovani inquinati

La situazione ambientale di Civitavecchia è imbarazzante, la mia città non rispetta l'ambiente, non rispetta la salute, la mia città sembra destinata a cacciarci via o a ucciderci. Per il Sindaco: ancora aspettiamo un incontro per avere maggiori delucidazioni sull'aspetto ambientale e soprattutto per capire che fine ha fatto il nostro bosco, il famosissimo bosco che doveva realizzare l'Enel, forse lo hanno perso? La favola racconta che cappuccetto rosso caminava nel bosco, mentre noi cittadini camminiamo sotto un cielo di PM10 provocati da TVN o meglio dalla centrale a carbone . Forse non ha letto i dati rilevati il 15 marzo, se vuole può leggerli con maggior tranquillità presso questo link http://www.ambientale. org/dati/15032011.pdf , li riassumo velocemente, su 11 centraline 11 sforamenti delle PM10. Al Dottor Molina: si si sicuramente è vapore, mischiato alle polveri di Maga Magò? O forse sarà il caso di rivedere il tutto e impegnarsi in qualcosa che possa migliorare questa situazione così assurda? Sicuramente cambiare nome ad un palazzetto dello sport è molto più semplice che migliorare lo stato attuale della centrale. Per l'assessore all'ambiente: Lei rappresenta l'istituzione più importante anche se non se ne è reso conto, l'ambiente equivale alla vita, è la risorsa più importate, è l'unica ricchezza che non possiamo sprecare o danneggiare e quindi la invito a prendere una posizione netta e a difendere il nostro il suo ambiente la ua vita. Oggi 17 marzo mi sono svegliato come ogni mattino, ho fatto colazione, mi sono vestito ed ho indossato la maschera a gas per festeggiare l'Unità d'Italia, mentre io muoio".

LETTERA FIRMATA

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"L'atomo e i costi troppo alti: non conviene"

Ci voleva una catastrofe, per riflettere su quanto già sapevamo?
Dal Corriere.it
"Il nucleare, questo nucleare, non convince per diversi motivi. Innanzitutto non sono escludibili eventi catastrofici a causa di fattori esterni o di errori umani. Si spera nella quarta generazione che, verso il 2030, dovrebbe portare a reattori intrinsecamente sicuri. C'è poi una valutazione economica, in quanto i costi tendono costantemente ad aumentare. Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa (Energy Outlook 2010) sugli impianti da costruire nei prossimi due decenni, l'elettricità da nucleare risulta la più cara. È il motivo per cui negli Stati Uniti sono previsti dei meccanismi di incentivazione per le nuove centrali, altro che riduzione della bolletta... Infine pesa una considerazione etica. A quasi cinquant'anni dalla prima centrale, non esiste un solo Paese al mondo che abbia realizzato un deposito definitivo per le scorie altamente radioattive. Per tutti gli oggetti che noi conosciamo - un frigorifero, un'automobile, una bottiglia - è prevista la chiusura del ciclo. Per i rifiuti nucleari, la cui pericolosità ha tempi di dimezzamento di decine di migliaia di anni, non abbiamo ancora trovato una soluzione, lasciando in questo modo alle generazioni future un velenoso regalo.

I fautori di questa tecnologia sostengono che però consente di ridurre i consumi di combustibili fossili e le emissioni dei gas serra. Vero, ma è possibile ottenere lo stesso risultato in modo più efficace e meno rischioso. Le fonti rinnovabili, considerate marginali fino a poco tempo fa, stanno crescendo a ritmi imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo. L'elettricità producibile dagli impianti solari ed eolici installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 è tre volte maggiore rispetto a quella dei reattori nucleari entrati in servizio negli stessi anni. La metà della potenza elettrica installata in Europa lo scorso decennio è rinnovabile. E l'accelerazione della crescita è formidabile. La potenza fotovoltaica globale installata nel 2010 è, ad esempio, aumentata del 120% rispetto all'anno prima.

Grazie al contesto energetico così drasticamente mutato, la riflessione internazionale che seguirà all'incidente di Fukushima avrà un decorso diverso rispetto all'impatto che si ebbe dopo Chernobyl. Allora l'effetto fu quello di bloccare la crescita del nucleare senza innescare però una vera alternativa. Le fonti rinnovabili erano all'inizio del loro sviluppo e non rappresentavano un'opzione credibile, anche se le esperienze californiane, danesi, giapponesi già facevano intuire le enormi potenzialità di queste tecnologie. La potenza eolica oggi è cento volte superiore, quella solare addirittura mille volte più ampia. E i costi sono scesi drasticamente.

Tutto ciò fa ritenere che altri Paesi seguiranno la strada della Germania che aveva deciso, già prima dell'incidente giapponese, di uscire dal nucleare puntando a soddisfare nel 2050 almeno l'80% della richiesta elettrica con le rinnovabili. Una strategia lungimirante che negli ultimi anni ha consentito di raddoppiare l'elettricità verde grazie a un milione di impianti solari, eolici, a biomassa e di creare un comparto che conta 340.000 addetti, un pilastro ormai dell'economia tedesca.
Dunque, le riflessioni dopo la tragedia giapponese possono portare ad un drastico ripensamento delle strategie energetiche con un rilancio delle politiche dell'efficienza energetica e dell'utilizzo delle rinnovabili. Una strada fortemente innovativa che garantisce maggiore sicurezza energetica, riduce i rischi di cambiamenti climatici, crea imprese ed occupazione. L'Italia, che ultimamente ha ottenuto risultati interessanti nelle rinnovabili, farebbe bene a seguire questa strada.

Gianni Silvestrini

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16 marzo 2011

Yunnan (Cina) 9 i morti in miniera

Fonte
Una grave incidente si è verificato questa notte in una miniera cinese ed ha provocato circa una decina di vittime.
Nella provincia cinese sud occidentale dello Yunnan, a causa di una fuga di gas avvenuta in una miniera di carbone, sono morte nove persone e due sono rimaste ferite.
Quando è avvenuto l'incidente nella miniera c'erano 85 operai. Settantaquattro sono riusciti a fuggire, tre hanno riportato gravi ferite ed otto sono morti sul colpo.
Poco dopo uno degli operai rimasti feriti è deceduto in ospedale. L'incidente si è verificato nella città di Huangnihe, nella contea di Fuyuan all'una di notte ora locale.
di Claudia Peruggini

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Centrale a carbone di Bastardo: si manterrà in vita il relitto

Riceviamo e pubblichiamo
"A Gualdo Cattaneo ENEL deve adeguarsi ai parametri ambientali sin da subito, oppure sospendere l'attività dell'impianto fino al suo adeguamento: ciò è quanto succede nei Paesi in cui la vita dei cittadini è tenuta in massima considerazione, e non gli interessi corporativi dei gruppi industriali.
La decisione della Giunta Regionale di concedere altri 8 anni ad ENEL per adeguarsi agli standard previsti dai protocolli AIA calpesta in modo irresponsabile ed inaccettabile anni ed anni di lungo lavoro parte delle istituzioni locali ed associazioni spontanee partecipate dai cittadini per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica.
Una decisione presa sopra la testa delle persone e senza minimamente interpellare i diretti interessati, ovvero coloro i quali nei territori in questione sono costretti a vivere subendo le conseguenze dell'inquinamento ambientale ed acustico derivante dall'attività dell'impianto.
Il Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo, membro del Coordinamento Nazionale dei Comitati per il NO al carbone, annuncia che a tutela del territorio e della salute degli abitanti verranno subito indette riunioni informative con la popolazione e che verranno presentati immediati ricorsi, fra cui uno presso la Commissione Europea, al fine di scongiurare la temuta "eternizzazione" dell'impianto in questione il quale, ben lungi dal rappresentare ormai una risorsa per il territorio, continua a rappresentare una panacea soltanto per politici e sindacalisti, persone che vivono anni luce distanti dalla vera realtà delle cose, che hanno una concezione di progresso vecchia di 200 anni e che farebbero bene, ogni tanto, a mettere il naso fuori dallo stivale per vedere cosa succede nei Paesi realmente evoluti.
Contestualmente si invita l'Amministrazione Comunale, nella persona del sindaco Pensi, a mantenere le promesse fatte nel corso dell'ultima campagna elettorale e ad attivarsi, una volta per tutte, in maniera fattiva a tutela del territorio e dei suoi abitanti, affinchè non sia una ristretta lobby a pregiudicare le sorti del nostro comprensorio: anteporre gli interessi di pochi al diritto alla salute di tutti è un atto vile che un'Istituzione degna di tale nome non può avallare.

Raoul Mantini
PORTAVOCE DEL COMITATO PER L'AMBIENTE DI GUALDO CATTANEO

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15 marzo 2011

Megadiscarica Allumiere- relazione sull'incontro all'Aula Pucci

Da centumcellae.it
"Talmente tante persone hanno voluto partecipare al primo incontro pubblico per fare chiarezza e lanciare proposte sul tema della discarica ad Allumiere che il luogo del dibattito è stato cambiato dall’aula Calamatta, che non riusciva a contenerle tutte, alla più spaziosa aula Pucci. Rabbia, delusione, stupore tra i presenti perché per l’ennesima volta Civitavecchia e il comprensorio si trovano di fronte ad una battaglia per la propria salute che non si combatte più, se mai lo si è fatto, ad armi pari. In una zona già devastata da fonti inquinanti, quali la centrale a carbone e il porto, questa nuova proposta di creare una “Cittadella dei Rifiuti” appare a tutti assurda.
Tre gli interlocutori presentati dal giornalista Giampiero Romiti: la biologa e ricercatrice precaria Elisa Tremante, un rappresentante del comitato Malagrotta, Maurizio Melandri, ed il dottor Giovanni Ghirga. “Dobbiamo monitorare e informarci – le parole di Elisa Tremante – perché non possiamo più essere presi in giro dai politici. E’ fondamentale creare un comitato di tutto il comprensorio e non fermarci se questo allarme passerà, perché se non è ora sarà in un altro momento e non possiamo permetterlo”. Immagini e video allarmanti sono state presentati da Maurizio Melandri ed hanno chiaramente mostrato le condizioni disastrose della discarica di Malagrotta. “Si prevede che dopo 20 anni di attività i danni alla salute e all’ambiente potrebbero ammontare a 650 milioni di euro” ha spiegato il dottor Giovanni Ghirga che ha affermato senza mezzi termini: “Questo progetto è un’offesa che i cittadini non possono e non devono subire”.
Interessanti interventi anche da parte di Emiliano Stefanini del neo comitato formatosi ad Allumiere, di Simona Ricotti e del consigliere provinciale di Sel Gino De Paolis i quali hanno esortato tutti a lottare e a non ripetere gli errori commessi in passato con la centrale a carbone e altri progetti fonte di inquinamento e servitù per la città.
Prossimo appuntamento per rilanciare il no alla discarica l’iniziativa pubblica convocata per venerdì ad Allumiere alle ore 17:00 dal Sindaco Augusto Battilocchio.

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12 marzo 2011

Può la politica non occuparsi della salute pubblica?

Comunicato da "Uniti per la Salute" ONLUS, Savona

"Lunedì 14 marzo la giunta Regionale deciderà la posizione della Regione Liguria per la Conferenza dei Servizi di Roma sul potenziamento a carbone della Centrale di Vado –Quiliano.
Invitiamo i cittadini e soprattutto chi ha la grande responsabilità di decidere per il futuro del territorio savonese a leggere o rileggere attentamente quanto segue e quindi a non sottovalutare o ignorare:

1) L’ordine dei Medici della provincia di Savona che in un documento del 3 dicembre 2010 dichiara “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari”.

2)L’ IST che dichiara”Nella relazione presentata da Tireno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: -errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie - sottostima delle emissioni di gas serra-sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori- errori metodologici sull’impatto sanitario

3)Il Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità che in sede della conferenza dei servizi rimarca come i decreti rilasciati “non abbiano sufficiente evidenza della problematica relativa ai c.d. microinquinanti classici derivanti dalla combustione del carbone, tra cui PCB, i metalli pesanti, l’arsenico, ecc. ecc.. , … e “l’importanza di considerare il deposito al suolo di tali sostanze “

4) I Sindaci di Vado e Quiliano, che con una forte posizione a difesa della salute, nel documento del 25.01.2011 dichiarano come “ il Decreto di compatibilità ambientale del progetto non abbia sufficientemente valutato le implicazioni sulla salute e sui dati ambientali sensibili… chiedono che le gravi lacune presenti nell’attuale procedura di valutazione siano sviluppate in quanto tali approfondimenti si ritengono indispensabili per una corretta e appropriata valutazione degli impatti ambientali”, dichiarando come “fondamentale, condizionante e non prorogabile” sia un piano di monitoraggio ante operam sia una Valutazione di Impatto Sanitario. Queste pressanti richieste non possono essere poste come prescrizioni ma “azioni indispensabili e urgenti prima di ogni ulteriore determinazione”, puntualizzano i Sindaci.

Cosa direbbero poi ai cittadini gli amministratori regionali qualora assumessero decisioni in contrasto con queste autorevolissime posizioni a tutela della salute?

unitiperlasalute@libero.it
http//unitiperlasalute.blogspot.com

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Megadiscarica per Allumiere: appuntamento al Pincio

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11 marzo 2011

Nuova SS Aurelia: fai sentire la tua voce

Parte la raccolta firme!


Per scaricare il volantino e il modulo per le firme da stampare e compilare: clicca QUI

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9 marzo 2011

Anche la Provincia di Cosenza rifiuta di partecipare al tavolo tecnico di Scopelliti

Da TeleReggio
"Energia, Guccione: "La Calabria ha già detto no al carbone"

E' assolutamente condivisibile la decisione assunta dalla Provincia di Cosenza e dal Comune di Rossano di non voler partecipare a nessun 'tavolo tecnico' per discutere sull'ipotesi di una riconversione a carbone della Centrale di Rossano". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione. "Dopo il netto no - aggiunge - espresso dal Piano energetico ambientale regionale approvato nel 2005, dall'Assemblea regionale, dal Consiglio Provinciale di Cosenza, dai consigli comunali di Rossano e Corigliano e da tutti i consigli comunali dell'area ionica, il ricorso al 'tavolo tecnico' a questo punto ha soltanto il sapore dell'espediente per far rientrare dalla finestra una questione che era uscita definitivamente dalla porta principale. La Calabria e la Sibaritide, le cui vocazioni sono preminentemente agricole e turistiche, non vogliono il carbone. Non lo vogliono né a Rossano, né a Saline Joniche, né in nessun altro posto del territorio calabrese, anche perché la nostra regione produce molta più energia di quanto ne ha bisogno". "Dall'Enel - conclude Guccione - ci aspettiamo non furbizie o sotterfugi, ma idee, proposte e investimenti in piena sintonia con uno sviluppo ecocompatibile, rispettoso dell'ambiente, del territorio, della salute dei cittadini e di un'economia fondata soprattutto sul turismo, sulla pesca, sull'agricoltura e sul commercio, fattori che sono in assoluta antitesi con l'utilizzo e la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano".

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Il Consiglio regionale del Lazio boccia la discarica ad Allumiere. Basterà?

Da Civonline.it
"La Giunta regionale, di concerto con Comune e Provincia di Roma, dovrà cercare una soluzione alternativa al Comune di Allumiere per la localizzazione del nuovo polo di smaltimento, trattamento e recupero dei rifiuti. E’ quanto ha stabilito oggi il Consiglio regionale del Lazio approvando una mozione – primo firmatario Carlo Lucherini (Pd) – presentata da esponenti di Pd, Sel, Federazione della Sinistra, Verdi e Lista Bonino-Pannella e poi emendata su iniziativa dei consiglieri Francesco Carducci Artenisio (Udc), Rodolfo Gigli (Udc), Andrea Bernaudo (Lista Polverini) e Carlo De Romanis (Pdl). "Il documento - si legge nella nota dell'area informazione del Consiglio regionale - era stato presentato a seguito della notizia di un’intesa tra ministero della Difesa e Comune di Roma per realizzare il polo presso il poligono militare ‘La Farnesiana’, situato nel Comune di Allumiere. Secondo i proponenti, tuttavia, il terreno individuato “è situato in una zona sottoposta a vincoli ambientali e riconosciuta dalla legislazione europea di enorme valore paesaggistico”. Inoltre – si legge nella mozione – 'il Comune di Allumiere e la Provincia di Roma hanno più volte manifestato la propria contrarietà alla suddetta localizzazione della discarica alternativa a Malagrotta' e la presidente della Regione ha ribadito 'che l’ipotesi di Allumiere è la meno percorribile'". “Il protocollo stipulato – aveva tenuto a precisare in aula, Andrea Bernaudo (Lista Polverini) – riporta una data antecedente rispetto alla comunicazione del sindaco Alemanno che rimette alla Regione l’intera competenza in materia. La presidente, quindi, è l’unica autorità competente per la soluzione del problema Malagrotta”. "La Polverini, secondo la mozione, - continua la nota - in data 2 marzo ha reso noto di aver già inviato una lettera al primo cittadino di Allumiere dove ha ribadito come nessun sito nel territorio del Comune è stato preso in considerazione per la localizzazione del nuovo impianto integrato per lo smaltimento, il trattamento e il recupero dei rifiuti, previsto del piano regionale. Il capogruppo Pd Esterino Montino nel corso del dibattito ha invitato Alemanno a non scaricare su altri comuni i problemi che sono romani e alla diminuzione dei rifiuti visto che lo smaltimento del 'tal quale' è vietato. Angelo Bonelli (Verdi) ha denunciato che smaltire ad Allumiere, area protetta a livello comunitario, esporrebbe la Regione a una procedura di infrazione, mentre Luigi Nieri (Sel) ha evidenziato come paradossalmente il ministero per le Politiche agricole abbia inserito ‘La Farnesiana’ nel catalogo dei circa 120 ‘Paesaggi rurali storici’ da tutelare presentato lo scorso 3 marzo. Giuseppe Celli (Lista civica) ha ribadito l’opportunità che la discarica sia localizzata a Roma, Ivano Peduzzi (FdS) ha invitato la Giunta a far valere il suo ruolo nella definizione delle scelte che sarà necessario intraprendere nel piano rifiuti. Quanto alla mozione nella sua prima stesura Chiara Colosimo (Pdl) ha sostenuto 'sarebbe stata più giusta una mozione che chiedesse tempi certi sulla soluzione del problema'”. "Esprimo grande soddisfazione - commenta il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Astorre Astorre - per l’intesa raggiunta sulla mozione che rafforza la posizione contraria già espressa dal presidente Polverini”. "E’ una vittoria del buon senso - dichiarano inoltre Montino e Lucherini - sarebbe grave infatti ubicare discarica e gassificatore per i rifiuti della Capitale ad Allumiere, in un sito tra l’altro ad alto valore ambientale. E’ opportuno che invece l’area della discarica che dovrebbe sostituire Malagrotta sia individuata all’interno del Comune di Roma che ha un territorio grandissimo. A questo proposito occorre ripristinare gli ambiti territoriali previsti dal piano rifiuti elaborato dal centrosinistra, distinguendo Roma dalla sua provincia”. “Il tentativo del ministro La Russa e del Sindaco Alemanno di sottrarre alle competenze della Regione e al giudizio delle comunità locali la scelta per la discarica del dopo Malagrotta è naufragato con il voto del consiglio regionale - commentano Guglielmo Abbondati, coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà, e Claudio Fiorani responsabile regionale dei rifiuti del partito - La Regione deve ora esercitare fino in fondo le prerogative di programmazione e pianificazione in tema dei rifiuti e lo deve fare aprendo una consultazione con gli amministratori e le comunità locali, perché qualsiasi scelta deve essere concertata e condivisa fino in fondo". "Il Sindaco Alemanno – concludono Abbondati e Fiorani - non può pensare che altri si facciano carico di risolvere il problema dei rifiuti di Roma”. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno interpellato sulla possibile discarica di Allumiere a margine della presentazione della "Festa Tricolore" ha dunque invitato la Regione Lazio ad individuare il sito celermente: "Ho detto con chiarezza che la vicenda Allumiere apparteneva ad un'altro momento e ad un'altra situazione - ha detto il primo cittadino capitolino - Abbiamo affidato alla Regione Lazio il compito di trovare il sito. Abbiamo detto che a nostro avviso dentro il comune non c'è un luogo adatto, sta alla Regione scegliere il sito e proporlo. Attendiamo la decisione, non abbiamo nessuna voglia di andare ad Allumiere o altrove basta che si trovi un sito velocemente perchè Malagrotta deve chiudere". "Grande salto di qualità del Consiglio Regionale del Lazio, che riesce a dire di no in maniera unanime, alla scellerata proposta del comune di Roma di aprire per i rifiuti della capitale una discarica ad Allumiere, in una zona protetta. La mozione presentata dal centrosinistra ha trovato come primi e convinti sostenitori, tra gli altri, proprio la presidente Polverini - afferma in una nota il capogruppo del Psi Luciano Romanzi - Seguire il buon senso, evitare il muro contro muro, adottare il confronto continuo con i territori rimane l’unico metodo capace di evitare le contrapposizioni ideologiche per guardare ai reali interessi dei cittadini”. “E’ giusto che sulla questione dello smaltimento dei rifiuti a Roma e in tutta la regione, il Consiglio regionale possa pronunciarsi dando indicazioni che possano rappresentare, attraverso il voto degli eletti, tutti i territori - dice Mario Abbruzzese, presidente del Consiglio regionale del Lazio - Sappiamo che la presidente Polverini con la Giunta è già impegnata in un percorso di ricognizione che possa risolvere definitivamente questo problema. E così la decisione presa oggi dall’aula che, impegnando le istituzioni coinvolte a cercare una soluzione alternativa alla discarica di Allumiere, si inserisce perfettamente su questa linea di azione. Tant’è che l’aula, con un voto unanime, è andata ben al di là delle strumentalizzazioni politiche, preferendo aprire piuttosto un confronto sulle opportunità che dovranno essere valutate per la localizzazione del nuovo polo di smaltimento”.

Intanto i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Civitavecchia aderiscono all’appello del Sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio, dichiarandosi disponibili ad essere parte del Comitato “No discarica” e pronti a partecipare alla manifestazione pubblica indetta per venerdì 18 marzo alle 17,30, ad Allumiere, presso l’Auditorium Comunale in piazza della Repubblica. La manifestazione è infatti finalizzata a ribadire il “No alla discarica” e a costituire un Comitato permanente territoriale. “Viene recepita positivamente - dicono i segretari generali - la richiesta avanzata da Cgil, Cisl, Uil territoriali in data 4 marzo; e si avvia un importante percorso teso ad impedire la realizzazione della discarica". Cgil, Cisl, Uil rinnovano quindi l’appello a tutti gli altri Sindaci del territorio, alle forze politiche, associazioni e movimenti affinché venerdì 18 marzo si registri una piena partecipazione di tutte le istituzioni e rappresentanze sociali territoriali. L’invito è esteso direttamente al mondo del lavoro, ai pensionati e a tutti i cittadini.

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Tutela del fiume Marta, l'indifferenza del Consiglio comunale

Riceviamo e pubblichiamo
"Lo scorso 4 marzo a Tarquinia ho partecipato al consiglio comunale aperto per la salvaguardia del Marta. Regione e Provincia hanno dato prova di buona volontà mandando alcuni consiglieri, mentre il Comune di Tarquinia ha dato prova di disinteresse in quanto è venuto a mancare il numero legale dei consiglieri e quindi la possibilità di approvare la mozione preparata dal SIB (Sindacato italiano Balbeare) e presentata dal consigliere Marco Tosoni.
A differenza dei precedenti incontri e nonostante l'apatia del comune di
Tarquinia è emersa comunque la volontà politica di rendere operativa una task
force ambientale per risolvere le emergenze del fiume. Particolarmente
significativo è stato l'intervento di Equitani, assessore provinciale, che ha
sostenuto la necessità di un piano pluriennale di interventi coordinati che tengano presente il fiume nella sua totalità.

E' stato proiettato il video (a cura di Marzia Marzoli per conto del SIB) sullo
stato di emergenza ambientale in cui versa il fiume. I problemi evidenziati sono
i batteri, l'inquinamento chimico e la torbidità delle acque causati
dall'inadeguatezza del sistema fognario (14 comuni sono privi di depuratore),
dagli scarichi della cartiera,dal dilavamento delle sponde e dall'eccesso di
nutrienti (azoto e fosforo). Erano presenti , oltre a Regione Lazio e provincia
di Viterbo, rappresentanti del Comune di Viterbo, del Comune di Marta, del
Comune di Tuscania, della Capitaneria di Porto, dell'Arpa Lazio, dell'Università
della Tuscia e del Consorzio di Bonifica della Maremma etrusca.

Ho appreso con piacere che stanno per iniziare dei lavori sul sistema fognario
di Tuscania e Viterbo, che la cartiera è almeno temporaneamente chiusa e che il
consorzio di Bonifica ha iniziato una rinaturalizzazione delle sponde. Riguardo
a ciò, l'ing. Pisarri, direttore del consorzio, ha caldeggiato la programmazione
di interventi di manutenzione ordinaria che, al contrario di quelli effettuati
fino ad ora in situazioni di emergenza, tutelerebbero la flora e, quindi il
dilavamento delle sponde.

Ci sono purtroppo, anche delle cattive notizie: nella maggior parte dei comuni ,
tra cui Tarquinia, non c'è la separazione tra acque bianche e acque nere, quindi
quando c'è una forte pioggia le fognature tracimano tal quali nei fossi
adiacenti e quindi nel mare; inoltre il prof. Nascetti, dell'Università della
Tuscia, ha avvertito del pericolo di invasione delle alghe a causa dell'eccesso
di nutrienti nel caso non si riuscisse a modificare i metodi agricoli
attualmente utilizzati.
A tal proposito mi preme dire che sarebbe , a mio parere, necessario dare agli
agricoltori degli incentivi economici consistenti, una formazione gratuita e la
possibilità di inserirsi in un circuito di vendita diverso da quello attuale
affinché sia loro possibile coltivare e vendere utilizzando meno prodotti
dannosi per l'ambiente. Non è pensabile che essi passino ad un nuovo tipo di
agricoltura senza essere sostenuti dalla pubblica amministrazione che dovrebbe
rendere loro disponibili a tal fine gli incentivi europei.

Quasi al termine della riunione c'è stato un intervento che si è rivelato
involontariamente comico: la rappresentante dell'ARPA Lazio ha infatti voluto
rassicurare il Sindacato Balneatori Italiani dicendo loro di stare tranquilli
visto che una nuova delibera ha innalzato i livelli di tollerabilità in merito
ai batteri fecali! Come se una delibera bastasse a non sentire l'odore di fogna
che viene dalle acque marine !
La ciliegina sulla torta l'ha poi messa il sindaco Mazzola che ha invitato a
diffidare dei “professoroni” che parlano di inquinamento e che ha ripetuto il
solito mantra “mancano i fondi”.
Ciò non mi ha stupito affatto, anche perché ricordo ancora quando, anni fa,
negava che l'acqua del mare e del fiume fosse sporca, arrivando anche minacciare
di querele chi sostenesse il contrario. Peccato che i divieti di balneazione
fossero già pubblicati sul sito del Ministero della Salute!

Elena Maria Scopelliti

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Il sindaco di Rossano: nulla è cambiato, non ha senso un nuovo tavolo

Da teleReggioCalabria
"Non intendo partecipare al nuovo tavolo delle trattative sulla questione della riconversione a carbone della centrale termoelettrica Enel di Rossano, in quanto nulla è cambiato nella proposta presentata nuovamente dall'Enel al Ministero dell'Ambiente". Lo ha detto il sindaco di Rossano, Franco Filareto, nel corso di una conferenza stampa. "Lo scorso anno - ha aggiunto - lo stesso Ministero aveva rigettato il progetto dell'Enel sulla riconversione a carbone e non vedo come possa accettarlo ora visto che nulla di fatto è cambiato". Il sindaco ha, inoltre, sostenuto che la posizione delle istituzioni a livello locale non è cambiata affatto sulla perplessità di una riconversione a carbone della centrale.

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8 marzo 2011

Rossano calabro, vertice in Regione per "vagliare nuove proposte"

Fonte: AGI

"Catanzaro, 7 mar. - Il Governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha presieduto questo pomeriggio a Catanzaro, nella sala conferenze della Presidenza della Giunta regionale, una riunione sulle ipotesi di riconversione della centrale Enel di Rossano. All'incontro - informa una nota dell'Ufficio Stampa della Giunta - hanno preso parte anche la Vicepresidente della Regione Antonella Stasi, gli Assessori Trematerra, Pugliano, Mancini e Gentile, i consiglieri regionali del territorio, il Presidente della Provincia di Cosenza, i Sindaci di Rossano e Corigliano, il Presidente di Confindustria di Cosenza, il responsabile nazionale relazioni Esterne territoriali di Enel e i rappresentanti sindacali regionali. "Ho ritenuto che fosse opportuna una riunione inter-istituzionale - ha affermato il Presidente Scopelliti - per le sollecitazioni ricevute negli ultimi tempi, affinche' ci fosse un momento (di confronto e per esporre eventuali nuove idee dal momento che la centrale di Rossano deve essere necessariamente trasformata. Confermo la posizione della Regione, che si e' espressa anche tramite il Consiglio ribadendo di essere contraria alla riconversione della centrale di Rossano a carbone ma - ha proseguito il Governatore della Calabria Scopelliti - credo che si debba avviare un dialogo tra le varie parti per individuare nuovi percorsi da intraprendere.
Abbiamo il compito di ascoltare e penso che il tema debba comunque essere approfondito attraverso un Tavolo convocato appositamente per trattare questa tematica. Vedremo cosa emergera' - ha concluso Scopelliti - e se dovessero esserci elementi di novita' saremo pronti a discuterne". il tavolo sara' convocato dall'assessorato regionale all'Ambiente con le istituzioni territoriali, l'Enel, i Sindacati e il mondo imprenditoriale. (AGI) Red

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La provincia di Reggio Calabria mobilitata contro il carbone a Saline

Il Comitato No Carbone di Saline J., ha indetto per sabato 12 marzo ore 10.00 presso l'Impianto Polifunzionale di Saline una seconda assemblea pubblica (dopo quella del 6 novembre scorso), per ribadire ancora una volta il nostro NO al Carbone e rilanciare la nostra "vision" di sviluppo per il territorio.

Il comunicato del Comitato N.C. di Saline:

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I finanziamenti sporchi della Banca mondiale

Da Terra
"La Banca mondiale che finanzia il carbone

Nei giorni scorsi centinaia di attivisti a Washington hanno manifestato davanti alla sede centrale della Banca Mondiale per chiedere che questa smetta di finanziarie progetti per l’estrazione di petrolio, carbone e gas. Armati di cartelli e striscioni, hanno occupato H street cantando «free us from fossil fuel» (liberateci dai combustibili fossili, ndr) mente sulla rete net-attivisti inondavano con migliaia di messaggi le pagine Facebook e Twitter della World Bank stessa. Proteste simili si sono tenute Roma, Londra, Parigi, Berlino e Madrid.

Secondo dati ufficiali, nel 2010 circa 6,6 miliardi di dollari, il 116% in più rispetto all’anno precedente, sono andati in progetti per generare energia da fonti combustibili fossili. Per Greenpeace Usa, «la Banca Mondiale deve fermare ogni finanziamento al carbone e concentrarsi sulle rinnovabili». A far lievitare i finanziamenti è stato il progetto della mega centrale a carbone di Medupi, in Sudafrica, la terza più grande al mondo in «uno dei Paesi con il più alto potenziale per gli investimenti nelle energie rinnovabili» si legge in un comunicato dell’associazione Campagna per la riforma della Banca Mondiale. Un paradosso per Karen Orenstein, di Friends of the Earth che sostiene: «nonostante i rischi del cambiamento climatico, la Bm afferma che non può fornire energia ai paesi più poveri senza produrre tonnellate di Co2 e inquinamento. Questa è una falsa dicotomia».

Inoltre, secondo Oil Change International «nessuno dei progetti della Banca Mondiale legato a petrolio, gas, o carbone del 2009-2010 è stato finanziato nello specifico per provvedere accesso a fonti energetiche alle popolazioni più povere». L’ufficio stampa della Banca mondiale, contattato da Terra, non ha voluto rilasciare commenti. Le denunce dei manifestanti indeboliscono ulteriormente il ruolo della banca nella sfida contro il cambiamento climatico. Negli ultimi anni, infatti, la Banca ha giocato un ruolo sempre maggiore all’interno della cosiddetta climate finance, i meccanismi economico-finanziari per contrastare i cambiamenti climatici, gestendo miliardi di dollari generati dai mercati delle emissioni per finanziare progetti di sviluppo puliti, meccanismi che in passato sono stati criticati, anche dalla stessa istituzione per lo sviluppo che ha cercato di migliorare il suo operato attraverso la Carbon Finance Unit. Un strategia che per alcune organizzazioni internazionali, costituisce uno strumento inefficacie a cui sarebbero preferibili soluzioni alternative, come una carbon tax. Le contraddizioni della World Bank sono note.

Nel 2003 pubblicò la Extractive Industries Review dove si delineava uno stop definitivo del sostegno al carbone e un graduale abbandono del petrolio entro il 2008. Ma la vocazione green della Banca è scomparsa presto. Nella nuova strategia decennale della Banca per il periodo 2011-2021, in uscita ad aprile, nonostante l’appoggio alla finanza climatica, pare non esserci traccia di limitazione al finanziamento di progetti legati ai combustibili fossili.

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5 marzo 2011

Mega-discarica ad Allumiere: le rassicurazioni della Polverini non rassicurano affatto

Il commento del consigliere Manuedda alle "rassicurazioni" della presidente Polverini sul caso megadiscarica ad Allumiere. Da BigNotizie.it

"Nuovo intervento sulla mega-discarica ad Allumiere. A parlare è il capogruppo dei Verdi al consiglio comunale Alessandro Manuedda. "Con rammarico e senza stupore - esordisce -, devo constatare come sulla vicenda della discarica (con annesso inceneritore) di Allumiere sia già iniziata la solita campagna di anestesia totale. D'altra parte, sono certo che, al di là di smentite appariscenti quanto prive di ogni credibilità, le cittadine e i cittadini del comprensorio abbiano capito che la decisione di trasformare l'area militare di Allumiere in un tragico esempio di speculazione economica e disastro ambientale è sostanzialmente già presa".
Manuedda prosegue sostenendo che "se si arriverà volutamente all'emergenza rifiuti, la discarica è praticamente avviata grazie all'accordo Alemanno-La Russa. Se, invece, si riuscirà a rimanere nel regime ordinario, l'unica difesa sarà la tanto odiata ZPS (Zona a Protezione Speciale) e quindi dovranno aspettare un paio d'anni per ottenerne la modifica, ma intanto, si sa, infamie economiche di questo livello sono pensate a medio-lungo termine. Il Piano Rifiuti che sarà approvato nei prossimi mesi dal Consiglio Regionale crea, infatti, tutte le altre condizioni per autorizzare la "Cittadella della Vergogna" ad Allumiere. In primo luogo, grazie alla modifica degli Ambiti Territoriali Ottimali, consente alla città di Roma di portare i propri rifiuti su tutto il territorio regionale e, in particolare, su quello della Provincia di Roma.
In secondo luogo, come si può verificare a pag. 278 del piano, la presenza di aree militari, previo assenso (ma guarda un po'!) del Ministero della Difesa, la viabilità d'accesso esistente o facilmente realizzabile, la disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati, la possibilità di trasporto intermodale dei rifiuti raccolti nelle zone più lontane dal sistema di gestione dei rifiuti, sono i principali elementi preferenziali per la scelta di un sito idoneo alla realizzazione di impianti e sembrano scattare una fotografia dell'area nel Comune di Allumiere.
A fronte di tale quadro, appare evidente la nullità e l'ipocrisia delle smentite della Presidente Polverini e degli altri membri della Giunta Regionale.
In particolare, dire che Roma deve smaltire sul suo territorio i propri rifiuti e proporre contemporaneamente un piano regionale che le consentirà di portarli praticamente ovunque nei confini del Lazio e, soprattutto, della sua Provincia è un'affermazione che si commenta da sola. Rinnovo l'appello a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione che si sono dichiarate contrarie alla
discarica di Allumiere a pretendere dai propri consiglieri regionali di riferimento la modifica del Piano Rifiuti, per fare in modo che la città di Roma torni ad essere un Ambito Territoriale a sé e, quindi, individui sul suo territorio le soluzioni per la gestione dei rifiuti che produce. Sinceramente non mi sembra una richiesta difficile da formulare e da esaudire, specie se siamo tutti d'accordo che la città di Roma deve essere autosufficiente nella gestione dei propri rifiuti.
Chi non vorrà farlo, avrà eretto barricate di chiacchiere e si assumerà la sua parte di responsabilità per avere favorito la nascita della Malagrotta-Bis ad Allumiere".
LEGGI (PAGINA 278) LA PARTE DEL PIANO RIFIUTI CITATA DA MANUEDDA

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L'Italia fuori da Kyoto

(AGI) - Roma, 4 mar. - Inserita nel contesto di un'Europa che secondo i dati 2009 conseguira' nel suo insieme gli obiettivi di Kyoto e quelli di riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020, l'Italia corre il rischio di essere l'unico paese europeo che non raggiungera' gli stessi obiettivi. L'allarme viene lanciato da "Ambiente Italia 2011", il rapporto annuale di Legambiente sul consumo di suolo in Italia elaborato dall'istituto di ricerche Ambiente Italia, presentato questa mattina dal presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, insieme al presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti. Eppure, si legge nel documento, per il nostro Paese (che nel 1990 non aveva nucleare e aveva pochissimo carbone da ridurre, basse emissioni pro capite e una delle migliori intensita' energetiche della Ue) la meta e' a portata di mano, cosi' come sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi del 2020 per le rinnovabili e la riduzione della CO2. Un esempio di come l'Italia possa attivare un'industria nazionale dell'efficienza energetica, ha spiegato Duccio Bianchi, curatore del rapporto, e' la misura delle detrazioni fiscali del 55% sulla ristrutturazione energetica nell'edilizia. Nel periodo 2007-2009 sono stati attivati complessivamente 590mila interventi, con un investimento (tutto privato) di 7,9 miliardi di euro. "L'Italia deve smettere di remare contro lo sviluppo delle rinnovabili - ha osservato Bianchi - perche', quando la politica lo ha permesso, il territorio ha dimostrato di avere le capacita' per una svolta energetica pulita. Lo stop al consumo di suolo e la risposta ai problemi della casa e delle citta' va di pari passo con una riqualificazione energetica complessiva del patrimonio edilizio". Segno piu' si registra invece per il settore energetico, dove continua la riduzione dei consumi delle materie prime, che passano da 191 milioni di Tep a circa 180 milioni (-5,8%). A decrescere infatti e' la produzione energetica da fonti non rinnovabili: la produzione di petrolio e' calata infatti di circa 5 milioni di Tep (-5,3% del totale), quella di gas naturale del 5,6%. In controtendenza, invece, la produzione da fonti rinnovabili che tra il 2008 e il 2009 e' salita di 2,3 milioni di Tep (13,5%) confermando il trend dell'ultimo decennio (+49%). (AGI) .

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Carbone, mortalità infantile, aspettativa di vita

Un contributo del dott. M. Portaluri, da Brindisium.net

"Alcuni ricercatori di varia nazionalità (USA, Svizzera, Nuova Zelanda) hanno recentemente (febbraio 2011) pubblicato un interessante lavoro scientifico in cui mettono in relazione i consumi elettrici, i consumi di carbone come combustibile e alcuni risultati di salute.
L'analisi è stata condotta su serie di dati relativi a 41 paesi nel mondo e sulle condizioni di salute in un periodo che va dal 1965 al 2005.
L'elettricità serve per ottenere acqua potabile e per riscaldare gli ambienti di vita senza inquinarne l'aria. Ma i costi sanitari esterni agli impianti di produzione di energia con combustibile fossile come il carbone rappresentano circa il 70% dei costi esterni totali e sono stati stimati negli USA, dalla Accademia Nazionale delle Scienze, in 120 miliardi di dollari solo per il 2005.

L'analisi ha evidenziato che l'aumentato consumo di elettricità è associato ad una riduzione della mortalità infantile per quei paesi in cui nel 1965 la stessa era superiore a 100 casi per 1000 nati vivi, e ad un aumento dell'aspettativa di vita se inferiore ai 57 anni nel 1965 (e non è il nostro caso per entrambi i parametri!).
Gli autori sostengono che i loro dati dimostrano che un crescente consumo di carbone è associato con un aumento della mortalità infantile e ad una riduzione dell'aspettativa di vita al netto dei vantaggi anzidetti.
Per questo concludono che l'aumento di consumo di elettricità in paesi con una mortalità infantile inferiore a 100 per 1000 nati vivi “non comporta a un maggior beneficio in termini di salute mentre il consumo di carbone produce significativi impatti negativi sulla salute”.

Continuano, quindi, ad essere prodotti lavori che confermano l'impatto negativo del consumo di carbone sulla salute delle popolazioni laddove viene impiegato.
Ogni nuovo lavoro consolida quanto è già ben noto e cioè che le centrali carbone, per quanto vantaggiose per il basso costo del combustibile, hanno un costo “esterno” all'impianto che viene addebitato alla collettività.
Altrove queste verità non si nascondono e gli stessi governi commissionano analisi approfondite per stabilire i vantaggi e gli svantaggi di manutenere, riconvertire o dismettere certi impianti.

Ma cosa succede da noi? Si confonde l'indubbio valore sociale del lavoro prodotto dall'industria energetica con la sua innocuità sanitaria ed ambientale.
Se su Torchiarolo incide il 10% di inquinanti provenienti da Cerano ed il 15% di quelli provenienti dal Petrolchimico, perché un rimedio per contenere gli sforamenti delle letture delle centraline di quel Comune si devono pagare al 100% con denaro pubblico? Valutiamo, pur con i limiti della scienza, l’impatto sulla qualità dell’aria delle singole componenti.
Ognuno paghi per quello che inquina, soprattutto se lo fa per profitto e non per riscaldarsi.

Il rigore scientifico paga sempre, la propaganda può nascondere la polvere sotto il tappeto, ma prima o poi, in termini di inquinamento o di danni alla salute, la verità emergerà. Bisognerebbe replicare gli studi che vengono effettuati in tutto il mondo vicino alle centrali a carbone anche a Brindisi.
Perché questo non si fa?
Il Servizio Sanitario Regionale, per quanto impegnato – come risulta dagli atti giudiziari pubblicati in questi giorni – in tutt'altre faccende, dovrebbe valutare più attentamente lo stato di salute della popolazione in rapporto ai più svariati fattori di rischio.
Altrimenti non ha molto senso sbracciarsi per il diritto alla salute quando la salute è già stata irrimediabilmente persa.

Maurizio Portaluri

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4 marzo 2011

Da quanti anni avvertivamo la popolazione?

Megadiscarica di Allumiere: Alemanno e La Russa decidono la morte della Farnesiana e del territorio che nessuno difende.

L’avevamo detto!
I nostri medici l’avevamo spiegato negli innumerevoli incontri pubblici: la centrale a carbone non era che l’inizio della fine.

Ora è evidente a tutti che il territorio dell’Alto Lazio è stato individuato per localizzarci i siti più inquinanti d’Italia con il beneplacito di Sindaci e Presidenti.

La notizia, come in un incubo, esce dai giornali come decisione già presa senza consultare alcuno ed anzi in contrapposizione a quanti hanno posto in evidenza l’assurdità di una tale scelta: Alemanno e La Russa hanno firmato un protocollo di intesa che prevede la chiusura di Malagrotta e l’apertura di Allumiere, come discarica di Roma, voilà come fosse un’opera che il territorio aspettava da tempo.

La Regione Lazio, appena smaltita la sbornia elettorale, ha evidentemente dimenticato in fretta le promesse fatte al territorio, e con un tocco di maestria ha dato il suo assenso facendo finta di negarlo, e cosi mentre la Polverini smentiva la notizia che già aveva iniziato a circolare mesi fa nel contempo la stessa approvava il nuovo piano rifiuti del Lazio istituendo un Ambito Territoriale Ottimale (A.T.O.) grande come la Regione Lazio e 5 sub A.T.O. corrispondenti alle provincie, compresa Roma, bypassando completamente la Provincia di Roma.

E’ questo il vero atto propedeutico alla decisione di localizzare ad Allumiere la megadiscarica; è questo il primo atto che va contrastato e che ci aspettiamo che quanti, amministratori e esponenti politici, hanno espresso la loro contrarietà a tale scelta, chiedano di modificare ai loro rappresentanti alla Regione Lazio.

La megadiscarica è il più grave scempio ambientale che potevano programmare nel nostro territorio; un invasione in una porzione di territorio, la Farnesiana che, inserito nella cornice dei monti della Tolfa, racchiude un paesaggio naturale di rara bellezza ed il cui prezioso valore ambientale, riconosciuto anche dalla Uninione Europea che la ha nominata Zona di Protezione Speciale (ZPS), verrà violato dalla prepotenza del Ministero della Difesa e del Campidoglio per collocarci la megadiscarica.

Dopo le altisonanti dichiarazioni di Sindaci, Amministratori e politici vari, ci aspettiamo ora che si passi dalle parole ai fatti e che le dichiarazioni si trasformino in iniziative di mobilitazione, VERA, a difesa del territorio.

Ogni silenzio sarebbe colpevole, prova provata che tutti sapevano ma che nessuno ha fatto nulla per ostacolare un progetto che definire devastante è un eufemismo e che, nonostante arroganza e prepotenza, non sarà tanto facile da realizzare.

Lo promettiamo a voi, lo promettiamo ai nostri figli.

Movimento Nocoke Alto Lazio

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Allumiere discarica di Roma, intervista al sindaco

Da Repubblica.it intervista a sindaco di Allumiere A. Battilocchio

"Si sale tra boschi di carpini e castagni per arrivare ad Allumiere, mentre il panorama si allarga sulla vallata. Curve dopo curve lasciandosi alle spalle il mare di Civitavecchia, di Santa Severa e il borgo di Tolfa. Prima di entrare in paese, 522 metri di altitudine e poco più di 4.000 abitanti, un cartello dice "faggeta". La faggeta per Allumiere è come il Colosseo per Roma: il suo vanto, la sua carta d'identità, il suo biglietto di presentazione. Perché quei faggi, unico caso in Europa, crescono sottoquota, grazie ad un microclima particolare che aggira le regole della natura e stupisce i botanici, dal momento che i faggi si vedono solo in montagna, mai al di sotto dei mille metri. Per questo l'Unione Europea ha definito la zona un "sic", sito di interesse comunitario, mentre tutto il territorio è una "zps", zona a protezione speciale.

"Fare qua una discarica è contro natura", dice Franco Verbo, il pasticcere dello storico laboratorio che da 50 anni sforna le sue superbe "aragoste" con la crema. "Noi non siamo l'immondezzaio della capitale", scandisce con orgoglio.

Il servizio di Repubblica sul protocollo d'intesa fra La Russa e Alemanno per realizzare la cittadella dei rifiuti di Roma nell'area militare di Allumiere ha scatenato un putiferio nel silenzioso borgo medioevale. La notizia si è sparsa in un battibaleno e adesso sono tutti furiosi, dal sindaco al fruttivendolo. "Ora ci aspettiamo che Alemanno ci porti pure i nomadi, visto che Allumiere è diventata il ricettacolo di Roma - protesta Francesco Galimbene, che compra patate e cipolle dal furgoncino fermo in piazza - Tutto questo è inaccettabile. Non si può gestire da Roma la programmazione del nostro territorio".

Il primo cittadino Augusto Battilocchio, Pd, ha scritto la prima di una lunga serie di lettere alle 7 della mattina, chiedendo un incontro urgente al sindaco Alemanno e alla presidente della Regione Polverini, per ribadire la ferma opposizione di tutte le forze politiche e produttive alla discarica e al termovalorizzatore che il Campidoglio e l'Ama vogliono costruire nel comune di Allumiere.

"È da un anno che mandiamo lettere - racconta Battilocchio dalla sua scrivania - Dopo una lettera inviata a giugno siamo stati convocati dalla Polverini il 10 settembre. "Vi coinvolgeremo nella discussione del piano rifiuti", ci aveva assicurato all'epoca. Invece il piano è stato adottato e nessuno ci ha chiamato. Ma questo protocollo noi non lo faremo passare. Stiamo preparando per mercoledì 9 marzo, in occasione del consiglio regionale, una grande manifestazione davanti alla Pisana di 15 comuni di ogni appartenenza politica. Contiamo sull'appoggio del presidente della Provincia Nicola Zingaretti".

"Il peccato originale è la centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia", dice Umberto Di Pietrantonio, consigliere di minoranza, della lista civica "Allumiere nel cuore", anche lui convocato d'urgenza dal sindaco insieme all'assessore all'Ambiente Enrica Artebani e a quello alle Attività produttive Giuseppe Stefanini. "Quella maledetta centrale ha aperto la strada allo sfascio del territorio. Adesso lavora il carbone, ma è strutturata anche per bruciare il combustibile da rifiuti. Tutto torna".

Eccola lì la ciminiera della centrale a carbone. Dalla terrazza naturale che si apre sulla vallata si vedono a sinistra le torri di Civitavecchia, a destra quelle dell'altra centrale a carbone di Montalto Di Castro. "Nel nostro territorio c'è la concentrazione di produzione energetica più forte d'Europa - dice il sindaco - Allumiere ha patito, patisce e patirà".

Sulla questione della centrale di Torrevaldaliga Nord si sono rotte antiche alleanze in paese. Alcuni consiglieri sono usciti dalla maggioranza per confluire nella lista civica e in Sinistra ecologia e libertà. "A parole tutti i sindaci della zona erano contrari alla centrale, alla fine l'hanno accettata - racconta il consigliere Malrico Brogi, adesso tesserato Sel - Il rischio è che succeda la stessa cosa con la discarica". "È una coincidenza per lo meno singolare che subito dopo la disponibilità data dal comune di Allumiere a costruire un impianto per il compostaggio venga fuori anche la cittadella dei rifiuti da realizzare proprio lì accanto", dice Emiliano Stefanini.
Nella cornice bucolica del panorama campestre è difficile individuare l'area del poligono militare dove Alemanno vuole allestire la discarica e il gassificatore per Roma. E ancora più difficile è immaginarla questa cittadella dei rifiuti in mezzo alle pennellate gialle e verdi dei campi e al fogliame scuro dei boschi. L'occhio indugia più volentieri a scrutare l'orizzonte, con la cima del Monte Amiata innevata, l'isola del Giglio, Montecristo e l'Argentario. "A fine 2010 siamo partiti con la raccolta differenziata porta a porta, che sta dando ottimi risultati - dice ancora il sindaco Battilocchio - Stiamo facendo di tutto per costruire un comune ecologico e adesso dovremmo accettare i rifiuti di Roma?".

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