No al carbone Alto Lazio

Visualizzazione post con etichetta Carbone e salute. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Carbone e salute. Mostra tutti i post

8 luglio 2016

Perché dire no al carbone

Dalla campagna "No al carbone, sì al futuro" WWF

"Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso che ci sia. È il peggior nemico per il clima perché è il responsabile del 44% delle emissioni di gas serra mondiali. È il più pericoloso per la salute perché svariati studi scientifici ci confermano che causa malattie cardiache e respiratorie, cancro, ictus e minaccia addirittura i feti ai primi stadi evolutivi. È inutile per l'Italia perché la capacità di generazione elettrica italiana è già più che doppia rispetto al più alto picco di consumi mai registrato, fatto che costringe gli impianti esistenti a funzionare per poche ore l'anno con un incremento dei costi che i cittadini italiani sono costretti a pagare. È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull'efficienza energetica e sulle rinnovabili. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti."

 Obiettivi della campagna:

  • fermare i progetti di nuove centrali a carbone, di cui non c’è alcun bisogno in un sistema elettrico che vede le centrali tradizionali già sovrabbondanti; 
  • chiudere le centrali a carbone esistenti a cominciare dalle più inquinanti per il clima e la salute. 


 Vai su http://stopcarbone.wwf.it/

Inquinamento da carbone: 23mila morti all'anno in Europa

"L'inquinamento da centrali a carbone viaggia oltre le frontiere e nel 2013 è stato responsabile di 22.900 morti premature in tutta Europa, non molte meno delle 26 mila vittime causate ogni anno dagli incidenti stradali. E' il dato che emerge dal primo studio sugli effetti transfrontalieri delle polveri originate dalla produzione di energia da carbone, pubblicato da un gruppo di Ong e organizzazioni ambientaliste quali Wwf, Can (Climate Action Network), Heal (Health Environment Alliance) e Sandbag. Il rapporto, dal titolo "Europe's Dark Cloud", presenta un'analisi dell'impatto sulla salute dell'inquinamento atmosferico prodotto da 257 delle 280 centrali a carbone attive nell'Ue. Secondo lo studio, l'inquinamento da centrali a carbone è responsabile di decine di migliaia di casi di malattie, con costi per i sistemi sanitari europei che nel 2013 hanno raggiunto quota 62,3 miliardi di euro." Continua su: ANSA

12 marzo 2014

Chiusa la centrale a carbone di Vado Ligure: disastro ambientale doloso

Fonte: ivg

Una quarantina di pagine. Sono racchiuse tutte lì le motivazioni del provvedimento di sequestro preventivo per la centrale a carbone di Vado Ligure firmata dal gip Fiorenza Giorgi. Nell’ordinanza, che è stata eseguita questa mattina dai carabinieri del Noe di Genova insieme ai colleghi di Savona, il giudice ha disposto la chiusura dei due gruppi a carbone combinato ad olio, ma non quella del terzo gruppo presente nell’impianto vadese, ovvero quello a metano.

Alla base della richiesta di sequestro avanzata da parte del Procuratore Francantonio Granero e del sostituto Chiara Maria Paolucci ci sono ovviamente i risultati delle due consulenze, quella epidemiologica e quella ambientale, ma anche una serie di violazioni dell’Aia che la Procura avrebbe rilevato. A rafforzare la tesi dell’accusa sarebbe arrivata poi anche l’ispezione dell’Ispra ed il conseguente verbale, con il quale sono state notificate all’azienda irregolarità per quanto riguardo il sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera (SME).

Osservazioni che sarebbero tutte presenti anche nel provvedimento del gip Giorgi. Nell’ordinanza si fa riferimento alle consulenze, secondo cui la centrale ha procurato un grave danno ambientale, ma si cita anche la “rarefazione dei licheni” rilevata nell’area intorno allo stabilimento di produzione di energia (accertata anche da uno studio commissionato dall’azienda stessa), un elemento che doveva costituire un importante “campanello d’allarme” per l’ambiente. Sempre in riferimento agli studi degli esperti nominati dalla Procura, nel provvedimento si prendono in considerazione le ricadute su “morbilità” e “mortalità”, calcolate escludendo dalla ricerca i comuni della Valbormida e prendendo in esame fattori inquinanti (come il mercurio e il cadmio) prodotti esclusivamente dalla centrale.

Il giudice prende poi in esame le presunte irregolarità relative alle prescrizioni dell’Aia, che non sarebbero state rispettate anche grazie alla “quasi assoluta neghittosità” di chi aveva il controllo sulla centrale (parte delle verifiche inoltre era a carattere autorefernziale). Un sistema che avrebbe permesso a Tirreno Power di gestire lo stabilimento in maniera “disinvolta”. Per quanto concerne l’autorizzazione integrata ambientale d’esercizio, nel caso di Vado, sarebbe stata rilasciata in tempi più lunghi rispetto al previsto (un periodo nel quale, secondo l’accusa, lo stabilimento avrebbe funzionato di fatto senza alcun controllo). Una delle violazioni più gravi rispetto all’Aia che sarebbe stata rilevata è quella relativa allo SME a camino, il sistema con cui si sarebbero dovute monitorare le emissioni, che l’azienda avrebbe dovuto installare entro nove mesi a partire dal 14 dicembre 2012, ma che invece non sarebbe stato montato nei termini. Lo SME, tra l’altro, non solo sarebbe stato installato in ritardo, ma sarebbe anche stato posizionato alla base della ciminiera anziché alla cima. Secondo quanto rilevato durante l’ispezione dell’Ispra non sarebbe nemmeno stato tarato correttamente e, di conseguenza, avrebbe fornito dati falsati.

Tra le “colpe” contestate a Tirreno Power ci sarebbe poi quella di non aver realizzato la copertura del parco carbone, di aver usato per l’accensione dei gruppi un olio più pesante rispetto a quanto previsto dalla normativa (contenente una percentuale di zolfo tra lo 0,3 e l’1% quando il valore avrebbe dovuto essere inferiore allo 0,3 %) e infine di non aver smaltito separatamente le ceneri combuste dell’olio e del carbone: le prime sono un rifiuto pericoloso, mentre le secondo no e possono essere impiegate nella produzione del cemento.

Secondo i magistrati ad aggravare la posizione della centrale ci sarebbero poi tutte le rilevazioni sulle emissioni, dati che non sarebbero da considerare attendibili. La conclusione della Procura quindi è che, oltre che violare sistematicamente le prescrizioni, Tirreno Power non abbia fatto nulla per attenuare e limitare il danno alla salute ed all’ambiente (secondo i consulenti potevano essere adottati degli accorgimenti per ridurre l’impatto ambientale della centrale, ma non è stato fatto). Visto che l’inquinamento ambientale, sempre secondo gli inquirenti, sarebbe stato tuttora in corso è scattata quindi la richiesta di sequestro. Il reato contestato rimane quello di disastro ambientale doloso, oltre ad una serie di violazioni specifiche che dal punto di vista penale sono classificabili come “contravvenzioni”, ma che dal punto di vista sociale avrebbero un impatto ben più rilevante.
L’ordinanza di sequestro si chiude lasciando una sorta di “via d’uscita” a Tirreno Power: il giudice infatti precisa che il provvedimento sarà revocato se l’azienda si impegnerà (e dimostrerà) di far funzionare l’impianto con le “MTD”, le migliori tecniche disponibili (in inglese “BAT- Best Available Tecnique”), che sono definite nella “Direttiva IPPC” e sono le tecniche piu efficaci per ottenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso.

Nel provvedimento quindi è previsto che, se Tirreno Power si impegnerà ad impiegarle, il sequestro dell’impianto cesserà. Un passaggio che dovrebbe passare proprio dall’installazione dello SME secondo le prescrizioni e dal rispetto dei limiti delle emissioni.
La scelta di lasciare aperto uno spiraglio alla riapertura dell’impianto vadese è dettata anche dallo “stato di necessità”, che riconosce comunque l’importanza sociale del funzionamento della centrale, ma alla condizione che questa utilizzi le “MTD” e che quindi non danneggi la collettività.

20 ottobre 2013

Esposizione all’inquinamento dell'aria provoca tumori: dimostrazione definitiva dalla massima autorità mondiale

L’inquinamento dell’aria può provocare il cancro. Lo dice la massima autorità oncologica mondiale, lo IARC (International Agency for Research on Cancer) di Lione, l’Agenzia che per conto dell’Organizzazione mondiale della sanità analizza e classifica agenti e sostanze per la loro capacità di provocare il cancro. L’inquinamento da polveri e sostanze assortite che affligge le nostre città è stato classificato nel gruppo 1, cioè sicuramente cancerogeno per l’uomo: come il cloruro di vinile, la formaldeide, l’amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti. Già lo IARC si era espresso sulla cancerogenicità di alcune sostanze che compongono il classico smog, come il fumo da diesel e il benzo(a)pirene. Ma in questo caso è l’intero “cocktail” - formato da combustioni da traffico, riscaldamento e emissioni industriali - ad aver ricevuto la scomoda qualifica. Che avrà sicuramente vaste conseguenze politiche.

«Classificare l’inquinamento outdoor come cancerogeno umano è un passo importante per spingere all’azione senza ulteriori ritardi, visto che la pericolosità dell’inquinamento è proporzionale alle concentrazioni in atmosfera e molto si può fare per abbassarle» ha spiegato nella conferenza di presentazione dei dati il direttore dello IARC, Christopher Wild. Il verdetto scientifico è frutto di un notevole lavoro di revisione di più di mille studi effettuato da una squadra di esperti di rilevanza internazionale, documentato dalla Monografia 109 dell’agenzia internazionale. Lo scrutinio ha portato alla certezza che l’esposizione all’inquinamento protratto nel tempo aumenti la probabilità di sviluppare un tumore al polmone o alla vescica. Certamente il rischio non è raffrontabile a quello del fumo di sigaretta, che resta il killer principale. Ma coloro che derubricavano lo smog a fastidio tutto sommato sopportabile devono ora ricredersi: l’esposizione ad alte concentrazioni di polveri sottili, idrocarburi policiclici aromatici, ozono e biossido di azoto non aumentano solo il rischio di malattie respiratorie, infarto a altri problemi come il basso peso alla nascita (come appena confermato da uno studio uscito su Lancet).

Ora si può dire con relativa certezza che almeno dal 3 al 5% dei tumori al polmone derivino da queste esposizioni ambientali. La percentuale apparentemente bassa non inganni: si tratta pur sempre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, di 223.000 morti in tutto il mondo, a cui vanno aggiunti circa 3 milioni di morti per tutte le altre malattie correlate all’inquinamento dell’aria. I circa 10mila litri di aria non propriamente immacolata che ogni giorno inspiriamo non resta quindi senza effetto. La monografia dello IARC ha evidenziato anche che l’inquinamento provoca il tumore al polmone attraverso un’azione diretta sul DNA, che mostra chiaramente i segni delle mutazioni indotte dai diversi inquinanti.

Fonte dell'articolo


26 settembre 2013

Civitavecchia: "Marcia per la Salute"


Dove? Civitavecchia - piazzale dell'Autorità portuale

Quando? Sabato 28/07/2013, ore 10,00

Perché?
PORTO: le navi continuano imperterrite a liberare i loro fumi sulla città e le prescrizioni sull'elettrificazione delle banchine del ministero dell'ambiente, restano inascoltate da parte dell'autorità portuale
CENTRALE: il sindaco lascia che venga approvata un'AIA che permette di bruciare 900.000 tonnellate di carbone in più all'anno per 1500 ore in più di funzionamento rispetto alla VIA del 2003. Carbone che potrà essere di qualità scadente, ovvero con contenuto di zolfo < 1% anzichè minore dello 0,3% come prevede il piano di risanamento della qualità dell'aria della Regione Lazio.
TRAFFICO: denunciamo la totale assenza di politiche di mobilità e viabilità. Secondo il polo idrogeno nel 2010 a Civitavecchia c'erano 610 macchine ogni 1000 abitanti. E abbiamo un TPL da terzo mondo!

INFINE SIAMO LA TERZA CITTÀ D'ITALIA PER INCIDENZA TUMORALE E NESSUNO HA MAI SMENTITO UFFICIALMENTE QUESTO DATO

4 aprile 2012

Carbone business macabro a norma di legge

L'articolo originale è della CNN, "A power plant, cancer and a small town's fears", qui raccontato da petrolio.blogosfere.it:
"L'impianto a carbone di Juliette, in Georgia (USA) è il più grande impianto degli States, con due ciminiere da 300 metri ciascuna. Secondo l'Environmental Protection Agency è il più grande produttore di gas serra del Paese.
I cittadini di Juliette, che vivono attorno alla centrale, si ammalano e muoiono. Il sintomo più diffuso è svegliarsi nel cuore della notte sputando sangue. I medici interpellati, regolarmente, chedono:"Lei è un alcolista?" A madri di famiglia, vecchietti, "Lei è un alcolista?". Ovviamente non lo sono mai, e altrettanto ovviamente in seguito ad analisi ed esami l'origine del male rimane misteriosa. Come "misteriosa" rimane l'origine di tutti i casi di cancro che colpiscono ogni

Leggi tutto il post...

28 marzo 2012

Centrali termoelettriche e ospedalizzazione per malattie respiratorie

Dall'ARPAT Toscana: "Rapporto tra la vicinanza alle centrali termoelettriche e tasso di ospedalizzazione per malattie respiratorie

"Pubblicati i risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti.
Lo studio è partito dall’assunto secondo cui l'inquinamento atmosferico può provocare malattie respiratorie. Diversamente dalle fonti dei veicoli a motore, le centrali termoelettriche sono stazionarie: utilizzando i dati di ospedalizzazione lo studio ha esaminato quindi il rapporto tra la vicinanza ad una centrale termoelettrica e l’aumento della probabilità di ospedalizzazione a causa di malattie respiratorie. Sono stati stimati i tassi di ospedalizzazione per asma, infezioni respiratorie e broncopneumopatia cronica ostruttiva sulla base dei dati di ospedalizzazione tra il 1993

Leggi tutto il post...

29 febbraio 2012

Costi umani del carbone - il caso degli Appalachi

Vaste zone dei monti Appalachi (area nord-est degli USA) sono interessate dall'impatto devastante delle miniere di carbone ricavate con la tecnica del "Mountaintop Removal", di cui abbiamo già parlato più volte (leggi, ad esempio, qui).

Dal 2007 ad oggi sono stati pubblicati 21 studi scientifici riguardanti i costi umani legati all'impatto ambientale di queste attività, il link è questo

7 febbraio 2012

I sindaci del carbone e la prevenzione contro il cancro

Da Per il Bene di Tarquinia "Giornata mondiale sul cancro... Maglia nera ai sindaci del carbone!"

"Il 4 Febbraio si celebra la giornata mondiale sul cancro, la dott.ssa Gentilini dell’ISDE, da sempre impegnata contro i danni provocati dagli inceneritori, ci invita ad una riflessione in una lettera che pubblichiamo di seguito insieme al testo di Ambiente e Tumori, dove si trova il contributo del dott. Paolo Franceschi, referente ISDE di Savona, da sempre impegnato contro l’utilizzo dell’uso del carbone nella centrale di Vado Ligure.
La riflessione è sulla Prevenzione Primaria, indicata come l’unica strada maestra della guerra contro il cancro, in un territorio come il nostro inquinato da più di 50 anni di servitù energetiche, dove il carico inquinante aumenta ogni giorno, lasciando nel cielo sopra Civitavecchia un segno indelebile, di grigio fumo e odor di morte.
Una buona occasione quindi per riflettere su una patologia che, secondo dati ufficiali, nel 2011 è stata diagnosticata in 360.000 italiani

Leggi tutto il post...

27 dicembre 2011

USA, un taglio all'inquinamento da mercurio delle centrali a carbone

Mentre il carbone arretra negli USA, un'altra buona notizia:

Da Greenreport
"L'Environmental protection agency Usa (Epa) ha adottato i nuovi Mercury and Air Toxics Standard, le misure di protezione contro le emissioni di mercurio delle centrali a carbone, che ne producono negli Usa ben 33 tonnellate all'anno e che finiscono nell'aria, nei fiumi e nelle falde idriche. Il mercurio contamina anche uccelli acquatici e pesci e minaccia in particolare la salute dei bambini e delle donne incinta. I nuovi standard di protezione sostituiscono quelli adottati dall'amministrazione di George W. Bush, che sono stati più volte respinti da diversi tribunali statunitensi perché ritenuti insufficienti, e ridurranno le emissioni di mercurio di oltre il 90%.

A trarre beneficio dai nuovi standard sarà soprattutto la comunità ispanica statunitense dato che, secondo recenti studi, quasi il 30% degli ispanici vive vicino a centrali a carbone e l'80% abita nelle aree con la peggiore qualità dell'aria degli Usa. Inoltre gli ispanici sono il gruppo di popolazione che si ciba di più dei pesci dei fiumi spesso

Leggi tutto il post...

26 ottobre 2011

Inquinamento e malformazioni fetali

Da QuotidianoSanità.it
"Pesticidi e prodotti della combustione di olio e carbone aumentano del 450% il rischio di sviluppo di malformazioni fetali come anencefalia o spina bifida. Lo studio condotto in Cina è stato pubblicato su Pnas."

“Le fabbriche nella società industriale avanzata rilasciano molti agenti inquinanti. Per lungo tempo abbiamo supposto che questo potesse avere ripercussioni sulla salute dei neonati, sulle loro eventuali malformazioni. Fino ad oggi non avevamo prove, ma ora possiamo dire senza dubbio che la concentrazione di pesticidi e fumi di carbone è molto maggiore nella placenta dei bambini nati con difetti del tubo neurale che negli altri.” A parlare è Richard Finnell, docente di scienza della nutrizione e direttore della ricerca sul genoma al Dell Children's Medical Center of Central Texas: i risultati di cui parla sono quelli di uno studio delle università del Texas e di Peking pubblicato su Pnas, che dimostra come gli agenti inquinanti aumentino del 450% le malformazioni fetali.

Per giungere alla preoccupante conclusione i ricercatori cinesi e statunitensi hanno analizzato la placenta di 80 bambini affetti da anencefalia (assenza parziale o totale della volta cranica)

Leggi tutto il post...

12 ottobre 2011

Mercurio: come le centrali a carbone avvelenano il nostro pesce

Il mercurio ingerito dall'uomo provoca tumore a polmoni, pancreas, colon, prostata, encefalo, rene. Per approfondire leggi anche qui.

Un articolo dal SierraClub spiega come veniamo avvelenati da dosi di mercurio nel nostro cibo: ogni anno le centrali a carbone ne diffondono a tonnellate nei mari di tutto il mondo.
Clic qui per l'articolo originale, clic qui per quella tradotta con G Translator.

7 ottobre 2011

Quanto costa il carbone alla collettività: le nuove stime dagli USA

Da Qualenergia.it
"Ogni dollaro speso in carbone ne causa 2 di danni e, senza contare l'impatto sul clima e le relative conseguenze, le centrali a carbone Usa costano all'ambiente e alla salute degli statunitensi circa 53 miliardi all'anno.

Il carbone è una fonte di elettricità economica solo perché i danni che provoca all'ambiente, al clima e alla salute umana vengono scaricati sulla collettività. A sostegno di questo concetto sono stati pubblicati diversi studi che cercano di quantificare economicamente le esternalità negative di questa fonte.

L'ultimo, intitolato “Environmental Accounting for Pollution in the United States Economy”, arriva appunto dagli Usa ed è stato pubblicato sull'American Economic Review di agosto. Le

Leggi tutto il post...

29 settembre 2011

OMS: due milioni di morti all'anno per inquinamento

Fonte "Ogni anno oltre due milioni di persone nel mondo muoiono a causa dell’inalazione di particelle fini che inquinano l’aria. Questa la cifra allarmante, diffusa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle vittime dell’inquinamento: la maggioranza, secondo le ultime stime dell’Oms, nelle zone urbane dove il numero di decessi prematuri daattribuire all’inquinamento è stimato a 1,34 milioni (dati del 2008). Di questi più di un milione potrebbero essere evitati se i valori delle linee guida dell’Oms fossero rispettati, ma in media solo poche città hanno valori conformi alle raccomandazioni ed il numero di decessi riferibili all’inquinamento atmosferico in città è in aumento.
L’Oms ha fissato la soglia a 20 microgrammi per metro cubo, ma in alcune città la concentrazione

Leggi tutto il post...

23 settembre 2011

Brindisi, record di neonati affetti da gravi anomalie congenite

Da un articolo di ItaliaNews un'ennesima triste conferma

"...La centrale a carbone dell'Enel “Federico II” è il primo impianto in Italia per emissioni di gas serra, con i suoi 15 milioni di tonnellate di Co2 l'anno. Oggi uno studio condotto dall'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Lecce e Pisa presso il reparto di Neonatologia dell'Ospedale “A. Perrino” e della ASL di Brindisi, rivela un altro triste record: quello dei neonati affetti da gravi anomalie congenite.Tra il 2001 e il 2009, su 7664 neonati, 176 erano affetti da gravi malformazioni. Un dato che supera del 18% quello registrato nel resto d'Europa. Del 67% quello per le anomalie cardiovascolari. Un dato solo parziale, poiché riguardante i neonati, coloro cioè che ce l'hanno fatta a venire alla luce e che non include quindi quelle gravidanze interrotte proprio a causa delle anomalie cardiache complesse che colpiscono i feti prima della nascita. Che sono ben il 50%, secondo il dirigente di neonatologia di Brindisi Enrico Rosati, responsabile dell’Unità semplice di cardiologia fetale e neonatale."

22 settembre 2011

Inquinamento atmosferico e rischio di infarto

La ricerca medica spiega in modo sempre più chiaro la relazione tra patologie umane e inquinamento. E' doveroso preoccuparsi per le conseguenze dell'inquinamento originato dalle centrali, dal porto, nonché dall'ultimo incendio avvenuto a TVN.

"Concentrazioni elevate di inquinanti atmosferici aumentano le probabilità di avere un infarto entro 6 ore dall'esposizione alle polveri sottili (Pm10).

La ricerca è firmata da Krishnan Bhaskaran e colleghi della London School of Hygiene and Tropical Medicine ed è stata pubblicata sull’ultimo numero della nota rivista internazionale: The British Medical Journal (BMJ 2011;343:d5531 doi: 10.1136/bmj.d5531).

Gli autori hanno esaminato una casistica di 79.288 attacchi di cuore registrati dal 2003 al 2006 e, parallelamente, hanno indagato sull'esposizione oraria allo smog. In particolare, utilizzando i dati del UK National Air Quality Archive

Leggi tutto il post...

30 agosto 2011

Sul Fatto quotidiano la lotta dei savonesi contro il raddoppio della centrale a carbone

"Il Fatto quotidiano" ha dedicato al problema carbone a Vado Ligure (Savona) la sua home page nel 27 agosto scorso.


"Paura di respirare. Di infilare dentro di te un nemico invisibile. A Vado, Quiliano, Savona, in tanti vivono così.

Strana storia quella della centrale a carbone di Vado Ligure. Delle sue sorelle, come quella di Porto Tolle, si parla perché, incredibilmente, erano sorte vicino a un parco naturale. Di questa, cresciuta in mezzo a una città, quasi nessuno sa nulla: da quarant’anni brucia fino a 5000 tonnellate di carbone al giorno. E pensare che, secondo gli esperti, gli effetti arrivano a 48 chilometri: fino a Genova, fino a località turistiche come Varigotti e Loano. A luglio il governo e la Regione Liguria hanno approvato il progetto di ampliamento.

Leggi tutto il post...

29 agosto 2011

Manuedda: "E' intollerabile minimizzare sulla pericolosità dell'incendio a TVN"

Intervento del Consigliere A. Manuedda (Verdi Civitavecchia)

"ll tentativo di minimizzare la pericolosità dell’incendio sprigionatosi dal trasformatore della centrale di Torrevaldaliga Nord è intollerabile. A leggere le dichiarazioni di fonte Enel e di qualche esponente politico tranquillizzato, sembrerebbe che venerdì abbiamo semplicemente assistito all’ennesimo spettacolo elargito dall’Enel a Civitavecchia. Anche meglio dei soliti concerti e film di quinta visione, stavolta abbiamo avuto fiamme scenografiche e fumo innocuo da respirare, mancava solo Benigni che leggesse Dante!
Il direttore dell’impianto, ing. Molina, e l’Enel non devono rassicurare la popolazione. Il loro compito è quello di evitare che accadano incidenti simili, perché, specie in una centrale appena costruita, l’incendio di un trasformatore non si deve verificare (se non in caso di calamità naturali, attacchi militari,

Leggi tutto il post...

14 agosto 2011

Il Tg nazionale sul carbone a Quiliano (Vado Ligure)

Riportiamo il servizio andato in onda il 12 agosto 2011:



27 luglio 2011

Inquinamento da policlorobifenile e A.I.A.

Interessante articolo da Agoramagazine, su una sostanza inquinante per la cui immissione nell'ecosistema dobbiamo ringraziare in primis la combustione del carbone.

"Dodici dei 209 congeneri dei PCB, i cosiddetti coplanari, hanno caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche equiparabili alle diossine e ai furani, e vengono denominati PCB dioxin-like (simili alle diossine), riconoscibili con la sigla PCBdl. I PCB sono classificati come POP, ossia inquinanti organici persistenti (Persistent Organic Pollutants) perché sono tossici, si bioaccumulano e sono in grado di provocare gravi danni alla salute umana o all’ambiente, sia vicino che lontano dalla fonte di emissione.

Il bioaccumulo delle sostanze tossiche può avvenire o direttamente dall’ambiente, o attraverso l’ingestione lungo la catena alimentare. Si parla di biomagnificazione se la sostanza tossica viene ingerita con gli alimenti, diversamente si parla di bioconcentrazione. La tutela della salute e la salvaguardia ambientale, sul piano normativo, sono perseguite recependo direttive e raccomandazioni della UE, e sono

Leggi tutto il post...