Apriamo l'anno con notizie importanti.
Fonte: http://www.centumcellae.it/politica/costa-stop-al-carbone-a-tvn-entro-il-2025/?fbclid=IwAR1_7e3e_6ET3Jx4HrEk-M5OJ9W-0q6PNquitOSQ6tMPk7NRYGOq6kXjvQo
Apriamo l'anno con notizie importanti.
A fuoco un nastro trasportatore a TorreValdaliga nord, Civitavecchia.
Comunicato
L’impudenza delle tesi del fronte SI al carbone di Saline Ioniche nel parlare del “carbone pulito” della centrale di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e la sfrontatezza con cui vengono forniti dati ben lontani dall’essere reali, sono un offesa, oltre che per l’intelligenza umana, per i nostri tanti cari che stanno pagando sulle proprie carni la presenza di quella maledetta centrale sul territorio.
Civitavecchia, anche grazie al “carbone pulito”, (“maddeche?” recitava un vecchio striscione) è al primo posto nel Lazio e al terzo in Italia per mortalità causata da tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi, le leucemie e i linfomi sono diffusi con percentuali nettamente superiori rispetto alla media nazionale e infine vi è un eccesso di mortalità per infezioni acute delle vie respiratorie e per malattie dell’apparato genito-urinario.
Dati che palesano, in tutta la loro evidenza, l’insostenibilità rappresentata dalla servitù energetica sul nostro territorio e sulle nostre stesse vite e che il “carbone pulito” non esiste, né a Civitavecchia né altrove!
Esiste invece quello nero ed inquinante che è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di danni al Paese stimabili in circa 2 miliardi di euro l´anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l´anno e danni per 4,3 miliardi di euro.
D’altronde che il “carbone pulito” non esistesse a Civitavecchia lo aveva detto anche il Ministero delle Attività Produttive nel 2008, in una lettera di risposta ai cittadini che chiedevano urgentemente un chiarimento a fronte della campagna di pubblicità ingannevole di Enel, sull’esistenza a TVN di tecnologie prodigiose che si potessero paragonare a quella del Clean coal, ma che non erano mai state realizzate.
Hanno ragione quindi i Comitati Grecanica Sviluppo e Vedere Chiaro: i risultati dell’utilizzo di tale obsoleto combustibile sono tutti a favore della centrale” anzi, per dirla meglio sono esclusivamente a favore dei profitti di chi gestisce tali centrali (pochi) a scapito dei tanti che pagano con la propria salute, la propria vita e la negazione del proprio futuro (tanti).
Il carbone, per usare il gergo degli economisti, è pieno di “esternalità”, cioè impone costi pesanti alla società in termini sanitari e di perdita di economia. È la fonte di energia più inquinante e dannosa
In Italia si brucia carbone soltanto perché è un combustibile economico per i produttori di energia, che per inquinare non pagano a nessuno il costo del danno sanitario e ambientale-economico che si riversa interamente sulla collettività a fronte di enormi profitti per chi produce energia.
Non a caso delle 23 centrali che il colosso Enel, dice di voler chiudere perché improduttive non ci sono quelle che invece gli assicurano il massimo dei profitti, ovvero quelle a carbone di Civitavecchia e Brindisi.
L’ennesimo comunicato di questi giorni del fronte del si al carbone di Saline Ioniche, è la prova che con la cattiva fede si può veramente scrivere di tutto, anche che a Civitavecchia si vive bene sotto una centrale di 1980 MW a carbone.
Prima di parlare vengano, questi signori, a visitare i nostri reparti oncologici; vengano a vedere la profonda crisi occupazionale in cui versano, nonostante l’ingombrante presenza di due centrali, i comparti metalmeccanici ed energetici, ma soprattutto non mistifichino la realtà omettendo di dire:
Riportiamo da Civonline.it "Rifiuti di Roma a Tvn e Tvs, De Crescenzo presenta una mozione"
Dopo lo stop di Malagrotta è ancora allarme in città sui rifiuti di Roma. Il capogruppo Sel Ismaele De Crescenzo presenta una mozione per chiedere a Tidei di emettere un'ordinanza che vieti di bruciare rifiuti nelle centrali di Tvn e Tvs
Comunicato
Il prossimo 12 marzo, alle ore 10,00, a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, Via Capitan Bavastro 174, si terrà la Conferenza dei Servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord.
In quell’occasione sarà stabilito come e quanto la centrale deve inquinare: quanto carbone potrà bruciare, che tipo di carbone sarà consentito di utilizzare, quali limiti emissivi in aria, acqua e suolo dovrà rispettare etc.
Come sempre alcuni esponenti del Movimento No Coke Altolazio e dei Medici per l’Ambiente, saranno presenti per essere auditi dalla Conferenza e portare in quella sede le ragioni del popolo inquinato.
Sarà, inoltre, quella la sede dove il Sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, in qualità di sindaco del sito ospitante l’impianto, avvalendosi dei poteri conferitegli dal Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, potrà apporre, se ne avrà la volontà, precise prescrizioni a tutela della salute dei cittadini, come peraltro richiestogli con specifica petizione da oltre duemila cittadini.
Riteniamo importante in quella sede far sentire la pressione dei cittadini dell’Alto Lazio su quanti, membri della conferenza dei servizi e Sindaco Tidei, sono chiamati a decidere del nostro futuro e della nostra salute.
Per questo stiamo organizzando un presidio sotto il Ministero proprio durante lo svolgimento della Conferenza dei Servizi. Chiediamo inoltre a tutti di portarsi dietro un paio di scarpe a rappresentare la presenza di quanti non ci sono più proprio a causa dell’aggravarsi delle patologie mortali conseguenti la presenza della centrale.
Sappiamo che è un giorno feriale e che per molti sarà difficile essere presenti, ma vi chiediamo un sforzo a tutela del nostro stesso futuro.
Non è più tempo di delegare, e se vogliamo veramente combattere la presenza di quel mostro nelle nostre vite e tentare di porre un argine ai troppi veleni che questo vomita nella nostra aria, dobbiamo saperci mettere in gioco.
Ci auguriamo che alle tante parole di condanna della centrale, seguano i fatti e che il 12 marzo saremo in tanti sotto il Ministero.
Noi, come sempre, ci saremo.
Per i No Coke Alto Lazio,
Simona Ricotti
Gli amici di Per il bene di Tarquinia documentano uno dei modi con cui si sono spesi i soldi delle sporche compensazioni economiche provenienti dal carbone TVN. Clicca qui
Da "la Repubblica" del 20/12
"Versava olio in mare, sigilli a cisterna Enel
I carabinieri del Noe di Roma hanno sequestrato questa mattina un serbatoio, da cui fuoriusciva olio che finiva direttamente in mare. Il depuratore usato per filtrare non era adatto a smaltire liquidi industriali, ma soltanto "acque bianche"
Versava rifiuti oleosi in mare facendo passare il liquido attraverso un depuratore delle acque bianche, non idoneo dunque a filtrare quelle industriali. All'alba, sono scattati i sigilli alla cisterna della centrale Enel di Civitavecchia.
Il sequestro dei carabinieri del Noe di Roma, guidati dal capitano Pietro Raiola Pescarini, è avvenuto su disposizione della procura della città portuale. Al momento non ci sono ancora indagati e si stanno verificando eventuali responsabilità.
L'azienda ha spiegato che si tratta di un vecchio serbatoio, di quando la centrale andava a olio e che l'impianto potrebbe essersi logorato. Questo il motivo delle perdite.
Apprendiamo dai media locali che
"C'è un primo indagato nell'indagine relativa all'incendio de trasformatore della centrale di Torre Valdaliga Nord avvenuto il 26 agosto scorso. Ad essere stato raggiunto da avviso di garanzia è il responsabile della centrale (quindi l'ing. Molina, NDR), accusato di incendio colposo. E' una prima svolta nell'inchiesta della procura della Repubblica di Civitavecchia, anche se l'impressione è che si tratti più di un atto dovuto.
La magistratura inquirente infatti sta proseguendo il lavoro per cercare di individuare le cause dell'incendio. Alcune di queste verifiche peraltro sono irripetibili, e solo dopo le relazioni conclusive dei periti si saprà dire se esiste una responsabilità umana. Una prima relazione è già stata consegnata nei giorni scorsi alla procura, dove si chiedeva soprattutto l'autorizzazione allo spostamento del trasformatore incendiato, allo scopo di poter individuare meglio le cause dell'incidente, ma soprattutto per capire se gli oli bruciati erano nocivi o meno. Sotto questo aspetto qualche novità potrebbe già emergere a breve. I periti nominati dalla procura infatti, pare siano già piuttosto avanti con il proprio lavoro. Nel frattempo vanno avanti anche le indagini di tipo tradizionale, condotte direttamente dalla polizia giudiziaria della stessa procura.
Fonte: bignotizie.it
Una carrellata di immagini per chi fosse partito in vacanza, in quest'ultimo scampolo d'estate 2011. Cosa vi siete persi lontani dalla vostra amata Civitavecchia:
Lo chiede il Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti di Civitavecchia
"Sull'incendio avvenuto venerdì scorso a Torre Nord si registra una richiesta che il Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti di Civitavecchia ha avanzato ad Arpa Lazio e per conoscenza alla Procura della Repubblica. Il coordinamento ipotizza, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, che gli oli minerali contenuti nel trasformatore andato alle fiamme possano aver sprigionato diossine, "che sono – si legge nella richiesta - sostanze sicuramente e altamente cancerogene, persistenti nel tempo, non biodegradabili e facilmente concentrabili nella catena alimentare".
Il Coordinamento chiede quindi ad Arpa Lazio se sia in grado di escludere con assoluta certezza che dalle fiamme sprigionate dal trasformatore non si siano liberate diossine ed altre sostanze ugualmente nocive o cancerogene e se, in caso contrario, si possa escludere che tali sostanze siano state inalate dai soggetti che si trovavano in quel momento sottovento. I medici e farmacisti chiedono poi se non vi siano state inoltre ricadute sul terreno e sulle piante commestibili a foglia larga con conseguente penetrazione delle sostanze stesse sia nel ciclo alimentare che nelle falde acquifere. In ultimo, il coordinamento ricorda che secondo una Direttiva dell'Unione Europea, il non rendere disponibili al pubblico le informazioni ambientali richieste rappresenta la violazione di un diritto sancito dalla Commissione europea e riconosciuto dallo Stato italiano e che nel rispetto della citata direttiva i dati richiesti dovranno essere consegnati non oltre un mese dalla richiesta. "Qualora ciò non dovesse avvenire – conclude il Coordinamento - attraverso i nostri legali procederemo alla richiesta della riparazione del torto per violazione del diritto ambientale all'Ente o alla Persona fisica che ne sarà responsabile".
Intervento del Consigliere A. Manuedda (Verdi Civitavecchia)
"ll tentativo di minimizzare la pericolosità dell’incendio sprigionatosi dal trasformatore della centrale di Torrevaldaliga Nord è intollerabile. A leggere le dichiarazioni di fonte Enel e di qualche esponente politico tranquillizzato, sembrerebbe che venerdì abbiamo semplicemente assistito all’ennesimo spettacolo elargito dall’Enel a Civitavecchia. Anche meglio dei soliti concerti e film di quinta visione, stavolta abbiamo avuto fiamme scenografiche e fumo innocuo da respirare, mancava solo Benigni che leggesse Dante!
Il direttore dell’impianto, ing. Molina, e l’Enel non devono rassicurare la popolazione. Il loro compito è quello di evitare che accadano incidenti simili, perché, specie in una centrale appena costruita, l’incendio di un trasformatore non si deve verificare (se non in caso di calamità naturali, attacchi militari, terroristici o extraterrestri).
Uno studio del 2004 del CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano), quindi non un’associazione ambientalista ma una SpA ancora oggi partecipata al 40% dall’Enel, evidenziava come sia possibile ridurre il rischio di incendi sostituendo l’olio minerale nei trasformatori con refrigeranti a base di esteri, sintetici o, meglio ancora, naturali, resistenti al fuoco. Certo costava (e, probabilmente, costa) un po’ di più ma, secondo il CESI, sarebbero più elevati, in caso di incidente (come ad esempio quello di ieri), i costi relativi ai danni all’ambiente circostante, alla produzione, ai macchinari e (detto a Civitavecchia sembra surreale) i costi derivanti dal danno d’immagine per l’azienda.
Solo il caso, o, meglio, il vento, ha impedito che il personale della centrale e la città fossero direttamente investiti dalla nube nera, tossica per sua stessa natura, che, peraltro, ha trasportato il suo carico di veleni in giro per l’Alto Lazio, con effetti sull’ambiente e sulla salute forse attenuati dalla dispersione su un ampio raggio, ma senz’altro presenti.
È necessario sapere che tipo di olio e quali materiali siano bruciati per avere una reale stima di quali inquinanti e in quali quantità si siano dispersi nell’ambiente e per capire (al di là del fatto che, come al solito, le centraline non hanno rilevato superamenti dei limiti di legge) quale sia stato l’impatto dell’incendio e, magari, quale sarebbe stato se il vento avesse sospinto direttamente la nube verso il centro abitato.
Aspettiamo queste risposte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), ma sia chiaro che, qualunque sia l’esito delle indagini, qualcuno di noi ha respirato il prodotto di quella combustione incontrollata, qualcun altro lo assumerà attraverso il cibo e l’acqua. Forse nessuno morirà per effetto diretto di quelle esalazioni e di quelle polveri, ma si sarà aggiunto, una mattina d’agosto, un altro elemento a quel plotone d’esecuzione che a Civitavecchia e nel comprensorio è composto dalle migliaia di tonnellate all’anno di sostanze inquinanti riversate nell’aria dalle centrali, dal porto e dal traffico veicolare.
Inutile dire che, soprattutto in una situazione del genere, i dati registrati dalle varie centraline fisse di rilevamento della qualità dell’aria non rassicurano nessuno, se non ovviamente chi non vede l’ora di farsi rassicurare. Per inciso, sia la centralina Arpa (unica valida ai fini di legge) del Parco della Resistenza, sia quelle di S. Agostino e Allumiere gestite dal Consorzio dei Comuni che esiste grazie al milione di euro annualmente versato dall’Enel, hanno rilevato, nella giornata dell’incendio, il superamento della cosiddetta “soglia di informazione” per l’ozono. Non mi risulta che la popolazione sia stata informata, come, al contrario, la legge prevede.
In tema di prevenzione, sarebbe doveroso che l’Enel si disponesse quanto prima a utilizzare le migliori tecniche disponibili, come, nel caso dei trasformatori, i refrigeranti resistenti al fuoco e, soprattutto, è necessario che si faccia rapidamente piena luce, anche in relazione a quanto reso noto dal sindacato USB, sul rispetto nella centrale di TVN della normativa in materia di prevenzione degli incendi
Se poi l’Enel volesse finalmente programmare lo smantellamento di quella centrale offensiva per il territorio e per il XXI secolo e, magari, la realizzazione in zona industriale di un impianto per la produzione di pannelli fotovoltaici come ha appena fatto a Catania (meglio sarebbe se interamente alimentato da fonti rinnovabili come la Solar Fabrik di Friburgo), farebbe principalmente qualcosa nel proprio interesse, perché per quanto riguarda Civitavecchia sarebbe niente di più che un atto dovuto.
Quattrocento milioni di euro il costo dell’impianto realizzato a Catania, suddiviso tra Enel, Sharp, STM e fondi pubblici. Un quarto di quella cifra, un centinaio di milioni, i soldi iniettati dall’Enel, dal 2004 ad oggi, nelle casse del Comune di Civitavecchia e di quelli limitrofi per farci subire in tranquillità la riconversione a carbone di TVN. Cinquanta di quei milioni spesi dal sig. Moscherini per pagare la spesa corrente del Comune (stipendi, affitti, bollette, beni di consumo, ecc.).
Mi sembra evidente che se vogliamo tornare a respirare e a lavorare è altrettanto necessario smantellare, oltre alla centrale, una classe politica tranquillizzata, tranquillizzante e nociva, che da troppo tempo si nutre dell’inquinamento del pensiero e delle coscienze.
La risposta è facile: no.
"L'incidente avvenuto ad uno dei due trasformatori principali del secondo gruppo di Torre Nord, in cui sono andate alle fiamme oltre 50 tonnellate di olio dielettrico, riporta in primo piano il tema della sicurezza nell'impianto con particolare riguardo al rischio di incendio". Lo sostiene la USB Lavoro Privato che ricorda di aver presentato appena due mesi fa uno specifico esposto alla Magistratura.
Per l'organizzazione sindacale, nel caso di Torre Nord risulterebbe che la centrale sia stata progressivamente avviata all'esercizio ben prima che fossero completate tutte le attività incluse nel progetto riguardante la normativa antincendio, e, con riguardo ad alcune parti di impianto soggette a controllo di prevenzione incendi, addirittura prima che i Vigili del Fuoco avessero rilasciato i preventivi pareri di conformità. "In proposito – aggiunge l'USB - esiste una specifica nota di richiamo del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco inviata nel maggio 2010 all'Enel e al Comune, finalizzata ad ottenere il rispetto delle previsioni di legge in materia. L'Usb, ricordando che la normativa antincendio classifica le centrali termoelettriche come impianti a rischio elevato, chiede alle istituzioni e alle autorità di esercitare le proprie prerogative ai fini di una incisiva azione di vigilanza e tutela. Da Trcgiornale.it
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Permetteteci questa piccola parodìa.
l'incendio visto dal mare (centumcelae.it) |
TVN, la combustione da vicino (immagine da Bignotizie.it) |
L'incendio e TVN da alcuni Km di distanza |
La nube sopra Tarquinia, inquadratura verso ovest / nord-ovest (sullo sfondo il Monte Argentario e la centrale termoelettrica di Montalto Marina) |
Il boato è stato infernale, probabilmente nessuno dei cittadini ha potuto non avvertirlo. Alle ore 10 circa di questa mattina, il rumore di un'esplosione proveniente dalla centrale a carbone TVN (enel) ha fatto saltare di spavento gli abitanti di Civitavecchia, e prima ancora di vedere il fumo nero che si levava dalla centrale, quasi tutti erano già certi della provenienza. Nelle volte precedenti tuttavia, ai boati di TVN non aveva fatto seguito (apparentemente) alcun incendio.
Stavolta è stato diverso. Una nube densa e nera si è levata sopra l'impianto e si è ammassata su parte della città. A saltare sarebbe stato un trasformatore ad olio del secondo Gruppo. Nell'attesa di accertamenti la Asl ha diramato la comunicazione agli abitanti di Tarquinia, Tolfa e Allumiere di non uscire di casa (il vento ha spinto il fumo nella loro direzione).
Per gli abitanti di Civitavecchia niente timori, il peggio è già stato messo in peventivo per noi, sin dall'inizio.
Le immagini che seguono sono tratte dalle testata locale centumcellae.it
Fonte
Forum Ambientalista e Comitato NaturalMente sulla questione del cosiddetto "Bosco Enel" (Torrevaldaliga Nord) Eh già: a Civitavecchia si chiama tutto "enel"
"Evidentemente il Sindaco Moscherini pensa che Civitavecchia, in quanto da lui governata, sia territorio non soggetto alle norme e alle leggi vigenti nello stato italiano. E se questa non è certo una novità, e dimostrazione ne sono i tanti abusi ed illegittimità che hanno, come non mai, caratterizzato la legislatura da lui presieduta, (Marina docet), lascia comunque perplessi la tracotanza con cui, pur di perseguire i propri scopi, il Primo Cittadino si senta autorizzato, in barba a quanto espresso da istituzioni sovraordinate, magistratura e finanche dalle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto un apposita petizione, ad opporsi ad opere che non solo costituiscono obblighi di legge, ma che sono patrimonio dell’intera comunità e costituiscono una reale, anche se minima ed insufficiente, compensazione di quanto in termini di qualità della vita e dell’ambiente, la riconversione a carbone di Torrevaldaliga Nord ha tolto ai cittadini del comprensorio.
Non meritano risposta, poi, i suoi alcoliti della III circoscrizione, gli stessi che volevano realizzare la strage di eucaliptus in via delle Sterlizie, che avrebbero maggiormente il favore degli abitanti di San Gordiano se, invece di impegnarsi a sostenere le posizioni del Primo Cittadino, si spendessero con eguale passione per segnalare le innumerevoli perdite d’acqua che poi causano le voragini di cui vi è testimonianza recente, le condizioni del manto stradale specie in prossimità delle tanto volute rotatorie di Via delle Sterlizie, e più in generale, le condizioni in cui versa l’intero quartiere.
Vogliamo peraltro sottolineare, ancora una volta, che nella Valutazione d’impatto ambientale è chiaramente specificato che la realizzazione del cosiddetto parco dei serbatoi è prevista in quella specifica area in quanto contribuisce “Dal punto di vista del consumo di suolo” ad “un miglioramento in quanto l’area occupata dalla centrale diminuirà, a fronte dello smantellamento di gran parte del parco serbatoi, di circa 119000 m2” e la sua creazione “in luogo del parco serbatoi, inserito del percorso ciclabile fra Civitavecchia e la pineta costiera La Frasca può effettivamente contribuire a migliorare la percezione dell’impianto…”.
Né può valere il discorso che l’area risulta compromessa in quanto, sempre nella Via, si prevede che ilavori per la realizzazione del parco “saranno tuttavia conseguiti solo una volta …. bonificata l’area del parco serbatoi” e che le “quantità di terreno … provenienti dall’area dei bacini serbatoi e contenenti tracce di olio combustibile, saranno inviate a discarica come rifiuto” Spiace peraltro far presente al primo cittadino che non vi è alcuna necessità che lui firmi alcunaautorizzazione in quanto essendo la realizzazione del parco prescrizione di cui all’autorizzazione unica MAP 55/02/2003, rilasciata sulla base del D.L. 7 febbraio 2002, n. 7, meglio conosciuto come decreto sblocca centrali, su cui, nostro malgrado, il Comune ha già rilasciato a suo tempo parere positivo, ogni opera ad esso connessa, comprese le prescrizioni, si considerano con la medesima già autorizzate. La smetta, quindi, il Primo Cittadino di cimentarsi con proposte pseudo ambientaliste che non gli si confanno, come d’altronde l’indegna proposta di privatizzare i parchi cittadini dimostra, ed abbia il coraggio di dire la verità, ovvero che l’intero territorio, area del bosco Enel e Frasca compresa, vanno sacrificate alla realizzazione della devastante Piattaforma Italia con annesso Terminal China di cui nessuno sente il bisogno se non le multinazionali asiatiche e alcune società private il cui interesse certo non coincide con quello della comunità cittadina".
Secondo voci informate, l'area di Testa di Cane, una cava esaurita di 23 ettari accanto all'abitato di Massimina nel Municipio Roma XVI, sarebbe destinata ad ospitare una discarica provvisoria dopo la chiusura (imminente) di Malagrotta.
Forse, pensiamo noi ingenui, nell'attesa di ottenere il permesso per incenerire nelle centrali di Civitavecchia, naturalmente dopo una nuova emergenza creata ad hoc.
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