Apriamo l'anno con notizie importanti.
Fonte: http://www.centumcellae.it/politica/costa-stop-al-carbone-a-tvn-entro-il-2025/?fbclid=IwAR1_7e3e_6ET3Jx4HrEk-M5OJ9W-0q6PNquitOSQ6tMPk7NRYGOq6kXjvQo
Apriamo l'anno con notizie importanti.
A fuoco un nastro trasportatore a TorreValdaliga nord, Civitavecchia.
Comunicato
L’impudenza delle tesi del fronte SI al carbone di Saline Ioniche nel parlare del “carbone pulito” della centrale di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e la sfrontatezza con cui vengono forniti dati ben lontani dall’essere reali, sono un offesa, oltre che per l’intelligenza umana, per i nostri tanti cari che stanno pagando sulle proprie carni la presenza di quella maledetta centrale sul territorio.
Civitavecchia, anche grazie al “carbone pulito”, (“maddeche?” recitava un vecchio striscione) è al primo posto nel Lazio e al terzo in Italia per mortalità causata da tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi, le leucemie e i linfomi sono diffusi con percentuali nettamente superiori rispetto alla media nazionale e infine vi è un eccesso di mortalità per infezioni acute delle vie respiratorie e per malattie dell’apparato genito-urinario.
Dati che palesano, in tutta la loro evidenza, l’insostenibilità rappresentata dalla servitù energetica sul nostro territorio e sulle nostre stesse vite e che il “carbone pulito” non esiste, né a Civitavecchia né altrove!
Esiste invece quello nero ed inquinante che è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di danni al Paese stimabili in circa 2 miliardi di euro l´anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l´anno e danni per 4,3 miliardi di euro.
D’altronde che il “carbone pulito” non esistesse a Civitavecchia lo aveva detto anche il Ministero delle Attività Produttive nel 2008, in una lettera di risposta ai cittadini che chiedevano urgentemente un chiarimento a fronte della campagna di pubblicità ingannevole di Enel, sull’esistenza a TVN di tecnologie prodigiose che si potessero paragonare a quella del Clean coal, ma che non erano mai state realizzate.
Hanno ragione quindi i Comitati Grecanica Sviluppo e Vedere Chiaro: i risultati dell’utilizzo di tale obsoleto combustibile sono tutti a favore della centrale” anzi, per dirla meglio sono esclusivamente a favore dei profitti di chi gestisce tali centrali (pochi) a scapito dei tanti che pagano con la propria salute, la propria vita e la negazione del proprio futuro (tanti).
Il carbone, per usare il gergo degli economisti, è pieno di “esternalità”, cioè impone costi pesanti alla società in termini sanitari e di perdita di economia. È la fonte di energia più inquinante e dannosa
In Italia si brucia carbone soltanto perché è un combustibile economico per i produttori di energia, che per inquinare non pagano a nessuno il costo del danno sanitario e ambientale-economico che si riversa interamente sulla collettività a fronte di enormi profitti per chi produce energia.
Non a caso delle 23 centrali che il colosso Enel, dice di voler chiudere perché improduttive non ci sono quelle che invece gli assicurano il massimo dei profitti, ovvero quelle a carbone di Civitavecchia e Brindisi.
L’ennesimo comunicato di questi giorni del fronte del si al carbone di Saline Ioniche, è la prova che con la cattiva fede si può veramente scrivere di tutto, anche che a Civitavecchia si vive bene sotto una centrale di 1980 MW a carbone.
Prima di parlare vengano, questi signori, a visitare i nostri reparti oncologici; vengano a vedere la profonda crisi occupazionale in cui versano, nonostante l’ingombrante presenza di due centrali, i comparti metalmeccanici ed energetici, ma soprattutto non mistifichino la realtà omettendo di dire:
Fonte Civitavecchia pronta ad accogliere una nuova fonte inquinante. È quanto si apprende dalla risposta del sottosegretario alla Difesa data alla parlamentare del Movimento 5 Stelle, Marta Grande, intervenuta sulla paventata realizzazione di un ossidatore termico all’interno del Centro Chimico di Santa Lucia. Il Ministero, in buona sostanza, conferma i timori dei civitavecchiesi, fornendo spiegazioni tutt’altro che incoraggianti: «Verranno bruciate le armi chimiche della seconda guerra mondiale - si legge nella risposta data alla Grande - ma l’impianto non si configura quale inceneritore in quanto i proiettili non detonano per effetto del calore generato elettricamente fino a temperature di 500 gradi ma all’interno di apposite camere senza fiamma libera alimentata da carburante esterno, come avviene negli inceneritori a oltre 100 gradi». Ma tutto questo non consola, dal momento in cui il Ministero ammette «lo smaltimento di altri aggressivi chimici non eliminabili con la tecnologia attualmente in uso al Ce.T.li.». Tra l’altro, sempre secondo la Difesa «Il termo ossidatore è assimilabile a un forno industriale di piccola capacità e pertanto non è inserito nella tipologia di impianti che necessitano della Via e dell’Aia - specifica il Ministero». Cosa significa? Come possono i cittadini stare tranquilli? La Farnesina ci prova a spiegarlo: «In merito ad eventuali rischi per i lavoratori e per i residenti delle aree interessate - aggiunge il sottosegretario Gioacchino Alfano - l’impianto in questione garantirà un impatto ambientale minimo, grazie ad emissioni in atmosfera ampiamente entro i limiti imposti dalla vigente normativa; i valori delle emissioni saranno costantemente monitorati in tempo reale da una centrale remotizzata (da distanza». Ma Civitavecchia non è quella città che, per via delle numerosi fonti inquinanti già esistenti, non può permettersi di accendere neppure un cerino? E chi controllerà i controllori? Un modo assurdo, quello escogitato dal Governo, di aggirare la delibera anti-inceneritore, approvata qualche anno fa dal consiglio comunale: utilizzando una struttura militare, l’impossibile diventa possibile. La politica sull’argomento tace e dal canto suo, l’onorevole Marta Grande è categorica: «Non mi ritengo soddisfatta della risposta – dichiara - La garanzia che posso offrire ai civitavecchiesi, del resto, è che continuerò a monitorare con scrupolosa attenzione la realizzazione del progetto, riservandomi ulteriori azioni politiche in merito».
Pubblichiamo da stopenel.org
Il 30 aprile si celebrerà a Roma l’assemblea degli azionisti di Enel Spa. Dalle mega dighe della Colombia, del Cile, del Guatemala al carbone di Civitavecchia, Brindisi, La Spezia; dal nucleare in Spagna alle rinnovabili di nome e non di fatto, come la geotermia in Toscana e le biomasse sul Pollino ; dalle mega centrali dell’Est Europa ai catorci ad olio combustibile di Rossano, Porto Tolle, Montalto di Castro: Enel rappresenta in pieno il modello energetico che ha caratterizzato gli ultimi cinquant’anni di politiche industriali dell’occidente, un modello fallimentare basato sull’esaurimento di risorse naturali, sullo sconvolgimento dell’ecosistema sulla prevaricazione sistematica della volontà, degli interessi e dell’identità delle comunità locali, in Italia come all’estero.
La Campagna “Stop Enel” nasce per contrastare queste politiche e promuovere un nuovo modello energetico. La rete che ha già dato vita a due assemblee internazionali e invita tutti a partecipare a tre giorni iniziative ed approfondimenti che si svolgeranno a Roma:
Comunicato
Il prossimo 12 marzo, alle ore 10,00, a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, Via Capitan Bavastro 174, si terrà la Conferenza dei Servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord.
In quell’occasione sarà stabilito come e quanto la centrale deve inquinare: quanto carbone potrà bruciare, che tipo di carbone sarà consentito di utilizzare, quali limiti emissivi in aria, acqua e suolo dovrà rispettare etc.
Come sempre alcuni esponenti del Movimento No Coke Altolazio e dei Medici per l’Ambiente, saranno presenti per essere auditi dalla Conferenza e portare in quella sede le ragioni del popolo inquinato.
Sarà, inoltre, quella la sede dove il Sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, in qualità di sindaco del sito ospitante l’impianto, avvalendosi dei poteri conferitegli dal Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, potrà apporre, se ne avrà la volontà, precise prescrizioni a tutela della salute dei cittadini, come peraltro richiestogli con specifica petizione da oltre duemila cittadini.
Riteniamo importante in quella sede far sentire la pressione dei cittadini dell’Alto Lazio su quanti, membri della conferenza dei servizi e Sindaco Tidei, sono chiamati a decidere del nostro futuro e della nostra salute.
Per questo stiamo organizzando un presidio sotto il Ministero proprio durante lo svolgimento della Conferenza dei Servizi. Chiediamo inoltre a tutti di portarsi dietro un paio di scarpe a rappresentare la presenza di quanti non ci sono più proprio a causa dell’aggravarsi delle patologie mortali conseguenti la presenza della centrale.
Sappiamo che è un giorno feriale e che per molti sarà difficile essere presenti, ma vi chiediamo un sforzo a tutela del nostro stesso futuro.
Non è più tempo di delegare, e se vogliamo veramente combattere la presenza di quel mostro nelle nostre vite e tentare di porre un argine ai troppi veleni che questo vomita nella nostra aria, dobbiamo saperci mettere in gioco.
Ci auguriamo che alle tante parole di condanna della centrale, seguano i fatti e che il 12 marzo saremo in tanti sotto il Ministero.
Noi, come sempre, ci saremo.
Per i No Coke Alto Lazio,
Simona Ricotti
Resoconto della mobilitazione da Civonline.it "È partita questa mattina da Allumiere la delegazione di collinari che sta partecipando alla manifestazione a Roma presso la Prefettura insieme a tutti comitati del Lazio contro le megadiscariche e contro gli inceneritori «cancro valorizzatori». Critico Bessio (presidente dei Verdi) verso la Regione Lazio e il commissario Pecoraro: «E’ assurdo che Polverini e il commissario governativo Pecoraro si oppongano al piano di Clini. Condividiamo la posizione del Ministro Clini per quanto riguarda la differenziata e la bocciatura dello studio sui siti della regione, che è pieno di fattori escludenti; chiediamo quindi a Polverini e Pecoraro di allinearsi». Aggueriti i rappresentanti della delegazione collinare: «Tutti insieme abbiamo detto di no a discariche e termovalorizzatori. L’unica via di scampo - spiegano dal Comitato No alla mega discarica Emiliano Stefanini e Giuseppe Gori e il consigliere comunale di Allumiere, Umberto Di Pietrantonio - rimane il vincolo Zps e la distanza da Roma, ma lo studio a suo tempo sponsorizzato da Panzironi dell’Ama, la presenza dell’Aurelia, dell’Autostrada e della vecchia ferrovia Civitavecchia-Orte eliminerebbero tale ostacolo logistico oggi rassegnato dai tecnici del Ministero». A rappresentare l’amministrazione comunale di Allumiere il consigliere Di Pietrantonio con la fascia tricolore e delega scritta ufficiale. «Non potevo essere a Roma per impegni istituzionali ma io e la mia amministrazione comunale siamo a braccetto con i cittadini e con il Comitato – spiega il sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio – in questa lotta contro la realizzazione della megadiscarica nel nostro territorio. Continueremo con ogni mezzo a lottare cercando di far valere i diritti di questo territorio. Continuo a invocare a tutti i comuni del comprensorio alla mobilitazione e a camminare insieme». Durante la manifestazione si sono registrati tre interventi di rappresentanti di Allumiere: Emiliano Stefanini e Giuseppe Gori del Movimento ‘‘No alla mega discarica’’ e quello del consigliere comunale di Allumiere Umberto Di Pietrantonio, che hanno messo in evidenza le paure dei cittadini di questo territorio e spiegato le motivazioni che spingono il territorio a dire no alla realizzazione della discarica. Per Civitavecchia hanno presenziato l’onorevole Pietro Tidei (PD), Enrico Luciani e Ismaele De Crescenzo (Sel) e Patrizio Ghirga e il sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini. «La manifestazione è andata molto bene - ha spiegato Di Crescenzo (Sel) - abbiamo messo in evidenza la grave incidenza che potrebbe avere la discarica sulla salute di tutti noi cittadini di questo territorio già troppo martoriato. Noi di Sel per primi abbiamo denunciato questo pericolo. Combattendo insieme riusciremo a mettere un freno a quest’ondata speculativa che sta distruggendo il nostro territorio». Per il Comune di Cerveteri c’era Ciogli e per Tarquinia c’era invece Loretta De Simoni. «Noi c’eravamo - spiega Enrico Luciani - e siamo orgogliosi di aver partecipato e aver detto la nostra. Eravamo in tanti a dire no alla logica di risolvere il problema rifiuti creando discariche e termovalorizzatori. E’ ora che Roma e tutta la Regione Lazio dia il vita in maniera massiccia alla raccolta differenziata spinta. Su Civitavecchia e il comprensorio incombe un pericolo gravissimo». Sulla stessa linea l’onorevole Pietro Tidei: «Ho partecipato alla manifestazione per dire no al tentavo di realizzare una mega discarica nei boschi di Santa Lucia. Ero l’unico parlamentare presente. E’ altissimo il rischio che Civitavecchia e il suo comprensorio si ritrovino ad essere la pattumiera di Roma. Noi del centrosinistra siamo orientati verso uno sviluppo sostenibile che vede l’ambiente come una risorsa e come un luogo dell’identità culturale dei civitavecchiesi. Dobbiamo mantenere alta la guardia contro la possibile discarica nel comprensorio militare di Santa Lucia. Faccio perciò appello ai movimenti ambientalisti a unirsi con il centrosinistra per battere questo ennesimo scempio di un territorio già pesantemente inquinato dagli scarichi delle navi nel porto e dalle centrali a carbone. Lo dobbiamo a noi stessi, ai cittadini e alle future generazioni». Presente al sit in di protesta a Roma per dire no alla megadiscarica ad Allumiere anche il sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini: «Ho aderito alla manifestazione di piazza SS. Apostoli - ha spiegato il sindaco Moscherini - per ribadire a chiare lettere la contrarietà di Civitavecchia a questo progetto. Rimaniamo della convinzione che ogni comune dovrebbe occuparsi dei rifiuti di casa propria, evitando di progettare megadiscariche nelle aree limitrofe. Quella contro il sito ad Allumiere è una battaglia trasversale, che non ha colori politici ed è per questo che tutti i sindaci del comprensorio, in maniera unitaria si sono recati a Roma per far sentire la propria voce. Prima del 12 aprile, bisogna mobilitarsi, non solo nelle piazze, per impedire che Allumiere diventi uno dei siti indicati per il post- Malagrotta». Sempre questa mattina invece il Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio, insieme a molti comitati, ha partecipato alla manifestazione a Torrimpietra per opporsi alla costruzione dell’inceneritore e/o discarica a Pizzo del Prete, uno dei siti indicati dal Ministro Clini come compatibile. Alla manifestazione hanno partecipato circa mille persone che hanno gridato in modo deciso la loro opposizione al progetto. Esploreremo tutte le strade per fermare questa operazione e sollecitiamo il Ministro Clini ad imporre a Roma la raccolta al 65% di differenziata secondo ciò che è previsto dalla legge europea. Questa percentuale renderebbe inutile qualsiasi inceneritore nella regione Lazio. Non faremo un passo indietro: no discariche, no inceneritori, sì alla raccolta differenziata».
Da TrcGiornale.it del 21/02
"Amianto: a Torino una sentenza storica che segna una tappa importante per la sicurezza sul lavoro. L'amianto è presente da molti anni anche a Civitavecchia e le ricadute sulla salute dei lavoratori sono da anni perno di alcune battaglie sindacali. Ma in che misura? Esiste un censimento per i posti di lavoro, le abitazioni e gli edifici pubblici, in particolare le scuole? Di pochi giorni fa le condanne emesse con pene sino a 16 anni di carcere comminate nel processo Eternit che solo in parte fanno finalmente giustizia sul dramma che ha colpito decine di lavoratori con vari tipi di tumori. Tra questi quello al polmone è il più grave: il mesotelioma pleurico per il quale ad oggi non vi sono cure e, nell'arco di poco più di 6 mesi si va incontro alla morte. L'asbesto o amianto è un minerale utilizzato moltissimo, fin dai primi anni del secolo, nelle costruzioni, ma soprattutto a livello industriale, nelle centrali, nelle navi, in vari tipi di cisterne, nelle case come nelle scuole. Pericoloso per la salute, ma solo se inalato. Solo negli anni 50/560 gli scienziati hanno pubblicato alcuni studi in cui veniva ritenuto nocivo e sospettato di essere cancerogeno: ma ci sono voluti decenni perché venisse messo al bando e, da pochi giorni in Italia, che venissero condannati i responsabili. Negli anni anche moltissimi lavoratori civitavecchiesi sono stati interessati: "nell'arco di un decennio, dal 2001 al 2011, 22 sono state le vittime nella nostra città. Di queste 9 sono dipendenti Enel, 7 portuali, 3 marittimi, 1 dipendente delle ferrovie dello stato, 1 militare ed una casalinga, moglie di un lavoratore che trattava l'amianto: questi i dati forniti dal Centro Operativo Regionale per la rilevazione di queste problematiche ed illustrate dal dottor Felice Tidei, responsabile dell'Area Industriale della Asl RmF. "Storicamente a Civitavecchia la presenza dell'amianto negli ambienti di lavoro era essenzialmente e in quantità rilevanti nelle centrali Enel e Tirreno Power cioè Torre Valdaliga Sud e Fiumaretta. Il problema maggiore - secondo l'esperto chimico della Asl - è sorto con le scoibentazioni, fatte senza nessuna precauzione, perché si ignoravano ancora le conseguenze, per cui si sono avute molte esposizioni". Oggi questo tipo di intervento può essere effettuato solo da ditte altamente specializzate ed autorizzate. "Il problema è che l'insorgenza di questo tumore - ha proseguito il dottor Felice Tidei - ha dei tempi di latenza molto lunghi: si parla di 30/40 anni. Quindi sono interessati i lavoratori impegnati nelle centrali o in altri settori esposti all'amianto negli anni 50/60". Per coloro che intendono togliersi ogni sospetto, quindi, è opportuno effettuare radiografie, tac e controlli mirati. "Oggi la situazione è quasi sotto controllo, ma - conclude il responsabile Asl - non esiste ad oggi alcun censimento". Forse questo avrebbe dovuto essere il primo importante rilevamento da fare, per venire a conoscenza dell'entità del fenomeno nella nostra città e, magari nei comuni limitrofi, utilizzando magari i fondi messi a disposizione a suo tempo dall'Enel, a tutela della salute dei lavoratori e, più in generale dei cittadini. Ci vorranno comunque ancora decenni per eliminare definitivamente l'amianto da tutti gli ambienti.
Presso l'aula consigliare del Comune di Canino si è votato sul "dissociatore molecolare", e l'esito è un "no" all'installazione dell'impianto. Un resoconto da F. Lucangeli (Movimento 5 Stelle) Canino
Invitiamo i cittadini a non abbassare la guardia, in quanto fa parte della culturaglia vetero-partitica la ricerca dell'accordo sottobanco, dopo aver sbandierato un primo diniego a un'opera che appaia impopolare.
Intervengono a ribadire il "no" anche altri esponenti della politica locale:
F. Talenti (pdl Montalto di Castro)
S. Caci (Montalto di Castro)
U. Tardioli (Montalto di Castro)
Visto il periodo pre-elettorale, sarebbe saggia precauzione passare al vaglio affermazioni e condotta di ogni candidato. Chi mai vorrebbe, in questo momento, esporsi pubblicamente su un tema sicuramente impopolare?
Da Per il Bene di Tarquinia "Giornata mondiale sul cancro... Maglia nera ai sindaci del carbone!"
"Il 4 Febbraio si celebra la giornata mondiale sul cancro, la dott.ssa Gentilini dell’ISDE, da sempre impegnata contro i danni provocati dagli inceneritori, ci invita ad una riflessione in una lettera che pubblichiamo di seguito insieme al testo di Ambiente e Tumori, dove si trova il contributo del dott. Paolo Franceschi, referente ISDE di Savona, da sempre impegnato contro l’utilizzo dell’uso del carbone nella centrale di Vado Ligure.
La riflessione è sulla Prevenzione Primaria, indicata come l’unica strada maestra della guerra contro il cancro, in un territorio come il nostro inquinato da più di 50 anni di servitù energetiche, dove il carico inquinante aumenta ogni giorno, lasciando nel cielo sopra Civitavecchia un segno indelebile, di grigio fumo e odor di morte.
Una buona occasione quindi per riflettere su una patologia che, secondo dati ufficiali, nel 2011 è stata diagnosticata in 360.000 italiani, ne affligge 2.243.953 ed ha causato 176.000 decessi (http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/aggiornamenti.asp).
Nei territori dove si brucia carbone, non ci sono dati per cui allarmarci, se non nelle pieghe di studi, che seppur validi, non se ne vuole tener conto, magari proprio per evitare ampliamenti di centrali a carbone come a Vado Ligure, riconversioni a Carbone come nel caso di Civitavecchia e Porto Tolle, ne tantomeno per valutare i danni conclamati all’agricoltura, indicata come no food a Brindisi dove c’è la centrale elettrica a carbone più inquinante d’Italia.
Eppure gli studi ci sono, a Civitavecchia l’incidenza di cancro è preoccupante, come un’epidemia eppure, nessuno interviene, nessuno si prende la responsabilità di verificare se davvero, un territorio come il nostro può ancora sopportare tale carico inquinante,
Dove si brucia carbone, non si controlla neanche l’aria che si respira, anzi spesso il controllato, fa il controllore, con buona pace dei sindaci che partecipano, come arbitri muti, a consorzi per la gestione di Osservatori fantasma.
Il cancro uccide eccome, città come Civitavecchia non hanno neanche un registro tumori, come a Tarquinia, che se pur avviato ci vorranno anni per avere dati ufficiali, di cui nessuno avrà di che fidarsi, visto come è andata la storia della prevenzione ai tumori fino ad oggi.
Il mondo ricorda la giornata contro il cancro, noi ricordiamo che non i nostri Sindaci che si impegnano per la riduzione dell’inquinamento, per una Prevenzione Primaria contro il cancro, anzi continuano ad incassare denaro dall’ inquinatore, contro ogni logica di tutela della salute!
Questa la lettera della D.ssa Patrizia Gentilini:
il 4 febbraio è una giornata speciale per noi forlivesi, è infatti il giorno in cui si festeggia la Madonna del Fuoco, nostra Patrona, ed anche il giorno in cui, a livello internazionale, si celebrerà quest’anno la “Giornatamondiale contro il cancro”. Una buona occasione quindi per riflettere su una patologia che, secondo dati ufficiali, nel 2011 è stata diagnosticata in 360.000 italiani, ne affligge 2.243.953 ed ha causato 176.000 decessi (http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/aggiornamenti.asp).
Alla diagnosi e alle terapie del cancro vengono destinate anche nel nostro paese ingenti risorse: è stato calcolato che nel 2009 il costo per la sola chemioterapia sia ammontato mediamente per ogni centro italiano a 2,2 milioni di euro, in aumento del 90% rispetto al 2004.( http://salute24.ilsole24ore.com/articles/6738-oncologia-in-italia-bene-lassistenza-ma-raddoppia-la-spesa). Anche per quest’anno, il 2012, si punta l’attenzione sui fattori di rischio individuali e sul potenziamento di nuove terapie, studiando ad esempio il microbioma, ovvero i miliardi di batteri che il nostro corpo ospita fin dalla nascita, nell’ipotesi che possa essere correlato allo sviluppo del cancro, specie del colon retto http://www.edott.it/Specialisti/SanitaQuotidiana/01-02-2012/Sabato-e-la-Giornata-mondiale-contro-il-cancro.aspx.
Ma siamo davvero convinti che tutto ciò sia utile? Stiamo davvero vincendo questa guerra o siamo ancora lontani dal traguardo?
Credo sia utile ricordare una lettera del 2005 – ma più che mai attuale – “Come vincere la guerra contro il cancro”, che abbiamo distribuito agli intervenuti alla presentazione del volume “Ambiente Tumori ” il 26 gennaio scorso a Forlì. Questa lettera è stata scritta da Samuel S. Epstein , Professore Emerito di Medicina Ambientale e del Lavoro presso l’Università dell’Illinois di Scuola di Sanità Pubblica e Presidente della Cancer Prevention Coalition ( http://www.world-wire.com/news/0510050001.html): in essa, facendo un paragone fra la guerra contro il cancro e la guerra in Iraq, l’ Autore constata che entrambe sono condotte “in modo sorprendentemente maldestro ed ingannevole”.
Di fatto i “generali che conducono la guerra al cancro richiedono miliardi di dollari – oltre ai 50 miliardi di dollari già spesi – al fine di sconfiggere il flagello del nemico. Ma, in modo crescente, esperti indipendenti stanno riferendo che le strategie di questi generali sono palesemente sbagliate e che costoro coscientemente travisano gli insuccessi al fine di fornire falsi, rosei scenari….. Ma dopo trent’anni di reclamizzate ed ingannevoli promesse di successi, la triste realtà è infine affiorata: stiamo infatti perdendo la guerra al cancro, in un modo che può essere soltanto descritto come una sconfitta. L’incidenza dei tumori – in particolare della mammella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi e i linfomi, in particolare nei bambini – che non possono essere messi in relazione con il fumo di sigaretta, hanno raggiunto proporzioni epidemiche………C’è una forte evidenza scientifica che questa moderna epidemia sia dovuta all’esposizione a cancerogeni industriali in tutti gli ambienti – aria, acqua, suolo, posti di lavoro e prodotti destinati al consumo, in particolare cibi, articoli da toeletta, cosmetici e prodotti per la casa – e persino in farmaci di uso comune. …..Trascurando la prevenzione – il principio basilare che la medicina ci ha insegnato nel corso dei secoli e la necessità di ogni scienza ancora una volta sottolineata nella guerra contro il cancro – i nostri generali del cancro hanno abbracciato la strategia del “controllo del danno”, simile al trattamento dei soldati feriti, invece di cercar di impedire l’avanzata del nemico. Il semplice fatto – più il cancro viene prevenuto e meno c’è da curare – continua a non essere presente nei piani di battaglia de! i genera li”.
Ed Epstein termina con queste parole che devono assolutamente farci riflettere:”Quasi tutti gli americani conoscono le pene causate dal cancro a parenti e amici. Il crimine è che molti di questi tumori sarebbero evitabili”.
La necessità di una inversione di rotta nella guerra conto il cancro è ormai indicata con chiarezza anche nelle più prestigiose scientifiche quali Nature che, con una immagine del maggio 2009 più efficace di tante parole, ci dice che è giunto il momento di scalzare dalle radici la mostruosa pianta del cancro e non limitarci a potare qualche ramo in qua ed in là.
Questo il messaggio che abbiamo inteso ribadire anche nell’incontro del 26 gennaio con la presentazione del volume “Ambiente Tumori” e che ci auguriamo – magari con l’ “illuminazione ” della Patrona di Forlì e perchè no, anche con la “benedizione” del nostro San Pellegrino Laziosi, Protettore dei malati di tumore e lui stesso miracolosamente guarito da un tumore osseo – possa essere accolto, in modo chela Prevenzione Primariapossa diventare finalmente la strada maestra della guerra contro il cancro.
"...dati allarmanti rimbalzati da Dumfries in Scozia, dove è in attività un dissociatore similare a quello inserito nel progetto della Ecofor hanno stimolato un’attenta riflessione.
Dal rapporto dell’agenzia per la protezione ambientale scozzese SEPA, l’equivalente dell’italiana ARPAT, risulta infatti che nel mese di ottobre 2010 il dissociatore molecolare ha superato di ben 39 volte i limiti di emissioni di mercurio e di diossine e furani.
Sempre nel corso del 2010 si legge nel rapporto l’impianto di Dumfries ha lavorato per 3.500 ore sulle 8.000 ore previste, incenerendo appena 10.000 tonnellate sulle 60.000 tonnellate previste, non potendo far funzionare correttamente il sistema di rimozione delle ceneri dalle camere di gassificazione e non riuscendo mai a produrre energia elettrica.
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, la SEPA ha riscontrato la presenza nell’ambiente di tutti i tipici elementi inquinanti prodotti dagli inceneritori ed i risultati di tali esami certificano il superamento dei valori massimi di mercurio (1.95 mg/m3 contro un limite massimo di 0.05 mg/m3) e di diossine/furani (0.12 ng/m3 contro un limite massimo di 0.1 ng/m3).
Sia il mercurio che le diossine ed i furani sono sostanze estremamente tossiche e bioaccumulanti. Il mercurio ha effetti negativi sullo sviluppo neurologico, sul sistema cardiovascolare, sul sistema immunitario e sull’apparato riproduttivo, le diossine ed i furani sono sostanze estremamente cancerogene e mutagene per l'organismo umano, causano danni al sistema immunitario, al sistema riproduttivo, all’apparato ormonale.
"Variante della variante 29". I civitavecchiesi nel 2012 dovranno vedersela con questa oscura formula che in realtà indica qualcosa di semplice da comprendere: cemento su Civitavecchia in quantità epocali. Gianni Moscherini non ha mai potuto far mistero del suo amore incontenibile per la "grigia materia" (NB: non la materia grigia), e visto che la sua politica preferita ruota attorno ai termini "appalti", "concessioni", "abusi", "mercanteggio" (tradotto: la Cosa pubblica come gestione di potere personale) il 2012 potrebbe essere un anno orgiastico per il Primo cittadino. Ce lo spiega bene il consigliere Manuedda (fonte)
"Segnalazioni all'Autorità di Vigilanza e alla Regione Lazio. Queste le azioni annunciate dal consigliere verde, Alessandro Manuedda, per contrastare l'attuazione dei provvedimenti urbanistici approvati nell'ultimo consiglio comunale. Circa 500 mila metri cubi di cemento, che si riverseranno nella zona a monte del Moretti-Della Marta con "San Gordiano due" e "San Gordiano tre", a San Liborio nei pressi del ponte dell'autostrada e nella zona compresa tra il Fosso di Fiumaretta e Terme di Traiano, dove insistono tra l'altro anche reperti archeologici.
Interventi che il sindaco Moscherini aveva definito epocali, l'indomani del consiglio, rivolgendo peraltro un plauso al lavoro dell'assessorato all'Urbanistica. "Di epocale in quanto accaduto – ha commentato al contrario Manuedda – c'è solo la dimensione dei provvedimenti approvati, la gran parte dei quali sono stati varati in violazione di legge, in particolare della direttiva europea che prevede la Valutazione ambientale strategia, oltre che in falsa applicazione di altre norme. Tra l'altro la formazione di questi provvedimenti, costruiti tutti negli uffici comunali, non ha consentito la partecipazione della cittadinanza, per cui credo che si possa parlare di tutto fuorché di un successo". L'esponente dei Verdi precisa poi che saranno letteralmente "aggredite" quattro aree: quella compresa tra il Fosso di Fiumaretta e Terme di Traiano, dove ci sono anche siti di interesse archeologico; l'area a monte del campo da rugby Moretti-Della Marta e la zona di San Liborio alto in prossimità del ponte dell'autostrada. Cosa si può fare? "Da parte nostra – ha aggiunto Manuedda – segnaleremo tutte le anomalie alla regione e alle autorità competenti, ma non abbiamo la possibilità di chiedere l'annullamento di questi atti". La speranza è che lo facciano le associazioni ambientaliste attive sul territorio. Ma, come detto, gli atti varati il 22 di dicembre sono solo una parte, circa la metà dei metri cubi previsti dalla cosiddetta variante alla variante 29. "L'altra metà – ha concluso Manuedda – essendosi il sindaco e la maggioranza, a quanto, pare ricompattati tra loro e con la propria coscienza, arriverà nel corso del consiglio comunale del 17 gennaio, con il voto sui programmi integrati, che riverserà un'altra colata di cemento sulla città".
Fonte
"Complici le festività natalizie che fanno "abbassare un po' la guardia", l'altra mattina i residenti di via P. Renzi (zona Boccelle) hanno assistito all'inizio dei lavori per l'installazione, in un terreno privato, di un'altra antenna per la telefonia mobile. "In barba all'accordo tra Comune di Civitavecchia e Compagnie telefoniche con il quale, da una parte il Comune metteva loro disposizione siti ove installare le antenne per la telefonia mobile e dall'altra le compagnie si impegnavano a non contattare privati cittadini per l'installazione di antenne su proprietà private, tutto è ritornato come prima – dice uno dei residenti, Marco Schiavo - Proprio ieri, a ridosso delle festività natalizie (guarda caso) c'è stato un tentativo di installazione di un antenna in via P. Renzi (zona Boccelle) fortunatamente non passato inosservato da noi abitanti che abbiamo subito chiamato le forze dell'ordine per una verifica delle autorizzazioni a procedere.
I responsabili comunali, messi al corrente, hanno inviato gli ispettori i quali, non avendo ricevuto adeguata documentazione dagli autori dell'opera, hanno immediatamente bloccato i lavori.
Ora, aldilà di eventuali autorizzazioni e/o permessi - continua - siamo particolarmente preoccupati in quanto nell'area circostante vi vivono molti bambini ed è noto che soprattutto nelle immediate vicinanze (raggio di 70 metri) studi affermano che il segnale delle antenne telefoniche è catalogato come Devastante, tra l'altro annulla anche gli effetti di terapie come la chemio terapia per chi sfortunatamente ne ha necessità.
Sarebbe opportuno risolvere il problema definitivamente in modo che le compagnie telefoniche non possano più contattare privati cittadini ingolosendoli con cifre che potrebbero non guadagnare in un anno di lavoro - conclude Schiavo - e con il risultato di vedere da un momento all'altro dalla propria finestra affiorare una antenna con le conseguenze per la salute che ormai solo poche persone poco informate ignorano".
Da "la Repubblica" del 20/12
"Versava olio in mare, sigilli a cisterna Enel
I carabinieri del Noe di Roma hanno sequestrato questa mattina un serbatoio, da cui fuoriusciva olio che finiva direttamente in mare. Il depuratore usato per filtrare non era adatto a smaltire liquidi industriali, ma soltanto "acque bianche"
Versava rifiuti oleosi in mare facendo passare il liquido attraverso un depuratore delle acque bianche, non idoneo dunque a filtrare quelle industriali. All'alba, sono scattati i sigilli alla cisterna della centrale Enel di Civitavecchia.
Il sequestro dei carabinieri del Noe di Roma, guidati dal capitano Pietro Raiola Pescarini, è avvenuto su disposizione della procura della città portuale. Al momento non ci sono ancora indagati e si stanno verificando eventuali responsabilità.
L'azienda ha spiegato che si tratta di un vecchio serbatoio, di quando la centrale andava a olio e che l'impianto potrebbe essersi logorato. Questo il motivo delle perdite.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poichè viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.