No al carbone Alto Lazio

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29 febbraio 2012

Le morti per amianto a Civitavecchia, secondo i dati Asl

Da TrcGiornale.it del 21/02
"Amianto: a Torino una sentenza storica che segna una tappa importante per la sicurezza sul lavoro. L'amianto è presente da molti anni anche a Civitavecchia e le ricadute sulla salute dei lavoratori sono da anni perno di alcune battaglie sindacali. Ma in che misura? Esiste un censimento per i posti di lavoro, le abitazioni e gli edifici pubblici, in particolare le scuole? Di pochi giorni fa le condanne emesse con pene sino a 16 anni di carcere comminate nel processo Eternit che solo in parte fanno finalmente giustizia sul dramma che ha colpito decine di lavoratori con vari tipi di tumori. Tra questi quello al polmone è il più grave: il mesotelioma pleurico per il quale ad oggi non vi sono cure e, nell'arco di poco più di 6 mesi si va incontro alla morte. L'asbesto o amianto è un minerale utilizzato moltissimo, fin dai primi anni del secolo, nelle costruzioni, ma soprattutto a livello industriale, nelle centrali, nelle navi, in vari tipi di cisterne, nelle case come nelle scuole. Pericoloso per la salute, ma solo se inalato. Solo negli anni 50/560 gli scienziati hanno pubblicato alcuni studi in cui veniva ritenuto nocivo e sospettato di essere cancerogeno: ma ci sono voluti decenni perché venisse messo al bando e, da pochi giorni in Italia, che venissero condannati i responsabili. Negli anni anche moltissimi lavoratori civitavecchiesi sono stati interessati: "nell'arco di un decennio, dal 2001 al 2011, 22 sono state le vittime nella nostra città. Di queste 9 sono dipendenti Enel, 7 portuali, 3 marittimi, 1 dipendente delle ferrovie dello stato, 1 militare ed una casalinga, moglie di un lavoratore che trattava l'amianto: questi i dati forniti dal Centro Operativo Regionale per la rilevazione di queste problematiche ed illustrate dal dottor Felice Tidei, responsabile dell'Area Industriale della Asl RmF. "Storicamente a Civitavecchia la presenza dell'amianto negli ambienti di lavoro era essenzialmente e in quantità rilevanti nelle centrali Enel e Tirreno Power cioè Torre Valdaliga Sud e Fiumaretta. Il problema maggiore - secondo l'esperto chimico della Asl - è sorto con le scoibentazioni, fatte senza nessuna precauzione, perché si ignoravano ancora le conseguenze, per cui si sono avute molte esposizioni". Oggi questo tipo di intervento può essere effettuato solo da ditte altamente specializzate ed autorizzate. "Il problema è che l'insorgenza di questo tumore - ha proseguito il dottor Felice Tidei - ha dei tempi di latenza molto lunghi: si parla di 30/40 anni. Quindi sono interessati i lavoratori impegnati nelle centrali o in altri settori esposti all'amianto negli anni 50/60". Per coloro che intendono togliersi ogni sospetto, quindi, è opportuno effettuare radiografie, tac e controlli mirati. "Oggi la situazione è quasi sotto controllo, ma - conclude il responsabile Asl - non esiste ad oggi alcun censimento". Forse questo avrebbe dovuto essere il primo importante rilevamento da fare, per venire a conoscenza dell'entità del fenomeno nella nostra città e, magari nei comuni limitrofi, utilizzando magari i fondi messi a disposizione a suo tempo dall'Enel, a tutela della salute dei lavoratori e, più in generale dei cittadini. Ci vorranno comunque ancora decenni per eliminare definitivamente l'amianto da tutti gli ambienti.

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22 maggio 2011

Civitavecchia museo (a cielo aperto) dell'amianto?

Comunicato di G. Pedrini - Segretario Fiamma
"Apprendiamo, oggi, con viva soddisfazione da una parte e con disappunto dall’altra che i Militari della Tenenza della GdF di Piedimonte Matese (Ce), sotto la guida del Procuratore Capo della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Ce), in ottemperanza al Protocollo d’intesa, sottoscritto tempo addietro presso la Prefettura di Caserta alla presenza dei Ministri dell’Interno, della Giustizia e dell’Ambiente, nell’ambito delle attività finalizzate alla prevenzione e contrasto delle violazione in materia di salvaguardia ambientale, hanno proceduto al sequestro dei capannoni di alcune aziende, per un totale di 27.000 mq, tutti ricoperti con lastre di amianto. Nel corso dell’attività ed in particolare dell’operazione “Aria pulita”, inquadrata in una più vasta e complessa attività di controllo del territorio, i militari delle Fiamme Gialle hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria, i proprietari dei capannoni per “inosservanza del divieto di abbandono”, “attività di gestione di rifiuti non autorizzata” regolamentate e sanzionate dal Testo Unico in materia ambientale, per “omessa denuncia di materiale infiammabile”, “assenza del certificato di prevenzione incendi”, “inottemperanza di un provvedimento emesso dall’Autorità”, “getto pericoloso di cose” e “violazioni in materia di sicurezza sul lavoro”! Tutti sappiamo che l’amianto, di cui la nostra “ridente” città riteniamo costituisca l’unico esempio di museo all’aperto di numerosissimi reperti archeologici di epoca post-industriale, con l’andar del tempo degrada inesorabilmente “sfarinandosi” letteralmente ed integralmente nell’ambiente circostante con grave pregiudizio tanto per lo stesso quanto per l’uomo nel quale provoca una terribile ed inesorabile patologia tumorale conosciuta come “meselioma”. La Caserma De Carolis senza un presidio medico, le casette di legno, gli articoli 90, l’appalto delle Terme della Ficoncella , lo stato deficitario del comune, l’uso “leggero” delle carte aziendali, e tanti e tanti altri episodi dipingono un deprimente quadro in cui si tratteggia la fisionomia di una dirigenza politica tuta presa da problemi sicuramente degni di nota ma che non sembrano affrontare i grandi temi del sociale, nell’ambito di un’efficace gestione della “res publica”, ma piuttosto un proprio interesse politico immediato a scapito di quello del Popolo in nome e per conto del quale dicono, bontà loro, di esprimersi. Non possiamo non plaudire all’operato del Procuratore Capo di Santa Maria Capua Vetere e delle Fiamme Gialle della Tenenza di Piedimonte Matese per l’operazione condotta a tutela della legalità e soprattutto dell’incolumità e della salute dei cittadini e vorremmo che anche a Civitavecchia, dove l’amianto da decenni la fa da padrone nonostante i ripetuti appelli lanciati dallo scrivente tramite i mezzi di comunicazione, le coscienze dei Pubblici Amministratori, una volta tanto compissero un volo degno delle aquile e non i soliti svolazzamenti da quaglia fini a sé stessi e speriamo che il vecchio adagio latino: “ repetita iuvant” ovvero “ le cose ripetute giovano” ci aiutino a svegliare “le belle addormentate” che profondamente riposano al Pincio sognando di volare alto come normalmente fanno le aquile…..quelle vere!

Gabriele Pedrini – Segretario Federale Fiamma Tricolore

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29 marzo 2011

Di Gennaro: l'apparato cardiocircolatorio minacciato dall'inquinamento di TVN

"L'inquinamento atmosferico da polveri fini fa male al cuore. Numerosi studi lo hanno dimostrato e molti se ne aggiungono di continuo a sostegno di questa negativa correlazione. Due recenti studi pubblicati su JACC ( Journal of American Cardiovascular Cardiology ) nel novembre 2010 e nel gennaio 2011 riportano preoccupanti dati a conferma del danno da polveri fini. In uno di questi viene, infatti, dimostrata una chiara associazione tra esposizione a lungo termine al PM 2.5 e rischio di aterosclerosi carotidea.

Nel secondo viene, invece, dimostrato come una breve esposizione di due ore ad una elevata concentrazione di polveri fini nell'aria respirata determina, in soggetti sani, un'alterazione delle proprietà elettriche del cuore che può predisporre alla comparsa di aritmie cardiache. Tanto più grave potrebbe essere questo effetto in pazienti affetti da altre patologie cardiache quali l'ischemia cardiaca, l'ipertensione etc.

Oggi anche i responsabili della gestione delle centrali termoelettriche sono a conoscenza dei questi dati. Non si potrà dire domani, di fronte a precise responsabilità nei confronti della salute dei cittadini, "io non sapevo " come già successo con il problema dell'amianto. Ma, prima ancora delle implicazioni di carattere penale, considerazioni di carattere etico e morale dovrebbero indurre i responsabili gestionali ad evitare quelle pestilenziali nuvolaglie che sempre più spesso deturpano il nostro cielo. Forse, però, è aspettarsi troppo da chi agisce sulla base di logiche di profitto e non del bene comune. Non è troppo, invece, pretendere che chi deve parlare a difesa della nostra salute, ovvero il nostro sindaco, condanni quelle " nuvolaglie " e pretenda che il carbone sia "pulito" sia di giorno che di notte, con il vento o senza vento, con le nuvole o senza le nuvole.

Dott. Marco Di Gennaro

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3 dicembre 2010

Amianto a Civitaveccia: Pedrini attacca Petrelli

Sul problema dell'amianto a Civitavecchia, comunicato di G. Pedrini (Fiamma Roma nord-Civitavecchia) "...E qualcuno finalmente usci' dal letargo"

"Apprendiamo dalla stampa locale che finalmente il Comune , nelle vesti dell’augusto Assessore all’Ambiente , si é casualmente imbattuto in una montagna di amianto , sotto forma di Eternit , che allieta il panorama comprensoriale ormai da lustri : un rigurgito di coscienza civica o l’effetto sinergico di tutti i comunicati che lo scrivente ha diffuso in merito ? Forse qualcuno temendo l’approssimarsi di un “ dies irae” popolare ha deciso di abbandonare la politica della “ammuina” di borbonica memoria per intraprendere un’embrionale forma di concretezza , oppure , consapevole del proprio sostanziale apporto alla “ politica di sostenibilità ambientale”, estrinsecatosi attraverso il voto favorevole alla conversione a carbone della famigerata e micidiale TVN , per farsi perdonare dai contribuenti ha deciso di iniziare la “campagna dell’amianto” in nome della salvaguardia della salute pubblica. I maligni hanno già decretato che l’augusto Assessore é alla ricerca della “verginità” politicamente perduta con il voto favorevole al carbone….che malelingue ! Però qualcuno mi sembra che abbia affermato da qualche parte che : “ …..malignare é peccato , anche se malignando non si va mai troppo lontano dalla verità !”. Peraltro , tra tutti questi novelli difensori dell’ambiente e della pubblica salute , mi chiedo come mai il Sig. Petrelli “paladino ecosostenibile” Vittorio non si sia mai ricordato del problema “amianto” e non abbia mai sporto denuncia , per il reato di “attentato alla salute pubblica” , contro tutti i sederi che si sono accomodati sulla poltrona dell’Assessorato all’Ambiente o non abbia fatto del problema il tema di una delle sue sesquipedali cartoline della serie: “Salute da Civitavecchia”….e sì che il “paladino” Vittorio non perde m,ai occasione per dar fiato alla sua ormai asfittica trombetta mod. “vuvuzelas”…ma il prode “paladino” Vittorio “carbonaro” pentito é un altro di quei patetici personaggi appartenenti alla tipologia de “facite ammutina!” sempre ed ovunque se ne presenti l’occasione ……ovvero di tutti coloro che volentieri fanno di un misero sasso una montagna pur di impressionare , con il loro scomposto agitarsi e blaterare , una pubblica opinione sempre più distratta e più attenta , purtroppo , a dover far quadrare un bilancio famigliare sempre più magro : quante attività di “acquisto e rivendita di oro usato” oggi sono presenti in città? Forse il giovin Assessore Maruccio Avv. Alessandro se non fosse “ …in altre faccende affaccendato..” si sarebbe posto questa sostanziale domanda , come avrebbero dovuto porsela altri rappresentanti della Pubblica Amministrazione per capire chi o cosa si celi dietro questo fenomeno che non esito a definire di “ sciacallaggio sociale”. Comunque plaudiamo tutti alla “solerzia” di quei pubblici amministratori che solo dopo qualche decennio e circa una decina di comunicati in merito si sono “casualmente” resi conto che in giro per il comprensorio esiste solo una qualche tonnellata di amianto abbandonato al degrado atmosferico…..meglio tardi che mai! Popolo di Civitavecchia godi : ora elimineranno l’amianto ed il carbone per regalarti un po’ di salubre CDR! Ma il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili appartiene ad un mondo fantastico?

IL Segretario Federale
Gabriele Pedrini

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10 novembre 2010

"A proposito di eternit" a Civitavecchia

Nota di G. Pedrini - Fiamma. Riceviamo e pubblichiamo
"Sulla stampa locale di questi ultimi giorni ho letto una notizia che mi ha fatto allargare il cuore per la contentezza di scoprire che esistono ancora pubblici amministratori con il senso della responsabilità e del rispetto dei cittadini : il Comune di Ladispoli ha iniziato la bonifica dell’amianto presso le scuole della città
Sindaco solo per questo i genitori dei ragazzi dovrebbero tenerti in carica per 100 anni ancora e dedicarti una targa presso ogni edificio scolastico v cittadino!
Vorrei che sul tuo esempio anche il Comune di Civitavecchia si decidesse ad iniziare una seria politica di controllo e bonifica di tutti gli edifici scolastici cittadini e non solo ma che procedesse all’individuazione ed al censimento di tutto l’amianto abbandonato nel comprensorio ed iniziasse una catalogazione del materiale secondo il grado di pericolosità , in relazione allo stato di conservazione dello stesso , per pianificare , in funzione di opportuni indici di pericolosità , la priorità degli interventi di bonifica: altro che articoli 90 , punteruoli rossi , rotatorie ed inquinamento da elettrosmog ….per carità tutte cose utili ma che non mi sembrano ordinate secondo un piano organico di priorità .Ed a proposito di ambiente preferisco sorvolare , per mera pietà , su tutti coloro che dopo aver votato per la conversione a carbone della centrale di TVN oggi si ergono a “paladini” dell’ambiente esibendosi in atteggiamenti “giustizialisti” nei riguardi degli altri ma mai di sé stessi , promuovendo un immagine di sé che solo loro riescono ancora a ritenere “fulgida” e “decorosa”….qualcuno di costoro ha anche un sito su internet in cui propaganda sé stesso quale “paladino” dell’ambiente(sic!).
Il vero problema di oggi é l’attuazione di concrete e serie misure necessarie a garantire ai cittadini una qualità della vita adeguata agli standard di un Paese civile , un Paese in cui gli amministratori della cosa pubblica abbiano il pudore di andarsene da soli a casa quando hanno perso la faccia e la credibilità dinanzi ai contribuenti.
Se i cittadini non avessero segnalato la presenza dell’amianto nel fabbricato demolito in via Terme di Traiano tutto sarebbe finito a “tarallucci e vino” e qualche assessore avrebbe continuato a sfoggiare la sua immagine di uomo “perbene” dedito al solo benessere della collettività ….a proposito qualcuno dice di aver visto giorni addietro un certo “giovin assessore” che si aggirava furtivo e pensieroso sul terreno della citata demolizione…..perché ?
Forse era alla ricerca del suo Ufo perduto?
O forse si chiedeva come mai la potente palla di vetro a funzionamento telematico non avesse segnalato per tempo il verificarsi della “grana” dell’eternit?
Infine che dire ,in tale panorama da “saccheggio” , al popolo di Civitavecchia se non quanto espresso in tema di “potenti” e di “poveracci” dal Marchese del Grillo: “…perché io so’ io …e voi non sete un c...!”..e , quindi ,popolo respira a pieni polmoni un po’ d’amianto e mangia un bel fritto di pesce al mercurio perché a chi ti governa non gliene importa nulla!

Il Segretario Federale
Gabriele Pedrini

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14 ottobre 2010

Leonardo Roscioni, l'illuminato carbonofilo

Attacco di G. Pedrini (Fiamma) all'ipocrisia di Roscioni, Ass. all'Ambiente di Civitavecchia

“Non impedire ma regolamentare!”, questo il “metodo” adottato dall’ emerito Assessore all’Ambiente , Sig. Leonardo Roscioni, secondo quanto recentemente riportato sulla stampa locale . Nulla da eccepire su questa metodologia “illuminata” anzi , ci sarebbe da augurarsi che venisse fatta propria anche da tutti gli altri “ augusti” personaggi poggianti il loro sedere e, purtroppo sembra solo quello, sulle poltrone del Pincio.

Benvenuto sia un sistema di lavoro che faccia della “regola” e della conseguente “regolamentazione” il principio ispiratore per la gestione della “cosa pubblica”: in verità se ne avvertiva un grande bisogno e non in senso ironico ma in senso concreto.
Certo che una volta fissata la “regola” occorre che essa divenga oggetto di continui controlli, da parte degli organi responsabili, per quanto ha tratto con i suoi aspetti applicativi concreti : gli ultimi avvenimenti connessi con il settore urbanistico sembrano impartire significativi insegnamenti in tal senso.
Ci sembra di comprendere ,peraltro, che dietro questo efficace metodo di lavoro , propugnato dal meritevole nonché emerito Assessore , si scorga la necessità di un maggiore rispetto verso l’ambiente attraverso il controllo di uno dei fattori inquinanti più moderni e più subdoli , ovvero “l’elettrosmog” e questo depone a favore dell’Assessore in questione o, meglio, della sua serietà e della sua coerenza sociale.
Ciò necessariamente premesso , occorre che ora il citato Assessore ci illustri come intende “regolamentare” l’inquinamento da “amianto” dopo che i suoi predecessori sulla poltrona all’Ambiente “non hanno impedito” il suo verificarsi e non lo hanno nel contempo “regolamentato”: sappiamo tutti che un ‘infinitesima parte di amianto inalata é causa d’insorgenza di una terribile forma tumorale chiamata “meselioma”.
Come sicuramente il solerte Assessore sa , nel comprensorio sono sparse tonnellate di “eternit” , abbandonate all’incuria ed all’azione degradante degli agenti atmosferici e , quindi , libere di diffondere nell’ambiente le loro pericolosissime microfibre.
Peraltro “ l’eternit” costituì nel ventennio 50/70 una delle componenti costruttive utilizzate in maggior quantità in campo edilizio anche e soprattutto nell’edilizia scolastica: sarebbe forse il caso di procedere ad un bel controllo degli edifici scolastici cittadini ,tanto per iniziare , non crede, Sig.Roscioni?
Ma mi tolga una curiosità: Lei é lo stesso Roscioni (FI) che con la giunta De Sio votò per la conversione a carbone della centrale?
In caso affermativo comprendo, ora , il suo tanto propagandato metodo: infatti “non impedì” la realizzazione della conversione , ma , purtroppo , dimenticò di chiederne la “regolamentazione” degli effetti ,ma forse , dimenticò. di leggere con attenzione tanto la “Valutazione di Impatto Ambientale della Centrale”, Relazione Istruttoria,pag.39,rigo 26 in cui si può leggere “…in seguito alla conversione a carbone della Centrale di Torre Valdaliga Nord ci sarà un aumento del 50% delle emissioni di mercurio” quanto il “Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale della Centrale” in cui é possibile leggere , a pag.18-rigo 16 , che : “..si esprime perplessità riguardo al fatto che le emissioni di mercurio possano essere effettivamente contenute nel valore dichiarato di 08 microgrammi/Nm3”. Per sua ulteriore informazione Le rendo noto che in un esemplare di sogliola pescato al largo di Civitavecchia si sono riscontrati valori di mercurio in misura 10 volte maggiore del consentito.
A questo punto ci sembra che sia giunto per Lei il momento di “regolamentare” sé stesso: torni a casa, insieme a tutti quelli che con Lei regalarono alla città questa immensa fonte di inquinamento ambientale,così almeno darà un bell’esempio concreto della sua serietà e della sua coerenza politica e sociale!!

Gabriele Pedrini (Segretario Federale Fiamma Civitavecchia-Rm Nord)

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28 aprile 2010

"Non daremo tregua all'Enel dell'amianto e degli infortuni"

Pregevole articolo di Simona Ricotti su Liberazione. Riportato di seguito.

"Civitavecchia, poco più di 50.000 abitanti, 71 Km2 di territorio.
Due centrali termoelettriche (ma fino a pochi anni fa erano tre) per un totale di 3500 MW di potenza installata, 110 Km di elettrodotti, un porto tra i più grandi del Mediterraneo, un cementificio, una boa petrolifera posta al largo del porto, sei depositi costieri per oli minerali di cui quattro sottoposti a direttiva Seveso, un centro chimico militare per lo smaltimento delle armi chimiche della prima guerra mondiale ( in particolare iprite) e al cui interno vi è lo stoccaggio dell’arsenico utilizzato per inertizzare quest’ultime; due discariche per RSU in fase di post mortem, una in fase di esaurimento, due discariche per rifiuti speciali e pericolosi ed infine, a pochi Km di distanza, la centrale di Montalto di Castro, in odore di riconversione nucleare.
Un territorio dove il mare non è balneabile, l’acqua è in deroga per superamento dei parametri di arsenico, fluoruro, vanadio e selenio da oltre tre anni, dove le percentuali di mortalità e morbilità per neoplasie all’apparato respiratorio, per leucemie e linfomi e quant’altro sono al di sopra delle medie regionali e nazionali e dove, a fronte del ricatto occupazionale utilizzato per sponsorizzare questi impianti veleniferi, la disoccupazione supera il 20 %.
Sono sufficienti questi pochi dati per comprendere che il volto del conflitto su questo territorio è, nel contempo, quello della devastazione ambientale e della crisi occupazionale, di una comunità, condannata a logorarsi al proprio interno, considerata variabile dipendente dei bilanci aziendali delle varie lobby agenti sul territorio, prima fra tutte l’ENEL.
Narrare dei conflitti a Civitavecchia significa narrare la storia di una colonizzazione lunga anni, la storia di un territorio artatamente e metodicamente preparato ad essere aggredito, privato della sua anima e del suo futuro, inquinato nelle coscienze prima ancora che nelle sue risorse naturali, significa narrare dell’inerzia, quando non subalternità, delle istituzioni, Comune in testa, ma anche dell’intero ceto politico del comprensorio, che ha consentito che ciò avvenisse, abbagliato dai milioni di euro per compensazioni ambientali riversati nelle casse dei comuni.
Oggi Civitavecchia piange Sergio, come precedentemente ha pianto Michele ed Ivan, ma Civitavecchia rischia di diventare un territorio rinchiuso nel suo dolore e nelle sue contraddizioni e di non trovare più l’orgoglio di pretendere rispetto nemmeno quando deve salvaguardare i propri figli accettando silente che, dopo l’altisonante annuncio del sindaco Moscherini della chiusura per quindici giorni dell’impianto di Torrevaldaliga Nord, questo venisse riaperto dopo poco più di 72 ore dopo, tempo certo non sufficiente né a verificare a fondo, né tantomeno a ristabilire le condizioni di sicurezza.
Gli occhi dei lavoratori velati di lacrime al funerale di Sergio, offuscati da rabbia mista a rassegnazione narravano della loro paura che tutto tornerà a girare come prima, in quel cantiere della morte, e che le loro vite continueranno ad essere sacrificabili sull’altare della ricerca smodata di profitto.
Dubbi non certo infondati visto il silenzio assordante delle istituzioni, primo fra tutti il Comune di Civitavecchia, sulle tante irregolarità rilevate in quella centrale.
Nulla sulle reiterate denunce dei sindacati e dei lavoratori che, a più riprese, e da svariato tempo, avevano espresso le proprie preoccupazioni riguardo la sicurezza, legate ai serrati ritmi lavorativi imposti e alla sovrapposizione di operazioni lavorative di diverso genere, oltre al non controllo di maestranze fortemente variabili e precarizzate, nella totale latitanza dell’Enel che, in qualità di committente, avrebbe dovuto garantire l’andamento in sicurezza del cantiere.
Nulla sulle inquietanti nubi, a volte rosse a volte bianche , che si alzano dalla centrale e che Enel, con arroganza offensiva, si affretta ad assicurare essere composta, a seconda dei casi, di ruggine o vapore acqueo e comunque confinata (sic!) nell’area di cantiere, come se, peraltro fosse normale che cittadini e lavoratori del cantiere siano costretti a respirare aria satura di ruggine!
Nulla sul rumore sordo e continuo che da tutte le parti della città stanno lamentando.
Nulla sui rifiuti pericolosi accatastati all’aria aperta e sulla gestione ed accatastamento delle ceneri a cielo aperto (ma che il progetto prevede debbano essere trattate in impianti sigillati e depressurizzati) denunciate dal Movimento con video girati dai lavoratori e consegnati anonimamente allo stesso, che hanno condotto la Procura della Repubblica a sequestrare diverse aree del cantiere.
Nulla sulle diverse deroghe ai limiti emissivi e alla gestione dei materiali pulverulenti richieste da ENEL al Ministero dell’ambiente; deroghe, che è bene specificarlo, non costituiscono solo un fatto nominale ma una ulteriore immissione di inquinanti nell’atmosfera con relative ricadute sulla salute.
Nulla, infine, sul fatto che l’impianto di Torrevaldaliga Nord sia in esercizio in assenza di autorizzazione, motivo per il quale, a seguito della denuncia del Movimento, è stato avviato un procedimento che ha condotto il procuratore Capo Gianfranco Amendola a richiedere il sequestro dell’impianto successivamente rigettato dal Giudice per le Indagini Preliminari Giorgianni e che, dopo una prima richiesta di archiviazione ed una nostra opposizione alla stessa, è ancora in itinere.
Oggi, nel piangere Sergio, tutto il territorio sì è trovato unito nel dolore, superando quella contrapposizione tra lavoratori e popolazione contraria alla riconversione a carbone che ha costituito il nodo della lacerazione del tessuto sociale cittadino negli anni scorsi, e non permetteremo che la storia, grazie alla miopia dei sindacati, si ripeta con la vicenda del IV gruppo della centrale di Torrevaldaliga Sud, limitrofa a quella a carbone di Torrevaldaliga nord.
Un gruppo obsoleto di 320 Mw, zeppo di amianto, la cui tecnologia risale al 1973, attiguo a due gruppi turbogas da 1200 Mw, e che Tirreno Power, che ne è proprietario, vorrebbe in prima istanza trasformare da “riserva fredda” a “ciclo continuo” e successivamente, come dimostrano le ricerche di mercato effettuate dal gestore, riconvertire a carbone e di cui il Movimento No Coke, stranamente coadiuvato dal Comune di Civitavecchia, ha richiesto ed ottenuto, anche se per ora solo in conferenza dei servizi, la dismissione.
Una nuova battaglia, quindi, che si affianca a quella contro il carbone a Torrevaldaliga Nord che certo non abbandoneremo nemmeno quando l’impianto andrà totalmente a regime perché, è bene ricordarlo, ogni ora in meno di funzionamento di quella centrale corrisponde a 6.300.000 (seimilionitrecentomila) mc di emissioni in meno immessi nell’atmosfera.
La lotta del movimento No Coke, e più in generale quella delle popolazioni dell’Alto Lazio, è una lotta di legittima difesa: difesa della salute e dell’ambiente, del futuro dei nostri figli e dell’economia dei nostri territori, delle condizioni di lavoro dei nostri figli/fratelli/mariti che in quel maledetto cantiere lavorano, difesa della vita.
All’Enel dell’amianto, degli appalti al massimo ribasso, dei cantieri dove insistono decine di contratti diversi nella quasi totalità caratterizzati dal massimo della precarietà e della flessibilità, all’Enel degli infortuni negati o considerati “accidentalità assoluta” e alla classe politica , sua degna “promoter”, non daremo tregua.
Non vogliamo ma, soprattutto, non possiamo.

Simona Ricotti
Movimento No Coke Alto Lazio

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10 ottobre 2008

"Come è stato fatto con l'amianto non ci raccontate che la combustione del carbone non fa male"

Comunicato dei Medici per l'ambiente:

"Ricercatori giapponesi del Department of Community Health and Epidemiology, Nara Medical University School of Medicine, Kashihara (Nara) Giappone, hanno affrontato il problema del rischio di mesotelioma (tumore maligno della pleura, membrana che avvolge i polmoni) per i residenti vicino a una fonte di emissione industriale di amianto [1].

Gli autori hanno studiato il rapporto tra il numero di casi rilevati di mesotelioma nella popolazione in esame e il numero di eventi invece attesi nella popolazione stessa.

La ricerca ha preso in considerazione i casi di mesotelioma occorsi nella popolazione a rischio che ha vissuto, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2006, vicino a un grande impianto di amianto-cemento situato ad Amagasaki City, Giappone.

Quale l’entità del rischio di contrarre il cancro della pleura e quale l’incidenza in rapporto alla distanza dallo stabilimento industriale hanno rappresentato l’obbiettivo dello studio.

I risultati hanno mostrato che di 73 casi di mesotelioma, rilevati in soggetti senza rischio occupazionale, la maggior incidenza era in coloro che risiedevano in un raggio di 300 metri dall’impianto e andava riducendosi con l’aumento della distanza dalla fonte inquinante. Tale aumento d’incidenza era ancora presente nei soggetti che avevano abitato entro un raggio di 2.200 metri lungo la linea dei venti prevalenti.

Le conclusioni degli autori dello studio sono molto preoccupanti: “L’esposizione non occupazionale all’amianto, può rappresentare un rischio molto importante per le persone che risiedono anche a chilometri di distanza da una fonte di emissione”.

La fondatezza delle preoccupazioni di questi ricercatori è confermata dai risultati di un’indagine effettuata dall’Università di Bari (Registro Nazionale dei mesoteliomi, Centro Operativo Regionale) [2] sull’incidenza di mesotelioma in pazienti non a rischio occupazionale che hanno vissuto vicino a un impianto di amianto-cemento. I ricercatori, infatti, hanno rilevato che l’incidenza di questo cancro aumenta in rapporto alla vicinanza della residenza alla fonte di emissione di amianto.

Recenti lavori scientifici di previsione dei casi di mesotelioma hanno stimato che l’aumento d’incidenza di questo tipo di tumore, legato al lungo periodo di latenza che intercorre tra l’esposizione all’amianto e l’insorgenza della malattia, continuerà per 10 – 15 anni e che, nei prossimi venti anni, il numero dei casi raddoppierà passando nell’Europa Occidentale dai 5.000 decessi del 1998 ai 9.000 del 2.018.

Ai risultati di questi studi dovrà seguire un processo di riconoscimento e relativo risarcimento anche per coloro che, pur non essendo a rischio di esposizione professionale all’amianto ma vivendo vicino a una fonte di emissione di questo materiale, si sono ammalati di mesotelioma. Dopo decenni dalla scoperta della tossicità dell’amianto, aumentano così a dismisura le preoccupazioni per l’enorme numero di nuovi soggetti a rischio di ammalarsi di cancro della pleura.

La combustione del carbone e dei rifiuti, così come altre importanti fonti d’inquinamento, causano l’emissione nell’ambiente d’inquinanti altamente tossici che possono provocare gravissimi danni alla salute.

Oggi questo è un dato scientificamente documentato e un domani non si potrà dire, come lo si afferma per l’amianto, che non c’era l’evidenza scientifica del danno.

Chi nega questa evidenza lo fa con grande consapevolezza ed un’avidità di interessi ancor più grande."





Dr. Giovanni Ghirga

Coordinamento Nazionale Medici per l’Ambiente e la Salute.



1) Am J. Respir Crit Care Med. 2008 Sep 15;178(6):556-7.

2) Int Arch Occup Environ Health. 2008 Sep 23. [Epub ahead of print]

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22 ottobre 2007

17/10/07: Interrogazione al SENATO sull'ARSENICO emesso dalla combustione del carbone

Riceviamo e pubblichiamo:
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Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02841


Atto n. 4-02841

Pubblicato il 17 ottobre 2007


Seduta n. 231

ROSSI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

  • secondo il Registro europeo di emissione degli inquinanti (EPER-INES) le centrali ad olio combustibile ed a carbone emettono nell’ambiente ogni anno numerose sostanze tossiche e, in particolare, centinaia e centinaia di chili di arsenico. Quest’ultimo viene veicolato da polveri di dimensioni migliaia di volte più piccole di una sezione di un capello;
  • gli effetti acuti dei composti inorganici di arsenico possono consistere in irritazioni: pelle, occhi, mucose; se inalato: tosse, dispnea, dolori al torace, laringite, bronchite, danni all’apparato respiratorio; se ingerito: debolezza, disturbi gastro-intestinali, crampi muscolari, cianosi, coma, convulsioni, paralisi, morte; neuropatie periferiche, epato e nefrotossicità;
  • gli effetti cronici dei composti inorganici di arsenico possono essere: congiuntivite faringite, ulcerazione e perforazione del setto nasale, iperpigmentazione e sensibilizzazione cutanea, ipercheratosi, disturbi respiratori, anemia, disturbi ematopoietici, danni cardiovascolari, neuropatie periferiche;
  • secondo il Centro Internazionale di ricerca sul cancro (IARC) l’arsenico può causare il cancro nell’uomo;
  • a livello comunitario, la protezione della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro è disciplinata dalla direttiva “quadro” 89/391/CEE e dalle sue direttive particolari che coprono settori specifici; in particolare vi è inoltre la direttiva 2004/37/CE che si applica alle attività in cui i lavoratori sono esposti o suscettibili di essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni derivanti dal loro lavoro;
  • a livello nazionale gli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 delineano il contenuto ed i criteri di massima in base ai quali effettuare la sorveglianza medica in ambito lavorativo; inoltre, in particolare, l'art. 16 comma 1, codifica esplicitamente l'obbligo di effettuare "la sorveglianza sanitaria nei casi previsti dalla normativa vigente". La normativa attualmente in vigore prevede espressamente che la sorveglianza medica venga attuata nel caso di esposizioni ad amianto, piombo, rumore, ad agenti cancerogeni, ad ammine aromatiche, ad agenti biologici, a movimentazione manuale dei carichi, eccetera. La sorveglianza medica si rende cioè necessaria in tutte quelle attività lavorative che, sulla base di indicazioni epidemiologiche, hanno dimostrato di comportare dei rischi per la salute dei lavoratori;
  • l’esempio della conversione a carbone della centrale ad olio combustibile di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia, certificata EMAS nel 1998 e nel 2002, è lampante. Il controllo periodico per l’arsenicosi cronica non è avvenuto e non avviene nonostante che la dichiarazione INES dell’anno 2003, per la stessa centrale Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia, riporti che nell’anno 2002 siano stati emessi nell’aria 287 chilogrammi di arsenico e che il carbone, futuro combustibile, contenga una quantità molto più elevata di questo cancerogeno.Di tale situazione di rischio di esposizione ai carcinogeni in ambiente di lavoro sono stati informati il Ministero del lavoro, il Ministero della salute, la Procura della Repubblica di Civitavecchia, la Direzione provinciale del lavoro, l’Ispettorato provinciale del lavoro di Roma, il Nucleo dei Carabinieri dell’Ispettorato del lavoro, la ASL RM F - Servizio di igiene e medicina del lavoro (Civitavecchia), la Confederazione generale italiana del lavoro, la Confederazione italiana sindacati dei lavoratori, l’Unione italiana del lavoro, la Commissione europea. A distanza di un anno, solamente la Commissione europea finora è intervenuta, confermando la necessità di un controllo dei lavoratori a rischio;
  • non risulta che le persone che hanno lavorato e lavorano nelle centrali a carbone o ad olio combustibile siano state e siano periodicamente sottoposte a screening per l’esposizione cronica all’arsenico, come la ricerca in un campione di capelli. Infatti, la negatività del dosaggio dell’arsenico nel sangue e/o nelle urine, prassi consolidata per la valutazione delle intossicazioni acute, può falsamente rassicurare le persone colpite da arsenicosi cronica,

si chiede di sapere:

  1. se il Governo non ritenga opportuno provvedere ad emanare con urgenza apposite direttive affinché le persone che hanno lavorato e lavorano nelle centrali a carbone o ad olio combustibile, nonché i cittadini che abitano nella zone di caduta delle micropolveri, siano periodicamente sottoposte ad apposito screening che ricerchi le tracce di arsenico;
  2. SE IL GOVERNO NON INTENDA RIVALUTARE LE PROPRIE POLITICHE ENERGETICHE, RIDUCENDO L’USO DEL CARBONE, PERCHÉ È RICCO DI ARSENICO, DAL MOMENTO CHE LO SCREENINGOBBLIGATORIO METTE IN EVIDENZA LE DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE INTOSSICATE E DI SOGGETTI A RISCHIO.

I Medici per l’Ambiente e la Salute dell’Alto Lazio sottolineano l’importanza di questa interrogazione ed aggiungono che il problema riguarda anche le persone che lavorano e vivono vicino ad un inceneritore. LE LEGGI SUL LAVORO VANNO RISPETTATE E LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE DIFESA STRENUAMENTE


Il portavoce

dr. Giovanni Ghirga (Medici per l'Ambiente e la Salute - Alto Lazio)



---vedi anche http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=17540

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