No al carbone Alto Lazio

5 marzo 2011

L'Italia fuori da Kyoto

(AGI) - Roma, 4 mar. - Inserita nel contesto di un'Europa che secondo i dati 2009 conseguira' nel suo insieme gli obiettivi di Kyoto e quelli di riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020, l'Italia corre il rischio di essere l'unico paese europeo che non raggiungera' gli stessi obiettivi. L'allarme viene lanciato da "Ambiente Italia 2011", il rapporto annuale di Legambiente sul consumo di suolo in Italia elaborato dall'istituto di ricerche Ambiente Italia, presentato questa mattina dal presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, insieme al presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti. Eppure, si legge nel documento, per il nostro Paese (che nel 1990 non aveva nucleare e aveva pochissimo carbone da ridurre, basse emissioni pro capite e una delle migliori intensita' energetiche della Ue) la meta e' a portata di mano, cosi' come sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi del 2020 per le rinnovabili e la riduzione della CO2. Un esempio di come l'Italia possa attivare un'industria nazionale dell'efficienza energetica, ha spiegato Duccio Bianchi, curatore del rapporto, e' la misura delle detrazioni fiscali del 55% sulla ristrutturazione energetica nell'edilizia. Nel periodo 2007-2009 sono stati attivati complessivamente 590mila interventi, con un investimento (tutto privato) di 7,9 miliardi di euro. "L'Italia deve smettere di remare contro lo sviluppo delle rinnovabili - ha osservato Bianchi - perche', quando la politica lo ha permesso, il territorio ha dimostrato di avere le capacita' per una svolta energetica pulita. Lo stop al consumo di suolo e la risposta ai problemi della casa e delle citta' va di pari passo con una riqualificazione energetica complessiva del patrimonio edilizio". Segno piu' si registra invece per il settore energetico, dove continua la riduzione dei consumi delle materie prime, che passano da 191 milioni di Tep a circa 180 milioni (-5,8%). A decrescere infatti e' la produzione energetica da fonti non rinnovabili: la produzione di petrolio e' calata infatti di circa 5 milioni di Tep (-5,3% del totale), quella di gas naturale del 5,6%. In controtendenza, invece, la produzione da fonti rinnovabili che tra il 2008 e il 2009 e' salita di 2,3 milioni di Tep (13,5%) confermando il trend dell'ultimo decennio (+49%). (AGI) .

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