No al carbone Alto Lazio

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11 giugno 2010

Porto Tolle: il Tar dà il via libera al carbone, nonostante l'indagine in corso

Da EcoBlog.it
"Il Tar del Lazio si è pronunciato favorevolmente sulla riconversione da olio combustibile a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, in Veneto. Secondo la giustizia amministrativa, infatti, il ricorso presentato dagli ambientalisti (che temono un devastante impatto ambientale causato dal carbone in un’area naturalisticamente molto delicata) è privo di fondamento.

La decisione del Tar segue di pochi mesi l’accordo tra Enel e Regione Veneto, grazie al quale la regione attualmente governata dall’ex ministro dell’Agricoltura Zaia, e all’epoca guidata dall’attuale ministro Galan, si prenotò un assegno da circa 140 milioni di euro da parte di Enel.

Non si è ancora conclusa, però, l’inchiesta della magistratura di Rovigo in merito alla procedura di concessione della Via al progetto di riconversione: i magistrati, infatti, ipotizzano che la commissione Via del Ministero dell’Ambiente abbia dato l’ok al carbone senza prendere minimamente in considerazione l’opzione tecnologicamente ed ambientalmente migliore del gas naturale.

I lavori per l’adeguamento della centrale di Porto Tolle, quindi, ad oggi possono già iniziare. Ma non è escluso che, in un futuro non troppo lontano, vengano prematuramente stoppati dai magistrati."

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6 aprile 2010

Porto Tolle, via libera al carbone

Via libera al contestato e pluricondannato carbone a Porto Tolle. Le balle in gioco sono sempre le stesse: non inquina anzi guadagnerete in salute, porta sviluppo (leggi: la politica ci mangia), sarà anche meno inquinante di quella di Civitavecchia (ma come la nostra non era la più pulita del mondo?) etc etc.
Finché i cittadini se lo meritano, carbone a volontà ovunque si possa.
La notizia qui

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4 febbraio 2010

La Procura di Rovigo indaga sulla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle? Violante cerca di bloccare tutto

Questo sì che è proteggere la comunità e l'interesse pubblico! Un nuovo vomitevole esempio da parte di Violante.

"Giustizia preventiva: 100 avvisi contro l´Enel" da ilGiornale del 25/01/2010


Gli ispettori di Alfano per proteggere l'Enel

La Procura di Rovigo indaga sulla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle? Alfano manda gli ispettori ministeriali, su «ordine» nientemeno che di Luciano Violante.

I funzionari romani sono arrivati nel capoluogo polesano il 21 gennaio, appena due settimane dopo l´invito lanciato dall´onorevole del Pd alla kermesse «Cortina Incontra», dove Violante aveva riproposto le accuse contenute nel suo libro «Magistrati»: avviando un´indagine durante l´iter autorizzativo della riconversione a carbone, i giudici rodigini avrebbero «intimidito» i membri della commissione nazionale per la Valutazione di impatto ambientale, allungando i tempi delle autorizzazioni. In quell´occasione, Violante invocava gli ispettori. E Alfano ha eseguito, mandando
Arcibaldo Miller, niente meno che il numero uno degli 007. Insomma, una missione in grande stile,

che ha tenuto sotto torchio per una decine di ore i magistrati rodigini.

Qual´è la colpa della Procura di Rovigo? L´inchiesta, iniziata nel 2007, con cui si vuole verificare la correttezza del progetto di riconversione a carbone dell´impianto Enel di Polesine Camerini, nel
cuore del Delta del Po. Tra i motivi che avrebbero spinto i giudici a esaminare tutti i documenti dell´iter, ci sarebbe il precedente di Brindisi, dove il carbone della centrale è risultato talmente
«pulito», che nel giugno 2007 il sindaco Domenico Mennitti ha dovuto vietare la coltivazione dei campi nei pressi del nastro trasportatore.
E che dire di quanto accade a Civitavecchia, dove il primo cittadino è stato rinviato a giudizio per avere dato il via libera al carbone in cambio di favori dalla società? «Sia in quell´indagine, che in quella di Rovigo - ricorda l´avvocato rodigino Matteo Ceruti - i consulenti della Procura hanno rilevato dati non veritieri nella documentazione fornita da Enel. Questo Violante lo sa?» L´indagine della Procura sembrava servire, insomma, a fare luce su eventuali irregolarità e a fornire perizie indipendenti alla Commissione Via del Ministero dell´Ambiente. Quelle perizie, tra l´altro, sostenevano che l´area del Delta è già sufficientemente inquinata per poter ospitare anche un
impianto a carbone.

I commissari, a dire di Violante, si sono però sentiti intimiditi. Tanto «intimiditi» che, nel luglio scorso, hanno poi dato parere favorevole alla riconversione, con 42 prescrizioni, ma senza tenere
conto delle richieste più restrittive della Regione Veneto e dell´Arpav. La vera intimidazione, secondo l´Associazione nazionale magistrati, è opera di Violante.

Non stupisce, comunque, che l´ex presidente della Camera si accalori tanto contro chi, a suo avviso, ostacola il progetto di Enel. Proprio Violante è ai vertici dell´associazione «Italia Decide», un think tank (NE ABBIAMO GIA' PARLATO, NDR) in cui si riuniscono esponenti di ogni schieramento politico e rappresentanti del mondo economico, con l´obiettivo di analizzare i problemi del paese e in particolare le «difficoltà del sistema decisionale». Tra i soci del club figurano Gianni Letta e Carlo Azeglio Ciampi, Giulio Tremonti e Giuliano Amato, assieme a docenti universitari, imprenditori e banchieri. E Enel Spa? C´è pure lei, addirittura tra i soci fondatori, cioè quelli che hanno aperto il portafoglio per finanziare la nascita dell´associazione. Certo, questo non significa che Violante sia al soldo dell´Enel, visto che le cariche associative sono gratuite. Ma rende un po´ più chiaro in nome
di quali interessi l´onorevole abbia deciso di scendere in campo contro chi cerca di sapere la verità su un progetto dalle molte ombre.

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30 gennaio 2010

Ansa: "Nuova inchiesta centrale Porto Tolle. Tra gli indagati figurano i vertici presenti e passati Enel"

"(ANSA)-ROVIGO, 27 GEN -Nuova inchiesta sulla centrale Enel di Porto Tolle:il sostituto procuratore Manuela Fasolato indaga sulle malattie respiratorie dei bambini.

L'ambito e' quello dei Comuni compresi nel raggio di 25 km dalla centrale e l'indagine e' concentrata dal 2000 al 2006. Tra gli indagati figurano i vertici presenti e passati dell'Enel.

Il magistrato ha disposto un accertamento tecnico non ripetibile per il prossimo 9 febbraio, e per quel giorno ha convocato anche i vertici di Enel."

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24 novembre 2009

Porto Tolle: presentato ricorso contro la riconversione a carbone

ROVIGO, 18 novembre 2009 – Operatori turistici, consorzi locali di pescatori, associazioni ambientaliste e comitati (1) hanno depositato, in questi giorni, formale ricorso al TAR del Lazio contro il decreto con cui, nell’agosto scorso, i Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali hanno espresso Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) favorevole al progetto di conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, nel cuore del Delta del Po, una delle aree umide più importanti in Europa.

Il ricorso, curato dall’avv. Matteo Ceruti di Rovigo, illustra in 27 punti tutte le illegittimità del decreto VIA.
Le contestazioni più gravi vanno dall’errata applicazione della Legge 33/2009 che ha consentito di
trasformare a carbone le centrali ad olio combustibile in deroga alle leggi regionali vigenti, alla illegittima esclusione dalla procedura VIA sia dell’Ente Parco del Delta del Po sia della Regione Emilia Romagna. Altri aspetti contestati sono la mancata previsione di limiti alle emissioni coerenti con le migliori tecnologie oggi disponibili, l’insufficiente considerazione degli impatti provocati dai dragaggi e dal transito di navi carboniere nel cuore di un Sito di Importanza Comunitaria e Zona a Protezione Speciale, l’omissione del parere della competente Soprintendenza di Verona, secondo cui l’impianto non è armonizzabile con il contesto paesaggistico del luogo, e anche il mancato rispetto delle valutazioni tecniche dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, fatte proprie dalla stessa Giunta regionale del Veneto, che richiedevano prescrizioni sulle emissioni e sui monitoraggi più rigorose di
quelle contenute nel decreto di VIA.
I diversi soggetti firmatari del ricorso denunciano, inoltre, che il decreto trascura completamente l’apporto delle emissioni nocive, tra cui polveri e metalli pesanti, che il nuovo impianto aggiungerebbe al bacino padano, un’area a elevata capacità di intrappolamento di inquinanti i cui livelli risultano critici già oggi. Allo stesso modo non sono state considerate le emissioni di gas serra: a regime la centrale di Porto Tolle emetterà, infatti, oltre 10 milioni di ton/anno di CO2, che aumenteranno il ritardo dell’Italia nel raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, con conseguenti sanzioni a danno dello Stato e dei contribuenti. Un danno economico per l’intero Paese che va ad aggiungersi al danno ambientale per il
Parco del Delta del Po. Poiché gli interessi pubblici e privati che verrebbero danneggiati in seguito alla realizzazione e al funzionamento della centrale a carbone di Porto Tolle risultano, dunque, assai rilevanti, gli operatori economici locali e le associazioni ambientaliste contano di ottenere la giusta attenzione del Giudice amministrativo, ma anche del Ministro per lo Sviluppo Economico, al quale ora spetta, d’intesa con la Regione del Veneto, valutare se rilasciare l’autorizzazione finale alla realizzazione e all’esercizio di questo
impianto.
(1) ASSAGAIME ‐ ASSOCIAZIONE AGENZIE IMMOBILIARI E TURISTICHE, COB ‐ CONSORZIO OPERATORI
BALNEARI, VILLAGGI CLUB S.R.L. E ROSAPINETA SUD, CONSORZIO PESCATORI DELTA NORD,
CONSORZIO PESCATORI PO DI MAISTRA, GREENPEACE ITALIA, ITALIA NOSTRA, WWF ITALIA,
COMITATO CITTADINI LIBERI DI PORTO TOLLE.

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23 novembre 2009

No al carbone nel parco del Delta

Riportiamo da Carta.org

Il ministero dell'ambiente ha detto sì, ora manca la firma del ministro Scajola. Ma a combattere il carbone dell'Enel, nel Delta del Po, con gli ambientalisti ci sono anche le categorie economiche, che insieme ricorrono al Tar. Silenzio invece dall'Emilia Romagna, patria del segretario del Pd Bersani, noto sostenitore del combustibile fossile.

E’ l’ora dei ricorsi al Tar contro la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle,

nel cuore del parco naturale del Delta del Po, che ha ricevuto il via libera del ministero dell’ambiente e attende il decreto del ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola.
A tentare l’ultima resistenza è un manipolo di associazioni, comitati cittadini, pescatori e operatori turistici. L’idea di un camino fumante in mezzo al Delta non piace agli ambientalisti, ma preoccupa anche Rosolina, il più importante centro balneare della provincia di Rovigo. Così tra i promotori del ricorso al Tar del Lazio, depositato la settimana scorsa dall’avvocato Matteo Ceruti, ci sono l’Assagaime, associazione di agenzie immobiliari e turistiche con un migliaio di appartamenti a Rosolina, il Consorzio operatori balneari, in rappresentanza di una decina di stabilimenti, i villaggi Club Srl e Rosapineta Sud e anche i Consorzi pescatori Delta Nord e Po di Maistra, oltre ai «soliti» Greenpeace, Italia Nostra, Wwf e Comitato cittadini liberi di Porto Tolle. Insomma, ci sono anche le categorie produttive, che evidentemente sognano per il Delta uno sviluppo economico basato sulle peculiarità del territorio e non sulle dubbie ricadute economiche della centrale.
Ventisette i punti toccati dal ricorso, a partire dall’emendamento inserito dal Governo nel «decreto incentivi», una vera e propria norma ad hoc sul carbone, pensata per aggirare la legge del Parco del Delta del Po. Peccato però che lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inizialmente riservata, abbia espresso dubbi sulla legittimità costituzionale e sulla pertinenza dell’emendamento, ma anche sulla sua sostenibilità economica: se a regime la centrale emetterà oltre 10 milioni di tonnellate l’anno di anidride carbonica, per rispettare i limiti del trattato di Kyoto l’Italia dovrà comprare quote da altri paesi «virtuosi» oppure pagare multe salate. Tra i punti deboli dell’iter che ha autorizzato la riconversione, l’avvocato Ceruti rileva l’esclusione della Regione Emilia Romagna e quella ancora più clamorosa dell’Ente parco del Delta del Po. Un capitolo a parte va poi dedicato ai pareri ignorati, da quello dell’Arpa Veneto che imponeva limiti alle emissioni più rigorosi di quelli autorizzati, a quello della soprintendenza di Verona, secondo cui l’impianto non è armonizzabile in alcun modo con il paesaggio del Delta. E, ancora, la mancanza di un confronto con la soluzione a metano, la scarsa considerazione dell’impatto sull’ambiente di una zona umida unica al mondo e l’assenza di valutazioni sull’apporto di polveri e metalli pesanti nel bacino padano.
Dopo il Tar, resta ancora possibile fare ricorso al capo dello Stato entro metà dicembre, soluzione già annunciata dal Comune di Rosolina. Non si hanno notizie, invece, dal versante emiliano. La Regione Emilia Romagna avrebbe dovuto curare il ricorso di alcuni comuni del ferrarese interessati dalle ricadute e della stessa Provincia di Ferrara. Ma non se n’è fatto nulla. Scelta politica? Non è un mistero che il segretario nazionale del Pd, l’emiliano Pier Luigi Bersani, sia un sostenitore del carbone. Del resto anche nella politica rodigina pare ormai prevalere il pensiero unico sulla centrale. L’amministrazione provinciale di centrosinistra per anni ha avuto una posizione ambigua Poi, per renderla chiara, al ballottaggio di giugno ha sbattuto la porta in faccia alle liste civiche dei comitati per l’ambiente, alleandosi invece con una civica guidata da un ex Fiamma Tricolore. Vinte di nuovo le elezioni, oggi il dibattito sul carbone è solo sulle ricadute economiche. Ed è caldo. Forse perché il prossimo anno si vota per le regionali e perché molti si stanno accorgendo che per l’economia locale i guadagni saranno molto più modesti di quanto promesso.
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29 aprile 2009

Tolle a Porto Balle...

Greenpeace risponde: "Riduzione delle emissioni a Porto Tolle? Balle spaziali"

Roma, Italia — “Respingiamo al mittente le accuse di disinformazione. Disinformazione la fa chi parla di ‘carbone pulito’, chi si lascia strumentalizzare dai grandi interessi industriali che non guardano in faccia a nessuno, tanto meno alla salute dei lavoratori. La verità è che le emissioni di CO2 della nuova centrale non saranno affatto ridotte ma aumenteranno passando da circa un milione e mezzo nel 2006 a oltre 10 milioni” così Francesco Tedesco, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace, risponde alle dichiarazioni del Comitato d’Azione dei Lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle.

Greenpeace non rientra nel partito degli ambientalisti del “NO”, ma in quello degli ambientalisti del fare rispettando l’ambiente, e il carbone non lo rispetta. Sia perché la conversione della centrale verrà avviata in deroga alle leggi che proteggono l’ambiente, sia perché il passaggio di oltre 3000 chiatte all’anno per il trasporto del carbone in un Parco Naturale patrimonio dell’umanità per l’UNESCO è una vera mostruosità.

Greenpeace ricorda invece che alternative concrete e pulite al carbone esistono. L’impianto potrebbe essere “ambientalizzato” per ridurre le emissioni senza convertirlo a carbone, si potrebbe utilizzare il gas in arrivo dal nuovo vicinissimo terminal gasiero di Porto Levante, si potrebbe decidere di puntare sulle fonti rinnovabili creando molti più posti di lavoro sul territorio, come hanno fatto Austria e Germania, Paesi leader nelle rinnovabili.

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19 ottobre 2007

"Greenpeace oggi a Rovigo per Porto Tolle"




Leggi qui
il comunicato di Greenpeace

"...Il carbone è il combustibile fossile con le più alte emissioni di gas serra, tre volte tanto il gas naturale. Con la sola conversione a carbone della centrale termoelettrica di Porto Tolle, si avranno circa 11 milioni di tonnellate di nuove emissioni di CO2 in atmosfera, mentre dovremmo abbatterne 100 milioni per rispettare Kyoto. Oltre Porto Tolle e Civitavecchia, dove Enel sta già procedendo con i lavori di conversione, sono a rischio carbone anche altri impianti in Sardegna. [...] Fonti rinnovabili e misure di efficienza energetica sono la vera soluzione per abbattere emissioni e favorire l’indipendenza energetica del Paese. Secondo lo stesso “Piano Nazionale per l’efficienza energetica” di Confindustria in Italia si potrebbero risparmiare entro il 2014 oltre 13 miliardi di kilowattora (TWh) con interventi di efficienza per l’illuminazione solamente nel settore terziario, più di quanta energia produrrà un domani il nuovo impianto dell’Enel a Porto Tolle, circa 12 TWh."

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19 luglio 2007

Una vittoria per i NoCoke: NIENTE CARBONE A PORTO TOLLE!

"...La commissione per la valutazione dell’impatto ambientale ha risposto picche alla richiesta di proroga presentata da Enel. Domani è stata convocata una riunione che, secondo fonti addirittura vicine ad Enel, ratificherebbe il parere negativo già anticipato più di un mese fa [...] Ora bisogna vigilare che Enel non se ne vada abbandonando Polesine Camerini al suo destino - ha commentato il deputato Fabio Baratella - Devono programmare una dismissione magari decennale, bonificare l’area e indennizzare il territorio".

Fonte: www.centumcellae.it (leggi articolo intero)

Una prima importante vittoria per i Movimenti contro il carbone, una vittoria per tutti.

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10 giugno 2007

In dubbio la riconversione a carbone a Porto Tolle

Parere negativo dell'Avvocatura dello Stato di Venezia sul carbone a Porto Tolle:
«L'Avvocatura dello Stato di Venezia si è espressa negativamente sulla trasformazione a carbone della centrale Enel di Polesine Camerini».
http://www.centumcellae.it/leggi.php?id=16049

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