No al carbone Alto Lazio

18 giugno 2009

Appello del coordinamento Nazionale contro il Carbone

Sono anni che i medici, preoccupati per la salute dei cittadini e per l'ambiente, chiedono alle istituzioni preposte, dove siano state conservate le ceneri e i fanghi della combustioni delle centrali elettriche di Civitavecchia (presenti circa dal 1950)e Montalto di Castro.

Visto cosa è accaduto per le ceneri e i fanghi della Federico II, dove "I rifiuti tossici, provenienti dalla più grande centrale termoelettrica d'Italia a carbone e una delle più grandi d'Europa, venivano occultati in una cava di argilla adiacente un'industria di laterizi nella preziosa area sottoposta oltretutto a vincolo idrogeologico e paesaggistico. Gli scarti, classificati come rifiuti pericolosi, venivano declassificati e trasformati, con certificati di analisi ad hoc, in rifiuti non pericolosi ed avviati, apparentemente, al recupero per la produzione dei laterizi".



I cittadini del comprensorio, anche se orfane delle istituzioni, continuano la loro ricerca della legalità.

Commissario dell'Agenzia regionale protezione e ambiente (Arpa Lazio)
e p.c. conoscenza

Alla Procuratore della Repubblica
Dott. Gianfranco Amendola di Civitavecchia

Al Comando dei Carabinieri della
Stazione di Civitavecchia

Al Presidente della Regione Lazio

All’Assessore all’Ambiente della
Regione Lazio

Alla Commissione Europea


Gli esponenti come di seguito generalizzati:

Nel rispetto della direttiva sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (dir. 2003/4/CE), i firmatari di questo documento chiedono a codesta Agenzia Regionale per l'Ambiente la sede e le modalità di messa in sicurezza, la eventuale corrispondenza con le quantità dichiarate dal gestore dei luoghi del conferimento, delle decine e decine di milioni di tonnellate di fanghi e ceneri, generate dalla combustione dell’olio combustibile nelle centrali elettriche di Civitavecchia e di Montalto, dal momento della loro entrata in esercizio a tutt’oggi.


In seguito al traffico illecito di rifiuti pericolosi provenienti dalla centrale termoelettrica dell'Enel Federico II di Brindisi (La Repubblica 12 maggio 2009) che ha portato recentemente all'arresto di dieci persone nell'ambito di una vasta operazione del Corpo forestale, la popolazione del comprensorio di Civitavecchia è preoccupata e chiede di conoscere dove può aver trovato posto una quantità cumulativa così enorme di rifiuti tossici prodotti dal polo energetico di Civitavecchia.


Chiedono inoltre di essere messi a conoscenza del destino delle migliaia di tonnellate di fanghi tossici prodotte ogni anno dalla combustione del carbone nella centrale di Torre Valdaliga Nord di Civitavecchia (V.I.A.).

Secondo la direttiva 2003/4/CE, il non rendere disponibili al pubblico tali informazioni rappresenta la violazione di un diritto sancito dalla Commissione Europea e riconosciuto dallo stato italiano (decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195).

Nel rispetto della suddetta normativa, i dati richiesti devono essere consegnati ai firmatari non oltre un mese dalla presente.


Qualora ciò non avvenisse, si procederà alla richiesta della riparazione del torto per violazione del diritto ambientale all’ente od alla persona fisica che ne sarà responsabile (dir. 2003/4/Ce - dl 19/08/2005/195).

Indirizzo dove ricevere la risposta:
Comitato cittadini liberi di Tarquinia
Piazza Matteotti 13
01016 Tarquinia VT
comitatocittadiniliberi@yahoo.it

Tarquinia 21 Maggio 2009

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Esposto del CO.RE.Ri. sull'inceneritore di Acerra

Esposto del CO.RE.Ri. sull'inceneritore di Acerra
Comunicato Stampa
Brucia rifiuti non a norma, probabilmente anche quelli speciali pericolosi ; non ha nessuna delle autorizzazioni previste dalla normativa comunitaria (né l'AIA, né una vera e propria VIA; funziona da quasi tre mesi in "esercizio provvisorio" senza scadenza e senza collaudo e senza tutti i necessari sistemi di monitoraggio dei fumi; produce ceneri pericolose che al momento non sappiamo dove vengano smaltite. Per questo il CO.RE.Ri dopo il ricorso straordinario al Capo dello Stato ha deciso di rivolgersi anche alla magistratura penale.


16 giugno 2009 - Coordinamento Regionale Rifiuti

Brucia rifiuti non a norma, probabilmente anche quelli speciali pericolosi (che molto spesso sono stati abusivamente "infilati", con la compiacenza di chi doveva controllare, nelle oramai famose ecoballe campane); non ha nessuna delle autorizzazioni previste dalla normativa comunitaria (né l'AIA, l'Autorizzazione integrata ambientale, concessa "legislativamente" in deroga, senza consultare la popolazione interessata, né una vera e propria VIA, Valutazione d'Impatto Ambientale); funziona da quasi tre mesi in "esercizio provvisorio" senza scadenza e senza collaudo e senza tutti i necessari sistemi di monitoraggio dei fumi; produce ceneri pericolose che al momento non sappiamo dove vengano smaltite. D'altro canto gli unici dati disponibili sulle concentrazioni di inquinanti nell'aria, rilevate nei primi due mesi di funzionamento dell'inceneritore dalle centraline ARPAC di Acerra e San Felice a Cancello, dicono che su 60 giorni di funzionamento (teorici, visto che diversi sono stati in questi mesi i giorni di fermo dell'impianto) ci sono stati ben 17 sforamenti.

Comitati e associazioni ambientaliste campane già da anni denunciano l'inadeguatezza e la pericolosità dell'impianto di Acerra, ma oggi, dopo meno di tre mesi dalla farsesca inaugurazione in pompa magna, il dato è lampante.

Per questo il CO.RE.Ri (Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania), dopo il ricorso straordinario al Capo dello Stato contro le ordinanze che, in deroga al parere VIA del 2005, hanno illegittimamente autorizzato la combustione di qualsiasi tipo di rifiuto, in luogo del CDR, ha deciso di rivolgersi anche alla magistratura penale affinché faccia luce, una volta per tutte, sulle responsabilità di chi ostinatamente ha voluto la realizzazione di quell'impianto, nonostante sapesse che era del tutto incompatibile con la realtà del territorio acerrano, sproporzionato, obsoleto, pericoloso per la salute della popolazione; questo al solo scopo di lucrare parassitariamente sui finanziamenti pubblici CIP6, concessi nel 1992 dal governo italiano, in violazione della normativa europea, a chi dovrebbe produrre energia bruciando rifiuti, generando di fatto una distorsione del libero mercato che ha penalizzato il riciclo dei rifiuti e ha boicottato la raccolta differenziata.

Stamattina, dunque, tramite lo Studio legale Adinolfi di Caserta, punto di riferimento ormai irrinunciabile in Campania per le azioni giudiziarie a difesa dell'ambiente, è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Napoli l'esposto che diversi cittadini campani hanno sottoscritto a nome del CO.RE.Ri.

Ci aspettiamo che la magistratura napoletana tutta, lasciando da parte le preoccupazioni sull'impatto “politico” dell'emergenza rifiuti, sappia trovare la serenità necessaria per accertare le responsabilità fino ai più alti livelli di governo disponendo, nel frattempo, il sequestro preventivo dell'impianto.



CO.RE.Ri. - Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania
Sito: www.rifiuticampania.org

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17 giugno 2009

Il formidabile masochismo dei civitavecchiesi


Al civitavecchiese medio occorre dire proprio tutto. E neanche serve.


Otto gennaio 2008, il Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente chiede INVANO l’istituzione di un Registro dei Tumori. La sua istituzione permetterebbe di legare alla residenza la raccolta dei dati relativi al numero dei casi di cancro. In questo modo la casistica ottenuta rifletterebbe la reale condizione del nostro territorio e permetterebbe di conoscere l'incidenza, la prevalenza, la sopravvivenza e la mortalità per neoplasie di anno in anno.


Tre febbraio 2009, avviso alle gestanti, ai soggetti di età inferiore ai 14 anni ed ai pazienti affetti da patologie conclamate a carico del fegato, reni ed apparato cardiovascolare, di evitare il consumo dell’acqua distribuita dal Comune di Civitavecchia per uso di bevanda a causa del superamento nella stessa del contenuto massimo ammissibile dell’arsenico.

Quattro febbraio 2009, il Coordinamento Nazionale dei Medici per l’Ambiente presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Civitavecchia perché in questo comprensorio l’ozono, inquinante molto tossico, avrebbe dovuto e dovrebbe essere monitorizzato. I dati ottenuti sulle sue concentrazioni avrebbero dovuto e dovrebbero essere messi regolarmente a disposizione del pubblico


Giugno 2009, il Ministero della Salute informa sulle numerose aree della costa di Civitavecchia ove vige il divieto di balneazione.

Ci hanno levato l’aria, l’acqua e adesso neanche un tuffo per rinfrescarsi.

Ma quanta è la pazienza, la sottomissione, la rassegnazione, l’abitudine al sopruso della popolazione di questo comprensorio e, soprattutto,

cosa rimane della speranza che un domani per i nostri figli le cose cambino in meglio?

La sporca striscia di inquinamento che tutte le mattine si mostra a noi all’orizzonte, sembra ammonirci di prepararsi al peggio

Giovanni Ghirga

Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Lazio)

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14 giugno 2009

Suffolk (UK), incidente nucleare

Fonte: ANSA
LONDRA - Disastro nucleare sventato grazie ad un impiegato che aveva deciso di farsi il bucato: è successo in una centrale nel Suffolk, dove un dipendente che si era recato nella lavanderia automatica a disposizione nell'impianto, si è accorto di una perdita di materiale radioattivo e ha dato l'allarme.


Nonostante decine di migliaia di litri di liquido radioattivo fosse già fuoriuscito da un condotto difettoso, nessuno dei sistemi d'allarme aveva captato la perdita e parte del materiale si era già riversato nel mare del Nord.

Il primo controllo di sicurezza sarebbe stato fatto soltanto dopo 10 ore e in quell'arco di tempo l'impianto avrebbe potuto surriscaldarsi a causa della fuoriuscita del liquido. Se avesse preso fuoco, sarebbe stato il disastro.

L'incidente si è verificato nel gennaio del 2007, ma i giornali ne danno notizia soltanto oggi dopo che John Large, un ex consulente dell'industria nucleare che ora si batte per la chiusura dei reattori nucleari Sizewell sulla costa del Suffolk, é riuscito ad ottenere i documenti relativi all'incidente grazie alle leggi sulla libertà d'informazione. Sizewell A, l'impianto dove si è verificato l'incidente è in fase di smantellamento. A parte uno, tutti gli altri verranno chiusi entro il 2023.
ANSA - tutti i diriti riservati

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12 giugno 2009

Coste di Civitavecchia: 13 Km NON BALNEABILI


Fonte
“A Civitavecchia quest’anno dei tredici chilometri di costa nessun tratto risulta balneabile. Questo secondo i dati forniti dal Ministero della Salute sulle rilevazioni eseguite da Arpa Lazio. Di questi, dieci chilometri e mezzo di costa sono non balneabili per motivi diversi dall’inquinamento, cioè la presenza del porto, di molte servitù energetiche e per motivi di conformazione geologica della costa. I restanti due chilometri e mezzo non sono balneabili, invece, per la presenza di fattori inquinanti: depuratore delle acqua reflue urbane, attività industriali di piccole e medie imprese e di grandi impianti industriali, e per il sistema di collegamento dello scalo marittimo”. A dichiararlo in una nota è Gino De Paolis, capogruppo della Sinistra l’Arcobaleno in Provincia.

“Sul depuratore, in particolare, si è scritto molto negli ultimi tempi, a seguito della denuncia che siamo stati costretti a presentare – continua - ma il dato attuale è che il depuratore ancora non funziona come dovrebbe: gran parte della città non è addirittura collegata con il sistema di depurazione. Inspiegabilmente ancora oggi, dopo cent’anni, il ‘Fognone’ è vivo e vegeto. Tutti i fossi, quelli sì, che funzionano da raccolta degli scarichi, perché non collegati all’inutile depuratore. Persiste, inoltre, un rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune e l’indagine della Guardia di Finanza è ancora in corso”.
“Questa situazione è ancora più allarmante – dice ancora De Paolis – se si confrontano i dati nazionali, regionali e soprattutto provinciali. La media nazionale delle spiagge inquinate è del 8,7%. Il Lazio è la regione d’Italia con la percentuale più alta di chilometri costieri non idonea alla balneazione (21%). E la Provincia di Roma (44,7%) è la seconda Provincia d’Italia, dopo Caserta (67,1%), per chilometri di costa non balneabili. Su quest’ultimo dato il Comune di Civitavecchia incide in maniera preponderante, insieme al Comune di Fiumicino. Tutta la costa della città, potenzialmente balneabile, risulta inquinata: dal Porto di Traiano al Fosso Scarpatosta, tutta l’area del Fosso dell’Infernaccio, e dal Pirgo fino alla zona di Sant’Agostino (Provincia di Viterbo)”.
“Il divieto di balneazione che incide su tutta la costa di Civitavecchia, è uno dei peggiori biglietti da visita per uno dei Comuni più importanti della Provincia di Roma. - prosegue De Paolis - E nulla cambia se, poi, a stagione iniziata, l’ordinanza di divieto venga o meno revocata. Rimane il fatto che mancando l’elemento essenziale, ossia l’acqua pulita, tutti i progetti faraonici, sbandierati dall’amministrazione comunale, non hanno senso, come, ad esempio, il rifacimento del Pirgo e del tratto della Marina. Se aggiungiamo, inoltre, che nel tratto della Frasca, sono previste opere, alcune in itinere, altre nel programma della Giunta Moscherini (Darsena Grandi Masse, Porticciolo, Terminal Cina), che andranno ancora di più a deturpare e a inquinare quello che rimane della costa, lo scempio è compiuto”.
“I progetti di sviluppo della città e del comprensorio devono passare attraverso scelte sostenibili e non scellerate – conclude De Paolis - che non tengano conto solo di interessi privati, mascherandoli magari con il miraggio di un lavoro, che il più delle volte è precario e non per i residenti, ma, al contrario, devono considerare la tutela dell’ambiente e i diritti alla salute dei cittadini. I due chilometri e mezzo di coste vanno, pertanto, risanati, salvaguardati, valorizzati e restituiti alla città, che deve tornare a essere una città di mare e non solo di porto. E’ paradossale e penoso che una città che cerca di attrarre milioni di croceristi, che transitano attraverso il porto, non riesce neanche a dare ai cittadini un minimo di dignità e di vivibilità. L’unica attrazione che Civitavecchia riesce a offrire ai turisti è la puzza, il fetore nauseabondo che si avverte in tutta la zona costiera a Nord della città, e maggiormente all’interno dello scalo marittimo. Quest’estate tutti al mare, senza mare!”.

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Qualcosa di significativo



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10 giugno 2009

enel, 50 miliardi di debito.

Riportiamo da http://www.greenpeace.org/italy/news/enel-debito-nucleare



"In un video su YouTube l'amministratore delegato di Enel – Fulvio Conti – chiede agli azionisti di supportare l'aumento di capitale. Ma in che modo l'azienda investirà le nuove risorse finanziarie? Con un video blog il nostro direttore (di Greenpeace, ndr) – Giuseppe Onufrio - spiega le ragioni delle nostre critiche e chiede chiarezza sugli investimenti futuri nel nucleare.



La ricapitalizzazione per quasi 8 miliardi di euro servirà ad Enel per poter rifinanziare una parte del debito accumulato negli ultimi mesi. Un debito salito da 50 a 61 miliardi di euro soprattutto per l’acquisizione della società spagnola Endesa. Di Endesa, Enel non ha comprato le fonti rinnovabili. Solo nucleare e centrali a carbone!

Ad aprile abbiamo lanciato il rapporto finanziario "ENEL: prospettive e rischi degli investimenti in energia nucleare" - elaborato dal Prof. Stephen Thomas dell'Università di Greenwich a Londra – che dimostra come i debiti di Enel crescerebbero di oltre 30 miliardi di euro, se la società concretizzasse le intenzioni dichiarate in questi mesi sullo sviluppo del nucleare.

Riguardo ai nuovi reattori Epr – che Enel vorrebbe costruire in Italia – nessun impianto è già in funzione. Esistono solo due cantieri: uno in Finlandia e uno in Francia. Nel cantiere finlandese si stanno accumulando enormi ritardi e i costi sono già raddoppiati. L'autorità di sicurezza nucleare finlandese, inoltre, ha riscontrato 2100 non conformità nel corso della costruzione.

Durante il passaggio in Senato del ddl "sviluppo", il ministero del Tesoro ha appena dichiarato che l'intero provvedimento sul nucleare è "in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione". Nella lettera indirizzata alla commissione Bilancio della Camera si legge che le misure potrebbero determinare "incrementi delle tariffe a carico dei consumatori".

C’è un altro punto critico. Enel ha investito in vecchi reattori di epoca sovietica in Slovacchia e Romania e decide di vendere quote di Enel Green Power, la divisione specializzata in energie rinnovabili, non solo la più redditizia ma anche la più strategica per l’ambiente.

vedi anche http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/enel-nucleare-sintesi

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9 giugno 2009

Elezioni

Forse pregustiamo lo sgretolarsi del monoduopolio pd/pdmenoelle.
Possiamo sorridere, almeno poco poco...Una smorfia, dài.

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5 giugno 2009

Guarda "Home" su YouTube




versione coi sottotitoli inglesi (da attivare in basso a destra):
http://www.youtube.com/watch?v=jqxENMKaeCU

Da: http://www.cinemambiente.it/cinema_acqua/438_HOME_-_Italian_Premiere_by_CinemAmbiente.html

Il film 'HOME - La nostra Terra' è stato girato da Yann Arthus-Bertrand e co-prodotto da Elzévir Films e EuropaCorp, compagnia di Luc Besson.
Yann Arthus-Bertrand è un fotografo, giornalista e ambientalista francese, già autore de La Terre vue du Ciel, un progetto di fotografie aeree del nostro pianeta, poi diventato un film, presentato in esclusiva in Italia al Festival CinemAmbiente nel 2005.
La sua passione per la fotografia naturalista ha inizio in Africa, durante un lungo soggiorno nel Masai Mara. Si innamora della fotografia aerea, di cui scopre ed esplora tutte le potenzialità arrivando a fondare Altitude, la prima agenzia specializzata in fotografia aerea nel mondo.
Dal 2007 ha iniziato, in collaborazione con Luc Besson, le riprese dello straordinario lungometraggio che verrà presentato contemporaneamente in più di 100 stati del mondo in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, a testimonianza di un rinnovato impegno globale per la salvaguardia del pianeta. Il film mostra lo stato di salute della Terra e dei problemi cui l'umanità deve fare fronte.






Il film è composto da immagini aeree filmate in più di cinquanta paesi del mondo. Una voce fuori campo commenta il filmato, mostrando i grandi cambiamenti ambientali e sociali che la Terra sta subendo. Un progetto ambizioso e di grande impatto, che rende ancora una volta possibile scoprire la meraviglia di un pianeta magnifico, sottolineandone al tempo stesso l’evidente fragilità.

Il film, che è stato prodotto senza fini di lucro, si pone come obiettivo quello di essere visto dal maggior numero di persone possibili. Non saranno solo tradizionali proiezioni quelle che avverranno contemporaneamente il 5 giugno, ma Home sarà trasmesso anche da molte televisioni e, grazie ad una partnership con Youtube, anche su internet.

Più di un semplice film questa produzione rappresenta un vero e proprio evento ambientalista globale, per il carattere simultaneo, gratuito e multipiattaforma che ne caratterizza la diffusione.

Accrescere il livello di consapevolezza sulla responsabilità di ogni individuo nei confronti del Pianeta è l’ambizioso progetto del regista e dei produttori. I guadagni verranno donati a Goodplanet.org, mentre le emissioni di gas serra, causate dai viaggi aerei e dalle ore impiegate negli scatti fotografici in elicottero verranno compensate attraverso il sostegno di progetti non inquinanti.


I MESSAGGI DI YANN ARTHUS-BERTRAND E LUC BESSON

“Questo film era un progetto che avevo in mente da 15 anni. Tutto ciò che ho visto e imparato mentre volavo sopra la Terra mi ha cambiato. Oggi voglio condividere tutto quello che ho acquisito. Questo film sarà eccezionale e intelligente ma, soprattutto, assolutamente costruttivo. Per farvi un esempio: la cosa importante non è che il 50% delle foreste sia scomparso, ma che il 50% ci sia ancora. Quello che è importante oggi è che siamo 6 bilioni di esseri intelligenti che possono agire. Attraverso la qualità delle immagini e dei suoi contenuti, questo film permetterà alle persone di capire che TUTTI abbiamo delle responsabilità e che tutti possiamo agire nel nostro piccolo. Come disse il mio amico Albert Jacquard “essere coscienti che il domani è in arrivo e che ognuno può avere un effetto su di esso è specifico dell’Uomo”.
Yann Arthus-Bertrand


“Sono sempre stato un amante del Pianeta, e più volte ho provato a mostrare alle persone i suoi aspetti più belli attraverso i miei film, Le Grand Bleu, Atlantis e Arthur and the Minimoys. È stato quindi naturale per me unirmi a Yann nella produzione di questo fantastico progetto.”
Luc Besson



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4 giugno 2009

Mafia e camorra a Civitavecchia: cosa ha da dire Moscherini?

Comunicato dell'Associazione Antonino Caponnetto
"Cosa dice il sindaco Moscherini dopo l'ultima relazione della DIA che ha confermato le nostre preoccupazioni sulla presenza della mafia nel territorio?". A porre il quesito è l'associazione "Caponnetto" che ricorda le polemiche successive ad un convegno organizzato nelle scorse settimane dove erano stati espressi concetti analoghi. Leggi la nota. Le invettive, il turpiloquio, le reciproche accuse e finanche le intimidazioni indirette che hanno caratterizzato le reazioni alla vicenda dell'informazione di garanzia ricevuto dal Primo Cittadino sono emblematiche del degrado politico e della miseria etica e culturale in cui si avviluppa la classe politica cittadina, ma non solo.


Ci saremmo aspettati una riflessione approfondita sull'etica di coloro che amministrano la cosa pubblica, un'analisi sugli eventuali meccanismi perversi che sono, o potrebbero in futuro, radicarsi nel contesto economico locale e, soprattutto, un impulso al senso di responsabilità di quanti hanno l'onere del governo e della rappresentanza del territorio, ai vari livelli, nell'individuare gli anticorpi da attivare in seno alla società civile e nel tessuto economico cittadino per far fronte al crescendo di allarmi di cui è oggetto il comprensorio.
Un silenzio spettrale ha, invece, avviluppato il merito della vicenda, così come era accaduto con quanto emerso con la presentazione del nostro dossier reso pubblico nel convegno del 20 aprile scorso.
Non una parola di alcuno, infine, tantomeno del Primo cittadino, sui contenuti dell'ultima relazione presentata dalla Dia e relativa al secondo semestre 2008, in cui si legge testualmente: "Sul litorale nord della capitale (in special modo nei comuni di Ladispoli, Cerveteri, S. Marinella, e Civitavecchia) si riscontra la presenza di alcune ramificazioni dei sodalizi GALLO, MISSO, MAZZARELLA E VENERUSO, attivi nel narcotraffico. La potente alleanza MISSO-MAZZARELLA ha manifestato segnali di infiltrazione nelle dinamiche commerciali del porto di Civitavecchia, ove, a seguito dei numerosi sequestri operati nel porto di Napoli, si sta concentrando la maggior parte delle operazioni di sdoganamento dei container contenenti merce prodotta in Cina ed introdotta in regime di contrabbando".
Il contrasto alle infiltrazioni mafiose rappresenta un dovere civico, che diviene vero e proprio obbligo per quanti ricoprono incarichi pubblici e/o istituzionali.
L'ignavia degli amministratori e il vuoto istituzionale consequenziale all'inazione di questi ultimi, non possono costituire certo un alibi, per questo pensiamo sia necessario uno scatto di orgoglio civico da parte della società civile cittadina.
Per questo la nostra Associazione si farà promotrice di incontri con rappresentanze categoriali e sindacali operanti sul territorio per proporre, similmente a quanto fatto in Sicilia dal Centro Studi Pio La Torre in sinergia con le grandi organizzazioni sociali ed economiche, un patto per la legalità e la sicurezza che veda nell'azione congiunta di queste ultime un argine concreto a quella che ormai è una certezza da più parti denunciata, quella, appunto, delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel nostro territorio e della nefasta influenza di quest'ultima nei processi economici locali.

Associazione Antonino Caponnetto

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Aeroporto di Viterbo: studi sulle ricadute dannose

Pubblichiamo una nota del comitato tecnico scientifico di S.T.A.S.A. (Centro Studi Tuscia per lo Sviluppo e la Sicurezza del Trasporto Aereo nel rispetto dell'Ambiente)

"Il Centro Studi continua la sua intensa attività di approfondimento sull’impatto che produrrebbe sul nostro territorio una grande infrastruttura aeroportuale – in sedime T.Fabbri – a soli 2 km da Viterbo, in zona archeologica e termale, infrastruttura destinata ad accogliere, in prima battuta, tutti i movimenti aerei attuali di Ciampino (5 mln. passeggeri /anno), per giungere ad ospitare, a regime, fino a 20 mln passeggeri /anno.


Il presente saggio è il terzo di una collana iniziata con l’indicare - con una analisi scientifica multi criterio - il sito ideale (in Provincia di Viterbo tra Montalto di Castro e Tarquinia) qualora fosse stato risolutorio, per il sistema aeroportuale romano, realizzare un secondo grande aeroporto mirato ad ospitare tutto il traffico low cost destinato alla Regione Lazio e quant’altro (aspetto tutto ancora da verificare).


Ha fatto seguito a questo primo saggio, un confronto, in tema di emissioni nocive, tra la Centrale Elettrica a carbone di Torre Valdaliga Nord e il realizzando grande aeroporto di "Viterbo" (15 ottobre 2008). Con una successiva iniziativa il Centro Tuscia ha reso pubblico un elaborato scientifico, dal quale si desume quale potrebbe essere l’impatto ambientale sull’auspicato sviluppo delle terme e dell’agricoltura della prospettata realizzazione.


Alla luce dell’interesse suscitato – in particolare presso gli agricoltori viterbesi – da questo 2° studio che ha messo a nudo gli effetti di una imponente opera aeroportuale sul patrimonio agricolo e termale della Città dei Papi, S.T.A.S.A. ha ritenuto opportuno completare le proprie analisi con una approssimativa stima delle esternalità causate (rispettivamente per attività umane, salute e cambiamenti climatici) dalle emissioni aeroportuali, quantificate in danni economici. Sono stati selezionati i medesimi scenari del precedente studio sulle emissioni, diversificati dal numero di passeggeri annui ( 290.000 p/a; 1.000.000 p/a; 2.900.000 p/a; 5.800.000 p/a; 10.000.000 p/a; 20.000.000 p/a).


È importante precisare che questo 3° studio rappresenta solo una stima dell’ordine di grandezza delle esternalità causate dai danni e, inoltre, che i dati ottenuti riguardano la sola Italia, senza sommare i danni causati ai Paesi membri della U.E. Comunque detti costi risulterebbero sensibilmente inferiori qualora il grande aeroporto venisse localizzato nell’area territoriale compresa tra Montalto di Castro e Tarquinia (così come individuata dall’analisi multi criterio di S.T.A.S.A. - studio 1) in quanto sicuramente meno popolata ed ubicata lungo la costa per cui almeno la metà delle emissioni nocive, invece che su terreni e coltivazioni, si disperderebbe sul mare.


Tale studio andrebbe approfondito con analisi più dettagliate, nel caso fosse ritenuto di una certa utilità, per prendere decisioni definitive in materia di pianificazione aeroportuale. S.T.A.S.A. ritiene che le scelte strategiche mirate allo sviluppo economico e sociale della Tuscia debbano essere fatte in modo sistemico ed accompagnate dagli indispensabili approfondimenti tecnici.


Per fare un esempio, non si può da un lato dare un giusto segno di attenzione a favore del patrimonio agricolo nostrano affrontando il problema del cinipide galligeno, il parassita del castagno che ha colpito la Tuscia, senza considerare poi minimamente i danni che deriverebbero poi all’agricoltura da questa opera.


L’opera di S.T.A.S.A. nel rendere alla comunità viterbese e nazionale un contributo volontario e “no cost” di indispensabili analisi multi tematiche si concluderà, probabilmente entro l’anno in corso, con la pubblicazione e la stampa di un testo dedicato non solo a quanto fino ad oggi prodotto dal centro, ma contenente anche lineamenti progettuali di quella che potrebbe essere una realizzazione aeroportuale compatibile, se ubicata in sedime T.Fabbri ed, in alternativa, la prospettazione dell’area più adatta da impegnare – per la costruzione di un eventuale improbabile grande aeroporto (se ritenuto indispensabile da Stato ed U.E.) - dai minimi impatti ambientali/danni economici/costi per collegamenti ferroviari e stradali con la capitale.

Per accedere agli elaborati sopra menzionati si forniscono i seguenti link:

Studio 1 analisi multi criterio

http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.1


Studio 2 impatto su terme ed agricoltura


http://www.csaeroportotuscia.it/page.php?15


Studio 3 stima esternalità (danni economici)


http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.265

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