Riportiamo la notizia di un grave atto di inciviltà:
"Si è sfiorata la rissa a Rossano in occasione della manifestazione promossa stamattina da Goletta Verde di Legambiente per dire no alla riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano, che è stata interrotta. A bloccare i manifestanti recatisi davanti ai cancelli della centrale sono stati alcuni sostenitori del Sì alla riconversione che, in seguito ad un’accesa discussione, hanno anche tentato di aggredire fisicamente i rappresentanti di Legambiente. Sul posto è intervenuta la Polizia, che dopo aver sedato gli animi, ha permesso ai sostenitori del No al carbone di allontanarsi per manifestare sul litorale adiacente la zona della centrale. Da tempo si fronteggiano due opposti schieramenti a sostegno della riconversione a carbone dell’impianto secondo il progetto dell’Enel e contro tale ipotesi. Lo scorso 15 luglio a Roma si é svolta anche una Conferenza dei servizi al Ministero dello sviluppo economico per il procedimento di autorizzazione.(ANSA)."
Fonte: ReggioTv
19 luglio 2010
Provocatori prezzolati aggrediscono Goletta Verde e i manifestanti contro il carbone a Rossano
Cerano, sulla copertura del carbonile e le convenzioni
"Comunicato stampa: Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Salute Pubblica.
Brindisi, 18/07/2010
La notizia dell’autorizzazione da parte del Ministero alla copertura del carbonile è un atto doveroso che auspichiamo dia luogo ad una rapida costruzione del manufatto. Meglio tardi che mai.
E’ un primo passo sulla strada, ancora lunga, dell’impegno rivolto a rendere, in qualche misura, ambientalmente compatibile il colosso energetico di Cerano. Un cammino verso la necessaria compatibilità che richiede, come abbiamo più volte sottolineato, la seria riduzione del carbone bruciato in detta centrale.
Un argomento questo che si lega alla questione delle convenzioni con l’Enel e col polo energetico in generale.
Il problema non è se le convenzioni debbano essere o no firmate, perché un accordo tra il territorio e le aziende elettriche è indispensabile e urgente, ma solo se questa intesa comporta un’apprezzabile riduzione del rischio per la salute dei cittadini.
Questa condizione è irrinunciabile, in mancanza della quale qualunque contropartita risulterebbe inaccettabile dal momento che il diritto alla salute non può essere oggetto di alcuna contrattazione.
Sinora vi è stato solo l’annuncio della volontà di firmare al più presto le convenzioni, ma chi si attivato a fare queste sollecitazioni non ha accompagnato le medesime all’indicazione degli obiettivi da perseguire.
Certo, sono importanti le cosiddette ricadute positive sul territorio ma esse vengono dopo le esigenze della tutela della salute e devono essere specificate e rese note perché i cittadini possano, in qualche modo, far sentire la loro voce su problemi che li riguardano direttamente.
Il PEAR stabilisce un abbattimento del 30% del carbone usato, ed è proprio da questa indicazione che occorre partire. La riduzione del carbone deve essere effettiva e consistente perché non sono ipotizzabili, in materia, “compensazioni” di sorta anche in considerazione che la Puglia è la prima regione italiana nella produzione di energia fotovoltaica con 161 megawatt installati e primeggia anche nell’eolico. Primati questi che non hanno prodotto la benché minima riduzione, neanche simbolica, di carbone.
Attendiamo, quindi, non ulteriori dichiarazioni sulla necessità di firmare il prima possibile le convenzioni, ma auspichiamo invece che vengano resi noti i presupposti irrinunciabili per la firma delle medesime.
Le istituzioni non devono giocare di rimessa ma svolgere un ruolo indispensabile di proposta facendo capire alle aziende elettriche che il no al carbone non è solo uno slogan, ma esprime l’esigenza che esse rinuncino ad ingiuste pretese, rifiutate come si è visto anche durante la grande manifestazione del 19 giugno da una coscienza collettiva non più disposta a subire arroganze ed abusi.
Ed intanto è necessario che le strutture pubbliche preposte, a partire dall’ARPA, intensifichino i controlli che sino ad oggi sono stati gravemente carenti sia sotto l’aspetto quantitativo che qualitativo.
E’ questo un discorso che le nostre associazioni vogliono seriamente fare con la Regione Puglia e le Amministrazioni locali.
17 luglio 2010
Il pericolo della combustione di CDR nella centrale a carbone
Da Savonaeponente.com In riferimento alla realtà tragica del savonese della “gestione rifiuti” in regime di monopolio, con i continui conferimenti nella discarica del Boscaccio di Vado di rifiuti provenienti anche da fuori provincia e relativi paradisi fiscali nelle Isole Vergini ecc., ed in riferimento all’ ipotesi di pericolosi inceneritori proposti anche dal vice Sindaco di Savona, il MODA vuole sottolineare e ribadire ancora una volta che attualmente il Piano Rifiuti in vigore approvato nel 2007 da Provincia e Regione, pur non prevedendo l’inceneritore provinciale, purtroppo consente l’incenerimento subdolo del CDR (CONTINUA QUI)
"Carbone. parlano i medici" a Rossano, sabato 17 luglio
Nell'ambito del Forum Ambientale Calabrese segnaliamo l'iniziativa
Ricoversione a carbone Rossano: rinviata la Conferenza dei Servizi
Fonte: Sibarinet.it
"Roma - Si è conclusa nel primo pomeriggio di ieri la prima riunione della Conferenza dei Servizi sul progetto policombustibile di riconversione della centrale Enel di Rossano.
Alla riunione hanno partecipato per la Regione Calabria il responsabile del Settore Ambiente ed Energia dott. Ilario De Marco, per la Provincia di Cosenza il Presidente Mario Oliverio, l’Assessore Leonardo Trento e il Dott. Toscano Dirigente del Settore Ambiente ed Energia e per il Comune di Rossano Il Sindaco Franco Filareto, l’Assessore Giuseppe Lavia e il Dirigente del Giuseppe Graziani. La Conferenza dei Servizi è stato sospesa ed aggiornata a data da destinarsi poiché manca la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del Ministero dell’Ambiente. Enel, che ha dichiarato la sua volontà di andare avanti, in sede di Conferenza ha
illustrato un progetto leggermente diverso rispetto a quello presentato ad aprile al Comune di Rossano. I responsabili di Enel pur definendo il progetto policombustibile, poi nella loro illustrazione non hanno potuto fare a meno di dire che il progetto prevede un 95% di polverino di carbone. Ilario de Marco, parlando a nome del Presidente Scopelliti, ha ribadito che la Regione, che ha già detto di no al progetto di Saline Joniche, esprime parere negativo anche per il progetto di riconversione della centrale di Rossano, presentato dall’Enel. Le Istituzioni calabresi si sono presentate con una posizione unitaria e univoca, ferma, forte e chiara: il carbone non è compatibile con l’ambiente, con la salute dei cittadini, con il modello di sviluppo ecosostenibile del nostro territorio, basato sull’agricoltura, sul turismo, sul commercio, sulla pesca sulle piccole e medie imprese locali. Si è trattato di un fronte compatto nel difendere le ragioni del territorio e della Calabria da ogni tentativo di colonizzazione del nostro territorio da parte di Enel. Il Sindaco di Rossano ha chiesto che alla prossima Conferenza dei Servizi partecipino anche il Sindaco di Corigliano, L’Arpacal e l’Asp della Provincia di Cosenza ed alla fine ha depositato un documento dettagliato con delle osservazioni (che trasmettiamo in allegato). Inoltre tutti coloro i quali hanno un qualche interesse sulla riconversione della centrale di Rossano e faranno richiesta scritta saranno sentiti dal Ministero dello Sviluppo Economico secondo un calendario di audizioni che sarà comunicato con netto anticipo. Il Sindaco Filareto, per informare al meglio l’opinione pubblica e per fornire maggiori dettagli su questa prima riunione ha convocato una conferenza stampa che si terrà sabato 17 luglio alle ore 10 nella sala rossa di palazzo San Bernardino.
enel, posti di lavoro ai parenti di politici locali
Da TrcGiornale.it
"enel o alcune aziende collegate al gruppo starebbero per assumere alcuni giovani che hanno rapporti di parentela con gli amministratori comunali di Civitavecchia. È quanto denuncia Vittorio Petrelli in una lettera indirizzata all'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, al quale chiede una smentita pubblica, per sgomberare anche il campo dal timore che il sistema gelatinoso al centro delle cronache giudiziarie possa aver attecchito a Civitavecchia. La lettera:
“Egr. Amministratore [...] Da qualche tempo, nei corridoi di Palazzo del Pincio circolano voci che si fanno sempre più insistenti, secondo cui Enel o alcune aziende comunque collegate al gruppo (come ad esempio Terna), sarebbero in procinto di assumere alcuni giovani, che, e qui il condizionale è d’obbligo, potremmo definire “amici degli amici”, ovvero, familiari e parenti di amministratori comunali di Civitavecchia. Mi perdonerà se cerco da Lei una chiara e pubblica smentita, ma il timore che il "sistema gelatinoso" balzato agli onori delle cronache giudiziarie possa riguardare Civitavecchia, è un pensiero che leva il sonno, se non altro perché se queste voci fossero anche solo parzialmente vere, la coincidenza sarebbe difficilmente giustificabile e le conseguenti implicazioni per il territorio, per la politica locale e per l'Enel, di portata apocalittica: non Le nego che sarebbe poi persino lecito sospettare che si fa mercimonio della salute delle persone! Dott. Conti, procedere all’assunzione di personale senza che venga avviata una pubblica selezione, a meno che non si tratti di personale altamente specializzato, è eticamente poco corretto a fronte degli interessi in gioco, tanto più se trattasi di figli, nipoti e parenti di questo o quel politico locale, ma questo Lei lo sa bene, ed è per tali ragioni che spero Vorrà prendere una posizione netta e confermare pubblicamente che queste voci non sono altro che un chiacchiericcio estivo privo di qualunque fondamento.
Prima di salutarLa vorrei abusare ancora un pò della Sua disponibilità e chiederLe quando inizieranno i lavori del parco di 40 ettari che il Decreto VIA 680 ha inserito a titolo di prescrizione per la riconversione della centrale, tenuto conto che quelle aree, fino ad ora occupate dal cantiere, sono ormai in dismissione per buona parte. In attesa di un Suo cortese riscontro, Le porgo i miei più cordiali saluti”.
Da Ladispoli a Civitavecchia, liquami e rifiuti nel mare. Intervento di Legambiente
Riportiamo da UnoNotizie.it
"LAZIO LITORALE NORD / La marea nera dell’alto Lazio
Legambiente chiede che i sindaci di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella, l'assessore all'Ambiente della Regione Lazio e la Capitaneria di porto di Roma dispongano ordinanze di divieto balneazione. Avviare subito disinquinamento con imbarcazioni specifiche e squadre protezione civile
Disporre divieti temporanei di balneazione ove necessario, avviare subito pulizia mare con imbarcazioni antinquinamento e squadre protezione civile: sono queste le urgentissime richieste inviate da Legambiente Lazio ai Sindaci di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella, all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio e alla Capitaneria di porto di Roma, dopo le numerose segnalazioni giunte ancora in queste ore rispetto alla situazione di inquinamento delle acque marine del litorale Lazio nord.
Sono trascorsi ormai dieci giorni dalle prime comunicazioni pervenute a seguito di quella che è stata chiamata la “scia di liquami e rifiuti” identificata sul litorale a nord della Capitale, ma la situazione non sembra essere migliorata. Diversi cittadini evidenziano rifiuti di svariata natura galleggiare sulle acque del mare, pannolini, escrementi, addirittura carcasse di piccoli animali morti.
Serve un intervento urgente, mentre si identifica il responsabile di un così grave inquinamento, per garantire la sicurezza e la salute dei bagnanti e degli operatori, istituendo dei temporanei divieti balneazione ove necessario, con ordinanza urgente dei Sindaci dei territori coinvolti, e cartelli affissi sulle spiagge e negli stabilimenti per informare i cittadini sconcertati.
Allo stesso tempo va rilanciata l'opera di pronto intervento dei servizi antinquinamento, ad esempio attraverso le Navi Castalia Ecolmar per le quali non risulta rinnovata la convenzione con il Ministero dell'Ambiente, ma anche attraverso l'intervento di squadre di protezione civile.
Ufficio stampa Legambiente Lazio 06.85358051-77
www.legambientelazio.it
legambiente.comunica@email.it
16 luglio 2010
Tirreno Power spinge per il carbone nel quarto gruppo
La Società, controllata da Sorgenia (che possiede il 78% di Energia Italiana, la quale ha il 50% di Tirreno Power), è intenzionata a spingere ancora per scongiurare la dismissione del Quarto gruppo di TVS, e portarvi carbone.
Da Civonline.it
"Se la riunione dell’8 aprile scorso si era chiusa con un parere che portava sulla strada della possibile dismissione del IV gruppo della centrale di Torre Sud, la seconda seduta della conferenza dei servizi convocata dal Ministero dell’Ambiente per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale a Tirreno Power non è stata risolutiva. La commissione tecnica, infatti, si è presa ulteriore tempo per decidere del futuro dell’impianto cittadino, alla luce della richiesta della società di autorizzazione all’esercizio continuo, a 2.500 ore/anno, di quella che finora sarebbe dovuta essere una “riserva fredda”. Con la lettera di convocazione della seconda riunione, svoltasi mercoledì mattina a Roma, il Ministero dell’Ambiente aveva allegato anche il parere della commissione istruttoria Ippc, contrario all’esercizio del IV gruppo con conseguente richiesta di smantellamento, ricalcando quando deciso dal consiglio comunale di Civitavecchia l’8 aprile scorso. Un parere che non è piaciuto proprio a Tirreno Power, con la società che, affidandosi anche ad uno studio legale, ha inviato delle osservazioni in merito, contrastando quanto affermato dalla commissione stessa, chiedendo di non escludere dall’Aia proprio il IV gruppo e spiegando anche che il parere del Consiglio Comunale non ha la stessa valenza e autorità di una prescrizione del Sindaco, unico responsabile della salute pubblica. Motivi questi che hanno spinto Tirreno Power a chiedere il ritorno del procedimento in commissione, per includere proprio il IV gruppo ed evitare un’eventuale dismissione. E mercoledì, i tecnici hanno deciso di prendere ulteriore tempo per decidere. Se si sia trattato di un atto di maggiore prudenza e precauzione o se invece, come sperano dalla società, sia una decisione dettata dalla possibilità di ribaltare quanto già disposto, si saprà soltanto alla prossima riunione della Conferenza dei Servizi.
Differenziata a Civitavecchia, lettera all'ass. Roscioni
Lettera aperta del Comitato Piazza pulita, indirizzata all'assessore Roscioni
"Innanzitutto Le dobbiamo un riconoscimento: la Sua disponibilità ad ascoltare chi, come il Comitato "Piazza Pulita", da anni si occupa del tema della gestione virtuosa dei rifiuti. Dote assai rara da trovare tra i suoi colleghi amministratori.
Abbiamo letto l'intervista che ha rilasciato ad una testata telematica locale. Ci fa piacere apprendere che la linea dell'attuale amministrazione è quella di scongiurare qualsiasi ipotesi inceneritorista e che Lei persegua la promozione dell'attività del compostaggio domestico.
Ciò è in linea con gli obiettivi che il nostro Comitato persegue da tempo.
Alcune argomentazioni, però, che Lei sostiene nell'intervista ci lasciano perplessi ovvero non ci convincono affatto.
Vorremmo soffermarci in particolare su una di queste, perché ci sembra che Le possa offrire degli spunti di riflessione ulteriore.
Lei afferma che "Il sistema Arrow Bio è di fatto un sistema alternativo alla differenziata porta a porta, poiché differenzia il rifiuto “a valle".
Vede assessore, la sua stessa affermazione smonta la tesi che vuole sostenere. E cerchiamo di dimostrarLe perché.
Dicendo che il sistema Arrow Bio differenzia "a valle" afferma che non differenzia "a monte" i rifiuti. Queste due tipologie di differenziazione, "a valle e "a monte", benché possano sembrare locuzioni diverse che stanno ad intendere la medesima cosa, in realtà affrontano il problema dei rifiuti sotto aspetti completamente diversi.
La raccolta differenziata spinta "porta a porta" prevede una selezione dei rifiuti "a monte". Cosa implica questa pratica? In primo luogo mette in gioco il cittadino come persona, sviluppando in esso un forte senso civico. Il cittadino partecipa attivamente al processo, è consapevole che la qualità della propria azione può determinare un miglioramento per l'ambiente in cui vive e per le proprie tasche. La separazione"a monte" del rifiuto, prima cioè che questo raggiunga il luogo del conferimento, garantisce un alto livello qualitativo del materiale differenziato.
Il conferimento ai consorzi di filiera dei materiali selezionati qualitativamente apprezzabili determina un pagamento vantaggioso al Comune che conferisce. Il Comune ottiene introiti che gli permettono di abbassare la tariffa sui rifiuti.
Il cittadino nota il risultato del suo sforzo e rinforza il suo senso civico. La differenziata "a monte", sostenuta da una tariffa puntuale che premia chi produce meno indifferenziata, concorre alla riduzione quantitativa del rifiuto.
Conoscendo ciò che si può riciclare, il cittadino tende a fare acquisti più consapevoli: Tra un poliaccoppiato e un imballaggio di carta tenderà a scegliere il secondo.
La differenziazione " a valle" del rifiuto, in particolare quella prevista dal sistema Arrow Bio, non prevede invece nessun coinvolgimento del cittadino nel processo. Anzi. Convinto che i materiali vengano recuperati " a valle", cioè a conferimento avvenuto, il cittadino continua ad usare il cassonetto filostrada come una piccola discarica. E nei cassonetti, lo sappiamo, ci troviamo di tutto, anche rifiuti pericolosi come i Raee e le batterie delle auto.
Ora proviamo ad immaginare la qualità dei materiali differenziati "a valle". L'organico risulta contaminato. In Israele il terriccio residuo del processo di digestione anaerobica lo utilizzano come fertilizzante, da noi è impensabile. E il sistema Arrow Bio ha fame di organico, dato che l'affare del sistema sta nella produzione di bio-gas. La carta e il cartone sono di scarsa qualità, sporchi e contaminati da altri materiali. Si estraggono plastiche eterogenee e poco appetibili per il consorzio. I solo materiali che si salvano sono gli scarti ferrosi e non. Se i consorzi di filiera ricevono materiali differenziati di bassa qualità gli introiti per il Comune sono miseri. Si consideri che, come da accordo ANCI-CONAI, lo smaltimento del materiale scartato dai consorzi è a carico del Comune che conferisce. La differenziazione "a valle" del rifiuto non abbatte la produzione dei rifiuti, ma la lascia sostanzialmente uguale ai blocchi di partenza. La differenziazione "a valle" non stimola poi un consumo attento e critico.
Insomma assessore, la differenziazione "a valle" dei rifiuti, o se vuole l'impiantistica Arrow Bio, non è un sistema alternativo alla raccolta "porta a porta". La differenziazione "a valle", in un percorso virtuoso di gestione dei rifiuti, può essere valida a chiusura del ciclo e non ad apertura.
Proprio per scongiurare le dannose pratiche dell'incenerimento è bene trattare il residuo indifferenziato con la differenziazione "a valle", recuperando quanto più materia possibile. Così facendo si manderebbe in discarica una quantità irrisoria di materiali per giunta inerti.
Ma come Lei sa, il modulo base previsto dall'impiantistica Arrow Bio lavora su 120.000 tonnellate annue di rifiuto.
Avremmo bisogno di un'altra tipologia di impianto a chiusura del ciclo. Ma di questo ne parleremo in un'altra occasione.
Cordiali saluti
Comitato "Piazza Pulita"
15 luglio 2010
De Paolis (SeL): dall'Amministrazione Moscherini solo silenzio su un problema così scottante
Riportiamo da Civonline.it
“Sappiano la presidente della Regione Lazio Polverini e il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma De Priamo che i Comuni e le realtà locali hanno già espresso la loro contrarietà all’ipotesi di indicare Allumiere come sito alternativo alla discarica di Malagrotta. Ieri la presidente Poleverini aveva affermato che dal Campidoglio non era stata notificata alcuna postazione alternativa a Malagrotta, oggi De Priamo di fatto smentisce parlando di Allumiere come uno dei siti consigliati. A parte questo rimpallo di competenze e di responsabilità tra Comune di Roma e Regione Lazio, quello che ci preoccupa è il modo superficiale in cui si sta affrontando una questione così delicata come quella dei rifiuti della Capitale. Addirittura la Polverini ha buttato là l’idea di individuare un sito alternativo con un bando pubblico. Questo contraddice, però, quello che la stessa presidente della Regione Lazio ha affermato successivamente, annunciando che entro settembre sarà portato in Commissione consiliare regionale il piano rifiuti, dopo aver sentito le associazioni e le realtà locali”. Lo dichiara in una nota Gino De Paolis, capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà in Provincia di Roma. “E proprio le realtà locali hanno dimostrato già la loro contrarietà a questa ipotesi – continua - sia quelle di tipo istituzionale, prima fra tutte la Provincia di Roma con la mozione approvata all’unanimità, ma anche i sindaci del territorio in maniera trasversale, oltre ovviamente alle innumerevoli associazioni di cittadini. Tutti hanno capito perfettamente che questa è una battaglia che il territorio non può permettersi di perdere, eccetto il Comune di Civitavecchia. Se volessimo trovare una nota stonata, infatti, la potremmo riscontrare proprio nell’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Civitavecchia, che a quanto ci risulta non è che abbia espresso molte parole, come se la questione non la riguardasse abbastanza. A che è dovuto questo silenzio? Disinteresse? Superficialità? O forse condivisione? Oppure l’amministrazione comunale non ritiene che trasformare il comprensorio nella discarica di Roma sia un tema degno della sua attenzione, al pari di altri su cui al contrario si sofferma ampiamente? Riteniamo che sia ormai insopportabile il silenzio assordante dell’amministrazione civitavecchiese, mentre siamo convinti invece che i cittadini gradirebbero che si schierasse apertamente contro questa ipotesi e si assumesse la sua responsabilità di Comune capofila di un comprensorio già insopportabilmente sfruttato da un punto di vista ambientale”. “E’ quindi ora che le buone intenzioni si tramutino in azioni concrete. Rinnoviamo, pertanto, l’invito a costituire un comitato pubblico di resistenza, che coinvolga i cittadini e le associazioni interessate e auspichiamo che l’iniziativa possa partire proprio dai sindaci dei Comuni limitrofi in modo trasversale per dare il segno di una battaglia comune. Questo messaggio deve arrivare forte e chiaro anche alla governatrice del Lazio” conclude.
14 luglio 2010
Rossano: la giunta regionale chiederà il ritiro del progetto di riconversione a carbone
Fonte: nuovacorigliano.it
"LA GIUNTA REGIONALE DICE NO AL CARBONE SENZA RISERVE: QUESTO PERICOLOSO COMBUSTIBILE NON E’ COMPATIBILE CON IL PROGETTO DI SVILUPPO FUTURO DELLA CALABRIA
Catanzaro, 12 luglio 2010 – Grande entusiasmo questa sera a Catanzaro per il risultato dell’incontro tenutosi nel tardo pomeriggio di oggi fra il Governatore Scopelliti e la sua Giunta, che hanno ricevuto una nutrita delegazione formata dal Presidente della Provincia di Cosenza Oliverio, dal Sindaco di Rossano Filareto e da quello di Corigliano Straface oltre che da alcuni membri del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, per discutere del pericoloso progetto di riconversione a carbone della centrale ENEL di Rossano. All’attesissimo appuntamento hanno preso parte anche l’Onrevole Dima, il Vice Presidente della Giunta Regionale Stasi, gli Assessori Regionali Trematerra, Gentile, Caridi,
Pugliano, Mancini oltre ai Consiglieri Regionali Gallo e Caputo.
Un NO AL CARBONE fermo, deciso e unanime quello emerso dal vertice di oggi, che giunge a pochissimi giorni dall’atteso appuntamento con la prima seduta della Conferenza dei Servizi, indetta dal Ministero dello Sviluppo Economico a Roma per il 15 luglio proprio per iniziare la disamina del progetto di riconversione a carbone che ENEL ha presentato per il sito rossanese. Un NO AL CARBONE incondizionato che rafforza quindi l’ormai chiaro rifiuto da parte dell’intera Sibaritide di diventare un luogo di colonizzazione nel quale far calare dall’alto insediamenti industriali inquinanti e capaci di compromettere per sempre l’equilibrio socio economico e la salute pubblica dell’intero territorio. Un NO AL CARBONE senza se senza ma che diventa da oggi trasversale, perché a dire NO sono stati i massimi rappresentanti in Calabria del PDL e dell’UDC, allineandosi quindi all’opinione già espressa da vari partiti della sinistra, PD in testa. Un NO AL CARBONE che si tradurrà a brevissimo in un pronunciamento da parte della Regione Calabria nelle apposite sedi istituzionali e che porterà la Regione ad inoltrare ad ENEL la richiesta di ritiro formale del progetto.
“Il carbone non è compatibile con il progetto di sviluppo futuro della Regione Calabria, questa è una decisione senza appello e senza ritorno” così si è espresso il Governatore Scopelliti in merito all’utilizzo del carbone tanto a Rossano, quanto in qualsiasi altra parte del territorio regionale, sgombrando il campo da ogni possibile revisione della posizione della Regione a seguito di eventuali cambiamenti apportati da ENEL al proprio progetto, da cui la parola carbone dovrà necessariamente scomparire. Dello stesso parere sono stati tutti i componenti della Giunta Regionale, in particolare l’Assessore all’Agricoltura Trematerra è sceso in campo a difesa del comparto dell’agricoltura di eccellenza della Sibaritide, che verrebbe irrimediabilmente distrutta da un simile disegno. “Più che mai emerge ora la necessità di un progetto di qualificazione territoriale che sia in linea con le vocazioni proprie del territorio stesso, un territorio che oggi ha mostrato un momento di grande maturità, giungendo a presentarsi compatto e unanime ad un appuntamento di fondamentale importanza per il proprio futuro” ha dichiarato l’Onorevole Dima. Già certa dell’esito positivo dell’incontro di oggi, il Sindaco di Corigliano Straface ha sottolineato “l’importanza delle componenti produttive della Sibaritide quali l’agricoltura, il turismo e la pesca che hanno saputo unirsi per un obiettivo comune, volto a prendere in considerazione modelli sviluppo che siano veramente compatibili con il nostro territorio”.
“Oggi la Calabria ha vinto una battaglia importante nel quadro di una guerra – quella alla conversione a carbone della centrale ENEL di Rossano – che sarà ancora irta di ostacoli, ma superabili con la compattezza e il dialogo propositivo fra le istituzioni, con il coinvolgimento della popolazione e con il confronto con ENEL al fine di portare in Calabria, un progetto di sviluppo che porti reali benefici al territorio in termini occupazionali e di ricaduta economica, salvaguardando la salute dei cittadini e la vocazione naturale del territorio” così si è espresso il Presidente del COMITATO PER LA DIFESA E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA SIBARITIDE, Avvocato Minnicelli.
L’appuntamento più prossimo è quindi a Roma per il 15 luglio, ove oltre alla Regione Calabria, alla Provincia di Cosenza e al Comune di Rossano, anche il Comitato per la Difesa e lo Sviluppo Sostenibile della Sibaritide assisterà con una propria delegazione, mentre c’è ancora attesa febbrile per le istanze inoltrate al Ministero dello Sviluppo Economico sia dal Comune di Corigliano chiedendo la propria ammissione come soggetto decisore insieme alle altre istituzioni e agli enti interpellati, sia dalla Provincia di Cosenza per opporsi ad una Conferenza dei Servizi indetta in mancanza di ogni Valutazione d’Impatto Ambientale in merito al progetto presentato da ENEL.
Per maggiori informazioni contattate CO.DI.S ³ :
Amerigo Minnicelli cel. 348 1806113 - Luigi Pisani cel. 3474740892
Email: info@nocarbonerossano.org