Mentre gli italiani si preparano a dichiarare che il carbone non deve far parte del futuro energetico di questo Paese, e che anche il presente ne va depurato, intanto enel invita i bambini nella centrale a carbone di TorrevaldaligaNord (Civitavecchia), per un'adeguata azione di depistaggio informativo strumentale, con aggiunta di colorante verde.
Investire in educazione rende, si sa. Scegliere quale educazione proporre dipende A CHI deve convenire quanto ne risulta. Razionalità e democrazia vorrebbero si guardasse a ciò che conviene alla comunità, che si proteggesse il bene comune. Nel caso dell'educazione by enel, il bene non dubitiamo che la supposta formativa somministrata ai ragazzi -e indirettamente alla società, sarà rivolta a uno scopo proumano, secondo una prospettiva comunitaria. E chi ne dubita, peste lo colga.
29 ottobre 2011
La Pedocultura di enel
Mobilitazione nazionale contro il carbone: diretta streaming
La diretta delle mobilitazioni contro il carbone sul territorio italiano sarà oggi disponibile in streaming presso il sito Global Project.info a partire dalle ore 15.00. Anche libera.tv ospiterà la trasmissione.
WWF ai governatori delle Regioni: decarbonificare l'Italia
Fonte: ASCA "Roma, 28 ott - Alla vigilia della mobilitazione nazionale di domani ''Fermiamo il carbone'', ''nell'assenza di chiari indirizzi governativi sulle scelte energetiche da parte del Governo, dopo la batosta referendaria sul nucleare, e di una strategia energetica nazionale attesa dal dicembre 2008'', il WWF si rivolge con una Lettera Aperta direttamente alle Regioni piu' interessate perche' facciano la propria parte nel de-carbonizzare l'Italia, come richiesto dalla strategia europea.
Nella missiva, inviata questa mattina ai Governatori delle Regioni Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Veneto (interessate dalla riconversione a carbone o dal potenziamento di centrali esistenti, dalla presenza di centrali sul proprio territorio o dalla costruzione di nuove), il WWF ricorda che l'Unione Europea ha approvato un pacchetto di tre obiettivi obbligatori, che impegnano anche l'Italia, ''finalizzati a: la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti al 2020 (meno 20% rispetto ai livelli del 1990); l'incremento della percentuale di energia derivante dalle fonti rinnovabili (piu' 20%); la riduzione dei consumi e degli sprechi attraverso un miglioramento dell'efficienza energetica e dell'innovazione tecnologica''.
Il WWF si rivolge direttamente alle Regioni ''perche' diano un contributo diretto e fattivo a 'fermare il carbone', data la loro capacita' di influire sulle scelte nazionali alla luce dei poteri concorrenti, attribuiti loro dall'art.
117 della Costituzione, in primis, con riguardo alla tutela della salute e in materia di produzione, trasporto e distribuzione di energia''.
Troppe, secondo l'associazione ambientalista, ''le centrali di carbone che oggi lavorano per un terzo della loro potenzialita'. La potenza energetica istallata nel nostro Paese e' il doppio del massimo picco di domanda mai raggiunto: le centrali esistenti a tutto il 2010 sono infatti in grado di erogare una potenza massima di circa 106,5 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW''.
Il WWF, inoltre, ricorda alle Regioni almeno 4 buoni motivi per de-carbonizzare l'Italia: ''la migliore tecnologia a carbone (impropriamente detto 'pulito') emette livelli di anidride solforosa, malgrado la presenza di desolforatori, ben 140 volte superiori a quelli emessi da un impianto a ciclo combinato a gas; le emissioni di polveri fini (PM) risultano ben 71 volte superiori rispetto a quelle di impianti a gas, anche con l'introduzione di filtri a manica; la combustione del carbone costituisce una delle principali cause di inquinamento da Mercurio, che entrando nella catena alimentare crea gravi danni alla salute umana, e rilascia anche altre svariate decine di sostanze tossiche inquinanti, tra cui Arsenico, Cromo e Cadmio, che sono anch'esse causa di gravi patologie; le emissioni di carbonio di una centrale a carbone 'pulito' sono praticamente doppie rispetto a quelle di una centrale a ciclo combinato a gas''.
26 ottobre 2011
Porto di Civitavecchia, centraline per monitorare la qualità dell'aria
Fonte: BigNotizie
"Sottoscritto ieri l'accordo quadro tra l'Autorità Portuale e l'Arpa Lazio per il monitoraggio della qualità dell'aria del porto di Civitavecchia e delle aree limitrofe. Il documento fissa le procedure che l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale applicherà nel porto per monitorare e prevedere la qualità dell'aria nel rispetto del recente D.lgs. 155/2010.
Nello specifico l'Autorità Portuale finanzierà l'acquisto e l'installazione nello scalo, secondo le indicazioni fornite da Arpa Lazio, di una stazione fissa di rilevamento che potrà essere inserita nel sistema di monitoraggio della Regione Lazio. La centralina sarà installata e gestita dalla stessa Arpa, che verificherà e controllerà i dati che saranno consultabili sul sito dell'Autorità Portuale all'interno della sezione Ambiente, 24 ore dopo la loro ricezione.
Inoltre, per la prima volta in Italia verrà sviluppata una catena modellistica per la ricostruzione meteorologica della qualità dell'aria di una zona portuale. Le previsioni terranno conto degli apporti emissivi delle navi, del traffico veicolare e più in generale di tutti i traffici ospitati in un porto.
"Si tratta – commenta il Presidente dell'Autorità Portuale Pasqualino Monti – di una convenzione con cui l'Autorità Portuale intende porre in essere, insieme all'Arpa, tutte le iniziative volte a salvaguardare la salute e l'ambiente. Come ho più volte ribadito questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore da Presidente e cittadino di Civitavecchia: crescita, ambiente e sviluppo sostenibile sono tra i punti principali cui si ispira il mio mandato. Non solo monitoreremo costantemente le emissioni di ogni genere in porto, ma addirittura saremo il primo porto italiano a realizzare delle previsioni molto dettagliate sulla qualità dell'aria".
"Posso affermare con grande soddisfazione che si tratta – commenta l'Avv. Corrado Carruba, commissario dell'Arpa Lazio – di un atto molto significativo e rilevante, che conferisce al porto di Civitavecchia gli strumenti necessari per poter controllare ed analizzare la qualità dell'aria in modo da garantire, allo scalo e ai cittadini, un monitoraggio costante a salvaguardia dell'ambiente
Inquinamento e malformazioni fetali
Da QuotidianoSanità.it
"Pesticidi e prodotti della combustione di olio e carbone aumentano del 450% il rischio di sviluppo di malformazioni fetali come anencefalia o spina bifida. Lo studio condotto in Cina è stato pubblicato su Pnas."
“Le fabbriche nella società industriale avanzata rilasciano molti agenti inquinanti. Per lungo tempo abbiamo supposto che questo potesse avere ripercussioni sulla salute dei neonati, sulle loro eventuali malformazioni. Fino ad oggi non avevamo prove, ma ora possiamo dire senza dubbio che la concentrazione di pesticidi e fumi di carbone è molto maggiore nella placenta dei bambini nati con difetti del tubo neurale che negli altri.” A parlare è Richard Finnell, docente di scienza della nutrizione e direttore della ricerca sul genoma al Dell Children's Medical Center of Central Texas: i risultati di cui parla sono quelli di uno studio delle università del Texas e di Peking pubblicato su Pnas, che dimostra come gli agenti inquinanti aumentino del 450% le malformazioni fetali.
Per giungere alla preoccupante conclusione i ricercatori cinesi e statunitensi hanno analizzato la placenta di 80 bambini affetti da anencefalia (assenza parziale o totale della volta cranica) o da spina bifida (malformazione del midollo spinale che deriva dalla non completa chiusura di una o più vertebre), nelle contee rurali di Shanxi in Cina. Ogni volta che si presentava un nuovo caso di feto affetto da tali patologie, sia che questo nascesse vivo o che morisse poco prima del parto, veniva selezionato nello stesso ospedale un neonato che non avesse malformazioni congenite, la cui placenta veniva usata come campione di riferimento. Quello che gli scienziati ricercavano negli organi di questi bambini erano agenti inquinanti comuni come pesticidi, solventi e prodotti della combustione di olio e carbone, ovvero di quelle sostanze note ai biochimici come inquinanti organici persistenti (POP). Gli scienziati hanno così trovato forti correlazioni tra le patologie descritte e le alte concentrazioni nella placenta di alcuni idrocarburi che si trovano nel carbon fossile o nel petrolio (detti idrocarburi policiclici aromatici): la presenza di questi agenti chimici all'interno degli organi dei piccoli pazienti, infatti, causa un aumento dell'incidenza della spina bifida di 3,7 volte rispetto al normale, e la percentuale nel caso anencefalia diventa addirittura di 5,8 volte superiore nei bambini che presentano alte concentrazioni di tali inquinanti.
L'incidenza di difetti del tubo neurale in Cina è molto maggiore che in molti paesi occidentali. Inoltre, la politica di pianificazione familiare del governo cinese garantisce che ci sia un grande controllo sui neonati, anche rispetto alle loro condizioni di salute. Queste due particolarità hanno reso il territorio il miglior candidato per questo tipo di ricerca. “È uno straordinario esperimento naturale”, ha detto Finnell. “Sarebbe stato molto più difficile condurre questo studio altrove, dove malformazioni di questo tipo sono più rare, ma la ricerca è anche una buona opportunità per aiutare la Repubblica cinese a diminuire il tasso delle malattie congenite. La regione è piena di miniere, qui si bruciano grandi quantità di carbon fossile. Molte persone posseggono cucine a carbone, i fumi si diffondono nell'aria, la rendono nera. È facile comprendere perché questa situazione non può essere ottimale per la crescita sana dei bambini”, ha commentato Finnell. Secondo il ricercatore le condizioni della regione di Shanxi sono paragonabili a quelle degli Stati Uniti di cento anni fa. Allora, infatti, malformazioni come anencefalia e spina bifida non erano certo circoscritte alla Cina.
In particolare, secondo lo studio, sarebbero due i pesticidi trovati in grandi quantità che comportano tali ripercussioni sulla salute dei neonati. Uno è l'endosulfano, insetticida usato per il trattamento di cotone, patate, pomodori e mele, proibito in Europa e negli Stati Uniti ma non ancora nella Repubblica Cinese. L'altro è il lindano, un altro prodotto usato in agricoltura e nell'allevamento, il cui utilizzo è stato limitato nel 2009 con una convenzione internazionale firmata a Ginevra, ma ancora non ratificata dall'Italia. “I composti che abbiamo trovato – ha concluso Finnell – sono tanto aggressivi da causare la morte cellulare, tanto che in alcuni sani diventa addirittura difficile generare figli sani. Ad un livello basilare, stiamo imparando che le cause ambientali, in alcune popolazioni e in determinati periodi storici, causano problemi anche alla riproduzione della specie.”
Comitati La Spezia: "Abbandonare il carbone: si deve, si può, se si vuole!"
Comunicato Stampa di SpeziaViaDalCarbone – 23 Ottobre 2011
"Durante le audizioni in Commissione Ambiente del Comune (18 u.s.) e della Provincia (20 u.s.) il Comitato SpeziaViaDalCarbone ha focalizzato i propri interventi (disponibili sulle pagine internet e fb del Comitato) su aspetti molto puntuali che fanno riferimento a precise responsabilità degli amministratori:
deficit di conoscenza – le amministrazioni non possiedono alcuna informazione strutturata e aggiornata con riferimento:
1) alla situazione dell’inquinamento nel territorio spezzino - qualità, quantità e origine degli inquinanti;
2) alla situazione della salute della popolazione spezzina - diffusione delle patologie ambiente-correlate e loro cause.
L’eliminazione di tale deficit di conoscenza permetterebbe di rispondere alle seguenti domande:
1) quali sono le fonti di inquinamento, quali gli inquinanti e i loro effetti sulla salute dei cittadini?
2) chi, come e in quale misura è responsabile dell’inquinamento derivante dalle attività del Golfo?
3) può Spezia permettersi una centrale a carbone? con relativo traffico e accosto di carboniere, movimentazione e stoccaggio all’aperto del carbone medesimo?
deficit di alternative – le istituzioni locali hanno rinunciato ad elaborare alternative all’unico scenario prefigurato da Enel: la conservazione dello status quo e il mero rispetto delle normative relative ai limiti delle emissioni. Limiti di emissioni poco più restrittivi di quelli previsti e maggiori controlli (a cura di Enel) è tutto quanto le amministrazioni sono in procinto di chiedere ad Enel nella prossima Conferenza dei Servizi a Roma.
Lo stesso Sindaco Federici ha ammesso di aver voluto mantenere un profilo basso nella trattativa con Enel: “non chiediamo qualcosa di straordinario, ma qualcosa di ottenibile”. E’ dunque straordinario o ottenibile ciò su cui stanno lavorando nella vicina Genova? Dove, in coincidenza con il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, l’Enel annuncia la sua intenzione di procedere verso la chiusura dell’impianto: “Il piano di dismissione graduale prevede l’arresto scaglionato delle unità produttive a partire dal 2012, per arrivare alla chiusura anticipata dell’impianto nel 2017”. La dichiarazione di Enel arriva a sole due settimana da quella dell’assessore alle attività produttive del Comune di Genova Mario Margini: “Sul carbone lo sbarramento è assoluto, non se parla. Ragioniamo insieme sul gas, abbiamo detto all´Enel, ricordando anche che fra pochi mesi a Livorno entrerà in esercizio il nuovo rigassificatore gestito da Iren. A ENEL abbiamo anche ricordato che è un nostro interlocutore, ma non è certo l´unico.”
Il Comitato SpeziaViaDalCarbone, anche nel corso delle audizioni della scorsa settimana, ritiene di aver dimostrato e confermato la profonda inadeguatezza delle amministrazioni locali spezzine da cui pretende un atteggiamento proattivo a tutela del benessere dei cittadini.
Il Comitato SpeziaViaDalCarbone rileva e rifiuta, al contempo, la loro sudditanza nei confronti di Enel, o in alternativa la loro ignavia, che si evince anche dalla rinuncia degli amministratori a pretendere semplici chiarimenti circa le “fumose” supposte migliorie dell’impianto.
SpeziaViaDalCarbone – Comitato di Cittadini
Studio USA: rimpiazzare il carbone grazie all'efficienza energetica
Un recente rapporto statunitense dell’American Council for an Energy Efficient Economy (ACEEE), ha evidenziato che la chiusura delle vecchie centrali e il contemporaneo lancio di programmi di efficienza energetica e di cogenerazione garantirebbe un vantaggio economico netto per la collettività. Ecco il rapporto:
“Avoiding a train wreck: Replacing Old Coal Plants with Energy Efficiency"
Altri 13 minatori perdono la vita nelle miniere cinesi
Il rubinetto della morte sputa altre vittime grazie al business del carbone cinese.
Agenzia ASCA - "E' di 13 morti il bilancio delle vittime di un'esplosione avvenuta all'interno di una miniera di carbone nella regione cinese del Chongqing. Lo ha reso noto l'agenzia Xinhua.
Tre minatori sono scampati alla tragedia avvenuta per la deflagrazione, causata presumibilmente da una fuga di gas, e sono stati tratti in salvo dalle squadre di soccorso.
Secondo l'agenzia Xinhua, sei persone, legate all'incidente, sono state fermate dalle autorita'.
Le miniere cinesi di carbone sono tristemente note per il record di incidenti. Solo nel 2010 hanno infatti perso la vita in Cina 2.433 persone."
"Sì all'energia pulita senza carbone": consegnate le firme
Svizzera, cantone dei Grigioni. Consegnata oggi alla Cancellaria di Stato l'iniziativa cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone" - da RSI.ch
"Nei Grigioni è formalmente riuscita l'inizativa popolare cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone". I promotori hanno consegnato questa mattina presso la Cancelleria di Stato grigionese le 4'427 firme raccolte negli ultimi otto mesi dagli ambienti progressisti e ambientalisti. Intanto, proprio oggi, il Consiglio di Stato retico ha chiesto alla società con sede a Poschiavo di fare chiarezza in merito alle critiche che le sono state rivolte.
Contestati due progetti di Repower
Nel testo dell'iniziativa i promotori sostengono che le centrali a carbone pianificate da Repower a Brunsbüttel, nella Germania settentrionale, e a Saline Joniche, in Calabria, genererebbero circa il 40% di tutte le emissioni di CO2 della Svizzera, pari a quattordici volte le emissioni del cantone dei Grigioni. Alla fine di settembre, sollecitata dai giornalisti della trasmissione Rundschau di SF, l'azienda aveva ammesso di aver sostenuto finanziariamente la trasferta a Coira dei promotori italiani della centrale di Saline Joniche
Gli obiettivi dell'iniziativa ce li spiega Tania Schmid dell'associazione "Futuro al posto del carbone", al microfono di Nicola Zala
25 ottobre 2011
29 OTTOBRE - MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE
Il Coordinamento Nazionale No al Carbone aderisce alla GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL CARBONE del 29 Ottobre, partecipando alla manifestazione nazionale indetta ad Adria (Ro) ed organizzando in concomitanza presidi nei siti sedi delle inquinanti centrali elettriche a carbone sporco* (Civitavecchia, Brindisi, Vado Ligure, Gualdo Cattaneo, Saline Ioniche).
La combustione del carbone è causa del rilascio di numerosi inquinanti estremamente dannosi per la salute, i cui effetti coinvolgono un’area molto più vasta di quella limitrofa alla centrale e rappresenta la più grande fonte “umana” di inquinamento da CO2.
La nostra presenza sarà la testimonianza concreta dei danni irreversibili che provocano sull’ambiente e sulla salute delle popolazioni, le scelte scellerate di amministratori nazionali, regionali e comunali che, in cambio di compensazioni economiche, rilasciano pareri positivi su progetti di realizzazione di impianti a carbone, svendendo, di fatto, i territori ed imponendo alle popolazioni di vivere vicino ad impianti altamente pericolosi ed inquinanti.
Mostreremo a tutta l’Italia la galleria delle foto realizzate durante l’esercizio dei mostri a carbone sporco*, le testimonianze scientifiche dei danni provocati dalle ricadute inquinanti, dei danni indiretti all’economia agricola, ittica e turistica, costretta a vergognarsi di essere tale vicino ad un mostro che brucia carbone sporco*.
Accettare il carbone vuol dire accettare di svegliarsi la mattina e non riuscire a vedere l’orizzonte, smarrirsi in nuvole grigie che cancellano il blu del cielo, essere immersi in polvere nera che imbratta la tua città come i polmoni di bambini innocenti.
Accettare il carbone, o peggio sostenere la scelta di incrementarne l’uso, significa, inoltre, agire in totale sprezzo delle decisioni assunte dall’Unione Europea di ridurre del 20% emissioni di gas serra entro il 2020.
Il nostro no al carbone sporco* è il no di chi vede negarsi il futuro dagli effetti nefasti di un inquinamento considerato “lecito” e vive umiliato tra le falsità a pagamento delle lobbies e le verità nascoste delle istituzioni preposte ai controlli!
I nostri SI sono per le energie rinnovabili, per quella rivoluzione energetica che prenda la via del risparmio energetico e della produzione di energia finalizzata al soddisfacimento dei fabbisogni reali, realizzata in piccoli impianti, indipendenti dalle spa che pur di ottenere grandi profitti propongono e realizzano i megaimpianti inquinanti.
In Italia la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali), è di circa 106 GW contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW; il contributo delle rinnovabili alla domanda di energia primaria in Italia è pari al 6,7%, mentre il 93% deriva, dunque, da fonti fossili inquinanti quali il carbone.
Il nostro paese Italia, con il suo sole 365 giorni all’anno, può e deve aumentare enormemente l’apporto dell’energia fotovoltaica, per soddisfare il fabbisogno reale dei consumi.
La schizofrenia del sistema energetico Italiano, consente oggi, di aumentare l’apporto del solare, mentre, in contemporanea, le varie lobbies energetiche continuano a farsi autorizzare nuovi impianti a combustibili fossili, contro il volere delle popolazioni.
Come popolo inquinato rivolgiamo appello affinché:
- venga attuata una moratoria all’utilizzo del carbone quale combustibile;
- i grandi produttori di energia vengano obbligati a ridurre un kw di energia prodotta con combustibili fossili per ogni kw di energia prodotta con le fonti rinnovabili che si aggiunge in rete.
* il carbone pulito non esiste!
CNNC (Coordinamento Nazionale no al Carbone)