Apriamo l'anno con notizie importanti.
Fonte: http://www.centumcellae.it/politica/costa-stop-al-carbone-a-tvn-entro-il-2025/?fbclid=IwAR1_7e3e_6ET3Jx4HrEk-M5OJ9W-0q6PNquitOSQ6tMPk7NRYGOq6kXjvQo
Apriamo l'anno con notizie importanti.
A fuoco un nastro trasportatore a TorreValdaliga nord, Civitavecchia.
Dalla campagna "No al carbone, sì al futuro" WWF
"Il carbone è il combustibile fossile più inquinante e pericoloso che ci sia.
È il peggior nemico per il clima perché è il responsabile del 44% delle emissioni di gas serra mondiali.
È il più pericoloso per la salute perché svariati studi scientifici ci confermano che causa malattie cardiache e respiratorie, cancro, ictus e minaccia addirittura i feti ai primi stadi evolutivi.
È inutile per l'Italia perché la capacità di generazione elettrica italiana è già più che doppia rispetto al più alto picco di consumi mai registrato, fatto che costringe gli impianti esistenti a funzionare per poche ore l'anno con un incremento dei costi che i cittadini italiani sono costretti a pagare.
È necessario puntare a un modello di sviluppo diverso, fondato sull'efficienza energetica e sulle rinnovabili. È necessario che non si costruiscano altre centrali a carbone e che si chiudano quelle esistenti ad iniziare dalle più vecchie e maggiormente inquinanti."
Obiettivi della campagna:
"L'inquinamento da centrali a carbone viaggia oltre le frontiere e nel 2013 è stato responsabile di 22.900 morti premature in tutta Europa, non molte meno delle 26 mila vittime causate ogni anno dagli incidenti stradali. E' il dato che emerge dal primo studio sugli effetti transfrontalieri delle polveri originate dalla produzione di energia da carbone, pubblicato da un gruppo di Ong e organizzazioni ambientaliste quali Wwf, Can (Climate Action Network), Heal (Health Environment Alliance) e Sandbag. Il rapporto, dal titolo "Europe's Dark Cloud", presenta un'analisi dell'impatto sulla salute dell'inquinamento atmosferico prodotto da 257 delle 280 centrali a carbone attive nell'Ue. Secondo lo studio, l'inquinamento da centrali a carbone è responsabile di decine di migliaia di casi di malattie, con costi per i sistemi sanitari europei che nel 2013 hanno raggiunto quota 62,3 miliardi di euro." Continua su: ANSA
Comunicato dell'Assoc. Antimafia Antonino Caponnetto, 03/01/2015
Alle prime luci dell'alba è deceduta stamane a Civitavecchia Vanda Schiavi, fondatrice della nostra Associazione in quel Comune. Grande donna, animata da profondi valori umani, civili e politici, combattente sempre in prima linea, lascia un profondo vuoto. Chiniamo commossi e addolorati la nostra bandiera nel ricordo di questa splendida donna, e riteniamo di ricordarLa non solo a tutti i nostri amici, iscritti e simpatizzanti, ma anche a tutti gli italiani quale esempio di virtù morali e civili.
Ciao,Vanda!
Comunicato
L’impudenza delle tesi del fronte SI al carbone di Saline Ioniche nel parlare del “carbone pulito” della centrale di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia e la sfrontatezza con cui vengono forniti dati ben lontani dall’essere reali, sono un offesa, oltre che per l’intelligenza umana, per i nostri tanti cari che stanno pagando sulle proprie carni la presenza di quella maledetta centrale sul territorio.
Civitavecchia, anche grazie al “carbone pulito”, (“maddeche?” recitava un vecchio striscione) è al primo posto nel Lazio e al terzo in Italia per mortalità causata da tumori ai polmoni, alla trachea e ai bronchi, le leucemie e i linfomi sono diffusi con percentuali nettamente superiori rispetto alla media nazionale e infine vi è un eccesso di mortalità per infezioni acute delle vie respiratorie e per malattie dell’apparato genito-urinario.
Dati che palesano, in tutta la loro evidenza, l’insostenibilità rappresentata dalla servitù energetica sul nostro territorio e sulle nostre stesse vite e che il “carbone pulito” non esiste, né a Civitavecchia né altrove!
Esiste invece quello nero ed inquinante che è causa, in Italia, di una morte prematura al giorno e di danni al Paese stimabili in circa 2 miliardi di euro l´anno; mentre in Europa quella stessa produzione causa quasi 1.100 casi di morti premature l´anno e danni per 4,3 miliardi di euro.
D’altronde che il “carbone pulito” non esistesse a Civitavecchia lo aveva detto anche il Ministero delle Attività Produttive nel 2008, in una lettera di risposta ai cittadini che chiedevano urgentemente un chiarimento a fronte della campagna di pubblicità ingannevole di Enel, sull’esistenza a TVN di tecnologie prodigiose che si potessero paragonare a quella del Clean coal, ma che non erano mai state realizzate.
Hanno ragione quindi i Comitati Grecanica Sviluppo e Vedere Chiaro: i risultati dell’utilizzo di tale obsoleto combustibile sono tutti a favore della centrale” anzi, per dirla meglio sono esclusivamente a favore dei profitti di chi gestisce tali centrali (pochi) a scapito dei tanti che pagano con la propria salute, la propria vita e la negazione del proprio futuro (tanti).
Il carbone, per usare il gergo degli economisti, è pieno di “esternalità”, cioè impone costi pesanti alla società in termini sanitari e di perdita di economia. È la fonte di energia più inquinante e dannosa
In Italia si brucia carbone soltanto perché è un combustibile economico per i produttori di energia, che per inquinare non pagano a nessuno il costo del danno sanitario e ambientale-economico che si riversa interamente sulla collettività a fronte di enormi profitti per chi produce energia.
Non a caso delle 23 centrali che il colosso Enel, dice di voler chiudere perché improduttive non ci sono quelle che invece gli assicurano il massimo dei profitti, ovvero quelle a carbone di Civitavecchia e Brindisi.
L’ennesimo comunicato di questi giorni del fronte del si al carbone di Saline Ioniche, è la prova che con la cattiva fede si può veramente scrivere di tutto, anche che a Civitavecchia si vive bene sotto una centrale di 1980 MW a carbone.
Prima di parlare vengano, questi signori, a visitare i nostri reparti oncologici; vengano a vedere la profonda crisi occupazionale in cui versano, nonostante l’ingombrante presenza di due centrali, i comparti metalmeccanici ed energetici, ma soprattutto non mistifichino la realtà omettendo di dire:
Vittoria? Vittoria!
Nota Enel: "A fronte dell'evidente cambiamento del contesto energetico e della differente dinamica tra domanda e offerta di energia avvenuti negli ultimi dieci anni - tanto è durato l'iter autorizzativo, peraltro non ancora concluso, per la riconversione della centrale di Porto Tolle, nuove alternative devono essere esaminate per l'impianto polesano alimentato a olio combustibile".
Guarda il caso: la decisione è stata comunicata nelle stesse ore in cui sono state rese pubbliche dagli avvocati di parte civile, le motivazioni con cui il tibunale di Rovigo ha reso note le motivazioni con cui il tribunale di Rovigo ha condannato in primo grado gli ex vertici di Enel, i manager Franco Tatò e Paolo Scaroni, all'epoca dei fatti contestati rispettivamente presidente e amministratore delegato di Enel.
Da savonanews.it
“La pena inflitta risulta adeguata alla non indifferente capacità a delinquere dimostrata dai prevenuti, i quali hanno agito al fine di incrementare gli utili d'impresa a discapito della sicurezza e della salute dei cittadini”. Questa la frase che esprime l’esito del processo “Enel bis” per il disastro conseguente alle emissioni della centrale a carbone di Porto Tolle.
Le motivazioni della sentenza, emessa dal Tribunale di Rovigo lo scorso 31 marzo, sono state depositate nei giorni scorsi che, accolte le richieste della Procura della Repubblica (P.M. Manuela Fasolato), hanno portato alla condanna degli ex amministratori delegati Enel Scaroni e Tatò per disastro, in termini di messa pericolo della salute di un numero indeterminato di persone (in particolare in termini di patologie respiratorie nei bambini) conseguenti alle emissioni della centrale termoelettrica di Porto Tolle tra il 1998 e il 2009. Tutti e tre i magistrati del Collegio giudicante (il presidente Cristina Angeletti, e i due giudici Silvia Varotto e Gilberto Stigliano Messuti) sono estensori della sentenza. “La centrale ad oggi non potrebbe mai entrare in funzione perchè il suo funzionamento sarebbe illecito. Gli imputati condannati non solo a somme pecuniarie ma anche al ripristino ambientale dei danni causati”: la pronuncia prende il via esaminando tutte le violazioni commesse dagli imputati e già accertate nel primo processo conclusosi davanti al Tribunale di Rovigo – Adria nel 2006 (giudice Lorenzo Miazzi) e confermate dalla Corte di Cassazione nel 2011 (dalla mancata ambientalizzazione della centrale alla scelta del combustibile con elevato tenore di zolfo, alla scarsa manutenzione), pervenendo alla conclusione che la mera autorizzazione -peraltro tacita- al funzionamento della centrale non è sufficiente ad escludere reati suscettibili di incidere sulla salute delle persone. I giudici del Tribunale di Rovigo precisano infatti che “nessun margine di tolleranza può essere contemplato, nel nostro sistema giuridico, in ordine alla causazione di lesioni, morti o di danno ambientale di dimensioni tali da integrare la nozione di disastro, attesa la posizione preminente da attribuirsi ai beni della salute e dell'ambiente rispetto a quello della libertà delle attività economiche. E qui compare il riferimento al decreto di sequestro preventivo del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Savona dell’ 11 marzo sulla Tirreno Power.
E’ stata così riconosciuta dai giudici la validità probatoria delle perizie sulla centrale di Porto Tolle, eseguite con gli stessi periti e le stesse metodologie per il caso della centrale termoelettrica di Vado Ligure. Ad essere riconosciuta la validità probatoria delle perizie epidemiologiche del dottor Crosignani e le perizie ambientali del dottor Scarselli, condotte dalla procura. “Un duro colpo a chi per mesi ha criticato l'impianto accusatorio della procura di Savona, formulato con gli stessi periti e le stesse metodologie”.
E’ stato inoltre riconosciuto il ruolo importante delle associazioni di protezione ambientale costituite parti civili: “Risultata provata nel presente processo che le predette associazioni hanno svolto concretamente e continuativamente attività di valorizzazione e tutela del territorio nel quale insiste la centrale, organizzando manifestazioni ed iniziative volte a denunziare le problematiche ambientali connesse al funzionamento dell'impianto”.
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