No al carbone Alto Lazio

18 marzo 2011

Ministro Prestigiacomo: "Fermiamo il nucleare o rischiamo alle prossime elezioni"

"PRESTIGIACOMO: "E' FINITA, USCIAMONE" - "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate". Nell'aula di Montecitorio e' finita da poco la cerimonia di celebrazione del 150o anniversario, e nel corridoio di fronte alla sala del governo il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si sfoga, lontana da occhi indiscreti, con Paolo Bonaiuti e Giulio Tremonti. Il dibattito sul progetto nucleare del governo si e' infiammato dopo il terremoto in Giappone, ma il ministro ha gia' le idee chiare. A sentire lei, il nucleare italiano non ha
futuro: "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne- dice rivolta a Bonaiuti e soprattutto a Tremonti- ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla, si decide tra un mese". Al colloquio, che e' durato una decina di minuti, s'aggiunge poi anche il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani."
Da Agenzia Dire

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17 marzo 2011

La qualità dell'aria a Civitavecchia


Foto diffuse su Facebook da liberi cittadini.

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Lettera di un giovane civitavecchiese

Da TrcGiornale.it
"Noi giovani inquinati

La situazione ambientale di Civitavecchia è imbarazzante, la mia città non rispetta l'ambiente, non rispetta la salute, la mia città sembra destinata a cacciarci via o a ucciderci. Per il Sindaco: ancora aspettiamo un incontro per avere maggiori delucidazioni sull'aspetto ambientale e soprattutto per capire che fine ha fatto il nostro bosco, il famosissimo bosco che doveva realizzare l'Enel, forse lo hanno perso? La favola racconta che cappuccetto rosso caminava nel bosco, mentre noi cittadini camminiamo sotto un cielo di PM10 provocati da TVN o meglio dalla centrale a carbone . Forse non ha letto i dati rilevati il 15 marzo, se vuole può leggerli con maggior tranquillità presso questo link http://www.ambientale. org/dati/15032011.pdf , li riassumo velocemente, su 11 centraline 11 sforamenti delle PM10. Al Dottor Molina: si si sicuramente è vapore, mischiato alle polveri di Maga Magò? O forse sarà il caso di rivedere il tutto e impegnarsi in qualcosa che possa migliorare questa situazione così assurda? Sicuramente cambiare nome ad un palazzetto dello sport è molto più semplice che migliorare lo stato attuale della centrale. Per l'assessore all'ambiente: Lei rappresenta l'istituzione più importante anche se non se ne è reso conto, l'ambiente equivale alla vita, è la risorsa più importate, è l'unica ricchezza che non possiamo sprecare o danneggiare e quindi la invito a prendere una posizione netta e a difendere il nostro il suo ambiente la ua vita. Oggi 17 marzo mi sono svegliato come ogni mattino, ho fatto colazione, mi sono vestito ed ho indossato la maschera a gas per festeggiare l'Unità d'Italia, mentre io muoio".

LETTERA FIRMATA

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"L'atomo e i costi troppo alti: non conviene"

Ci voleva una catastrofe, per riflettere su quanto già sapevamo?
Dal Corriere.it
"Il nucleare, questo nucleare, non convince per diversi motivi. Innanzitutto non sono escludibili eventi catastrofici a causa di fattori esterni o di errori umani. Si spera nella quarta generazione che, verso il 2030, dovrebbe portare a reattori intrinsecamente sicuri. C'è poi una valutazione economica, in quanto i costi tendono costantemente ad aumentare. Nell'ultima valutazione del Dipartimento dell'Energia Usa (Energy Outlook 2010) sugli impianti da costruire nei prossimi due decenni, l'elettricità da nucleare risulta la più cara. È il motivo per cui negli Stati Uniti sono previsti dei meccanismi di incentivazione per le nuove centrali, altro che riduzione della bolletta... Infine pesa una considerazione etica. A quasi cinquant'anni dalla prima centrale, non esiste un solo Paese al mondo che abbia realizzato un deposito definitivo per le scorie altamente radioattive. Per tutti gli oggetti che noi conosciamo - un frigorifero, un'automobile, una bottiglia - è prevista la chiusura del ciclo. Per i rifiuti nucleari, la cui pericolosità ha tempi di dimezzamento di decine di migliaia di anni, non abbiamo ancora trovato una soluzione, lasciando in questo modo alle generazioni future un velenoso regalo.

I fautori di questa tecnologia sostengono che però consente di ridurre i consumi di combustibili fossili e le emissioni dei gas serra. Vero, ma è possibile ottenere lo stesso risultato in modo più efficace e meno rischioso. Le fonti rinnovabili, considerate marginali fino a poco tempo fa, stanno crescendo a ritmi imprevedibili e i loro costi si stanno rapidamente riducendo. L'elettricità producibile dagli impianti solari ed eolici installati nel mondo tra il 2005 e il 2010 è tre volte maggiore rispetto a quella dei reattori nucleari entrati in servizio negli stessi anni. La metà della potenza elettrica installata in Europa lo scorso decennio è rinnovabile. E l'accelerazione della crescita è formidabile. La potenza fotovoltaica globale installata nel 2010 è, ad esempio, aumentata del 120% rispetto all'anno prima.

Grazie al contesto energetico così drasticamente mutato, la riflessione internazionale che seguirà all'incidente di Fukushima avrà un decorso diverso rispetto all'impatto che si ebbe dopo Chernobyl. Allora l'effetto fu quello di bloccare la crescita del nucleare senza innescare però una vera alternativa. Le fonti rinnovabili erano all'inizio del loro sviluppo e non rappresentavano un'opzione credibile, anche se le esperienze californiane, danesi, giapponesi già facevano intuire le enormi potenzialità di queste tecnologie. La potenza eolica oggi è cento volte superiore, quella solare addirittura mille volte più ampia. E i costi sono scesi drasticamente.

Tutto ciò fa ritenere che altri Paesi seguiranno la strada della Germania che aveva deciso, già prima dell'incidente giapponese, di uscire dal nucleare puntando a soddisfare nel 2050 almeno l'80% della richiesta elettrica con le rinnovabili. Una strategia lungimirante che negli ultimi anni ha consentito di raddoppiare l'elettricità verde grazie a un milione di impianti solari, eolici, a biomassa e di creare un comparto che conta 340.000 addetti, un pilastro ormai dell'economia tedesca.
Dunque, le riflessioni dopo la tragedia giapponese possono portare ad un drastico ripensamento delle strategie energetiche con un rilancio delle politiche dell'efficienza energetica e dell'utilizzo delle rinnovabili. Una strada fortemente innovativa che garantisce maggiore sicurezza energetica, riduce i rischi di cambiamenti climatici, crea imprese ed occupazione. L'Italia, che ultimamente ha ottenuto risultati interessanti nelle rinnovabili, farebbe bene a seguire questa strada.

Gianni Silvestrini

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16 marzo 2011

Yunnan (Cina) 9 i morti in miniera

Fonte
Una grave incidente si è verificato questa notte in una miniera cinese ed ha provocato circa una decina di vittime.
Nella provincia cinese sud occidentale dello Yunnan, a causa di una fuga di gas avvenuta in una miniera di carbone, sono morte nove persone e due sono rimaste ferite.
Quando è avvenuto l'incidente nella miniera c'erano 85 operai. Settantaquattro sono riusciti a fuggire, tre hanno riportato gravi ferite ed otto sono morti sul colpo.
Poco dopo uno degli operai rimasti feriti è deceduto in ospedale. L'incidente si è verificato nella città di Huangnihe, nella contea di Fuyuan all'una di notte ora locale.
di Claudia Peruggini

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Centrale a carbone di Bastardo: si manterrà in vita il relitto

Riceviamo e pubblichiamo
"A Gualdo Cattaneo ENEL deve adeguarsi ai parametri ambientali sin da subito, oppure sospendere l'attività dell'impianto fino al suo adeguamento: ciò è quanto succede nei Paesi in cui la vita dei cittadini è tenuta in massima considerazione, e non gli interessi corporativi dei gruppi industriali.
La decisione della Giunta Regionale di concedere altri 8 anni ad ENEL per adeguarsi agli standard previsti dai protocolli AIA calpesta in modo irresponsabile ed inaccettabile anni ed anni di lungo lavoro parte delle istituzioni locali ed associazioni spontanee partecipate dai cittadini per la tutela dell'ambiente e della salute pubblica.
Una decisione presa sopra la testa delle persone e senza minimamente interpellare i diretti interessati, ovvero coloro i quali nei territori in questione sono costretti a vivere subendo le conseguenze dell'inquinamento ambientale ed acustico derivante dall'attività dell'impianto.
Il Comitato per l'Ambiente di Gualdo Cattaneo, membro del Coordinamento Nazionale dei Comitati per il NO al carbone, annuncia che a tutela del territorio e della salute degli abitanti verranno subito indette riunioni informative con la popolazione e che verranno presentati immediati ricorsi, fra cui uno presso la Commissione Europea, al fine di scongiurare la temuta "eternizzazione" dell'impianto in questione il quale, ben lungi dal rappresentare ormai una risorsa per il territorio, continua a rappresentare una panacea soltanto per politici e sindacalisti, persone che vivono anni luce distanti dalla vera realtà delle cose, che hanno una concezione di progresso vecchia di 200 anni e che farebbero bene, ogni tanto, a mettere il naso fuori dallo stivale per vedere cosa succede nei Paesi realmente evoluti.
Contestualmente si invita l'Amministrazione Comunale, nella persona del sindaco Pensi, a mantenere le promesse fatte nel corso dell'ultima campagna elettorale e ad attivarsi, una volta per tutte, in maniera fattiva a tutela del territorio e dei suoi abitanti, affinchè non sia una ristretta lobby a pregiudicare le sorti del nostro comprensorio: anteporre gli interessi di pochi al diritto alla salute di tutti è un atto vile che un'Istituzione degna di tale nome non può avallare.

Raoul Mantini
PORTAVOCE DEL COMITATO PER L'AMBIENTE DI GUALDO CATTANEO

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15 marzo 2011

Megadiscarica Allumiere- relazione sull'incontro all'Aula Pucci

Da centumcellae.it
"Talmente tante persone hanno voluto partecipare al primo incontro pubblico per fare chiarezza e lanciare proposte sul tema della discarica ad Allumiere che il luogo del dibattito è stato cambiato dall’aula Calamatta, che non riusciva a contenerle tutte, alla più spaziosa aula Pucci. Rabbia, delusione, stupore tra i presenti perché per l’ennesima volta Civitavecchia e il comprensorio si trovano di fronte ad una battaglia per la propria salute che non si combatte più, se mai lo si è fatto, ad armi pari. In una zona già devastata da fonti inquinanti, quali la centrale a carbone e il porto, questa nuova proposta di creare una “Cittadella dei Rifiuti” appare a tutti assurda.
Tre gli interlocutori presentati dal giornalista Giampiero Romiti: la biologa e ricercatrice precaria Elisa Tremante, un rappresentante del comitato Malagrotta, Maurizio Melandri, ed il dottor Giovanni Ghirga. “Dobbiamo monitorare e informarci – le parole di Elisa Tremante – perché non possiamo più essere presi in giro dai politici. E’ fondamentale creare un comitato di tutto il comprensorio e non fermarci se questo allarme passerà, perché se non è ora sarà in un altro momento e non possiamo permetterlo”. Immagini e video allarmanti sono state presentati da Maurizio Melandri ed hanno chiaramente mostrato le condizioni disastrose della discarica di Malagrotta. “Si prevede che dopo 20 anni di attività i danni alla salute e all’ambiente potrebbero ammontare a 650 milioni di euro” ha spiegato il dottor Giovanni Ghirga che ha affermato senza mezzi termini: “Questo progetto è un’offesa che i cittadini non possono e non devono subire”.
Interessanti interventi anche da parte di Emiliano Stefanini del neo comitato formatosi ad Allumiere, di Simona Ricotti e del consigliere provinciale di Sel Gino De Paolis i quali hanno esortato tutti a lottare e a non ripetere gli errori commessi in passato con la centrale a carbone e altri progetti fonte di inquinamento e servitù per la città.
Prossimo appuntamento per rilanciare il no alla discarica l’iniziativa pubblica convocata per venerdì ad Allumiere alle ore 17:00 dal Sindaco Augusto Battilocchio.

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12 marzo 2011

Può la politica non occuparsi della salute pubblica?

Comunicato da "Uniti per la Salute" ONLUS, Savona

"Lunedì 14 marzo la giunta Regionale deciderà la posizione della Regione Liguria per la Conferenza dei Servizi di Roma sul potenziamento a carbone della Centrale di Vado –Quiliano.
Invitiamo i cittadini e soprattutto chi ha la grande responsabilità di decidere per il futuro del territorio savonese a leggere o rileggere attentamente quanto segue e quindi a non sottovalutare o ignorare:

1) L’ordine dei Medici della provincia di Savona che in un documento del 3 dicembre 2010 dichiara “nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari”.

2)L’ IST che dichiara”Nella relazione presentata da Tireno Power vi sono gravi lacune metodologiche che mettono in discussione le tranquillizzanti conclusioni del documento. In sintesi: -errori ed omissioni nelle stime delle emissioni di polveri fini primarie e secondarie - sottostima delle emissioni di gas serra-sottovalutazione dei dati derivanti da studi su bioindicatori- errori metodologici sull’impatto sanitario

3)Il Ministero della Salute - Istituto Superiore di Sanità che in sede della conferenza dei servizi rimarca come i decreti rilasciati “non abbiano sufficiente evidenza della problematica relativa ai c.d. microinquinanti classici derivanti dalla combustione del carbone, tra cui PCB, i metalli pesanti, l’arsenico, ecc. ecc.. , … e “l’importanza di considerare il deposito al suolo di tali sostanze “

4) I Sindaci di Vado e Quiliano, che con una forte posizione a difesa della salute, nel documento del 25.01.2011 dichiarano come “ il Decreto di compatibilità ambientale del progetto non abbia sufficientemente valutato le implicazioni sulla salute e sui dati ambientali sensibili… chiedono che le gravi lacune presenti nell’attuale procedura di valutazione siano sviluppate in quanto tali approfondimenti si ritengono indispensabili per una corretta e appropriata valutazione degli impatti ambientali”, dichiarando come “fondamentale, condizionante e non prorogabile” sia un piano di monitoraggio ante operam sia una Valutazione di Impatto Sanitario. Queste pressanti richieste non possono essere poste come prescrizioni ma “azioni indispensabili e urgenti prima di ogni ulteriore determinazione”, puntualizzano i Sindaci.

Cosa direbbero poi ai cittadini gli amministratori regionali qualora assumessero decisioni in contrasto con queste autorevolissime posizioni a tutela della salute?

unitiperlasalute@libero.it
http//unitiperlasalute.blogspot.com

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Megadiscarica per Allumiere: appuntamento al Pincio

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11 marzo 2011

Nuova SS Aurelia: fai sentire la tua voce

Parte la raccolta firme!


Per scaricare il volantino e il modulo per le firme da stampare e compilare: clicca QUI

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9 marzo 2011

Anche la Provincia di Cosenza rifiuta di partecipare al tavolo tecnico di Scopelliti

Da TeleReggio
"Energia, Guccione: "La Calabria ha già detto no al carbone"

E' assolutamente condivisibile la decisione assunta dalla Provincia di Cosenza e dal Comune di Rossano di non voler partecipare a nessun 'tavolo tecnico' per discutere sull'ipotesi di una riconversione a carbone della Centrale di Rossano". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione. "Dopo il netto no - aggiunge - espresso dal Piano energetico ambientale regionale approvato nel 2005, dall'Assemblea regionale, dal Consiglio Provinciale di Cosenza, dai consigli comunali di Rossano e Corigliano e da tutti i consigli comunali dell'area ionica, il ricorso al 'tavolo tecnico' a questo punto ha soltanto il sapore dell'espediente per far rientrare dalla finestra una questione che era uscita definitivamente dalla porta principale. La Calabria e la Sibaritide, le cui vocazioni sono preminentemente agricole e turistiche, non vogliono il carbone. Non lo vogliono né a Rossano, né a Saline Joniche, né in nessun altro posto del territorio calabrese, anche perché la nostra regione produce molta più energia di quanto ne ha bisogno". "Dall'Enel - conclude Guccione - ci aspettiamo non furbizie o sotterfugi, ma idee, proposte e investimenti in piena sintonia con uno sviluppo ecocompatibile, rispettoso dell'ambiente, del territorio, della salute dei cittadini e di un'economia fondata soprattutto sul turismo, sulla pesca, sull'agricoltura e sul commercio, fattori che sono in assoluta antitesi con l'utilizzo e la riconversione a carbone della centrale termoelettrica di Rossano".

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