No al carbone Alto Lazio

4 febbraio 2010

La Procura di Rovigo indaga sulla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle? Violante cerca di bloccare tutto

Questo sì che è proteggere la comunità e l'interesse pubblico! Un nuovo vomitevole esempio da parte di Violante.

"Giustizia preventiva: 100 avvisi contro l´Enel" da ilGiornale del 25/01/2010


Gli ispettori di Alfano per proteggere l'Enel

La Procura di Rovigo indaga sulla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle? Alfano manda gli ispettori ministeriali, su «ordine» nientemeno che di Luciano Violante.

I funzionari romani sono arrivati nel capoluogo polesano il 21 gennaio, appena due settimane dopo l´invito lanciato dall´onorevole del Pd alla kermesse «Cortina Incontra», dove Violante aveva riproposto le accuse contenute nel suo libro «Magistrati»: avviando un´indagine durante l´iter autorizzativo della riconversione a carbone, i giudici rodigini avrebbero «intimidito» i membri della commissione nazionale per la Valutazione di impatto ambientale, allungando i tempi delle autorizzazioni. In quell´occasione, Violante invocava gli ispettori. E Alfano ha eseguito, mandando
Arcibaldo Miller, niente meno che il numero uno degli 007. Insomma, una missione in grande stile,

che ha tenuto sotto torchio per una decine di ore i magistrati rodigini.

Qual´è la colpa della Procura di Rovigo? L´inchiesta, iniziata nel 2007, con cui si vuole verificare la correttezza del progetto di riconversione a carbone dell´impianto Enel di Polesine Camerini, nel
cuore del Delta del Po. Tra i motivi che avrebbero spinto i giudici a esaminare tutti i documenti dell´iter, ci sarebbe il precedente di Brindisi, dove il carbone della centrale è risultato talmente
«pulito», che nel giugno 2007 il sindaco Domenico Mennitti ha dovuto vietare la coltivazione dei campi nei pressi del nastro trasportatore.
E che dire di quanto accade a Civitavecchia, dove il primo cittadino è stato rinviato a giudizio per avere dato il via libera al carbone in cambio di favori dalla società? «Sia in quell´indagine, che in quella di Rovigo - ricorda l´avvocato rodigino Matteo Ceruti - i consulenti della Procura hanno rilevato dati non veritieri nella documentazione fornita da Enel. Questo Violante lo sa?» L´indagine della Procura sembrava servire, insomma, a fare luce su eventuali irregolarità e a fornire perizie indipendenti alla Commissione Via del Ministero dell´Ambiente. Quelle perizie, tra l´altro, sostenevano che l´area del Delta è già sufficientemente inquinata per poter ospitare anche un
impianto a carbone.

I commissari, a dire di Violante, si sono però sentiti intimiditi. Tanto «intimiditi» che, nel luglio scorso, hanno poi dato parere favorevole alla riconversione, con 42 prescrizioni, ma senza tenere
conto delle richieste più restrittive della Regione Veneto e dell´Arpav. La vera intimidazione, secondo l´Associazione nazionale magistrati, è opera di Violante.

Non stupisce, comunque, che l´ex presidente della Camera si accalori tanto contro chi, a suo avviso, ostacola il progetto di Enel. Proprio Violante è ai vertici dell´associazione «Italia Decide», un think tank (NE ABBIAMO GIA' PARLATO, NDR) in cui si riuniscono esponenti di ogni schieramento politico e rappresentanti del mondo economico, con l´obiettivo di analizzare i problemi del paese e in particolare le «difficoltà del sistema decisionale». Tra i soci del club figurano Gianni Letta e Carlo Azeglio Ciampi, Giulio Tremonti e Giuliano Amato, assieme a docenti universitari, imprenditori e banchieri. E Enel Spa? C´è pure lei, addirittura tra i soci fondatori, cioè quelli che hanno aperto il portafoglio per finanziare la nascita dell´associazione. Certo, questo non significa che Violante sia al soldo dell´Enel, visto che le cariche associative sono gratuite. Ma rende un po´ più chiaro in nome
di quali interessi l´onorevole abbia deciso di scendere in campo contro chi cerca di sapere la verità su un progetto dalle molte ombre.

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