No al carbone Alto Lazio

24 agosto 2011

"Infrastrutturocrazia"

Un contributo di Vanni Destro, Movimento 5 Stelle Rovigo e Coordinamento Nazionale No al Carbone

"Per il carbone a Porto Tolle modificate la Costituzione, fate quel che va fatto, non c'interessa, ma smettetela di mettervi in mezzo!" Messaggio chiarissimo quello di Fulvio Conti davanti alla più presitigiosa platea nazionale dal punto di vista degli intrecci economico - politici, il Meeting di CL- Compagnia delle Opere che annualmente raccoglie gli affiliati a quella specie di massoneria cattolica col pallino degli affari.
Una scena di sicuro peso che, in fondo, rappresenta il volto dirigenziale di quest'Italia in rottura prolungata e che ha ancora tanto, tanto, troppo potere. Un Conti spregiudicato che rivela la propria anima e lancia il messaggio più forte ben sapendo che questa classe politica non vedeva l'ora di sentirselo chiedere.
In fondo Italia Decide di Violante che sollecita ad Alfano le ispezioni alla Procura di Rovigo è co-fondata e finanziata da Enel, questo Governo ha già prodotto un paio di provvedimenti legislativi per favorire la riconversione a carbone e, addirittura, la Regione Veneto ha modificato la legge istitutiva del Parco del Delta del Po per il medesimo motivo.
Su, un'altro piccolo sforzo.
La democrazia? Stiamo ancora a perder tempo con questi anacronismi? La politica del fare (quel che a lorsignori pare e piace) non può tenere conto delle persone, dei loro diritti, della loro vita, di ciò che pensano, del fatto che facciano lavori che subirebbero danni dalla riconversione o, peggio, che rischino malattie gravi, conta solo il dio denaro e conta solo per pochi potenti.
Infrastrutture, impianti e grandi opere vanno fatte anche se inutili, coi nostri soldi e alla faccia nostra perché sono la via per succhiare altri soldi pubblici.

Conti non vuole le stazioni di pompaggio e gli accumulatori di Terna che, recuperando energia, toglierebbero mercato ad Enel e allora dice che energia ne abbiamo fin troppa. Conti piange e si dispera per le sorti del carbone portotollese e dice che abbiamo una disperata necessità di energia. Finalmente Conti la dice giusta: fateci fare quel che vogliamo! A parte che sembra quasi un alzare la posta per cincischiare un'altro po', per rimandare l'inizio dei lavori trovando un'altro capro espiatorio negli enti locali che, giustamente, rivendicano la giurisdizione sui propri territori e la salvaguardia di chi e ciò che amministrano che la Costituzione loro legittimamente garantisce. Siamo all'infrastrutturocrazia, al lobbismo che si incarna nel governo
del Paese.
A questi boiardi di Stato, con velleità di supermanager che non rischiano mai e, se lo fanno, usano come stuntman al loro posto gli italiani sarebbe ora di dare il benservito altro che modificare la Costituzione a loro piacimento.

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