COMUNICATO STAMPA
Il fatto che Bersani dica la sua con una lettera all’Enel piuttosto che rispondere alle «sollecitazioni» dei suoi colleghi e degli enti locali, la dice lunga su chi realmente determina le politiche energetiche in Italia. Uno schiaffo alla democrazia e alle corrette relazioni istituzionali tra chi, ognuno per le proprie competenze, è stato delegato dai cittadini a governare la cosa pubblica. Grave peraltro che vengano definite sollecitazioni quelle che in realtà sono atti ufficiali di ben due Ministeri, di due Province, della Regione e dei tanti Comuni dell’alto Lazio. Atti basati su ricerche e studi epidemiologici di tutto valore che, è bene che il ministro Bersani lo sappia, non sono mere statistiche. Quelle percentuali di mortalità e morbilità parlano delle nostre vite materiali, degli uomini, delle donne e dei bambini che vivono nell’alto Lazio e da cinquant’anni subiscono la servitù energetica tra le più grandi d’Europa. Di ignorare l’allarme che da tutte le parti giunge per la tutela di quelle vite il ministro Bersani, quale membro del governo, porta la responsabilità. Ci piacerebbe sapere quante di quelle vite sono sacrificabili per i fini «strategico-economici», come si legge nella Via, che hanno motivato la riconversione a carbone della centrale a Civitavecchia. Ci risparmi il suo pietismo, il ministro Bersani, perché la tutela dell’ambiente è un preciso dovere istituzionale che non può essere demandato all’Enel né la salute dei cittadini può essere una varaiabile di bilancio. Questo non lo permetteremo. E’ una battaglia di legittima difesa, difesa della nostra salute e del nostro futuro e non la demandiamo a nessuno: non daremo tregua.
NODO AMBIENTALISTA DELLA SINISTRA EUROPEA
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