No al carbone Alto Lazio

12 settembre 2007

I falsi allarmi di Enel per spingere il carbone

Torna puntuale il bombardamento mediatico di Enel sul rischio black-out, un pretesto per insistere sulla necessità di aumentare l'uso di carbone per produrre energia. Bersani raccoglie e rilancia col suo solito "mal comune mezzo gaudio": gli altri stati usano più carbone di noi, e giù con le solite mostruosità.
La risposta di Pecoraro Scanio a F.Conti (il Goebbels dell'Enel): «Credo che le aziende italiane dovrebbero preoccuparsi di come tagliare le CO2 invece di lanciare periodicamente il rischio black out. Bisogna ridurre gli sprechi per il rischio di black out ma il vero problema è il rischio di miliardi di euro di multe per il mancato rispetto del Protocollo di Kyoto. Le aziende italiane fanno allarmismo invece di fare innovazione».
Vero, ma il Ministro Pecoraro avrebbe potuto citare un'altra verità: "...Il potenziale di energia elettrica installata è di oltre 80 mila MW, più di quella che si consuma nel nostro paese. Quindi, se Enel vende energia, e quella in sovrappiù la esporta, il prezzo della stessa sale, la necessità di aumentare il potenziale energetico del paese rimane e, verosimilmente, aumentano i guadagni di Enel. Con il carbone..."


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