No al carbone Alto Lazio

26 novembre 2007

Integrazioni all'esposto sul rischio arsenicosi negli operai

Riceviamo e pubblichiamo

Venerdì scorso sono stati presentati nuovi documenti alla Procura della Repubblica di Civitavecchia ad integrazione dell’Esposto presentato un anno fa da numerosi comitati ed associazioni sull’obbligo dello screening periodico per l’arsenicosi cronica in tutti coloro che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno vicino ad impianti che bruciano carbone o olio combustibile; indagine indispensabile per le alte emissioni di arsenico, semi-metallo che viene veicolato dalle polveri di un diametro decine/centinaia di volte il milionesimo del metro. Il controllo dell’esposizione deve essere fatto, secondo i dati scientifici più recenti, su frammenti di unghie.

L’importanza del problema viene sottolineata dai risultati di uno studio effettuato da ricercatori della University of California, Berkeley, e la Pontificia Universidad Católica de Chile di Santiago e recentemente pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, 6, 2007. Le conclusioni alle quali sono giunti gli autori mettono in evidenza che il rischio di avere un cancro al polmone o alla vescica dopo l’esposizione cronica all’arsenico rimane per decenni.
Alla Procura è stata consegnata l’interrogazione al Senato del Senatore Rossi su questo tema e l’Intervento della Commissione Europea che conferma l’obbligo del controllo e rimane in attesa dell’intervento degli organi istituzionali interessati.

Medici per l’Ambiente dell’Alto Lazio

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