No al carbone Alto Lazio

13 dicembre 2007

"Assenteismo civile", due esempi: i civitavecchiesi e Scaroni

Pare che un terzo dello scorso anno lavorativo sia, in media, stato disertato dai dipendenti comunali civitavecchiesi.
Riportiamo la notizia, visibile su Civonline.it (vedi qui), per permettere al lettore di costruirsi un'idea organica di cosa sia Civitavecchia. Non è affatto un caso che proprio qui Enel riesca in tutte le sue porcate.
I veri complici sono i civitavecchiesi, al di là delle responsabilità politiche ben individuabili.
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Scaroni , Amministratore Delegato Eni, ex AD Enel


Scaroni e Pierluigi Bersani "Mr. Asso di carboni".



Riportiamo "en passant" anche l'ultima sortita dell'AD Eni Scaroni (illustre pluricondannato, vedi qui l'articolo a firma M. travaglio "Il caso Paolo Scaroni Ovvero il manager all'italiana")
durante un comizio pro-carbone all'università Luiss di Roma si è così espresso:
"KYOTO è [...] 450 milioni di persone colte nel mondo che danno il buon esempio, ma non risolvono un accidente".

Da un punto di vista politico e educativo si tratta di un messaggio propriamente criminoso. Da parte dell'AD di un'azienda multinazionale miliardaria -l'Eni- che si permette anche il lusso di divulgare spot pubblicitari sul risparmio energetico per un pianeta migliore.

Che Scaroni soffra di sensi di inadeguatezza di fronte alla complessità della vita? Caro Scaroni, "un accidente" vale lei, le sue parole, il suo operato, rispetto ai valori civili, e a quanti s'impegnano nella prospettiva di rendere migliore questo mondo. Le più grandi testimonianze umane, i più grandi messaggi, provengono da quanti hanno dimostrato che anche con l'azione appassionata di pochi si può cambiare il mondo.
Quanto contenuto nel trattato di Kyoto, di per sé, non potrebbe mai risolvere i problemi del pianeta, eppure Kyoto è il simbolo di una svolta che si vuole negare.

L'esternazione di Scaroni, non merita affatto attenzione, né tempo: perchè si tratta -è evidente- dell'ennesimo tentativo di far breccia nell'opinione pubblica col banale ma sempre fascinoso principio del "mal comune mezzo gaudio", che tanto piace a chi vuol mantenere le mani libere per lucrare a scapito di interessi pubblici, nazionali e mondiali. Ma abbiamo già avuto modo di argomentare ampiamente su questo.
Semmai a inquietare dovrebbe essere il fatto che Scaroni si permetta di pronunciare quele parole innanzi a un pubblico -in teoria- colto e informato abbastanza da poter ridere della pochezza di certe affermazioni: quello di un'università (non una a caso: si tratta della Luiss...)

Scaroni: una testimonianza di inciviltà paradigmatica.


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