No al carbone Alto Lazio

20 gennaio 2008

"FUMI GRIGI NEL CIELO E NEBBIE NELL’INFORMAZIONE"

Riceviamo e pubblichiamo:


Il destino del popolo civitavecchiese sembra ineluttabile: vivacchiare alla giornata fra una zuppa di pesce e una lamentazione flebile e sottomessa (il pianto è mezzo pane!). Intanto i suoi diritti più elementari vengono calpestati senza risvegliare sussulti di dignità civica.
Due giorni fa, il 18 gennaio, per tutta la giornata, è ricomparsa quella che i giornali hanno definito “una misteriosa cappa di fumo sopra la città”. La cosa è passata nel silenzio più assordante delle Istituzioni di garanzia e controllo: così che a noi non resta che biasimare ancora una volta lo stato di degrado civile della nostra città che ha poco da invidiare alla Napoli immondezzaia, alla Ceppaloni borbonica, alla Cuffaro-sfrontatezza sicula…
L’ingegnere Prelati, referente della Tirreno Power, ci rassicura informandoci che “nel quarto gruppo stiamo bruciando metano che produce vapore”: ancora una volta, l’oste giura di “darci a bere del buon vino”! Eppure quel “vapore” presentava il colore giallognolo tipico di ben altre emissioni che l’esperienza del passato ci ha insegnato a distinguere.
Il panorama che si offre ai nostri occhi è deludente. Ci domandiamo:
- il Dipartimento di prevenzione della ASL è stato forse esonerato dai compiti di vigilanza dell’ambiente e della salute?
- l’Assessorato all’ambiente è forse menomato nelle sue prerogative di monitoraggio dei fenomeni antropici sospettati di nuocere agli equilibri biologici?
- il massimo tutore della nostra salute, il Sindaco, s’è forse rifugiato a pensare nella turris eburnea del Pincio, tutto assorto a rintuzzare gli assalti dell’opposizione marrazziana e verdiana?
- infine, l’Osservatorio ambientale è forse in coma, visto che non produce un solo atto scientifico a vantaggio della città, sebbene alimentato con i milioni di euro elargiti dall’ENEL?
Perdiamo ogni speranza di ottenere soddisfazione del nostro diritto alla salute e all’equilibrio ambientale costituzionalmente garantiti. E ci torna alla mente il verso foscoliano: “Anche la speme, ultima Dea, fugge i sepolcri!”.
Sfortunatamente ci aspettiamo risposte rancorose da parte di quelle Istituzioni che cerchiamo di mettere di fronte a responsabilità pesanti come pietre. E invece servirebbero riscontri credibili…Chiediamo troppo?

Il coordinamento dei medici e farmacisti per la tutela dell’ambiente e della salute .
Civitavecchia, 20 gennaio 2008

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