Riportiamo un articolo apparso sul Resto del Carlino (vedi qui)
Il dossier anti-riconversione preparato dai comitati della provincia di Rovigo, insieme a Wwf e Italia Nostra, nei giorni scorsi è arrivato sul tavolo del Ministero dell’Ambiente consegnato direttamente dalle mani di Giorgio Crepaldi, del comitato Cittadini liberi. Insomma, siamo di fronte all’ennesima mossa di quella che ormai sembra un’infinita partita a scacchi giocata su una tavola che dal Delta del Po scivola fino alla capitale. Una partita non da poco: perchè si parla di sviluppo e ambiente, di posti di lavoro (circa 300) in bilico, e soprattutto di energia in un momento in cui il nostro Paese di energia è affamato.
Nel loro dossier i comitati hanno preso di mira tutte le integrazioni presentate da Enel. E poi hanno sparato una bella raffica di cartucce. E’ davvero così conveniente il carbone, considerando le tecnologie pensate per migliorare l’impatto ambientale?, chiedono i comitati. "No — spiegano nel dossier presentato al Ministero — non c’è la convenienza del kilowattora prodotto con il carbone: le tecnologie disponibili mitigheranno di molto gli effetti negativi, ma la loro applicazione inciderà in misura considerevole sul costo finale". Se saranno applicate in modo corretto e continuativo incideranno sui costi anche del 50%: a quel punto, dicono, "il carbone risulta meno vantaggioso rispetto al gas e all’olio combustibile, è per questo che dubitiamo che nella fase d’esercizio le cose non andranno come previsto".
La commissione Via, lo ricordiamo, aveva chiesto ad Enel anche una relazione tecnica sull’uso di dispositivi di ultima concezione per limitare le emissioni inquinanti in atmosfera. Soprattutto le micropolveri. E anche su questo punto i comitati sollevano più di qualche dubbio, scettici sull’efficacia dei dispositivi applicati per il monitoraggio delle polveri sottili, quelle più dannose per la salute umana, le pm 10 e pm 2,5.
E sull’impatto nelle lagune attraversate dalle bettoline e l’approvvigionamento d’acqua tramite la Sacca del Canarin? "Riteniamo — è la voce dei comitati — che l’argomento sia stato trattato in modo superficiale e non appropriato alla realtà locale, mentre per quanto riguarda l’impiego del Cdr (il combustibile da rifiuti, ndr), in difformità dalla prescrizione regionale, Enel sostiene di non essere interessata e non prevedere di utilizzarne".
I comitati, insomma, hanno fatto ancora una volta la voce grossa nel tentativo di influenzare la commissione Via nella decisione finale. Anche questa volta, insomma, il partito del no boccia in tutto e per tutto il progetto Enel: "E’ ambientalmente incompatibile, con il territorio nel quale il sito è inserito, illeggittimo nei confronti della legge regionale istitutiva del Parco e non rispettoso delle direttive comunitarie per il non adempimento del protocollo di Kyoto che assegna all’Italia quote di emissione di anidride carbonica ben inferiori a quanto invece si realizza", chiudono severi gli ambientalisti.
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