Riceviamo e pubblichiamo:
"Bruciare i rifiuti: dannoso e costoso"
Bruciare rifiuti danneggia la salute e l’ambiente ed ha costi economici socialmente insostenibili. Un recente rapporto della Commissione Europea stimava intorno ai 30 -40 milioni di euro l’anno la somma necessaria per curare i danni alla salute causati da un inceneritore di 200.000 mila tonnellate, quante, cioè, se ne vorrebbero bruciare a Civitavecchia.
Le stesse osservazioni erano state fatte dalla Commissione europea per il carbone avendo un studio dimostrato che, considerando i danni alla salute ed all’ambiente ed i relativi costi per ripararli, l’energia prodotta con il carbone si rivelava non solo la più dannosa ma anche la più costosa.
Queste grandi somme danno un’idea precisa della gravità e della diffusione delle malattie che il trattamento termico dei rifiuti può causare. Cancro, infarto cardiaco, ictus cerebrale, mutazioni genetiche, malattie neurologiche come il Parkinson e l’ Alzheimer, sono solo alcune delle patologie nella cui genesi l’inquinamento svolge un importante ruolo. Si deve sapere che un aumento delle polveri fini derivanti dalla combustione (carbone, rifiuti, petrolio) aumenta del 30-40 % la probabilità di una sindrome coronarica acuta sia in chi ha già avuto un infarto sia in chi non l’ha avuto. Cosa dire, poi, dei danni che l’inquinamento provoca nei soggetti più vulnerabili della popolazione umana come il feto ed il bambino i cui delicati sistemi in via di sviluppo sono molto più sensibili ai veleni ambientali. Particolarmente inquietante è, poi, la constatazione della sinergia tra inquinanti che ne aumenta la capacità di provocare danni anche a dosi basse.
Ciò sembra non interessare soprattutto chi vede nell’incenerimento un’occasione di facile guadagno anche perché il prezzo, sia in termini di sofferenza umana che di costo economico, delle malattie e dei danni ambientali è, come al solito, a carico di tutti noi mentre il profitto interessa solo pochi.
Bruciare i rifiuti viola sia il principio di prevenzione che quello di precauzione presenti nella legislazione internazionale e nazionale. In base a tali principi andrebbero presi provvedimenti per la salute pubblica in risposta a conoscenze non solo certe, ma anche limitate, circa i rischi di danno alla salute ed all’ambiente. Le evidenze scientifiche sui danni causati dai prodotti della combustione dei rifiuti, così come per il carbone, sono tali che chiunque proponga, nella nostra città, la costruzione di un inceneritore compie un deliberato attentato contro l’ambiente e la salute nostra, dei nostri figli e dei figli dei nostri figli."
Dott. Marco Di Gennaro
"Bruciare i rifiuti: dannoso e costoso"
Bruciare rifiuti danneggia la salute e l’ambiente ed ha costi economici socialmente insostenibili. Un recente rapporto della Commissione Europea stimava intorno ai 30 -40 milioni di euro l’anno la somma necessaria per curare i danni alla salute causati da un inceneritore di 200.000 mila tonnellate, quante, cioè, se ne vorrebbero bruciare a Civitavecchia.
Le stesse osservazioni erano state fatte dalla Commissione europea per il carbone avendo un studio dimostrato che, considerando i danni alla salute ed all’ambiente ed i relativi costi per ripararli, l’energia prodotta con il carbone si rivelava non solo la più dannosa ma anche la più costosa.
Queste grandi somme danno un’idea precisa della gravità e della diffusione delle malattie che il trattamento termico dei rifiuti può causare. Cancro, infarto cardiaco, ictus cerebrale, mutazioni genetiche, malattie neurologiche come il Parkinson e l’ Alzheimer, sono solo alcune delle patologie nella cui genesi l’inquinamento svolge un importante ruolo. Si deve sapere che un aumento delle polveri fini derivanti dalla combustione (carbone, rifiuti, petrolio) aumenta del 30-40 % la probabilità di una sindrome coronarica acuta sia in chi ha già avuto un infarto sia in chi non l’ha avuto. Cosa dire, poi, dei danni che l’inquinamento provoca nei soggetti più vulnerabili della popolazione umana come il feto ed il bambino i cui delicati sistemi in via di sviluppo sono molto più sensibili ai veleni ambientali. Particolarmente inquietante è, poi, la constatazione della sinergia tra inquinanti che ne aumenta la capacità di provocare danni anche a dosi basse.
Ciò sembra non interessare soprattutto chi vede nell’incenerimento un’occasione di facile guadagno anche perché il prezzo, sia in termini di sofferenza umana che di costo economico, delle malattie e dei danni ambientali è, come al solito, a carico di tutti noi mentre il profitto interessa solo pochi.
Bruciare i rifiuti viola sia il principio di prevenzione che quello di precauzione presenti nella legislazione internazionale e nazionale. In base a tali principi andrebbero presi provvedimenti per la salute pubblica in risposta a conoscenze non solo certe, ma anche limitate, circa i rischi di danno alla salute ed all’ambiente. Le evidenze scientifiche sui danni causati dai prodotti della combustione dei rifiuti, così come per il carbone, sono tali che chiunque proponga, nella nostra città, la costruzione di un inceneritore compie un deliberato attentato contro l’ambiente e la salute nostra, dei nostri figli e dei figli dei nostri figli."
Dott. Marco Di Gennaro
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