Riportiamo un comunicato apparso su centumcellae.it:
“Sono trascorsi ormai quasi quattro mesi dalla nota ufficiale con cui l’Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa Lazio) segnalava al ministero dello Sviluppo economico serie carenze nelle autorizzazioni per la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga nord, chiedendo il riesame del decreto autorizzativo. Da allora, tranne una sintetica presa d’atto da parte del ministero, non è arrivata nessun altra notizia. E i lavori proseguono. Un silenzio francamente non giustificabile”. La denuncia è di Enrico Fontana, Capogruppo della Sinistra Arcobaleno (Prc, Verdi, PdCI, Sd) al Consiglio regionale del Lazio. “In particolare l’Arpa - aggiunge Fontana - segnala al Ministro Bersani quattro carenze prescrittive del decreto. La prima riguarda la mancata definizione, contestualmente all’atto autorizzativo, del piano di monitoraggio e controllo delle emissioni degli scarichi. La seconda invece si sofferma sull’assenza di piani per gestire eventuali malfunzionamenti dell’impianto”. “Ma non basta. Non sono stati definiti i punti di controllo, i valori limiti delle emissioni per le acque reflue e i valori connessi agli scarichi a mare delle acque industriali e di processo - prosegue Fontana - mentre le emissioni in atmosfera, i valori di flusso di massa prescritti all’intera centrale per gli ossidi di azoto, di zolfo, e le polveri non sono congrui con quanto autorizzato. Senza dimenticare che non esiste alcun limite imposto per micro e macro inquinanti”. “L’Arpa sottolinea poi al Ministro Bersani – dice Fontana - che nel decreto non esiste una norma legislativa per contestare al gestore le eventuali inadempienze. Non solo. Lo stesso decreto non individua un organo di controllo in grado di far rispettare le prescrizioni alla ditta (l’Arpa Lazio infatti può soltanto concordare con la ditta i protocolli per i monitoraggi ambientali)”. “Dal rapporto dell’Arpa emerge un quadro lacunoso sulla vicenda della riconversione della centrale Enel - conclude Fontana - che mette a rischio i controlli dell’Apat e dell’Arpa stessa per quanto riguarda le questioni ambientali legate al progetto di riconversione a carbone di Civitavecchia. Sono ragioni più che sufficienti per procedere, rapidamente, al riesame del decreto che ha autorizzato i lavori e trarne le dovute conclusioni”.
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