No al carbone Alto Lazio

29 maggio 2008

L.M. Saladini: "TVS ci sta uccidendo"

Pubblichiamo un comunicato di L. M Saladini, ma ribadendo la nostra contrarietà a qualsiasi idea di compensazione economica: il diritto alla salute non è in discussione né in vendita. Non può essere scambiato per ridicole riduzioni della bolletta o qualche decina di posti di lavoro. Di fronte alla ragion di Stato il nostro territorio ha già dato, troppo Quindi NO a TVN a carbone, innanzitutto. E via il prima possibile TVS da questo territorio. Dopo quello che abbiamo sopportato possiamo accettare SOLO energia pulita. Peraltro non esistono per noi forme di controllo o tutela nei confronti di questi inquinanti e delle loro sorgenti.

Così Tirreno Power ci sta uccidendo.
Considerazioni del Dott.Lucio Mario Saladini.... Si parla tanto della ormai prossima apertura della centrale a carbone di TVN ma prima di pensare al futuro sarebbe bene anche contrastare il presente e non dimenticare il passato, recente e meno recente.
L'allarme è serio, viene da ricercatori del Cnr ed è supportato da ricerche dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): non è vero che le centrali a turbogas come quella di TVS – Tirreno Power – per la produzione di energia elettrica sono "pulite", è esattamente il contrario, inquinano terribilmente e sono pericolosissime per la salute.
Il fatto è che gli inquinanti sono particelle ultra sottili, ancora poco studiate e non tenute in considerazione. In pratica, cambia solo la taglia degli inquinanti, rendendoli ancora più pericolosi.
Lo conferma l'OMS secondo la quale le particelle emesse sono talmente sottili da passare direttamente dai polmoni al sangue e quindi agli organi vitali, causando allergie, malattie respiratorie e cardiovascolari. Le particelle sono state individuate da analisi effettuate su impianti negli USA.
Il pericolo è ancora maggiore in quanto questo tipo di inquinamento non è ancora stato preso in considerazione dalle normative sulla qualità dell'aria.
Il controllo delle particelle ultra sottili è reso ancora più difficile dal fatto che solo una piccola quota di queste, un settimo, è emesso come inquinante primario al momento della combustione del gas; il resto si forma come inquinante atmosferico secondario a partire dai processi foto- himici in cui sono coinvolti gli scarichi delle centrali nell'ambiente.
Per chi volesse maggiori informazioni è sufficiente ricercare su internet il testo completo dell'articolo di Nicola Armaroli, chimico e ricercatore dell'Istituto per la sintesi organica e la foto reattività del Cnr di Bologna.
Ma intanto voglio ricordare che in Italia sono in fase di progettazione una decina di centrali termoelettriche a turbo-gas, cioè impianti a ciclo combinato alimentati a gas naturale (metano); ma dagli studi di Nicola Armaroli risulterebbero meno "puliti" di quanto ci abbiano fatto credere sinora i soliti untori.
Utilizzando dati su impianti analoghi funzionanti in California è emerso che una centrale da 780 MW di potenza, che eroga 4670 GWh di energia, emette ogni anno, oltre ad anidride carbonica e ossidi di azoto (NOx) già preventivati, anche 290 t di particolato (PM 10, PM 2,5 e PM 0,1 - ovvero le "polveri" sospese in atmosfera, con diametro inferiore rispettivamente a 10-2,5-0,1 millesimi di mm), 9 t di ossidi di zolfo (SOx), 126 t di monossido di carbonio (CO), 205 t di metano e 42 t di altri composti organici volatili; sostanze che sarebbero sottostimate, se non del tutto trascurate, dai progettisti. Criticabile è anche una normativa che non impone controlli sul particolato secondario (non emesso direttamente ma che si forma poi in atmosfera) fine ed extrafine, cioè PM 2,5 e PM 0,1 particolarmente insidiosi per l'apparato respiratorio.
Altre conferme autorevoli sulla dannosità per la salute delle centrali termoelettriche a turbogas si trovano in un nuovo studio congiunto delle università di Trento e Padova, sull'impatto di un impianto esistente a Montecchio Maggiore (Vc), dove vengono sottolineati i rischi derivanti delle emissioni di polveri fini alimenta le preoccupazioni espresse da cittadini di tutta Italia in merito alla pericolosità delle emissioni di polveri fini e ultrafini da centrali termoelettriche a ciclo combinato.
Lo studio, commissionato dalla stessa Camera di Commercio di Vicenza e redatto da Paolo Baggio (Università di Trento), Giovanni Antonio Longo e Andrea Gasparella (Università di Padova), riguarda i parametri di valutazione dell’impatto del progetto di centrale termoelettrica di Montecchio Maggiore (Vicenza), della potenza di 760 Megawatt, e prende in considerazione tre punti essenziali: le emissioni in atmosfera, il sistema termodinamico della centrale e le compensazioni ambientali.
Per quanto riguarda il primo punto, si legge che la centrale, così come viene presentata dal progetto redatto da Euganea Energia, emette una quantità rilevante di ossidi di azoto, ossidi di carbonio e polveri. Una quantità talmente elevata da superare, secondo lo studio, quella emessa complessivamente dai 17 comuni del circondario. Le conclusioni relative al secondo punto indicano che il sistema termoelettrico è dotato di un “impianto non molto flessibile”, pur se fornito di turbine collaudate e quindi affidabili. Quanto alle compensazioni dell'impatto ambientale, infine, gli studiosi definiscono quelle che metterebbe in campo Euganea Energia “poco percorribili perché generiche e scarsamente documentate”.
Questa ricerca va ad aggiungersi all’ormai noto studio di Nicola Armaroli e Claudio Po del Cnr, e rappresenta a livello nazionale un ulteriore, autorevole campanello d’allarme sulla pericolosità delle centrali turbogas per la salute umana e l’ambiente.
A questo punto, analizzando ciò che ci fa respirare da anni Tirreno Power è lecito richiedere alla società energetica i danni per le passate “malefatte” e la stipula immediata di una convenzione con il Comune di Civitavecchia che ripaghi, almeno in parte, l’avvelenamento al quale siamo quotidianamente sottoposti e che, sembra, sia destinato a diventare veramente insopportabile con l’imminente apertura della nera e carbonifera TVN.
È quindi necessaria una vera e propria mobilitazione politica e popolare contro entrambe le società energetiche che appestano il nostro territorio in difesa della salute pubblica e dell’ambiente. In difesa dei nostri figli.

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