No al carbone Alto Lazio

16 luglio 2008

Al Parlamento Europeo la petizione popolare


Centrale Enel a carbone di Civitavecchia: oggi i rappresentanti dei cittadini dell'Alto Lazio hanno depositato al Parlamento Europeo la petizione popolare che denuncia gravi omissioni ed anomalie del progetto e rischi seri per la salute dei cittadini.

Oggi, Mercoledì, 16 luglio, il Comitato dei Cittadini Liberi, il Movimento No Coke Alto Lazio ed il Coordinamento Nazionale dei Medici per la Salute e l'Ambiente con il sostegno dell'Università Agraria Tarquinia, hanno consegnato al Presidente della Commissione Petizioni Marcin Libicki l'istanza sottoscritta da duemila Cittadini dell'Alto Lazio contro la centrale a carbone Enel di Torre Valdaliga Nord.

Il Presidente della Commissione Petizioni ha ascoltato con interesse le motivazioni dei comitati, preoccupati per la salute delle popolazioni locali, già seriamente compromessa da 40 anni di inquinamento da fumi di olio combustibile delle centrali termoelettriche del polo energetico più grande d'Europa.

La petizione denuncia le carenze della Valutazione d'Impatto Ambientale della nuova centrale a carbone, che tra l'altro omette di citare i valori delle emissioni previste per arsenico, acido cloridrico ed acido fluoridrico oltre ad essere lacunosa sui dati epidemiologici della popolazione interessata. Sono stati allegati i pareri negativi del Ministero della Salute e dell'Ambiente che in passato criticavano tali mancanze e mettevano in discussione lo stesso decreto autorizzativo, se tali dati non fossero stati integrati e portati a conoscenza della popolazione. Diverse sono le norme comunitarie sulle emissioni industriali, in primis la direttiva 96/61, ad essere disattese: questa denuncia che sarà esaminata nei prossimi giorni dalla commissione Petizione è stata anche portata a conoscenza degli onorevoli Guidoni, Frassoni, Musacchio e dei rappresentanti dell'on Angelilli e Foglietta.

Obiettivo della petizione è ottenere una valutazione completa ed attendibile dell'impatto ambientale della futura centrale a carbone che l'Enel sta già costruendo. Si vuole cioè soprattutto difendere la salute e l'economia di un territorio a forte vocazione agricola e turistica, custode di tesori ambientali e culturali riconosciuti dall'Unesco come patrimonio dell'umanità.

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