Da megachip
"Sarebbe utile approfittare veramente dell’occasione per impostare la costruzione di un sistema energetico a bassa emissione di CO2, alternativo a quello attuale. Perché è chiaro che non si può vivere di solo petrolio e che la stabilità del prezzo del greggio, posta al centro di questo G8, non è assolutamente la soluzione né per la crescita economica, né contro il cambiamento climatico".
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente ha commentato i primi esiti del 'G8 Energia' che si è concluso ieri a Roma. "Gli investimenti
vanno attivati per la ricerca in efficienza energetica e le rinnovabili per un modello di sviluppo che, per altro, può e deve fare a meno del nucleare. Perché oltre ai pesanti rischi che l’energia atomica comporta, i costi per la realizzazione delle centrali sarebbero tali da assorbire tutte le risorse. Pianificare stanziamenti per il nucleare insieme a incentivi per le fonti pulite è come pretendere di avere la botte piena e la moglie ubriaca" - ha continuato Cogliati Dezza.
Una delegazione di Greenpeace ha manifestato davanti alla sede del meeting con 15 specchi, protestando contro il carbone e il nucleare "su cui sta puntando il governo Berlusconi" e invitando a investire nelle centrali solari a concentrazione (CPS), nuova frontiera dell'energia rinnovabile. "Le centrali a concentrazione possono fornire energia sicura su scala industriale per tutto il giorno ricorrendo a tecnologie di stoccaggio del calore" - ha spiegato Greenpeace che per l'occasione ha lanciato il rapporto economico e scientifico "Global CSP Outlook 2009" sul solare a concentrazione (CSP). Il solare a concentrazione - noto anche come solare termodinamico - produce calore ed elettricità usando centinaia di specchi per concentrare i raggi del sole a temperature comprese tipicamente tra 400°C e 1000°C. "L’intensa attività di ricerca e sviluppo degli ultimi 15 anni ha permesso il decollo della tecnologia che negli ultimi anni si è sviluppata rapidamente".
Dal rapporto - redatto assieme a Estella (European Solar Thermal Electricity Association) e SolarPACES - emerge che gli investimenti nel "solare a concentrazione" supereranno i 20 miliardi di euro al 2015 e che il settore potrà dare lavoro nel mondo a circa 90mila persone nei prossimi cinque anni. I maggiori progetti in via di realizzazione sono in California e Spagna che prevede di raggiungere 10 GW di potenza entro il 2017, una cifra molto elevata. "Il costo dell’energia elettrica prodotta da centrali solari a concentrazione è in diminuzione. Mentre i costi di generazione della fonti rinnovabili continueranno a essere sempre più competitivi, il prezzo delle fonti fossili, invece, continuerà ad aumentare, sia a causa dell’esaurimento delle risorse che del costo crescente delle emissioni di CO2" - sostiene Greenpeace. Per questo - secondo l'associazione "puntare su carbone e nucleare - come sta facendo il governo Berlusconi - è una strategia ‘killer del clima’ e che rischia di far perdere all’Italia un’importante occasione di sviluppo economico". Greenpeace ha chiesto di "fissare obiettivi vincolanti per lo sviluppo delle rinnovabili" e di promuovere la diffusione delle nuove tecnologie nei Paesi in via di sviluppo.
inseguitore-solareAl termine del suo intervento a chiusura della sessione mattutina del G8, il ministro Scajola ha incontrato una delegazione di Greenpeace, che gli ha consegnato uno specchio solare con la scritta 'Go Solar' ed una maglietta della campagna 'Save Our Climate' (foto). "Il ministro ha dichiarato di utilizzare nella sua casa solare fotovoltaico e termico" – ha riferito Francesco Tedesco, responsabile della campagna 'Energia e Clima' di Greenpeace a Vita. Scajola si è dichiarato interessato ad approfondire le potenzialità di questa nuova fonte rinnovabile e ha riconosciuto che sul solare a concentrazione l’Italia è in forte ritardo. In fase di realizzazione vi sarebbe solo il piccolo progetto - di appena 5 megawatt - di Priolo Gargallo (Siracusa) basato sulla tecnologia di Rubbia .
E i colossi come Enel ed Eni hanno dichiarato che non stanno sviluppando nessun progetto di solare a concentrazione in Italia. "Greenpeace si augura che il ministro alle dichiarazioni faccia seguire i fatti, spronando Eni ed Enel in questa direzione perché
continuare a puntare su carbone e nucleare è una strategia killer del clima" - ha commentato Tedesco. "Siamo soddisfatti per le misure di efficienza energetica decise ieri all’interno del G8 Energia, ma sul nucleare le opinioni di Greenpeace e del Ministro restano molto distanti. Per Scajola il nucleare non è pericoloso. Secondo Greenpeace il nucleare rimane una fonte non solo pericolosa, ma anti-economica, che negli anni non ha risolto nessuno dei suoi problemi, come quello delle scorie" – ha concluso Tedesco.
Il G8 Energia - a cui hanno partecipato 23 ministri dell'energia e le prime 20 aziende del settore - ha lanciato un patto tra governi pronti a garantire un quadro di regole certe e incentivi allo sviluppo e aziende impegnate a mantenere alto il livello degli investimenti - segnala 'La Nuova Ecologia'. Il confronto tra governi è stato allargato alla partecipazione delle prime 20 aziende del settore. Ma la maggiore attenzione si è dedicata al prezzo del barile, perché "un prezzo basso del petrolio è di aiuto sul fronte della crisi economica ma frena gli investimenti" - ha spiegato Scajola indicando che è necessario lavorare per un prezzo che "sia equo e non volatile".
I lavori del summit si sono focalizzati anche sul problema della povertà energetica: il sostegno agli investimenti energetici per l'Africa e i paesi più poveri. "In questo senso - ha evidenziato Scajola - si possono creare opportunità di lavoro e frenare le pressioni migratorie". Al riguardo ActionAid pur accogliendo con favore l’impegno dei Ministri dell’Energia del G8 per migliorare l’efficienza energetica e porre le basi per una piattaforma globale di tecnologie a bassa emissione ha chiesto "maggiore chiarezza" su quali
saranno queste tecnologie da utilizzare. "Soluzioni energetiche come i biocarburanti di prima generazione infatti, non possono rappresentare la vera strada nella lotta contro i cambiamenti climatici e l’accesso all’energia nei Paesi in Via di Sviluppo" - afferma il comunicato di ActionAid.
Proprio "l'industria dei biocarburanti – spiega ActionAid - è ormai considerata la principale causa della crisi dei prezzi che si è recentemente abbattuta sui mercati dei prodotti agricoli su scala globale. La corsa al soddisfacimento di target di consumo sempre più
ambiziosi sui biocarburanti, negli USA e in Europa, ha sostanzialmente e persistentemente alterato i mercati globali dei prodotti agricoli. I paesi membri del G8, ad eccezione di Russia e Giappone, hanno attualmente la maggiore capacità produttiva in questo settore. Per questo motivo Actionaid chiede a questi paesi un’immediata moratoria su un’eventuale ulteriore espansione dell’utilizzo di biocarburanti provenienti da produzioni agroindustriali monoculturali.
29 maggio 2009
G8: "Carbone e nucleare obsoleti, il solare è la nuova frontiera"
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