No al carbone Alto Lazio

23 aprile 2010

Battaglia contro il carbone in Argentina

Riportiamo da Greenreport.it

"I ghiacciai si stanno ritirando ad un ritmo allarmante a causa del cambiamento climático. Nonostante questo, la presidente Cristina Fernández de Kirchner sta costruendo a Río Turbio una mega-centrale a carbone, la forma di produzione di energia più inquinante e che genera più cambiamento climatico. La soluzione per fermare il cambiamento climatico e salvare i ghiacciai è quella di smettere di utilizzare il carbone per produrre elettricità e farlo con le energie pulite e rinnovabili, come l'eolico». Comincia così l'appello ad una cyber-azione di Greenpeace Argentina che ha già intasato la casella e-mail della presidenza della repubblica con le firme di oltre 93.000 persone sotto questa lettera: «"Carbone o ghiacciai" è la sintesi del prezzo che hanno alcune delle iniziative che si stanno portando avanti in materia energetica. Cominciare a produrre elettricità basata sul carbone fossile, come vuole fare il suo governo con la costruzione della centrale termica di Río Turbio, costituisce un forte contributo alle emissioni di gas che influiscono sull'atmosfera e provocano il riscaldamento globale. Questo processo climatico sta mettendo a rischio la sopravvivenza dei ghiacciai, le principali riserve di acqua dolce. Il carbone non è una opzione da promuovere nell'attuale situazione e nella situazione che vivremo nei prossimi anni; averne promosso e incoraggiato l'utilizzo nella metà del secolo scorso, non fornisce nessuna razionalità per farlo ora. In relazione alla questione climatica, con frequenza si ripetono espressioni come quella che l'Argentina "non ha impegni". Questa dichiarazione è falsa, un grande equivoco. Quello che non ha l'Argentina è un impegno quantificato legalmente vincolante, vale a dire, non deve rispettare un obiettivo specifico in materia di riduzione di emissioni. Però l'Argentina, facendo parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (1992) si assume impegni di riduzione (Artícolo 4). Inoltre, essendo anche parte del Protocollo di Kyoto (1997) questo impegno si ripete nel suo articolo 10. Vale a dire, il nostro Paese, come parte di tali accordi, deve formulare delle politiche di mitigazione. Lo sviluppo del carbone come fonte di energia è un grave errore. Si tratta di una fonte di energia sporca mentre disponiamo di risorse energetiche pulite che non hanno nessuno sviluppo, come l'energia eolica. Mentre si destinano ogni anno milioni di dollari in energie sporche, per le energie rinnovabili esistono solo promesse e annunci che non si concretizzano mai. Lo scarsissimo sviluppo dell'energia eolica è una chiara dimostrazione del fallimento della politica energetica per mettere l'Argentina sulla strada della sostenibilità. E' necessario che il suo governo produca un modello energetico innovativo e che questo sia all'altezza della sfida climatica che stiamo affrontando. L'Argentina può iniziare da subito la transizione verso le energie rinnovabili, ridicendo emissioni ed inquinamento, minimizzando gli impatti sociali e producendo posti di lavoro sostenibili. Il potenziale delle risorse esistenti lo permette, e anche la capacità tecnologica, manca solo la volontà politica di cambiare».

Il problema del carbone in Argentina è arrivato alla ribalta internazionale il 12 aprile, direttamente sulle pagine del Washington Post: Greenpeace ha comprato una intera pagina per criticare il progetto di costruire una centrale a carbone in Patagonia, a Río Turbio, nella provincia di Santa Cruz, dando così il "benvenuto" alla presidente Cristina Fernández de Kirchner in visita ufficiale negli Usa. Il titolo dell'avviso riprendeva il titolo di una nota canzone del film su Evita Peron e non lasciava spazio a dubbi: "Don´t cry for me, Patagonia" e Juan Carlos Villalonga, direttore elle campagne di Greenpeace Argentina spiegava: «Si tratta del primo passo di un piano per cominciare ad utilizzare su grande scala il carbone come fonte di energia». Il paragone tra Evita Peron e la peronista Cristina Fernández de Kirchner è di quelli che bruciano in Argentina, e Greenopeace non risparmiava nulla alla "Presidenta": «Una donna con una visione di largo respiro non potrebbe mettere a rischio i ghiacciai e le riserve idriche dell'Argentina». Eugenia Testa, direttrice politica de Greenpeace Argentina ribadiva: «Il governo scommette sul carbone come fonte energetica, sta scommettendo sul peggior contributo alla mitigazione del cambiamento climatico» Dal Washington Post gli ambientalisti ricordavano ai peronisti: «L'Argentina deve avere un atteggiamento responsabile in materia di cambiamento climatico, tanto nelle sue decisioni interne, come per le sue richieste ai Paesi industrializzati perchè si assumano le loro responsabilità».

Lo scontro politico con le associazioni ambientaliste è molto forte: Greenpeace e l'Asamblea Ambiental Ciudadana (Acc) di Río Gallegos, Santa Cruz, hanno accusato il governo di aver già pagato prima della presentazione dello studio di valutazione ambientale 142 milioni di dollari all'impresa spagnola Isolux Corsán, che costruirà la centrale di Río Turbio. La Isolux Corsán ha risposto di aver ricevuto solo un anticipo di 74.723.863,16 pesos (circa 20 milioni di dollari), ma gli ambientalisti hanno dimostrato che «In virtù della Resolución Conjunta 142/2007 begin_of_the_skype_highlighting              142/2007      end_of_the_skype_highlighting e 9/2007 del 27 di dicembre», sono stati versati circa 142 milloni nell'agosto 2008, mentro lo studio per la Via è stato presentato nel settembre 2008. Secondo Greenpeace «E' una violazione della Ley General del Ambiente e dimostra che la realizzazione di questa opera era già in pieno procedimento esecutivo in maniera indipendente dai risultatoi del procedimento di valutazione ambientale. Secondo la Acc di Río Gallegos, «Isolux continua a mentirci».

Il Secretario de Minería dell'Argentina, Jorge Mayoral, del ministero di pianificazione federale, investimenti pubblici e servizi, ha definito la pagina sul Washington Post, una pubblicità che «Dispezza gli Argentini» e Villalonga e Testa gli rispondono a brutto muso: «E' lei che sta dispezzando gli argentini quando dice che l'impresa del Río Turbio «Cerca di aumetare il valore aggiunto recuperando e migliorando le condizioni di lavoro locali", essendo questo in realtà un'opera che non ha nessuna razionalità economica per poterla considerare come un investimento capace di produrre vero lavoro. Invece, questa proposta significa la continuità dei lavori insalubri come quelli nelle miniere di carbone e in una fonte di energia altamente inquinante. Da un lato, l'impresa che difendete come una "summa" della gestione energetica, in realtà quel che state facendo è solo peggiorarla, visto che già oggi è dipendente per il 90% da combustibili fossili . Quello che si sta aggiungendo è il peggiore combustibile in materia di contaminanti chimici e che più contribuisce al riscaldamento globale. Dall'altro lato, lei non solo disprezza l'intelligenza degli argentini, ma mente anche spudoratamente quando dice che Greenpeace non fa nessuna domanda ai grandi Paesi sugli stessi temi. Lei ha detto che Greenpeace ha "la vista cieca sull'impatto e la mancanza di mitigazione e le carenze delle grandi potenze". Il suo discorso ha riovelato chiaramente che non conosce completamente le discussioni e i negoziati internazionali sul cambiamento climatico che si tengono da più di 20 anni. Una loro m inima conoscenza le avrebbe dato un'idea del ruolo che hanno svolto organizzazioni come Greenpeace e si sarebbe evitato di dire queste sciocchezze».

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma come si fa a far costruire una centrale a carbone che è una delle più inquinanti in una terra come la patagonia?!