No al carbone Alto Lazio

26 aprile 2010

Inquinamento dell'acqua a Civitavecchia: in attesa di risposte da chi dovrebbe tutelarci

Comunicato del Coordinamento dei Medici e dei Farmacisti

"Oggi apprendiamo con preoccupazione dagli organi di informazione nazionali che per nove anni alcune regioni italiane hanno agito in deroga alle norme di Bruxelles e fra queste anche il Lazio, permettendo l’utilizzazione di acque ai fini potabili con alte concentrazioni (fino a cinque volte i valori consentiti) di arsenico, bromo e fluoro. L’allarme è stato lanciato dal comitato scientifico incaricato dalla Commissione Ue di dare un parere sulle acque potabili italiane. Noi chiediamo al nostro Primo Cittadino, massima Autorità Sanitaria locale, se sia ancora in vigore, perché prorogato, il Decreto congiunto dei Ministri della Salute e dell’Ambiente (D.M. del 04/10/2007, in G.U. 06/11/2007) che, invece di interdire la captazione e la distribuzione delle acque del fiume Mignone (inquinate dagli scarichi fognari, mal depurati, di quattro Comuni: Vejano, Oriolo, Montevirginio e Canale Monterano), concede al Comune di Civitavecchia la facoltà di erogare acqua contenente un surplus di trialometani fino a 80 microgrammi per litro. Se cosi fosse, nella nostra città avremmo una situazione paradossale perché, agli effetti deleteri dell’arsenico, del bromo e del fluoro, si sommerebbero quelli dei trialometani nella assoluta indifferenza delle autorità preposte a vigilare sullo stato della nostra salute.

Sappiano i nostri distratti concittadini che i trialometani sono sostanze tossiche per tutti gli organi vitali e che sono stati dimostrati la loro patogenicità cancerosa ed altri effetti tossici che interferiscono in modo particolare sulla salute dei neonati, dei bambini e delle gestanti.

Pretendere che “per Decreto” le leggi di Natura e le certezze scientifiche si possano modificare ad libitum è un delitto contro l’intelligenza, oltre che contro ogni elementare principio di uno Stato di diritto quale ci illudiamo che sia la Repubblica Italiana. Per cui noi ci aspetteremmo che il nostro Primo Cittadino (che è la più alta carica di garanzia d’una corretta gestione della salute pubblica), si opponesse a tale ferita inferta alla pacifica convivenza dei propri amministrati, riportando i valori massimi consentiti delle sostanze inquinanti a quelli suggeriti dalla Comunità Europea, anche se il decreto sui trialometani dovesse rimanere ancora in vigore. Questo intervento di adeguamento alle normative europee è, per noi cittadini di questo comprensorio, di vitale importanza viste le innumerevoli fonti inquinanti cui siamo da decenni soggetti."

1 commento:

Anonimo ha detto...

peccato, l'alto Lazio è una delle più belle zone d'Italia, ma la gente è troppo buona, e quindi accetterà, i politici lo sanno benissimo, mica fanno le cose a casaccio...