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"Roma, 7 giu. (Apcom) - Oltre 550 miliardi di dollari l'anno: è quanto nel mondo viene speso, prevalentemente dalle grandi economie emergenti, in sussidi pubblici sull'energia da fonti fossili, che spesso servono a tenere bassi i prezzi dei carburanti o a limitare i costi a favore delle imprese locali. La stima è dall'Agenzia internazionale sull'energia, secondo la bozza di uno studio anticipata oggi in apertura dal Financial Times. Tagliare questa voce di spesa, come del resto si sono impegnati a fare i leader mondiali, garantirebbe dei benefici "concreti e rapidi", ha osservato Fatih Birol, capo economista dell'ente parigino, implicando immediate riduzioni dei consumi e delle emissioni di CO2. La riduzione dei sussidi pubblici a carburanti e fonti di energia fossili, come il petrolio, era stata concordata lo scorso anno al G20, che raggruppa i grandi paesi avanzati, i giganti emergenti, come Cina e India, e alcuni player di primo piano dell'energia, come l'Arabia Saudita. E secondo l'Aie sono proprio i paesi emergenti e i produttori di greggio coloro che spendono di più su questa voce: i 557 miliardi di dollari stimati sul 2008, l'ultimo anno su cui sono disponibili dati, corrispondopno alle spese effettuate da 37 grandi paesi emergenti, tra cui Iran, Russia, Arabia Saudita, India e Cina. Coloro che criticano questi sussidi fanno leva sul fatto che alimentano gli sprechi, rileva l'Ft, riducono al sicurezza energetica globale e soffocano gli investimenti sulle fonti pulite, e in questo modo gli sforzi per reagire ai mutamenti climatici. Copyright APCOM (c) 2008
8 giugno 2010
Troppi sussidi pubblici a petrolio e carbone per calmierare i prezzi dell'energia
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