Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un
articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo
Solar and Nuclear Costs - The Historic Crossover, pubblicato sul sito dell’ateneo. «Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh). Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti pubblici e il trasferimento del rischio finanziario sulle spalle dei consumatori di energia e dei cittadini che pagano le tasse.
COSTI FOTOVOLTAICO IN DISCESA - Secondo lo studio di Blackburn negli ultimi otto anni il costo del fotovoltaico è sempre diminuito, mentre quello di un singolo reattore nucleare è passato da 3 miliardi di dollari nel 2002 a dieci nel 2010. In un precedente studio Blackburn aveva dimostrato che se solare e eolico lavorano in tandem possono tranquillamente far fronte alle esigenze energetiche di uno Stato come il Nord Carolina senza le interruzioni di erogazione dovute all’instabilità di queste fonti.
COSTI NUCLEARE IN CRESCITA - I costi dell'energia fotovoltaica, alle luce degli attuali investimenti e dei progressi della tecnologia, si ridurrà ulteriormente nei prossimi dieci anni. Mentre, al contrario, i nuovi problemi e l'aumento dei costi dei progetti hanno già portato alla cancellazione o al ritardo nei tempi di consegna del 90% delle centrali nucleari pianificate negli Stati Uniti, spiega Mark Cooper, analista economico dell'Istituto di energia e ambiente della facoltà di legge dell'Università del Vermont. I costi di produzione di una centrale nucleare sono regolarmente aumentati negli ultimi anni e le stime sono costantemente in crescita.
Redazione online
27 luglio 2010
12 commenti:
avete dimenticato questa nota, sempre dal sito del NYT:
Editors' Note: August 3, 2010
An article published July 27 in an Energy Special Report analyzed the costs of nuclear energy production. It quoted a study that found that electricity from solar photovoltaic systems could now be produced less expensively than electricity from new nuclear power plants.
In raising several questions about this issue and the economics of nuclear power, the article failed to point out, as it should have, that the study was prepared for an environmental advocacy group, which, according to its Web site, is committed to ‘‘tackling the accelerating crisis posed by climate change — along with the various risks of nuclear power.’’ The article also failed to take account of other studies that have come to contrasting conclusions, or to include in the mix of authorities quoted any who elaborated on differing analyses of the economics of energy production.
Although the article did quote extensively from the Web site of the Nuclear Energy Institute, an industry group, representatives of the institute were not given an opportunity to respond to the claims of the study. This further contributed to an imbalance in the presentation of this issue
saluti Cavallopazzo
Se è vero che il FV ha raggiunto i costi dle nucleare, eliminerei gli incentivi, così potremo vedere salire la quota di en. elettrica prodotta con fonte FV negli USA da circa 1 mld di kWh/anno fino a raggiungere la quota nucleare, che si aggira intorno a 800 mld di kWh
Bene, visto che stiamo -come è giusto- proponendo una visione sistemica, vogliamo provare a calcolare il costo dell'intero ciclo di produzione energetica nucleare?
Comprendendo naturalmente le operazioni di stoccaggio da rinnovarsi ogni cento anni circa.
In aggiunta possiamo provare a immaginare la quantità di scorie che finiranno seppellite sotto i mari.
Saluti a te
Caro MTM non chiedo di megli che di far chiarezza, di dire le cose come stanno. Se un fatto è vero di per sé, non è inventando o manipolando la realtà che diventa più vero.
Attorno all'energia nucleare parlano tutti, medici, infermieri, professori di lettere e bidelli, guardie giurate e poliziotti, economisti e ragionieri, tutti senza competenza, scrivono quello che gli pare, rilanciano quello che sentono.
Come esempi della disinformazione vedi il mio intervento sui cinghiali radioattivi, su questo stesso sito; l'articolo che sostanzialmente è aria fritta si trova in centinaia di blog.
Oppure leggere quest'altro articolo di aria fritta, puro terrorismo mediatico, che ho scoperto stamane (il mio è l'ultimo dei commenti):
http://www.dillinger.it/bosnia-dopo-la-guerra-i-fusti-radioattivi-29484.html
Anche quest'articolo, l'ho ritrovato in decine di siti e blog.
Cavallo pazzo
(carA MTM)
Bene, anzi male: perché nonostante queste buone intenzioni salti a piè pari la mia sollecitazione.
Parlaci del come stoccare in modo sicuro e di quanto ci costa sul lungo periodo, e della sicurezza che abbiamo che -proprio grazie a questi costi elevatissimi- continueremo a trovare scorie radioattive seppellite in ogni dove.
Costi e rischi troppo elevati, lo sai anche tu. Perché mentire?
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E' l'idea di vita, consumo e sviluppo che abbiamo che va cambiata.
Egregio/a anonimo/a del 19 ott, non so se sei l'MTM del giorno prima (io sono sempre lo stesso anonimo che si firma cavallo pazzo). Sul nucleare la mistificazione è tanta. Io sono disponibile a parlare con chiunque, ma faccio fatica a trovare buona volontà in molti interlocutori, non per incapacità intrinseca loro, ma perchè colpiti da 40 anni di DISINFORMAZIONE SISTEMATICA DELLA STAMPA E DI PSEUDO-AMBIENTALISTI. Vorrei risposte precise a domande precise (dopo possiamo anche discutere di fatti tecnici e venire al tuo discorso): 1) conta di più dire la verità intorno a un fatto oppure dire quello che giova alla propria parte?
1bis) Se una notizia è chiaramente falsa è corretto da parte di chi l'ha scritta smentirla oppure no?
2) Ho commentato l'articolo sui cinghiali, quello sui fanghi radioattivi e quello dei costi nuke su questo blog. Se quello che ho scritto è vero e se i blogger lo leggono è corretto correggersi o no? Se invece quello che ho scritto non è esatto mi si smentisca, per es. confutando i miei calcoli sulla dose assorbita mangiando carne di cinghiale oppure smentendomi sul fatto che si sia trovato lo sbandierato Cesio in Calabria, dovuto a scarichi illegali.
Dopo aver ricevuto risposta precisa potremo ritornare a discutere.
Cavallopazzo
Sono sempre la MTM del primo commento, certo.
Primo: questo blog è curato di più persone.
Secondo: non siamo ambientalisti ma persone sntanche quanto te delle mistificazioni.
Terzo: non ci piace l'arroganza di chi pensa di spacciare verità assolute.
Quello che per te è un rischio accettabile per noi non lo è, dove per noi vale il principio di precauzione per te -ad esempio- potrebbe prevalere il diritto del singolo o dell'azienda X a fare quello che vuole dell'ambiente circostante finché la legge glielo permette.
Dove per me prevale la logica dell'investimento a lungo termine, un altro sa pensare solo al guadagno a brevissimo termine.
Dove per me prevale la necessità di eliminare rischi per la salute, tu magari preferisci trincerarti dietro un "non pensiamoci sono tante le cose che fanno male".
Dove io sono disposta a modificare le mie abitudini di vita investire in efficienza energetica acqustare iun modo consapevole per te il modello e la condotta di vita può essere diversa.
Se per me la vita è la cosa più sacra magari per te lo è il divertimento e il consumismo sfrenato.
In questi casi si scontrano due visioni del mondo non conciliabili, e lo stesso dato oggettivo viene letto in modo inconciliabilmente diverso. Però serve l'onestà intellettuale per dire come stanno le cose.
Quindi dismettiamo l'atteggiamento dei "messia civilizzatori".
Quando pubblichiamo notizie lo facciamo citando la fonte, sempre.
Lo stesso faccia lei quando critica l'informazione X, per trasparenza.
Il suo discorso scorre su un piano emozionale, al quale è inutile rispondere. Ma uno sforzo lo faccio:
A) Tengo solo a dire a proposito della frase “ …quello che per te è un rischio accettabile….” credo che nelle scelte della collettività, sull’ambiente in generale, dovrebbe valere l’analisi scientifica e non ideologica (non mi si fraintenda non sto dicendo che la società debba essere retta da una specie di governo dei filosofi di platoniana memoria; in una società democratica sono i cittadini che scelgono o dovrebbero scegliere, il problema è nella corretta informazione e a volte nella difficoltà tecnica della questione).
B) Pensare di fare quello che si vuole dell’ambiente non è mio costume, anche se si tratta dell’incolumità di una semplice panchina nel parco pubblico.
Quindi forse così ho risposto al “…abitudini di vita ...ecc... consumismo sfrenato”.
C) Mi viene comunque il dubbio che effettivamente abbiamo due visioni del mondo inconciliabili, in una delle quali i “ dati oggettivi” trovano difficoltà a farsi strada.
D) Grazie del consiglio finale: sfonda una porta aperta.
E) Legga comunque il commento seguente: ci tengo di più
Cavallo pazzo
Egregio/a MTM
1) mi dice se avete intenzione di confutare le osservazioni quantitative che ho fatto a proposito dei cinghiali radioattivi? La fonte potrete trovarla in questo ragionamento: prendete una tabella dei nuclidi, trovate tutto quello che serve sul Cesio 137, fate un po’ di calcoli e trovate il risultato, il mio è approssimato, ma anche se fosse sbagliato del 500% la considerazione finale rimane inalterata.
2) mi dice se avete intenzione di far notare che l’articolo del NYT sui costi FER-nuke riporta uno studio commissionato e pagato da un’associazione ambientalista e che il NYT stesso ha rettificato l’articolo con una nota successiva che vi ho inviato in commento?
Per una obiezione sintetica in italiano allo studio in questione si veda: http://www.assonucleare.it/index_file/Commenti%20al%20documento%20Blackburn.pdf
3) mi dice se avete intenzione di smentire l’inappropriato e fuorviante titolo del post del 2 luglio a proposito dei fanghi tossici e radioattivi in Calabria, dato che fanghi illegalmente scaricati non si sa da chi (almeno per quello che risulta a me, non sto tutti i giorni a seguire la vicenda) effettivamente sembra ci siano, ma di fanghi radioattivi non se ne sono ancora visti, nonostante tutti i dossier di Legambiente da 15 anni le indagini dei magistrati, le navi e i sommozzatori mobilitati (questo è secondo me il motivo per cui zitti zitti i giornali nazionali hanno smesso di occuparsene, perché senza radiazione si possono fare le più grandi sconcezze ma l’appeal è minore e l'attenzione del pubblico scema)
Saluti
Cavallo pazzo.
Chiedo scusa se mi intrometto, mi chiamo Lorenzo e per mestiere frequento i metodi della ricerca scientifica più o meno giornalmente.
Quello che la mia amica MT ha sostenuto con una lucidità invidiabile è un problema epistemologico che sta alla base di ogni fenomeno culturale, una pietra angolare dell'epistemologia contemporanea.
Non sono esperto di energia nucleare ma anch'io sono in attesa di una soluzione al problema delle scorie e dei costi del nucleare, senza preconcetto alcuno.
Nel prendere commiato le confido senza pudore che personalmente trovo più affinità con Platone che questi suoi Chicco Testa -pensieri!
Tengo a precisare -opinione mia personalissima non necessariamente condivisa dai miei colleghi- che io preferirei il nucleare al carbone, ma in un altro sistema troppo lontano dalla realtà per potervi fare riferimento.
In questa concreta condizione normativa - economica - morale - economica (chiedo scusa se non ho il tempo di precisare dettagliatamente le articolazioni) il nucleare attuale non mi pare una via conveniente.
io preferirei l'acqua, ma credo che a questo punto abbiamo poco da dirci.
Comunque grazie, ho visto che mi ha risposto anche di là.
Saluti
Passo e chiudo
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